mercoledì 19 dicembre 2007

Anatomia ottimista del male italico

Il male non esiste allo stato puro nella storia.

Ci tocca lo sforzo di discernere.

Per chi oggi non volesse imbrattarsi con le polveri del ventesimo secolo osservato di sguincio nella sua prima metà, restano pur sempre a disposizione gli anni settanta, il punto più basso della parabola italiana. Il momento in cui la nostra povera socità ha ricevuto in dono una tenacissima imbragatura che la atrofizza ancora oggi.

In una serie di trasmissioni li rievoca l' angosciato e scrupoloso Maurizio Zampa. Ogni puntata è dedicata ad un ospite.

Proviamo ad accompagnare questo sforzo radiofonico cercando di isolare nelle parole che ascoltiamo il sintomo in grado di segnalarci come il virus malefico di quella annata sia stato inoculato nella società.
















  1. 26/11 Marco Baliani,attore. Poichè nel corso delle lunghissime okkupazioni universitarie non si sa che fare e l' Assemblea è un luogo noioso dove si reitera continuamente uno sciatto ascetismo, nasce l' esigenza della creatività. Ma da una madre con un simile patrimonio genetico quali saranno le virtù dei figli?











  2. 27/11 Cristina Comencini, scrittrice Regista. I settanta come dio comanda: politica, politica...e politica. Senza capirci niente. Chi la sparava più grossa era "più avanti". Dell' amore si parlava di nascosto. Non stava bene. Al limite nei gruppi di autocoscienza femminile, dietro la cortina del separatismo corazzato richiesto dal rituale, qualche parola poteva sfuggire. Ma quanto opprimeva ed isolava la sicurezza offerta dalle famiglie borghesi. Per fortuna che durante l' occupazione delle case ci si imbatteva in qualche proletario in grado di slargare l' orizzonte rattrappito di noi figli di papa'.










  3. 28/11 Marco Belpoliti, saggista docente universitario. Esaltazione del dissenso e della sovversione continua. Ma il dissenso a tutti i costi porta dritti dritti alle castrazioni intellettuali tipiche del pensiero utopico. Naturalmente Pasolini come padre di tutti i dilettantismi ispirati. "Collettivo" era la parola d' ordine che configurava ogni azione e calcificava nei discorsi il "noi" come unico pronome ammesso.










  4. 29/11 Roberto Romei, avvocato e docente universitario di diritto del lavoro- Si parte subito sparati con la teoria dei Bisogni e la conseguente pratica dell' esproprio proletario rivendicato come momento creativo. Poi ci sono le solite femministe, che non dovevi sbagliare parola e stare in loro compagnia era come camminare sulle uova. Ma questo è folklore, presto Romeo trova la sua via e passa al sodo: illuminato da Rodotà e Giugni vede chairo cosa sia il diritto, non semplice riferimento per dispensare la giustizia, ma strumento per servire - pardon - per tutelare "interessi ben precisi". La politica - quindi la forza - al centro di tutto sempre. La macchina migliore per risolvere i problemi. Anzi, l' unica. La chiusa è sempre la stessa: tanti errori ma anche tanti sogni, tutti con un solo oggetto: la realizzazione in terra del socialismo. Ma non è più romantico un bel sogno pornografico? Per fortuna che la capacità di indignarsi contraddistingue ancora oggi l' appartenente al Movimento. Una capacità che però all' improvviso soffoca nei cavilli non appena deve giudicare il funesto retaggio da cui è nata.










  5. 30/11 Paola Mastrocola, scrittrice- Non le piace il "collettivo", predilige il "piccolo", il "limitato". Forse è già proiettata sul "gretto individualismo degli anni 80". Sogna con la poesia più visionaria e quindi difficilmente finisce nel crogiolarsi con l' ideale etico-estetico della società socialista. La politica le giunge origliando qualche TG dalla TV rimasta accesa, per il resto nemmeno si accorge di vivere negli anni 70. Se non fosse per l' incontro altamente istruttivo con l' atmosfera tra il burocratica e l' agghiacciante di un' Assemblea universitaria. Inoltre, non ne parliamo neanche, vuole scrivere e farsi capire. E' un imperdonabile istinto "produttivo" su cui i suoi colleghi artisti - impegnati a ciclostilare versi incomprensibili, quindi "contro" - non possono sorvolare.










  6. 3/12 Riccardo Iacona, giornalista- Dams, ovvio. Chi oggi ci parla dal microfono della TV di tutti, a 14 anni già faceva vita di sezione. In quel PCI dove la qualità contava, mica come quelli di oggi che lui ha smascherato in "Pane & Politica". Il meglio della vita intellettuale orbitava intorno a quel sole. E se il 77 lascia strascichi di incertezze è proprio perchè occasionalmente è arrivato a profanare quell' altare di Partito dove Iacona aveva assiduamente pregato ginocchioni. Poi l' incontro con la TV di tutti (Rai 3) e con i maestri di tutti: Barbato e Augias. Poi su, su, su. Fino a toccare quel bene comune di Santoro.






  7. 4/12 Ignazio Marino senatore, medico chirurgo- In pratica segue passivo il binario unico che lo assimila ai precedenti. Ha però la virtù diplomatica di ripetere gli slogan con contrazioni facciali che lo rendono sofferente impetrando il perdono. Quindi, l' aborto come conquista di civiltà ovviamente. Segue puntuale lacrimuccia di pragmatica tanto per dare il contentino. Le parole d' ordine sono rigorosamente vuote: "equità", "...chi ha ricevuto meno...". In effetti, avendo riconosciuto la pasta d' uomo, riempirle sarebbe superfluo. Gran finale per chi facesse il sordo e non l' avesse ancora capito: lui non è come tutti gli altri. Lui non fa un mestiere come tutti gli altri. Lui è un missionario e la sua è una missione. Forse la sanità italiana, così come la scuola, è troppo intasata dai missionari per funzionare a dovere.










  8. 5/12 Francesca Corrao, docente Lingua e letteratura araba Univ. Orientale di Napoli-










  9. 6/12 Marco Lodoli, scrittore-










  10. 7/12 Guido Dotti, Monaco Monastero di Bose-










  11. 10/12 Felice Casson, magistrato-










  12. 11/12 Gianni Dessì, artista-










  13. 12/12 Marzia Barbera, docente Universitaria-










  14. 13/12 Marco Tarchi, docente Universitario-










  15. 14/12 Marco Paolini, attore-










  16. 17/12/ Eraldo Affinati , scrittore -










  17. 18/12 Milena Gabanelli , giornalista - Laureata al DAMS, buono a sapersi. Abbiamo formalmente la conferma che non sa di cosa parla nelle sue pompate inchieste. Quelle che il più delle volte si concludono con un, "e allora?"










  18. 19/12 Stenio Solinas , giornalista -










  19. 20/12 Tonino Acclavio , operaio-










  20. 21/12 Tano D'Amico , fotografo