Di seguito le impressioni di Sara:
Tutto è possibile, tutto drammaticamente serio ed esagerato.
Gli orfani ribelli si recuperano in orfanotrofio, con
l’elettroshock, gli eroi volano e le fughe d’amore, pianificate con messaggini
segreti, hanno bisogno solo di un dove, un quando, una valigia di libri e un
mazzo di fiori.
Ci si accampa sulla spiaggia vivendo di pesca e ornandosi di
scarafaggi e se un fulmine ti colpisce diventi tutto nero e per un po’, se
baci, dai la scossa.
Ma dove siamo? Siamo nel mondo visto dai bambini. Tutto il
film è una soggettiva, almeno emotivamente.
Perché no? Se sei buono e mi vuoi bene mi adotti tu e se fai
il poliziotto avrò anch’io la mia piccola divisa con tanto di cappellino e
stemmi.
Siamo, in fondo, in un mondo desiderabile, in un mondo dove
il bene esiste e il male si può recuperare, dove la mamma, tuonante come un
megafono, alla fine mi capisce e mi compatisce e io, magari, capisco o capirò
anche un po’ lei.
Forse per questo i due protagonisti, veri alternativi e
ribelli, non ridono mai? Siamo nel loro mondo, nel mondo dei bambini, vietato
non prendere tutto sul serio, vietato sdrammatizzare.