lunedì 20 aprile 2009

Tra militanza e disonestà

Ma secondo voi, quando la nostra amata/odiata Farhenheit presenta le posizioni di Israele in rapporto a quelle arabe, mantiene un' asettica equidistanza?

A vostro giudizio, nel soppesare i pro e i contro della guerra, parlo in generale, la trasmissione è improntata alla neutralità tra i vari punti di vista?

Confrontando gli argomenti del mercato rispetto a quelli della regolazione dall' alto - facilita pensare al Lavoro o alla Scuola - sembra forsa a voi che l' imparzialità redazionale sia rispettata?

Trovate forse che Farhenehit, quando si occupa delle questioni vaticane, riesca a fungere da arbitro oggettivo o non trovate piuttosto che simpatizzi con i cosiddetti "laici"?

Per me queste sono domande retoriche e penso che nessuno possa mai prenderle sul serio. Trovo lampante che Fahre sia una trasmissione "faziosa". Esprime un proprio punto di vista soggettivo e i metodi seguiti per supportarlo sono gli stessi di sempre: si procede selezionando gli ospiti in modo che rimangano sottorappresentate le posizioni antipatiche e quando (poche volte) l' ospite risulta "problematico" (Alesina, Scaraffia, Ricolfi...) si procede ad interviste che equivalgono ad una raffica di obiezioni.

Che Fare sia organicamente faziosa lo posso anche digerire: ognuno di noi ha un pensiero e dà il meglio di sè quando lo esprime. Non mi va il fatto che non lo si dichiari esplicitamente.

Prendi un caso analogo ma opposto: Ferrara con il suo giornale. La linea del giornale viene continuamente esposta esplicitamente e rivendicata con orgoglio affinchè sia chiara e il lettore pre avvertito.

Nulla del genere accade per Fahre, e nemmeno potrebbe accadere visto che occorre ammantarsi con l' aurea del servizio pubblico.

Questa ipocrisia è davvero insopportabile perchè accanto alla militanza fa trapelare una certa disonestà.

P.S. la cosa più disturbante per noi anime semplici resta comunque l' aspetto parassitario di tutta la vicenda: lo stipendio a Ferrara lo paga chi vuole ascoltarlo mentre Sinibaldi e compagnia se lo fanno pagare anche da chi non li sopporta e li valuta un "male pubblico". Ma questa stortura è troppo ovvia affinchè qualcuno possa considerarla.