martedì 25 giugno 2013

Facebook e il narcisismo



  • “A cosa stai pensando?” mi chiede la scritta sulla finestrella di Facebook.

    Ecco il segreto di questo social network: sdogana il narcisismo. Nessuno oserebbe mai importunare il prossimo comunicandogli “quel che pensa” anche se non richiesto. Ma qui il problema della richiesta è superato di slancio: ci pensa il quel Grande Amico che è il Grande Fratello a servirla su un vassoio d’ argento. Una volta liberati da questo fardello ci si puo’ scatenare senza freni inibitori.
    • Jack Lupowitz piace questo elemento.
    • Davide Curioni Sì, ma sono ben pochi quelli che scrivono ciò a cui stanno pensando. Il 99% degli utenti si limita a linkare cose più o meno sceme. Eppure potenzialmente l'idea sarebbe carina: infatti è sbagliato parlare di "importunare", dato che c'è piena libertà nel scegliere se e cosa leggere di quanto pubblicano gli "amici". Ed è un click limitare la visione di quanti pubblicano abitualmente cose che ci infastidiscono. Purtroppo fb è stato rovinato da questa mania del link. Di quei link che magari sul momento strappano un sorriso, ma alla lunga stufano e disaffezionano al mezzo.
    • Riccardo Mariani E' vero che chi vuole non legge. Ma che differenza c' è tra 1. "pensare qualcosa" e 2. "scrivere quel che stai pensando in un luogo più o meno pubblico senza esserne richiesti esplicitamente o implicitamente". Secondo me chi sceglie 2. non piace alla gente e viene subito sospettato di narcisismo. Ecco allora che la domanda anonima (richiesta) ti consente di fare 2. senza perdere del tutto la reputazione.
    • Davide Curioni Ma allora come spieghi che siano così pochi a farlo?
    • Riccardo Mariani Anche mettere un link è un modo per parlare di se stessi, in qualche modo ci si lega alla notizia linkata mostrando quali sono i propri interessi e le proprie preferenze. Per esempio, se metto un link a un video musicale voglio dire: la mia personalità si lega in qualche modo a questa musica.
      6 ore fa · Mi piace · 1
    • Riccardo Mariani Prescisazione doverosa: trovo del tutto naturale che le persone abbiano una componente narcisista, non si scopre niente di nuovo. Del resto è anche vero che i narcisi poco prudenti vengono puniti dalla comunità. La cosa interessante allora sono le strategie comunemente adottate per mascherare il proprio narcisismo, specialmente da chi è terrorizzato dalla possibilità di essere considerato tale.
    • Davide Curioni Mah, sono diversi i motivi per cui si aggiorna lo stato di fb. Confrontarsi sui temi, tenere aggiornati amici e parenti su dove si è e cosa si fa, e in questo non è affatto detto che ci sia narcisismo. Qualcuno lo usa per "propaganda" politica. Qualcuno solo per condividere stupidate da ridere. Qualcuno per tutte le cose messe insieme. Io lo uso anche per tenermi un diario personale di cose che voglio ricordare, sia di oggi che del passato, e mi piacerebbe che fb avesse un flag per distinguere queste cose dai link futili che anche a me capita di postare. La maggior parte delle foto storiche le ho messe per questa ricostruzione del passato. Avrei potuto classificarle "private" (e per un po' di roba che ho sulla timeline l'ho fatto), ma in molte sono coinvolti anche amici, e m'è piaciuto poterle condividere. Alcune foto recenti (per esempio quelle degli uccelli) le ho condivise perché mi parevano belle e condividere la bellezza dovrebbe essere missione di tutti. Probabilmente in questo però c'è anche del narcisismo. Il tema esiste. A me capita di non pubblicare cose poiché temo che potrebbero essere prese per narcisimo, anche se questa è un'autocastrazione. Poi c'è la questione "mettere in piazza i fatti propri", che per molti è inaccettabile. In generale, per quello che vedo io negli stati di fb, non direi che la parte narcisa sia generalmente soverchia.
    • Riccardo Mariani Ammettiamo che anziché su facebook fossimo nella vita reale, è difficile che io chiami un mio amico per dirgli di punto in bianco “senti, potresti venire a casa mia a vedere le ultime foto che ho scattato?, se proprio non riesci ti mando un pony express con un pacchetto, ok? Libero di dire di no, eh, ci mancherebbe”, oppure “ti avviso che domani parto per il mare, anzi, se mi dai il tuo numero di fax ti mando anche la mappa della strada che farò così ce l’ hai lì con te e puoi guardartela quanto ti pare a costo zero” oppure “stai cucinando? no volevo solo dirti che secondo me l’ aborto selettivo in cina è una barbarie, e tu che ne pensi? Libero di non rispondere se non c’ hai tempo, magari facciamo più tardi intesi? Comunque sai il mio numero di telefono, chiamami a qualsiasi ora”. Sono tutti stimoli leciti ma nessuno li implementa ex abrupto altrimenti verremmo presi per narcisisti che credono di stare al centro del mondo, ciascuno di noi aspetta il momento opportuno, aspetta un segnale, una specie di richiesta che venga dall’ altra parte e poi, quando i tempi gli sembrano maturi, zac, si scatena. Facebook elimina questa attesa sfibrante, consente senza inconvenienti di fare molte delle cose che ho elencato grazie ad un accordo implicito tra i partecipanti, un accordo che viene sintetizzato nella domanda impersonale: “a cosa stai pensando?”. e io, innocente come un agnellino, rispondo: "se proprio ci tieni... stavo solo riflettendo sul bosone di higgs, sarà giusto chiamarlo la particella di dio?"
      4 ore fa · Modificato · Mi piace · 1
    • Davide Curioni Direi che non verremmo presi per narcisisti, ma semplicemente per rompiballe. Dell'aborto in Cina avremmo parlato alla prima cena, dopo aver raccontato il viaggio al mare, e dopo cena avremmo visto le diapo. Sempre avendone il tempo. E sempre se allora avremmo avuto sotto mano i documenti da mostrare. Il bello del web 2.0 è che ne usufruisci quando e quanto vuoi tu. E secondo me chi vede in questo solo egocentrismo e narcisismo sbaglia di grosso. E' solo un modo diverso di relazionarsi, per il quale bisogna prendere le misure e che, come tutte le cose potenti, può causare danni se male usato.
    • Jack Lupowitz Forse sarebbe più corretto dire che c'è in tutti una componente esibizionista (anche perché essendo animali sociali, abbiamo tutti bisogno di essere visti e ascoltati), che può diventare autoriferita e maniacale, cioè narcisista. Comunque i social media alimentano e aggravano eventuali problemi in entrambi i rami. Me ne accorgo anch'io, che non pensavo che sarei mai arrivata a mettermi così in vetrina a fare la ruota... Eppure. Credo che per un timido sia liberatorio scegliere se e quando mostrare qualcosa di sé, differendo l'impatto che hanno su di lui o lei le reazioni altrui. In qualche modo è una palestra interattiva virtuale che ti aiuta a metabolizzare "successi e insuccessi". I successi (MiPiace, commenti positivi , attenzione, seguito, ecc.) sono conferme e ti sostengono, e gli insuccessi (mancanza di interesse, commenti negativi, attacchi, e varie) hanno un impatto meno diretto e violento, e possono sempre essere recuperati. C'è il tempo di riformulare una frase, di trovare un aggancio, di fare un passo indietro o spiegarsi meglio. Tempo che un timido non ha, dal vivo, quando è nel pallone e si vede scorrere tutta la vita davanti. E resta lì come un beota.
    • Riccardo Mariani Non ho mai sostenuto che chi pubblica le sue foto su facebook (esempio) sia un narciso, attenzione. Forse è meglio dirla tutta: TUTTI noi abbiamo spinte narcisiste, il narciso è colui che non le sa controllare. Ora, facebook consente anche al non-narciso di dare sfogo alle spinte narcisistiche che cova in sé (come TUTTI chi più chi meno).

      Esempio fresco fresco. Hai presente le fototessere marghe/ric - vichi/sara che ho appena pubblicato? Bene, un attimo fa scendendo al bar con i colleghi degli uffici qui intorno per il cafferino postprandiale mi sarebbe piaciuto farle vedere anche a loro ma non è capitata l’ occasione propizia, il fatto è che tirarle fuori di punto in bianco e sbatterle sotto il loro naso senza un minimo di aggancio con la discussione in itinere è troppo anche per un quasi-narciso come me, capiterà il momento in futuro. Al contrario, non ho avuto alcun problema a pubblicarle su facebook senza dover attendere l’ occasione propizia (nessuno mi ha chiesto infatti “a chi somigliano le tue bambine?”). Il doppio standard che ho osservato è dovuto al fatto che (forse) non sono ancora un Narciso rifatto e quindi libero le mie spinte narcisiste su facebook dove sono autorizzato a farlo per un accordo implicito tra gli utenti mentre le controllo altrove, dove questa autorizzazione non esiste. Insomma, su facebook i non-narcisi – e ripeto: NON-NARCISI - possono comportarsi narcisisticamente. Evviva!
    • Jack Lupowitz come al solito, la mia ipersensibilità linguistica mi porta ad associare la parola "narcisismo" a disturbi e patologie gravi e distruttivi che conosco e ho conosciuto direttamente. Mi è più facile maneggiare parole come estroversione, esibizionismo, bisogno di attenzione ecc. ma siamo sostanzialmente d'accordo. L'importante è trovare sempre il tempo e il modo di ri-tararsi, come spiegava benissimo Vallauri in una delel puntate di CiA su natura e manufatto.
    • Davide Curioni C'è un problema di fondo: il tasto "mi piace". Questo è uno stimolo esplicito al narcisismo. Esistono persone patologicamente alla ricerca del "mi piace" (senza arrivare a quelli che curano le "pagine di link" e continuano a scrivere "cliccka mi piace", "condividimi", che secondo me sono disturbati). Lo vedo anche nel sito di fotografia cui sono iscritto. E' vero, il "mi piace" piace, specialmente quando arriva da persone qualificate, ma pubblicare alla ricerca del mi piace, quasi fosse un'elemosina, mi mette un po' di tristezza. Io poi, sapete bene, sono sempre stato un elitarista col coltello tra i denti, in trincea su internet, per cui l'eccesso "mi piace" lo vedo come sconfitta, come segno dell'esser sceso ai livelli di consenso popolare...