martedì 5 maggio 2009

Perorazione del Paradiso

La lotta contro i paradisi fiscali si fa sempre più dura e molte storiche enclave dal fisco più umano stanno per cedere.



Lo confesso, ho sempre simpatizzato per i paradisi fiscali, forse per l' insofferenza istintiva che si prova di fronte agli altisonanti toni moralistici con cui viene condotta la crociata.



Ma poi c' è anche un motivo più semplice: essendo un cliente dei vari "stati", auspico che tra loro si instauri una crescente concorrenza fiscale. E' lo stesso ragionamento che riservo ai negozi di dischi, anche lì spendo molto e vorrei spendere sempre meno.



Sento già alzarsi le prime veementi obiezioni. Mi sia concesso di prevenirle: è perfettamente vero, ciascuno capisce quanto sia odiosa l' opera di ripulitura dei capitali sporchi accumulati dalla criminalità organizzata, ma lasciatemi dire una cosa, la segretezza non è affatto il portato di un fisco leggero. Le due cose non devono andare per forza di pari passo. L' origine della segretezza sta altrove, facciamo dunque un po' d' ordine.



Chiediamoci perchè i "paradisi" coniugano la bassa fiscalità con la segretezza. La risposta è semplice, in genere perchè i redditi tratti in salvo nel paradiso fiscale, una volta rivelati, subirebbero la falcidia del paese d' origine del titolare.



Piccolo inciso. Poniamo adesso che esistano due imposte, una sul consumo e una sul reddito. La prima è pagata dove si abita, la seconda dove si produce il reddito. Si suppone infatti che lo stato contribuisca a creare un ambiente più adeguato sia per il consumatore che per il produttore. Entrambi pagano un prezzo per questo servizio: l' imposta sul consumo e l' imposta sul reddito.



Se abito in Italia, è giusto che paghi le imposte sul consumo in Italia, è lì che vivo e che mi godo la vita, ovvero, è lì che "consumo". Che pretese potrebbe accampare la Svizzera? E fin qui tutto bene, non si possono certo eludere le imposte sul consumo (accise, iva...) avvalendosi di quel paradiso fiscale che è la Svizzera.



Ma se io, italiano, produco i miei redditi in Svizzera cio' significa che lì e solo lì mi si offre un sicuro ambiente giuridico-ecc. dove far fruttare al meglio i miei sforzi; che pretese potrebbe accampare l' Italia in materia di imposte sul reddito?



Eppure le "accampa", caspita se le accampa. Sì perchè, quando parliamo di Paradisi fiscali non dobbiamo dimenticarci che parliamo di imposte sui redditi. E qui la pretesa degli inferni fiscali è molto semplice quanto barbara: qualora l' aliquota svizzera fosse troppo bassa (ovvero più bassa della loro... come se in paradiso potesse far più caldo che all' inferno), il Bel Paese s' incarica di riscuotere e trattenere la "giusta" differenza per sè. E, ricordiamolo sempre, parliamo di un reddito che non ha contribuito a formare.



Le cose poi si complicano perchè nella società contemporanea gran parte dei redditi sono di natura finanziaria, ovvero sono redditi che per essere prodotti abbisognano di adeguato ambiente giuridico ma non certo di un cospicuo capitale fisico, a volte basta un server con le giuste connessioni sull' isoletta. Nè tantomeno abbisognano di beni pubblici.

Questo frutto della modernità, diciamolo, è una grande rottura di coglioni per l' Inferno fiscale, il quale non manca appena puo' di diffondere tra il pubblico una diffidenza istintiva, oltre che per i paradisi, anche per i redditi finanziari. Roba infatti che non ha molto bisogno della sua esistenza.


Ma tutto cio' non muta in nulla la logica che prima esponevamo: lo Stato, se lo ha, ha un dirito naturale solo alla fetta di reddito che contribuisce a produrre.



E adesso la domanda cruciale: ma se l' Italia rinunciasse alla livella che grava sui redditi prodotti all' estero, siamo sicuri che i paradisi fiscali avrebbero ancora convenienza a mantenere i loro segreti? Con la garanzia appenna menzionata, le pressioni che già sentono farebbero invertire loro la rotta aprendo le porte alla soluzione più naturale per il riciclagio e l' evasione. Sono convinto infatti che in assenza di questa tosatura ingiustificata le tanto vituperate opacità dei paradisi verrebbero meno.



Spero adesso si sia capita l' irritazione che mi procura il tono moraleggiante delle crociate "anti-paradiso", per me è come sentir parlare di stuzzicadenti un ciclope con l' occhio otturato da una trave.



P.S. nel post ho parlato d' Italia. Ma non commiseriamoci troppo, le pratiche a cui accenno sono comuni a tutti i paesi. E un vampiresco Obama assetato di quattrini minaccia la lodevole eccezione degli USA. Ho parlato di moralizzatori da moraleggiare e di "vampiresco" Obama. Altri, qui però non parliamo più di redditi finanziari, nella tassazione dei redditi prodotti all' estero vedono solo stupidità e miopia.