sabato 6 luglio 2013

Poligamia e unioni gay

Da buon cattolico dovrei escogitare un solido argomento contro i matrimoni gay, ma non me ne vengono. Però non me ne vengono nemmeno contro la poligamia, chissà se la cosa puo’ tornare utile alla causa!
  • Riccardo Mariani In realtà contro la poligamia ce ne sarebbe uno: moltiplica un’ antropologia pericolosa, quella degli uomini soli. Ma è un argomento che vale anche contro il lesbismo e lo zitellaggio, non penso verrà mai avanzato dal “nemico progressista”.
  • Rita Vergnano non so se ti può innteressare o se ci puoi trovare qualche spuntohttp://www.questionemaschile.org/?p=811#more-811
    www.questionemaschile.org
    La settimana scorsa, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che i matri...Visualizza altro
  • Riccardo Mariani Commento alla prima parte: non ho mai capito come l' "etimologia" possa fare la differenza in questioni del genere. Veramente non ho mai capito nemmeno come possa spostare una pagliuzza.
  • Rita Vergnano secondo me significa questo: se per avere un "qualcosa" devi stravolgerne completamente il significato, tanto vale che ti inventi qualcosa di nuovo, adatto a te
  • Riccardo Mariani Ok, chiamiamolo in altro modo, lavoriamo pure sui nominalismi senza intaccare la sostanza. Non penso proprio che una volta eseguita l' operazione chi si oppone al "matrimonio gay" sia soddisfatto. Comunque, leggendo l' articolo, da "cattolico" mi sento soddisfatto, è da "ragioniere" che annaspo.
  • Rita Vergnano anche perché effettivamente anche qui non ci sono argomenti contro la poligamia.. anzi.. si propone il completo svincolo del concetto di coppia datosi che con la separazione della riproduzione dal sesso (il controllo) non è più necessaria
  • Riccardo Mariani Il messaggio che - secondo me - vuol far passare chi punta sull' etimo: esiste una tradizione e le tradizioni sono da rispettare. Messaggio quanto mai inefficace se la controparte si fa vanto di essere "progressiva" quando non "trasgressiva". E alla fine, ancora una volta, la predica sull' etimo è una predica rivolta ai convertiti.
  • Rita Vergnano secondo me no. Al contrario. Il messaggio che passa è: questa tradizione non ha più senso oggi nemmeno tra uomo e donna, perché era stata creata in tempi antichi. E tu progressista perché la vuoi? Il progressista condanna il matrimonio, la famiglia, etc. Tutta roba brutta, in cui c'erano rapporti di potere incontrollabili. Se fosse progressista sul serio dovrebbe abbatterlo definitivamente e non mantenerne i ruderi contendendosi le mura sbrecciate coi tradizionalisti
  • Rita Vergnano per fare un esempio stupido: È come se tu conducessi una battaglia per l’abolizione del servizio tranviario, obsoleto, lento ed inquinante e ad un certo punto, pretendessi il diritto di viaggiare gratis sul tram
  • Rita Vergnano (tu progressista intendo)
  • Rita Vergnano ci vedo la stessa contraddizione del femminismo pro-donna-pace e amore che pretende il diritto delle donne ad entrare nelle forze armate. O del femminismo contro-chiesa-cattolica che pretende il diritto delle donne ad essere ordinate sacerdoti
  • Riccardo Mariani Ricapitoliamo: argomento dei "pro": mi piace. Argomento dei contro: "non ti piace". Da terzo direi che non avrei dubbi su come risolvere la disputa: decide l' interessato. Ergo, l' argomento dei "contro" mi sembra ozioso.
  • Rita Vergnano in diritto industriale esisterebbe un problema di marchi. Se la bagna cauda è un piatto a base di aglio e acciughe e a te non piacciono l'aglio e le acciughe non puoi farlo con altri ingredienti e pretendere di spacciarlo per bagna cauda.
  • Rita Vergnano Il terzo, per decidere deve "cambiare" la tradizione e di conseguenza influisce sull'argomento dei tradizionalisti, ai quali piace così.
  • Riccardo Mariani Ma qui si torna al nominalismo, già revocato in dubbio più sopra. I gay vogliono reversibilità, legittima e alimenti, mica la parola matrimonio 
  • Rita Vergnano il nominalismo non è solo una questione di facciata. Per esempio, sempre in diritto industriale, se è vero che non puoi chiamare con un nome registrato un qualcosa che ne differisce, non puoi nemmeno riprodurre esattamente un brevetto o un marchio e dargli il tuo nome. Va da sè che non puoi copincollare il pacchetto "matrimonio" e dargli un altro nome. Ma dovrai differirlo
  • Rita Vergnano altrimenti il terzo (giudice) dovrebbe obiettare comunque
  • Riccardo Mariani Ma sei sicura che il parallelo regga? Ho i miei fieri dubbi: 1. se vendo come Nutella la cioccolata che faccio in casa c' è un truffato, nel nostro caso, francamente, non vedo truffati. 2. chiamiamolo X anziché Matrimonio, con X regolato esattamente come un contratto matrimoniale. Noi cattolici possiamo festeggiare (la parola è salva!)? Non penso proprio.
  • Riccardo Mariani Ti faccio notare il tuo "riprodurre esattamente". E' un' implicita ammissione che i due prodotti non divergono nella sostanza, che poi è proprio cio' che si vorrebbe negare.
  • Riccardo Mariani La Nutella puo' impedirmi di commercializzare un prodotto diverso usando quel nome ma non puo' impedirmi di commercializzare alle medesime regole osservate dalla ferrero un prodotto diverso con un nome diverso.
  • Riccardo Mariani la ferrero non puo' dire alla ciao crem: tu puoi vendere solo in Lombardia perché non ti chiami Nutella. No, al limite solo la lombardia potrebbe consentire la circolazione di un prodotto non considerato sicuro. Ma a questo punto dovremmo discutere gli argomenti legasti alla sicurezza del prodotto. E, tornando al post, non me ne vengono in mente.
  • Rita Vergnano ma infatti per me il punto e le contestazioni da farsi sono sui bambini. Adozione e riproduzione, non sulle unioni di coppia. Ed è quindi abbastanza inutile scagliarsi contro le unioni, ma casomai concentrarsi sulla necessità/utilità di una bigenitorialità
  • Rita Vergnano ovvio che se provi che lo sviluppo migliore per un bambino è quello con due figure genitoriali di sesso diverso, il resto viene di conseguenza.
  • Rita Vergnano per tornare al prodotto. Se il riconoscimento di un bambino può essere fatto da un uomo (come padre) e da una donna (come madre) sia fuori che all'interno del matrimonio, il gay creando il prodotto X con ingredienti diversi dall'uomo e dalla donna non può, in virtù del suo prodotto far riconoscere un figlio da due genitori dello stesso sesso. Idem per l'adozione di minori.
  • Riccardo Mariani Non so se ho capito bene il tuo ultimo commento, in ogni caso l’ analogia con i marchi non mi sfagiola: come si puo’ paragonare un prodotto a un contratto? Il primo è una “cosa” il secondo è una “relazione”.

    Ha senso l’ esclusiva su un prodotto ma non
    ...Altro
  • Rita Vergnano sì ho fatto il salto illogico da contratto a brand paragonando l'insieme delle caratteristiche del brand "Matrimonio".
  • Jack Lupowitz ho letto solo questo ultimo commento della discussione, ma amo i salti illogici dell'umorista.