lunedì 11 luglio 2016

3 HL Storie incredibili di altruismo e indifferenza ---- Superfreakonomics

Superfreakonomics: L'importanza di essere un trans, la polizza vita dei kamikaze, l'egoismo dell'altruista: la verità svelata dai numeri (Italian Edition) by Stephen J. Dubner, Steven D. Levitt
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3 Storie incredibili di altruismo e indifferenzaRead more at location 1667
Note: 3@@@@@@@@@@@@@ Edit
L’omicidio di Kitty Genovese passò alla storia a causa di un articolo pubblicato sulla prima pagina del New York Times. Ecco l’incipit: Per più di mezz’ora, 38 rispettabili e onesti cittadini del Queens sono rimasti a guardare mentre un assassino assaliva e pugnalava una donna in tre diverse occasioni, a Kew Gardens... Non una sola persona ha telefonato alla polizia durante le aggressioni e un unico testimone ha chiamato dopo la morte della donna.Read more at location 1685
Note: GENOVESE Edit
L’opinione diffusa e condivisa fu che i 38 testimoni di Kew Gardens rappresentavano il punto più basso, senza precedenti, nella storia della civiltà.Read more at location 1696
Note: DISPREZO Edit
Il fatto scosse il Paese a tal punto che nei 20 anni successivi produsse più ricerche accademiche sull’indifferenza dell’uomo della strada che sull’Olocausto.Read more at location 1699
Note: RICERCHE SULL INDIFFERENZA Edit
Più di 35 anni dopo, l’orrore rivisse ne Il punto critico - I grandi effetti dei piccoli cambiamenti, l’importante saggio di Malcolm Gladwell sui comportamenti sociali, quale esempio di «effetto passante», in cui la presenza di più testimoni inibisce l’intervento.Read more at location 1703
Note: GLADWELL Edit
Certo, gli economisti parlano sempre di quanto siamo egoisti, ma questa manifestazione di egoismo non sfida forse la logica? Davvero la nostra indifferenza è così profonda e radicata?Read more at location 1708
Note: EGOISMO Edit
Per decenni, negli USA l’incidenza dei reati violenti e contro la proprietà era rimasta stabile e relativamente bassa, ma verso la metà degli anni Cinquanta ricominciò ad aumentare. Nel 1960 era del 50% superiore a quanto fosse nel 1950 e nel 1970 era quadruplicata. Perché?Read more at location 1712
Note: REATI USA Edit
Immaginate per esempio di voler capire se mettere in prigione più persone abbasserebbe effettivamente il tasso di criminalità: non si tratta di una domanda ovvia come potrebbe sembrare.Read more at location 1717
Supponiamo di essere in grado di selezionare a caso un gruppo di Stati e di ordinare loro di liberare 10.000 prigionieri. Contemporaneamente, selezioniamo a caso un altro gruppo di Stati e imponiamo loro di rinchiudere 10.000 persone, magari per reati minori per cui non sarebbero mai finite in prigione. Sedetevi ad aspettare qualche anno, poi misurate il tasso di criminalità nei due insiemi di Stati, et voilà!Read more at location 1721
Note: ESPERIMENTO CON LE PRIGIONI Edit
le possibilità di condurre effettivamente un simile esperimento sono nulle. È questo il motivo per cui spesso i ricercatori si affidano a ciò che viene chiamato esperimento naturale,Read more at location 1726
Note: ESPERIMENTO NATURALE Edit
In questo caso, ciò che ci serve è una variazione drastica nella popolazione carceraria in diversi Stati per motivi che non hanno nulla a che vedere con i reati commessi in quegli Stati.Read more at location 1729
Che cosa fanno questi ex carcerati una volta in libertà? Un sacco di brutte cose. Nei 3 anni successivi la vittoria in tribunale dell’ACLU i reati violenti aumentano del 10% e quelli contro la proprietà del 5%.Read more at location 1738
Note: AMNESTY VINCE E IL CRIMINE S IMPENNA Edit
è possibile tornare ad analizzare il brutale aumento della criminalità negli anni Sessanta per trovarne una qualche spiegazione. Un fattore fondamentale fu lo stesso sistema penale. Nel corso degli anni Sessanta il rapporto tra arresti e reati crollò bruscamente ma non solo perché la polizia riusciva ad arrestare meno criminali; il punto è che i tribunali erano anche meno propensi a incarcerarli.Read more at location 1740
Note: YRIBUNALI RESTII AD INCARCERARE Edit
la diminuzione dell’incarceramento durante gli anni Sessanta sembra essere responsabile per il 30% circa dell’aumento della criminalità.Read more at location 1745
Un altro fattore fu il baby boom del dopoguerra. Tra il 1960 e il 1980Read more at location 1746
Note: BABY BOOM Edit
una cosa senza precedenti per la popolazione anagrafica a maggior rischio di coinvolgimento in attività illegali.Read more at location 1747
Note: GIOVANI E CRIMINE Edit
La risposta potrebbe essere lì, letteralmente davanti ai nostri occhi: la televisione.Read more at location 1752
Note: IN CERCA DI ALTRE CAUSE. LA TV Edit
Noi crediamo che i bambini cresciuti guardando molta televisione, anche gli spettacoli più innocui e «per famiglie», da grandi abbiano una maggiore probabilità di intraprendere attività illegali.Read more at location 1756
Note: CHI GUARDA LA TV È UN VIOLENTO? Edit
In un capitolo precedente abbiamo visto come la TV via cavo sia arrivata in regioni diverse dell’India in periodi diversi, una sfasatura che ha reso possibile misurare l’impatto della televisione sulla popolazione femminile dell’India rurale.Read more at location 1762
Note: TEMPI DIVERSI Edit
verso il 1970, i reati violenti erano il doppio nelle città in cui la TV era arrivata prima, rispetto alle altre.Read more at location 1768
Secondo la nostra analisi, l’impatto complessivo della TV sulla criminalità negli anni Sessanta è stato di un aumento del 50% di reati contro la proprietà e del 25% dei reati violenti.Read more at location 1778
Note: RISULTATI Edit
siccome nella maggior parte dei casi i bambini di 4 anni non assistevano a spettacoli dal contenuto violento, è difficile sostenere che il problema stesse appunto nei contenuti.Read more at location 1782
Note: CONTENUTI VIOLENTI? Edit
Forse i bambini che guardavano troppa televisione non hanno sviluppato un’attitudine adeguata alla socializzazione,Read more at location 1783
Note: SOCIALIZZAZIONE Edit
O forse i bambini non c’entrano niente e mamma e papà hanno trascurato i loro doveri quando hanno scoperto che guardare la TV era molto più interessante che prendersi cura dei figli.Read more at location 1785
Note: GENITORI TRASCURATI Edit
non sembra ricadere nel dominio dell’economia: vada per strette creditizie e prezzo del petrolio e persino obbligazioni strutturate... ma i comportamenti sociali come l’altruismo? Gli economisti hanno davvero i titoli per occuparsene? Per centinaia di anni, la risposta è stata «no» ma, più o meno all’epoca del delitto Genovese, alcuni economisti ribelli cominciarono a occuparsi molto da vicino di argomenti del genere. Quello più in vista era Gary Becker,Read more at location 1793
Note: ECONOMIA DELL ALTRUISMO Edit
Una delle sue tesi, per esempio, era che la stessa persona da cui potevamo aspettarci puro egoismo nel campo degli affari fosse capace di altruismo persino eccessivo in un contesto di tipo famigliare; anche se, non andava dimenticato (dopotutto, Becker è un economista), ci si doveva aspettare un elemento strategico persino all’interno di una famiglia.Read more at location 1799
Note: BECKER E LE STRATEGIE FSMIGLIARI Edit
Doug Bernheim, Andrei Shleifer e Larry SummersRead more at location 1802
più probabile che un genitore anziano ospite di una casa di riposo riceva visite dai figli adulti se questi si aspettano un’eredità consistente.Read more at location 1803
Note: EREDITÁ Edit
dai dati non risulta alcun incremento nelle visite nelle case di riposo da parte dei figli unici di famiglie abbienti;Read more at location 1807
Note: FIGLI UNICI Edit
gli americani sono notoriamente generosi e ogni anno donano in beneficenza 300 miliardi di dollari, più del 2% del PIL nazionale.Read more at location 1813
Note: GENEROSITÀ USA Edit
Perché allora questo individuo – l’Homo economicus, come viene solitamente chiamato – si disfa dei suoi sudati risparmi a beneficio di persone sconosciuteRead more at location 1816
Note: BUON SAMARITANO Edit
Quando un benefattore dona milioni alla sua vecchia università, è ai fini della ricerca della conoscenza o perché vuole vedere il proprio nome su una targa nello stadio di football?Read more at location 1822
Note: COME DISTINGUERE? Edit
Uno studio recente ha stabilito che una determinata calamità riceve fino al 18% delle donazioni complessive per ogni articolo di giornale di due cartelle e il 13% per ogni 60 secondi di copertura televisiva (chiunque voglia cercare di raccogliere fondi per una calamità nel Terzo Mondo dovrà incrociare le dita e sperare che capiti in giornate povere di notizie).Read more at location 1830
Note: MEDIA Edit
Con il tempo, questi economisti ribelli hanno adottato un approccio diverso: vista la difficoltà di misurare l’altruismo nelle situazioni reali, perché non scartare l’inevitabile e intrinseca complessità del mondo reale cercando di trasportare il tutto in laboratorio?Read more at location 1834
Note: LABORATORIO Edit
un cammino aperto dalla «mente meravigliosa» di John Nash e di altri economisti che, negli anni Cinquanta, hanno condotto numerosi esperimenti sul Dilemma del Prigioniero,Read more at location 1847
Note: DILEMMA DEL PRIGIONIERO Edit
due giocatori, ignoti l’uno all’altro, hanno un’unica occasione per dividersi una somma di denaro.Read more at location 1851
Note: ULTIMARUM Edit
Zelda deve decidere se accettare o rifiutare l’offerta di Annika: se accetta, il denaro sarà diviso secondo l’offerta di Annika, ma se rifiuta tutt’e due i giocatori resteranno a mani vuote.Read more at location 1853
Per un economista, la strategia è ovvia: siccome anche un solo centesimo ha un valore superiore a zero, per Zelda ha senso accettare un’offerta di un solo centesimo e pertanto ha senso per Annika offrire un solo centesimo,Read more at location 1855
Ma – al diavolo gli economisti – non è così che hanno giocato le persone normali e le Zelda coinvolte hanno mediamente rifiutato le offerte inferiori a 3 dollari.Read more at location 1857
Note: AL DIAVOLO GLI ECONOMISTI Edit
Questo significa altruismo? È possibile, ma probabilmente no. Il giocatore di Ultimatum che fa l’offerta deve ottenere un risultato – evitare un rifiutoRead more at location 1862
Note: CHI OFFRE È ALTRUISTA? Edit
Passiamo quindi a una nuova e brillante variazione sul tema di Ultimatum, nota come Dictator. Ancora una volta, si tratta di dividere una certa somma tra due persone, ma in questo caso solo una delle due può prendere la decisioneRead more at location 1865
Note: DITTATORE Edit
il secondo giocatore (quello che non era il dittatore) non poteva punire il dittatoreRead more at location 1871
Al tempo stesso, l’anonimato eliminava le possibili implicazioni di sentimenti personaliRead more at location 1872
In uno studio fondamentale pubblicato nel volume Foundations of Human Sociality, un gruppo di eminenti studiosi si è recato in ogni parte del mondo per verificare la natura dell’altruismoRead more at location 1880
Il risultato è stato lo stesso, nella Mongolia occidentale o nel South Side di Chicago: le persone donavano.Read more at location 1883
Note: RISULTATO Edit
Il messaggio non poteva essere più chiaro: gli esseri umani sembravano essere predisposti in maniera innata per l’altruismo.Read more at location 1886
Note: MESSAGGIO Edit
sosteneva Foundations of Human Sociality, «la ricerca nel campo dell’economia sperimentale ha vistosamente falsificato la rappresentazione scolastica dell’Homo economicus.»Read more at location 1888
Note: CONFUTATO HE? Edit
Questo nuovo paradigma – Homo altruisticus? – costituiva un grosso problema per gli economisti tradizionali ma piaceva parecchio a tutti gli altri.Read more at location 1892
Note: NEURONI A SPECCHIO Edit
se negli individui l’altruismo è innato, allora la società dovrebbe riuscire a farvi affidamento per risolvere anche i problemi più gravi.Read more at location 1895
Note: SPERANZA Edit
Prendiamo per esempio il problema dei trapianti.Read more at location 1897
Note: TRAPIANTI Edit
negli USA il tasso degli incidenti mortali era in diminuzione e se questo costituiva un’ottima notizia per gli automobilisti, non lo era altrettanto per i pazienti in attesa di un reneRead more at location 1902
Note: RENI E INCIDENTI Edit
In Europa alcuni Paesi approvarono leggi sul «consenso presunto»:Read more at location 1905
Note: CONSENSO PRESUNTO Edit
Fortunatamente, i cadaveri non sono l’unica fonte di organi: nasciamo con due reni ma per vivere ce ne basta uno – il secondo è un simpatico surplus evolutivoRead more at location 1908
Note: SURPLUS EVOLUTIVO Edit
In Iran era tale la preoccupazione per la carenza di reni che è stato attivato un programma che molti altri Paesi considererebbero barbaro, una specie di delirio da economista imbevuto di teorie sull’Homo economicus: il Governo iraniano avrebbe pagato i cittadini affinché rinunciassero a un rene.Read more at location 1913
Note: IRAN Edit
Intanto, negli Stati Uniti, nel corso di un’udienza parlamentare, un medico assai intraprendente, tale Barry Jacobs, descriveva una sua proposta per l’acquisto di organi. La società di cui era titolare, la International Kidney Exchange, Ltd., avrebbe portato negli USA cittadini del Terzo MondoRead more at location 1916
Note: JACOBS Edit
Le critiche a Jacobs per avere anche solo proposto l’idea furono feroci e il suo detrattore più acceso fu un giovane deputato del Tennessee di nome Al Gore,Read more at location 1918
Dopotutto, alcune delle menti più brillanti del Paese avevano accertato scientificamente che gli esseri umani sono per loro natura altruisti.Read more at location 1925
Note: ALTRUISMO E MERCATO DEI RENI Edit
Ultimatum e Dictator ispirarono un autentico boom di economia sperimentale, che a sua volta generò un nuovo sottocampo di studi chiamato «economia comportamentale», un’unione di economia e psicologia che cercava di cogliere le elusive e spesso confuse motivazioni alla base dei comportamenti umani che Gary Becker aveva studiato per decenni.Read more at location 1928
Note: ECONOMIA COMPORTAMENTALE Edit
Uno degli economisti comportamentali più prolifici fu John List, originario di Sun Prairie, nel Wisconsin.Read more at location 1933
Note: LIST Edit
La sua era una famiglia di camionisti:Read more at location 1935
John avrebbe dovuto occuparsi delle attività di famiglia, ma si ribellò, andando al college. Questo accadde solo perché aveva vinto una borsa di studio sportiva (giocava bene a golf)Read more at location 1938
Alla fine, ottenne un posto all’Università della Florida Centrale (UCF) di Orlando, dove accettò un carico di lavoro enorme, oltre ad allenare le squadre maschile e femminile di sci d’acqua. Se mai è esistito un economista operaio, era lui.Read more at location 1949
Note: ECONOMISTA OPERAIO Edit
Nel 2002 il premio Nobel per l’economia fu assegnato congiuntamente a Vernon Smith e a Daniel Kahneman, uno psicologo le cui ricerche sulla formazione delle decisioni avevano preparato il terreno all’economia comportamentale. Questi studiosi e altri ancora della loro generazione avevano costruito un nuovo canone di ricerca che sfidava alla radice lo status quo dell’economia classica, e List ne stava autorevolmente seguendo le orme, elaborando ed eseguendo varianti di Dictator e di altri giochi comportamentali.Read more at location 1959
Note: SMITH KAHNEMAN LIST Edit
Ma sin dai tempi di Stevens Point aveva sempre condotto anche bizzarri esperimenti sul campo (esperimenti di cui i partecipanti non sanno di fare parte), scoprendo che i risultati «da laboratorio» non sempre valgono nel mondo reale (gli economisti sono noti per il loro amore per le dimostrazioni teoriche, da cui la vecchia battuta: «Ok, in pratica funziona, ma in teoria?»).Read more at location 1963
Note: ESP. DA LABORATORIO ED ESP. SUL CAMPO Edit
un esperimento economico, che si svolgeva così: un cliente avrebbe dichiarato quanto era disposto a pagare per una singola carta, scegliendo un prezzo tra cinque stabiliti da List, da un minimo di 4 a un massimo di 50 dollari. Poi l’espositore avrebbe consegnato al cliente una carta che secondo lui rientrava nella fascia di prezzo offerta.Read more at location 1969
Note: CARTE DA BASEBALL Edit
se si fossero convinti che i venditori stavano barando, potevano semplicemente offrire il minimo a ogni turno. Come andarono le cose? Mediamente, i clienti fecero offerte discretamente elevate e i venditori offrirono carte di valore adeguato.Read more at location 1975
Note: ESITO Edit
La cosa non sorprese List: aveva semplicemente dimostrato che i risultati ottenuti in laboratorio con gli studenti potevano essere ottenuti anche nel mondo reale con appassionatiRead more at location 1978
Poi eseguì un esperimento diverso, «sul campo» della mostra mercato. Selezionò nuovamente dei clienti a caso ma questa volta chiese loro di contattare i venditori presso i rispettivi stand, e i rivenditori non sapevano di essere sotto osservazione.Read more at location 1981
Note: CANDID CAMERA Edit
Come andarono le cose? Diversamente dal comportamento virtuoso tenuto nella stanza, i venditori truffarono regolarmente gli acquirenti,Read more at location 1984
Note: ESITO Edit
i venditori che venivano da fuori città baravano più spesso di quelli del posto, il che aveva senso. Un venditore del posto si preoccupava maggiormente di difendere la propria reputazione.Read more at location 1987
Note: FUORI CITTÀ Edit
List si domandò così se la «fiducia» e la «correttezza» a cui aveva assistito nella stanza non fossero in realtà nulla di tutto ciò.Read more at location 1990
Note: FIDUCIA Edit
Nonostante tutte le prove a favore dell’esistenza dei comportamenti altruistici raccolte dai suoi colleghi e dai suoi maestri, List restava scettico.Read more at location 1992
Note: SCETTICISMO Edit
Dictator e da altri esperimenti di laboratorio. Certo, si trattava di esperimenti che avevano incontrato una generale approvazione e che avevano anche vinto un premio Nobel, ma più List ci pensava e più si domandava se non fossero semplicemente, come dire... sbagliati.Read more at location 2005
Note: LIST SU DICTATOR Edit
Come arma da campo scelse Dictator, lo strumento più diffuso alla base di questa credenza, ma con alcune modifiche. Sarebbe stato necessario reclutare un bel po’ di volontari tra gli studenti e condurre alcune versioni dell’esperimento leggermente diverse.Read more at location 2018
Note: DICTATOR VARIATO Edit
Nella seconda versione del gioco, List specificò ad Annika un’altra opzione: poteva ancora dare a Zelda qualsiasi cifra ma, se avesse preferito, poteva anche sottrarle un dollaro. Se i «dittatori» fossero totalmente altruisti, questa variante del gioco sarebbe irrilevante e interesserebbe solo persone che con la prima versione non avrebbero dato nulla.Read more at location 2023
Note: SECONDA VERSIONE Edit
Nella terza versione, ad Annika fu detto che Zelda aveva ricevuto la stessa somma e che lei aveva la possibilità di portargliela via tutta.Read more at location 2030
La quarta e ultima variante dell’esperimento di List era identica alla terza – il dittatore poteva rubare tutti i soldi dell’altro giocatore – ma con una semplice differenza: invece di vedersi affidare del denaro per il gioco, com’era la norma in questo tipo di esperimenti ideali, all’inizio Annika e Zelda avrebbero dovuto lavorare per procurarseloRead more at location 2034
Note: QUARTA VERSIONE Edit
Che cosa aveva fatto List e che cosa voleva dire? Aveva ribaltato un luogo comune sull’altruismo introducendo elementi di novità in un esperimento, in modo da farlo assomigliare maggiormente al mondo reale.Read more at location 2040
Note: RIBALTAMENTO Edit
Se nell’esperimento l’unica opzione a disposizione è donare denaro, probabilmente qualcuno lo farà. Ma nel mondo reale raramente questa è l’unica opzione possibile.Read more at location 2042
Note: OPZ DISPONIBILI Edit
quando un individuo si ritrova in possesso di denaro guadagnato onestamente ed è convinto che lo stesso vale per un’altra persona, non è motivato a donareRead more at location 2044
Note: GUADAGNATO ONESTAMENTE Edit
sembra chiaro che la maggior parte delle persone hanno frainteso i loro dati», sostiene List. «Secondo me questi esperimenti hanno messo il dito nella piaga: ciò che vediamo in azione non è certo altruismo.»Read more at location 2047
Note: ALTRUISMO CONFUSO Edit
non appena i suoi risultati cominciarono a trapelare, da un giorno all’altro diventò – per dirla con le sue parole – «il più odiato del settore».Read more at location 2050
Note: IL PIÙ ODIATO Edit
Prendiamo in considerazione alcuni degli elementi che rendono improbabili i risultati degli esperimenti. Il primo è un vizio di selezione.Read more at location 2052
Note: SELECTION BIAS Edit
Torniamo per un attimo a quanto possono essere ingannevoli le «pagelle» dei medici. Con ogni probabilità, il miglior cardiologo in circolazione attira i pazienti più malati e disperati e se l’unico criterio è il tasso di mortalità,Read more at location 2053
Note: PAGELLE DEI MEDICI Edit
Analogamente, chi partecipa da volontario a Dictator, non sarà per caso più volonteroso e disposto a collaborare della media? È realistico pensare di sì.Read more at location 2056
Note: VOLONTARI VOLENTRROSI Edit
questo tipo di volontario tende a essere una sorta di «benefattore scientifico» che «tipicamente [...] evidenzia un bisogno di approvazione maggiore e un grado di autoritarismo minore rispetto ai non volontari».Read more at location 2059
Note: BRNEFATTORE SCIENTIFICO Edit
prese nota dei venditori che rifiutarono di partecipare.Read more at location 2062
Note: IL VOLONTARIO Edit
notò che quelli che prima avevano rifiutato di partecipare erano, mediamente, quelli che truffavano di più.Read more at location 2063
Un altro fattore inquinante degli esperimenti è il momento dell’osservazione. Quando uno scienziato introduce in laboratorio un frammento di uranio o una colonia batterica, l’oggetto dell’esperimento non cambierà il proprio comportamento solo perché osservato da qualcuno con un camice bianco.Read more at location 2064
Note: UN SOGGETTO OSSERVATO Edit
Qualcuno di voi passerebbe con il rosso in presenza di un’auto della polizia? Probabilmente no.Read more at location 2067
la psicologa Melissa Bateson ha condotto un esperimento in incognito nei pressi della macchinetta del caffè del suo dipartimento. La regola era che i docenti pagavano il caffè e altre bevande lasciando le monete in una «scatoletta della fiducia». Ogni settimana Bateson affiggeva un nuovo tariffario: i prezzi non cambiavano mai, quello che cambiava era la piccola fotografia in cima. Una settimana era un’immagine floreale, l’altra due occhi umani. Quando c’erano gli occhi a «osservare» i docenti, i suoi colleghi depositavano quasi il triplo nella scatoletta.Read more at location 2070
Note: MACCHINETTA DRL CAFFÈ Edit
vi verrà da sorridere all’idea che un uccello si lasci intimorire da uno stupido spaventapasseri,Read more at location 2074
Note: SPAVENTAPASSERI Edit
Oltre alle obiezioni sull’osservazione e sulla selezione, occorre considerare anche un altro fattore. Il comportamento umano è influenzato da un insieme estremamente complesso di incentivi, norme sociali, contesti di riferimento e da ciò che è stato insegnato dalle esperienze passate.Read more at location 2083
Note: CONVENZIONI Edit
un contesto di laboratorio è inevitabilmente artificiale.Read more at location 2087
Note: CONTESTO ARTIFICIALE Edit
«l’entusiasta disponibilità ad assecondare in ogni modo lo sperimentatore, riferendogli le cose che è più desideroso di trovare».Read more at location 2089
Note: ASSECONDARE Edit
L’argomento di Orne è stato confermato in maniera decisamente spettacolare da almeno due esperimenti di laboratorio tristemente famosi. In uno studio del 1961-62, commissionato per cercare di capire perché gli ufficiali nazisti avessero obbedito agli ordini disumani dei loro superiori, lo psicologo di Yale Stanley Milgram fece sì che i volontari seguissero le sue istruzioni,Read more at location 2093
Note: MILGRAM Edit
Nel 1971, lo psicologo di Stanford Philip Zimbardo condusse un esperimento in cui alcuni volontari avevano il ruolo di guardie carcerarie e altri quello di reclusi. A un certo punto, le guardie cominciarono a tenere comportamenti talmente sadici che Zimbardo dovette interrompere l’esperimento.Read more at location 2096
Note: ZIMBARDO Edit
Se pensiamo a quello che Milgram e Zimbardo hanno chiesto e ottenuto dai volontari nei loro esperimenti, non c’è da meravigliarsi se gli illustri ricercatori che si sono affidati a Dictator, con l’obiettivo assolutamente innocuo di trasferire pochi dollari da uno studente all’altro, riuscissero – come afferma List – «a indurre qualsiasi grado di generosità desiderassero».Read more at location 2099
Note: CONCLUSIONI Edit
Gli abitanti degli USA sono con ogni probabilità i primi del mondo per donazioni di beneficenza pro capite ma la legge fiscale del loro Paese è tra le più generose nel riconoscere la deducibilità di queste donazioni.Read more at location 2104
Note: BENEFICIENZA E DETRAZIONI Edit
Prendiamo per esempio i mendicanti. Gary Becker ha scritto che la maggior parte delle persone che danno loro denaro lo fanno solo perché «il loro aspetto sgradevole o le richieste insistenti li mettono a disagio o li fanno sentire in colpa».Read more at location 2108
Note: MENDICANTI. SENTIRSI IN COLPA Edit
E che cosa possiamo dire della politica USA sulla donazione degli organi, che si basa sulla convinzione che sarà l’altruismo a soddisfare la domanda? Come ha funzionato fino a oggi? Non molto bene.Read more at location 2111
Note: TORNIAMO AO RENI Edit
Se la risposta al problema fosse l’altruismo la domanda di reni verrebbe soddisfatta da un’offerta adeguata di donatori, ma le cose non stanno così. Il che ha indotto alcune persone, tra cui – e non ci stupisce – Gary Becker, a richiedere un mercato regolamentato degli organi umani, in cui chi rinuncia a un organo viene rimborsato con una somma di denaro, una borsa di studio, una riduzione fiscale o in qualche altra forma.Read more at location 2116
Note: MERCATO Edit
ricordiamoci anche che l’Iran ha messo in atto una simile regolamentazione ormai 30 anni fa e anche se si tratta di un mercato non esente da difetti, chiunque in quel Paese necessiti di un trapianto di reni non finisce in una lista d’attesa:Read more at location 2119
Note: IRAN Edit
Le persone non sono «buone» o «cattive». Le persone sono persone e reagiscono agli incentivi. Quasi sempre possono essere manipolate – nel bene o nel male – se solo si individuano le motivazioni giuste.Read more at location 2124
Note: INCENTIVI Edit
Non capita spesso che un paio di anonimi giornalisti mettano le mani su una storia che detterà l’agenda all’opinione pubblica per i decenni a venire su un argomento delicato come l’indifferenza urbana. Quindi loro erano sicuramente motivati a raccontarla. Ma era vera? La persona migliore per rispondere a questa domanda è forse Joseph De May Jr., un avvocatoRead more at location 2151
Note: GENOVESE. TUTTO VERO? Edit
Raccogliendo vecchie foto e ritagli di giornale, cominciò a trovare incongruenze nella storia ufficiale del caso.Read more at location 2163
Note: INCONGRUENZE Edit
Secondo De May, le cose andarono più verosimilmente così: la prima aggressione ebbe luogo intorno alle 3.20 del mattino, quando quasi tutti dormivano. Genovese gridò chiedendo aiuto quando Moseley la pugnalò alla schiena. Questo risvegliò alcuni inquilini del Mowbray, che accorsero alla finestra. Il marciapiede non era ben illuminato e poteva forse essere difficile capire cosa stesse succedendo. Come Moseley testimoniò in seguito: «Era tardi ed ero certo che nessuno potesse vedere bene dalle finestre». Quello che con ogni probabilità, a quel punto, si sarebbe visto era un uomo in piedi su una donna a terra. Almeno un inquilino del Mowbray urlò: «Lasciala stare!» il che spinse Moseley a scappare verso l’auto, che aveva parcheggiato a meno di un isolato. «Avevo capito che si era rialzata e che non era morta», testimoniò Moseley. Si spostò in retromarcia portando l’auto in fondo alla strada, in modo che non si vedesse la targa. Genovese riuscì lentamente a raggiungere il retro del palazzo, e l’ingresso del suo appartamento. Ma non ce la fece, crollando sul pianerottolo di un appartamento confinante. Circa 10 minuti dopo la prima aggressione, Moseley fece ritorno. Non è chiaro come abbia fatto a identificarla, al buio. Forse seguì le tracce di sangue. L’aggredì di nuovo, sul pianerottolo, poi scappò definitivamente.Read more at location 2168
Note: RESOCONTO Edit
La prima aggressione, dunque, che fu breve, ebbe luogo nel cuore della notte su un marciapiede buio. E la seconda non molto dopo, in un pianerottolo isolato, lontano dalla vista di chiunque potesse eventualmente avere assistito alla prima.Read more at location 2182
Note: VERITÀ Edit
«Papà chiamò la polizia, nel caso fosse ferita gravemente e avesse bisogno di un medico», ricorda Hoffman.Read more at location 2198
Note: POLIZIA CHIAMATA Edit
Hoffman è convinto che la polizia reagì lentamente perché la scena che il padre aveva descritto al telefono più che a un omicidio assomigliava a un litigio famigliare ormai concluso.Read more at location 2204
Note: OMICIDIO LITIGIO Edit
La polizia ammise che qualcuno aveva telefonato dopo la seconda aggressione, sul pianerottolo, e che arrivarono poco dopo, ma Hoffman è convinto che sia stato in seguito alla telefonata del padre.Read more at location 2208

venerdì 8 luglio 2016

Quanta scienza c'è nell'economia?

Il fatto è che gli economisti sono scienziati di prim'ordine. E' la materia che studiano che si presta poco al metodo scientifico.

Cosmopolitismo e tribalismo

Supponi che il Veneto, una regione del tuo paese ma in cui non vivi e che non visiterai mai, decida con una legge democraticamente approvata  di mettere in orfanatrofio i figli delle coppie non sposate.
Parlo di strutture dove siano previste anche pene corporali per i ragazzi.
Gente cresciuta con traumi del genere potrebbe darsi al crimine e venire a disturbare anche te, questo è vero.
Ma supponiamo anche che uno spiacevole effetto collaterale di questo genere si possa escludere, scommetto che la cosa in sé non basterebbe a tranquillizzarti.
Il solo sapere che in Veneto si dà corso a certe pratiche sarebbe per te “inaccettabile”. Una mera sensazione di disgusto ti farebbe dissentire. Eppure tu non sei coinvolto in alcuna maniera?
Lo stesso potrebbe valere se il Veneto – con una legge che riflette la volontà popolare – consentisse o rendesse obbligatoria l’ infibulazione delle figlie femmine.
Anche qui c’ è qualcosa di fortemente disturbante, anche se non parliamo delle nostre figlie, anche se quelle figlie saranno donne che accetteranno questa pratica e la riperpetueranno sulle loro figlie.
Ma cosa ci disturba?
Tesi: il nostro istinto tribale.
Un istinto tribale che scatena la nostra voglia di  proselitismo. Vogliamo “esportare” i nostri valori (siano essi di libertà, di democrazia ecc.). Vogliamo conquistare e indottrinare il nostro prossimo. Salvarlo. E’ più forte di noi, più forte del nostro egoismo.
C’è qualcosa di irrazionale (il disgusto) che ci lega indissolubilmente alla nostra comunità, anche a quella più ampia. E’ un residuo di tribalismo che ci fa condannare le impurità, anche quando non ci toccano direttamente.
Puo’ darsi infatti che in noi ci sia qualcosa di innato che ci lega al gruppo di appartenenza. D’altronde tutte le organizzazioni umane di un qualche successo condividono ideali astratti che vanno al di là dei singoli egoismi, fanno appello ad un’identificazione irrazionale nella missione del gruppo.
Ecco, la coesione sociale è l’amalgama di questo istinto, l’aspettativa che certe credenze siano condivise da tutti, anche se qualora non fosse così la cosa non mi toccherebbe più di tanto.
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Riconoscere questo aspetto della personalità umana ci fa comprendere meglio gli altri.
Ci fa capire concetti come “disgusto”, “proselitismo”, “purezza”, “rito”, “conquista”. Si tratta di concetti che talvolta noi annettiamo ad una mentalità arretrata e tribale. Non è vero, sono concetti che appartengono alla natura umana, e quindi anche a noi.
Anche nel “cosmopolita” la tribù fa sentire il suo richiamo. Anzi, poiché il cosmopolita si crede inserito in una tribù particolarmente estesa, i danni che puo’ fare sono ingenti. Molto maggiori di quelli che potrebbe fare una famiglia o un clan.