martedì 16 luglio 2013

I compensi dei manager


Marchionne guadagna quanto sei mila operai della Fiat, e il suo trattamento non è certo un’ eccezione nel mondo degli amministratori di multinazionali.

Non parliamo poi delle liquidazioni milionarie di manager che hanno combinato solo disastri.

E’ giusto arrabbiarsi?
Mi piace ·  · Non seguire più il post · Condividi · Modifica · 11 luglio
  • Jack Lupowitz Mi hai tolto le parole di bocca. Te lo farei fare a te l'attraversamento del deserto, la sosta nei campi libici e la traversata con la saretta incinta. Sempre ringraziando l'Altissimo che ti ama. Dài su, infilati il pigiama e call it a day. Anche oggi ci hai scandalizzato e indignato. Agh, è uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo.
  • Jack Lupowitz E tu sei sempre il top.
  • Riccardo Mariani Il meglio è nemico del bene. Io vorrei dare loro una chance che ora viene negata. E allora giù critiche sarcastiche in nome del "meglio" (ma cos' è sto meglio?, farli arrivare con la love boat della costa crociere dopo averli sterilizzati?).
  • Davide Curioni Voglio dire, ok 10 volte. Ok 20. Di più è uno scandalo.
  • Jack Lupowitz Siccome si era partiti da Marchionne e i giusti incentivi per chi rischia. Che cosa rischia, esattamente, Marchionne? Niente. Se anceh dovesse fallire completamente gli obiettivi imprenditoriali dichiarati (e i suoi operai dovessero finire tutti sul lastrico), al massimo rischia una maxiliquidazione e paradiso terrestre alle bahamas assicurato. Incentivi per incapaci ben introdotti.
  • Davide Curioni Infatti non è sui rischi che si basano le retribuzioni. L'unico rischio che governa questi stipendi è quello del calciomercato. Uno bravo può essere acchiappato dalla concorrenza.
  • Davide Curioni Ciò non toglie che la bravura di certi soggetti (specialmente quelli con incarichi pubblici) è spesso discutibile. E comunque certe cifre sballano i mercati e dovrebbero essere proibite. In Svizzera mi pare stiano proponendo un referendum perché gli stipendi non superino il 12x.
  • Jack Lupowitz gli unici che rischiano - per quello che posso vedere direttamente - sono i piccoli imprenditori, tipo il pizzaiolo davanti a casa, italiano, che dà lavoro a tre persone, o lo "straccione" del bangladesh che apre una bottega di alimentari, lavora giorno e notte alternandosi con la moglie incinta, e deve pagare il pizzo ai vigili, alla burcorazia, alla questura, al fisco, allo stato, e a Marchionne, visto che poi Marchionne e la sua "azienda" saranno salvati anche dalle tasse dello straccione. Questo è quello che appare, camminando per strada. Chi dovrebbe essere premiato è sistematicamente vessato. Chi, invece, a fronte di stipendi miliardari, dovrebbe sommamente rendere conto del suo operato ed essere premiato o penalizzato in base ai risultati che ottiene, incredibilmente viene solo premiato. Viene, tutt'al più, spostato da un'azienda all'altra. (Come i sacerdoti coinvolti nei casi di pedofilia.) Mistero, per noi profani. E non sembra che sia un fenomeno solo locale, italiano, quello della casta dei supermanager superincompetenti e superintoccabili. Si fatica a capire quali siano i canali attraverso i quali ci si entra, in questa casta, per diventare garantiti a vita. Un Supersindacato molto potente. E se critichiamo i sindacati dei poveracci, che dovremmo fargli a questo? Propongo tutti su un canotto nella tratta Libia-Lampedusa. Last-minute all included.
  • Jack Lupowitz Non essendo propensa alle proibizioni, preferirei puntare sull'accountability. A fine anno, mi porti i risultati e paghi il conto. Non so quale provvedimento, sistema o misura possa garantire questo, ma senza responsabilità individuale, senza rispondere in prima persona di quello che si fa, rimettendoci anche soldi, sarà difficile migliorare il quadro.
  • Riccardo Mariani Hai una torta e devi dividerla con me e diana. Decidi per: 2/3 a te, 1/6 a me e 1/6 a diana. E’ giusto?

    Qualcuno penserà di sì.

    Qualcuno penserà di no.


    Qualcuno penserà: “dipende da dove vien fuori questa torta”.

    Io propendo per il terzo partito più che per quello delle “n-volte”.
  • Riccardo Mariani La bravura dei manager conta davvero poco coi maxi stipendi (saranno anche bravi ma in fondo ce ne sono tanti di pari bravura). Marchionne non è certo il Maradona dei manager (ce ne sono a bizzeffe del suo livello). Tutto si gioca sulla gestione dei rischi.

    p.s. Marchionne rischia molto: dovesse fallire alla Fiat, lo vede col binocolo un contratto di quel livello altrove. E la liquidazione milionaria in tutto cio’ c’ entra poco perché è stata messa lì dagli azionisti PROPRIO PERCHE’ A LORO conviene che Marchionne rischi molto meno (vedi secondo commento).
  • Riccardo Mariani Diana: “a fine anno mi porti i risultati e paghi il conto”.

    Chiediti quel che mi chiedo al primo commento: come mai con gli avvocati questo sistema funziona poco? (visto che nel mondo non è praticamente mai adottato). Manager e avvocati condividono molto: a loro affidiamo i nostri interessi.
  • Davide Curioni Per gli avvocati: se le loro retribuzioni fossero direttamente legate ai risultati ottenuti nelle cause, vivremmo in un mondo molto migliore. Ovviamente questo non converrebbe a loro. E difatti sono corporativamente contrari. Il fatto che in parcella ti facciano pagare a parte una quota per la loro "cassa avvocati" la dice lunghissima sui privilegi corporativi di questa casta. E' un pessimo esempio, quello che hai scelto. Uno dei mille scandali a cielo aperto, sotto gli occhi di tutti, ma intoccabili.
  • Riccardo Mariani Se lo straordinario stipendio di Marchionne discendesse dalle sue straordinarie qualità, saremmo a cavallo, non ci sarebbero scandali. Il popolo non si scandalizza certo per lo stipendio di Maradona o di Michael Jordan.
  • Riccardo Mariani Davide, parlo degli "avvocati nel mondo". E' chiaro che bisogna spiegare la faccenda, oltretutto gli avvocati sono una marea, pensare a un cartello mondiale è insoddisfacente (un cartello è affidabile max con una decina di soggetti coinvolti), occorre una spiegazione migliore.
  • Riccardo Mariani p.s. la cassa avvocati addebitata in fattura non è affatto un "privilegio" (è assurda la legge che la prevede). Se te la mettessero nell' onorario senza esplicitarla cosa cambierebbe per te? D' altronde se tu sei disposto a pagare certe cifre e loro non te la mettessero nell' onorario sarebbero irrazionali.
  • Davide Curioni E' un privilegio di casta. Se io fatturo, i contributi per il mio istituto previdenziale me li pago io, sottraendoli dal mio reddito. Quello che fanno gli avvocati, è indecente.
  • Davide Curioni Quanto agli "avvocati nel mondo", non credo che le ragioni per cui sono una casta privilegiata in Italia siano diverse da quelle del resto del mondo. Per cui non fatico a credere che il loro cartello sia equivalente anche altrove.
  • Riccardo Mariani Non hai capito: perché mai non potresti inserire il tuo contributo nel tuo onorario senza esplicitarlo? Perchè sei babbo natale o perchè non puoi permettertelo con il cliente? Lo stesso dicasi per gli avvocati: chi non puo' permetterselo esplicita il contributo ma abbassa l' onorario.
  • Davide Curioni Io dico solo questo: perché loro lo fanno e le altre categorie no?
  • Riccardo Mariani Non mi risulta che l' albo vieti di farsi pagare in base ai risultati. Questo taglia la testa al toro perché, stando a quello che dici, basterebbe che un avvocato decidesse per questa soluzione e si trverebbe mille clienti, a cominciare dalla tua ditta. E di avvocati scalzacani che tirano a malapena la fine del mese gironzolando come avvoltoi intorno al tribunale ce ne sono parecchi.
  • Riccardo Mariani Loro lo esplicitano, le altre categorie no. Lo fanno tutti. (tutte le persone razionali)
  • Davide Curioni Invece credo che l'albo lo vieti, ma se anche non lo facesse, perché secondo te gli avvocati non lo fanno? Fino a pochi anni fa era così nelle cause di risarcimento per gli incidenti automobilistici. Ora non è più possibile. Risultato: trovare avvocati che facciano queste cause non è facile. Quelli che le fanno, alla fine si intascano in onorari la metà del risarcimento ottenuto.
  • Davide Curioni Ripeto la domanda: perché loro lo esplicitano e le altre categorie no?
  • Riccardo Mariani nella sostanza mero formalismo. Poi magari ci sono ragioni psicologiche (ma mica tanto efficaci visto che con te funzionano al contrario!)
  • Riccardo Mariani Perché con gli avvocati non si è affermato lo schema che piacerebbe tanto ai clienti?

    Essenzialmente perché piacerebbe molto meno dopo aver conosciuto le tariffe aggiornate al nuovo schema.

    Cosa desidera il cliente, assicurarsi? Un assicuratore profe
    ssionale ha tariffe molto più contenute.

    Monitorare le prestazioni del professionista incentivandolo? Quando l’ esito finale del lavoro dipende in gran parte dalla fortuna, il monitoraggio incentivante è carissimo (Avvocato: “solo se la posta in palio è altissima mi impegno al massimo influenzando per quel poco che posso un esito che dipende in ogni caso dalla fortuna”). E nel caso degli studi legali esistono monitor più economici (committenze multiple, committenze diversificate, studi conglomerati, diversificazione dei fornitori di servizi legali, regalini natalizi…).

    Purtroppo con i manager molti di questi monitor alternativi non sono a disposizione, quindi le tariffe stratosferiche sono la norma.
  • Riccardo Mariani La gente non scenderebbe mai in piazza per contestare lo stipendio di Kobe Bryant mentre lo farebbe per contestare quello dei top manager. Perché? Forse perché il primo dipende dal talento, il secondo da una gestione oculata dei rischi da parte degli azionisti. Noi intuiamo subito che è razionale dare premi straordinari a chi possiede talenti straordinari ma un concetto come quello di “rischio” ci risulta artificioso se visto dall’ esterno, il nostro cervello non sembra fatto per pensare roba del genere.
  • Rita Vergnano non ho letto tutto, solo per dire che ormai non esiste più un tariffario legale (ufficilamente Gazzetta ufficiale agosto dell'altr'anno). Quindi ogni convenzione è libera. Il cliente può richiedere un preventivo, può anche mercanteggiare sul compenso a seconda del risultato avuto. Può fare di tutto. Uhmm.. sulla Cassa Previdenza Avvocati. Sì, può pure essere ingiusta la legge, ma non mi risulta che sia l'unica categoria rimasta ad usufruirne. Perchè continuo a vedere sulle parcelle di architetti e commercialisti la percentuale relativa all'importo da versarsi per la loro Cassa?
  • Rita Vergnano un'altra cosa: nelle cause in cui si vince non si pagano gli onorari perchè le spese sono a carico del soccombente e da lui rimborsate. Questa è la legge e la prassi. Per il risarcimento danni non so se Davide si riferisce al patto di quota lite (che era d'uso comune) ma che di fatto in Italia sarebbe vietato dalla legge.
  • Rita Vergnano ca va sans dire che anche prima dell'abolizione del tariffario le convenzioni al di sotto del minimo con le grandi società erano prassi abituale.
  • Davide Curioni Sì, Rita, ho parlato di avvocati perché li ha citati Ric, ma è vero che non è l'unica categoria "protetta".
  • Rita Vergnano comunque lavorandoci da trent'anni non mi risulta che siano una casta particolarmente privilegiata. O meglio, more solito si possono considerare privilegiati gli avvocati al top, quelli che hanno rischiato per ingrandirsi lo studio e sono a capo di miniaziende che, vuoi per merito, o vuoi per conoscenze e intrallazzi (ma anche qui non dura minga, la dura legge del mercato prevede che se ottieni l'incarico solo per conoscenza al prossimo giro, quando l'amministratore delegato della società non è più tuo cugino o quello che gioca a golf con te perdi il cliente)
  • Rita Vergnano di contro ci sono miriadi di giovani avvocati che sgomitano (sono in tanti ormai... tantissimi) facendo i galoppini per i grandi se vogliono stare al sicuro oppure barcamenandosi con pochi incassi e ... la Cassa Previdenza obbligatoria da pagare (perché non so come funziona per le altre categorie ma qui è d'obbligo un minimo che tu raggiunga il reddito o meno quella la paghi e poi le percentuali su quanti guadagni in più)
  • Rita Vergnano in sintesi più o meno l'esatta situazione che esplicita Diana tra i piccoli e i grandi imprenditori né più né meno, secondo me
  • Rita Vergnano @Ric, hai associato manager di grosse aziende e avvocati per il fatto che l'esito del loro lavoro dipende (più che per altre professioni) da troppi fattori difficilmente prevedibili e quindi in qualche misura il talento conta meno che in altre professioni? Non riesco bene ad afferrare il tuo paradosso. O perlomeno, all'apparenza sembrerebbe un paradosso, pagare di più proprio perchè il talento conta di meno
  • Rita Vergnano comunque lo vedo associato al discorso che avevamo fatto temporibus illis sui guidatori di camion d'esplosivo.
  • Riccardo Mariani I top manager sono lavoratori molto particolari: o li paghi poco, o li paghi moltissimo, non ha senso la via di mezzo. Perché?

    Per due motivi: 1) l’ esito finale della loro opera dipende in buona parte dalla fortuna (ambienti ad alta volatilità) e 2) 
    il padrone non riesce a capire bene quanto s’ impegnino realmente (conoscenza asimmetrica).

    Nota che sia 1) che 2) valgono in una certa misura anche per i professionisti. Ma ora occupiamoci dei manager.

    Se l’ esito del loro lavoro dipende tanto dalla fortuna e io padrone non posso controllarli, potrei valutare l’ idea di mettere una scimmietta al loro posto e pagarla due lire risparmiando non poco. Perché no? 

    Esagero, ovviamente, ma solo perché il concetto sia chiaro: al limite, se la fortuna conta così tanto, pigiare i pulsanti a caso è una strategia quasi alla pari delle altre considerata la sua convenienza. 

    Ingaggiare un top manager ha senso solo pagandolo moltissimo in modo che lui ragioni così: “con il mio sforzo inciderò ben poco sul risultato finale, oltretutto il mio azionista non puo’ monitorare la mia azione, avrebbe senso limitarsi a simulare e godersela viaggiando a destra e a manca negli alberghi di lusso. Ma la posta in palio è per me talmente elevata, il rinnovo del contratto da favola che mi hanno fatto è talmente appetitoso che quello sforzo sovrumano, per quanto destinato a spostare le cose solo di un millimetro, decido di profonderlo ugualmente. Visto il mio contratto, non voglio lasciare nulla di intentato.”

    Lo “stipendio favoloso” è l’ unico monitor che hanno a disposizione gli azionisti.

    p.s. nel caso dei professionisti esistono monitor più convenienti (ne elencavo qualcuno al commento precedente), anche se il rapporto azionista/manager ricalca quello cliente/professionista. pss. il talento conta meno rispetto ad altri professionisti strapagati (ho fatto l' esempio degli sportivi), sia chiaro, non in assoluto.
  • Davide Curioni Chiudo sulla questione (marginale) della cassa di previdenza per gli avvocati. Questa è un privilegio poiché di fatto, al contrario di quanto accade per i professionisti che non godono di questo privilegio, gli oneri ricadono interamente sui clienti. Esempio: si concorda una prestazione che ha un prezzo di 2000 euro. Al cliente si fatturerà € 2.516,80 comprensivo di cpa e IVA (€ 2.000,00 + 4% di cpa € 80,00 + 21% di IVA € 436,80). Niente male, vero?
  • Rita Vergnano Davide, quello è il contributo integrativo, di fatto poi il contributo soggettivo è pagato dagli avvocati (un fisso minimo qualunque sia il reddito) più scaglioni che vanno fino al 10%. Funziona esattamente come la mia INPS da dipendente, una parte a carico del datore di lavore e una parte a carico del dipendente. Quindi non è affatto vero che il costo ricade interamente sul cliente
  • Rita Vergnano e il contributo soggettivo è quello più alto: tra l'altro un avvocato iscritto all'albo che non produca reddito (e quindi di fatto non possa far pagare il 4% al cliente) paga comunque anche un minimo di contributo integrativo.
  • Rita Vergnano tra l'altro la Cassa Previdenza Avvocati sta andando incontro ai problemi che hanno afflitto tutte le Casse private (nonché l'INPS) diminuendo i redditi degli avvocati diminuiscono anche le entrate e la Cassa si trova in sofferenza e comincia ad intravedere problemi per il pagamento delle pensioni future.
  • Rita Vergnano su quei 2000 euro se fanno parte dello scaglione superiore il professionista ci paga il 10% (oltre al 4% che ha incassato dal cliente). Oltretutto gli sconti (quelli di cui parlava Riccardo prima, ti faccio l'onorario comprensivo di CPA e quindi lo vado a scorporare dai 2000 euro) sono abbastanza frequenti
  • Davide Curioni Rita, il punto è che la cassa degli avvocati dovrebbe essere affare degli avvocati. A me della cassa del mio avvocato non me ne frega nulla. Se io fatturo una prestazione ad un mio cliente, l'unico costo aggiuntivo che gli espongo è l'IVA. Non il mio IRPEF, non il miei contributi previdenziali, non l'IMU sul mio stabile, ecc.
  • Rita Vergnano esiste la Cassa Architetti, la Cassa Commercialisti, la Cassa Geometri, esistono forme obbligatorie di iscrizione all'INPS per cui si doveva OBBLIGATORIAMENTE mettere in fattura una certa percentuale di INPS. Esiste anche la Cassa Commercianti, che comunque anche senza che tu la vedi perché non è obbligatorio evidenziarlo, ovviamente va ad influire sul prezzo del prodotto finito.
  • Davide Curioni Ripeto, non ho detto che gli avvocati siano gli unici. Ho detto che è un privilegio, e ne resto convinto. Poi so benissimo che se non fosse esposto in fattura quell'importo sarebbe comunque ricompreso nel totale fatturato. Solo che se si concorda per 2000 euro, con una fattura fatta così l'avvocato ha la scusa per intascarsi un 4% in più. Cosa che quando fatturo io non posso fare. E cosa che secondo me dovrebbe essere illegale, poiché quella voce non è di nessun interesse per il cliente.
  • Riccardo Mariani Se io contratto per pagare 2000 e l’ altro poi mi chiede 2100, col fischio che glieli do’. Anzi, se dopo il bonifico di 2000 insiste, lo denuncio pure per molestie. La storia del “privilegio” deriva dal fatto che a volte non sappiamo nemmeno cosa sia un mercato: nel mercato esistono prezzi e quantità. Stop. Il prezzo è UNO e UNO solo, una volta fissato è quello, mica posso inseguire il cliente dicendogli: “no guarda, mi devi pagare ancora 100 euro per il toner delle fotocopie (o per la cassa previdenza). Se poi con qualche abracadabra gli avvocati riescono a bidonare qualche gonzo, peggio per il gonzo, ma io credo siano pochi. Al vero cliente non interessano né contributi soggettivi, né contributi integrativi, né il tipo di esposizione adottata per la parcella. Interessa solo IL prezzo.

    Certo, uno, nonostante la logica, resta col dubbio: ma allora il legislatore è un coglione quando parla di “diritto di rivalsa”. Sì, è un coglione matricolato, il concetto di “diritto di rivalsa” è insensato in un regime di libero mercato.
  • Davide Curioni Vero che interessa il prezzo (secondariamente, in primis interessa vincere la causa). Ma nessuno sta a questionare per il 4%. E non parlo per sentito dire.
    23 ore fa tramite cellulare · Mi piace
  • Rita Vergnano guarda io ci lavoro da trent'anni da avvocati. E' chiaro che se preventivo deve essere SEMPRE viene specificato l'importo degli onorari oltre IVA, CPA (e quando esisteva pure il rimborso forfettario) nel caso ci dimenticassimo di specificarlo erano c... nostri. Anche di noi impiegate eh.. e quando si pagavano gli acconti cash, ovviamente era tutto ricompreso. L'emissione della parcella comprendeva IVA e CPA. Se riuscivi a far passare il concetto che la ritenute era a carico loro era già tanto
  • Riccardo Mariani Io questiono. Comunque una cosa è certa: se nessuno sta a questionare sul 4% in più o in meno non si capisce perché gli avvocati non avessero già aumentato le loro tariffe del 4% (tanto nessuno avrebbe questionato) prima dell' introduzione della rivalsa. Se comunque dovesse essere vero quello che dici (non risponde alla mia esperienza) la cosa dimostra che la psicologia puo' contare (almeno nel breve) e l' istinto di servilismo verso la lettera della legge è potente, anche quando la legge è puro nonsense.
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