venerdì 8 ottobre 2010

Super Mario

Mario Vargas Llosa ha vinto il Nobel per la letteratura. Lo scrittore peruviano coltiva una passione politica mai sopita, spesso esterna sui media di tutto il mondo. Si è persino presentato alle elezioni.

La cosa, considerato anche il fresco Nobel, potrebbe far tremar le vene ai polsi di molti, invece:

"... difendo il capitalismo come sistema più efficiente e corretto rispetto al socialismo, come il modo migliore per salvaguardare la libertà delle persone. Vedo nella libera impresa il traino dello sviluppo, vedo nella "cultura del successo" un buon antidoto contro la "cultura del risentimento" e contro lo Stato invadente tanto caro ai pensatori che più combatto: marxisti e conservatori..."

Qualcuno puo' pensare che ne esca malconcia la teoria per cui il grande artista è sempre in affanno quando chiamato a farsi un quadro della società che lo accoglie.

Ma forse non è così, in fondo l' unico romanzo che ho preso in mano del buon Mario l' ho poi abbandonato in preda alla noia. Dopodichè tra noi non c' è stato più niente.

P.S. mi sia qui consentito ricordare, accanto a Super Mario, suo figlio Alvaro, una delle menti più brillanti del disgraziato continente latinoamericano.

giovedì 7 ottobre 2010

Limitarsi ai test in entrata

I test somministrati agli studenti delle scuole possono essere invalidi e/o inaffidabili.

Attenzione a non confondere, faccio solo due esempi per chiarirmi.

Quando pesavamo la Marghe avevamo una bilancia che indicava delle cifre sballate (invalide), non avevamo nessuna idea di quanto pesasse realmente la cucciolotta. Ma questo non ci importava, sapevamo infatti che la bilancia era affidabile e i vari pesi riscontrati nel tempo erano confrontabili. Era sufficiente.

Chissà cosa misura il QI. Di sicuro è affidabile. In altri termini: il QI misura qualcosa di preciso, non si sa se sia l’ intelligenza di una persona ma è comunque qualcosa di ben identificato.

Morale: un test inaffidabile è anche invalido ma non viceversa.

Un test invalido non misura l’ oggetto corretto. Un test inaffidabile commette degli errori di misura.

Ma i test possono essere soggetti ad altre distorsioni (bias). Se il candidato si emoziona rende meno, per esempio. Una preparazione mirata ai test è truffaldina in certi contesti.. Per non parlare dell’ “aiutino” che puo’ provenire da un “somministratore interessato”..

Anche elaborare una “scala” che dia rappresentazione fedele dei risultati ottenuti è pressoché impossibile.

Daniel Koretz è l’ uomo migliore per sviscerare al meglio le quattro difficoltà.

Io mi son fatto l’ idea che i test debbano essere impiegati all’ inizio piuttosto che alla fine del “trattamento” scolastico. Ma tale dovrebbe essere l’ uso di ogni esame. Il giudizio finale lo dà solo l’ ambiente destinato ad ospitare l’ “educato”.

Daniel Koretz – Measuring up – Harvard press

Giochi di parole sulla pelle dei poveri

Con i numeri spesso si esagera. I governi si autoelogiano
parlando del recupero di evasione fiscale, la Polizia elenca con orgoglio la
refurtiva sequestrata... ma a volte i motivi delle esagerazioni sono meno palesi.
E' difficile sentire la Chiesa dire che i poveri stanno diminuendo; o sentire la
Fao dire che le persone scarsamente alimentate stanno calando; o l' Oms
minimizzare i rischi di una pandemia; o l' IPCC rassicurarci sul riscaldamento
climatico... Perchè la Caritas, nella conferenza stampa dell' 11.2.2010,
preferisce denunciare l' esistenza di 8 milioni di poveri piuttosto che dire le
cose come stanno, ovvero che i poveri in Italia non superano i 3 milioni? Una
risposta molto semplice è che le grandi istituzioni benefiche vivono di sussidi;
se vuoi massimizzare i sussidi devi convincere governi e privati dell' urgenza
del problema, amplificare le cifre è innanzitutto una strategia di fund raising.
Una seconda risposta è che spesso chi si sente paladino di una giusta causa
pensa che ingigantirne le dimensioni aiuti a sensibilizzare l' opinione pubblica
suscitando indignazione e rivolta morale... ma questo modo di procedere è molto
rischioso: innanzitutto altera le priorità in campo (le cause nobilissime
abbondano), poi perchè, proprio per "cambiare il mondo", sarebbe meglio darne
una rappresentazione fedele... da ultimo: non è che questa "bolla" del male
anzichè instillare una "rivolta morale" finisce per procurare
rassegnazione?
Luca Ricolfi - Illusioni italiche

Mi raccomando, non pensiate che distorsioni numeriche in tema di povertà si presentino nella candida veste della "bugia".

Il demonio è più sofisticato e in questi casi diventa decisiva la perversione del linguaggio.

Il postgiudizio

Il fatto che il senso comune non sempre funzioni a dovere è una manna per gli scienziati sociali, e in particolare per i sociologi, che a quanto pare hanno maturato una speciale passione per le scoperte sorprendenti... Tuttavia, il caso più interessante è quello in cui succede esattamente l' inverso: lo studioso cerca di smentire le opinioni della gente, ma è lui che si sbaglia... puo' succedere infatti che il senso comune abbia sostanzialmente ragione e chi tenta di smontarne i pregiudizi abbia sostanzialmente torto... Facciamo un esempio: la gente crede che gli immigrati siano più pericolosi degli italiani e che gli immigrati irregolari siano particolarmente pericolosi. Politici e studiosi (non tutti naturalmente) si affannano a combattere questo "pregiudizio", considerato odioso e discriminatorio. Ma come stanno le cose? Il tasso di criminalità presso gli immigrati è tre volte e mezzo quello degli italiani... il tasso di criminalità presso gli irregolari è di 28 volte e mezzo quello degli italiani... A quanto pare non si tratta di "pregiudizi" ma di "postgiudizi".

Luca Ricolfi - Illusioni italiche -

mercoledì 6 ottobre 2010

Felici nella fede

Gli studi sulla felicità sono sempre sibillini, è difficile indagare un sentimento tanto intimo.

Forse solo il suicidio smaschera le molte ipocrisie, per questo mi sembra giusto dare la precedenza agli studi che se ne occupano.

Sembra che la religiosità (monoteista) delle persone le difenda effettivamente da quella disperazione che conduce al suicidio.

http://epiphenom.fieldofscience.com/2010/10/suicide-age-and-poison.html

http://epiphenom.fieldofscience.com/2010/10/religion-and-suicide-patchy-global.html

In che cosa la scienza ricorda la Religione?

Nello scarso potere che ha quando è chiamata a smontare le credenze altrui.

martedì 5 ottobre 2010

Kant e Darwin

Secondo Kant il mondo presenta un ordine e questo semplice fatto, sebbene non dimostri alcunchè, spinge la nostra intelligenza a pensare l' esistenza di un Dio ("... by the constitution of our cognitive faculties...we are absolutely incapable of forming any concept of the possibility of a purposively ordered world unless we think a highest cause operating designedly..."). Darwin invece ci spiega come l' ordine possa emergere dal caos. Non sappiamo cosa pensasse Darwin circa l' esistenza di un Progettista. In fondo perchè mai Kant e Darwin dovrebbero essere incompatibili, il Dio kantiano per perseguire l' ordine di cui sopra potrebbe essersi servito dei mezzi così ben illustrati da Darwin. Il fatto è che gli argomenti di Kant sono di ordine cognitivo, gli argomenti di Darwin sono empirici, non potranno mai scontrarsi finchè noi non stabiliamo in che rapporto sono tra loro "ragione" ed "esperienza".

Sean Greenberg

Perchè Giuliano Ferrara non riesce a starmi antipatico

Perchè in fondo lui lo sa... non lo fa quasi mai ma in fondo è uno dei pochi che lo ammette...

... e lo dice chiaramente, per esempio in questo editoriale:

"...tutti sanno che le migliori idee dopo il New Deal sono venute dalla destra liberista e libertaria, che si tratti di tasse, libero commercio, promozione dei consumi, analisi sociale, filosofia dell’autonomia individuale, della responsabilità e della libertà del cittadino...»

lunedì 4 ottobre 2010

Recensione al Vangelo del 3-10-2010

Mi piacerebbe spendere ogni settimana un paio di parole sul "Vangelo" che verrà commentato in Chiesa nel corso della liturgia domenicale. Una specie di rubrica fissa, e chi vuole prendere la staffetta si accomodi.

La mia non potrà mai essere una riflessione volta ad enfatizzare i valori evangelici nel quadro dell' Ortodossia, chi vuole ascoltare qualcosa del genere è giusto che vada a Messa.

Mi interessa piuttosto una breve analisi che consenta di vedere come una Voce tanto antica come quella delle Sacre Scritture sia in grado di stimolare anche l' intelligenza contemporanea e secolarizzata, a patto che quest' ultima sia disposta all' ascolto evitando la fuga nella caricatura.

Mi atterrò al rito ambrosiano, qui avete a disposizione la Parola di Domenica 3 Ottobre, val la pena di leggerla poichè in seguito ho intenzione di chiosare proprio quel testo.

Il Vangelo talvolta esprime messaggi dalla radicalità sconcertante, questo che abbiamo davanti è proprio un caso esemplare. Chiunque ascolta le parole di Luca reagisce d' istinto con un "ma non esagerari per favore!...".

A conferma che non siamo di fronte ad iperboli, il Celebrante ha ribadito che quelle parole che sembrano così sprezzanti nei confronti di ogni buon senso vadano intese alla lettera. Ha aggiunto, bontà sua, che nessuno di noi sarà mai all' altezza di osservare in simile comando, a meno che non sia assistito dalla Grazia.

In questo senso il Don che predicava coglie nel Vangelo una radicalità ancor più spinta di quella che ero pronto a concedere.

Secondo me, infatti, esistono non poche persone in grado di altruismi tanto estremi. Esistono eccome.

Forse nel loro caso la Grazia nemmeno è necessaria. Forse neanche il cattolicesimo è necessario per sviluppare un amore tanto ardente verso il prossimo (nemico compreso). Il comando dell' amore, poi, è comune a molte forme di spiritualità, anche anteriori al cristianesimo.

Cosa ci dice allora di specifico il cristianesimo? Qual è il ruolo della Grazia che anche una mente secolarizzata deve giocoforza ammettere?

Mi siano consentiti un paio di rilievi utili per la conclusione che seguirà.

Quando vedo una persona che "perdona ed aiuta il suo peggior nemico" non posso ancora dire di essere di fronte ad un altruista. Sembra strano ma se ci pensate bene è proprio così.

Quando sono davanti a chi licenzia i suoi dipendenti non posso ancora dire di essere di fronte ad un egoista.

Nel primo caso potrei avere a che fare con un esibizionista per cui il "perdono" offre un allettante palcoscenico; per lui non si tratta di un sacrificio bensì di un godimento, in questo caso l' atto di perdono potrebbe essere ricercato come forma di un po' perversa di piacere e quindi di egoismo.

Nel secondo caso potrei trovarmi di fronte ad una persona riluttante nel dar corso alla sua decisione ma consapevole di farlo per il bene dell' azienda ed in ultima analisi della società.

Questi sono due casi particolari che danno solo un' idea di quello che ho in mente.

Ma quello che ho in mente puo' essere illustrato in una forma più generale.

Gli economisti ipotizzano nei loro modelli che l' Uomo sia un egoista razionale. Sono forse degli scettici realisti? No, optano per quella soluzione solo perchè garantisce un' analisi più potente.

Fateci caso, i loro modelli sono in grado di non escludere pratiche altruistiche. I comportamenti altruistici, infatti, possono SEMPRE essere spiegati in termini egoistici.

Fatemi un esempio di gesta generose e vi riformulerò la storiella in termini egoistici. Nulla di più facile, basta fare delle assunzioni ad hoc sull' interiorità del protagonista.

In altre parole: l' altruismo è un modo dell' interiorità e non ha molto a che vedere con le azioni messe in campo; se ci limitassimo a quelle nulla vieterebbe di interpretarle in termini egoistici.

Ma chi ha accesso all' interiorità più recondita del nostro animo? Chi puo' giudicare se una pratica è egoista o altruista? Nessuno, a volte nemmeno l' interessato: chissà quante volte dietro un "Buono" si nasconde un "Narciso"! Chissà quante volte il "Narciso" si crede un "Buono"! Basta rinunciare all' introspezione per ingannarsi.

Nessuno, dunque. Tradotto nel linguaggio del cristianesimo: nessuno tranne Dio.

Tutto cio' ci porta allo specifico del cristianesimo: fai il bene e non giudicare.

La Grazia è concessa all' uomo per fare il bene ma non esiste per lui una Grazia sufficiente che lo renda in grado di giudicare il prossimo.

Ecco un messaggio, questo sì, che è solamente e autenticamente cristiano.

Mi sembra infine di poter dire che il Vangelo che abbiamo letto è da interpretare molto più come un' ingiunzione all' animo che non un invito a specifiche azioni. In questo senso e solo in questo senso il Cristiano parla dicendo parole che nessuno ha mai detto prima.

***

Bene, qualcuno ha forse voglia di prendere la staffetta e di commentare la Parola di settimana prossima e reperibile al link sopra?

Università in subbuglio

Università: tempo di riforma, tempo di manifestazioni.

Anche stamattina, un po' ovunque, Università in subbuglio.

Da dove partire per capirci qualcosa senza perdere troppo tempo? Avanzo una proposta.

Ma è poi vero che l' Italia mette poche risorse nella sua Università? La spesa per studente sembrerebbe appoggiare quasta recriminazione ma Roberto Perotti ha scritto un libro, - L' Università truccata - che piace tanto alla Destra ma che dovrebbe leggere anche la Sinistra, in cui si fa notare come, considerando solo gli studenti che frequentano, la spesa per singolo studente balza ai primi posti. Se poi vogliamo dare peso alla spesa per laureato, allora le cose peggiorano ulteriormente; notiamo infatti l' estrema improduttività dei fondi stanziati dal nostro paese nell' istruzione superiore. Qualcuno è autorizzato a trarre considerazioni paradossali: l' Italia spende poco per l' Università ma, se operasse oculatamente, dovrebbe spendere ancor meno per evitare di buttare risorse in un pozzo nero. Una conclusione più meditata ci porta a dire invece che l' Italia spende poco ma è bene che lo sforzo prioritario in questo campo sia innanzitutto quello di migliorare l' efficienza della spesa. Le lamentele dei Rettori hanno un senso ma nel nostro Paese non appaiono certo prioritarie prioritarie.

Luca Ricolfi - Illusioni italiche

Tassare i ricchi

Perchè è solo populismo?

Perchè, per quanto sia vero che un ricco puo' permettersi uno sforzo in più, probabilmente lavorerà meno.

E quando un ricco lavora un pochino meno, molto spesso una marea di poveri non lavora per niente.

http://www.nytimes.com/2010/10/10/business/economy/10view.html

Estremismo numerico

Con i numeri spesso si esagera. I governi si autoelogiano
parlando del recupero di evasione fiscale, la Polizia elenca con orgoglio la
refurtiva sequestrata... ma a volte i motivi delle esagerazioni sono meno palesi.
E' difficile sentire la Chiesa dire che i poveri stanno diminuendo; o sentire la
Fao dire che le persone scarsamente alimentate stanno calando; o l' Oms
minimizzare i rischi di una pandemia; o l' IPCC rassicurarci sul riscaldamento
climatico... Perchè la Caritas, nella conferenza stampa dell' 11.2.2010,
preferisce denunciare l' esistenza di 8 milioni di poveri piuttosto che dire le
cose come stanno, ovvero che i poveri in Italia non superano i 3 milioni? Una
risposta molto semplice è che le grandi istituzioni benefiche vivono di sussidi;
se vuoi massimizzare i sussidi devi convincere governi e privati dell' urgenza
del problema, amplificare le cifre è innanzitutto una strategia di fund raising.
Una seconda risposta è che spesso chi si sente paladino di una giusta causa
pensa che ingigantirne le dimensioni aiuti a sensibilizzare l' opinione pubblica
suscitando indignazione e rivolta morale... ma questo modo di procedere è molto
rischioso: innanzitutto altera le priorità in campo (le cause nobilissime
abbondano), poi perchè, proprio per "cambiare il mondo", sarebbe meglio darne
una rappresentazione fedele... da ultimo: non è che questa "bolla" del male
anzichè instillare una "rivolta morale" finisce per procurare
rassegnazione?
Luca Ricolfi - Illusioni italiche

Mi raccomando, non pensiate che le rappresentazioni infedeli in tema di povertà si presentino nella candida veste di "bugie".

Il demonio è più sofisticato e in questi casi diventa decisiva la perversione del linguaggio.

domenica 3 ottobre 2010

Il “Che” colpito e affondato

Figo questo libro: Alvaro Vargas Llosa, The Che Guevara Mith and The Future of Liberty.
Per carità, solo 9 dollari, niente di impegnativo.
Ma è scritto con la verve tipica del vispissimo primogenito di Mario.
Uno che lubrifica meravigliosamente il discorso soggiogandoci a quella che altrimenti sarebbe solo una pallosa trasmissione di notizie documentate.
Forse qualcuno se lo ricorda alle prese con altri 4 baldi intellettuali nello scoppiettante volumetto "Manuale del Perfetto Idiota Latino Americano".
[incredibilmente tradotto anche in italiano da Bietti, forse perchè siamo un paese pieno di idioti Italo/Latino Americani].
****************
Il "Che" è stato un vero mito, lo sappiamo.
Alvaro si stupiva solo di come in molti lo coltivassero anche dopo la fase pre-adolescenziale.
Ammirazione che ha fatto del combattente "contro il capitalismo" una lucrosa "brand" del capitalismo.
La figura del Comandante viene tenuta d' occhio da quattro postazioni.
La prima inquadra la sua crudeltà (spesso inutile).
A quanto pare il Che in battaglia era una spietata "macchina di morte".
Tutti i momenti i suoi poveri e affaticati companeros erano impegnati in esecuzioni sommarie ordinate dal Capo.
Ma nelle boscaglie le cose si dissimulano e la realtà trasfigura nella leggenda.
Molto meglio osservare le attitudini naturali del Nostro quando assunse la direzione della prigione La Cabana (da allora nota come El Inferno).
La seconda prospettiva ci mostra lo "stalinista puritano" e le sue manie da stalinista puritano.
Proibito il gioco, il sesso, l' alcol...proibito tutto. Tranne la colletivizzazione compulsiva di ogni risorsa.
In altre parole veniamo a conoscenza di quanto il Che fosse vicino ai nemici che combatteva.
La sicumera ottusa con cui enunciava le sue utopie oggi fa correre un brivido a chi la ricorda.
Nessun dubbio nella sua mente circa l' esigenza di creare uno stato totalitario ed oppressivo. E' la Revolucion, baby (gli accenti metteteli voi).
Il legame con l' URSS fu voluto fortemente da lui.
Almeno finchè non si rivolse alla Cina apparendogli l' URSS un paese in cui andavano diffondendosi pericolose pratiche capitaliste

 

Fortunatamente a Cuba i ruoli di maggiore responsabilità furono assunti da Castro (un uomo essenzialmente opportunista, diversamente dal Che).
La Terza prospettiva ce lo fa vedere come cattivo capo in tempo di pace.
Sovrintendente a tutti i collassi cubani, ministro di tutte le carestie, la sua ignoranza nelle materie economiche è oggi diventata un proverbio (vivacemente alimentato tra frizzi e lazzi dai suoi autorevoli ex sottoposto).
La quarta prospettiva mi fa cadere braccia e calze. Anche il genio militare del Che viene questionato.
Mazzette per entrare a Santa Clara e solo fallimenti altrove (Nicaragua, Haiti, Panama, Bolivia, Congo...).
Laddove intervenne ricevette scarso aiuto dalle masse contadine disorientate e consentì, come era facile prevedere, alle dittature militari di rinsaldarsi e diventare più spietate abbandonando i barlumi di riforma intrapresi.
Scarsa consolazione, al Che viene riconosciuto un "coraggio disorganizzato", una passione semidilettantesca (il suo scritto "Guerilla Warfare" non è certo libro di testo nelle Accademie Militari) appena sufficiente a sfangarla contro l' esercito corrotto e demotivato di Batista.
Un pamphlet distruttivo che lascia solo cenere?
No, la chiusa è un commovente omaggio a Juan Bautista Alberdi, rivoluzionario vincente che non uccise mai una mosca e contribuì a fare dell' Argentina di fine 800 un paese che stracciò tutti i record.
Alvaro si mostra preoccupato per il suo amato continente Sudamenricano. Come è importante la giusta "mentalità" per uscire dalle ambasce nelle quali ora si trova!
Il messaggio è questo: finchè l' icona del Che campeggerà ed Alberdi sarà poco più che uno sconosciuto potremo aspettarci solo il populismo dei Chavez e dei Morales accompagnati nelle loro gesta dal trombone ammaccato suonato dai Galleano/Minà

sabato 2 ottobre 2010

Promozioni a casaccio

Immaginatevi di imbattervi in un' impresa dove tutti i posti strategicamente più importanti siano occupati da incompetenti.

Da questo semplice fatto potete riconoscere immediatamente il principio che informa le politiche del personale in quell' organizzazione: promuovere ad un posto di più alta responsabilità chi ha fatto bene nel suo incarico precedente.

Come mai un principio tanto di buon senso sfocia in esiti così perversi?

Il fatto è che un' organizzazione del genere raggiunge il suo equilibrio solo allorchè i posti a disposizione sono ricoperti da incompetenti.

[si ipotizza che salendo nella carriera i nuovi posti occupati richiedano competenze almeno in parte differenti rispetto a quanto si faceva prima]

Corollario: promuovere a casaccio è più efficiente.

La cosa è stata dimostrata matematicamente a Catania (vedi anche qui), che si è così portata a casa il meritato IgNobel.

Il principio di fondo era già ampiamente noto.

D' altronde il dubbio sorge spontaneo, chi sa fare bene una cosa forse è meglio che continui a farla!

Sognando sotto il neon

Chi è stato a New York dovrebbe ormai conoscerne il suo segreto: il disordine creativo.

NY è oggi cio' che l' Italia fu nel Rinascimento, cio' che Parigi fu nella Belle Epoque, cio' che fu Vienna nalla prima parte del Novecento.

I pedoni attraversano allegramente con il rosso ubbidendo a regole più profonde che i neofiti cercano di ricavare in qualche modo.

Si fa colazione con una torta di mele marciando a passo di carica verso l' ufficio... oppure leggendo i giornali dal "portatile" mentre si succhia il caffelatte con la cannuccia dello starbucks.

Una Avenue sberluccica e la parallela è un antro infido.

Nel buco affianco al centro commerciale avvenieristico campa il negozietto che accatasta e vende frutta+giornali+cosmetici +...(a Brenno Useria mia zia aveva un' attività altrettanto obsoleta, ha chiuso vent' anni fa).

La storia la sappiamo, farsi illustrare il filo di perle dall' ossequioso commesso in ghingheri di Tiffany fa solo bene alla salute; ma è una goduria anche essere serviti all' una di notte dal cinesino nevrotico che nel dely sotto l' albergo ci approvigiona con una pesca (recuperata -freschissima! - dietro le confezioni dei collant Omsa). Proprio quello che ci mancava prima di dormire.

Bombay e Zurigo collassano in quel fantasmagorico buco nero che è NY, limousine guidate da neri in divisa e sulki guidati da "graduate" che arrotondano spuntano da ogni dove (spesso in contromano).

Questi trgloditi che vivono e lavorano perlopiù con i cavi scoperti hanno insegnato al mondo a "connettersi"!

La Chiesa in garage e la prostituta nell' attico tengono viva la fiamma dell' Occidente.

Intanto il taxista ti chiede la strada.

Intanto Tom Cruise esce da Cipriani e tappa un buco allo stomaco al baracchino con un Pretzel.

Laggiù ci sono le gang ed è meglio non andare la sera, ma qui a Manhattan ci sono i ventenni più gentili del mondo! Quasi quasi ti salutano come se li incrociassi sui sentieri di montagna.

Ci sono stato a NY, ma avrei potuto tranquillamente non andarci mai: la "sapevo" a memoria.


Un capitolo a parte è la Metro scassatissima:

"... a roaring, breathing place. A place to reflect, scheme, mourn, groove or dream under neon light pressed hard agaist you neighbors. A secular underground temple encourages endless celebration and aknowledgement..."

Lo dice un pendolare di lusso, Roy Nathason, che alla metro di NY dedica la sua ultima musica: un pezzo, una fermata.

Sì perchè, se la scienza ha già tentato di spiegare come dal... "letame nascano i fior", Roy Nathason ci rifà la lezione in musica.

Come è possibile suggere in succo da una simile Mela senza risentirne l' ebbrezza al cospetto del suo sghembo sax?

Ecco un assaggino tanto per gradire...

venerdì 1 ottobre 2010

In gita con photoshop nei quadri del maestro





link

link

Riabilitatazione

Sfruttando la teoria delle aspettative razionali donald Wittman tenta di riabilitare la democrazia.

Io, elettore, so bene che il controllo democratico che potrò esercitare sarà scarso e tengo conto razionalmente di questo sapere quando voto.

Ottima difesa, Democrazia e Mercato 1 a 1.

Eppure qualcosa - il concetto di irrazionalità razionale - potrebbe ancora far pendere il bilancino in favore del mercato.

Come mai da noi non se ne parla?

Film girato da un uomo con credenziali di sinistra impeccabili... ha scelto questo soggetto per un senso di colpa: manda i figli alle scuole private e, ogni giorno che passa davanti alle scuole pubbliche, sente di tradire con la sua scelta i ragazzi che non hanno altra scelta... Il film racconta la storia di cinque ragazzi (di quartieri poveri come Harlem o Bronx) che cercano disperatamente di entrare in una delle scuole "charter" americane. Le scuole charter sono scuole con una limitata autonomia e flessibilità operativa e sono le uniche capaci di fornire un'educazione di qualità decente nei quartieri più poveri. Le scuole charter sono anche il nemico giurato dei sindacati scuola americani, perché in quelle scuole le garanzie sindacali sono minori. Un allargamento delle scuole charter significa una riduzione di potere che i sindacati non possono accettare... Scuole charter: come è che in Italia non se ne parla? Funzionano meglio e costano quanto quelle pubbliche tradizionali. Introducono elementi di valutazione del rendimento degli insegnati e delle scuole stesse, possono licenziare insegnati inefficienti e pagare di piu’ quelli migliori. Insomma, fanno le cose che tutti sanno che funzionerebbero se si facessero.

Più fondi?

... tutto l' occidente si somiglia.

Irrazionalismi perfettamente razionali

Ci sono persone a cui piace essere sempre quadrati e razionali, persino quando un atteggiamento del genere non è strettamente richiesto. In fondo, nelle discussioni da bar ci si potrebbe un po' rilassare e godersela.

Si puo' dire che "gusti" del genere siano ben strani!

Alla maggioranza delle persone che conosco infatti piace esprimere quelle idee che sentono dentro di sè come vere, quelle idee che trovano significative e autentiche. Senza star lì troppo a vedere che tutti gli argomenti siano impeccabili.

Anch' io spesso cedo a questa tentazione. Ma perchè poi vogliamo chiamarla "tentazione"?

All' innamorato non interessa essere coerente: deve urlare le sue passioni costi quel che costi!

All' ideologizzato non interessa essere coerente: deve urlare le sue verità ideologiche costi quel che costi!

Allo scienziato non interessa essere coerente: deve urlare cio' che ha visto costi quel che costi!

Costi quel che costi? Bè, non proprio. A volte il costo è eccessivo e facciamo marcia indietro.

Il bene che ci occorre per alzare al cielo il nostro insopprimibile "ululato" è l' IRRAZIONALITA'. Dobbiamo comprarlo al mercato, ma quanto costa?

Dipende, ogni caso è un caso a sè.

Sicuramente all' "elettore" l' IRRAZIONALITA' costa meno che al venditore/compratore!

In altri termini, in democrazia l' IRRAZIONALITA' costa meno che in economia.

E' il motivo per cui la Democrazia è meno efficiente del mercato! Quando voto mi lascio andare ad istinti ideologici, la cosa è piacevole, compro parecchia IRRAZIONALITA', mi serve e mi costa così poco!

Ma se sono in ballo i miei interessi concreti allora calma, il prezzo dell' IRRAZIONALITA' s' impenna e devo procedere con cautela.

Si badi bene che tutte le strategie di comortamento personale che ho abbozzato sono perfettamente razionali.

E si badi bene anche a non confondere la RAZIONALITA' con l' IGNORANZA.

Prendiamo ancora la politica, tanto per esemplificare e capirsi.

L' ignoranza è una componente insopprimibile in ogni affare umano, ma l' uomo razionale la tratta razionalmente, esempio: i politici "mangiano", io votante razionale lo metto già in preventivo anche se probabilmente non saprò mai dove come e quando "mangeranno" alle mie spalle. Questa razionalità del votante protegge l' efficienza della democrazia.

Purtroppo, come dicevo sopra, al votante democratico l' IRRAZIONALITA' piace e costa talmente poco da irrompere prepotentemente sulla scena e pregiudicare una buona parte delle protezioni garantite dal trattamento razionale dell' ignoranza.

***

Domanda: quanto costa l' IRRAZIONALITA' in ambito religioso?

E in ambito scientifico?

E nelle discussioni in internet?

link

link