martedì 8 settembre 2009

La vecchiaia non è un picnic

Philip Roth è un ottimo scrittore. Anche se non ha ancora vinto il Nobel, si puo' stare tranquilli: è americano!

Questa estate ho scelto la sua compagnia intrattenendomi con un piccolo capolavoro forgiato nella sua operosa officina, "Patrimonio".

Il soggetto è, come al solito, un evento biografico. C' è un Padre da accompagnare lungo l' ultimo anno di vita concessogli dal cancro che, partendo dal cervello, ha già cominciato a divorarlo. Ci sono parole consolatorie che devi pronunciare al genitore mentre ti scopri incapace di crederle.

E c' è anche una dentiera dimenticata sulla poltrona da spostare: ecco, Roth nel suo libro racconta l' umidore che s' irradia dal palmo del figlio mentre la ripone in un bicchiere di fortuna.

Come capita in questi casi, ci si sveglia un mattino e l' uomo che il giorno prima assomigliava così tanto a lui non gli somiglia più: metà del suo viso se n' è andata per conto suo, non è più quella. Piccoli ictus hanno cominciato il loro singolare e grottesco lavorio notturno.

La bocca è storta e parla come fosse appena fuggita dalle grinfie di un dentista.
Mangiare è causa di frustrazione mascherata. Quel che non riesce a nascondere è il residuo di cibo che staziona a sua insaputa sul mento mentre ti guarda tra un boccone e l' altro.

E ora, che ne faremo di questo vecchietto?

Non fa più paura a nessuno quel vecchio leone in disarmo con le orecchie stiracchiate quasi fossero caramelle mou e il viso che gli regala la pappagorgia di famiglia afflosciandosi sempre più sulle ossa facciali.

Stringere le radiografie di quel cranio tra le mani... che esperienza! E' il suo cervello! Il cervello che lo faceva dormire ai concerti giudicati poi "bellissimi" al risveglio tra gli applausi. Quel cervello che lo faceva pensare in modo tanto brusco, che lo faceva parlare in modo tanto enfatico e primitivo, che lo faceva combattere ottusamente ogni punto di vista che si discostasse anche di poco dai suoi trionfanti pregiudizi.

Un modo insopportabile, specie per un figlio che ha fatto la metà della metà di lui e studiato il doppio del doppio.

E' il miracoloso cervello che nella prole spargeva tanta preoccupazione e frustrazione ai tempi della sua onnipotenza; il cervello che animava una tale ansiosa dispotica tirannia in grado di spegnere mestamente, al solo contatto, ogni vivace indipendenza in fieri.

Un cervello che si appresta ora ad ingolfarsi causa "grande massa neo plastica localizzata in zona parietale". E' una meraviglia che tanta vita vissuta e fatta vivere potè uscire da quel "coso". D' altronde la volontà di Dio eruppe da un roveto ardente e, in modo non meno miracoloso, quella del Padre scaturì da lì.

Vecchio, vedovo e con un cancrone nel cervello... che fare? Una strana pigrizia pre-mortuaria avvolge la vittima predestinata. Si consumano ancora dei pasti, ovvio. Ma ci si limita a qualche wurstel bollito o a fagioli in scatola.

Nonostante la solida situazione finanziaria non si esce nemmeno a comprare il giornale: si aspetta tutto il giorno di riceverne una copia da qualcuno nel condominio.

Vestiario: si comincia a tirar via su cio' che agli altri non è visibile; pigiama, fazzoletti, mutande, calzini: sembrano attendere una moglie che li sistemi.

Poca voglia di parlare. Qualche crocchio sul pianerottolo dove il vicino racconta del cognato, un tale con un tumore del tutto simile: gli hanno fatto le radiazione ed è andato via.

Solo il portinaio riesce a rianimarlo: ce l' hai da dieci anni, il ritmo è tanto lento che ce l' avrai per altri dieci, sono ben altre le bestiacce ti fotteranno. E lui che rintraccia ogni parente per elencare con autentica gioia i potenziali assassini alternativi.

La vecchiaia non è un picnic, e scopri solo oggi quel misto patetico di sfida e rassegnazione dissimulata che i figli scambiano per onnipotenza castrante.

Onnipotenza? Il ricordo del rifiuto grezzo con cui ti rovinava la vita impedendoti di uscire la sera, oggi lo riconosci, ne cogli la disperazione di fondo e ti commuove: è lo stesso con cui allontana da sè la croce del catetere.

Roth è talmente cristallino nella sua prosa che tutti lo capiscono. Ma se tuo padre non è stato uno stinco di santo, lo capisci ancora meglio.

E ho in mente quei Padri criticabili che non riesci fisicamente a criticare: e a 58 anni è difficile come a 18, come a 8. Che persino oggi sanno disseccare i virgulti intorno a loro con incazzature degne di chi ha davanti una vita intera. Sono casi in cui è molto più semplice uccidere che criticare.

Che pacchia, pensi, quando a sopravvivere è la mamma! Per lui non c' era nulla della mamma che andava bene, doveva rassegnarsi all' inevitabile: sarebbe diventato il boss della mamma come di tutti gli altri; anche se la mamma non aveva affatto bisogno di un boss, anche se nessuno in famiglia aveva più bisogno di un boss.

Il bisognoso era lui, anche all' acme del vigore aveva sempre impellente necessità di un partner placido, bonario e paziente a cui correggere continuamente i difetti.

La mamma non era in grado di opporsi; incitata pronunciava mentalmente la solita solfa: "come faccio a fargli una scenata... lui non è come me... non la sopporterebbe... andrebbe a pezzi...". Quando il sacro terrore di mandare a pezzi qualcosa invasa chi hai al tuo fianco, puoi permetterti un vitalismo oggi irreperibile.

Lo senti sbraitare verso la zia che apre la scatola di fagioli senza mantenerla ferma, è sinceramente stizzito... ma possibile che non capisca... che non la tenga dal basso... che sia così tonta... ma come si fa... lui gliel' ha detto mille volte?! Ascolti dall' altra stanza: "sei sull' orlo della catastrofe, vecchio scemo, fai solo passi piccolissimi per non cadere e allarghi le braccia per tenerti alle pareti del corridoio, lascia che apra quella scatola come cazzo vuole".

Poi, un bel giorno, un Padre così si smerda. E tu devi pulire. Lo trovi piagnucolante in bagno, gli fai una doccia e lo metti a letto. Operazioni durante le quali è riuscito a spargere merda ovunque. E tu devi pulire senza capire bene da dove cominciare.

Si pulisce la merda del proprio padre perchè va pulita: una volta sfuggita la nausea, ignorato il disgusto e dominate quelle fobie che hanno raggiunto la forza di un tabù, c' è ancora tantissima vita da accogliere dentro di se', c' è un intero Patrimonio nascosto da ereditare.

Morire è un lavoro e i nostri padri erano sia dei gran lavoratori che dei gran datori di lavoro.

***

Un padre ebreo che muore facendosi odiare a più non posso, dunque. Come gli ebrei traffichini nei campi di Maus. E quando l' odio cresce nel cuore insieme alla compassione, libera una fragranza che rinuncio fin da subito a descrivere perchè per essere all' altezza del compito ci vorrebbe molto più di un premio Nobel. Ci vorrebbe un bel Nobel americano.

lunedì 7 settembre 2009

Quando l' Apartheid funziona

Se in classe si creasse il gruppo dei "secchioni" affianco a quello degli "scansafatiche", e la cosa è molto probabile allorchè le provenienze degli alunni siano varie, il divario nei rendimenti sarebbe destinato ad accrescersi nel tempo. Non solo, chi finisse per sbaglio nel secondo gruppo, dopo poco meriterebbe di stare lì a pieno titolo. Il contrasto funziona come un' altalena: quando uno sale, l' altro scende; ma il saldo non è neutro: peggiorare è molto più facile. A questo punto è chiaro il motivo per cui bambini che frequentano scuole private o parrocchiali riescono così bene. Queste scuole si rivolgono ad una popolazione omogenea: i bambini che le frequentano provengono da ambienti in cui i genitori danno a queste cose un' importanza tale da essere disposti a pagare per l' istruzione dei figli. Inserite in queste scuole un piccolo numero di alunni che hanno una borsa di studio, e assumeranno i comportamenti dei loro compagni. Margaret Thatcher, ex primo ministro britannico, aveva frequentato, dopo aver vinto una borsa, una scuola privata di lusso. Omogeneità: è questo il motivo, per quanto paradossale possa sembrare, per il quale le femmine riescono meglio in matematica e scienze in scuole di sole femmine, e le Università che per tradizione ammettono solo neri, sfornano un numero incredibile di scienziati e matematici neri fra i più dotati del Paese.

La Harris risponde ai dubbi di una vecchia discussione: classi separate no; classi separate ed isolate sì.

Quando l' Apartheid funziona

Se in classe si creasse il gruppo dei "migliori" affianco a quello dei "peggiori", e la cosa è molto probabile allorchè le provenienze siano varie, il divario sarebbe destinato ad accrescersi nel tempo. Non solo, chi finirebbe per sbaglio nel secondo gruppo, dopo poco meriterebbe di stare lì a pieno titolo. Il contrasto funziona come un' altalena: quando uno sale, l' altro scende; ma il saldo non è neutro: peggiorare è molto più facile. A questo punto è chiaro il motivo per cui bambini che frequentano scuole private o parrocchiali riescono così bene. Queste scuole si rivolgono ad una popolazione omogenea: i bambini che le frequentano provengono da ambienti in cui i genitori danno a queste cose un' importanza tale da essere disposti a pagare per l' istruzione dei figli. Inserite in queste scuole un piccolo numero di alunni che hanno una borsa di studio, e assumeranno i comportamenti dei loro compagni. Margaret Thatcher, ex primo ministro britannico, aveva frequentato, dopo aver vinto una borsa, una scuola privata di lusso. Omogeneità: è questo il motivo, per uanto paradossale possa sembrare, per il quale le femmine riescono meglio in matematica e scienze in scuole di sole femmine, e le Università che per tradizione ammettono solo neri, sfornano un numero incredibile di scienziati e matematici neri fra i più dotati del Paese.

La Harris risponde ai dubbi di una vecchia discussione: classi separate no; classi isolate sì.

venerdì 4 settembre 2009

I danni dell' autostima

Secondo molti esperti, la stima di sè è la cosa più preziosa che un genitore possa dare ad un figlio. Forse costoro mettono il carro davanti ai buoi, non tengono conto del semplice principio che molti nostri sentimenti derivano da quello che facciamo anzichè esserne la causa. L' approccio promosso dai guru del "benessere spirituale" potrebbe avere addirittura un effetto negativo scoraggiando le persone al tentare di ritagliarsi una vita decente e incoraggiandole invece a fare di tutto per star bene con se stesse senza migliorarsi in nulla. Esiste addirittura una teoria che collega la violanza alla bassa autostima, ma la conclusione opposta sembra meglio confermata: la violenza deriva da un egotismo minacciato. Quando le capacità di chi gode di alta autostima vengono revocate in dubbio, scatta una reazione violenta. La violenza è una faccenda rischiosa, difficilmente attrae i pavidi sfiduciati. Guidare ubriachi e restare incinte senza volerlo, per esempio, è tipico di chi gode di ottima autostima. Lo sfiduciato resta in casa una vita torturandosi per non riuscire ad uscire e sparare a qualcuno, di solito finisce invece nello studio di qualche psichiatra, il quale, quasi sempre, intraprende la cura con un obiettivo preciso: fare in modo che il paziente smetta di biasimare se stesso per incolpare finalmente i genitori. Poichè spesso ha a che fare con depressi, la cosa è abbastanza facile, costoro rivangano l' infanzia mantenendo un' intonazione infelice e malinconica. E' così facile convincere persone del genere che la colpa di tanta tristezza sia di mamma e papa'.

botte agli antipatici

Gli studiosi della "socializzazione" sono chiamati a dimostrare quanto l' ambiente conti nella formazione di un bambino. Oggi sappiamo che conta all' incirca per la metà. Tuttavia, il compito di questi studiosi non si limita a dimostrare che l' ambiente ha degli effetti sui bambini ma che quei particolari aspetti dell' ambiente a cui s' interessano - in particolare i metodi educativi dei genitori nell' allevare i figli - hanno effetti su di essi. A mio parere non l' hanno dimostrato. Una conclusione canonica afferma che il bambino coccolato ha maggiori possibilità di risultare simpatico, mentre quelli picchiati hanno maggiori possibilità di risultare sgradevoli. Basta rovesciare questa affermazione per ottenerne una altrettanto plausibile: i bambini simpatici sono dei candidati ideali alle coccole, i bambini sgradevoli verranno picchiati più spesso. Sono le carezze a causare la simpatia o è la simpatia a stimolare le carezze? Sono le punizioni a rendere antipatici i bambini o è più probabile che i genitori perdano la pazienza con figli antipatici? Nel tipico studio sulla socializzazione non vi è modo di distinguere.

giovedì 3 settembre 2009

Curarsi con i piedi

Dalla scuola alla sanità, il problema è sempre lo stesso: come assegnare i fondi pubblici quando si vogliono premiare i meritevoli.

L' ideale sarebbe un bel voucher da mettere nelle mani dei bisognosi, e che vadano dove vogliono. Ma molti contestano. Almeno per la scuola si ritiene che i genitori non abbiano la minima idea di quale sia il bene dei figli, meglio escluderli. Fortunantamente in materia sanitaria la mentalità è più aperta, sebbene non si arrivi ancora a concepire i buoni, si è più disposti a far pesare l' opinione dell' interessato nella valutazione finale.

Superato un ostacolo, ecco presentarsi il successivo.

Alcuni dicono di preferire il medico X al medico Y, ma poi, quando si ammalano, corrono a farsi curare da Y. Tutti noi interpretiamo in modo unanime un fenomeno del genere: le azioni valgono più delle parole.

E allora: a parole (sondaggi d' opinione) la Sanità dell' Emilia Romagna vince di misura su quella lombarda. Nei fatti (mobilità sanitaria) la seconda predomina alla grande.

Bottom line: 1) il confronto Emilia/Lombardia conta: il modello lombardo punta sul privato 2) esiste un indicatore migliore della mobilità sanitaria? 3) dati: la fonte è il rapporto 2008 di Osservasalute così come citato sul cdr di oggi.

Innanzitutto, decidere il nemico

Israel è spaventato, teme l' avvento di una nuova tecnocrazia: 1) la fede nella razionalità dei mercati e 2) una sempre più diffusa mentalità scientista sarebbero gli apripista di questa seria minaccia.

Israel argomenta in modo convincente, ma deve decidersi a quale paura abbandonarsi visto che le due menzionate non possono convivere: EMH è infatti l' antidoto migliore contro la "tecnocrazia".

Sono gli esempi che lui stesso porta a rivelarlo con chiarezza, prendiamo il caso LTCM.

La società d' investimenti mobiliari LTCM è fallita nel 1998. I suoi gestori pensavano di avere tra le mani la formula "scientifica" per arricchirsi sui mercati finanziari. Tutto cio' è il preoccupante sintomo di una mutazione scientista della società? Direi di no: LTCM era solo un operatore del mercato in concorrenza con altri, e il fatto stesso che un mercato continuasse ad esistere costituiva la migliore gatranzia contro pretese tecnocratiche.

Detto cio', è ben difficile capire come la paura dello scientismo si saldi con la paura del mercato visto che il mercato è proprio uno scudo contro lo scientismo.

Altra confusione: come puo' il fallimento di un mercato (la grande crisi) essere interpretato come prova della sua inefficienza? EMH (Efficiency Market Hypotesis) dice qualcosa di ben diverso e non garantisce certo la libera economia da crisi e fallimenti.

Detto questo, qualcuno potrebbe sospettare che EMH non sia falsificabile. Al contrario, è falsificabilissima: basta portare un algoritmo attraverso il quale fare soldi sicuri in borsa (battere il mercato) e l' ipotesi della razionalità crolla.

Ma quarda un po' che caso! E' proprio l' esistenza di una classica "formula" che Israel classificherebbe come "scientista", paura 1, a distruggere l' ipotesi della razionalità dei mercati, paura 2!

Falkenstein esprime in modo superbo questi concetti e le frequenti confusioni che generano. Ancora una volta: attaccare il mercato concorrenziale equivale ad aprire le porte ai tecnocrati e ai loro monopolistici algoritmi. In conclusione, le accuse contro razionalità dei mercati e scientismo possono essere sostenute con buoni argomenti, purchè si eviti accuratamente di formularle insieme!

mercoledì 2 settembre 2009

Numero Uno

Ictus

... guardandosi allo specchio del bagno vide che metà del suo viso non era più suo. L' uomo che il giorno prima assomigliava a lui ora non somigliava più a nessuno... provò a dirsi che forse aveva dormito in posizione sbagliata, che la pelle era così perchè si era corrugata nel sonno... ma quello che pensava era di aver avuto un ictus...

Brufoli soto la lente

... è difficile immaginare un essere più cretino, più aggressivo, più insopportabile e odioso di un preadolescente, soprattutto quando è in compagnia di altri maschi della sua età. Il preadolescente è un mostro e un imbecille, il suo conformismo è incredibile; il preadolescente è la cristallizzazione malefica di cio' che c' è di peggio nell' uomo. Come si puo', allora, mettere in dubbio che la sessualità sia una forza assolutamente maligna?

lunedì 31 agosto 2009

Vite straordinarie


Una vita da onesto faticatore e indagatore della realtà.
E un altro capitolo di un immaginario "Vite straordinarie".

Il suo libro più importante:
The True Believer. Thoughts on the Nature of Mass Movements
Thomas Sowell ricorda Eric Hoffer.
Eric Hoffer su wikipedia

It is my impression that no one really likes the new. We are afraid of it. It is not only as Dostoyevsky put it that “taking a new step, uttering a new word is what people fear most.” Even in slight things the experience of the new is rarely without some stirring of foreboding. In the case of drastic change the uneasiness is of course deeper and more lasting. We can never be really prepared for that which is wholly new. We have to adjust ourselves, and every radical adjustment is a crisis in self-esteem: We undergo a test; we have to prove ourselves. It needs inordinate self-confidence to face drastic change without inner trembling.

sabato 22 agosto 2009

Per una teologia "benestante"

Da non molto il magistero pontificio ha smesso di esigere la sottomissione della moglie al marito (imperativo esposto a chiare lettere nella Scittura e poi ininterrottamente sostenuto nell' insegnamento).

Bene, dei capovolgimenti interpretativi sono dunque possibili. Cio' significa anche che una Verità assoluta puo' essere comunicata con messaggi che variano nel tempo.

***

"... la dottrina sociale della chiesa assume un atteggiasmento critico nei confronti sia del capitalismo liberista che del collettivismo marxista..." (Sollecitudo Rei Socialis)

Spero che presto anche insegnamenti come quello qui sopra possano essere rivisti. La cosa non è facile poichè sembrano uno sbocco naturale a chi legge i Vangeli.

Attenendosi ai testi sembra infatti che essi impongano in forma pregiudiziale di rinunciare alla ricchezza e al mondo terreno. Sembra che i Vangeli esigano di cercare la mortificazione (prendere la croce), di rinunciare ai diritti (porgere l' altra guancia), di fuggire la ricchezza (guai ai ricchi), non la povertà (beati i poveri). Molti cristiani amano quaesta visione con parecchi aut aut.

La ricchezza è dunque malvista, e non mi riferisco solo alla provenienza o all' utilizzo. A quando una svolta?

Un' alternativa è infatti possibile. Gli espropri subiti durante il Risorgimento hanno sensibilizzato la Chiesa nei confronti del diritto di proprietà; GPII, nella centesimus annus, ha tessuto un inatteso elogio dell' imprenditore; ma si puo' procedere oltre su questa strada?

Di seguito imposto la rotta per circumnavigare i 4 principali scogli che s' incontrano leggendo le Scritture.

1. "Beati i poveri", "Guai ai ricchi" - (Lc 6,20; Lc 6,24 - Mt 5,4-12)

Luca sembra categorico. Ma ricordiamoci che nella Bibbia si parla di "poveri" e "indigenti" per indicare coloro (Israele) che subiscono la dura oppressione dallo straniero. Si indica quindi il popolo di Dio in ambasce, non una categoria sociologica. Per Matteo poi, è ancora più facile: ci si riferisce ai "poveri in spirito", ovvero agli umili.

2. "Non accumulate tesori sulla terra...", "vendete e date in elemosina...", "E' più facile per un cammello..."; "Non potete seguire Dio e mammona..." (Mt 6,19; Lc 12,13-21; Lc 18,25)

Non si tratta di insegnamenti sapienziali, bensì profetici: la fine è prossima, investite oculatamente. seguire Gesù comporta rischi di persecuzione materiale: sistemate i vostri averi nel migliore dei modi.

3. "Va', vendi cio' che possiedi e dallo ai poveri...". (Mt 19,21; Mt )

Gesù usa un' iperbole. Tipo: se la tua mano ti dà scandalo, tagliala.

4. La messa in comune dei beni nelle prime comunità cristiane (Atti 2,42-47; 4,32-35; 5,12-16).

Innanzitutto, mettere in comune le proprie ricchezze non significa farsi poveri. Poi, la realtà descritta in Atti non è la realtà storica. In terzo luogo trattasi di insegnamento profetico e non sapienziale: bisognava convogliare l' attenzione sull' eschaton e sui compiti terreni relativi a questa imminenza. Anche guadagnare l' ammirazione degli ellenisti contava.

giovedì 20 agosto 2009

Groenlandia

Se le risorse energetiche della Groenlandia fossero sfruttabili, da sole costituirebbero un quarto del totale disponibile nel nostro pianeta. Altro che picco del petrolio. Non ci credi? Allora ascolta la seconda parte di questa trasmissione.

Già, se solo fossero sfruttabili... purtroppo il ghiaccio laggiù è talmente spesso che... Ma fortunatamente tra poco lo saranno. E il mondo, per questo dono del Signore, deve ringraziare il riscaldamento globale. Nel frattempo i Groenlandesi, anche in vista del roseo futro, hanno avviato le pratiche per una secessione morbida dalla Danimarca.

L' effetto serra non ha dunque solo effetti negativi. Dubbi sulla convenienza a prevenirlo potrebbero sorgere.

Ipotizzando calcoli utilitaristici troppo complicati ed incerti, si potrebbe seguire una via etica: cos' hanno i groenlandesi di diverso dai maghrebini? Per i primi, infatti, il riscaldamento è una manna, per i secondi rappresenta un duplice rischio: desertificazione + concorrenza nella fornitura di gas naturali. E perchè mai il mondo dovrebbe mobilitarsi per salvare i secondi condannando i primi? Forse per motivazioni etiche?

Per dirlo urge una teoria etica sul riscaldamento globale. E un liberale sul punto potrebbe andare in crisi. La più coerente in cui mi sono imbattuto è quella di Robert Smith, è anche abbastanza sorprendente da meritarsi un post, cerco di renderla svolgendo alcune considerazioni:

  1. Il riscaldamento globale molto probabilmente è antropogenico. Ma se io smetto d' inquinare nessuno ne trae beneficio, la mia incidenza sul totale è nulla.
  2. Poichè inquinando non danneggio nessuno e nemmeno ho l' intenzione di farlo, la mia azione non può essere considerata eticamente riprovevole.
  3. Certo, se intere nazioni cessassero le loro emissioni inquinanti, l' effetto sarebbe ben visibile. Ma cio' significa forse che tali nazioni mantengono un comportamento colpevole e debbano quindi mutare la loro condotta?
  4. Per un liberale lo Stato è costituito dagli individui che lo compongono, non è un soggetto a se stante. Domanda: ma una "collezione" di individui innocenti potrà mai costituire un soggetto colpevole? Evidentemente no.
  5. L' inquinamento che causa l' effetto serra, in un' ottica liberale, non è dunque un atto eticamente riprovevole: 1) i soggetti che lo realizzano di fatto non danneggiano nessuno e 2) non è ad ogni modo posto in essere con l' intenzione di danneggiare.

mercoledì 19 agosto 2009

Rischio omeostatico

La mortalità in montagna rimane nel tempo pressochè la stessa. Eppure una volta l' equipaggiamento era molto più grezzo e la possibilità di ricevere soccorso in caso qualcosa andasse storto praticamente nulla. Perchè?

E' il rischio omeostatico, baby.

Circolare sulle nostre strade è abbastanza rischioso e questa rischiosità non sembra affatto intaccata dai numerosi ritrovati che nel tempo la tecnologia ci ha messo a disposizione per rendersci la vita più sicura, a cominciare dalla cintura di sicurezza. Il bello poi è che, quando qualcosa migliora per gli occupanti delle vetture, peggiora per ciclisti, pedoni e motociclisti. Perchè?

E' il rischio omeostatico, baby.

Sì, ma cos' è il rischio omeostatico?

La parola a Gerald Wilde: tutti noi abbiamo un "risk target" più o meno costante e in relazione a quello aggiustiamo i nostri comportamenti in funzione del contesto in cui ci ritroviamo ad operare.

Sam Peltzman è il maggior teorico del "rischio omeostatico". Nonchè il cervello più lucido nel dimostrare l' inefficienza di gran parte della regolamentazione in cui viviamo.

Il concetto di "rischio omeostatico" mi fa tornare alla mente quanto BXVI diceva su profilattici e AIDS.

P.S. il rischio omeostatico non spiega da solo le strane statistiche di cui sopra, ma concorre insieme al cosiddetto "selective recruitment": se una misura di sicurezza viene imposta, verrà adottata prontamente in primo luogo da chi non ne ha affatto bisogno.

L' acrostico dell' Onda Verde

Siete in coda sull' A8, l' Onda Verde resoconta tutto l' asfalto italiano... eppure neanche un accenno al vostro dramma! Perchè? No, non si tratta di una variante della "questione settentrionale" ma probabilmente di un problema legato al "principio di Heisenberg".

Lo sapevate infatti che per garantire il benessere sociale sulle strade le previsioni del traffico devono essere perlopiù vaghe e poco significative? A volte, per facilitare la circolazione, è necessario ricorrere persino a delle reticenze quando non a vere e proprie balle.

Il fatto è che parlando del traffico il "principio di Heisenberg" esiste eccome: se monitorate con puntiglio la situazione sulle strade riportandola fedelmente a dei viaggiatori diligenti, gli ingorghi probabilmente aumenteranno in modo drammatico.

Le simulazioni concordano: un' informazione meticolosa ed in tempo reale puo' essere benefica quando ad essa hanno accesso un buon numero di viaggiatori razionali. Puo' essere invece distruttiva quando l' accesso è garantito a tutti. "Self destroyng prognosis", ecco il virus che manda tutto in tilt. Riesco ad intuirne i motivi anche se rinuncio a seguirne la dimostrazione matematica.

Ed ecco allora la conclusione a sorpresa: il miglior modo di riportare le notizie sul traffico consiste quindi nell' essere vaghi, reticenti, omissivi, e nel fare in modo che gli automobilisti prendano le loro decisioni in assenza d' informazione completa.

"A che ora partire?", "che strada fare?", eccetera. L' Onda Verde deve evitare di risolvere questi dilemmi (altrimenti tutti risolveranno allo stesso modo e sarà il caos), deve invece operare per ridurre tutto ad un acrostico in stile "El Farol problem", in modo che i protagonisti potranno valorizzare al meglio un cervello evoluto appositamente per risolvere problemi del genere con buona pace di tutti.

martedì 18 agosto 2009

Braess: una bacchetta magica contro gli ingorghi

Come decongestionare il traffico nelle nostre città? Prblema arduo.

A volte la soluzione a problemi tanto intricati sta proprio "davanti al nostro naso". Basta esercitare un minimo di buon senso e il più è fatto.

Altre volte la soluzione, pur collocandosi altrettanto vicina, sembra meno visibile: diciamo che che sta proprio "dietro al nostro naso". In questo caso è preziosa una dote non molto diffusa: la passione per le controintuizioni.

Sarà per questo che negli anni '60 Jane Jacob affrontò con successo a New York il problema di cui sopra tentando di chiudere o di restringere un certo numero di arterie che davano su Time Square.

Fino ad allora ci si era affidati al buon senso tentando di allargare e rendere più funzionali le corsie che dovevano ospitare il transito delle auto. Fallimento su tutta la linea.

Ma com' è possibile che restringere gli spazi destinati al traffico ne favorisca la fluidità?

In fondo capirlo non è poi cos' difficile, basta pensare a come reagisce la domanda di un bene in presenza di una contrazione nella sua produzione.

La cosa sconvolgente è piuttosto un' altra: eliminare alcune strade puo' decongestionare il traffico anche a "domanda costante"! Ovvero, anche a parità di veicoli che utilizzano quella medesima rete stradale!

Una dimostrazione matematica dello strano fenomeno è stata data da Dietrich Braess.

Naturalmente il teorema di Braess funziona anche al contrario: l' aggiunta di una strada in un sistema di comunicazioni puo' creare ingorghi a parità di volume del traffico ospitato. Qualcuno sta pensando al Passante di Mestre?

venerdì 14 agosto 2009

La generosità dei violenti

Abbiamo sempre più bisogno di gente generosa in grado di pensare al bene sociale.

Per fortuna i "generosi" non mancano, anche se il loro lato più magnanimo esce allo scoperto solo quanto titilliamo la parte meno nobile e più violenta della loro personalità. Ma come possono convivere rissosità e generosità?

Lo sa bene Ernst Fehr che in laboratorio conduce esperimenti sulla generosità degli individui: quando si tratta di scegliere se condividere i propri beni, di solito l' egoismo predomina e non si combina niente. Ma quando viene data agli individui la possibilità di punire gli egoisti, la generosità trionfa. Attenzione: sia l' atto di punire che quello di condividere sono atti generosi (chi li conduce non incamera i frutti della propria azione). Eppure, l' atto violento, ha più probabilità di essere realizzato a parità di contenuto "altruista".

Lo sa bene chi vive nel traffico delle strade. Quando un tale ci taglia la strada, specie se siamo dei tipi violenti con il testosterone alle stelle, in noi agisce un impulso irrefrenabile ad inseguirlo, ad accostasrci, ad abbagliarlo, a farlo sentire in pericolo.

Ma perchè perdiamo tanto tempo e mettiamo a repentaglio la nostra sicurezza solo per dare una lezione a chi non rivedremo mai più? Un vero egoista razionale proseguirebbe tranquillo per la sua strada senza impicciarsi in affari che non lo riguardano. Probabilmente, i frutti della lezione che abbiamo impartito all' automobilista scorretto verranno colti da terzi sconosciuti. Un risultato che puo' far gola solo ad un "generoso".

E' sconcertante ma chiaro: chi, in questo caso nel traffico, ha un comportamento aggressivo e al limite della violenza, ha spesso anche il comportamento più oggettivamente generoso e socialmente desiderabile. Già, per avere più generosità spesso basta sviluppare le nostre attitudini alla rissa.

P.S. In altre parole, come dice Herbert Gintis: suona il tuo clacson se ami Darwin.
P.S. Altro consiglio darwiniano: per irrobustire i legami sociali, meglio puntare sui volontari delle ronde che su Madre Teresa di Calcutta.

Predire, spiegare, verificare, confutare.

io privilegio la lotta per avere dei contrappesi, tu privilegi il fatto che faccia bene
No Bronco non è questo il mio ragionamento...


eppure, in un conflitto tra tra centro (Governo federasle) e periferia (CI) guardi il merito (che bello!) e ti schieri con il centro. Io non guardo il merito e mi schiero a priori con la periferia.

Il potere "tirannico" (per usare la tua parola) in questo caso, secondo me, è il CI...

ma "tirannico" qui sta per "centrale" e CI non puo' esserlo per definizione. l' equivalenza centrale=tirannico non è gratuita: il tiranno necessità di un ampio monopolio per poter tiranneggiare (anche in modo benevolo). La periferia, essendo in concorrenza con altre periferie, non puo' fornirlo. In altri termini, se Kitzmill vuole un' altra scuola, non gli costa certo come costerebbe ad un bambino USA dover espatriare per ricevere l' educazione che per lui desiderano i suoi genitori.

venerdì 7 agosto 2009

Analogie & Ideologie

The American Psychological Association declared Wednesday that mental health professionals should not tell gay clients they can become straight through therapy or other treatments...

Ovvero:

The American Psychological Association declared Wednesday that obesity researchers should not tell fat clients they can become thin through dieting or "lifestyle changes"...

N.B. The failure rate for "reparative therapy" isn't any worse than the failure rate for attempts to produce significant long-term reductions in body mass in larger than average persons.

Scoperte dell' ultima ora

LOVE IS SIMPLE

Il lamento del loser

Folsom Prison Blues (Johnny Cash)

giovedì 6 agosto 2009

Contro il Dio dei burocrati

Il sentimento di Davide:

"è assurdo pensare che dal disordine si produca un ingranaggio perfetto..."

Secondo l' ultimo libro di Telmo Pievani, una conclusione del genere conferma che siamo nati per non comprendere la teoria evoluzionista. Il primo istinto ce la fa giudicare assurda.

Capisco. E capisco anche meglio come non sia per caso che Darwin "rubò" il formalismo della sua idea centrale alle discipline economiche (in particolare a Malthus).

L' economia soffre infatti della medesima frustrazione, il nosro cervello non è costruito per apprezzare le virtù del mercato: un posto estremamente caotico che, secondo la teoria economica, dovrebbe produrre un ordine tanto raffinato che nessuna "coalizione di intelligenze programmatrici" potrebbe fare altrettanto.

Il nostro cervello è nato per credere d' istinto nel creazionismo e nella politica, solo con uno sforzo controintuitivo considerevole saremo pronti a comprendere meglio i meccanismi che producono dal caso l' ordine spontaneo; sia esso biologico, sia esso sociale.

P.S. Perchè la mentalità economica facilita la comprensione dell' evoluzionsmo e viceversa? Le riflessioni di un matematico.

P.S.S. Ancora su come istinto anti-darwiniano e istinto anti-libertario vadano a braccetto.

P.S.S. Preciso che io sono un credente, ma per fortuna credo in un Dio che non mi impedisce affatto di comprendere la legge per cui ordini raffinatissimi nascano casualmente.

P.S.S.S. Devo delle scuse a Davide. So di provocarlo proprio quando - tra sole, mare e connessione precaria - non è certo nelle condizioni migliori per concentrarsi e rispondermi a dovere.

EMH

Efficient Market Hypotesys.

Il mercato finanziario collassa e per questo semplice fatto qualcuno (qui un' epitome) pensa che EMH riceva una disconferma.

Ma l' efficienza non è perfezione, è quindi più che compatibile con i fallimenti. L' unica cosa con cui non riesce a convivere è un' alternativa più efficiente.

Quale prova bisogna dunque portare per spazzare via EMH?

Semplice, basta scrivere una ricetta sintetica per far soldi in borsa. Ci si puo' limitare anche ad indizi: indicare con il ditino operatori che riescono sistematicamente a guadagnare più della media.

Attendiamo.

Nel frattempo l' equivoco si perpetua tutti i giorni sui giornali.

Ma perchè? Forse qualcuno ha interesse a farlo, è l' ipotesi fatta in questo post da leggere comunque per intero tutto d' un fiato:

I think this distaste for efficient markets comes from two sources. First, many people distrust the “invisible hand.” They do not think markets are fair games that reward virtue and promote social welfare. Secondly, there are critics (stockbrokers, talking heads on CNBC, financial journalists) whose livelihood depends on markets being wrong; otherwise their special insight as to why one should be in telecoms, or bonds, would have no value.

Destra-Sinistra

Kling traccia i suoi profili ideologici.

Libertario: crede nel mercato.
Conservatore: crede nella tradizione.
Progressista: crede nell' esperto.

E mi costringe ad una revisione (ancora poco convinta).

Medici calcolanti

Tutti noi sappiamo che la ricerca medica e farmaceutica si svolge ormai quasi esclusivamente negli USA, molto probabilmente perchè solo lì esiste un prezzo libero delle medicine che consente di finanziarla.

Problema: regolare i prezzi dei medicinali, come avviene in Europa e come auspica in parte Obama, colpirà l' innovazione farmacetutica? Occasione buona per vedere diversi bias al lavoro.

Un medico (dott. Avorn) pondera la questione e alza la palla:

a couple reasons that this is a specious argument. One is that according to their filings with the SEC, the drug companies only spend about 15 cents of every dollar on research and development. That's compared to more than 30 cents in administration and marketing and more than 20 cents on shareholder equity. As an investment in R&D, I think any venture capitalist would say a company spending 15 percent on research is not a robust innovation engine.

L' economista (McArdle) incredula per l' assist, schiaccia a terra inesorabilmente:

This makes about as much sense as saying that Dr. Jerry Avorn cannot be that smart because his brain only weighs about three pounds. Presumably, you can't be really smart--really innovative--unless your brain is at least 30 percent of your body weight!

sabato 1 agosto 2009

Un' elezione con due candidati?

Avendo tutte le informazioni necessarie e ricorrendo alla statistica, sarebbe abbastanza semplice risolvere la diatriba ID-evoluzionismo:

did "God" or a "random" process cause life to appear? To compute Bayesian probabilities here, we must multiply the prior chance of each option by the likelihood of life appearing given that option, and then renormalize. So all else equal, the less likely that life would arise randomly, the more likely God caused life

E' un modo per sistemare la questione adottando uno sguardo esterno. Lo riformulo con delle semplificazioni: si individuano nel cosmo 1.000 "pianeti terra" (condizioni di partenza simili al nostro pianeta e vita spiegabile in termini evoluzionisti). Dopodichè si guarda agli esiti finali. L' esito del nostro pianeta è da considerarsi probabile? Per rispondere ricordarsi che abbiamo un novemilionesimo di probabilità di ricevere, quando giochiamo a bridge, le carte che abbiamo ricevuto dal mazziere. Eppure le abbiamo ricevute. Quindi, per "bassa probabilità" s' intende, per esempio, che in 999 terre la vita si è evoluta in modo sempre diverso ma non è mai andata oltre organismi microscopici. In questo senso la terra sarebbe un' eccezione. Il "caso" all' opera sembrerebbe produrre di solito esiti ben differenti. Ma la cosa rlevante è che l' unica alternativa al "caso" è il "progetto".

Forse che qualcuno non accetterebbe il metodo proposto? Non penso proprio, visto che lo adottiamo continuamente per problemi analoghi.

Ma questo consenso, sebbene nulla ci dica nella sostanza della questione, ha perlomeno una conseguenza: appare chiaro come ID ed evoluzionismo siano ipotesi omogenee, ovvero: sono candidati che partecipano alla medesima elezione con le carte in regola per farlo. Evidentemente anche il loro statuto ontologico è il medesimo.

P.S. Imagine that while considering ways life might arise randomly, we had trouble finding any scenario wherein a universe (not just a local region) randomly produced life with substantial probability. Then imagine someone proposed this solution: a new law of nature saying "life was sure to appear even though it seems unlikely." Would this solve the problem? Not in my book.

venerdì 31 luglio 2009

Dorme ancora

Dorme...
e penso a quale infinito si è sommerso in quel nero fumetto che la riposa,
volti, e precise idee sugli animali...
...
il ristorante...
...
l' abito da sposa...


L' errore del giudice Jones

Forse siete l' unico abitante del pianeta, lo stress non vi assedia e avete il bernoccolo della scienza. Passeggiando nella boscaglia rinvenite un orologio. Come ricostruirete la provenienza di quanto avete tra le mani? Se assumete l' esistenza di un orologiaio sarete portati a vedere il suo zampino nella faccenda. In caso contrario vi affiderete alla teoria dell' evoluzione.

Da Alfa Centauri XYZ arriva in gran segreto sulla terra e stiva minuziosamente lo strano cibo che si è portato da casa. In un futuro lontano la rimanenza di queste scorte viene rinvenuta da un' equipe scientifica. Si apre il dibattito sull' origine e sulla strana disposizione di quanto ritrovato: ID o evoluzionismo?

E ora Nagel:

Judge Jones cited as a decisive reason for denying ID the status of science that Michael Behe, the chief scientific witness for the defense, acknowledged that the theory would be more plausible to someone who believed in God than to someone who did not.

Il giudice dichiara non-scientifico l' ID in quanto riceve un appoggio dall' idea metafisica dell' esistenza divina.

Non penso che il pronunciamento del giudice Jones sia solo un' imprudenza che limita la libertà d' espressione e d' insegnamento. Penso invece che, molto più semplicemente, sia una conclusione scorretta per almeno due motivi:

  1. l' ipotesi metafisica che "dio" non esista favorisce una soluzione evoluzionista (storia verde);
  2. Ma perchè non facciamo fuori tutte le idee metafisiche e non ne parliamo più. Ovvero, perchè mai "dio" e non invece Xyz (storia marroncina)?

giovedì 30 luglio 2009

Ssssssst


Dorme. E con lei, distante, ripiegate le ali, si ritrova assopito un universo...

Le non state tue

... il mio mitra è un contrabbasso che vi spara sulla faccia...

Manager sì, manager no

Israel su un esperienza da non ripetere:

e cascano parimenti le braccia quando si sente dire che il toccasana è mettere in mano le scelte della ricerca e dell’insegnamento a un “management” puramente extrauniversitario – sul modello fallimentare della riforma sanitaria.

Il giorno dopo salta in aria la Sanità di Campania, Lazio, Molise, Sicilia. Motivo? Niente manager.

Il Mercato ha bisogno di regole. E anche la Politica.

Nessuno puo' negare che il Mercato fuzioni meglio se vengono osservate alcune regole. La Politica è il soggetto preposto per fissarle.

Bisogna essere degli anarchici per opporsi ad una simile scontata affermazione che a volte viene scodellata quasi fosse l' uovo di colombo.

E' meno frequente ascoltare quanto la Politica sia soggetta allo stesso bisogno: regole. E chi meglio del Mercato assolve a questo compito? Un' idea l' abbiamo pensando a quanto sia debole e difettosa la competizione democratica.

Il libertario farebbe bene a non arroccarsi nel tentativo di evitare gli interventi di P in M. Parimente dovrebbe battersi per introdurre sempre maggiori forme di M in P.

L' Intelligent Design è una teoria scientifica

Non capisco bene chi lo nega cosa abbia in mente. Così come non capivo chi negava quello statuto alla psicoanalisi. Il mio sospetto è che si sia spinti dalla pigrizia o dall' ideologia delle politiche scolastiche.

Trattasi di scienze con scarse conferme, teorie perdenti rispetto alle teorie rivali. Ma trattasi pur sempre di teorie scientifiche.

L' ID sostiene che la natura è la creazione di un essere intelligente (un ufo, o qualunque essere di provenienza esterna al nostro pianeta...). Noi tutti conosciamo dei sistemi creati da esseri intelligenti, sono sistemi che hanno certe caratteristiche. Ebbene, qualcuno sostiene che anche la natura abbia quelle caratteristiche e quindi.... Ma solo rintracciando l' esistenza materiale dell' essere in questione potremmo avere delle prove. E ne siamo ben lontani.

Il fatto che non ci siano prove, e molti sono scettici che mai ce ne saranno, dell' esistenza di questa "entità" non significa che la teoria non sia scientifica (possono esistere anche teorie non confermate o con conferme illusorie). Per ora ID trae la sua forza dalle debolezze dell' evoluzionismo, ed è già qualcosa.

Forse sono stato un po' confuso e poichè mi riconosco nelle parole del filosofo Thomas Nagel, lascio che sia lui, via Hanson, a parlare.

Il torcicollo dei giornali

Sembra un fatto: la libera stampa si orienta prevalentemente a sinistra.

A questo punto un' anomala concentrazione dei media nelle mani di un monopolista di destra (Berlusca?) avrebbe solo un effetto riequilibrante e, quindi, benefico.

Come contestare in modo plausibile questo argomento.

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Gli scienziati sono di Sinistra

Lo sapevi? E adesso che lo sai, che fai? Screditi la scienza o accrediti la Sinistra?

P.S. Qualche ragione per imboccare la prima strada.

martedì 28 luglio 2009

Teoria del "cheap talk": IL FUMO UCCIDE

Perchè praticamente nessuno prende sul serio quanto legge sui pacchetti di sigarette?

La teoria del cheap-talk lo spiega in modo convincente: perchè nessuno legge gli avvisi scritti da un' autorità che pratica politiche proibizioniste.

L' autorità proibizionista si giustifica dicendo di essere meglio informata dei consumatori. Ma se fosse così basterebbe che si limitasse a "informare". Purtroppo non si limita affatto a quello, e tutto cio' è sospetto.

Qualcuno potrebbe obiettare che quando le "avvertenze" si moltiplicano diventano inefficienti. Ma l' obiezione non sta in piedi, ci sono infatto modi poco "costosi" per informare: basta pensare a negozi o a reparti dediti allo smercio di prodotti "pericolosi" e/o a consumatori "patentati" che possono accedere a questi prodotti.

Le soluzioni sono di mille tipi, eppure si preferisce proibire. Perchè?

Non lo sappiamo, sta di fatto che la perversa logica sottostante finisce per apparire così: esistono prodotti sicuri e prodotti pericolosi, nel secondo caso è bene proibire.

Il consumatore si adatta a tale logica lacunosa e finisce per pensare: nel mondo in cui vivo, in assenza di proibizioni, un bene non è mai seriamente pericoloso; altrimenti, secondo la "logica paternalistica" del sicuro/pericoloso, sarebbe stato proibito.

Ecco perchè e LA MORTE a caratteri cubitali diventa "cheap talk".

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Un altro giorno stupendo

... con la matita in mano sto disegnando un mondo per te, lontano da quel divano insensato su cui ho sonnecchiato dopopranzi e digerito caterve di funghi e ravioli...

Grande esodo

Perchè la fila di macchine al nostro fianco scorre sempre più veloce?

  1. Il tempo trascorso subendo sorpassi è più lungo rispetto a quello trascorso sorpassando, anche se il gruppo delle macchine sorpassate è numeroso quanto il gruppo delle macchine sorpassanti. E' una questione ingegneristica. Basta pensarci un attimo.
  2. Gli sguardi lanciati alla fila a fianco sono in percentuale più numerosi quando siamo fermi.
  3. Siamo fatti così: più sensibili alle perdite che ai guadagni.


Piaciuta la chiarezza cristallina con cui si svela facilmente un "mistero stradale"?

Ma possibile che un libro così nessuno aveva mai pensato di scriverlo prima d' ora? Tom Vanderbilt è proprio l' uomo che fa per me: ci fa capire come il posto meno indicato per conoscere a fondo i misteri del traffico è stare chiusi in un' auto; risponde con dovizia a tutti i miei interrogativi con tanto di appendice bibliografica. Ma oltre a cio' fornisce spiegazioni su molte cose a cui non avevo minimamente pensato.

Per esempio, perchè chi guida bene spesso incapace di trasmettere le sue abilità?

In macchina diventiamo più cattivi perchè l' anonimato ci copre o perchè ci frustra?

Scatta il verde. Chi suonerà il primo colpo di clacson, e quando?

Herbert Gintis: "road rage are good thing". Prego, spiegare.

Come nacque il primo semaforo?

Mentre guidiamo possiamo parlare? Introduzione ai misteri del time sharing cerebrale.

Sono un ciclista e vorrei che le auto mi sorpassino tenendo una distanza di sicurezza. E' vero che per ottenere tutto cio' devo ampliare la mia distanza dal marciapiede? E vero che sarebbe meglio dismettere il caschetto? E vero che conviene travestirsi da donna?

E' possibile scambiere due parole con David Maister, il più importante "psicologo delle attese in coda"?

Come si impara a guidare tenendo nel dovuto conto la regola Yerkes-Dodson?

Quanti secondi di disattenzione continuata posso permettermi a bordo della mia vettura?

Perchè gli incidenti stradali mortali erano più alti nella NY del 1867 o nell' Inghilterra del 1720 rispetto ad oggi?

Perchè la guida 10 e 10 tramonta dopo l' avvento dell' air-bag?

Tutti i misteri del blind spots e del cambio di corsia ottimale finalmente spiegati.

Perchè la gran parte degli incidenti avviene vicino a casa?

Perchè la maggior parte dei tamponamenti non ha nulla a che fare con la distanza di sicurezza?

E-bay ha qualcosa da insegnare a chi gestisce le strade. Misurare la reputazione degli automobilisti.

Mexico City, città senza semafori. Precedenza a chi viene da destra? No, a chi evita lo sguardo altrui o simula in altro modo stupidità e distrazione. Spiegare meglio.

Tumori alla pelle del guidatore: colpiscono prevalentemente sul lato sinistro. A destra invece in GB e nelle ex colonie. Perchè?

Tutte le trappole del retrovisore convesso.

Il motto dei Monty Python ("siamo tutti sopra la media") sembra applicarsi agli automobilisti quando si giudicano alla guida. Spiegare esponendo almeno 5 ragioni.

Semafori: meglio il giallo lungo o il giallo corto?

Cosa ho fatto quando mi sono imbattuto l' ultima volta nel segnale "attenzione, scuola con uscita bambambini"? Nemmeno me lo ricordo, ma posso rispondere lo stesso: niente. Non parliamo poi di mucche e sassi che cadono. Comincio a capire perchè meno segnali uguale più sicurezza. "Free of traffic sign" (cartello alle porte di Makkinga)

Sono un ciclista seguito da auto e devo svoltare. Perchè alzare lo sguardo sopra la spalla è molto più efficiente che non segnalare la svolta con la mano?

Se guidare è così facile che ci riesce anche mia zia, perchè è impossibile per un robot?

Perchè un incidente sgomberato in dieci minuti puo' creare ingorghi di ore?

Quanto contano le dimensioni degli autocarri nel determinare la loro pericolosità?

Sono fermo in Autostrada; riparto e sembra che ci si sblocchi; poi ci si riferma. Ma che sta succedendo? E' inutile che mi dici trattasi di una "phantom jam illusion", spiega meglio piuttosto.

Perchè il traffico di New Delhi non è poi così caotico come sembra?

Per giudicare se la coda in cui mi sono appena incastrato sarà particolarmente onerosa, meglio guardare quante macchine ho davanti o quante ne ho dietro.

Lo specchietto retrovisore è davvero utile o è piuttosto un intralcio?

La vostra corsia si chiude, dovete convergere in quella di destra. Meglio farlo subito o il più tardi possibile? Elencare le scuole di pensiero evidenziando quella che più ha a cuore il bene comune.

Perchè negli ultimi 5 anni le compagnie sono passate dal multi server alla coda unica?

E non penso proprio che sia finita, arrivederci alla prossima puntata.

lunedì 27 luglio 2009

L' innovazione fa bene?

Sembra di no. Almeno quella finanziaria.

financial innovation, on net, was a bad thing

Elegante come assalto al pregiudizio. Ma non regge...

I can understand that particular financial innovations might be bad, but financial innovation overall? Surely this claim was false in years 1200, 1900, and also 1950. (Of course you’ll find very harmful financial explosions between those years and the current day but still on net you’ll take the progress.) If the U.S. economy resumes growing at an average rate of about two percent a year, eventually our economy will look very, very different than it does today. It’s hard for me to see running the economy of 2100 with the banking system of…what is the nostalgic year? 1992? 1957?

E se proprio siete a caccia di pregiudizi da sfatare accontentatevi di aver individuato un caso dove nulla come il mercato si cura del "lungo periodo".

Sarò pendolare?

Alla mia tenera età comincerò a "pendolare"? Viaggerò molto in macchina. Ora sono un "dilettante" dell' auto, e in tema ci sono parecchie cose che vorrei sapere.

Per esempio, vorrei sapere perchè la colonna al mio fianco scorre sempre più veloce. La scienza cosa dice in merito?

Molti miei amici si credono degli assi del volante, eppure a me sembrano solo dei mediocri autisti e nulla più. Uno di questi lo conosco bene, sono io. Come si spiega questo abbaglio?

Quali sono le manovre stradali più "traditrici"? Dove non devo fidarmi di me stesso?

Perchè quelle cretine delle formiche se la cavano nel traffico meglio di noi?

Perchè quando il traffico è congestionato vedo sempre donne nelle macchine intorno a me?

Perchè dove c' è molto traffico si è così riluttanti a costruire più strade?

Esiste veramente la "curva della morte"?

Cosa "stressa" di più il guidatore?

Perchè molte strade pericolose sono più sicure di quelle sicure e viceversa?

Perchè i parcheggi costano così poco quando addirittura non sono gratuiti?

Dove e quando farò il mio primo incidente?

Perchè quando chiedo ai miei amici se guidano più di quello che vorrebbero
mi rispondo sì, mentre quando chiedo loro se guidano più del necessario ammettono di sì!?

Meglio la rotonda o il semaforo?

Perchè chi ha deciso di cambiare affrontando spostamenti più onerosi, a posteriori si dichiare sempre più infelice di prima?

sono pericolosi i "micro-sonnellini" (time-gap experience) che tutti noi sperimentiamo al volante?

Non ho mai capito veramente a fondo la legge fondamentale del traffico: nel mondo e nella storia l' uomo dedica in media agli spostamenti lo stesso ammontare di tempo (one-hour rule). Qualcuno me la puo' spiegare?

Come si dispongono le macchine via via che arrivano occupando un parcheggio inizialmente libero? E perchè si dispongono sempre in quella maniera?

Quando devo partire? Quando devo rinunciare a partire?

Perchè ogni volta che accompagno la mamma all' esselunga devo parcheggiare vicino all' ingresso anche se cio' comporta una perdita di tempo netta?

In termini di conoscenza non mi aspetto molto dalle mie "vacanze culturali": credo che il viaggio insegni solo a viggiare. Eppure ho la netta sensazione che per sapere qualcosa su un posto, piuttosto che infilarsi nei musei è meglio noleggiare una macchina e guidare nel traffico locale. Perchè?

Per trovare parcheggio meglio la strategia dell' agguato o quella del condor che gira in tondo?

C' è qualcuno che puo' rispondermi? Ma in modo scientifico!

Update. Sembra di . Corro in libreria.

link

Perchè gli USA dovrebbero imitare la sanità europea...

... quando la sanità che hanno, al netto degli "stili di vita", è più efficace?

Meglio "stupido" o "pigro"?

Per la nostra realizzazione personale l' intelligenza conta quanto la perseveranza, se non meno.

Inoltre la perseveranza sembra avere un legame più saldo con la moralità e l' onestà di una persona.

Come se non bastasse, la perseveranza è una virtù più malleabile dell' intelligenza: possederla è in buona parte un nostro merito.

Eppure quando ci dicono che siamo pigri ci offendiamo meno rispetto a quando ci dicono che siamo stupidi. Alcuni sentono addirittura quest' appellativo come un titolo di merito. Perchè?

P.S. Persino a livello sociale costruire correlazioni tra gruppi (razza, classe sociale...) e IQ sembra essere un tabù. Mentre parlando di "caratteri" l' atmosfera si rilassa.

Il miglior cervello in circolazione

Chi far decidere per tutti?

La mia lista personale:

  1. il mercato;
  2. la tradizione;
  3. l' esperto;
  4. il dilettante quando scommette;
  5. la democrazia;
  6. il dilettante quando parla da blog, forum ecc.


Qualcuno si chiederà cosa si deve decidere? Tutto. Nell' ipotesi in cui i vari problemi non siano isolabili.

sabato 25 luglio 2009

L' arte di non capire se stessi

... palla d' essere che annacqua le sue colpe raggomitolata in qualche ottomana post prandiale tra la brianza e il varesotto... in serata, non più stanchi, potrà riprendere la catena delle vigorose giustificazioni. A dopo.

Bibì e Bibò

... pensieri piccoli, ossessivi, concentrati... sempre quelli...



... l' avvinghiato amplesso della rissa scacciangosce che ringhia nel tremolio dei tendini sull' asfalto dopo la manifestazione...

IQ FAQ

Conta anche il carattere, che comunque non è ben testabile perchè gli "intelligentoni" barano (Chalabi prblem).

...

Divorzio. Conta la stabilità emotiva.

Moralità. Conta la scrupolosità.

Lavoro. Conta l' IQ.

...

venerdì 24 luglio 2009

Finalmente a casa

... Saluto al cane. Rientro e sosta in soggiorno. Con la tranquillità di chi è in regola contemplo una stecca di cioccolata...

Ultima compagnia: la gomma plastificata.

... un minuscolo paperino di gomma leva il cappello da molti giorni in un saluto ideale verso lo spettatore che solo oggi prende posto in sala non più distratto dal telegiornale...

Scuola: tentativo di discorso articolato

Vlad provoca con Ricolfi. Il nostro mette in croce la scuola italica con eloquenza invidiabile. Però il suo discorso non mi sembra "articolato" al punto giusto. Spero che, per quanto errato possa essere la valanga maieutica qui sotto, non difetti di articolazione. Forse anch' io sono un po' critico con l' esistente, mi sia perdonato. In ogni caso cio' non allenta una mia convinzione: i giovani di oggi saranno adulti più intelligenti, generosi e tolleranti di noi, proprio come noi lo siamo nei confronti dei nostri nonni.

  1. Qual è la funzione della scuola? Trasmettere cultura.
  2. Cos' è la cultura? Un sapere utile nel tempo.
  3. Cosa deve intendersi per "sapere utile"? Un sapere che realizza l' individuo emotivamente, socialmente ed economicamente.
  4. Per quanto ne sappiamo ora, cosa predice al meglio la realizzazione socio-economica-affettiva dell' individuo? IQ e Big Five.
  5. Che influsso ha la genetica su questi fattori? Più alto di quanto si creda comunemente, specie per l' IQ.
  6. Quanto incide la scuola su IQ e Big Five? Non molto, specie nel primo caso. Deve comunque agire presto. Ancora prima di presto.
  7. Come dovrebbe diventare la scuola pubblica, date queste premesse? Un meccanismo selettivo piuttosto che formativo.
  8. E per la residua parte formativa come si dovrebbe agire, almeno nei primi anni? Puntare sui contenuti piuttosto che sull' abilità a pensare. Più sul "cosa" che sul "come".
  9. E più avanti? Puntare sul sapere specialistico piuttosto che su quello interdisciplinare.
  10. Perchè? Perchè IQ ha una radice genetica forte ed è meglio non sprecare lì troppe risorse. Un bambino riceve più aiuto se impara le cose giuste. Cio' diventa ancor più vero nel proseguo della sua carriera scolastica.
  11. Meglio non perder tempo nemmeno con i Big Five? Su quel versante qualcosa in più è giustificato. Ma considera che concentrarsi sui contenuti favorisce la memorizzazione e cio' incide positivamente sul Big Five ai nostri fini più importante: "scrupolosità&perseveranza".
  12. E il resto? Fare della scuola un ambiente amichevole e motivante, non sarà mai una perdita di tempo.
  13. Arriveremo mai ad una scuola del genere? No, è una scuola che costerebbe 1/3 di quella attuale. Una democrazia non puo' permettersi risparmi del genere.
  14. Come possono non emergere verità tanto elementari? Colpiscono gli interessi della classe docente, ovvero di quel gruppo di persone in grado di mettere in campo la retorica più convincente a loro difesa.

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  15. link 4

giovedì 23 luglio 2009

La pietà di certi veli

... trionfa ovunque, rigogliosa estate che velasti il nostro amore difettoso, che non riuscisti ad avvitare quel bullone spanato...

Il disaccordo impossibile e il parto delle Verità

Qualcuno potrebbe pensare che per affrontare le lunghe diatribe che pullulano sui forum virtuali, compreso questo, occorra una grande fede.

Errato, serve solo l' uso della ragione per sapere che il disaccordo è impossibile, per sapere che la Verità verrà a galla ed è solo una questione di tempo.

Non esprimo una generica speranza quindi, ma una conclusione rigorosa e razionale:

Teorema: due persone che discutono giungeranno necessariamente ad un accordo completo su tutte le questioni.

Figo!

Le premesse per enunciare il teorema non sembrano poi così stringenti:

  1. le persone coinvolte devono essere ragionevoli;
  2. le persone coinvolte devono essere "honest truth-seeking";
  3. la realtà sottostante deve essere unica per tutti;
  4. deve esserci conoscenza comune (io so che tu sai che io so...) ;
  5. non bisogna confidare solo in se stessi ;
  6. non bisogna confidare troppo in qualcun altro;
  7. la verità deve poter essere espressa anche in termini probabilistici.


Sono un tipo fortunato: la mia fede liberale mi fa credere nell' Uomo (condizioni 1-2); la mia fede religiosa mi fa credere nell' esistenza della Verità (condizione 3). Ora scopro che la mia fede nella Ragione mi assicura che è impossibile, dopo un onesto confronto, non concordare in toto sulla Verità. Wow.

In questa nota che valse il Nobel, il teorema è dimostrato formalmente. Che casino! Qui un tentativo - p.7-9 - di "tradurre" in italiano (anzi, in inglese) la dimostrazione.

Secondo la mia esperienza, in genere il disaccordo si prolunga perchè mancano 5 e 6. Anche concepire una realtà probabilistica (sulla falsariga di quelle della meccanica quantistica, tanto per intendersi) non è facile. Certo, quando la diatriba s' incanaglisce, il lato personale prevale e salta subito anche 2. E allora tanti saluti. A proposito, saluti a tutti!

P.S. Per chi si accontenta dell' intuizione: 1) discutendo giungiamo a conclusioni differenti 2) in base alla fiducia che accordo a ciascuno di noi me compreso, elaboro una nuova conclusione probabilistica, lo stesso fai tu 2) ci confrontiamo sulle nuove posizioni, ancora divergenti, e ripetiamo il processo di rielaborazione 3) dopo k discussioni siamo perfettamente d' accordo su tutto (proprio come nel primo link: dopo k giorni gli abitanti degli occhi azzurri avranno lasciato l' isola).
P.S. link utile.

mercoledì 22 luglio 2009

Da Crotone all' Ortica un grido d' amore per tutti i Mario


il dolce fascino del nome più anonimo



Nel giorno del tuo bisogno

Figli adulti con madri che scompaiono in letti troppo grandi

Colazione in Autogrill

... o rumorosa, imprevista, poco aprezzata altrui conversazione che mi trafiggi già di prima mattina...

Vendere i diritti

Smoking ban? Perlomeno mettete in vendita le esenzioni...

Perchè non sono un garantista

Tutto sommato i criminali devono amare il rischio, perchè se non lo amassero invece di delinquere si guadagnerebbero la vita lavando le auto. Prferiscono avere poche probabilità di ricevere una grossa punizione che non molte di riceverne una lieve. Infatti, le persone favorevoli alla seconda opzione non delinquono ma scelgono attività punitive come il lavoro nell' edilizia o in miniera. Quindi, se vogliamo che i criminali siano meno attratti dal crimine, è meglio raddoppiare le probabilità di essere condannati anzichè raddoppiare la severità della pena.
Devo ammetterlo, l' argomento anti-garantista è anche il più convincente contro la pena di morte.

martedì 21 luglio 2009

Perdersi in casa

... mi misuravo all' epoca coi rami bassi degli alberi, in punta dei piedi. Era l' epoca in cui ti perdi a casa tua, il giardino ruotava intorno al ciliegio... Poi, una mattina mi son svegliato e non me la son più sentita di morire per la libertà...

Fiorino

Con i risparmi si è comprato un "Fiorino" e ha messo su una ditta di elettricità. Così ha risolto in proprio. E tu? Ancora a scorazzare su e giù tra i collinosi seni di qualche godereccia contrada?

Copyright (e brevetti)

Questione complessa. Una fulminante introduzione al tema da parte del Nostro:

L' inventiva è un bene, e dovrebbe essere premiata. Il monopolio è invece un male, e dovrebbe essere ostacolato. E a cosa serve il copyright? A premiare gli inventori con una licenza di monopolio. Che stupidaggine! Anche fare i gelati è una cosa buona e chi li sa fare dovrebbe essere premiato. Ma nessuno pensa di premiare il mio gelataio concedendogli una patente che permetta di guidare ubriachi...

Qualche proposta? Meglio sarebbe che il governo compri tutti i copyright e li metta a disposizione. Il teorema di Coase soccorre semplificando: potrebbe essere l' autore a comprarsi il suo copyright godendo di una prelazione. Ma il prezzo? Bè, la soluzione ideale è un' asta aperta a tutti, governo compreso. L' incasso al creativo.

Proibizionismo morattiano

Revival della soluzione proibizionista, questa volta sull' alcol ai minori di 16 anni. Il punto sui pro e i contro in questi casi.

Pro:
  1. s' impngono costi ad un comportamento ritenuto socialmente dannoso.

Contro:
  1. s' impongono costi a comportamenti non socialmente dannosi;
  2. si svaluta il valore dell' educazione familiare;
  3. si svaluta il valore di una virtù come il self-control;
  4. si regala un business alla criminalità;
  5. si seduce con il fascino discreto della trasgressione;
  6. si spingono i giovani nel circuito dell' illegalità;
  7. l' elusione è facile;
  8. si distraggono forze di polizia per adempiere ai controlli in questo campo;
  9. si inflazionano le leggi togliendo erodendo il valore anche di quelle indispensabili;

Ben gradito l' allungamento delle liste.

P.S. Io sono un fan di "contro 6".

lunedì 20 luglio 2009

Calcolare il razzismo

State percorrendo la statale 95 del Maryland, probabilmente la squadra anti-droga vi fermerà per un controllo. Specie se siete neri. I neri infatti sono 3 volte e mezzo più soggetti dei bianchi ad essere fermati. Teoria 1: i neri sono più propensi a trasportare droga. Teoria 2: alla pula non piacciono i neri. Fatti: tra i bianchi fermati circa 1/3 dell' 1% era trovato in possesso di droga. Lo stesso dicasi per i neri. Quindi la propensione dei neri a trasportare droga è molto più alta (lo fanno nella stessa misura dei bianchi anche in presenza di probabilità molto più elevate di un controllo) e l' accanimento contro di loro è giustificato. Con questo metro non sono i neri ma gli ispanici a doversi lamentare: la loro probabilità di trasportare droga è ben inferiore a quella di neri e bianchi. E' impensabile che una polizia efficiente perda tempo con loro, eppure venivano fermati. Perchè? Forse perchè i poliziotti avevano qualcosa contro gli ispanici. Complicazione: se avete a cuore la lotta contro la droga non dovete guardare al numero di arresti ma alla deterrenza prodotta dall' azione. Considerate quindi che il numero di bianchi da dissuadere è molto più elevato di quello dei neri, avrebbe dunque senso unirsi al coro delle lamentele stereotipate...

sabato 18 luglio 2009

venerdì 17 luglio 2009

Aborti in calo

Facci su "Il Giornale:

sull' aborto abbiamo una legge che funziona e di cui siamo pienamente soddisfatti per la semplice ragione che gli aborti calano anno dopo anno: ed è la sola cosa che conta

Interessante. Ma gli aborti calano grazie alla legge? E' possibile linkare studi che comprovino almeno in parte questo nesso? Sono molto interessato. Anche perchè se il nesso fosse inesistente, questo sarebbe piuttosto un argomento contro i sostenitori della legge: meno aborti potenziali, meno rischio di aborti clandestini.

P.S. tento l' iscrizione alla comunity de "Il Giornale" per rivolgere la richiesta allo stesso Facci. Lo ritengo un giornalista abbastanza "disinteressato".

Già bella di profilo

... e raddoppia l' impatto, e il pregio e il danno...

Privatizzare la ricerca di base

Impossibile, è un bene pubblico.

Non quando serve a "segnalare" le proprie abilità.

Care estinte

... ti hanno scippata, piangi, cambi le chiavi di casa. Muoiono intanto, inutili, le miei chiavi che ancora conservavo...

giovedì 16 luglio 2009

Perchè siamo diventati quel che siamo?

Dico cosa conta: geni, famiglia, ambiente non famigliare.

Do' le percentuali: 45-5-50.

Spiego la mia scelta: è quella che meglio si puo' giustificare in base ai fatti, il resto non conta.

Bene, divagando qua e là, sarebbe bene ragionare tenendo per ferma questa premessa.

E il libero arbitrio in tutto cio' non c' entra nulla, mi raccomando.

Approfondimenti per il cittadino che ha tempo da perdere

Quando sento dire che bisogna "tagliare gli sprechi" faccio uno sbadiglio e tiro dritto.

Quando leggo libri come "La Casta", giunto a metà della Prefazione la palpebra s' incricca. Mi pervade un senso di inanità per lo sforzo profuso.

Quando sento parlare di "corruzione", di "malagestione", di "malasanità" e cose del genere, sento l' esigenza di andare altrove per impiegare in modo più produttivo il mio tempo.

Sprechi, sprechi, sprechi... a cominciare dal tempo dedicato ad ascoltare le dununce. A cominciare dalla sempre più stanca indignazione di dovere. quella tipica di chi è stato risparmiato dallo studio della Storia.

In molti ci prendono in giro spendendo e spandendo alle nostre spalle mentre gravano sul bilancio della nazione. Maledetti! Ma cosa posso farci? Indignarmi? Ho di meglio da fare. E' sempre andata così e sempre andrà così. Si migliora con i tempi dell' evoluzione. Forse mi basta la goduria di sapere che lo devono fare di nascosto, mi basta la loro vergogna le poche volte che vengono messi con le spalle al muro.

Ad essere seccante invece è quando mi prendo in giro da solo. Quando lo scialo avviene alla luce del sole e con il mio consenso inerziale. Ogni giorno che ho tempo da perdere scopro cose degne di moooolto più tempo da perdere (messaggio per vlad).

Se mi lamento delle tasse troppo elevate, chi mi marca stretto e sa della mia allergia manifestata più sopra per le scorciatoie di prammatica, pensa di avere l' antidoto e me lo inocula:

"E a cosa rinunceresti, forse a spendere per avere una buona Istruzione superiore?". Sì.

"Ah sì? E magari - dimmelo che mi faccio una risata - anche ad una sanità che funziona?"

Beh, forse sì. Il fatto e che prima dovrei capire dei fatti molto strani (ah... se avessi del tempo da perdere mi dedicherei a questi inutili chiarimenti). In particolare dovrei capire come mai negli ultimi 30 anni il terrificante aumento delle spese mediche di cui hanno goduto i paesi più sviluppati ha apportato benefici molto ambigui. Ambigui perchè sembra proprio che non riguardino la salute delle persone.