Il pianeta è in pericolo.
Quel che non si capisce è se rischia di più per il riscaldamento globale, per il possibile impatto con asteroidi vaganti o per l’eventuale sbarco di marziani cattivi. E fermo qui la lunga lista dei rischi esistenziali.
In tanta incertezza, una cosa è certa: si parla solo del primo rischio. Chissà perché?
Se si vuole ascoltare qualcosa sugli altri bisogna leggere Robin Hanson: sul tema dei marziani “cattivi” un saggio stimolante è “Should Earth Shut the Hell Up”, in cui Hanson reagisce alle provocazioni di David Brin.
Il dilemma sullo sfondo…
… Should humanity shout to the galaxy “We are here!”?…
Tradotto: è prudente lanciare segnali nello spazio come facciamo ora? Non sarebbe meglio evitare di farci notare?
Gli alieni che ascoltano dovrebbero essere molto più sviluppati di noi: avrebbero poco da imparare. Combattere con loro sarebbe letale.
Chissà se saranno amici oppure ostili.
Se sono “vicini” si stanno nascondendo, il che è già di per sè preoccupante.
Se sono “lontani” la nostra attività segnaletica è piuttosto inutile e potrebbe essere evitata…
… If aliens are instead far away, then by the time any response gets here we will be extinct, or will have already learned most of what aliens could teach us…
Questa doppia considerazione ci consiglia di tacere. Meglio aspettare per sapere qualcosa in più di quel che succede nello spazio. Agire è imprudente.
Ci sono anche buoni motivi per essere “proibizionisti” in materia…
… the case for not letting each group decide this for themselves seems overwhelming. Such decisions have global consequences…
Se un governo globale ha senso, ha senso per adottare misure del genere.
E’ una politica praticabile? Mi sembra più semplice che controllare il CO2…
… Some say that we can’t control yells to aliens (Harrison 2014). But far fewer people can yell loudly to aliens than can add CO2 to our atmosphere…
Obiezione: ci sono anche segnali accidentali che mandiamo nello spazio…
… Earth has in fact been yelling to aliens, but accidentally, such as by radar that probes planets, asteroids, and comets…
L’argomento libertario in poche parole…
… There are some people, [Seth Shostak] acknowledges, who might worry that broadcasting “The Day the Earth Stood Still” could be inimical to our interests. He added, “I think that if these people are truly worried about such things, they might best begin by shutting down the radar at the local airport.” (Overbye 2008)…
Consideriamo il segnale più chiaro che a tutt’oggi mandiamo nello spazio…
… our loudest yells come from the Arecibo radar in Puerto Rico, when used to probe asteroids and the like…
In questi casi sarebbe necessario tassare simili attività…
… we can use the amounts that we spend on accidental yells to help guess the yell risk that we should tolerate…
A spanne…
… Thus if the world were in a steady state of income and radar cost and sending, we might estimate that continued indefinite use of the Arecibo radar in send mode at current levels is a bad deal if, over the long run, such use increases the chance of our being destroyed by aliens by even one in a billion…
Una tassa calcolata con quei paramentri sarebbe talmente alta da essere di fatto una forma di proibizionismo.
Inoltre, il mondo è destinato ad arricchirsi e quindi il costo della sua distruzione destinato ad aumentare nel tempo. Non solo: con il progresso i segnali accidentali saranno sempre più nitidi.
C’è anche un problema di public choice: agli scienziati stessi verrà demandato il calcolo per decidere se stoppare i loro programmi di ricerca.
Il conflitto di interesse raccomanda ulteriore prudenza.
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Ma a monte c’è una domanda che domina le altre: gli alieni che incontreremo saranno buoni o cattivi? Qui domina un’ ortodossia:
… a consensus apparently arose among many in this area that aliens must be overwhelmingly friendly…
Ma la scienza sociale canonica rigetta questo comune sentire. Perché allora è così “comune”.
Un’ipotesi:
… non-social-scientists have believed modern cultural propaganda claims that our dominant cultures today have a vast moral superiority over most other cultures through history…
D’istinto si pensa: più si è civilizzati, più si è morali (e meno violenti). Poi si considera che nessuna civiltà sarebbe tanto avanzata quanto quella aliena che riuscisse a sbarcare sulla terra.
Libri come l’ultimo di Steven Pinker alimentano l’equivoco (Il declino della violenza. Perché quella che stiamo vivendo è probabilmente l'epoca più pacifica della storia).
Siccome il mondo è un posto pacifico – almeno quello più avanzato - ci immaginiamo l’alieno come un tipo pacifico. Tuttavia, anche i comunisti pensavano che gli extraterrestri fossero comunisti.
L’ipotesi più probabile sul tema della violenza è un’altra…
… Yes, over time violence has fallen, but we advance in part by learning to more finely condition our behavior on context. We pick fewer pointless fights, but we also more quickly take advantage of those who can’t fight back (Pfeffer 2010)…
Siamo più furbi, non più buoni. Siamo più abili ad evitare guerre inutili, ma se possiamo trarre vantaggio dalla debolezza altrui non ci tiriamo indietro. Esempio…
… Think of academics who are cordial among equals, but unfairly referee papers from rivals who can’t much retaliate…
Gli alieni saranno anche pacifici tra loro ma come si comporteranno incrociandoci non lo possiamo dedurre da questo semplice fatto.
Conclusione: meglio tacere e stare nascosti…
… we should cut way back on accidental yelling to aliens, such as via Arecibo radar sending, if continuing at current rates would over the long run bring even a one in a billion chance of alerting aliens to come destroy us. And even if this chance is now below one in a billion, it will rise with time…
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C’è chi pensa al problema alieno in termini di scommessa di Pascal. Ricordiamola…
… In the ordinary Pascal’s wager, God is said to greatly reward those who believe in him and do what he favors. The rewards are so huge that even those who assign only a small chance to God existing are wise to try to make themselves believe…
La risposta standard…
… A standard response is to point out that a great many different Gods might exist, each of whom favor different actions. If you have little idea of which Gods exist or of what acts they favor, then there is little point in taking their rewards into account…
Con gli alieni è lo stesso: inutile mandare segnali nello spazio visto che non abbiamo idea di quale possa essere la natura degli alieni destinati a percepirli.
Per quel che ne sappiamo al momento segnalare la nostra presenza è una pessima idea.
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David Brin spiega il “grande silenzio” degli extraterrestri in questi termini…
… The lack of visible aliens may be explained in part via a strong tendency of all societies to become “feudal,” with elites “suppressing merit competition and mobility, ensuring that status would be inherited” and resulting in “scientific stagnation.”…
Nelle loro società, un’ élite baronale potrebbe ostacolare competizione e sviluppo causando una stagnazione scientifica. Si tratta di dinamiche che conosciamo bene.
Ma sappiamo anche che la rivoluzione industriale, almeno da noi, ha fatto saltare il tappo. Perché qualcosa del genere non sarebbe potuto succedere anche altrove?
Il “tappo” ipotizzato da Brin spiega il passato dell’umanità, al limite…
… the change is called the “industrial revolution,” and it was indeed a good thing…
Possibile causa della rivoluzione industriale…
… new networks of experts talking…
Brin vede nella diseguaglianza un ostacolo all’innovazione. In realtà la diseguaglianza è un motore dell’innovazione.
Chiediamoci chi investe di più nell’innovazione:
… most innovation today happens within for-profit firms, and private for-profit firms put a lot more effort into innovation than do public for-profit firms. Compared to publicly traded firms, privately owned firms invest a 2.5 times larger fraction of their assets, and are 3.5 times more responsive to changes in investment opportunities. Yet private firms cannot exist without great wealth concentration; they are usually owned by fewer than three shareholders, and 83% are managed by the controlling shareholder (Asker et. al. 2011)…
Risposta: il profit più che il no-profit e il privato più del pubblico. Ma per avere privato innovativo occorre grande concentrazione di capitali e quindi diseguaglianza.
Brin dà per scontato che la scarsa mobilità sociale freni l’innovazione.
No: l’innovazione è aumentata sempre di più nei secoli mentre la mobilità sociale è bene o male sempre la stessa. Non c’è correlazione tra le due cose.
… modern world doesn’t actually seem to have much less inheritance of wealth… The detailed work of Greg Clark finds very similar degrees of long-term inheritance around the world today and across history. Specifically Clark finds that the intergenerational correlation of social status remains in the range of 0.7 to 0.8 across all these societies: medieval England, modern England, pre-industrial Sweden, modern Sweden, the United States, Quing and Communist China, Meiji and modern Japan, and Chile (Clark 2014)….
Ma il fatto che più depone contro l’ipotesi di Brin è che anche in passato si innovava. Anche la società baronale è a suo modo relativa.
Noi sappiamo che popolazione e innovazione sono variabili correlate…
… During the forager era, the number of foragers doubled about every quarter million years. During the farming era the number of farmers doubled about every thousand years. And during our industry era our economy has doubled about every fifteen years (Hanson 2000). In all three eras, growth was primarily caused by innovation…
Si innovava, magari meno ma si innovava (e la popolazione planetaria cresceva).
Anche un’innovazione lenta è irrilevante a fronte di tempi cosmologici, l’unica cosa importante è sia presente ed operi.
E ricordiamoci che l’ “alieno lontano” (ovvero con milioni di anni più di noi) è di gran lunga il più probabile.
Per avere una qualche chance di successo l’ipotesi dell’innovazione lenta deve essere abbinata a quella del grande filtro (catastrofe società avanzate)…
… Perhaps one could have more success if one combined this slow-growth hypothesis with another hypothesis about very short time windows in which civilizations had to grow before something killed them off…
Un’altra ipotesi riguarda la spiritualizzazione: la chiusura in se stessi e la ricerca interiore potrebbe caratterizzare le società avanzatissime.
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Nel tentativo di capire come saranno gli alieni che incontreremo c’è chi attribuisce un ruolo decisivo al loro pianeta di provenienza: l’evoluzione li avrà modellati partendo da lì.
Ma questa ipotesi ha poco senso se pensiamo ad esseri che si differenziano da noi per bilioni di anni di sviluppo in più (l’ “alieno lontano” è il più probabile).
In una civiltà del genere l’ambiente è completamente artificiale.
Probabilmente sarà un ambiente uniforme: tutta la fetta di universo circostante sarà omologato ai desiderata della civiltà dominante…
… physics and basic physical resources are the same across the universe… advanced aliens are physically similar across the universe… sexual reproduction is quite unlikely to last… advanced aliens should similarly design themselves… Such vivid examples may not be “art,” but neither also are they simply functional…
Questo non significa che le leggi evoluzionistiche cessino di operare, solo che il feedback tra ambiente e corpi avrà perso ogni relazione con l’ambiente primigenio.
Con la fine del sesso e la riproduzione in laboratorio i corpi diverranno simili ad opere d’arte.
Economia aliena: crescita e innovazione debolucce…
… very old aliens should be accustomed to very low levels of growth and innovation. After all, the rates familiar to us just can’t be sustained for millions and billions of years…
Ma veniamo al punto: saranno cattivi? Probabilmente saranno molto razionali, dei freddi “calcolatori”. Saranno pazienti ed egoisti, nè buoni, né cattivi. Senonché, l’umanità sarà una preda talmente facile che “sbranarla” costerà poco: noi non abbiamo nulla di interessante da offrire loro.