Scorrono senza una gerarchia nelle molecole, migrano verso il finale in quiete folate prive di punti di riferimento, ondeggiano in un rassicurante liquido amniotico … ascoltare queste canzoni è come camminare sui pavimenti di Heike Weber. Si perde l’ equilibrio senza perdere la rilassatezza.
Composte secondo le tecniche della musica concreta, non sono concepibili indipendentemente dalla loro esecuzione, in esse dialogano felicemente pop e impro radicale.
Che bello scoprire che anche la sperimentazione più ardita non deve necessariamente restare appesa come un caciocavallo ma può sfociare in esiti artistici compiuti e di prim’ ordine.
Elio Martusciello – Concrete Songs – Ticonzero