giovedì 23 aprile 2009
Socialismi travestiti
Secondo il precedente schema, passando da fallimento a fallimento, oggi la mentalità socialista è travasata in questi movimenti:
AMBIENTALISMO: il nostro sistema si autodistrugge: cambia la giustificazione ma non la conclusione di un ragionamento tanto caro. E' decisivo però che la soluzione implichi un' aggressione delle cause e un mutamento negli stili di vita. Il vero nemico è la resilienza, ovvero la battaglia contro gli effetti dell' inquinamento (es. qui e qui). Peccato sia anche la battaglia più promettente e meno costosa.
MULTICULTURALISMO: si rinuncia all' eguaglianza tra individui per realizzarla tra culture. Se l' islamico poi schiavizza le sue donne, basta girarsi dall' altra parte, e pazienza per la crisi d' identità del femminismo ideologico.
POLITICALLY CORRECT: per combattere la tradizione è necessario stravolgere il vocabolario, la logica è una costruzione reazionario che bisogna smontare. Le parole contano troppo per rinunciare all' arma della "nobile bugia" o a quella dell' "acqua torbida". Il vero nemico è la chiarezza, ritenuta dai post-moderni sinonimo di violenza ed arroganza. Anche un concetto quale quello di Verità nasconde soprusi.
mercoledì 22 aprile 2009
Lezioni di civiltà impartite dalla "feccia"
In un' epoca in cui il "modo civile" privilegiava la monarchia assoluta con qualche timida concessione a quella costituzionale (XVIII secolo), loro sperimentavano forme radicali di democrazia, libertà ed eguaglianza. Eppure il mondo sarebbe stato un posto migliore senza di loro.
In un' epoca in cui nascere nel "mondo civile" significava restare assoggettato volente o nolente alla legge, loro davano a ciascuno la possibilità di firmare la Costituzione. Eppure un mondo senza di loro ci avrebbe guadagnato.
Quando il "mondo civile" era ben lontano dal disciplinare molte tra le più rischiose attività umane, loro si premuravano di dare una puntigliosa regolazione al gioco, agli alcolici, alla prostituzione, al fumo e persino al "sesso sicuro". Eppure, che sospiro di sollievo avremmo tirato tutti vedendoli sparire dalla faccia della terra.
Mentre il mondo civile si doveva tenere i "tiranni in carica" e l' appello al cielo era solo un vuoto proclama, loro potevano, grazie ad un semplice voto, dismettere all' istante il governante violento e arrogante. Eppure nessuno sentirà mai la loro mancanza.
Mentre nel mondo civile per il povero erano cavoli suoi, loro avevano già messo in piedi un sistema di previdenza sociale agile e funzionante, nonchè l' assicurazione sugli infortuni. Eppure applaudiamo ancora al fatto che siano stati spazzati via dalla Storia.
Mentre nel "mondo civile" il razzismo era la regola, la loro società esibiva un multiculturalismo vasto ed armonioso, con tanto di suffragio universale. Eppure... magari non fossero mai esistiti.
Quando nel mondo civile le diseguaglianze facevano a fette la società, presso di loro vigeva il motto: pari compenso per pari lavoro. Eppure, dio ci scampi e liberi dalla loro presenza.
Probabilmente avete già capito di chi parlo. Ma è ovvio, parlo dei Pirati!
Il libro di Leeson sembra appetitoso, a cominciare dallo strepitoso titolo. Io l' ho ordinato.
Morale. Non cambia mai: quando l' economista studia i delinquenti giunge sempre alla stessa conclusione; sono dei tipi tremendamente razionali e rispondono agli stimoli. Reprimerli è molto costoso, conviene combatterli cambiando gli incentivi a cui sono sottoposti.
P.S. un' intervista su freakonomics
In un' epoca in cui nascere nel "mondo civile" significava restare assoggettato volente o nolente alla legge, loro davano a ciascuno la possibilità di firmare la Costituzione. Eppure un mondo senza di loro ci avrebbe guadagnato.
Quando il "mondo civile" era ben lontano dal disciplinare molte tra le più rischiose attività umane, loro si premuravano di dare una puntigliosa regolazione al gioco, agli alcolici, alla prostituzione, al fumo e persino al "sesso sicuro". Eppure, che sospiro di sollievo avremmo tirato tutti vedendoli sparire dalla faccia della terra.
Mentre il mondo civile si doveva tenere i "tiranni in carica" e l' appello al cielo era solo un vuoto proclama, loro potevano, grazie ad un semplice voto, dismettere all' istante il governante violento e arrogante. Eppure nessuno sentirà mai la loro mancanza.
Mentre nel mondo civile per il povero erano cavoli suoi, loro avevano già messo in piedi un sistema di previdenza sociale agile e funzionante, nonchè l' assicurazione sugli infortuni. Eppure applaudiamo ancora al fatto che siano stati spazzati via dalla Storia.
Mentre nel "mondo civile" il razzismo era la regola, la loro società esibiva un multiculturalismo vasto ed armonioso, con tanto di suffragio universale. Eppure... magari non fossero mai esistiti.
Quando nel mondo civile le diseguaglianze facevano a fette la società, presso di loro vigeva il motto: pari compenso per pari lavoro. Eppure, dio ci scampi e liberi dalla loro presenza.
Probabilmente avete già capito di chi parlo. Ma è ovvio, parlo dei Pirati!
Il libro di Leeson sembra appetitoso, a cominciare dallo strepitoso titolo. Io l' ho ordinato.
Morale. Non cambia mai: quando l' economista studia i delinquenti giunge sempre alla stessa conclusione; sono dei tipi tremendamente razionali e rispondono agli stimoli. Reprimerli è molto costoso, conviene combatterli cambiando gli incentivi a cui sono sottoposti.
P.S. un' intervista su freakonomics
Cervello e interiorità
Se penso, "qualcosa" accade nel mio cervello. Chi puo' negarlo?
Cio' non significa che quel "qualcosa" sia il mio pensiero. Oppure che quel "qualcosa" sia causa del mio pensiero.
Quanto è difficile fare questa semplice distinzione! E come semplificherebbe il dibattito intorno ai progressi delle neuroscienze.
Solo un' opzione metafisica postula il legame tra il "pensiero" e il "qualcosa".
L' empirista puro rinuncia a questa opzione, io invece la faccio: tra la supposta "causa" e il supposto "effetto" ci metto il Libero Arbitrio.
ESPERIMENTO MENTALE 1: un bottone funge da terminale ad una serie di cavi collegati ai miei lobi frontali. Premendo quel bottone il mio cervello assume un certo stato e io "alzo il braccio".
In questo caso alzare il braccio non è una libera scelta. Ma non si puo' nemmeno dire in generale che quando alzo il braccio lo faccio perchè nel mio cervello si è creato un "qualcosa". Potrei anche alzarlo perchè lo voglio alzare.
Il fatto che premere un bottone crei "qualcosa" nel mio cervello non significa che quel "qualcosa" possa crearsi anche altrimenti, magari grazie all' azione del Libero Arbitrio.
In altri termini: l' esistenza del libero arbitrio è un postulato filosofico che non puo' mai essere confutato, a meno che non si ricorra ad un altro postulato filosofico altrettanto inconfutabile: esistono solo "interazioni materiali" misurabili statisticamente. Si faccia attenzione: trattasi di vera opzione metafisica e non di semplice agnosticismo metafisico.
Ma all' orizzonte c' è qualcosa di più preoccupante.
ESPERIMENTO MENTALE 2: il dott. X dice che tutti noi siamo "pre-detetrminati" e mi sottopone un' equazione la quale predice che tra un minuto alzerò il braccio. Infatti, dopo un minuto, alzo il braccio.
Non trovo che questo esperimento mentale minacci seriamente l' esistenza del Libero Arbitrio. Infatti è molto più verosimile un finale diverso: io, con gran godimento personale, non alzo il braccio confutando l' equazione del menagramo! Dopodichè procedo al gesto dell' ombrello.
E se il dottore tenesse celate le sue previsioni? Allora, molto semplicemente, la sua equazione deterministica non sarebbe in grado di sfidare il mio Libero Arbitrio avendone la meglio.
Spesso l' empirista si bea dicendo: i miei argomenti sono osservabili, nulla si svolge al di fuori del nostro controllo.
Ma anche l' esistenza del Libero Arbitrio è osservabile. Anzi, io trovo la sua presenza lampante, persino più evidente di certe micro cause materiali. Certo, diversamente dall' empirista ritengo che anche la Ragione possa rilevare l' esistenza di "qualcosa". I sensi non hanno il monopolio in questo campo.
Quando l' empirista tenta la sortita finale osserva come il Libero Arbitrio sia solo una mera convenzione attraverso cui noi ci spieghiamo il mondo.
Se mi metto nei suoi panni cio' non è affatto una critica: tutta la conoscenza per lui è convenzione (è la sua opzione metafisica), anche il legame statistico che lega due eventi materiali. A questo punto si lasci sopravvivere una convenzione che ha dimostrato di servirci bene. Personalmente la trovo di gran lunga preferibile rispetto alla convenzione per cui saremmo tutti dei morti-viventi telecomandati. Se poi questa "convenziome" non la consideriamo tale ma la consideriamo una "realtà", funziona ancora meglio.
Cio' non significa che quel "qualcosa" sia il mio pensiero. Oppure che quel "qualcosa" sia causa del mio pensiero.
Quanto è difficile fare questa semplice distinzione! E come semplificherebbe il dibattito intorno ai progressi delle neuroscienze.
Solo un' opzione metafisica postula il legame tra il "pensiero" e il "qualcosa".
L' empirista puro rinuncia a questa opzione, io invece la faccio: tra la supposta "causa" e il supposto "effetto" ci metto il Libero Arbitrio.
ESPERIMENTO MENTALE 1: un bottone funge da terminale ad una serie di cavi collegati ai miei lobi frontali. Premendo quel bottone il mio cervello assume un certo stato e io "alzo il braccio".
In questo caso alzare il braccio non è una libera scelta. Ma non si puo' nemmeno dire in generale che quando alzo il braccio lo faccio perchè nel mio cervello si è creato un "qualcosa". Potrei anche alzarlo perchè lo voglio alzare.
Il fatto che premere un bottone crei "qualcosa" nel mio cervello non significa che quel "qualcosa" possa crearsi anche altrimenti, magari grazie all' azione del Libero Arbitrio.
In altri termini: l' esistenza del libero arbitrio è un postulato filosofico che non puo' mai essere confutato, a meno che non si ricorra ad un altro postulato filosofico altrettanto inconfutabile: esistono solo "interazioni materiali" misurabili statisticamente. Si faccia attenzione: trattasi di vera opzione metafisica e non di semplice agnosticismo metafisico.
Ma all' orizzonte c' è qualcosa di più preoccupante.
ESPERIMENTO MENTALE 2: il dott. X dice che tutti noi siamo "pre-detetrminati" e mi sottopone un' equazione la quale predice che tra un minuto alzerò il braccio. Infatti, dopo un minuto, alzo il braccio.
Non trovo che questo esperimento mentale minacci seriamente l' esistenza del Libero Arbitrio. Infatti è molto più verosimile un finale diverso: io, con gran godimento personale, non alzo il braccio confutando l' equazione del menagramo! Dopodichè procedo al gesto dell' ombrello.
E se il dottore tenesse celate le sue previsioni? Allora, molto semplicemente, la sua equazione deterministica non sarebbe in grado di sfidare il mio Libero Arbitrio avendone la meglio.
Spesso l' empirista si bea dicendo: i miei argomenti sono osservabili, nulla si svolge al di fuori del nostro controllo.
Ma anche l' esistenza del Libero Arbitrio è osservabile. Anzi, io trovo la sua presenza lampante, persino più evidente di certe micro cause materiali. Certo, diversamente dall' empirista ritengo che anche la Ragione possa rilevare l' esistenza di "qualcosa". I sensi non hanno il monopolio in questo campo.
Quando l' empirista tenta la sortita finale osserva come il Libero Arbitrio sia solo una mera convenzione attraverso cui noi ci spieghiamo il mondo.
Se mi metto nei suoi panni cio' non è affatto una critica: tutta la conoscenza per lui è convenzione (è la sua opzione metafisica), anche il legame statistico che lega due eventi materiali. A questo punto si lasci sopravvivere una convenzione che ha dimostrato di servirci bene. Personalmente la trovo di gran lunga preferibile rispetto alla convenzione per cui saremmo tutti dei morti-viventi telecomandati. Se poi questa "convenziome" non la consideriamo tale ma la consideriamo una "realtà", funziona ancora meglio.
Il 25 aprile come festa pagana
Torna il 25 aprile con il suo strascico di discussioni che molti giudicheranno noiose. Io però le trovo stimolanti.
LARUSSA 1: con i partigiani commemoriamo anche quei repubblichini che in buona fede credettero di servire la Patria.
E no, caro Larussa... c' era una "parte sbagliata" ed una "parte giusta". Per chi ritiene che una normale intelligenza fosse in grado di operare la distinzione, la "buona fede" conta poco.
LARUSSA 2: evitiamo di commemorare quei partigiani socialisti che combatterono per instaurare un altro regime [... praticamente la stragrande maggioranza...].
Adesso ci siamo! Teoricamente questa è la via giusta, per quanto impraticabile.
Ieri a Ballarò se n' è discusso.
Ho evitato di ascoltare i politici: avendo il dovere di perseguire la "pacificazione" sono continuamente alle prese con "nobili bugie". Ma quando la palla è passata a Paolo Mieli, storico oltrechè giornalista, ho sturato le orecchie.
Mieli nega il suo beneplacido anche a L2. Molti di quei partigiani, osserva, erano in "buona fede" e credevano di battersi per un nobile ideale: il sol dell' avvenire.
Ma la "buona fede" non l' abbiamo messa da parte censurando L1? Non devo neanche ricordare che il Fascismo al suo nascere seduceva molti proprio per il nobile ideale che incarnava. Questo vale per tutte le ideologie che flirtano con il romanticismo e la rivoluzione.
Vabbè, insiste Mieli, lasciamo pure perdere la "buona fede" e l' idealismo, diciamo allora che quei Partigiani erano dei giovanotti (20-23 anni) privi di una vera "intenzione", agivano governati dall' istinto.
Noto solo che festeggiare l' azione di uomini privi d' intenzione è un po' come festeggiare un evento atmosferico: piove! facciamo festa. Il 25 aprile si ridurrebbe ad una festa pagana.
LARUSSA 1: con i partigiani commemoriamo anche quei repubblichini che in buona fede credettero di servire la Patria.
E no, caro Larussa... c' era una "parte sbagliata" ed una "parte giusta". Per chi ritiene che una normale intelligenza fosse in grado di operare la distinzione, la "buona fede" conta poco.
LARUSSA 2: evitiamo di commemorare quei partigiani socialisti che combatterono per instaurare un altro regime [... praticamente la stragrande maggioranza...].
Adesso ci siamo! Teoricamente questa è la via giusta, per quanto impraticabile.
Ieri a Ballarò se n' è discusso.
Ho evitato di ascoltare i politici: avendo il dovere di perseguire la "pacificazione" sono continuamente alle prese con "nobili bugie". Ma quando la palla è passata a Paolo Mieli, storico oltrechè giornalista, ho sturato le orecchie.
Mieli nega il suo beneplacido anche a L2. Molti di quei partigiani, osserva, erano in "buona fede" e credevano di battersi per un nobile ideale: il sol dell' avvenire.
Ma la "buona fede" non l' abbiamo messa da parte censurando L1? Non devo neanche ricordare che il Fascismo al suo nascere seduceva molti proprio per il nobile ideale che incarnava. Questo vale per tutte le ideologie che flirtano con il romanticismo e la rivoluzione.
Vabbè, insiste Mieli, lasciamo pure perdere la "buona fede" e l' idealismo, diciamo allora che quei Partigiani erano dei giovanotti (20-23 anni) privi di una vera "intenzione", agivano governati dall' istinto.
Noto solo che festeggiare l' azione di uomini privi d' intenzione è un po' come festeggiare un evento atmosferico: piove! facciamo festa. Il 25 aprile si ridurrebbe ad una festa pagana.
Piccoli inconvenienti della censura
Avete sentito Ahmanidejad attaccare Israele e mettere in dubbio l' Olocausto?
Cosa direste ad un tipo del genere, o ad un suo accolito, per convincerlo di quanto sia assurda la sua posizione?
Probabilmente l' argomento più ragionevole suona così: "vivo in Europa, una terra in cui l' espressione è libera proprio come la stampa. Laggiù praticamente nessuna persona ragionevole si sognerebbe di negare l' Olocausto come fate voi. Rifletteteci".
Sono parole sante che probabilmente insinuerebbero un tarlo a chi è davvero in buona fede. Almeno fino a ieri.
Da qualche anno il nostro buon Ahmanidejad avrebbe la risposta pronta per ridicolizzarvi: "ma se laggiù chi nega l' Olocausto lo censurate e lo mandate pure in galera!"
Cosa direste ad un tipo del genere, o ad un suo accolito, per convincerlo di quanto sia assurda la sua posizione?
Probabilmente l' argomento più ragionevole suona così: "vivo in Europa, una terra in cui l' espressione è libera proprio come la stampa. Laggiù praticamente nessuna persona ragionevole si sognerebbe di negare l' Olocausto come fate voi. Rifletteteci".
Sono parole sante che probabilmente insinuerebbero un tarlo a chi è davvero in buona fede. Almeno fino a ieri.
Da qualche anno il nostro buon Ahmanidejad avrebbe la risposta pronta per ridicolizzarvi: "ma se laggiù chi nega l' Olocausto lo censurate e lo mandate pure in galera!"
Relativismo = Nichilismo
Molti, difendendo il loro "relativismo etico", ci tengono a far sapere come occorre distinguere la loro posizione dal mero "nichilismo".
Solo che non ci spiegano mai come dovremmo operare questa distinzione.
Probabilmente perchè è impossibile. Michael Huemer spiega il perchè in modo semplice e illuminante.
Solo che non ci spiegano mai come dovremmo operare questa distinzione.
Probabilmente perchè è impossibile. Michael Huemer spiega il perchè in modo semplice e illuminante.
Silenzio! Parla l' antidogmatico
La "modernità" sembra aver individuato un nemico, sempre lo stesso: il dogma. Ogni discussione etica si arena puntualmente con l' accusa di dogmatismo che l' acculturato rivolge al vecchio bacucco.
Ma cosa viene opposto al "dogma"? Molto spesso il nulla. Un mero istinto e la convinzione di essere "dalla parte della libertà e della tolleranza". Roba insomma con la quale non è facile intrattenere una proficua discussione.
Altre volte invece spunta una filosofia pragmatista che io chiamerei "utilitarismo": la soluzione migliore è quella che più conviene: calcoliamola.
Anche l' utilitarismo ha però i suoi problemini.
Per chiarirli al meglio basta ascoltare un utilitarista "serio", uno che non fa sconti, un tipo rigoroso che non arretra davanti a niente e non è mai disposto ad indossare maschere: Robin Hanson.
Con il buon Hanson dovrei simpatizzare, è un libertario doc, eppure lascia di stucco quando parla. Perchè? Ma proprio perchè non conosce dogmatismi di sorta e non smette mai di "calcolare". E' un vero tipo "moderno" e se simpatizzo con lui non è certo per le sue posizioni libertarie quanto piuttosto per l' assoluta mancanza di ipocrisie nel condurre in porto i suoi argomenti.
Ascoltarlo fa bene perchè l' uomo moderno puo' finalmente ascoltare se stesso quando non è impegnato ad accusare la controparte di avere la mente sbarrata nel "dogma". E la cosa capita tanto raramente che non bisogna farsi sfuggire l' occasione.
Vogliamo parlare di Auschwitz?
L' antidogmatico Hanson nota che "a fare problema" sia il fatto che non ci fossero "abbastanza nazisti": dopotutto se ci fossero stati 6 trilioni di camicie brune disposte a pagare 1 dollaro per il massacro di fronte a 6 milioni di ebrei disposti a pagare ciascuno "solo" 100.000 dollari per evitarlo (scommessa razionale), l' olocausto sarebbe stato l' esito ottimale.
La realtà brucia, viriamo verso mondi di fantasia. Lo sconcerto però non cambia: al mondo esiste solo Hannibal (un cannibale milionario quanto famelico) e un commerciante di schiavi che possiede 10.000 orfani poveri in canna. Per Hanson in questi casi il migliore dei mondi possibili è quello in cui Hannibal si compra tutti i bambini e se li magna. Fine della storia. Vi è piaciuta? Non è granchè ma non fa una grinza.
Spero che l' antidogmatico senta bene cosa sta dicendo (si lui, lui... perchè Hanson è solo la sua "bocca"), Hanson non sbaglia mica i "calcoli" e dalla sua testa escono i pensieri che "bisogna" pensare una volta che si è smesso per stanchezza di denunciare la presenza di "dogmi" nell' ottusa testa degli altri.
P.S. segnalo il blog di Hanson, una miniera inesauribile di idee e di rigore imperturbabile.
Ma cosa viene opposto al "dogma"? Molto spesso il nulla. Un mero istinto e la convinzione di essere "dalla parte della libertà e della tolleranza". Roba insomma con la quale non è facile intrattenere una proficua discussione.
Altre volte invece spunta una filosofia pragmatista che io chiamerei "utilitarismo": la soluzione migliore è quella che più conviene: calcoliamola.
Anche l' utilitarismo ha però i suoi problemini.
Per chiarirli al meglio basta ascoltare un utilitarista "serio", uno che non fa sconti, un tipo rigoroso che non arretra davanti a niente e non è mai disposto ad indossare maschere: Robin Hanson.
Con il buon Hanson dovrei simpatizzare, è un libertario doc, eppure lascia di stucco quando parla. Perchè? Ma proprio perchè non conosce dogmatismi di sorta e non smette mai di "calcolare". E' un vero tipo "moderno" e se simpatizzo con lui non è certo per le sue posizioni libertarie quanto piuttosto per l' assoluta mancanza di ipocrisie nel condurre in porto i suoi argomenti.
Ascoltarlo fa bene perchè l' uomo moderno puo' finalmente ascoltare se stesso quando non è impegnato ad accusare la controparte di avere la mente sbarrata nel "dogma". E la cosa capita tanto raramente che non bisogna farsi sfuggire l' occasione.
Vogliamo parlare di Auschwitz?
L' antidogmatico Hanson nota che "a fare problema" sia il fatto che non ci fossero "abbastanza nazisti": dopotutto se ci fossero stati 6 trilioni di camicie brune disposte a pagare 1 dollaro per il massacro di fronte a 6 milioni di ebrei disposti a pagare ciascuno "solo" 100.000 dollari per evitarlo (scommessa razionale), l' olocausto sarebbe stato l' esito ottimale.
La realtà brucia, viriamo verso mondi di fantasia. Lo sconcerto però non cambia: al mondo esiste solo Hannibal (un cannibale milionario quanto famelico) e un commerciante di schiavi che possiede 10.000 orfani poveri in canna. Per Hanson in questi casi il migliore dei mondi possibili è quello in cui Hannibal si compra tutti i bambini e se li magna. Fine della storia. Vi è piaciuta? Non è granchè ma non fa una grinza.
Spero che l' antidogmatico senta bene cosa sta dicendo (si lui, lui... perchè Hanson è solo la sua "bocca"), Hanson non sbaglia mica i "calcoli" e dalla sua testa escono i pensieri che "bisogna" pensare una volta che si è smesso per stanchezza di denunciare la presenza di "dogmi" nell' ottusa testa degli altri.
P.S. segnalo il blog di Hanson, una miniera inesauribile di idee e di rigore imperturbabile.
martedì 21 aprile 2009
Le armi sdoganate dall' esperimento mentale
ESPERIMENTO MENTALE: siete un giudice chiamato a decidere le sorti di un imputato che sapete con certezza innocente. L' opinione pubblica però è di diverso avviso e in caso di assoluzione si scatenerebbero probabilmente delle risse. Quale sarà il vostro verdetto secondo coscienza?
Penso che un giudice retto proceda all' assoluzione, a meno che le "risse" non assumano sembianza di vere e proprie guerre.
Per lo stesso motivo sono a favore della libertà di armarsi, così come penso che debba logicamente esserlo chi risolve l' "esperimento mentale" nel modo in cui ho fatto io.
A meno che:
Penso che un giudice retto proceda all' assoluzione, a meno che le "risse" non assumano sembianza di vere e proprie guerre.
Per lo stesso motivo sono a favore della libertà di armarsi, così come penso che debba logicamente esserlo chi risolve l' "esperimento mentale" nel modo in cui ho fatto io.
A meno che:
- qualcuno creda che, stando alla terminologia adottata, le "risse" degenerino in confliti civili di larghe proprzioni. Ma praticamente tutti gli studi in merito concludono che le risse o non ci sono, o sono piccole, o addirittura c' è un effetto opposto. Chi guarda ai fatti puo' stare tranquillo;
- qualcuno, a prescindere dalle possibili conseguenze, non pensa che detenere armi sia un diritto. Ritengo che nessuno adotti una posizione tanto estremista. Chi è favorevole ad un divieto, lo è sulla base delle "conseguenze";
- qualcuno pensa che in realtà l' esperimento mentale più corretto sia quello classico del trolley wagon. Qui si rintuzza analiticamente e in modo convincente questa possibile alternativa;
- qualcuno ritiene che lo strumento dell' "esperimento mentale" sia inappropriato quando si tratta di questioni etiche. Ogni caso è un caso a sè. Non sono disposto a dire addio al razionalismo, specie nel campo dell' etica. E anche i razionalisti hanno diritto ad un laboratorio dove condurre i loro esperimenti. Qui si difende lo strumento dell' "esperimento mentale".
L' inquinamento dell' ideologia verde
Parlando di ambiente si tirano in ballo tutte le "esternalità" possibili ed immaginabili.
Ma ce n' è una che passa sistematicamente sotto silenzio, eppure pesa moltissimo.
Potrebbe essere enunciata con la seguente iperbole: molto dell' inquinamento globale è dovuto al fatto che i paesi sviluppati inquinano troppo poco.
Infatti i paesi sviluppati sono anche quelli che "inquinano meglio".
Quando rinunciano a farlo le medesime operazioni si spostano altrove con effetti ben peggiori.
Chi è impegnato nell' ambientalismo ideologico puo' anche non tenerne conto perorando la sua causa, chi invece ha effettivamente a cuore le sorti del pianeta non puo' permettersi questo lusso ideologico.
Ma ce n' è una che passa sistematicamente sotto silenzio, eppure pesa moltissimo.
Potrebbe essere enunciata con la seguente iperbole: molto dell' inquinamento globale è dovuto al fatto che i paesi sviluppati inquinano troppo poco.
Infatti i paesi sviluppati sono anche quelli che "inquinano meglio".
Quando rinunciano a farlo le medesime operazioni si spostano altrove con effetti ben peggiori.
Chi è impegnato nell' ambientalismo ideologico puo' anche non tenerne conto perorando la sua causa, chi invece ha effettivamente a cuore le sorti del pianeta non puo' permettersi questo lusso ideologico.
lunedì 20 aprile 2009
Tra militanza e disonestà
Ma secondo voi, quando la nostra amata/odiata Farhenheit presenta le posizioni di Israele in rapporto a quelle arabe, mantiene un' asettica equidistanza?
A vostro giudizio, nel soppesare i pro e i contro della guerra, parlo in generale, la trasmissione è improntata alla neutralità tra i vari punti di vista?
Confrontando gli argomenti del mercato rispetto a quelli della regolazione dall' alto - facilita pensare al Lavoro o alla Scuola - sembra forsa a voi che l' imparzialità redazionale sia rispettata?
Trovate forse che Farhenehit, quando si occupa delle questioni vaticane, riesca a fungere da arbitro oggettivo o non trovate piuttosto che simpatizzi con i cosiddetti "laici"?
Per me queste sono domande retoriche e penso che nessuno possa mai prenderle sul serio. Trovo lampante che Fahre sia una trasmissione "faziosa". Esprime un proprio punto di vista soggettivo e i metodi seguiti per supportarlo sono gli stessi di sempre: si procede selezionando gli ospiti in modo che rimangano sottorappresentate le posizioni antipatiche e quando (poche volte) l' ospite risulta "problematico" (Alesina, Scaraffia, Ricolfi...) si procede ad interviste che equivalgono ad una raffica di obiezioni.
Che Fare sia organicamente faziosa lo posso anche digerire: ognuno di noi ha un pensiero e dà il meglio di sè quando lo esprime. Non mi va il fatto che non lo si dichiari esplicitamente.
Prendi un caso analogo ma opposto: Ferrara con il suo giornale. La linea del giornale viene continuamente esposta esplicitamente e rivendicata con orgoglio affinchè sia chiara e il lettore pre avvertito.
Nulla del genere accade per Fahre, e nemmeno potrebbe accadere visto che occorre ammantarsi con l' aurea del servizio pubblico.
Questa ipocrisia è davvero insopportabile perchè accanto alla militanza fa trapelare una certa disonestà.
P.S. la cosa più disturbante per noi anime semplici resta comunque l' aspetto parassitario di tutta la vicenda: lo stipendio a Ferrara lo paga chi vuole ascoltarlo mentre Sinibaldi e compagnia se lo fanno pagare anche da chi non li sopporta e li valuta un "male pubblico". Ma questa stortura è troppo ovvia affinchè qualcuno possa considerarla.
A vostro giudizio, nel soppesare i pro e i contro della guerra, parlo in generale, la trasmissione è improntata alla neutralità tra i vari punti di vista?
Confrontando gli argomenti del mercato rispetto a quelli della regolazione dall' alto - facilita pensare al Lavoro o alla Scuola - sembra forsa a voi che l' imparzialità redazionale sia rispettata?
Trovate forse che Farhenehit, quando si occupa delle questioni vaticane, riesca a fungere da arbitro oggettivo o non trovate piuttosto che simpatizzi con i cosiddetti "laici"?
Per me queste sono domande retoriche e penso che nessuno possa mai prenderle sul serio. Trovo lampante che Fahre sia una trasmissione "faziosa". Esprime un proprio punto di vista soggettivo e i metodi seguiti per supportarlo sono gli stessi di sempre: si procede selezionando gli ospiti in modo che rimangano sottorappresentate le posizioni antipatiche e quando (poche volte) l' ospite risulta "problematico" (Alesina, Scaraffia, Ricolfi...) si procede ad interviste che equivalgono ad una raffica di obiezioni.
Che Fare sia organicamente faziosa lo posso anche digerire: ognuno di noi ha un pensiero e dà il meglio di sè quando lo esprime. Non mi va il fatto che non lo si dichiari esplicitamente.
Prendi un caso analogo ma opposto: Ferrara con il suo giornale. La linea del giornale viene continuamente esposta esplicitamente e rivendicata con orgoglio affinchè sia chiara e il lettore pre avvertito.
Nulla del genere accade per Fahre, e nemmeno potrebbe accadere visto che occorre ammantarsi con l' aurea del servizio pubblico.
Questa ipocrisia è davvero insopportabile perchè accanto alla militanza fa trapelare una certa disonestà.
P.S. la cosa più disturbante per noi anime semplici resta comunque l' aspetto parassitario di tutta la vicenda: lo stipendio a Ferrara lo paga chi vuole ascoltarlo mentre Sinibaldi e compagnia se lo fanno pagare anche da chi non li sopporta e li valuta un "male pubblico". Ma questa stortura è troppo ovvia affinchè qualcuno possa considerarla.
Quando il salvavita uccide
La cintura di sicurezza vi salva la vita in caso d' incidente. Cio' non significa automaticamente che estenderne l' uso salvi delle vite. Questo per una semplice ragione: l' incidente automobilistico non capita per caso ma è anche la risultante di una serie di decisioni umane.
Vi sembra strano? Sam Peltzman ha indagato a lungo stranezze del genere. Ecco un "classico" della sua produzione.
Questo genere di argomentazioni non vi ricorda qualcosa? Il Papa... i profilattici...
Vi sembra strano? Sam Peltzman ha indagato a lungo stranezze del genere. Ecco un "classico" della sua produzione.
Questo genere di argomentazioni non vi ricorda qualcosa? Il Papa... i profilattici...
Il mio euro
"Non do un euro per l'Abruzzo, perché è la beneficenza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell'italiano generoso, del popolo generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude e poi sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia... Il mio euro per la Protezione civile è già incluso nelle tasse che pago...».
"
Il solito spettacolino dell' illuso che sbraita. Preferisco di gran lunga la battaglia opposta: più beneficienza (e meno tasse).
"
Il solito spettacolino dell' illuso che sbraita. Preferisco di gran lunga la battaglia opposta: più beneficienza (e meno tasse).
domenica 19 aprile 2009
Wild Bill Hicks
Il 30 gennaio Letterman ha dedicato il Late Show a un ricordo di Bill Hicks. E ha mandato in onda il pezzo (favoloso) che aveva censurato nel '93. Si è scusato con la madre di Hicks, seduta accanto a lui, e con tutto il pubblico. "E' stato un mio grave errore di valutazione. Uno sbaglio. Non so neanch'io perché l'ho fatto, credo per insicurezza, per paura. Il che la dice lunga su di me."
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sabato 18 aprile 2009
Piccoli inconvenienti dell' ingegneria sociale
16 milioni di bambine cinesi mancano all' appello. Ora sappiamo che fine hanno fatto: abortite.
Nessuna paura: trattasi solo della libertà del più forte.
Nessuna paura: trattasi solo della libertà del più forte.
Soluzioni contro i pirati somali
Le solite due: innovazione e taglie. In casi estremi privatizzare l' Oceano.
venerdì 17 aprile 2009
Prendersi in giro e vivere felici
L' umorale (eufemismo) Roberta De Monticelli sul "male":
... reagire sentendo in sè l' urgenza di una ricerca sulle radici del "male"...
... ma anche la consapevolezza che non arriveremo mai a "comprendere"...
Che la filosofa odi il pensiero lo sapevamo, ma l' operazione che propone sembra davvero possibile solo a chi è disposto a prendersi parecchio in giro: fare una cosa che, si sa già, non approderà mai a nulla.
Il riferimento sembra Giobbe. Uno che di sicuro non è partito con la consapevolezza che non avrebbe compreso!
Ascolta la trasmissione.
... reagire sentendo in sè l' urgenza di una ricerca sulle radici del "male"...
... ma anche la consapevolezza che non arriveremo mai a "comprendere"...
Che la filosofa odi il pensiero lo sapevamo, ma l' operazione che propone sembra davvero possibile solo a chi è disposto a prendersi parecchio in giro: fare una cosa che, si sa già, non approderà mai a nulla.
Il riferimento sembra Giobbe. Uno che di sicuro non è partito con la consapevolezza che non avrebbe compreso!
Ascolta la trasmissione.
La comoda categoria del "ritardo"
Della Loggia stronca Schiavone.
L' ex comunista ha tentato di dare un quadro politico dell' Italia tra Prima e Seconda Repubblica cadendo nel solito vizietto: assolvere i suoi amori giovanili. Proprio quegli amori che ancora oggi lo condannano ad un' "appartenenza" difficile da scrollare di dosso e causa di un resoconto tanto miope.
I TRAVISAMENTO
"... Schiavone non vede, a mio giudizio, fino a che punto il «congelamento politico» del Paese dal ' 48 in poi, la sua «sovranità limitata», la mancanza di alternanza, la memoria antifascista come unica matrice possibile dell' identità democratica, fino a che punto ognuno di questi caratteri negativi, che egli per primo richiama con forza, sia da ricondurre direttamente e per intero a null' altro che alla presenza nel sistema politico italiano del Partito comunista..."
In altri termini: il PCI non era semplicemente "in ritardo" sui tempi ma un ostacolo formidabile ed inamovibile per la vita democratica di un paese moderno. La sua presenza ci ha condannato agli ultimi posti tra le democrazie occidentali in compagnia solo dei paesi che si sono liberati del fascismo negli anni settanta.
II TRAVISAMENTO
"... L' altro punto di disaccordo riguarda l' Italia post-Mani pulite, che Schiavone considera conquistata all' egemonia populista di Berlusconi. La realtà è che in queste pagine il berlusconismo appare molto spesso un alibi per non vedere che cosa è oggi (ma non da oggi) la società italiana. La quale, forse, più che farsi «berlusconizzare» dalle magiche arti del premier, è stata lei, io credo, a scegliere Berlusconi per essere ciò che voleva essere. Ciò che voleva continuare ad essere dopo la grande trasformazione antropologico-culturale degli anni Settanta e Ottanta..."
III TRAVISAMENTO
"... per evitare che la sinistra possa incorrere in una ulteriore, sgradevole, chiamata in correità e perdere così anche la sua presunta natura alternativa alla destra, Schiavone non vuol vederele politiche di conquista del consenso sia a livello locale che nazionale, la sindacalizzazione dell' impiego pubblico, la degenerazione della giustizia, il permissivismo scolastico, l' evasione fiscale assolutamente generalizzata, la lottizzazione e l' antimeritocrazia dappertutto, il moralismo dipietrista, la divulgazione di tutte le più idiote mitologie modernistico-massmediatiche, le «notti bianche», i premi Grinzane-Cavour, i «vaffa day» e così via..."
Con queste premesse mi sembra non resti che attendere il consueto e trionfale passaggio senza contraddittorio di Schiavone sui tappeti rossi di Fahrenheit e di Augias, tanto per citare due covi dove da anni fa come se fosse a casa sua...
L' ex comunista ha tentato di dare un quadro politico dell' Italia tra Prima e Seconda Repubblica cadendo nel solito vizietto: assolvere i suoi amori giovanili. Proprio quegli amori che ancora oggi lo condannano ad un' "appartenenza" difficile da scrollare di dosso e causa di un resoconto tanto miope.
I TRAVISAMENTO
"... Schiavone non vede, a mio giudizio, fino a che punto il «congelamento politico» del Paese dal ' 48 in poi, la sua «sovranità limitata», la mancanza di alternanza, la memoria antifascista come unica matrice possibile dell' identità democratica, fino a che punto ognuno di questi caratteri negativi, che egli per primo richiama con forza, sia da ricondurre direttamente e per intero a null' altro che alla presenza nel sistema politico italiano del Partito comunista..."
In altri termini: il PCI non era semplicemente "in ritardo" sui tempi ma un ostacolo formidabile ed inamovibile per la vita democratica di un paese moderno. La sua presenza ci ha condannato agli ultimi posti tra le democrazie occidentali in compagnia solo dei paesi che si sono liberati del fascismo negli anni settanta.
II TRAVISAMENTO
"... L' altro punto di disaccordo riguarda l' Italia post-Mani pulite, che Schiavone considera conquistata all' egemonia populista di Berlusconi. La realtà è che in queste pagine il berlusconismo appare molto spesso un alibi per non vedere che cosa è oggi (ma non da oggi) la società italiana. La quale, forse, più che farsi «berlusconizzare» dalle magiche arti del premier, è stata lei, io credo, a scegliere Berlusconi per essere ciò che voleva essere. Ciò che voleva continuare ad essere dopo la grande trasformazione antropologico-culturale degli anni Settanta e Ottanta..."
III TRAVISAMENTO
"... per evitare che la sinistra possa incorrere in una ulteriore, sgradevole, chiamata in correità e perdere così anche la sua presunta natura alternativa alla destra, Schiavone non vuol vederele politiche di conquista del consenso sia a livello locale che nazionale, la sindacalizzazione dell' impiego pubblico, la degenerazione della giustizia, il permissivismo scolastico, l' evasione fiscale assolutamente generalizzata, la lottizzazione e l' antimeritocrazia dappertutto, il moralismo dipietrista, la divulgazione di tutte le più idiote mitologie modernistico-massmediatiche, le «notti bianche», i premi Grinzane-Cavour, i «vaffa day» e così via..."
Con queste premesse mi sembra non resti che attendere il consueto e trionfale passaggio senza contraddittorio di Schiavone sui tappeti rossi di Fahrenheit e di Augias, tanto per citare due covi dove da anni fa come se fosse a casa sua...
giovedì 16 aprile 2009
Libertà contro Efficienza
Dibattito.
L' efficienza rende credibile e neutrale chi la propugna. Eppure non è accettabile visto che avanza soluzioni a dir poco assurde in molti casi specifici.
L' efficienza rende credibile e neutrale chi la propugna. Eppure non è accettabile visto che avanza soluzioni a dir poco assurde in molti casi specifici.
Alte Colline e Basse Montagne
Anche Giorgio Israel si unisce al coro e intona la solita solfa per cui l' economia mainstream avrebbe fallito la sua missione. Questa crisi lo proverebbe.
Comincio notando un passaggio molto strano:
"... è del tutto ragionevole asserire... che da quando esiste il sistema capitalistico, nessuno è stato capace di proporre un sistema migliore. Ben altro discorso è scendere sul terreno della teoria economica e asserire l’intrinseca perfezione del sistema capitalistico...".
Penso che nessuno abbia mai fatto la seconda "asserzione". E' spiacevole però constatare che la discussione potrebbe già chiudersi qui osservando semplicemente come l' attacco di Israel sia rivolto a dei fantasmi. Dacchè mi risulta l' opzione per il mercato è infatti sempre l' opzione per il meno-peggio. Ma questo vale per qualsiasi teoria scientifica moderna.
A meno che contraddire il nuovo guru Tremonti non venga tradotto dagli ammiratori del Commercialista di Sondrio in una professione di fede nell' "... intrinseca perfezione del sistema capitalistico...".
Il coro in cui canta Israel contesta in particolare due "ipotesi": 1) la razionalità degli operatori (homo economicus) 2) l' efficienza dei mercati (pro-eff). Sono due ipotesi intimamente legate tra loro, forse è persino inutile presentarle in forma separata.
Devo ammettere che le due ipotesi mi piacciono e continuano a essermi simpatiche anche oggi. Nonostante funzionino palesemente male, pur sapendo che la loro adozione puo' produrre disastri, pur sapendo delle confutazioni fattuali che si susseguono a ripetizione. Sono forse "de coccio"? Non penso, perchè mai dovrei nutrire una simile simpatia?
Ma io conto poco. Israel farebbe invece bene a chiedersi come mai anche la scienza ufficiale persista nel produrre modelli che accolgono l' ipotesi pro-eff. Forse sono in azione delle strane lobby accademiche? Non lo credo visto che questo meccanismo lavora da un secolo e mezzo. Se ci fosse una Verità si sarebbe già imposta sbaragliando la lobby di turno.
Popper pensava che confutare un' ipotesi equivalesse a toglierla di mezzo. E qualcuno lo pensa ancora. Che ingenui! La cosa non è affatto vera ed esistono decine di episodi nella storia della scienza a testimoniarlo.
Il fatto è che l' ipotesi pro-eff: con la sua semplicità ed eleganza ripaga con gli interessi anche i mille errori in cui incorre. Chi lo dice infatti che una teoria scientifica debba essere vera? La scienza non è la Religione e può quindi ricorrere a molte altre risorse! Semmai una tesi è scientifica se si "ripaga" al meglio. I margini di errore non contano in assoluto. In questi ultimi secoli la tesi di cui parliamo sembra essersi ripagata. Ma siamo aperti a chi la pensa differentemente.
[... qui ci sta bene una ripresa della discussione intorno a Wittgenstein e allo Stregone. Quando lo Stregone afferma che "danzerà per far piovere", a Witt appare ridicolo e preferisce non "prenerlo sul serio", ovvero non prenderlo alla lettera. Ma a noi non appare affatto ridicolo, possiamo prenderlo sul serio, non è un pazzo visto che non ha niente di meglio a cui ricorrere. Concluderemo in modo politicamente scorretto che esprime una civiltà inferiore a quella che ha puntato sui sistemi irrigui... Allo stesso modo gli economisti ricorrono all' ipotesi pro-eff. Lo Stregone soccombe perchè esiste l' Uomo Bianco ma l' ipotesi pro-eff che contraltae ha?... nessuno]
Qualcuno contesta l' Homo Eeconomicus osservando quanto suo cugino sia un tipo "irrazionale", in più conosciamo una folla di persone che si comporta proprio come lui. I più raffinati sfoderano una serie di test psicologici che evidenziano una marea di bias cognitivi. Ma costoro hanno veramente colto di cosa si stia parlando? Sarebbe bene non confondere gli accorgimenti su cui ripiega (razionalmente) chi ha una "limitata possibilità di calcolo" con l' "irrazionalità".
Ma il punto non è nemmeno questo, il punto è che mentre esiste UNA razionalità, esisono MILLE modi per essere irrazionali.
MASSIMA PRAGMATISTA: That which as no practical implications; has no implications for economic theory.
Chi contesta HE deve proporre un' alternativa, ma un' alternativa soddisfacente non è mai stata proposta.
Allo stesso modo è scientificamente afono chi nel bel mezzo della crisi faccia notare quanto sia inefficiente il mercato. Accapigliarsi con costoro non avrebbe senso, simuleremmo la lite insensata tra quei due che posti di fronte ad una montagnola e senza termini di paragone si dividono ferocemente: l' uno sostenendo alla morte che trattasi di un' "Alta Collina", l' altro perorando ardentemente la causa della "Bassa Montagna".
Bottom line: ma quali sono poi le cause di questa crisi? Per poter lanciare i suoi strali Israel lo dà per scontato: i mercati finanziari sono inefficienti. Ma chi l' ha detto? Peccato, ridurre in questo modo favorisce le tesi anti-eff ma elude un dibattito interessante che non arriva certo a conclusioni tanto semplicistiche.
Comincio notando un passaggio molto strano:
"... è del tutto ragionevole asserire... che da quando esiste il sistema capitalistico, nessuno è stato capace di proporre un sistema migliore. Ben altro discorso è scendere sul terreno della teoria economica e asserire l’intrinseca perfezione del sistema capitalistico...".
Penso che nessuno abbia mai fatto la seconda "asserzione". E' spiacevole però constatare che la discussione potrebbe già chiudersi qui osservando semplicemente come l' attacco di Israel sia rivolto a dei fantasmi. Dacchè mi risulta l' opzione per il mercato è infatti sempre l' opzione per il meno-peggio. Ma questo vale per qualsiasi teoria scientifica moderna.
A meno che contraddire il nuovo guru Tremonti non venga tradotto dagli ammiratori del Commercialista di Sondrio in una professione di fede nell' "... intrinseca perfezione del sistema capitalistico...".
Il coro in cui canta Israel contesta in particolare due "ipotesi": 1) la razionalità degli operatori (homo economicus) 2) l' efficienza dei mercati (pro-eff). Sono due ipotesi intimamente legate tra loro, forse è persino inutile presentarle in forma separata.
Devo ammettere che le due ipotesi mi piacciono e continuano a essermi simpatiche anche oggi. Nonostante funzionino palesemente male, pur sapendo che la loro adozione puo' produrre disastri, pur sapendo delle confutazioni fattuali che si susseguono a ripetizione. Sono forse "de coccio"? Non penso, perchè mai dovrei nutrire una simile simpatia?
Ma io conto poco. Israel farebbe invece bene a chiedersi come mai anche la scienza ufficiale persista nel produrre modelli che accolgono l' ipotesi pro-eff. Forse sono in azione delle strane lobby accademiche? Non lo credo visto che questo meccanismo lavora da un secolo e mezzo. Se ci fosse una Verità si sarebbe già imposta sbaragliando la lobby di turno.
Popper pensava che confutare un' ipotesi equivalesse a toglierla di mezzo. E qualcuno lo pensa ancora. Che ingenui! La cosa non è affatto vera ed esistono decine di episodi nella storia della scienza a testimoniarlo.
Il fatto è che l' ipotesi pro-eff: con la sua semplicità ed eleganza ripaga con gli interessi anche i mille errori in cui incorre. Chi lo dice infatti che una teoria scientifica debba essere vera? La scienza non è la Religione e può quindi ricorrere a molte altre risorse! Semmai una tesi è scientifica se si "ripaga" al meglio. I margini di errore non contano in assoluto. In questi ultimi secoli la tesi di cui parliamo sembra essersi ripagata. Ma siamo aperti a chi la pensa differentemente.
[... qui ci sta bene una ripresa della discussione intorno a Wittgenstein e allo Stregone. Quando lo Stregone afferma che "danzerà per far piovere", a Witt appare ridicolo e preferisce non "prenerlo sul serio", ovvero non prenderlo alla lettera. Ma a noi non appare affatto ridicolo, possiamo prenderlo sul serio, non è un pazzo visto che non ha niente di meglio a cui ricorrere. Concluderemo in modo politicamente scorretto che esprime una civiltà inferiore a quella che ha puntato sui sistemi irrigui... Allo stesso modo gli economisti ricorrono all' ipotesi pro-eff. Lo Stregone soccombe perchè esiste l' Uomo Bianco ma l' ipotesi pro-eff che contraltae ha?... nessuno]
Qualcuno contesta l' Homo Eeconomicus osservando quanto suo cugino sia un tipo "irrazionale", in più conosciamo una folla di persone che si comporta proprio come lui. I più raffinati sfoderano una serie di test psicologici che evidenziano una marea di bias cognitivi. Ma costoro hanno veramente colto di cosa si stia parlando? Sarebbe bene non confondere gli accorgimenti su cui ripiega (razionalmente) chi ha una "limitata possibilità di calcolo" con l' "irrazionalità".
Ma il punto non è nemmeno questo, il punto è che mentre esiste UNA razionalità, esisono MILLE modi per essere irrazionali.
MASSIMA PRAGMATISTA: That which as no practical implications; has no implications for economic theory.
Chi contesta HE deve proporre un' alternativa, ma un' alternativa soddisfacente non è mai stata proposta.
Allo stesso modo è scientificamente afono chi nel bel mezzo della crisi faccia notare quanto sia inefficiente il mercato. Accapigliarsi con costoro non avrebbe senso, simuleremmo la lite insensata tra quei due che posti di fronte ad una montagnola e senza termini di paragone si dividono ferocemente: l' uno sostenendo alla morte che trattasi di un' "Alta Collina", l' altro perorando ardentemente la causa della "Bassa Montagna".
Bottom line: ma quali sono poi le cause di questa crisi? Per poter lanciare i suoi strali Israel lo dà per scontato: i mercati finanziari sono inefficienti. Ma chi l' ha detto? Peccato, ridurre in questo modo favorisce le tesi anti-eff ma elude un dibattito interessante che non arriva certo a conclusioni tanto semplicistiche.
mercoledì 15 aprile 2009
Alternative alla razionalità
A ondate regolari cresce un clima di sfiducia nelle capacità razionali dell' uoomo.
Anche commentando la recente crisi finanziaria si sente dire che le scienze sociali hanno fallito le previsioni poichè postulano "agenti razionali" anzichè persone normali e fallibili esattamente come le vediamo tutti i giorni.
Chiedo: ma ci crediamo o no nel fatto che l' uomo sia un essere ragionevole?
Francamente ne sono convinto e sono convinto che anche cio' che chiamiamo "bias cognitivo" abbia una sua giustificazione razionale.
E' il "mondo" ad essere complesso, non la nostra razionalità ad essere difettosa. Anche se lo "scopritore2 è razionale, la scoperta del mondo è infinita.
Si tratta solo di avere fiducia nel fatto che noi siamo esseri razionali e che la razionalità è il miglior strumento per condurre questa scoperta.
Anche commentando la recente crisi finanziaria si sente dire che le scienze sociali hanno fallito le previsioni poichè postulano "agenti razionali" anzichè persone normali e fallibili esattamente come le vediamo tutti i giorni.
Chiedo: ma ci crediamo o no nel fatto che l' uomo sia un essere ragionevole?
Francamente ne sono convinto e sono convinto che anche cio' che chiamiamo "bias cognitivo" abbia una sua giustificazione razionale.
E' il "mondo" ad essere complesso, non la nostra razionalità ad essere difettosa. Anche se lo "scopritore2 è razionale, la scoperta del mondo è infinita.
Si tratta solo di avere fiducia nel fatto che noi siamo esseri razionali e che la razionalità è il miglior strumento per condurre questa scoperta.
Chi ama di più la Verità?
Chi la "compra", non chi la "vende".
Attenzione però agli "innamorati delle domande". Apparentemente sono "compratori". In realtà hanno smesso di anelare ad una risposta che romperebbe la comoda routine in cui si sono calati.
Attenzione però agli "innamorati delle domande". Apparentemente sono "compratori". In realtà hanno smesso di anelare ad una risposta che romperebbe la comoda routine in cui si sono calati.
venerdì 10 aprile 2009
Un altro rigo
... questo rigo è un ago...
... che trapunta il riposato bianco dei blogspot...
... e lo strappa alla sua dignitosa reticenza...
... e lo compromette...
... e lo inquina con storie che non riescono a finire...
... e si fa accarezzare... per ferire meglio...
giovedì 9 aprile 2009
Il blues delle minuscole vite
... a costellare la narcosi di un giorno qualunque, sopraggiunge lo scoccare della lucertola nel cespuglio... il calpestio disperato del topo che incontra per un attimo la roccia, il rimbalzo breve della penna caduta sul duro... minuscole vite di pochi minuti...
... intanto tace il canto, e dietro il rintronare prosaico della sonora barzelletta si lamenta appena un blues sfiatato...
mercoledì 8 aprile 2009
Ancora un post che non cambierà la Storia
... una satolla pecora scampanellante fissa il suo umido filo d' erba medica come io fisso questo rigo interminabile...
... che senza convincere mi gonfia la palpebra come quella di un Patriarca che studia il Libro della Specie a lume di candela...
... è un rigo che sembrava parlare tacendo, come la nuvola all' albero...
... è un filo che non sazia l' ovino sul punto di esplodere...
... è un rigo che non salverà mai nessuno con quel scetticismo elegante...
... è un rigo che si scrive da solo e per leggersi da sè, il tuo sguardo è già di troppo...
... è un rigo con agili labbra che enunciano di continuo ipotesi ben congegnate...
... ma anche con mani furbe che falsano l' esperimento in corso...
... è un rigo destinato a gente impassibile che non cambierà la storia...
... sgomma e inseguilo infilandoti nella fuga delle sue svolte... ti seminerà lanciando dal finestrino parole aguzze come chiodi...
martedì 7 aprile 2009
Buon sangue non mente
In alcuni dei precedenti post ho trattato il Nazismo come un movimento politico con nonni, nipoti e retorica tipicamente di sinistra. Mentre tra gli studiosi questa visione sembra imporsi, per la vulgata comune resta ancora provocatoria.
C' è per esempio la questione del razzismo. Sembra che alla Sinistra Contemporanea ripugni.
Sì, a parole.
Si noti come per tutelare il valore dell' "uguaglianza" la Sinistra ricorra di continuo e senza imbarazzi a discriminazioni "razziste". Avete presente il caso delle "quote"?
Per chiarirci le idee parliamo un po' di donne e mondo del lavoro. Non si tratta di "razza" ma di "genere", le cose però non cambiano e sono sicuro che questo semplice esempio ne stimolerà di tutti i tipi.
Poichè perlopiù le donne sono destinate a diventare madri, a parità di efficienza rispetto ai colleghi maschi, è del tutto naturale che le loro retribuzioni e le loro possibilità di carriera siano mediamente più modeste. Sono infatti "vittime" di una "discriminazione" operata dai datori di lavoro i quali guardano al loro interesse e non certo al "genere" del dipendente.
Non si tratta di una discriminazione politica (ovvero relativa a diritti conculcati) ma di una discriminazione individuale, ovvero di una libera scelta contrattuale. Ne facciamo anche noi di continuo, per esempio al supermercato. E' la classica operazione che qualifica una società libera. In altri termini è una conseguenza "naturale" che il conservatore di destra è disposto ad accettare.
Ma alla Sinistra questa "libera scelta" che penalizza le donne non va giù e per rimediare ai suoi effetti non esita a proporre misure razziste, ovvero diritti e penalizzazioni specificatamente destinate ad una razza (genere) di cittadini. In questo caso non si tratta di una libera scelta dei singoli ma di vere misure coercitive (leggi razziali) calate dall' alto.
Evidentemente, nonostante i proclami, la Sinistra non è poi così disturbata e si muove con disinvoltura sorprendente in queste materie.
Forse, dissimulata sotto una patina di nobiltà, è proprio quella ripugnante parentela a farsi sentire.
Buon sangue non mente.
C' è per esempio la questione del razzismo. Sembra che alla Sinistra Contemporanea ripugni.
Sì, a parole.
Si noti come per tutelare il valore dell' "uguaglianza" la Sinistra ricorra di continuo e senza imbarazzi a discriminazioni "razziste". Avete presente il caso delle "quote"?
Per chiarirci le idee parliamo un po' di donne e mondo del lavoro. Non si tratta di "razza" ma di "genere", le cose però non cambiano e sono sicuro che questo semplice esempio ne stimolerà di tutti i tipi.
Poichè perlopiù le donne sono destinate a diventare madri, a parità di efficienza rispetto ai colleghi maschi, è del tutto naturale che le loro retribuzioni e le loro possibilità di carriera siano mediamente più modeste. Sono infatti "vittime" di una "discriminazione" operata dai datori di lavoro i quali guardano al loro interesse e non certo al "genere" del dipendente.
Non si tratta di una discriminazione politica (ovvero relativa a diritti conculcati) ma di una discriminazione individuale, ovvero di una libera scelta contrattuale. Ne facciamo anche noi di continuo, per esempio al supermercato. E' la classica operazione che qualifica una società libera. In altri termini è una conseguenza "naturale" che il conservatore di destra è disposto ad accettare.
Ma alla Sinistra questa "libera scelta" che penalizza le donne non va giù e per rimediare ai suoi effetti non esita a proporre misure razziste, ovvero diritti e penalizzazioni specificatamente destinate ad una razza (genere) di cittadini. In questo caso non si tratta di una libera scelta dei singoli ma di vere misure coercitive (leggi razziali) calate dall' alto.
Evidentemente, nonostante i proclami, la Sinistra non è poi così disturbata e si muove con disinvoltura sorprendente in queste materie.
Forse, dissimulata sotto una patina di nobiltà, è proprio quella ripugnante parentela a farsi sentire.
Buon sangue non mente.
Schizofrenia
Givanni è censurato dalla politica che gli impedisce di esprimere la sua opinione. Pensa subito al "regime".
Giovanni non puo' slacciarsi la cintura di sicurezza quando è nella sua macchina, e neppure fumare nel suo ufficio. Pensa subito di trovarsi in un paese civile.
Eppure si tratta della stessa persona!
Alcuni convivono felici con schizofrenie di tal fatta. Io no.
La mia educazione dai 20 anni ad oggi è consistita coprattutto nel tentativo di eliminare questa incongruenza che penso derivi dall' educazione ricevuta fino ai 20 anni.
Quanto tempo perso.
Giovanni non puo' slacciarsi la cintura di sicurezza quando è nella sua macchina, e neppure fumare nel suo ufficio. Pensa subito di trovarsi in un paese civile.
Eppure si tratta della stessa persona!
Alcuni convivono felici con schizofrenie di tal fatta. Io no.
La mia educazione dai 20 anni ad oggi è consistita coprattutto nel tentativo di eliminare questa incongruenza che penso derivi dall' educazione ricevuta fino ai 20 anni.
Quanto tempo perso.
lunedì 6 aprile 2009
Aria di famiglia
Favorire il vegetarianesimo anche mediante l' intervento pubblico.
Simpatizzare e sponsorizzare una cultura tesa ad un riconoscimento crescente dei diritti degli animali.
Dare centralità alle questioni relative alla salute pubblica. Determinazione senza riserve nella lotta contro il cancro, contro il fumo e contro i liquori.
Sollecitare la massima attenzione alla qualità del cibo con particolare cura per il "biologico". Il cibo non è una questione privata.
Sicurezza!: sicurezza sociale, sicurezza economica, sicurezza dalla globalizzazione... sicurezza per tutti i cittadini. Ora, subito!
Combattere con tutti imezzi l' avidità dei singoli e l' istinto profittatore degli operatori economici specie se di grandi dimensioni.
Instillare il culto per la legalità statuale, unica e vera garanzia dell' unità sociale.
Concepire la politica come lo strumento ultimativo per trattare i temi sociali: sappiate che dove si presenta un problema, esiste sempre anche una legge da adottare il più presto possibile che è in grado di fronteggiarlo attenuandolo.
la biologia oggi ci consente di scegliere, selezionare e controllare le nascite e la demografia: sfruttiamola!
Normalizzare l' omossessualità e valorizzarla come pratica rigeneratrice dello spirito libero sull' esempio dell' antichità.
Lotta alle religioni tradizionali - Cristianesimi come bersaglio privilegiato - e alle loro zavorra moraleggiante.
Contare sull' esistenza di un' avanguardia illuminata e lucida in grado di trainare il grezzo corpo sociale privo di strumenti su un sentiero sicuro e auspicabile.
Il miglior bambino è quello più distaccato dai genitori e più attaccato alla comunità. Fare in mlodo che la scuola realizzi questo trapasso.
Attacco ai segni "religiosi" ancora presenti negli spazi pubblici (preghiera a scuola, crocifissi ecc...).
L' èlite ricorra senza riserve all' arma "soreliana" della nobile bugia, o politically correct, per trascinare con sè le masse con minori difficoltà.
Lotta senza quartiere contro coloro che si oppongono all' interesse generale destabilizzando la comunità. In particolare gli usurai e i criminali finanziari.
Lotta senza quartiere al lavoro minorile.
Favorire un robusto potere centrale in grado di coordinare tutte le attività nella nazione.
Controllo e al limite nazionalizzazione dei grandi monopoli.
Partecipazione dei lavoratori al governo dell' impresa multinazionale.
Lotta contro la privatizzazione dell' esercito e contro le truppe "mercenarie".
Il governo deve esprimere la volontà popolare, l' unica legittimata a tutelare il bene pubblico e ad indirizzare la comunità.
Il lavoro del cittadino per la comunità è un dovere sia civico che morale.
Lo Stato ha il diritto/dovere di detenere il monopolio delle armi regolando con severità la loro circolazione.
Sfruttare i concetti di "razza", "genere" ecc. per produrre legislazione ad hoc in modo da favorire taluni gruppi sociali.
Ogni reddito a cui non corrisponde un merito deve essere opinato e al limite espropriato.
Affiancare e sostenere le lotte che coinvolgono le masse e la piazza.
Ripristinare l' ideale romantico della "speranza" e del "futuro".
Lotta alle diseguaglianze sociali e diritto per la popolazione a standard di vita sempre più eleveti.
La scuola deve essere in prima linea nella formazione del cittadino come uomo nuovo e rotellina lubrificata del meccanismo sociale.
Cura maniacale per l' efficienza dell' apparato pubblico.
Lotta ai pregiudizi borghesi e alla cultura espressa da questa classe sociale.
Controllo della politica sui settori strategici dell' economia.
Proporre soluzioni alternative alla famiglia e ai suoi valori quando la si giudica inidonea a far fronte a certi problemi che superano le sue limitate capacità.
Affrontare le questioni sessuali con particolare attenzione alla gratificazione delle persone coinvolte.
Promuovere l' ambientalismo e l' ecologia come valori centrali nella visione del mondo.
Stabilizzare e addomesticare il mercato mediane adeguata architettura regolativa.
Allentare i vincoli bioetici che inceppano la libera ricerca scientifica. Di fronte alle questioni bioetiche privilegiare la via che presenti una chiara "convenienza sociale".
Incoraggiare le visioni olistiche del mondo e della società.
"... la cosa migliore è lasciare che il cristianesimo agonizzi con i suoi valori e muoia di morte naturale. L' avanzata della scienza contribuirà a questo processo poichè la religione sarà costretta a sempre maggiori concessioni. Gradualmente i suoi miti cadranno in sfacelo. Cio' sarà la prova che i confini posti da queste superstizioni non hanno motivo di esistere..."
"La razza XXX è il vero cancro della Storia. Ora che lo sappiamo dobbiamo combatterla con ogni mezzo..."
Nelle affermazioni che precedono ho cercato di catturare l' essenza più profonda del Partito Nazista partendo anche dal suo propgramma così come lo vergò Adolf Hitler nel 1920. Sentite aria di famiglia? E' solo la normale arietta che spira laddove esiste un' attitudine "totalitaria" e si pretende che la politica si infili anche nel cibo e nelle sigarette.
Il fatto è che molti conoscono a menadito la Schiavitù ma ignorano del tutto "La via della schiavitù".
P.S. Come era facile indovinare, la prima citazione è di Adolf, la seconda di Susan Sontag.
P.S. XXX sta per... conta poco ma ve lo dico: "Bianca".
Simpatizzare e sponsorizzare una cultura tesa ad un riconoscimento crescente dei diritti degli animali.
Dare centralità alle questioni relative alla salute pubblica. Determinazione senza riserve nella lotta contro il cancro, contro il fumo e contro i liquori.
Sollecitare la massima attenzione alla qualità del cibo con particolare cura per il "biologico". Il cibo non è una questione privata.
Sicurezza!: sicurezza sociale, sicurezza economica, sicurezza dalla globalizzazione... sicurezza per tutti i cittadini. Ora, subito!
Combattere con tutti imezzi l' avidità dei singoli e l' istinto profittatore degli operatori economici specie se di grandi dimensioni.
Instillare il culto per la legalità statuale, unica e vera garanzia dell' unità sociale.
Concepire la politica come lo strumento ultimativo per trattare i temi sociali: sappiate che dove si presenta un problema, esiste sempre anche una legge da adottare il più presto possibile che è in grado di fronteggiarlo attenuandolo.
la biologia oggi ci consente di scegliere, selezionare e controllare le nascite e la demografia: sfruttiamola!
Normalizzare l' omossessualità e valorizzarla come pratica rigeneratrice dello spirito libero sull' esempio dell' antichità.
Lotta alle religioni tradizionali - Cristianesimi come bersaglio privilegiato - e alle loro zavorra moraleggiante.
Contare sull' esistenza di un' avanguardia illuminata e lucida in grado di trainare il grezzo corpo sociale privo di strumenti su un sentiero sicuro e auspicabile.
Il miglior bambino è quello più distaccato dai genitori e più attaccato alla comunità. Fare in mlodo che la scuola realizzi questo trapasso.
Attacco ai segni "religiosi" ancora presenti negli spazi pubblici (preghiera a scuola, crocifissi ecc...).
L' èlite ricorra senza riserve all' arma "soreliana" della nobile bugia, o politically correct, per trascinare con sè le masse con minori difficoltà.
Lotta senza quartiere contro coloro che si oppongono all' interesse generale destabilizzando la comunità. In particolare gli usurai e i criminali finanziari.
Lotta senza quartiere al lavoro minorile.
Favorire un robusto potere centrale in grado di coordinare tutte le attività nella nazione.
Controllo e al limite nazionalizzazione dei grandi monopoli.
Partecipazione dei lavoratori al governo dell' impresa multinazionale.
Lotta contro la privatizzazione dell' esercito e contro le truppe "mercenarie".
Il governo deve esprimere la volontà popolare, l' unica legittimata a tutelare il bene pubblico e ad indirizzare la comunità.
Il lavoro del cittadino per la comunità è un dovere sia civico che morale.
Lo Stato ha il diritto/dovere di detenere il monopolio delle armi regolando con severità la loro circolazione.
Sfruttare i concetti di "razza", "genere" ecc. per produrre legislazione ad hoc in modo da favorire taluni gruppi sociali.
Ogni reddito a cui non corrisponde un merito deve essere opinato e al limite espropriato.
Affiancare e sostenere le lotte che coinvolgono le masse e la piazza.
Ripristinare l' ideale romantico della "speranza" e del "futuro".
Lotta alle diseguaglianze sociali e diritto per la popolazione a standard di vita sempre più eleveti.
La scuola deve essere in prima linea nella formazione del cittadino come uomo nuovo e rotellina lubrificata del meccanismo sociale.
Cura maniacale per l' efficienza dell' apparato pubblico.
Lotta ai pregiudizi borghesi e alla cultura espressa da questa classe sociale.
Controllo della politica sui settori strategici dell' economia.
Proporre soluzioni alternative alla famiglia e ai suoi valori quando la si giudica inidonea a far fronte a certi problemi che superano le sue limitate capacità.
Affrontare le questioni sessuali con particolare attenzione alla gratificazione delle persone coinvolte.
Promuovere l' ambientalismo e l' ecologia come valori centrali nella visione del mondo.
Stabilizzare e addomesticare il mercato mediane adeguata architettura regolativa.
Allentare i vincoli bioetici che inceppano la libera ricerca scientifica. Di fronte alle questioni bioetiche privilegiare la via che presenti una chiara "convenienza sociale".
Incoraggiare le visioni olistiche del mondo e della società.
"... la cosa migliore è lasciare che il cristianesimo agonizzi con i suoi valori e muoia di morte naturale. L' avanzata della scienza contribuirà a questo processo poichè la religione sarà costretta a sempre maggiori concessioni. Gradualmente i suoi miti cadranno in sfacelo. Cio' sarà la prova che i confini posti da queste superstizioni non hanno motivo di esistere..."
"La razza XXX è il vero cancro della Storia. Ora che lo sappiamo dobbiamo combatterla con ogni mezzo..."
Nelle affermazioni che precedono ho cercato di catturare l' essenza più profonda del Partito Nazista partendo anche dal suo propgramma così come lo vergò Adolf Hitler nel 1920. Sentite aria di famiglia? E' solo la normale arietta che spira laddove esiste un' attitudine "totalitaria" e si pretende che la politica si infili anche nel cibo e nelle sigarette.
Il fatto è che molti conoscono a menadito la Schiavitù ma ignorano del tutto "La via della schiavitù".
P.S. Come era facile indovinare, la prima citazione è di Adolf, la seconda di Susan Sontag.
P.S. XXX sta per... conta poco ma ve lo dico: "Bianca".
Avidità o stupidità?
Per alcuni l' attuale crisi segna la fine di un sistema che non funziona e non puo' funzionare, almeno in assenza di una forte moralizzazione.
Per altri si tratta di normali inconvenienti a cui va incontro chi si avventura su territori incogniti. Prima o poi bisogna aspettarselo.
Quando i due filoni teorici viaggiano in incognito si fronteggiano presentandosi con questa alternativa: avidità o stupidità? . Ognuno prenda posizione.
Per altri si tratta di normali inconvenienti a cui va incontro chi si avventura su territori incogniti. Prima o poi bisogna aspettarselo.
Quando i due filoni teorici viaggiano in incognito si fronteggiano presentandosi con questa alternativa: avidità o stupidità? . Ognuno prenda posizione.
L' utile idiota scova l' evasore
Il matematico de Finetti, dopo una serie di calcoli, arrivò a considerare il Lotto una tassa sugli imbecilli. Solo una scelta irrazionale ci spinge a giocare (e a pagare).
Purtroppo grava prevalentemente sui poveri (le statistiche sono univoche). Il bello è che in questi anni si è pensato di girare gli introiti verso le "attività culturali", ovvero verso un servizio fruito prevalentemente dai ceti abbienti (le statistiche sono univoche).
Così alla tassa sugli imbecilli assommiamo la ridistribuzione più imbecille che ci sia: quella che trasferisce verso i ricchi le risorse dei poveri.
Tanta irrazionalità potrebbe essere perlomeno sfruttata per la lotta all' evasione facendo di ogni scontrino un biglietto della lotteria. Il montepremi sarebbe pari ad una quota delle tasse raccolte. A Taiwan hanno già cominciato.
Funziona? I dubbi sarebbero fugati se il metodo fosse sostitutivo anzichè integrativo, ma per fare cio' bisognerebbe licenziare una quota dei controllori battuti dall' efficienza ritrovata.
Particolari nell' articolo di Massarenti sul 24 ore.
Purtroppo grava prevalentemente sui poveri (le statistiche sono univoche). Il bello è che in questi anni si è pensato di girare gli introiti verso le "attività culturali", ovvero verso un servizio fruito prevalentemente dai ceti abbienti (le statistiche sono univoche).
Così alla tassa sugli imbecilli assommiamo la ridistribuzione più imbecille che ci sia: quella che trasferisce verso i ricchi le risorse dei poveri.
Tanta irrazionalità potrebbe essere perlomeno sfruttata per la lotta all' evasione facendo di ogni scontrino un biglietto della lotteria. Il montepremi sarebbe pari ad una quota delle tasse raccolte. A Taiwan hanno già cominciato.
Funziona? I dubbi sarebbero fugati se il metodo fosse sostitutivo anzichè integrativo, ma per fare cio' bisognerebbe licenziare una quota dei controllori battuti dall' efficienza ritrovata.
Particolari nell' articolo di Massarenti sul 24 ore.
Il ponte tra biologia e aborto
Sentite questa:
Why do so many people on the pro-choice end of the abortion argument insist that life does not begin until after birth and that a fetus is not a human? I mean, you can say that an embryo is not a human because it has no cognitive abilities. You can use science to show that it has no cognitive abilities too, but you cannot use science to prove that cognitive abilities are the defining attribute of a person.
As a matter of fact, don’t scientists identify organisms as members of their respective species based on their unique genetic signature? Human beings have a genetic signature of their own. Every human has it and no other species shares it with us. So, scientifically the fetus is a human, it’s only when we put religious sentiment into the mix that we can define it as anything else than a member of our species.
The life argument is more effective... except that biologically there’s no significance to the instant of birth.
Semmai fossi un militante pro-choice questa obiezione non mi farebbe un baffo.
Nel sostenere la mia tesi circa la mancata identificazione tra feto ed essere umano saprei benissimo di fare un' affermazione di tipo "etico" che non necessita e non puo' essere sostenuta con gli argomenti della biologia. Essere Umano non significa appartenere alla famiglia animale degli uomini.
Eppure, se penso ai pro-choice in circolazione e al loro modo di incastrare scienza e fede puntando tutto sulla prima, capisco che possano ricevere una randellata dalle parole di cui sopra. E gliel' ammollo volentieri.
P.S. con questo non voglio dire che la biologia sia irrilevante su queste questioni (se non mi arruolo tra i pro-choice è proprio perchè il quadro che ci fornisce la biologia conta), dico che non è decisiva dovendo esprimere un giudizio morale. E la scienza non ha mai implicazioni morali.
Why do so many people on the pro-choice end of the abortion argument insist that life does not begin until after birth and that a fetus is not a human? I mean, you can say that an embryo is not a human because it has no cognitive abilities. You can use science to show that it has no cognitive abilities too, but you cannot use science to prove that cognitive abilities are the defining attribute of a person.
As a matter of fact, don’t scientists identify organisms as members of their respective species based on their unique genetic signature? Human beings have a genetic signature of their own. Every human has it and no other species shares it with us. So, scientifically the fetus is a human, it’s only when we put religious sentiment into the mix that we can define it as anything else than a member of our species.
The life argument is more effective... except that biologically there’s no significance to the instant of birth.
Semmai fossi un militante pro-choice questa obiezione non mi farebbe un baffo.
Nel sostenere la mia tesi circa la mancata identificazione tra feto ed essere umano saprei benissimo di fare un' affermazione di tipo "etico" che non necessita e non puo' essere sostenuta con gli argomenti della biologia. Essere Umano non significa appartenere alla famiglia animale degli uomini.
Eppure, se penso ai pro-choice in circolazione e al loro modo di incastrare scienza e fede puntando tutto sulla prima, capisco che possano ricevere una randellata dalle parole di cui sopra. E gliel' ammollo volentieri.
P.S. con questo non voglio dire che la biologia sia irrilevante su queste questioni (se non mi arruolo tra i pro-choice è proprio perchè il quadro che ci fornisce la biologia conta), dico che non è decisiva dovendo esprimere un giudizio morale. E la scienza non ha mai implicazioni morali.
La Pace e il Benessere come arte della sottomissione
Caplan legge il fumetto di Sacco sulla Palestina e nota come manchi, tra le altre, una domanda decisiva da rivolgere ai palestinesi:
"... You're too weak to beat the Israelis. Why don't you just submit? (And if they responded, "Would you?," I'd say "I already do. I think taxation is theft, but I also have the wisdom to realize that the IRS will make my life a living hell if I resist..."
In effetti, se il conflitto israelopalestinese fosse un "affare tra loro", questa conclusione probabilmente si sarebbe già imposta. Ma bisognerebbe tornare ad una concezione pre-napoleonica della guerra.
"... You're too weak to beat the Israelis. Why don't you just submit? (And if they responded, "Would you?," I'd say "I already do. I think taxation is theft, but I also have the wisdom to realize that the IRS will make my life a living hell if I resist..."
In effetti, se il conflitto israelopalestinese fosse un "affare tra loro", questa conclusione probabilmente si sarebbe già imposta. Ma bisognerebbe tornare ad una concezione pre-napoleonica della guerra.
sabato 4 aprile 2009
I bei colori della menzogna
... la luna arriva da lontano su non sellati dorsi d' ebano. Solo per per il gusto di fissare tutto il tempo la pupilla dilatata di noi sognatori... finchè l' alba uscirà dai mari...
... intanto la terra sorride accarezzata dalle piante inquiete dei nostri piedi scalpitanti che ripensano di continuo la direzione...
... poi, al segno della giusta misura, con un grido colmeremo il mondo...
... ma per ora chiudi forte gli occhi e ascolta come spacca l' aria il raggio della ruota che ci porta lontano...
... il vento soffia proprio così su fili e antenne...
e vince in noi l' assalto di quel sonno pesante che abbatte tutte le teste dei vecchi all' indietro...
e asciuga preservandoli i bei colori della menzogna con cui proprio ieri abbiamo sgominato il vero quando avanzava la sua inaccoglibile pretesa...
venerdì 3 aprile 2009
Capogiri a Santiago
Ma perchè la "sinistra mondiale" riunita a Santiago sembra in crisi di idee proprio quando nel mondo imperversa una recessione che dovrebbe portare invece acqua al suo mulino?
Il "Sistema" sembra battere in testa e gli "alternativi" dovrebbero essere galvanizzati perchè la gente si guarda intorno in cerca di soluzioni.
Mentre i "radicali" ripropongono ricette già giustiziate dalla storia, i moderati litigano tra loro su dove debba passare la solita fantomatica Terza Via.
E intanto Tremonti pontifica.
Michele Salvati ha tentato una risposta. La Sinistra è stata presa in contropiede dalla Storia, si era appena convertita a nuovi valori quando è già ora di fare marcia indietro. E' normale che venga un po' di mal di testa.
Ma Salvati è ottimista, il suo resoconto assomiglia più a "Oggi Le Comiche" che a un vero travaglio ideologico, con la soluzione che non viene mai centrata ma che è lì ad un palmo dal naso. Secondo me le dinamiche che descrive sottovalutano la crisi in corso. E non parlo della sua gravità, parlo della sua complessità.
E' veramente il "nemico" della sinistra ad essere andato in crisi per cui basta intervenire con la tecnica della spallata?
Le migliori menti del movimento progressista, forse anche in seguito alle numerosi "conversioni" di fine millennio, hanno capito che le rivolte piazzaiole non possono essere cavalcate: si limitano a segnalare una cieca disperazione che procede a tentoni quando non sono l' alternativa trendy della gita a Gardaland.
La crisi si è manifestata nella finanza ma la soluzione non puo' essere: meno finanza. Per il semplice fatto che la finanza, la storia insegna, è il principale motore dell' emancipazione delle classi meno agiate (solo una finanza sviluppata fa arrivare soldi a chi non ce li ha).
Aaahh... se fossero fallite tante Enron sì che sarebbe una pacchia.
Purtroppo, bisogna dirlo a bassa voce, ad essere fallito è essenzialmente "il capitalismo del buon samaritano" che consiste nel dare prestiti a chi non è affidabile (i meno abbienti).
Anche l' enfasi sulle "regole" non puo' essere urlata nelle piazze in modo stentoreo perchè le regole più sensate assottiglierebbero per prudenza il flusso di denaro che scorre verso le classi più deboli (altro che Paradisi Fiscali). in altri termini, molti di noi non avrebbero più il problema di pagare il mutuo per il semplice fatto che un mutuo non ci verrebbe più concesso.
Ma che la crisi non possa essere interpretata semplicemente come una crisi del Capitalismo lo dimostra il "villain" che è stato prescelto per sfogare gli istinti e fornire un palinsesto adeguato a Santoro. Parlo della rivolta anti-CEO.
Ma come? Da che mondo e mondo il bersaglio degli antagonisti è sempre stato il "Padrone". Oggi invece lo si accusa di non aver vigilato con cura sui suoi interessi elargendo compensi troppo elevati al tirapiedi che l' ha fatto chiudere!
Sì perchè, il CEO non è certo preso di mira per essere stato uno spietato esecutore di ordini, quanto piuttosto per aver fregato il suo mandante! Il Padrone avrebbe dovuto fare il Padrone e rimpiangiamo il misto di arguzia e avidità dei bei Tycoon di vecchio stampo.
Siamo al paradosso: il Padrone dovrebbe curare di più i suoi interessi e quindi pagare meno i manager inefficienti. Ma se fosse tutto lì, non esiste sistema migliore che quello capitalista per stimolare la bramosia personale. Qualcosa non quadra.
Questo accenno ai capri espiatori l' ho fatto spigolando nella cronaca, infatti le retribuzioni dei CEO, per quanto scandalose, contano ben poco nel casino montato. Ma la rivolta contro di loro in nome di "un altro mondo possibile" fa capire come le bussole siano impazzite. E forse sono impazzite per far quadrare i conti dell' ideologia.
Una volta tanto non riesco a compatire i rappresentanti dell' Ulivo mondiale che annaspano riuniti a Santiago. Il mare in cui nuotano è solcato da procelle tanto irregolari da richiedere uno stile natatorio per cui riderei volentieri se non fossi così impegnato a tenermi a galla.
P.S. la mia posizione sul cataclisma finanziario.
Il "Sistema" sembra battere in testa e gli "alternativi" dovrebbero essere galvanizzati perchè la gente si guarda intorno in cerca di soluzioni.
Mentre i "radicali" ripropongono ricette già giustiziate dalla storia, i moderati litigano tra loro su dove debba passare la solita fantomatica Terza Via.
E intanto Tremonti pontifica.
Michele Salvati ha tentato una risposta. La Sinistra è stata presa in contropiede dalla Storia, si era appena convertita a nuovi valori quando è già ora di fare marcia indietro. E' normale che venga un po' di mal di testa.
Ma Salvati è ottimista, il suo resoconto assomiglia più a "Oggi Le Comiche" che a un vero travaglio ideologico, con la soluzione che non viene mai centrata ma che è lì ad un palmo dal naso. Secondo me le dinamiche che descrive sottovalutano la crisi in corso. E non parlo della sua gravità, parlo della sua complessità.
E' veramente il "nemico" della sinistra ad essere andato in crisi per cui basta intervenire con la tecnica della spallata?
Le migliori menti del movimento progressista, forse anche in seguito alle numerosi "conversioni" di fine millennio, hanno capito che le rivolte piazzaiole non possono essere cavalcate: si limitano a segnalare una cieca disperazione che procede a tentoni quando non sono l' alternativa trendy della gita a Gardaland.
La crisi si è manifestata nella finanza ma la soluzione non puo' essere: meno finanza. Per il semplice fatto che la finanza, la storia insegna, è il principale motore dell' emancipazione delle classi meno agiate (solo una finanza sviluppata fa arrivare soldi a chi non ce li ha).
Aaahh... se fossero fallite tante Enron sì che sarebbe una pacchia.
Purtroppo, bisogna dirlo a bassa voce, ad essere fallito è essenzialmente "il capitalismo del buon samaritano" che consiste nel dare prestiti a chi non è affidabile (i meno abbienti).
Anche l' enfasi sulle "regole" non puo' essere urlata nelle piazze in modo stentoreo perchè le regole più sensate assottiglierebbero per prudenza il flusso di denaro che scorre verso le classi più deboli (altro che Paradisi Fiscali). in altri termini, molti di noi non avrebbero più il problema di pagare il mutuo per il semplice fatto che un mutuo non ci verrebbe più concesso.
Ma che la crisi non possa essere interpretata semplicemente come una crisi del Capitalismo lo dimostra il "villain" che è stato prescelto per sfogare gli istinti e fornire un palinsesto adeguato a Santoro. Parlo della rivolta anti-CEO.
Ma come? Da che mondo e mondo il bersaglio degli antagonisti è sempre stato il "Padrone". Oggi invece lo si accusa di non aver vigilato con cura sui suoi interessi elargendo compensi troppo elevati al tirapiedi che l' ha fatto chiudere!
Sì perchè, il CEO non è certo preso di mira per essere stato uno spietato esecutore di ordini, quanto piuttosto per aver fregato il suo mandante! Il Padrone avrebbe dovuto fare il Padrone e rimpiangiamo il misto di arguzia e avidità dei bei Tycoon di vecchio stampo.
Siamo al paradosso: il Padrone dovrebbe curare di più i suoi interessi e quindi pagare meno i manager inefficienti. Ma se fosse tutto lì, non esiste sistema migliore che quello capitalista per stimolare la bramosia personale. Qualcosa non quadra.
Questo accenno ai capri espiatori l' ho fatto spigolando nella cronaca, infatti le retribuzioni dei CEO, per quanto scandalose, contano ben poco nel casino montato. Ma la rivolta contro di loro in nome di "un altro mondo possibile" fa capire come le bussole siano impazzite. E forse sono impazzite per far quadrare i conti dell' ideologia.
Una volta tanto non riesco a compatire i rappresentanti dell' Ulivo mondiale che annaspano riuniti a Santiago. Il mare in cui nuotano è solcato da procelle tanto irregolari da richiedere uno stile natatorio per cui riderei volentieri se non fossi così impegnato a tenermi a galla.
P.S. la mia posizione sul cataclisma finanziario.
Definire Dio
Prova ontologica: nella logica modale cio' che è possibile è anche necessario (prima o poi si realizza), altrimenti sarebbe impossibile. In un mondo dove vige il principio della ragione sufficiente, la definizione di Dio come ragione prima non presenta contraddizioni. Quindi l' esistenza di Dio è possibile; quindi è anche necessaria (Dio creatore).
Prova cosmologica: guardati intorno! L' universo ha un suo ordine e una sua direzione. Dove c' è un ordine c' è un ordinatore (Dio architetto).
Prova etica: ci sono alcuni comandi morali dalla verità indubitabile nel tempo e nello spazio. Chiamo Dio il fondamento di tali verità.
Sono argomenti facili e naturali che in genere non servono a conquistae la fede. Ma servono a mantenerla e a pregare.
Prova cosmologica: guardati intorno! L' universo ha un suo ordine e una sua direzione. Dove c' è un ordine c' è un ordinatore (Dio architetto).
Prova etica: ci sono alcuni comandi morali dalla verità indubitabile nel tempo e nello spazio. Chiamo Dio il fondamento di tali verità.
Sono argomenti facili e naturali che in genere non servono a conquistae la fede. Ma servono a mantenerla e a pregare.
mercoledì 1 aprile 2009
Cimatti riabilita Dio, e lo manda allo Zoo
Tra i conduttori di Fahrenheit, il filosofo Cimatti è quello a cui ho più voglia di pensare.
Con la sua partigianeria indissimulabile rivela al meglio quanto l' idea di una Radio Pubblica sfoci senza rimedio in forme di indebita colonizazione culturale.
Quel "senza rimedio" mi serve per mondarlo da ogni colpa.
E per rimpinguare il suo medagliere dirò ancora che per "colonizzare" culturalmente bisogna avere una "cultura". Cosa abbastanza evidente in Cimatti, meno nell' esangue apporto dei suoi colleghi più specializzati negli estetismi della letteratura.
La cultura diffusa da Cimatti è quella dell' ateismo materialista (variante esistenzialista). Benchè lo declini in modo più sofisticato rispetto a Star come Odifreddi, Dawkins, Dennet.
E sotto l' egida di Wittgenstein, è proprio contro costoro che osa prendersela, innanzitutto accusandoli di essere dei "creduloni".
Wittgenstein è un filosofo noto per non prendere mai sul serio l' interlocutore.
Prendiamo il caso della Preghiera: "... non c' è nessuno qui, e tuttavia parlo, ringrazio e chiedo... ma questo parlare è veramente un errore?".
L' ateo tradizionale, quello che ti prende sul serio, non avrebbe dubbi: se parli a NESSUNO sei pazzo o giù di lì. Ma Wittgenstein, lui no. Secondo lui tu stai invece facendo qualcos' altro, qualcosa di sensatissimo che l' ateo ingenuo non riesce a cogliere.
I vari Dawkins non sono altro che creduloni bloccati in superficie. Una proposizione puo' apparire assurda e l' assurdità della superficie essere inghiottita nella profondità.
Cio' che rende profonda una Preghiera è l' applicazione: la vita che conduce colui che vi crede. Un pensiero apparentemente assurdo che ci fa agire per il meglio perde qualsiasi assurdità. In questo senso, per Cimatti, anche l' ateo prega.
D' altronde se alcuni cervelli necessitano di particolari scosse con particolari voltaggi, perchè biasimarli quando le scovano da qualche parte e vi si sottopongono? Nel dolore la Preghiera puo' essere necessaria e difficilmente qualcuno potrebbe giudicare "sbagliata" una parola "necessaria".
In questo mondo popolato unicamente di bisogni, istinti e molecole, lo si sarà notato, la Verità non trova posto se non come arnese. Gli atei ingenui sbagliano nel considerare la Religione come un tentativo pre-scientifico di "Spiegazione". In realtà la religione nasce allorchè si rinuncia a "spiegare". Il senso del Sacro, che appartiene anche all' ateo, è la reazione animalesca allo stupore, ad un sentimento che permane anche dopo la spiegazione (fate pure con voi stessi l' esempio del fuoco).
Ma per quanto sofisticato, Cimatti rivendica il suo ateismo e si sente chiamato a puntellarlo dopo aver messo alla berlina quello altrui. L' affare è arduo: tutti noi poniamo dei discrimini e facciamo distinzioni in modo che riteniamo fondato. Poichè Dio assomiglia tanto a questo fondamento, è difficile negarne l' esistenza.
Ma i filosofi del linguaggio hanno un metodo tutto loro per negare l' esistenza di qualcosa (va bene per qualsiasi cosa): basta postulare che tutto sia linguaggio. Non sorprende che con questa premessa Dio diventi soltanto una parola e nulla più (Dio = "Dio"). E vai con l' impossibilità di uscire dal linguaggio... e vai con Godel di qua e Godel di là...
[... già Godel, ancora lui... proprio quel tale che dell' esistenza di Dio aveva fornito una dimostrazione rigorosa che considerava il suo capolavoro...]
Questa costante puo' essere ripetuta stancamente negli epigono soltanto se infiorettata da una terminologia originale, meglio se semi-esoterica. Anche Cimatti esibisce la sua Mossa del Cavallo, per lui il "discorso" non è un "edificio" che ha bisogno di fondamenta. E' piuttosto "l' ambiente biologico in cui vive l' uomo".
E qui comincia a parlare difficile e lo perdo. Quando smette di parlare difficile gira con l' aria di chi ha già dimostrato tutto.
Linguaggio come sfera biologica... non si impara a vivere in quella sfera, l' uomo è quella sfera... essere o non essere biologicamente significativi... insieme della sfera ambientale e insiemi esterni alla sfera ambientale... linguaggio come riflesso...
Un corvo gracchia sulla cima del cedro. Avrà detto la verità? Domanda tanto assurda quanto è naturale cio' che gli sentiamo fare.
Ma per Cimatti, l' uomo non è che una variante della cornacchia, e quando parla di Dio sta solo emettendo il suo armonioso versaccio. E quel verso è proprio il suo. Cio' delegittima lo scandalo teatrale messo in scena dai vari Odifreddi. Magari non sarà gradevole, ma cosa c' è di più normale di un porco che grufola nel suo stazzo?
Siamo in una botte di ferro: non appena apriamo bocca non possiamo che emettere il nostro verso, è la natura che ci guida e non ci fa toppare mai. Impermeabili ad ogni sberleffo del sarcasmo altrui, procediamo nella nostra invidiabile condizione. Tutti vivono immersi nella loro "biologia", anche chi raglia "Dio-dio-dio...". E i nostalgici del giudizio, se proprio hanno voglia di esercitare quella che credono essere una loro facoltà, che giudichino piuttosto gli effetti di questo concerto.
Già, bravo Cimatti. Ma se ci hai appena tolto ogni metro (fondamento) di giudizio, come cavolo possiamo "giudicare" la bontà della meta verso cui procediamo? Molto meglio che i "nostalgici del giudizio" si astengano: sono gli unici a cui viene riservato il dubbio privilegio di parlare in modo insensato.
Io qualche giudizio avrei voglia di darlo, ma poichè non ho nessun diritto di essere "preso sul serio", poichè la mia unica prerogativa è quella di essere sezionato come un insetto, poichè la mia professione d' amore è pari al frinire della cicala e la dimostrazione del teorema equivale al bramito del cervo, preferisco tacere. Divento così uno stranissimo animale taciturno.
Con quel sacramento di Odifreddi perlomeno, bisogna ammetterlo, la voglia di turpiloquio tipica di noi bestiaccie veniva soddisfatta.
P.S. 1 Il link del libro.
P.S. 2 La mia posizione: credo che Dio esista. Sebbene non lo si possa toccare, la sua esistenza puo' essere dimostrata logicamente, ma ci sono anche parecchie prove emipiriche. Credo che chi dice "Dio esiste" non sia in preda ad uno sfogo ma voglia affermare semplicemente che "Dio esiste" (sono portato a prenderlo sul serio). Credo anche che costui affermi una Verità.
Con la sua partigianeria indissimulabile rivela al meglio quanto l' idea di una Radio Pubblica sfoci senza rimedio in forme di indebita colonizazione culturale.
Quel "senza rimedio" mi serve per mondarlo da ogni colpa.
E per rimpinguare il suo medagliere dirò ancora che per "colonizzare" culturalmente bisogna avere una "cultura". Cosa abbastanza evidente in Cimatti, meno nell' esangue apporto dei suoi colleghi più specializzati negli estetismi della letteratura.
La cultura diffusa da Cimatti è quella dell' ateismo materialista (variante esistenzialista). Benchè lo declini in modo più sofisticato rispetto a Star come Odifreddi, Dawkins, Dennet.
E sotto l' egida di Wittgenstein, è proprio contro costoro che osa prendersela, innanzitutto accusandoli di essere dei "creduloni".
Wittgenstein è un filosofo noto per non prendere mai sul serio l' interlocutore.
Prendiamo il caso della Preghiera: "... non c' è nessuno qui, e tuttavia parlo, ringrazio e chiedo... ma questo parlare è veramente un errore?".
L' ateo tradizionale, quello che ti prende sul serio, non avrebbe dubbi: se parli a NESSUNO sei pazzo o giù di lì. Ma Wittgenstein, lui no. Secondo lui tu stai invece facendo qualcos' altro, qualcosa di sensatissimo che l' ateo ingenuo non riesce a cogliere.
I vari Dawkins non sono altro che creduloni bloccati in superficie. Una proposizione puo' apparire assurda e l' assurdità della superficie essere inghiottita nella profondità.
Cio' che rende profonda una Preghiera è l' applicazione: la vita che conduce colui che vi crede. Un pensiero apparentemente assurdo che ci fa agire per il meglio perde qualsiasi assurdità. In questo senso, per Cimatti, anche l' ateo prega.
D' altronde se alcuni cervelli necessitano di particolari scosse con particolari voltaggi, perchè biasimarli quando le scovano da qualche parte e vi si sottopongono? Nel dolore la Preghiera puo' essere necessaria e difficilmente qualcuno potrebbe giudicare "sbagliata" una parola "necessaria".
In questo mondo popolato unicamente di bisogni, istinti e molecole, lo si sarà notato, la Verità non trova posto se non come arnese. Gli atei ingenui sbagliano nel considerare la Religione come un tentativo pre-scientifico di "Spiegazione". In realtà la religione nasce allorchè si rinuncia a "spiegare". Il senso del Sacro, che appartiene anche all' ateo, è la reazione animalesca allo stupore, ad un sentimento che permane anche dopo la spiegazione (fate pure con voi stessi l' esempio del fuoco).
Ma per quanto sofisticato, Cimatti rivendica il suo ateismo e si sente chiamato a puntellarlo dopo aver messo alla berlina quello altrui. L' affare è arduo: tutti noi poniamo dei discrimini e facciamo distinzioni in modo che riteniamo fondato. Poichè Dio assomiglia tanto a questo fondamento, è difficile negarne l' esistenza.
Ma i filosofi del linguaggio hanno un metodo tutto loro per negare l' esistenza di qualcosa (va bene per qualsiasi cosa): basta postulare che tutto sia linguaggio. Non sorprende che con questa premessa Dio diventi soltanto una parola e nulla più (Dio = "Dio"). E vai con l' impossibilità di uscire dal linguaggio... e vai con Godel di qua e Godel di là...
[... già Godel, ancora lui... proprio quel tale che dell' esistenza di Dio aveva fornito una dimostrazione rigorosa che considerava il suo capolavoro...]
Questa costante puo' essere ripetuta stancamente negli epigono soltanto se infiorettata da una terminologia originale, meglio se semi-esoterica. Anche Cimatti esibisce la sua Mossa del Cavallo, per lui il "discorso" non è un "edificio" che ha bisogno di fondamenta. E' piuttosto "l' ambiente biologico in cui vive l' uomo".
E qui comincia a parlare difficile e lo perdo. Quando smette di parlare difficile gira con l' aria di chi ha già dimostrato tutto.
Linguaggio come sfera biologica... non si impara a vivere in quella sfera, l' uomo è quella sfera... essere o non essere biologicamente significativi... insieme della sfera ambientale e insiemi esterni alla sfera ambientale... linguaggio come riflesso...
Un corvo gracchia sulla cima del cedro. Avrà detto la verità? Domanda tanto assurda quanto è naturale cio' che gli sentiamo fare.
Ma per Cimatti, l' uomo non è che una variante della cornacchia, e quando parla di Dio sta solo emettendo il suo armonioso versaccio. E quel verso è proprio il suo. Cio' delegittima lo scandalo teatrale messo in scena dai vari Odifreddi. Magari non sarà gradevole, ma cosa c' è di più normale di un porco che grufola nel suo stazzo?
Siamo in una botte di ferro: non appena apriamo bocca non possiamo che emettere il nostro verso, è la natura che ci guida e non ci fa toppare mai. Impermeabili ad ogni sberleffo del sarcasmo altrui, procediamo nella nostra invidiabile condizione. Tutti vivono immersi nella loro "biologia", anche chi raglia "Dio-dio-dio...". E i nostalgici del giudizio, se proprio hanno voglia di esercitare quella che credono essere una loro facoltà, che giudichino piuttosto gli effetti di questo concerto.
Già, bravo Cimatti. Ma se ci hai appena tolto ogni metro (fondamento) di giudizio, come cavolo possiamo "giudicare" la bontà della meta verso cui procediamo? Molto meglio che i "nostalgici del giudizio" si astengano: sono gli unici a cui viene riservato il dubbio privilegio di parlare in modo insensato.
Io qualche giudizio avrei voglia di darlo, ma poichè non ho nessun diritto di essere "preso sul serio", poichè la mia unica prerogativa è quella di essere sezionato come un insetto, poichè la mia professione d' amore è pari al frinire della cicala e la dimostrazione del teorema equivale al bramito del cervo, preferisco tacere. Divento così uno stranissimo animale taciturno.
Con quel sacramento di Odifreddi perlomeno, bisogna ammetterlo, la voglia di turpiloquio tipica di noi bestiaccie veniva soddisfatta.
P.S. 1 Il link del libro.
P.S. 2 La mia posizione: credo che Dio esista. Sebbene non lo si possa toccare, la sua esistenza puo' essere dimostrata logicamente, ma ci sono anche parecchie prove emipiriche. Credo che chi dice "Dio esiste" non sia in preda ad uno sfogo ma voglia affermare semplicemente che "Dio esiste" (sono portato a prenderlo sul serio). Credo anche che costui affermi una Verità.
Ferita Dilettosa
O amor, devino amore,
amor, che non se' amato
Amor, la tua amicizia
riempie de letizia:
lo cor che t'ha assaiato.
O amore amativo,
amor consumativo,
amor conservativo del cor che t'ha albergato!
O ferita ioiosa,
ferita delettosa,
ferita gaudiosa, chi de te è vulnerato!
Amor, donne intrasti,
che sì occulto passasti?
Nullo signo mustrasti
donne tu fossi entrato.
O amore amabele,
amore delettabele,
amore encogetabele sopr'onne cogitato!
Amor, divino foco,
amor de riso e ioco,
amor, non dài a poco,
ch'ei ricco esmesurato.
Chi te crede tenere
per la sua scïenza avere,
nel cor non pò sentire
che sia lo tuo gustato.
Amor, tuo magisterio
enforma 'l desiderio,
ensegna l'evangelio
col breve tuo ensegnato.
Amor, la tua larghezza,
Amor, la gentelezza,
Amor la tua recchezza
sopr'onne emmageriato.
Amore grazïoso,
amore delettoso,
amore suavetoso,
che 'l core hai sazïato!
Amor, fedel compagno,
amor che mal n'è' a cagno,
de pianto me fai bagno,
che pianga el mio peccato.
Amor dolce e suave,
de cielo, amor, se' clave:
a porto mene nave,
e campa el tempestato.
Luce luminativa,
luce demustrativa,
non vene all'amativa
chi non è en te luminato.
Amor, lo tuo effetto
dà lume a lo 'ntelletto,
demostrali l'obietto
de l'amativo amato.
Amor, vita secura,
ricchezza senza cura
più che 'n etterno dura
ell'ultrasmesurato.
Amor, che dai[e] forma
ad onnïia che ha forma,
la forma tua reforma
l'omo ch'è deformato.
Amore puro e mondo,
amor saio e iocondo,
amore alto e profondo
al cur che te s'è dato!
Amor largo e cortese,
amor con larghe spese,
Amor, con mense stese
O lengua scottïante,
como si' stata usante
de farte tanto ennante
parlar de tale stato?
Or pensa che n'hai detto
de l'amor benedetto:
onne lengua è 'n defetto,
che de lui ha parlato.
Non te posso obedire,
c'amor degga tacere;
l'amor voglio bandire,
fin che mo m'esce 'l fiato.
Non è condezïone
che vada per rascione,
che passi la stascione
c'amor non sia clamato.
Clama lengua e core:
«Amore, amore, amore!»
Chi tace el tuo dolzore,
lo cor glie sia crepato.
Voglia di chiudere tutti i quadrati
... sto qui, dove il pugno della vecchia è irretito da rosari...
... tra istante e istante ho vissuto molto nel sonno...
... la stalattite di cera mi guarda mentre misura il tempo...
... al responsorio non riesco ancora a liberare la parola dal glutine della saliva...
... finalmente benedetto uscirò incontro al merlo che si avvicina con il suo passetto confidente nonostante tutto...
... alla rugosa quercia che perfeziona con l' aprile il modo di stampare al suolo l' ombra delle foglie...
... con l' attenzione rubata subito da voi nuvole, che anche oggi montate la vostra guardia sul mondo.
Perchè è dal vostro parto che sguscierà il logoteta a lubrificare l' anchilosato alfabeto che ci fa tartagliare, l' architetto ad indicarci il gradiente per chiudere finalmente il nostro quadrato...
martedì 31 marzo 2009
Disordine e mercati
Un mercato senza regole non puo' funzionare.
La prossima volta che sentite una simile banalità non mancate di ricordare che il mercato è innanzitutto una macchina per produrre regole. Se proprio lo si vuole giudicare, lo si giudichi come tale.
Se poi vale la pena di perdere tempo e volete dilungarvi, è d' uopo prendere a prestito queste parole.
La prossima volta che sentite una simile banalità non mancate di ricordare che il mercato è innanzitutto una macchina per produrre regole. Se proprio lo si vuole giudicare, lo si giudichi come tale.
Se poi vale la pena di perdere tempo e volete dilungarvi, è d' uopo prendere a prestito queste parole.
Piccolo incoraggiamento per piedi stanchi
... il dondolio autunnale dei grandi alberi quando dal loro parco ti dicono di sì...
... le capriole di quell' acqua che oggi nasce e già domani laverà i piedi stanchi dei viaggiatori che traslocano per avvicinarsi di un altro passo al loro bene...
... quel vento che cammina e si diverte serpeggiando tra le nuvole mentre chiede di essere imitato...
... hai capito o no che è ora di ripartire?
Legalize drugs to stop violence
L' opinone degli accademici...
Fuori dalle tenebre dell' eufemismo
Oggi sul Corriere il solito Battista propone il "caso Barbagli" (il link ve lo trovate voi). Gli serve per illuminare le tare che ancora oggi affliggono il pensiero intellettualoide della sinistra in Italia e la condannano all' arretratezza culturale in cui versa. Non che altrove si riscontrino analisi granchè raffinate - e spesso il meglio è dato proprio dai "convertiti" -, ma tra la rozzezza e la cecità c' è ancora una bella differenza. Nel seguente stralcio è ben descritto cosa vede il militante quando apre gli occhi dopo una vita talpesca passata nelle tenebre dell' eufemismo pc.
Nell’intervista rilasciata a Francesco Alberti per il Corriere, Barbagli racconta di una formidabile lotta tra i suoi «schematismi» culturali e i dati della realtà che lo hanno costretto, sul tema della criminalità connessa all’immigrazione, a rivedere drasticamente le proprie «ipotesi di partenza».
«Non volevo vedere », confessa con cristallina onestà intellettuale Barbagli, «c’era qualcosa in me che si rifiutava di esaminare in maniera oggettiva i dati sull’incidenza dell’immigrazione rispetto alla criminalità. Ero condizionato dalle mie posizioni di uomo di sinistra. E quando finalmente ho cominciato a prendere atto della realtà e a scrivere che l’ondata migratoria ha avuto una pesante ricaduta sull’aumento di certi reati, alcuni colleghi mi hanno tolto il saluto». Il racconto di Barbagli riassume con grande pathos espressivo il senso di un percorso sofferto: «ho fatto il possibile per ingannare me stesso»; «era come se avessi un blocco mentale ».
Fino alla conclusione catartica, ma malinconica e solitaria: «sono finalmente riuscito a tenere distinti i due piani: il ricercatore e l’uomo di sinistra. Ora sono un ricercatore. E nient’altro». La conclusione di Barbagli segna il dramma della sinistra italiana che si strazia nel vortice delle ripetute sconfitte. Il suo bagno nella realtà, il suo immergersi nei dati empirici per capire che cosa si muove nella società italiana senza essere percepito dagli occhiali deformanti del politicamente corretto, sanciscono un divorzio tragico tra il «ricercatore» e «l’uomo di sinistra». La sinistra lamenta ritualmente il proprio distacco dalla realtà, il proprio ripiegarsi autoreferenziale in una retorica incomprensibile al «vissuto » della società come realmente è e pensa
Nell’intervista rilasciata a Francesco Alberti per il Corriere, Barbagli racconta di una formidabile lotta tra i suoi «schematismi» culturali e i dati della realtà che lo hanno costretto, sul tema della criminalità connessa all’immigrazione, a rivedere drasticamente le proprie «ipotesi di partenza».
«Non volevo vedere », confessa con cristallina onestà intellettuale Barbagli, «c’era qualcosa in me che si rifiutava di esaminare in maniera oggettiva i dati sull’incidenza dell’immigrazione rispetto alla criminalità. Ero condizionato dalle mie posizioni di uomo di sinistra. E quando finalmente ho cominciato a prendere atto della realtà e a scrivere che l’ondata migratoria ha avuto una pesante ricaduta sull’aumento di certi reati, alcuni colleghi mi hanno tolto il saluto». Il racconto di Barbagli riassume con grande pathos espressivo il senso di un percorso sofferto: «ho fatto il possibile per ingannare me stesso»; «era come se avessi un blocco mentale ».
Fino alla conclusione catartica, ma malinconica e solitaria: «sono finalmente riuscito a tenere distinti i due piani: il ricercatore e l’uomo di sinistra. Ora sono un ricercatore. E nient’altro». La conclusione di Barbagli segna il dramma della sinistra italiana che si strazia nel vortice delle ripetute sconfitte. Il suo bagno nella realtà, il suo immergersi nei dati empirici per capire che cosa si muove nella società italiana senza essere percepito dagli occhiali deformanti del politicamente corretto, sanciscono un divorzio tragico tra il «ricercatore» e «l’uomo di sinistra». La sinistra lamenta ritualmente il proprio distacco dalla realtà, il proprio ripiegarsi autoreferenziale in una retorica incomprensibile al «vissuto » della società come realmente è e pensa
lunedì 30 marzo 2009
Incipit
Il dibattito sulle cellule staminali ha un fascino tutto particolare. La sua radicalità lo rende una premessa al dibattito sull' aborto e non solo. Chi non ha tmpo da perdere bazzicando materie affini, che si limiti a questa diatriba. Se mai i nodi etici che implica venissero dipanati, cio' avvierebbe a soluzione molte altre questioni bioetiche.
L' embrione con un' ora di vita è già una persona con dei diritti?
In realtà il diritto di cui si parla è uno solo e coincide con quello fondamentale di non essere massacrati. Quindi, chi ridicolizza la posizione dei pro-life dicendo che considerano queste poche cellule alla stregua di una donna di quarant' anni, fa solo della propaganda trascurabile.
Ma esistono anche parecchie obiezioni che meritano considerazione. Io le ho sintetizzate nei sei punti che trascrivo imbastendo di seguito una breve replica.
Mi riservo una sola osservazione finale.
Per difendere almeno il diritto fondamentale all' embrione ad esistere ho dovuto introdurre il concetto problematico di "intervento attivo" da contrapporre a quello di "processo spontaneo". Dove c' è intervento attivo dell' uomo cessa la spontaneità del processo naturale e questa distinzione diventa cruciale nei giudizio morale e giuridico.
Purtroppo molti difensori dell' embrione non sono in altri campi tanto sensibili alla differenza qui decisiva tra "intervento attivo" e "processo spontaneo". Pensiamo alla distinzione tra "uccidere" e "lasciar morire". Il secondo, pur essendo un processo spontaneo, viene equiparato in tutto al primo.
L' embrione con un' ora di vita è già una persona con dei diritti?
In realtà il diritto di cui si parla è uno solo e coincide con quello fondamentale di non essere massacrati. Quindi, chi ridicolizza la posizione dei pro-life dicendo che considerano queste poche cellule alla stregua di una donna di quarant' anni, fa solo della propaganda trascurabile.
Ma esistono anche parecchie obiezioni che meritano considerazione. Io le ho sintetizzate nei sei punti che trascrivo imbastendo di seguito una breve replica.
- Diverse religioni, diverse conclusioni circa il momento in cui l' essere umano viene al mondo. Assumendo le indicazioni di San Tommaso anche molti aborti sarebbero sdoganati. Cio' conferma la soggettività della questione, e di fronte a problemi con soluzioni soggetive la libertà di scelta s' impone.
Le conclusioni dell' ebraismo e dell' Islam derivano dalla lettura pedissequa dei testi (fondamentalismo). Anche San Tommaso si rifaceva alle conoscenze dell' epoca. E allora si noti quello che a chi viene assordato dalla moltitudine degli agit-prop sembrerà un paradosso: i Cattolici, per esempio, hanno assunto posizioni più "rigoriste" proprio perchè meno ancorate a interpretazioni letterali dei testi sacri e più attente invece agli sviluppi della scienza nel nostro tempo. - L' embrione di pochi giorni (blastocisti) non è una "persona distinta". Infatti da una blastocisti possono originare due persone (gemelli). Così come da due blastocisti puo' originare un' unica persona (chimera).
"Gemelli": è secondario se ad essere "distinta" sia la singola vita o una pluralità di vite. "Chimera": il fatto che possano anche realizzarsi non pregiudica il giudizio sulle potenzialità della blastocisti. - Per giudicare la morte di un uomo ci rimettiamo al funzionamento del suo cervello. Perchè non fare altrettanto per la nascita: nella blastocisti il cervello non si è ancora formato. Quindi...
Tante cose non si sono ancora formate nella blastocisti come nel bambino. Esiste però la potenzialità che, in un contesto adeguato, un cervello venga a formarsi spontaneamente. Nel "morto", per esempio, non esistono potenzialità che la vita cerebrale riprenda. - Se creo in laboratorio una blastocisti destinata sicuramente a morire, il prelievo delle cellule staminali assomiglia ad una donazione d' organi.
Devo ammettere che l' argomento mi sembra ben congegnato. Ma ci sono dei problemi: 1) esiste in concreto questa possibilità? 2) si tratterebbe di una donazione molto particolare, ovvero senza consenso esplicito di nessuno. Puo' esistere una donazione senza un donante? - Eppure il 70% degli embrioni concepiti vengono "distrutti" naturalmente nei cicli mestruali. Cosa pensare di questo? Nessuno sembra farci caso, eppure, se ci accordiamo a certe sensibilità, questa dovrebbe essere la più grande tragedia dell' umanità. Altro che campi di concentramento.
Esiste una differenza tra "male" e "ingiustizia". Il primo va in qualche modo accettato ma contro la seconda si puo' e si deve intervenire. - Le tecniche di clonazione sono ormai potentissime: una cellula adulta contiene già un completo corredo genetico. Chi tratta l' embrione come una persona solo perchè diventerà una persona, deve sapere che ciascuna delle nostre cellule potrebbe diventare una persona se esposta al giusto ambiente.
Gli ineterventi sul DNA a cui deve essere sottoposta una cellula adulta per diventare totipotente e quindi poter evolvere in una "persona", sono di natura "attiva" e prevedono comunque l' impianto del nucleo in un ovulo. Non possiamo parlare di semplice "esposizione ambientale". Al contrario, all' ovulo fertilizzato basta essere accolto in un ambiente uterino per evolvere in un feto.
Mi riservo una sola osservazione finale.
Per difendere almeno il diritto fondamentale all' embrione ad esistere ho dovuto introdurre il concetto problematico di "intervento attivo" da contrapporre a quello di "processo spontaneo". Dove c' è intervento attivo dell' uomo cessa la spontaneità del processo naturale e questa distinzione diventa cruciale nei giudizio morale e giuridico.
Purtroppo molti difensori dell' embrione non sono in altri campi tanto sensibili alla differenza qui decisiva tra "intervento attivo" e "processo spontaneo". Pensiamo alla distinzione tra "uccidere" e "lasciar morire". Il secondo, pur essendo un processo spontaneo, viene equiparato in tutto al primo.
venerdì 27 marzo 2009
Perchè sto con la Chiesa
Le questioni di bioetica non mi appassionano poi così tanto.
Spesso sono estremamente complesse e io prediligo temi lineari dove poter vedere più chiaro. Anche per questo l' attualità e la sua baraonda mi respinge.
Inoltre, in molti casi la mia visione non collima con quella proposta dal Magistero. In questo senso sono un Cattolico maldestro e ho ancora tanta strada da fare per rendermi minimamente accettabile.
Se le prese di posizione contro l' aborto e contro l' uso delle cellule staminali le trovo ragionevoli, in altri casi sento una distanza.
Valga per tutti il caso del testamento biologico. Ma voglio andare oltre, anche l' eutanasia in certe forme e con le dovute garanzie riesco a digerirla. Ho lo stomaco forte, io. Perfino di fronte alla clonazione il mio primo moto è quello di dire: e il crimine, dov' è?
Eppure io mi sento dalla parte della Chiesa Cattolica. Perchè?
Perchè sul fronte opposto, quello che spesso, a rigore, dovrei frequentare, ci stanno i nipotini di Gramsci. Già, Gramsci.
Un tale che ragionava in questo modo: per prendere il potere politico bisogna prima impadronirsi di quello culturale.
Gramsci (e il suo nipotino pure) auspicava un cambio di paradigma culturale: il Nuovo Sistema avrebbe potuto funzionare solo con l' Uomo Nuovo. La Nuova Cultura avrebbe dovuto provvedere alla sua formazione. Inutile dire che la Vecchia Cultura, ossia quella tradizionale che aveva condotto l' Occidente dove si trovava allora, si identificava perlopiù con quella cristiana.
Al Sistema di Gramsci non ci crede più nessuno ma al suo Metodo, alla Prassi, i nipotini sono rimasti fedeli. Anche perchè in questo G. aveva le sue ragioni a cui rendo omaggio senza problemi.
Cio' cosa significa? Significa che molti di coloro che sponsorizzano aborto, eutanasia, uso delle cellule staminali, "scienza libera" ecc... non sono poi così interessati all' aborto libero, alla libera eutanasia, all' uso delle cellule staminali e alla "scienza libera", bensì ad una manovra più ampia: a distruggere quel paradigma culturale che la Chiesa Cattolica difende e che rappresenta la "Tradizione".
Esempio, andate un po' a controllare come le prime sentenze della Corte Suprema Statunitense sdoganavano l' aborto. Forse facendo appello alla "libera scelta"? Macchè! La Corte liberal degli anni '60 si ergevano invece a baluardo contro l' interferenza di idee di origine religiose in ambito civile. Come se il bando dell' omicidio o del furto non origini anch' esso da "idee religiose".
Ora si dà il caso che la Chiesa Cattolica possa anche difendere soluzioni specifiche che io valuto in modo differente. Se però, come ho premesso, esiste una "battaglia culturale", trovo che la Chiesa Cattolica stia dalla parte giusta.
Il paradigma che difende mi piace, trovo che sia all' origine della nostra civiltà occidentale, della nostra libertà, dei nostri diritti. Trovo che l' idea cristiana abbia contribuito in modo decisivo alla produzione di questi beni inestimabili e che quindi non sia un caso se le sue gerarchie siano in prima linea per proteggerli contro chi li attacca in nome di nuove religioni laiciste.
Forse la storia annovera parecchi errori commessi dalla Chiesa ma per tutte le volte che questa istituzione è stata attaccata al fine di estirpare la cultura che promuoveva (Rivoluzione Francese, Napoleone, Fascismo, Nazismo, Comunismo...) accendiamo un cero che abbia tenuto botta in qualche modo.
Ma non è escluso che la storia si ripeta con nuovi culti che si presentano con la faccia accattivante del modernismo, ovvero con la stessa maschera suadente indossata dai "nemici" elencati più sopra.
Il fatto è che considero la nostra Civiltà come... ma sì, non sprechiamo tempo, come la migliore.
Se non mi piace vedere l' adultera lapidata significa che mi piacerebbe "convertire" l' altro ai miei valori solo che cio' fosse possibile con un mutuo vantaggio.
E la considero migliore non solo nello spazio ma anche rispetto a quelle che qui da noi hanno tentato di rimpiazzarla: parlo delle varie declinazioni novecentesche della religione socialista.
Ora traggo una morale da quanto ho cercato di dire: se la posta in gioco non è solo la sorte delle cellule staminali o la voglia di crepare di Tizio e Caio, allora sarà bene procedere con i piedi di piombo prima di schierarsi.
Spesso sono estremamente complesse e io prediligo temi lineari dove poter vedere più chiaro. Anche per questo l' attualità e la sua baraonda mi respinge.
Inoltre, in molti casi la mia visione non collima con quella proposta dal Magistero. In questo senso sono un Cattolico maldestro e ho ancora tanta strada da fare per rendermi minimamente accettabile.
Se le prese di posizione contro l' aborto e contro l' uso delle cellule staminali le trovo ragionevoli, in altri casi sento una distanza.
Valga per tutti il caso del testamento biologico. Ma voglio andare oltre, anche l' eutanasia in certe forme e con le dovute garanzie riesco a digerirla. Ho lo stomaco forte, io. Perfino di fronte alla clonazione il mio primo moto è quello di dire: e il crimine, dov' è?
Eppure io mi sento dalla parte della Chiesa Cattolica. Perchè?
Perchè sul fronte opposto, quello che spesso, a rigore, dovrei frequentare, ci stanno i nipotini di Gramsci. Già, Gramsci.
Un tale che ragionava in questo modo: per prendere il potere politico bisogna prima impadronirsi di quello culturale.
Gramsci (e il suo nipotino pure) auspicava un cambio di paradigma culturale: il Nuovo Sistema avrebbe potuto funzionare solo con l' Uomo Nuovo. La Nuova Cultura avrebbe dovuto provvedere alla sua formazione. Inutile dire che la Vecchia Cultura, ossia quella tradizionale che aveva condotto l' Occidente dove si trovava allora, si identificava perlopiù con quella cristiana.
Al Sistema di Gramsci non ci crede più nessuno ma al suo Metodo, alla Prassi, i nipotini sono rimasti fedeli. Anche perchè in questo G. aveva le sue ragioni a cui rendo omaggio senza problemi.
Cio' cosa significa? Significa che molti di coloro che sponsorizzano aborto, eutanasia, uso delle cellule staminali, "scienza libera" ecc... non sono poi così interessati all' aborto libero, alla libera eutanasia, all' uso delle cellule staminali e alla "scienza libera", bensì ad una manovra più ampia: a distruggere quel paradigma culturale che la Chiesa Cattolica difende e che rappresenta la "Tradizione".
Esempio, andate un po' a controllare come le prime sentenze della Corte Suprema Statunitense sdoganavano l' aborto. Forse facendo appello alla "libera scelta"? Macchè! La Corte liberal degli anni '60 si ergevano invece a baluardo contro l' interferenza di idee di origine religiose in ambito civile. Come se il bando dell' omicidio o del furto non origini anch' esso da "idee religiose".
Ora si dà il caso che la Chiesa Cattolica possa anche difendere soluzioni specifiche che io valuto in modo differente. Se però, come ho premesso, esiste una "battaglia culturale", trovo che la Chiesa Cattolica stia dalla parte giusta.
Il paradigma che difende mi piace, trovo che sia all' origine della nostra civiltà occidentale, della nostra libertà, dei nostri diritti. Trovo che l' idea cristiana abbia contribuito in modo decisivo alla produzione di questi beni inestimabili e che quindi non sia un caso se le sue gerarchie siano in prima linea per proteggerli contro chi li attacca in nome di nuove religioni laiciste.
Forse la storia annovera parecchi errori commessi dalla Chiesa ma per tutte le volte che questa istituzione è stata attaccata al fine di estirpare la cultura che promuoveva (Rivoluzione Francese, Napoleone, Fascismo, Nazismo, Comunismo...) accendiamo un cero che abbia tenuto botta in qualche modo.
Ma non è escluso che la storia si ripeta con nuovi culti che si presentano con la faccia accattivante del modernismo, ovvero con la stessa maschera suadente indossata dai "nemici" elencati più sopra.
Il fatto è che considero la nostra Civiltà come... ma sì, non sprechiamo tempo, come la migliore.
Se non mi piace vedere l' adultera lapidata significa che mi piacerebbe "convertire" l' altro ai miei valori solo che cio' fosse possibile con un mutuo vantaggio.
E la considero migliore non solo nello spazio ma anche rispetto a quelle che qui da noi hanno tentato di rimpiazzarla: parlo delle varie declinazioni novecentesche della religione socialista.
Ora traggo una morale da quanto ho cercato di dire: se la posta in gioco non è solo la sorte delle cellule staminali o la voglia di crepare di Tizio e Caio, allora sarà bene procedere con i piedi di piombo prima di schierarsi.
Incoerenze morali
SCENA PRIMA: Giovanni ha una grande idea che frutterà parecchio in termini di denaro, la propone a Pietro, CEO di una grande multinazionale. C' è un inconveniente: la realizzazione dell' idea comporta gravi forme di inquinamento per l' ambiente. Ecco la reazione di Pietro: dell' ambiente non mi frega niente, passiamo pure all' azione.
SCENA SECONDA: Giovanni ha una grande idea che frutterà parecchio in termini di denaro, la propone a Pietro, CEO di una grande multinazionale. Oltretutto la realizzazione del progetto avrà ricadute positive sull' ambiente. Ecco la reazione di Pietro: dell' ambiente non mi frega niente, si passi immediatamente all' azione.
Chi assiste alla prima scena giudicherà Pietro un delinquente ambientale. Eppure, con una strana asimmetria di giudizio, assistendo alla seconda scena difficilmente sarà disposto ad assegnargli la palma di eroe dell' ecologismo.
Per delinquente intendo colui che compie un crimine in modo doloso, al contrario, eroe è chi aglisce in modo intenzionale per il bene.
Che le cose andranno così è facilmente prevedibile ed è già stato anche dimostrato. E' un classico errore di giudizio morale.
Si realizza in molte situazioni, per esempio: la multinazionale che alza i prezzi per scaricare sui consumatori l' aumento dei costi viene giudicata "avida". Ma, giustamente, quando li abbassa per riflettere una diminuzione dei costi, non viene certo giudicata "generosa".
Link.
SCENA SECONDA: Giovanni ha una grande idea che frutterà parecchio in termini di denaro, la propone a Pietro, CEO di una grande multinazionale. Oltretutto la realizzazione del progetto avrà ricadute positive sull' ambiente. Ecco la reazione di Pietro: dell' ambiente non mi frega niente, si passi immediatamente all' azione.
Chi assiste alla prima scena giudicherà Pietro un delinquente ambientale. Eppure, con una strana asimmetria di giudizio, assistendo alla seconda scena difficilmente sarà disposto ad assegnargli la palma di eroe dell' ecologismo.
Per delinquente intendo colui che compie un crimine in modo doloso, al contrario, eroe è chi aglisce in modo intenzionale per il bene.
Che le cose andranno così è facilmente prevedibile ed è già stato anche dimostrato. E' un classico errore di giudizio morale.
Si realizza in molte situazioni, per esempio: la multinazionale che alza i prezzi per scaricare sui consumatori l' aumento dei costi viene giudicata "avida". Ma, giustamente, quando li abbassa per riflettere una diminuzione dei costi, non viene certo giudicata "generosa".
Link.
giovedì 26 marzo 2009
Mistica della pecora
Calibrare i voli che sfrecciano nel buio ammutolito richiede radar raffinati, e per sospingerli occorrono motori portentosi...
... forse è meglio rinunciare all' eleganza aerea della lucida penna bistrata e ripiegare sul terragno bianco sporco dei modesti velli lanuginosi... li trascineremo a capo chino mentre si procederà con lentezza ottusa sgravata da preoccupazioni & cognizioni, li strofineremo sul fianco infiammato del nostro simile sempre diverso e sempre uguale... se proprio punteremo verso l' orrido un cagnone abbaierà per correggerci... forse un po' di adrenalina solo nel giorno del macello...
... forse è meglio rinunciare all' eleganza aerea della lucida penna bistrata e ripiegare sul terragno bianco sporco dei modesti velli lanuginosi... li trascineremo a capo chino mentre si procederà con lentezza ottusa sgravata da preoccupazioni & cognizioni, li strofineremo sul fianco infiammato del nostro simile sempre diverso e sempre uguale... se proprio punteremo verso l' orrido un cagnone abbaierà per correggerci... forse un po' di adrenalina solo nel giorno del macello...
mercoledì 25 marzo 2009
Smontarsi per dimenticarsi
Eutanasia? Il vero nichilista chiede di più. Per esempio farsi l' autopsia da sè prima di morire...
... Dettmer fa l' autopsia ai suoi libri...
... dopo non devi neanche mettere in ordine la stanza...Parole che riempiono la bocca
Il termine "Scienza" ha una doppia valenza che dovrebbe essere precisata prima di cominciare ogni dibattito. Confusione e perdite di tempo potrebbero essere eluse e con tutto cio' anche i litigi furibondi tra chi tutto sommato ha in merito a certe questioni epistemologiche idee simili.
Di seguito esprimo le due concise nozioni.
La prima nozione riduce la scienza ad una "tecnica cieca", ad un mero strumento.
Il "riduce" non vuole giudicare: a volte è meglio un significato "riduttivo" ma più nitido.
La seconda nozione implica un connotato etico: si rinvia infatti alla definizione di libertà, ovvero alla definizione di un valore.
La seconda definizione ingloba la prima: chi potrebbe negare che una conoscenza confermata sistematicamente dall' esperienza abbia buone opportunità di affermarsi?
D' altronde la storia della scienza puo' essere spiegata meglio con la seconda nozione: per esempio, molte teorie più rigorose dal punto di vista sperimentale sono state scalzate da altre meno accurate ma più semplici.
La seconda nozione fa arretrare nel tempo la nascita della "Scienza": antichità e medioevo ne uscirebbero rivalutati e non esisterebbero più "rivoluzioni scientifiche".
Ma quali sono i criteri che dovrebbero affiancarsi al metodo sperimentale? Ecco chi ne parla in modo semplice e convincente riferendosi all' economia (è una scienza?) e alla crisi contemporanea.
Curiosamente sono stati proprio i filosofi "relativisti" a rilanciare involontariamente la seconda nozione: con le loro critiche al significato di "metodo sperimentale" hanno fornito una miriade di esempi in cui ben altri criteri entrano in gioco in attività che noi pacificamente consideriamo scientifiche.
Di seguito esprimo le due concise nozioni.
- Un argomento è scientifico quando lo si consegue mediante il metodo sperimentale.
- Un argomento è scientifico quando per il suo rigore è in grado di prevalere nel tempo in una comunità di uomini liberi e ragionevoli.
La prima nozione riduce la scienza ad una "tecnica cieca", ad un mero strumento.
Il "riduce" non vuole giudicare: a volte è meglio un significato "riduttivo" ma più nitido.
La seconda nozione implica un connotato etico: si rinvia infatti alla definizione di libertà, ovvero alla definizione di un valore.
La seconda definizione ingloba la prima: chi potrebbe negare che una conoscenza confermata sistematicamente dall' esperienza abbia buone opportunità di affermarsi?
D' altronde la storia della scienza puo' essere spiegata meglio con la seconda nozione: per esempio, molte teorie più rigorose dal punto di vista sperimentale sono state scalzate da altre meno accurate ma più semplici.
La seconda nozione fa arretrare nel tempo la nascita della "Scienza": antichità e medioevo ne uscirebbero rivalutati e non esisterebbero più "rivoluzioni scientifiche".
Ma quali sono i criteri che dovrebbero affiancarsi al metodo sperimentale? Ecco chi ne parla in modo semplice e convincente riferendosi all' economia (è una scienza?) e alla crisi contemporanea.
Curiosamente sono stati proprio i filosofi "relativisti" a rilanciare involontariamente la seconda nozione: con le loro critiche al significato di "metodo sperimentale" hanno fornito una miriade di esempi in cui ben altri criteri entrano in gioco in attività che noi pacificamente consideriamo scientifiche.
Breve storia dell' antidogmatismo contemporaneo
C' è poi la questione dei "dogmi"...
Ma soprattutto c' è la questione dell' "antidogmatico": un pulcino implume ma dal pigolio penetrante. Ora scorazza facendo tanto chiasso, ma da dove viene? In questo post cerco di individuare l' uovo che ha rotto con il suo beccuccio prima di piombare quaggiù saturando il panorama culturale con il suo strano verso a cui in molti hanno ceduto acriticamente.
Tutti noi, in un modo o nell' altro, crediamo in qualcosa. Pensiamo che ci siano alcuni criteri di fondo su cui basare il nostro giudizio, qualcosa che ci fa dire che certe pratiche sono inaccettabili. La ragione, infatti, non è in grado da sola di "motivare" l' uomo.
Avere dei "buoni dgmi" diventa decisivo per combattere le cattive idee e rendere migliore la nostra vita.
Ma le "cattive idee", oggi come oggi, ci minacciano con armi scariche, almeno se paragonate ai cannoni tonitruanti con cui ci bombardano gli intelligentoni che vorrebbero "liberarci dai dogmi".
Il modo consueto per dichiarare guerra ai "buoni dogmi" lo conosciamo molto bene: consiste nel dire che qualsiasi dogma è una calamità.
Riflettiamo un attimo. Espulsi i dogmi cosa ci resta? Su cosa puo' ancora applicarsi la ragione?
Restano i sentimenti più superficiali o più animaleschi, restano le "buone intenzioni", l' estetismo del lessico impiegato, l' isteria viscerale (scandalo/indignazione), il pragmatismo delle voglie estemporanee, resta la mera tecnica che ci fa veleggiare a tutta velocità infischiandosene del timone.
E' per questo che l' anti-dogmatico contemporaneo, dovendo far leva sul sentimentalismo, ci appare continuamente come "buono". Continua a ripetere "I Care" appena le cose vanno male. Lo sfoggio dei buoni sentimenti è la sua ultima trincea. Dopodichè passa subito all' azione (tecnica) svincolato da ogni principio guida che per lui sarebbe una gabbia dogmatica.
Gli sembra così facendo di essere dalla parte giusta. I "buoni" hanno sempre ragione. Gli sembra così facendo di andare da qualche parte: gli specialisti (allevati e vissuti sempre in laboratorio, meglio se robot) sanno quello che fanno.
Forse è stata la Storia a spingerlo in quell' angolo. Una Storia male interpretata.
L' anti-dogmatico guarda alla macelleria del XX secolo e incolpa le ideologie.
Siccome comprende anche la sua (il comunismo), si sente nobilitato da questa autocritica e dalle rughe del suo volto compunto. Questo teatrino della sofferenza di chi fa i conti con la propria storia piena di errori lo rende un "esistenzialista" e gli consente di tenere le distanze dai borghesi appagati che ha sempre disprezzato. Redento sì, ma convertito no e poi no!
Ora mi chiedo (retoricamente) se il '900 sia stato solo il secolo delle "ideologie". Il Fascismo è innanzitutto un parto intellettuale, in questo senso pochi potrebbero toglierli il marchio di "ideologia". Lo stesso dicasi per il Comunismo.
Ma il Nazismo cosa è stato? Tonnellate di libri sono stati scritti per definire questo strano socialismo statalista, ma in pochi hanno potuto svincolarlo dalla persona di Hitler per farsene un' idea oggettiva. Al punto che Nazismo e Hitlerismo sono ormai diventati sinonimi. In questo senso il regime Nazista non è affatto ideologico, bensì la forma assunta dal pragmatismo hitleriano. Una forma del pragmatismo, dunque. Che se lo metta bene in testa l' anti-dogmatico.
L' antidogmatico naturalmente ha i suoi dogmi, ma la Storia del novecento - grossolanamente interpretata come fallimento di tutte le ideologie - lo terrorizza al punto che non oserebbe mai metterli nero su bianco con onestà. Ironia della sorte, quella stessa Storia che l' ha disilluso, oggi continua a danneggiarlo terrorizzandolo.
La ragione mi fa considerare dannosa la presenza dell' anti-dogmatico: nega l' influsso altamente positivo che i "buoni dogmi" hanno sulle nostre vite.
Il sentimento me lo rende antipatico: non si potrebbe negare l' esistenza delle proprie credenze senza una buona dose di ipocrisia. Proprio in dispregio a questo fariseismo ho voluto chiamare "dogmi" cio' che avrei potuto chiamare "principio" o "ideale". Ho insomma snobbato la guerriglia terminologica che tanto appassiona l' antidogmatico (nel "cosa rimane senza i dogmi" elencavo anche i sterili distinguo sul lessico).
Infine, chi non sarebbe disturbato da un "buono" di professione tanto dedito ai comizi?
Ma soprattutto c' è la questione dell' "antidogmatico": un pulcino implume ma dal pigolio penetrante. Ora scorazza facendo tanto chiasso, ma da dove viene? In questo post cerco di individuare l' uovo che ha rotto con il suo beccuccio prima di piombare quaggiù saturando il panorama culturale con il suo strano verso a cui in molti hanno ceduto acriticamente.
Tutti noi, in un modo o nell' altro, crediamo in qualcosa. Pensiamo che ci siano alcuni criteri di fondo su cui basare il nostro giudizio, qualcosa che ci fa dire che certe pratiche sono inaccettabili. La ragione, infatti, non è in grado da sola di "motivare" l' uomo.
Avere dei "buoni dgmi" diventa decisivo per combattere le cattive idee e rendere migliore la nostra vita.
Ma le "cattive idee", oggi come oggi, ci minacciano con armi scariche, almeno se paragonate ai cannoni tonitruanti con cui ci bombardano gli intelligentoni che vorrebbero "liberarci dai dogmi".
Il modo consueto per dichiarare guerra ai "buoni dogmi" lo conosciamo molto bene: consiste nel dire che qualsiasi dogma è una calamità.
Riflettiamo un attimo. Espulsi i dogmi cosa ci resta? Su cosa puo' ancora applicarsi la ragione?
Restano i sentimenti più superficiali o più animaleschi, restano le "buone intenzioni", l' estetismo del lessico impiegato, l' isteria viscerale (scandalo/indignazione), il pragmatismo delle voglie estemporanee, resta la mera tecnica che ci fa veleggiare a tutta velocità infischiandosene del timone.
E' per questo che l' anti-dogmatico contemporaneo, dovendo far leva sul sentimentalismo, ci appare continuamente come "buono". Continua a ripetere "I Care" appena le cose vanno male. Lo sfoggio dei buoni sentimenti è la sua ultima trincea. Dopodichè passa subito all' azione (tecnica) svincolato da ogni principio guida che per lui sarebbe una gabbia dogmatica.
Gli sembra così facendo di essere dalla parte giusta. I "buoni" hanno sempre ragione. Gli sembra così facendo di andare da qualche parte: gli specialisti (allevati e vissuti sempre in laboratorio, meglio se robot) sanno quello che fanno.
Forse è stata la Storia a spingerlo in quell' angolo. Una Storia male interpretata.
L' anti-dogmatico guarda alla macelleria del XX secolo e incolpa le ideologie.
Siccome comprende anche la sua (il comunismo), si sente nobilitato da questa autocritica e dalle rughe del suo volto compunto. Questo teatrino della sofferenza di chi fa i conti con la propria storia piena di errori lo rende un "esistenzialista" e gli consente di tenere le distanze dai borghesi appagati che ha sempre disprezzato. Redento sì, ma convertito no e poi no!
Ora mi chiedo (retoricamente) se il '900 sia stato solo il secolo delle "ideologie". Il Fascismo è innanzitutto un parto intellettuale, in questo senso pochi potrebbero toglierli il marchio di "ideologia". Lo stesso dicasi per il Comunismo.
Ma il Nazismo cosa è stato? Tonnellate di libri sono stati scritti per definire questo strano socialismo statalista, ma in pochi hanno potuto svincolarlo dalla persona di Hitler per farsene un' idea oggettiva. Al punto che Nazismo e Hitlerismo sono ormai diventati sinonimi. In questo senso il regime Nazista non è affatto ideologico, bensì la forma assunta dal pragmatismo hitleriano. Una forma del pragmatismo, dunque. Che se lo metta bene in testa l' anti-dogmatico.
L' antidogmatico naturalmente ha i suoi dogmi, ma la Storia del novecento - grossolanamente interpretata come fallimento di tutte le ideologie - lo terrorizza al punto che non oserebbe mai metterli nero su bianco con onestà. Ironia della sorte, quella stessa Storia che l' ha disilluso, oggi continua a danneggiarlo terrorizzandolo.
La ragione mi fa considerare dannosa la presenza dell' anti-dogmatico: nega l' influsso altamente positivo che i "buoni dogmi" hanno sulle nostre vite.
Il sentimento me lo rende antipatico: non si potrebbe negare l' esistenza delle proprie credenze senza una buona dose di ipocrisia. Proprio in dispregio a questo fariseismo ho voluto chiamare "dogmi" cio' che avrei potuto chiamare "principio" o "ideale". Ho insomma snobbato la guerriglia terminologica che tanto appassiona l' antidogmatico (nel "cosa rimane senza i dogmi" elencavo anche i sterili distinguo sul lessico).
Infine, chi non sarebbe disturbato da un "buono" di professione tanto dedito ai comizi?
martedì 24 marzo 2009
Perchè gli economisti bravi non sono anche ricchi?
Perchè le due cose richiedono abilità diverse.
All' economista ortodosso non viene chiesto di fare previsioni sul medio/breve periodo.
Sono le sue stesse "scoperte" a disimpegnarlo: l' ipotesi fondamentale della teoria finanziaria dice che ogni previsione, se i mercati finanziari sono sufficientemente efficienti, è irrazionale.
Certo, l' economista puo' raccomandare un ben preciso assetto istituzionale, ma poichè questo assetto intergisce con il contesto culturale e lo trasforma, i tempi necessari per produrre "efficienza" sono variabili.
Ma se la "predittività" delle teorie non è decisiva nel giudizio sul lavoro dell' economista, a costui spetta ancora il titolo di scienziato?
Forse sì. Se chiamiamo "scienza" quell' apparato di argomenti in grado di convincere in modo duraturo una comunità di uomini liberi e ragionevoli, c' è ancora qualche speranza. Infatti, altri elementi oltre alla verificabilità assumono importanza capitale. Quali?
Un buon post sul tema.
All' economista ortodosso non viene chiesto di fare previsioni sul medio/breve periodo.
Sono le sue stesse "scoperte" a disimpegnarlo: l' ipotesi fondamentale della teoria finanziaria dice che ogni previsione, se i mercati finanziari sono sufficientemente efficienti, è irrazionale.
Certo, l' economista puo' raccomandare un ben preciso assetto istituzionale, ma poichè questo assetto intergisce con il contesto culturale e lo trasforma, i tempi necessari per produrre "efficienza" sono variabili.
Ma se la "predittività" delle teorie non è decisiva nel giudizio sul lavoro dell' economista, a costui spetta ancora il titolo di scienziato?
Forse sì. Se chiamiamo "scienza" quell' apparato di argomenti in grado di convincere in modo duraturo una comunità di uomini liberi e ragionevoli, c' è ancora qualche speranza. Infatti, altri elementi oltre alla verificabilità assumono importanza capitale. Quali?
Un buon post sul tema.
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