lunedì 16 gennaio 2017

Storia e cronaca di un divario

Fra i grandi problemi del Paese campeggia l'eterna "questione meridionale", un problema irrisolto su cui il Luca Ricolfi di "Mezzogiorno sconosciuto" ha qualcosa di originale da ricordarsi...
... un divario del 5-10% rientra nell'ordine delle cose, un divario del 30-40% che persiste nel tempo diventa un fatto patologico...
Ma così dicendo si dà per scontato che una questione meridionale esistesse prima dell'unità d'Italia e che l'unità non sia riuscita a risplverlo...
... fino a poco tempo fa gli studiosi pensavano che al momento dell'unità il sud avesse un ritardo del 15-20%...
Si tratta di un pregiudizio. I due studiosi che l’hanno in buona parte sfatato sono Paolo Malanima e Vittorio Daniele, pubblicano per Bankitalia...
… secondo la loro certosina ricostruzione... fino agli anni 40 non esisteva la moderna contabilità nazionale... non è affatto vero che al momento dell'unità il sud fosse economicamente più arretrato del nord... il divario sarebbe interamente un portato della storia unitaria... qualcosa che non esisteva nel 1861 e si sarebbe prodotto dopo... il periodo nero va dal 1880 al 1951... quello migliore va dai primi 50 ai primi 70...
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Ma vediamo meglio la natura del divario tra Nord e Sud...
... se per divario intendiamo che il Sud produce meno del nord, questo è indiscutibile... nel settore market lo scarto è del 48%...
E il tenore di vita?...
... se invece confrontiamo come se la passano le famiglie, il quadro si fa assai più sfumato... il reddito disponibile è effettivamente inferiore... 26%... oltre ad avere un numero maggiore di componenti...
Ma la famiglia del Sud gode di tre vantaggi formidabili...
... una maggiore evasione fiscale... una redistribuzione favorevole negli aiuti pubblici e un livello di prezzi al consumo decisamente più basso...
Chi ha studiato il costo della vita del Sud?...
… Luigi Campiglio iniziò le sue ricerche già alla fine degli anni 80... l'Osservatorio prezzi del ministero dello sviluppo economico... due recenti studi dell'Istat sui prezzi e sulla povertà assoluta... una ricerca molto accurata della Banca d'Italia condotta da Luigi Cannari e Giovanni Uzzolino...
Risultato?...
... ne esce un quadro complesso, alcuni beni sono anche più cari al sud ma molti beni costano significativamente meno: per esempio le case, gli affitti, la maggior parte dei servizi pubblici, in generale i beni di prima necessità... circa il 30% in meno... lo scarto negli alimentari fresche è circa del 25%...
Facendo quattro conti e ci troviamo di fronte ad un colpo di scena...
... il consumo reale di una famiglia meridionale risulta mediamente del 5% più elevato... e diventa appena un po' inferiore... 5%... se si corregge per la numerosità familiare... diciamo che siamo vicini alla parità... se poi conteggiamo il tempo libero, la parità diviene difficilmente contestabile...
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Ma se il tempo tenore di vita è simile a quello del Nord, come mai il 70% dei poveri lo troviamo al Sud?...
... la cosa è in parte dovuta alle statistiche che riguardano la povertà relativa... e che quindi ignorano del tutto le differenze nel costo della vita... se ne teniamo conto il tasso di povertà del Sud diventa una volta e mezza quello del Nord anziché cinque volte...
Ma se il tenore di vita è comparabile, anche una volta e mezza è tanto! Perché così tanto?...
... innanzitutto i servizi pubblici del Sud sono inferiori per quantità e qualità a quelli del Nord... e spesso tra i servizi pubblici rientrano gli strumenti di contrasto alla povertà...
Secondo motivo...
... nel mezzogiorno il reddito è distribuito in modo più diseguale... c'è una Casta politico-burocratico-affaristica, spesso collegata alla criminalità organizzata... che si appropria di una fetta consistente delle risorse destinate al Sud...
Conclusione...
... al sud non serve un euro in più... basterebbero servizi pubblici gestiti meglio... e risorse distribuite in modo più equo...