lunedì 11 febbraio 2008

Ai libertari non costa granchè arrendersi al paradigma corrente del GW

Lo spiegano bene quelli del Prometheus.



"...the denial of global warming's existence, from the perspective of the free-market advocate, is foolish. If global warming indeed exists, the solution will be the same as the solution to other well-established negative environmental externalities - technological development toward cleaner, more efficient technology. If it doesn't exist, the market would still move in an identical fashion to combat the other (proven) environmental cancers. Technological development will answer the question of how much global warming is controlled by man, not Al Gore and his lame movies..."


"...First of all, we support an income tax cut to accompany the carbon tax, in order to soften its impact on Americans. Second, the carbon tax is required in order to make polluters pay for the true social cost of their CO2 emissions - simply assessing compensation for the best estimate of the damage to their fellow citizens' property. Unlike every other tax, this isn't some arbitrary levy to fund unnecessary bureaucracy. It's about making people pay for the harm they cause everyone else - the Golden Rule in its purest form..."


Riassumendo: oltre alla carbon tax per chi supera certe soglie, verrebbe introdotta una credit carbon tax per chi sta al di sotto sotto. Si potrebbe porre come condizione l' invarianza del gettito. Insomma, in presenza di cartolarizzazione dei crediti fiscali saremmo in presenza di un canonico cape and trade.

add1: una difesa della carbon-tax in rapporto al cape and trade. Quest' ultimo potrebbe limitare in eccesso le emissioni.




add2 anche i liberisti di IBL privilegiano la carbon-tax sul cape-and-trade. L' incertezza è decisiva.

"...i costi di informazione, e con essi quelli di controllo e di enforcement, sono dunque molto elevati. Non solo: definire standard tecnologici o di performance, in questo caso, è molto complicato, in quanto non tutti i processi possono raggiungere gli stessi risultati. In alcuni casi è tecnologicamente ed economicamente possibile perseguire delle riduzioni dei consumi o delle emissioni, o esistono alternative; in altri casi ciò non accade. La mole delle incertezze scientifiche e la proiezione necessariamente di lungo termine delle politiche – che dovrebbero tener conto del progresso tecnologico – moltiplicano i rischi di un fallimento della regolazione. La discrezionalità che sarebbe, in questo caso, indispensabile rappresenta una forte tentazione per i rent seeker e rende pressoché certo il verificarsi di fenomeni di cattura del regolatore..."

"...dal punto di vista istituzionale, la creazione di un mercato delle quote di emissione come l’Ets – destinato a un grado di complessità e inclusivitàcrescente – implica un impegno, cioè una mobilitazione di risorse per la gestione e ilmantenimento delle necessarie infrastrutture amministrative, ben superiore a quello diuna carbon tax..."


add.3. Carbon-tax o cape and trade? Il dibattito prosegue.