venerdì 22 novembre 2019

ANCHE GESU' NEL SUO PICCOLO S'INCAZZA

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ANCHE GESU' NEL SUO PICCOLO S'INCAZZA
"... succede spesso che, al fine di attrarre più facilmente coloro che si differenziano da lei, la Chiesa Cattolica finisca per modellare i suoi insegnamenti più in accordo con lo spirito del tempo e rilassare parte della sua antica severità facendo alcune concessioni alle nuove opinioni. Molti arrivano a pensare che queste concessioni dovrebbero essere fatte non solo riguardo ai modi di vivere, ma anche riguardo alle dottrine che appartengono al deposito della fede. Sostengono che sarebbe opportuno, al fine di guadagnare il favore di chi vive lontano dalla nostra fede, omettere alcuni punti del suo insegnamento e comunque attenuare il significato che la Chiesa ha sempre attribuito a loro..."
Queste parole sono quelle con cui Leone XII esorcizzava il vizio dell' "Americanismo". Mi sembra che non siano poi così superate: l'eterna dannazione, la necessità della conversione alla fede cattolica, l'immoralità della contraccezione e molte altre dottrine impopolari non sono molto discusse, sono piuttosto "coperte", ammorbidite e de-enfatizzate nelle rare occasioni in cui vi si accenna.
Purtroppo, la "mitezza" inoffensiva non è in l'essenza del cristianesimo, anche se questa è un'idea che persino molti ecclesiastici sembrano aver fatto loro, cio' è evidente dagli innumerevoli sermoni melensi che si sentono sull'amore di Dio, l'accettazione e il perdono, mai un riferimento al giudizio divino o agli insegnamenti morali più fastidiosi - e che, proprio per questa ragione, hanno più bisogno di essere ripetuti. Ed è evidente anche nella tendenza dei moderni vescovi cattolici di enfatizzare il dialogo e il terreno comune piuttosto che la conversione, l'ortodossia e la precisione dottrinale.
Che la mitezza abbia un suo posto di prima fila in una fede ordinata non c'è dubbio. Ma c'è anche il Cristo che rovesciò con rabbia le tavole dei cambiavalute, che insegnò un codice morale più austero di quello dei farisei e che minacciò peccatori non pentiti con la fornace ardente, che evocava i gemiti e il digrignar dei denti, non esattamente l'emblema dell'accettabilità sociale.
Non voglio dire che i cattolici caramellosi di oggi non siano in grado di covare rabbie e rancori, dico solo che sarebbe meglio li riversassero sul peccato anziché su chi esprime dubbi circa il loro perenne sorriso stampato.
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giovedì 21 novembre 2019

GORGONZOLA

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GORGONZOLA
Hai paura dei cani? Chiuditi nella gabbia del pitbull! Temi gli aerei? Fatti un volo intercontinentale! Sei claustrofobico? Vai su e giù con l'ascensore per tutto il giorno! Hai paura dell'acqua? Fatti scaraventare in piscina dall'istruttore! Provi un senso di repulsa per i formaggi freschi? Chiudi gli occhi e ingoiati un fettone di gorgonzola!
Guarirai.
Si chiama Teoria dell' Esposizione (TE).
Almeno secondo i manuali, la TE è il trattamento ad oggi più efficace per ansia, disturbo ossessivo compulsivo, stress post-traumatico e problemi simili.
Eppure la maggior parte dei terapisti non la usa. Perché?
Forse i pazienti pensano che la cura (TE) sia peggiore della malattia. Ma questa spiegazione non regge: i tassi di abbandono sono simili per tutti i trattamenti principali.
Ecco un'ipotesi alternativa: i terapisti, come altri dottori (fortunelli), hanno un sacco di margine per agire visto che i pazienti si fidano di loro e - fintanto che sono coperti - nemmeno devono preoccuparsi dei costi. Paga la mutua. In tali circostanze, è naturale che si concentrino sulle tecniche più gradite piuttosto che su quelle che funzionano. E la terapia dell'esposizione, diciamocelo francamente, è piuttosto sgradevole. Molto meglio passare un'ora in empatia con il proprio paziente piuttosto che metterlo di fronte alle sue paure. Se poi, come effetto collaterale, i tuoi pazienti continuano a tornare da te perché si sentono ancora ansiosi, ancora meglio

PERCHE' IL VINO SI'?

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PERCHE' IL VINO SI'?
Non vinceremo mai la lotta per liberalizzare le droghe. Mai.
Il problema sono i nostri compagni di strada, gente che non spende una parola su quanto le droghe siano pericolose, minacciose, terribili e in grado di rovinare la vita di un giovane. Che non lo facciano è comprensibile poiché - non essendo liberali - il loro primo istinto di fronte a pratiche "pericolose, minacciose, rovinose e terribili" sarebbe quello di proibire.
La droga non puo' essere liberalizzata senza una cultura negativa della droga, e questi "compagni di strada" fanno di tutto per ostacolarne la promozione.
Continuano invece a ripetere che combatteremo le mafie. In parte vero, ma è più probabile che le mafie investiranno in attività legali (come già fanno), oppure che rispondano abbassando i prezzi e proponendo sostanze più forti e letali. Il legame tra crimine e mafia non è solo di interessi ma anche psicologico: il criminale e il drogato sono tipi affini, entrambi sempre in cerca di gratificazioni immediate. Fatevi un giro nei legalissimi postriboli di Lugano e delibate l'umanità in circolo per quei corridoi. In prevalenza brutti ceffi, gente che venderebbe la mamma per un fiorino, gente a cui importa molto relativamente se quei posti siano o meno "legali",
Continuano poi a ripetere che i drogati non aumenteranno. Falso, senza un robusto stigma sociale su queste pratiche i drogati aumenteranno. Persino nel tanto esaltato Portogallo ad ogni piccolo segno di crisi economica i drogati esplodono. Ma "loro" si ritraggono alla parola "stigma", lo associano d'istinto allo stereotipo discriminatorio! Ah, con questa gente non si fa molta strada sulla via della libertà.
No. L'unico argomento robusto per liberalizzare è quello del vino: perché il vino sì e il resto no? Ecco, questo argomento è buono. E' buono perché la risposta illumina: del vino abbiamo una cultura (plurisecolare), della droga no.

QUANDO LE TALPE COSTRUIRONO LE PIRAMIDI

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QUANDO LE TALPE COSTRUIRONO LE PIRAMIDI
La ricetta liberale contro i fake è semplice: così come la stampa ideologizzata si combatte con altra stampa ideologizzata, le fake news si combattono con le fake news.
Niente censure.
Ma funziona? Qui, oltre a ripetere i Sacri Principi, ho un'esperienza di prima mano.
Da adolescente, per un po' mi sono appassionato alla pseudo-storia. Ciò che mi ha sbalzato fuori da questo ambito non è stato certo il puntiglio e la sobrietà dei frigidi storici accademici, gente che si mettevano a testa bassa per sfatare complotti e illuminare i pseudo-misteri dei simpaticissimi "visionari". Questi impolverati soloni mi sembravano più che altro dediti alla difesa di una loro riserva, corrispondevano perfettamente al ritrattino antipatizzante fatto dai "creativi". No, la loro acribia non ebbe alcun effetto su di me. Fu invece decisiva la moltiplicazione di pseudo-storie reciprocamente esclusive che alle mie orecchie ingenue suonavano tutte ugualmente plausibili: le Piramidi non potevano essere costruite da Atlantidei, Lemuriani e talpe allo stesso tempo! A quel punto sono stato in grado di fermarmi, rilassarmi, mettere tutto meglio a fuoco e rendermi conto che c'era qualcosa di sbagliato nei miei processi mentali, qualcosa su cui lavoro ancora oltre 30 anni dopo.
QUANDO LE TALPE COSTRUIRONO LE PQUANDO LE TALPE COSTRUIRONO LE PIRAMIDI

TUTTI A LAS VEGAS CON LA TUA CARTA DI CREDITO

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TUTTI A LAS VEGAS CON LA TUA CARTA DI CREDITO
La storia delle crisi finanziarie parla chiaro e si ripete: la risposta a un grande fallimento della regolamentazione finanziaria è... più regolamentazione finanziaria.
La banca centrale, per esempio, nasce dopo le crisi di inizio XX secolo. Risultato? Crisi ancora più acute, con il ben noto apogeo raggiunto nell' america alla fine degli anni venti. Successivamente si è pensato bene di assicurare i depositi dei correntisti. Ma offrire depositi assicurati ai banchieri è come inviare tuo cognato a Las Vegas consegnandoli la tua carta di credito. Il governo allora ha iniziato a regolamentare nel dettaglio la struttura del capitale detenuto dagli istituti di credito. Ma, ti svelo un segreto, chi sta a Las Vegas con la tua carta di credito diventa incredibilmente creativo pur di spassarsela, e così ripartono le crisi.
Dall' Illinois Continental alla crisi dei risparmi e dei prestiti, alle crisi dell'America Latina e del Sud-Est asiatico, a LTCM e Bear Stearns, e infine alla grande crisi del 2008, la storia si è sempre ripetuta: la politica salva grandi classi di creditori, aggiunge restrizioni nel vano tentativo di interrompere la spirale dei rischi sempre più creativi e concentra il potere nelle mani di un regolatore assumendo che possa vedere il futuro in anticipo. Nel frattempo si catechizza la folla dicendo che i guai appena passati mai e poi mai si sarebbero ripetuti. Dodd Frank, e la politica "macroprudenziale" di oggi non sono roba nuova, sono vecchie toppe dimenticate messe sulle ultime falle nello scafo della nave che imbarca acqua.
Un'idea alternativa in realtà esiste dagli anni '30. Le crisi finanziarie si identificano con la corsa agli sportelli: chi prima arriva si salva, dopo che la banca fallisce chi non corre resta con il cerino in mano. La soluzione allora è semplice: consentire alle banche di ottenere la maggior parte dei loro fondi emettendo azioni e obbligazioni a lungo termine. Roba che non fa correre nessuno. Stop alle gare, stop al panico. Tali banche non necessitano di regolamentazioni sulla struttura di capitale o protezione dalla concorrenza, poiché semplicemente non possono fallire. Il risparmio a breve sarebbe detenuto da casse di deposito - magari gestito dalle stesse banche - che si limitano a "detenere", con i tassi di oggi la differenza non sarebbe certo traumatica.

mercoledì 20 novembre 2019

PREZZI DROGATI

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Riccardo Mariani
Adesso
PREZZI DROGATI
Di fronte a un prezzo esoso fatti quattro domande:
1) Il bene è uno status symbol?
2) Il governo sta sussidiando la domanda con agevolazioni?
3) Il governo sta restringendo l'offerta con regolamentazioni?
4) Il governo sta facendo sia 2 che 3?
Ecco, basta un sì a uno qualsiasi di questi punti e i prezzi stranamente elevati cessano di essere strani. Pensate solo a sanità e scuola.
PREZZI DROGATI
Di fronte a un prezzo esoso fatti quattro domande:
1) Il bene è uno status symbol?
2) Il governo sta sussidiando la domanda con agevolazioni?
3) Il governo sta restringendo l'offerta con regolamentazioni?
4) Il governo sta facendo sia 2 che 3?
Ecco, basta un sì a uno qualsiasi di questi punti e i prezzi stranamente elevati cessano di essere strani. Pensate solo a sanità e scuola.