giovedì 18 novembre 2010

Dalla nostra inviata preferita

Dalle frequenze di Radio Tre l' agenzia Austen, bruciando sul tempo l' agenzia Corona, ci ha puntigliosamente messo a parte degli affari privatissimi della Signorina Emma Woodhouse.

E' una fortuna poter contare su una simile inviata nel fascinoso pianeta degli affari altrui!

Non so come valuterà la torbida vicenda quel marpione del garante-Privacy.

Spero solo che l' eccitazione inconcludente tipica di ogni politico che si ritrova per un secondo al centro della scena globale, non sfoci nella schizoide legiferazione ad-minchiam così caratteristica di chi non sa che pesci pigliare. L' unico bell' effetto sarebbe quello di non arricchire nessuno impoverendo noi "origlianti" orbandoci dell' ultima consolazione.

So di gente che in pubblico inarca il sopraciglio puritano e si vanta di schifare certe porcherie intimistiche, gente che con iattanza sbandiera di non essersi mai chinata verso un innocente spioncino. Ma si tratta solo di sepolcri imbiancati, ve lo dico io.

Perchè poi, nel chiuso delle quattro mura, la vedi che prosciuga i succhi rilasciati dalla signorina Austen sorbendoli con un istinto famelico che in vita loro avevano riservato al solo latte materno.

E' gente che dietro la patina dell' altero disinteresse tiene tutti i radar ben azionati. E' gente di cui ogni giorno riceviamo notizia dall' Onda Verde: sono quei tali che intasano il traffico nella corsia opposta all' incidente.

Oppure si tratta semplicemente di gente sfortunata che non si è mai imbattuta nell' irresistibile profilo sinuoso del buco della serratura così come lo intaglia la signorina Austen. Eh sì! I suoi buchi della serratura sembra che ballino la danza del ventre.

Ah signorina Austen, lo so bene che avevi già spifferato tutto mettendolo nero su bianco secoli fa. Sono io che arrivo in ritardo, ostacolato dall' orgoglio viriloide che ruggisce e digrigna ogni volta che la disubbidiente manina non risponde più ai comandi e afferra un profumatissimo libro "da donna".

Mamma mia la Austen, che occhiuto e orecchiuto paparazzo, sempre nel vivo della conversazione, sempre a tempo nella sincopata danza borghese, sempre sulla notizia. Vive accosta alla bella cerchia della countryside albionica e da questa posizione di favore ci scandisce l' immarcescibile rito della mondanità di laggiù.

Io che sono un sempliciotto, spinto dalla mia fondamentale vocazione all' indifferenza e a lasciar correre, non ci arriverei mai ad isolare il principio attivo di quelle alchimie matrimoniali che la Signorina Austen invece ci serve così ben illuminate dai fari del suo set fotografico.

Con quel periodare leggiadro e ben tornito, la nostra inviata speciale, riesce a non impaludarsi nelle metafisiche proustiane vincendo anche la concorrenza di questo aspirante monopolista delle intimità più recondite.

Lo sparviero è un osso durissimo per chiunque si avventuri nell' impresa di esaurire il dicibile.

E così, dopo l' agenzia Corona, anche la snobbissima agenzia Proust è sbaragliata e deve cedere il passo.

Se mai dal parrucchiere avete sfogliato il rotocalco proustiano, vi sarete accorti che là dentro l' aria sembra ipercalorica, cosicchè pare si possa vivere solo di quella azzannandola di tanto in tanto.

Se invece hai la mala sorte di nascere donna in un libro della signorina Austen, attenta a te. Devi subito abbandonare ogni ispirata contemplazione per alzarti le maniche.

Ti tocca trottare bella mia, levarti la paglia, appassionarti di corsa al gioco combinatorio degli incontri mondani finchè non ti cattura la malia della pantofola, accasarti finchè hai qualcosa da mettere in vetrina, ricercare la sicurezza di una vita tranquilla finchè hai benzina con cui spingere in avanti la tua carcassa, inquadrarti nell' ambiente e renderti sempre presentabile finchè sei presentabile in potenza.

La scrematura è severa e in poche sopravvivono: quelle in cui la passione regge la coda alla virtù, quelle in cui ogni slancio è illuminato dal buon senso e dall' immanente ironia, quelle in cui i modi pronti e decisi, privi d' artificio, vanno a braccetto con i complimenti studiati, quelle che sanno parlare senza aprire bocca. Quelle che sanno lubrificare scovando dove si annida la ruggine. Quelle come la signorina Emma.

***

Adesso la protagonista del jet set deve fare qualcosa di decisivo (forse ha dimenticato il sugo sul fuoco) e corre via più veloce del vento e della Vento, i segugi "minori" sgommano reattivi mettendosi sulle sue piste, ma presto sbandano perdendo ogni traccia. Puoi sentire da lontano il loro confuso abbaio ormai rotto e immotivato.

Nel momento in cui i teleobbiettivi di Corona vagolano sbalestrati, ecco scattare le molle della signorina Austen che scende in campo risoluta: le sue competenti ricerche nasali inquadrano la vittima nel mirino, poi si butta per le fratte finchè, con un a-fondo magistrale, abborda l' eroina costringendola a rilasciare subito dettagliatissima intervista.

Ma che sia dettagliatissima, che si vada a fondo, che si affronti e dipani ogni cavillo, vogliamo l' encefalogramma, vogliamo un po' di pornografia (dello Spirito). E che sia pronta in coincidenza con il nostro prossimo appuntamento dal parrucchiere.

Puritani, Censori, Garanti, Metafisici, Maschioni viriloidi, Proustiani, Paparazzi coronati! Non rompete gli zebedei e lasciateci leggere in santa pace.