sabato 19 ottobre 2019

VITE POST-ECONOMICHE

VITE POST-ECONOMICHE
Viviamo in tempi in cui i super-ricchi non sono mai stati così super. L'era diseguale del Jazz degli anni venti è un ricordo e siamo andati oltre anche il "greed is good" degli anni ottanta. Il patrimonio dei super-super-ricchi basta a finanziare centinaia di vite lussuose, eppure loro non smettono di lavorare, sembrano non apprezzare tempo libero e socializzazione. Per questa gente il troppo non è mai abbastanza: Tim Cook si alza ogni mattina alle 3.45 e Elon Musk se non lavora le sue brave 120 ore settimanali non è contento.
Se i militari si chiedevano "quanto all'alba?", la domanda standard dei lavoratori anni novanta alla macchinetta del caffé era: "qual è il tuo numero?", ci si riferiva al tempo rimasto alla pensione. Ma per i super ricchi la pensione non è più una prospettiva, davanti a loro c'è solo il lavoro, nessuno parla più del "numero" ma nemmeno di hobby o filantropia. Perchè?
Sette ipotesi.
1) Forse perché sono impauriti e chiedono perdono. Ci sono in giro politici che vanno dicendo che gente come loro non dovrebbe esistere, che sono un oltraggio alla pubblica decenza. Loro stessi dichiarano apertamente che oltre una certa soglia la ricchezza personale è illegittima. Nella finanza, poi, in tanti sentono di essere diventati ricchi senza aver creato nulla di concreto. Ricordiamoci che molte democrazie occidentali sono fondate sulla ghigliottina per i re e i ricchi fannulloni. Lavorare duro e vivere male è un modo per farsi perdonare.
2) Forse hanno paura che la pacchia finisca, ma non per una rivoluzione bensì per un collasso economico. Le quotazioni dell'oro non sono mai state così elevate. Il moltoplicarsi di economie a debito è il chiaro preludio al grande schianto prossimo venturo. Chi ha mietuto il grano maturo non si aspetta che maturi ancora. Il capitalismo come l'abbiamo conosciuto è morto.
3) Forse semplicmente non possono smettere. La personalità competitiva non sa rallentare. Per loro lo stress è vita. Vogliono presentarsi sul pezzo e influenti, e per farlo devono restare sempre in pista.
4) Forse i loro soldi sono l'unica unità di misura che posseggono per darsi un valore. Senza il lavoro dovrebbero guardare in faccia l'esistenza. L'ambizione e il progetto riempie un vuoto. E' un modo per non affrontare il fantasma dell'ultimo Natale.
5) Forse i super-ricchi vedono solo super-ricchi (d'altronde vivono in sole 10 città del mondo) e ingaggiano tra loro una specie di gara. Chi ha un patrimonio da otto milioni di euro non è molto più felice da chi ne ha uno da due milioni. Solo il numero uno gode temporaneamente, gli altri corrono tutti sulla ruota del criceto.
6) Forse i soldi sono come l'alcol, creano dipendenza.
7) Forse i super-ricchi sono pochi, isolati e ansiosi. Il loro isolamento crea un impulso emotivo che spinge all'impegno e al guadagno. Imprenditori e finanzieri sono tipi che fanno leva sull'adrenalina. La mancanza di relazioni fa nascere il sospetto di gelosie e il desiderio di rivalsa. Ci si rifugia nel presente.
Io non ci penso due volte e prendo 3.
Buona lettura.
NYTIMES.COM
Are the wealthy addicted to money, competition, or just feeling important? Yes.

LA CRISI PROFONDA DEI LIBERTARI

Riccardo Mariani triste.
1 min
LA CRISI PROFONDA DEI LIBERTARI
L'autorità costituita è in crisi di legittimità. I libertari dovrebbero brindare. E invece trionfa il populismo.
Nelle questioni sociali i libertari sono alleati storici della sinistra nel promuovere la libertà d'espressione. E invece la sinistra, specie tra i giovani, sembra aver riscoperto la censura.
Nelle questioni economiche i libertari sono alleati storici della destra per la promozione del libero mercato. E invece la destra diffida della globalizzazione e delle multinazionali.
Non gliene va bene una ai poveri libertari.

LA VIOLENZA DELLE RISATE

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TED GIOIA

La tesi di Ted Gioia è chiara: così come la società si rigenera nelle follie del carnevale, anche alla musica servono regolari infusioni di erotismo, violenza e trasgressione dionisiaca per essere vivificata. L'artritica tradizione va periodicamente demolita e fatta ripartire. Le idee innovative non le trovi in Cattedrale o nei Conservatori ma nella polvere della strada, vengono dagli schiavi, dai criminali, dai diseredati, dagli stranieri, dagli sradicati. La musica è musica del Diavolo e non deve piacere a mamma e papà. Faceva bene Platone a diffidarne e s'illudeva Pitagora nel suo tentativo di imbrigliarla con la matematica. La musica è trance più magia. Quando il ribelle viene fagocitato e codificato dalle istituzioni - cio' che nasce nel South Bronx finisce alla Carnegie Hall - è tempo ne irrompa un altro più cattivo e irrispettoso dei predecessori. Solo le passioni distruttive sono passioni creative. Capitoli sorprendenti dedicati all'uxoricida Gesualdo e a quel beone erotomane di Bach. Un po' meno sorprendenti dedicati a Sid Vicious e Charles Mingus.
Sarebbe piaciuto ad Antonio Lodola.
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A preeminent music historian and critic presents a global history of music from the bottom upHistories of music overwhelmingly suppress stories of the outsiders and rebels who created musical revolutions and instead celebrate the mainstream assimilators who borrowed innovations, diluted their imp...
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venerdì 18 ottobre 2019

LA LIBBA A HAROLD

Considerava Stephen King di bassa lega, detestava Tolkien, respingeva C.S. Lewis, ridacchiava della Rowling, disdegnava David Foster Wallace e Jonathan Franzen, approvava solo scrittori maschi europei bianchi defunti… Come l’avrà presa la Lippa?
LOREDANALIPPERINI.BLOG.KATAWEB.IT

ALDO

Ossessionato dai margini bianchi e dall'idea di andare a capo riesce nell'impresa di far sembrare logorroico Ungaretti, "piazzando inoltre ottimi punti nella battaglia per reintrodurre a scuola lo studio mnemonico, integrale, dei testi poetici. Pochi studenti, ne siamo certi, si opporrebbero a consimili sforzi intellettuali".
POETASTRI.COM
Le Costellazioni spente di Aldo Nove Accesi nella nostra curiosità dai versi che si stagliano sull'elegante copertina bianca della collana di poesia Einaudi ("Perché ci fa paura quando dicono / le pietre cosa siamo ancora prima / di noi"), ci siamo addentrati nell'ultima silloge poetica di Aldo No...

MINI-PATRIMONIALE DELL'1%?

MINI-PATRIMONIALE DELL'1%?
C'è chi ci pensa, e domani saranno sempre di più.
Certo che quel "mini" fa un po' ridere. Immaginati una mini-patrimoniale dell'1% su un quadro di valore destinato a durare 100 anni. Si tratterebbe di una tassazione con aliquota pari al 100%. Vogliamo chiamarlo mini-sequestro dei beni?
MARGINALREVOLUTION.COM
I am seeing more people argue for a wealth tax, but I have yet to see them address the core issues. Let’s put aside all of the “big picture what do you think about bigger government issues,” where I do not expect agreement to be easy, and focus on two simple matters of exposition. First, …