venerdì 13 marzo 2015

Trickle down economy

In realtà non esiste una teoria economica di questo genere, non la troverete mai su nessun manuale. Di che si tratta?

Di una caricatura ad uso e consumo di chi si oppone al neo-liberismo.

Costoro dicono che i "neoliberisti" sosterrebbero di agevolare i ricchi abbassando le tasse cosicché la ricchezza lasciata nelle loro mani "ricadrebbe" poi sui poveri.

Al che sostengono: molto meglio darla direttamente ai poveri, quella ricchezza.

Se le cose stessero così, la conclusione è inappuntabile.

Ma le cose non stanno così, non si postula di certo un modello "superfisso".

In realtà si sostiene che agevolare gli investimenti attraverso il sistema fiscale ne aumenterebbe la consistenza (ad opera dei "ricchi" di solito) e da cio' ne riceverebbero un beneficio anche i lavoratori (di solito più "poveri"). Si tratta quindi di far leva sulle tasse per MUTARE UN COMPORTAMENTO non di regalare soldi ai ricchi perché continuino a fare quel che facevano prima.

La teoria formulata correttamente ha ricevuto molte conferme e spesso è stata consigliata o implementata da personaggi apparteneti alla sinistra (Keynes, Wilson, Kennedy...).

In altri casi la caricatura cambia e si identifica la TDT con la curva di Laffer. Ora, la curva di Laffer esiste e nessuno puo' negarla: è chiaro che se tasso al 100% avrò un gettito molto inferiore che se tassassi al 50%, chi puo' negarlo? Se poi ci troviamo oltre il punto di soglia è altro problema e in genere è da ritenersi di no, del resto mai nessuno ha fatto piani in questo senso!

Altra caricatura: liberalizzare (ovvero introdurre i dogmi neoliberisti) porta democrazia e giustizia. Naturalmente non si tratta di una fantomatica "teoria economica" ma di una semplice speranza, per altro fondata, espressa da Milton Friedman osservando la storia passata ma anche quella recente, per esempio il Cile: se un paese si arricchisce nasce una classe media che rivendica diritti. Ma qui siamo in ambito storico,i tempi si allungano e le verifiche si complicano, altre variabili entrano in gioco: la cultura, la genetica, il caso...