martedì 17 marzo 2015

Com'è grande la città!


  1. Il rapporto qualità prezzo delle case è cresciuto nel tempo
  2. Il prezzo delle case è cresciuto e in questa crescita la regolamentazione urbana incide molto di più rispetto al valore degli spazi
  3. E i poveri? Due alternative: edilizia popolare o deregolamentazione.
  4. Le case popolari non creano proprietari interessati alla conservazione
  5. Le case popolari concentrano la povertà producendo crimini
  6. Effetto filtro: se deregolamenti costruiranno i più ricchi? Non importa: lasceranno libere le loro vecchie case a favore dei meno ricchi in una catena che beneficerà alla fine i più bisognosi.
  7. Esistono molte città cresciute senza piano regolatore, vedi Houston.
  8. Senza piano regolatore non significa senza regole ma con regole uguali per tutti
  9. La compravendita della cubatura agevola l' ordine spontaneo.
  10. Le decisioni calate dall' alto spesso creano brutture e degrado, meglio studiare e intervenire sull' ordine spontaneo.
  11. Città private. India e Cina, due approcci diversi: il caso di Gurgaon, la città spontanea.
  12. Città private. Come cresce la città spontanea? Si creano isole incorrotte, il problema è chiedersi se poi le isole si unificano. Ci sono difficoltà che vanno al di là dei costi di transazione: si attende un intervento pubblico e non si vogliono sprecare risorse private.
  13. Città private. Meglio il riccone che sviluppa la sua città (Disney, Tata...) che l' ordine spontaneo.
  14. Glaeser sulla città: più ricca, più felice, più innovativa. Inno al grattacielo.
    • Siamo in troppi? Domanda assurda dopo l'invenzione della città: tutta l'umanità potrebbe stare comodamente in Texas, ogni famiglia col suo comodo e spazioso appartamento. Il problema nn è dunque il numero delle xsone... 
    • L'innovatore impara x contatto e prossimità prima che x istruzione. Il talento è contagioso. Il talento x esprimersi deve verificare che può farlo, nemmeno lui crede alle sue potenzialità pratiche, da qui l'importanza di vivere dove il ghiaccio è già stato rotto... 
    • Paradosso: quanto + si è connessi, tanto più conta la prossimità fisica. Perchè? E si torna alla centralità delle idee... 
    • In città c'è poco spazio x cui si producono quei beni che occupano poco spazio: le idee nn ne occupano nessuno. Le idee fanno incontrare sviluppo e cultura in un mix stimolante... 
    • O-ring production: la concentrazione dei talenti consente ai migliori di lavorare insieme e quindi di nn sprecare i prodotti del genio con la rottura di anelli deboli... 
    • Quanto più un paese è "urbanizzato" tanto + è ricco e felice... 
    • L'arte rinsscimentale sarebbe stata concepibile senza una città come Firenze dove i geni erano a stretto contatto e si insegnavano a vicenda?... 
    • Torino, Detroit e il declino delle città. Una città rischia se si affida ad un unico progetto e declina con esso. Allo stesso modo nn può essere resuscitata con le grandi opere. È il pluralismo che vivifica una città xchè solo le diversità esaltano le interconnessioni... 
    • Qual è il marchio della città fallita? avere troppe infrastrutture (rispetto alla domanda) nn troppo poche. I grandi progetti sono rischiosi. Dopo una castrofe meglio dare aiuti alle persone che progettare a tavolino la ricostruzione (vedi Katrina)... 
    • Una città nn è fatta da case o infrastrutture ma da xsone: nn doniamo case o infrastrutture ma soldi ed education alle xsone più bisognose affinchè spendano indirizzando gli investimenti... 
    • E la povertà delle xiferie? La City attrae i poveri, nn li crea. Il povero di città è un ricco rispetto al povero di campagna. Contro i crimini e le malattie contagiose il ruolo dello stato è decisivo, nn illudiamoci col libero mercato... 
    • Le ec. di scala della città favoriscono la cultura: musei, teatri... 
    • Limitare le costruzioni è la classica politica anti-poveri che alza solo i prezzi, altro che "consumo del territorio". Le mille restrizioni sono anche fonte di corruzione. Ieri Parigi ospitava la bohem, che ha dato lustro alla città, oggi è talmente "preservata" che un fenomeno del genere nn potrà più darsi... 
    • Un duello inatteso: grattacielo vs auto. Nel primo caso si va a piedi e la città è densa, popolata, viva - vedi Manhattan. Noi abbiamo scelto l'auto e le case basse. Forse era meglio limitare la circolazione piuttosto che l'edificabilità...
    •  Un' altra tendenza da combattere: la proprietà. È una tendenza che favorisce la villetta rispetto all'appartamento... 
    • Grattacielo verde. Basta con l'idea che l'ambientalista viva tra gli albrri. Gli abitanti delle grandi città sono i veri ambientalisti: vivere ammasssti fa risparmiare risorse. Vivere nella cintura o in campagna incide molto di + sull' ambiente. Preghiamo che India e Cina optino x grattacieli e città ad alta densità abitativa... 
    • Vuoi preservare l'ambiente stoppando nuove costruzioni in città?. Bene, stai solo inquinando di più il pianeta incentivando costruzioni in una periferia a distesa.
    continua
  15. Brink Lindsey speaks for many economists when he suggests that getting rid of excessive building regulations in cities would raise productivity by allowing more people to move to those cities...
  16. La città del liberalismo attivo di Stefano Moroni
    • Cap.1 stato e mercato
    • La città nel 900: pianificata
    • I due mercati: neoclassico e austriaco. Retribuzione e segnale.
    • Lo stato liberale: 1 prima l individuo 2 bene giusto 3 rule of law: leggi astratte 4 minimo garantito
    • Teoria dei beni pubblici: 1 rari 2 temporanei 3 free ride possibile nn obbligato 4 nn eticamente scontati
    • Liberalismo attivo: schiva l accusa di atomismo mantenendo un idea lib di stato. Respinge l arg del piano inclinato
    • L equivoco dell amministratore: trattare siatemi complessi come fossero organizzazioni. Fallacia costruttivistica.
    • Cap3 alternative
    • Pianific e giochi: la p come strategia e nn come statica.
    • Difesa di p: cementificazione. Ma nessuno auspica assenza di regole
    • Seconda difesa: esternalità. Ok ma quali esternalità contano?
    • Terza difesa: la terra è un bene particolare.
    • Prima critica a p: nn ha info
    • Seconda: viola rule of law
    • Soluzione: p a due stadi.
    • Due reg.: 1 reg proibitive e 2 regole di servizio infrastr.
    • 1: le più astratte possibili. Cosa nn fare. Fissazione indice unico di edificabilità e negoziazione cubature
    • Passare da regole oggettuali a regole prestazionali (stabilire cosa poter fare con un oggetto e nn come costruirlo)
    • Corruzione e potere di valorizzare gli immobili x decreto.
    • Restrizioni private e immobili ristretto
    • 2: project financing. Pedaggi. Comunità private. Scambio tra xmessi e oneri urb.
    • Volontariato e assoc di quartiere
    • Le enclave e i xicoli di segregaz: 1 la pianificaz crea ghetti 2 le e.non è limitata a soggetti abbienti 3  si possono introdurre leggi antidiscr anzichè proibire
    • Sussidiarietà urbanistica: assoc di residenti
    • La città ideale è troppo complessa e variegata: un unica intell nn può dominarla. Problema epistemologico
    • La pianificaz alle sue origini: le mani sulla città inglese
    • Democrazia diretta in città: rompere il monop.da rousseau ad habermas. Pericolo: politica onnipresente. Limiti dem.amplificati. cittadino ignorante
    • L uomo è animale sociale ma nn nec.mente politico

    conclusione
  17. cap 5 The Substance of Style Virginia Postrel. In quest'epoca dove per la prima volta a tutti è concessa l'esperienza del bello, l'intolleranza estetica è cresciuta. Lo vediamo nei piani regolatori trasformati in liste di divieti che riguardano forme e colori "poco rispettosi". La soluzione: rimpicciolire l'area regolamentata in modo da avere più varietà. Ma soprattutto una considerazione: è proprio questa accresciuta sensibilità che dovrebbe rassicurarci sui potenziali danni estetici.