sabato 6 luglio 2013

Perdono

Come si fa a perdonare? Se perdono qualcuno devo condonargli qualcosa tra RISARCIMENTO, PENA, SCUSE, PENTIMENTO. Scegliere tra i primi due mi ripugna come cittadino; scegliere tra i secondi due mi ripugna come cristiano. Eppure in TV è pieno di gente che “perdona”. Ma cosa perdona?
  • Jack Lupowitz Il perdono o non/perdono deve restare una scelta personale non sottoposta a giudizi, prescrizioni e interferenze di alcun tipo.
  • Rita Vergnano forse è meglio dimenticare. Cosa non c'è niente che ti ripugna. Meglio chi dice "io perdono ma non dimentico" oppure "io non perdono ma dimentico?"
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  • Jack Lupowitz e chi lo sa. Meglio è quello che ognuno decide per sé. Fino a prova contraria (che sia meglio), ma dal suo punto di vista.
  • Jack Lupowitz La cosa per me atroce, ripugnante e incomprensibile è perché ogni volta che c'è un delitto efferato, la prima domanda che TUTTI i cronisti/giornalisti fanno al parente più prossimo delal vittima è: "Perdona gli assassini (di suo figlio, suo marito, ecc.)?" Come se fosse una priorità o qualcosa che dovesse interessare qualcun'altro. Beah.
  • Rita Vergnano la decisione per sè però implica sempre una relazione con l'altro. Tu decidi per te ma vorresti che quando ti trovi nella situazione opposta altri decidessero in modo da non farti sentire male. La situazione può quindi essere rovesciata. Io preferirei essere perdonata o preferirei che gli altri semplicemente dimenticassero le cose per cui dovrei essere perdonata?
  • Rita Vergnano (il tu è impersonale ovviamete, genericamente riferito a un qualsiasi ente umano)
  • Jack Lupowitz Onestamente, non lo so. Il problema più grosso quando faccio del male a qualcuno, quello con la mia coscienza, non mi abbandona mai. Me lo porterei dietro comunque. Però la tua è una prospettiva a cui pensare.
  • Jack Lupowitz Io preferirei che l'altro dimenticasse, forse. Il perdono - se il male che ho fatto è grave - non mi sembrerebbe realistico né credibile, comunque.
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  • Rita Vergnano comunque la risposta al giornalista che chiede di perdonare potrebbe essere: "non lo so, per intanto devo ancora decidere se perdonare lei per questa domanda"
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  • Riccardo Mariani Ma c' è una reale differenza tra perdonare e dimenticare? In fondo perdonare significa dire a chi ti ha fatto un torto: "facciamo come se non fosse successo niente".
  • Jack Lupowitz C''è anche il fenomeno inverso e speculare a quello del giornalista: il parente della vittima che si affretta a dire che perdona l'assassino. Magari il giorno stesso.
  • Riccardo Mariani Perdonare in assenza di scuse o di pentimento mi sembra un' offesa alla vittima. E' anche un' offesa al colpevole: lo tratti come un bambino (o come un irresponsabile).
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  • Jack Lupowitz Mah, in effetti non so se perdonare e dimenticare siano diversi effettivamente. Non starei a sottolizzare. Mi basta che si affermi il principo che il perdono non è mandatorio, non è indice di maggiore o minore bontà/moralità, non è predittivo di maggiore o minore serenità/salute mentale. Dipende.
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  • Jack Lupowitz Anche perché nella pratica, la parola "perdono" non dice niente della sua vera sostanza. C'è differenza tra dire di perdonare, e perdonare. E non tutti gli "Io ti perdono" suonano o sono autentici.
  • Jack Lupowitz @ric. Sottoscrivo il tuo ultimo commento. Aggiungo: le scuse non bastano. Chi ha fatto del male (vale anche per noi) deve far seguire all scuse la parte più importante: "Cosa posso fare per rimediare?" Una parte autenticamente concreta, che oltretutto può prescindere da scuse e perdono. Intanto uno (che ha fatto del male) cerca di rimediare. Poi si vedrà.
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  • Rita Vergnano Dimenticare in effetti significa FARE finta che non sia successo nulla e non DIRE "facciamo finta che non sia successo nulla". Secondo me è entrare nella fase mentale che ha in se il principio che perdonare non ha nessuna valenza morale. Che poi alla fine si perdona molte volte per salire di un gradino e porsi su un piano di superiorità ancora più alto di chi ti ha fatto il torto.
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  • Jack Lupowitz sottoscrivo integralmente. Non potrei rispondere, quindi, se preferirei che l'altro dimenticasse o mi perdonasse. Sostanzialmente, mi preoccuperei piuttosto di trovare il coraggio, la forza e il modo di rimediare. Ma neanahce questo è sempre possibile.
  • Riccardo Mariani 1. A me invece piacerebbe considerare il perdono (sincero) come un atto morale di prim’ ordine, ma ci sono alcuni puzzle difficili da risolvere. Ho già detto che escludo la possibilità di perdono in assenza di scuse e pentimento (sinceri).

    2. Non resta che il perdono come condono del risarcimento e/o della pena, o almeno di una parte. Forse è un atto davvero notevole, peccato sia socialmente dannoso (tanto è vero che da noi è vietato per legge, almeno per le offese gravi che hanno rilevanza giudiziaria).

    3. Facciamo l’ ultimo caso possibile: il colpevole mi risarcisce, sconta la sua pena, si scusa sinceramente e si pente amaramente. Io lo perdono. Non penso che il perdono a queste condizioni abbia niente di particolarmente sublime, tanto è vero che a queste condizioni è l’ autorità giudiziaria stessa che ci chiede di “far finta di niente” poiché si ritiene che il colpevole abbia saldato integralmente il suo debito.

    Resto convinto che il vero perdono sia solo quello ipotizzato al secondo punto.
  • Rita Vergnano praticamente hai descritto il perdono di Dio
  • Rita Vergnano cioè forse pure di più. Adesso non mi ricordo bene. Se un uomo dopo una vita di nefandezze e crimini si pente amaramente e sinceramente e chiede perdono a DIo va direttamente in Paradiso e gli è condonato tutto oppure c'è ancora il Purgatorio? non ricordo.. mi pareva che il Purgatorio fosse soltanto per i peccati di cui non avevamo fatto in tempo a pentirci
  • Riccardo Mariani In effetti il perdono di Dio potrebbe essere un modello. Il dio cristiano ci chiede scuse e pentimento, ma poi si avvicina a noi, ci indica la strada della riparazione e, soprattutto, la percorre lui stesso al nostro fianco, perché non basta indicarla ...Altro
  • Rita Vergnano sì ma va da sé che è irraggiungibile. Voglio dire il Dio cristiano è la perfezione assoluta. Se un uomo in vita raggiungesse la perfezione assoluta sarebbe Dio in terra.
  • Riccardo Mariani Penso proprio che per un cristiano sia la via obbligata, per un uomo qualunque è un dovere supererogatoriohttp://www.treccani.it/vocabolario/supererogazione/
    www.treccani.it
    supererogazióne s. f. [dal lat. tardo supererogatio -onis, der. di supererogare;...Visualizza altro