Il clima è così mefitico che uno, pur di migliorarlo, sarebbe anche disposto ad ascoltare le ragioni altrui. Per esempio si legge sul giornale che un deputato della Lega, Buonanno, vorrebbe imporre una tassa dell'uno per cento sulle rimesse degli immigrati. «Si tratta di otto miliardi di euro all'anno - spiega Buonanno - che frutterebbero ottanta milioni da destinare al volontariato». L'obiezione sarebbe che se l'immigrato (e il suo datore di lavoro italiano) sono in regola, quei soldi sono già tassati. Ma la proposta, messa così (soldi al volontariato) potrebbe anche essere discussa.
Solo che, due righe sotto, lo stesso Buonanno definisce gli immigrati «furbi che piangono miseria qui e poi magari si fanno la casa nel loro paese».E subito si chiude lo stretto varco dell'ascolto, perché anche la migliore proposta del mondo, se servita in una salsa così guasta, condita dalla solita dose di razzismo, ha un sapore ripugnante.
Nessun dialogo, nessuna collaborazione è possibile con chi fonda la sua prassi sul disprezzo sociale e sul pregiudizio etnico. Imparino a parlare la lingua della civiltà e della res publica, questi signori, e vedranno che improvvisamente le loro parole assumeranno un altro peso politico. Sono sotto esame tanto quanto gli immigrati. Ci facciano capire se hanno capito che abbiamo regole, qui in Italia, che non consentono deroghe per nessuna tribù: neanche la loro.- MICHELE SERRA
Ecco una vivida illustrazione di un atteggiamento comune: c’ è una cosa che possiamo fare insieme con reciproco vantaggio? Mi rifiuto poiché mi ripugni.
Pur di danneggiarti mi infliggo un male.
La defezione e il boicottaggio sono l’ abituale modo di procedere del moralista. Il suo sguardo non si degna di incrociare quello altrui e se capita è comunque presto sopraffatto dallo sdegno.
Ora, l’ ossessione per la purezza sembra ormai aver fatto stabile breccia nel pensiero progressista, e questo lo sapevamo, ma c’ è qualcosa in più che trapela: la sfiducia nel proprio progetto. Infatti, se entrambi ci avviciniamo alle rispettive mete ed io sono convinto che la mia visione sia vincente, allora la collaborazione, il “percorrere un tratto di strada insieme” diventa una strategia razionale.
Chiudo accennando ad un modo opposto di procedere, e mi rifaccio ad un’ intervista concessa da Harold Bloom a Repubblica:
Lei afferma di dover molto, culturalmente, a Robert Penn Warren, ma scrive che molti dei “suoi amici erano miei nemici”.
«Robert Penn Warren era un eccellente poeta a scrittore, ed un uomo meraviglioso. La battuta che cito è relativa all´ostilità dell´ambiente anglosassone che io, ebreo, ho trovato nel mondo accademico negli anni Sessanta. Era fortissima l´influenza di Eliot, che era certamente un grande poeta, ma un antisemita».
Riesce ad apprezzare sinceramente un autore in casi del genere?
«Certo, e ho fatto di questo principio un cardine del mio insegnamento»
Ok, Eliot e Buonanno non sono la stessa persona, eppure…