domenica 7 novembre 2010

Meditazione sul Vangelo del 7.11.2010

Vangelo secondo Matteo 25, 31-46

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Il Vangelo di oggi esprime con parole tonitruanti concetti in realtà pacifici per l' Uomo Moderno. Ovvero, è possibile e doveroso compiere una selezione tra i comportamenti umani, e, in ultima analisi, tra gli uomini stessi.

Chi crede ed ascolta la parola, è avvisato: questo compito spetta a Dio. Il moralismo non è altro che la petulanza di chi trascura questo insegnamento.

Ma la Parola di oggi aggiunge qualcosa, ci parla del "fratello più piccolo".

Dice il Figlio di Dio: "cio' che avete fatto al "fratello più piccolo" lo avete fatto a me".

Il "fratello più piccolo" è l' uomo più umile: anch' egli possiede una dignità regale ed offenderla è come offendere Dio.

Tutti gli uomini sono accumunati da pari dignità, e i più umili non sono esclusi.

Ecco allora dispiegarsi la dimensione evangelica dell' Uomo: diverso nei meriti (arrivo), uguale in dignità (partenza).

Quale pensiero riesce a coniugare in modo altrettanto armonioso diseguaglianza sostanziale (esito) ed eguaglianza formale (diritti)? Io propongo come candidato il pensiero libertario.