In altri termini, devono personalizzare tutto, anche quando il discorso ha senso solo se fatto “in generale”.
Non c’ è pensiero rigoroso che non ricorra a generalizzazioni e approssimazioni, e con questo non voglio dire che saper “leggere” una generalizzazione sia facile.
Sì, perché chi rifiuta d’ istinto le “generalizzazioni”, spesso, non sapendo bene cosa siano e come debbano essere trattate, si sente indebitamente offeso quando se le trova di fronte in tutta la loro apparente sgradevolezza.
Sui blog un po’ frettolosi come questo (ovvero compilati a tempo perso nella pausa caffé), capita spesso di fare affermazioni generali dal carattere molto forte.
Le DONNE sono meglio degli UOMINI nel fare X.
I BIANCHI sono meglio dei NERI nel fare Y.
I RICCHI svolgono meglio dei POVERI il compito Z.
E via dicendo.
Ma attenzione nel valutare come scioccanti queste uscite, si tratta pur sempre di classificazioni dalla valenza “statistica”, bisogna intendersi e saperle leggere.
Se dico che i “viola” adempiono al compito X meglio dei “verdi”, ho in mente quasi sempre una relazione del genere:
[sull’ ascisse misuro la prestazione e sulle ordinate le frequenze]
Ammettiamo adesso che “viola” corrisponda a “uomini” e “verde” a “donne”.
Ammettiamo poi che si misuri l’ attitudine a evitare errori da subjective validation.
Ebbene, in questo caso dire che “gli uomini (statisticamente) eludono meglio delle donne l’ errore da subjective validation” è perfettamente compatibile con l’ affermare che“esistono molte donne che eludono molto meglio di molti uomini l’ errore da subjective validation”.
P.S. Spero che i chiarimenti forniti siano utili anche ad apprezzare in rilassatezza la fulminante quanto famosa barzelletta: Lui: “voi donne personalizzate sempre tutto!”. Lei: “io no”.
DISCLAIMER RDP: Ragiona in termini di Distribuzione Probabilistica
DISCLAIMER RDP: Ragiona in termini di Distribuzione Probabilistica