venerdì 25 ottobre 2019

PERSONA NON GRATA

PERSONA NON GRATA
Ovunque vada Peter Handke - il sorprendente neo Nobel per la letteratura - è preceduto dalla sua cattiva fama.
Un ritardato mentale per Salman Rushdie.
Un apologeta del crimine per Slavoj Zizek.
Un semplice coglione per Jonathan Little.
Eccetera.
Non vi sta già un po' simpatico? Non vi viene voglia di leggerlo? Non vi sembra s'iscriva bene nel canone composto da Hamsun (il nazista), Céline (l'antisemita) e Pound (il fascista)? Ora c'è anche Handke, l'apologeta di Radovan Karadzic e dei massacri serbi.
Se ancora siete indecisi sappiate che il presidente della prestigiosa Pen ha solennemente proclamato che "la comunità letteraria meritava di meglio".
Una volta tanto unità di pareri sull'assegnazione del premio.
Peccato che nessuno si sia disturbato a dire qualcosa sul suo lavoro. Questo articolo cerca di colmare la lacuna, partendo dal suo esordio nei primi anni sessanta quando mandò a quel paese mostri sacri come Gunter Grass e Hans Werner Richter facendo sapere che, sebbene crucco doc, a lui dell'olocausto ebreo non fregava una mazza, era acqua passata, non si sentiva coinvolto, non si sentiva in alcun modo colpevole di quella roba lì e che non gli rompessero il c... con cavolate sul passato. A lui più che altro interessavano i Beatles e le mode del momento. Lo scambio è stato al fulmicotone, d'altronde, in Austria l'insulto letterario è stato un classico nella seconda metà del XX secolo. E poi, dimenticate le diatribe giovanili, giù a scrivere la sua prosa alla moviola, a coltivare il suo culto per la lentezza, la gentile malinconia, le trame evanescenti fino all'inevitabile incontro con Wenders nel nome degli Angeli.
Ora ci aspettiamo solo che esca con una delle sue sparate in modo che gli ritirino il Nobel. Succede regolarmente, per esempio con il premio Heine dopo il discorso sulla tomba del massacratore Slobodan Milosevic.
THE-TLS.CO.UK
“International moron of the year” (Salman Rushdie); “apologist of war crimes” (Slavoj Žižek); “an asshole” (Jonathan Littell). The Austrian writer Peter Handke’s reputation had long preceded him even before the Nobel committee’s decision to award him the 2019 prize for literature. ...

giovedì 24 ottobre 2019

IL MATRIMONIO E' SOTTOVALUTATO

https://theweek.com/articles/715794/how-single-men-women-are-making-politics-more-extreme
IL MATRIMONIO E' SOTTOVALUTATO
Quando i Lego invasero le nostre camerette per la prima volta ce n'era una sola versione. Bambini e bambine giocavano tutti con quella. Oggi c'è Star War Lego, Batman Lego, principesse, cavalieri, alieni... e tutto quello che un bambino puo' sognare. Ma quando si comincia a "diversificare" alla fine la differenza fondamentale è quella tra maschietti e femminucce.
Questa dinamica è al lavoro ovunque. Man mano che una società diventa ricca, il genere sessuale diventa meno fluido, s'irrigidisce. Più un paese è libero, più si amplifica la differenza e la segregazione tra i sessi. Più l'abbondanza si diffonde, più forti diventano le sub-culture maschili e femminili. Alla fine la cultura si trasforma in politica, e avremo così le politiche antidiscriminatorie (o identitarie), ad appannaggio quasi esclusivo di donne ed effeminati, e le politiche della destra estrema, vero trionfo del mascolino.
Ma questa segregazione dei sessi in politica non vale per gli sposati. Il matrimonio funge da "moderatore". La donna sposata resta sensibile al messaggio della destra sulla monogamia e sull'importanza della famiglia. D'altro canto, l'uomo sposato ammorbidisce i suoi toni: deve tirare avanti una famiglia e l'islamizzazione dell'occidente non è in cima ai suoi pensieri.
Purtroppo non ci si sposa più, cosicché da single si passa molto più tempo tra uomini (a dare la caccia al clandestino) o tra donne (a strillare indignate per l'ultimo diritto alla moda). Il matrimonio, ovvero il grande moderatore, è saltato e la politica non puo' che diventare guerra.

THEWEEK.COM
The campus identity politics movement and the alt-right have one thing in common: They're quite gendered

L’ECONOMIA DICE SOLO OVVIETA’?

L’ECONOMIA DICE SOLO OVVIETA’?
Caro Movimento 5 stelle, non puoi promuovere nello stesso tempo il salario minimo e il taglio del cuneo fiscale.
Spinge per l’aumento i legge dei salari (salario minimo) chi postula una domanda del lavoro rigida, ovvero che non reagisce a questo aumento licenziando. Ma se la domanda di lavoro è rigida, significa pensare che non si assumerà in caso di taglio del cuneo fiscale, ovvero che un simile provvedimento è inutile. O la domanda è rigida o è elastica. O funziona il salario minimo o funziona il taglio del cuneo. Deciditi, caro grillino!
Caro Piddino, non puoi tagliare il cuneo fiscale e al contempo minimizzare l’afflusso incontrollato di immigrati sul mercato del lavoro.
Chi spinge per il taglio del cuneo assume una domanda di lavoro elastica, ovvero datori di lavoro disposti ad assumere qualora il costo salariale diminuisca. D’altro canto, con questa assunzione è giocoforza ammettere che l’afflusso di nuova manodopera a basso costo sconvolgerà un simile mercato del lavoro. O la domanda di lavoro è rigida o è elastica. O funziona il cuneo fiscale o è giusto minimizzare le conseguenze sul mercato del lavoro dell'immigrazione. Deciditi, caro piddino!
Poiché milionate di italiani sono disposti a votare questi due partiti, e quindi indirettamente ad avallare le visioni schizofreniche che ho descritto, sono propenso a pensare che l’economia non si limiti solo a ribadire ovvietà.
P.S. Come sempre, i conti possono essere fatti quadrare ad hoc introducendo delle complicazioni. Cosa che si guarda bene dal fare chi sembra a tutti gli effetti non possedere nemmeno lo schema base.
JOHNHCOCHRANE.BLOGSPOT.COM
What is the value of economics? "Have you economists ever proved anything that isn't obvious?" is a common complaint. Tyler Cowen has an i...

I TUOI BAMBINI NON SANNO CHE ESISTI

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I TUOI BAMBINI NON SANNO CHE ESISTI
Sai di essere genitore quando guardando il gruppo dei bambini ne noti uno più bello, più paffuto, più simpatico, a suo modo più intraprendente. E' il tuo.
E sei sinceramente meravigliato che non lo notino anche gli altri. Ma poi ti tranquillizzi, è ovvio, sono tutti un po' gelosetti.
Non fidatevi mai quando un genitore racconta di suo figlio. Vi sta solo dicendo in modo fiorito quanto è bravo come genitore. Anche i racconti dove lui appare imbranato e in difficoltà sono calcolati per dire: "guardate che genitore ironico (e quindi in gamba) che sono". Tutti conoscono questo sotto-testo: chi ha figli lo ascolta solo perché poi sarà il suo turno, chi non ha figli lo ascolta per pietà (e se puo' lo evita).
Ma chi è veramente un genitore? E' un tale davanti al suo bambino grida. Avete presente un piccolo che grida? Nessuno sa farlo smettere, neanche Nembo Kid. D'altro canto nessun genitore potrà mai aspettare che smetta da solo. Fate uno più uno...
Davanti al tuo bambino che grida tu stai lì, impotente: incassando il tuo fallimento sperimenti la miseria. Tanti piccoli momenti miserabili che si susseguono. E tu ancora lì, a inventarti qualche espediente su cui non riponi alcuna speranza. Ma non puoi semplicemente attendere, devi segnalare agli altri e a te stesso che ti stai dando da fare. Se non sei preparato a queste continue micro-umiliazioni, se non sai dimenticarle e ripartire, rinuncia fin dal principio.
Il genitore è una persona nel panico. Il genitore è solo, solissimo, i bambini non sanno che esisti. Sei come una pietra per lo scalatore: loro avanzano e tu lì, a sopportare il loro scarpone chiodato.
All'amico o alla suocera racconterai tutto di tuo figlio, dirai come è stato bravo dal pediatra o al ristorante ma ometterai quei momenti di panico e miseria che sono il vero cuore della genitorialità, quei prolungati momenti in cui non riesci a sistemare il seggiolino sul taxi mentre ti inzuppi sotto la pioggia, quei momenti in cui non sai neanche perché i tuoi meticolosi piani saltano in aria in un momento, quei momenti di assoluta indifferenza per una cosa che doveva piacergli, quei momenti in cui ti sei sporcato di merda perché non sta mai ferma, quei momenti che avevi sempre sognato in cui leggi le fiabe da un librone ma sei anche l'unico ad ascoltarti, quei momenti in cui la creatura imbratta in modo indelebile la casa in cui inviterai gli amici che ti giudicheranno, quei momenti di caos generale in cui sudando ti chiedi perché è andato tutto storto. Quei momenti in cui il sudore inonda il tuo disagio. Sì, un genitore è sempre sudato, ricordatelo. Il genitore emana odori sgradevoli, non ha tempo per sé. Quei momenti devi metterteli alle spalle per sempre, non una parola con nessuno, non una memoria con te stesso. Restano solo le foto belle. L'operazione non è difficile, in fondo ci riescono tutti, ma se ci ripensi, se sei uno dei pochi che ci ripensa...
Gira voce che in un passato glorioso i genitori lasciassero i loro figli vagabondare allo stato brado. Ma è una balla, ne sono sicuro. Non puo' che essere una balla. Non riesco a concepire un genitore senza associare il panico. Appena gli interlocutori a cui mostri i tuoi bambini si dileguano uno a uno, Lui torna. Quella dei genitori di una volta è una balla con cui si consolano i genitori di oggi. E' vero, certi padri sembrano più rilassati, ma solo perché intuiscono e scappano a gambe levate dal panico, il più lontano possibile. Cercano un angolino, magari al lavoro, un rifugio al riparo dove poter sfogliare le foto dei loro figli.
La storia dei genitori non è la loro storia, che si rassegnino. E' la storia dei loro figli. È una storia non ancora scritta, il panico è giustificato. Di quella storia i genitori sono esclusi, non conosceranno nemmeno il finale. Il genitore è in perenne ostaggio, come se fosse chiuso in una macchina con il bambino alla guida, un bambino che non sa affatto come guidare quell'affare, e non puoi scendere perché hai deciso di amarlo, quel bambino, prima ancora di sapere chi fosse in realtà, non puoi nemmeno coprirti gli occhi, devi tenerli aperti e cercare di parlargli continuamente. Un giorno si fermerà e noterà che ci sei anche tu in quella macchina. Magari racconterà a qualcuno di come sei morto e di come per molto tempo neanche si era accorto che tu fossi lì in preda al panico. Se ti va bene noterà come in fondo è bello avere qualcuno che è nel panico a causa tua. Noterà anche che probabilmente non avrà mai più al suo fianco una persona del genere. A quel punto anche tu diventerai "unico".
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mercoledì 23 ottobre 2019

OGGETTIVAMENTE COLPEVOLE

OGGETTIVAMENTE COLPEVOLE
Un tempo se sgarravi pagava la tua famiglia. Voglio dire, se uccidevi potevano anche farti fuori un cugino e andare così alla pari. I debitori verso cui eri insolvente bussavano alla porta di tuo zio facendo valere i loro diritti su di lui. Anche per questo le famiglie erano unite. Le pene, poi, erano più dure: un debitore finiva in ceppi. Con questi metodi il rischio d'insolvenza era vicino allo zero.
Poi è arrivata la responsabilità personale, il bando delle punizioni fisiche, e con esse il processo moderno, un processo costosissimo a cui accedono solo professionisti dalla parcella esosa. E' chiaro che in questo modo gran parte dei colpevoli si trovò in condizioni di insolvenza. Chi puo' permettersi una difesa? Chi puo' permettersi di risarcire?
Colpevoli insolventi e processi costosi hanno prodotto una chiara conseguenza: sul banco degli imputati ha senso che ci finiscano solo ricchi e grandi aziende. Il diritto ne tiene conto e la responsabilità oggettiva dilaga: succede qualcosa di brutto allo stadio? Il responsabile è il proprietario dello stadio. C'è uno stupro nello stabile abbandonato? Co-responsabile è il padrone dell'edificio. Due studenti danno fuoco alle aule? Ai cretini basta una ramanzina, il vero colpevole è il proprietario della scuola che non ha vigilato. Un lavoratore coglione non si mette l'elemetto? Responsabile l'azienda che non l'ha trattato come un bambino...
Un sistema fatto per mettere in stato d'accusa solo ricchi e big business alla lunga forgia le deboli menti della massa, che ora, per qualsiasi cosa, si lamentano contro ricchi e big business.
C'è un mondo però che è rimasto immune dal ribaltone: il mondo della strada. Qui il problema della giustizia viene risolto nel modo tradizionale: in caso di incidente le persone normali fanno causa alle persone normali. Grazie all'assicurazione obbligatoria siamo tutti solventi e la tradizione puo' essere conservata. Possiamo esportare questa soluzione in altri ambiti?
OVERCOMINGBIAS.COM
Law is our main system of official blame; it is how we officially blame people for things. So it is a pretty big deal that, over the last few centuries,…

CHE I GIGANTI DEL WEB PAGHINO LE TASSE E NON SCAPPINO IN IRLANDA!

CHE I GIGANTI DEL WEB PAGHINO LE TASSE E NON SCAPPINO IN IRLANDA!
Con questo grido di battaglia i nostri politici sognano di compensare i loro sprechi con la web tax (i francesi sono già passati dai sogni alla realtà).
Ma i giganti già pagano le tasse italiane, le pagano praticamente tutte loro.
L'incidenza fiscale è una cosa complicata - come sa Davide Curioni -, c'è solo un caso abbastanza semplice: quello del monopolista. Il monopolista ha il privilegio di poter fissare il prezzo e, naturalmente, lo fissa in modo da massimizzare i suoi profitti. Cio' significa che se una transazione che lo riguarda viene tassata, non potendo aumentare il prezzo per traslare l'imposta, il carico fiscale grava interamente sulle sue spalle. Tradotto: l'iva sulla pubblicità di Facebook - per esempio - è pagata interamente da Facebook. Facebook già si sobbarca l'intero carico delle tasse italiane poste sulle transazioni che la riguardano anche indirettamente.
Questo almeno se consideriamo i "giganti del web" un monopolio. Non penso che gli assatanati della web tax abbiano di questi problemi