lunedì 18 febbraio 2008

Quando il welfare sviluppa i suoi tentacoli

Riporto di seguito una cannonata estrapolata da una battaglia forumistica, spero che possa essere comprensibile prescindendo dal contesto.

Valeria, non capisco perchè senti l' ossessionante esigenza di tirarmi in ballo e di offendermi gratuitamente parlando di cose che c' entrano poco o nulla con quanto ho detto, tanto è vero che cerchi in qualche modo di far contatto al costo di storpiare le mie parole. Le lodi del tuo impegno continuamente sbandierato potresti anche tesserle evitando di coinvolgermi mettendo in scena questi tristi numeretti. Da parte mia posso solo sperare che l' impegno di chi si dimostra spesso in confusione mentale e sempre avvelenata dalla forfora al callo, valga quanto quello di una persona serena e lucida.

Poichè sarebbe proprio sterile bruciare un post al solo scopo di tirarti le orecchie, ne approfitto per sviluppare alcuni punti. Fai attenzione adesso a come si puo' parlare evitando di ferire il prossimo, poi, se vuoi proprio rispondere, fallo pure, ma moderando i termini, stando in tema e dopo una mezzoretta di training autogeno. Magari, già che ci sei, vedi pure di evitare il consueto sarcasmo, quello che puzza tanto di ultima spiaggia.



  1. Forse ricordo male ma Ada non si lamentava tanto dell' assenza di aiuti, quanto di come fosse complicato ottenerli (domande da compilare, documentazione da produrre). Nel mio piccolo posso confermare visto che, proprio in questi giorni, sto approntando una pratica per l' acquisto di un' autovettura speciale da parte di un disabile: gli aiuti economici sono molto generosi, l' auto viene via praticamente a costo zero, ma il labirinto burocratico è estremamente contorto e paludoso.

  2. Quando suggerisco di garantire standard minimi di benessere per i più bisognosi, dico forse che i disabili debbano essere abbandonati a se stessi? Al contrario, tra i più bisognosi ci sono proprio loro. Inoltre, evitare di disperdere le risorse in aiuti generosi e universali (la sanità europea ha proprio questa impostazione), consentirebbe di concentrarli proprio sui casi realmente problematici.

  3. Le difficoltà nell' organizzare un welfare non riguardano certo i disabili, i costi di questa categoria sono infinitesimali rispetto a quelli sollevati dalle problematiche relative alla disoccupazione, alla pensione e alla sanità della massa, ovvero di coloro che sono o sono stati per una vita attivi, in salute e perfettamente abili.

  4. Ammettiamo che lo Stato sia chiamato ad addossarsi gli eventuali costi a cui va incontro un disabile. Qualora il genitore sia tentato di liberarsi del fardello, perchè mai la stessa tentazione non dovrebbe sedurre il burocrate qualora sia chiamato a riequilibrare i loro bilanci. Anzi, poichè in questo caso non esiste un legame affettivo tra il finanziatore e il "fardello", sacrificarlo sarà ancor più semplice e indolore. Non sarà un caso se i più generosi in questo senso siano anche considerati dei "paradisi per l' aborto"? No, non è un caso, è qualcosa che invece si spiega facilmente.

  5. Per favorire l' accoglimento della vita, l' elemento culturale resta centrale poichè la sofferenza principale riguarda, non tanto la condizione di indigenza, quanto il peggioramento del proprio status economico. E questo peggioramento persisterebbe per quanti aiuti possano essere concessi.


  6. La "caccia alle streghe" era una pratica ritenuta doverosa e utile, soprattutto dal popolo. La Chiesa, specie nelle alte gerarchie, si mostrò sempre restia a simili intraprese, ma le pressioni popolari (oggi diremmo democratiche) spesso le impedivano di soprassedere spingendola all' azione. Oggi condanniamo la durezza di quelle pene, le condanna risulta inappellabile soprattutto in chi è privo di una prospettiva storica. Ho notato come costoro, ovvero colore che si dimostrano sprovvisti di una tale tale prospettiva, siano anche i più insensibili a come, in un futuro lontano, potrebbero essere giudicate le pratiche abortive, che consistono pur sempre nella soppressione di un essere umano. E' sintomatica questa coincidenza.

  7. Soriga. La puntata in cui esternava sulla bioetica non mi ha soddisfatto. Ha parlato di questi argomenti evitando di affrontarli. Si è concentrato sul tema della libera scelta che è il modo più consueto per scantonare. Forse è eccessivo etichettarlo come "baro". In questi casi si è bari innanzitutto con se stessi. A volte puo' essere anche necessario farlo.

  8. Un welfare generoso conduce a regimi autoritari? Non necessariamente, ma i fatti storici ci dicono che è successo spesso in passato e che raramente non succede. Ho parlato delle pratiche eugenetiche nella democraticissima Svezia, Paese da sempre considerato il Paradiso dell' Aborto. Demandando a terzi la nostra salute costoro si sentiranno in diritto di entrare in ogni nostra scelta, dalla cintura di sicurezza, all' alimentazione, fino alle scelte riproduttive. Le scienze sociali del secolo scorso parlavano in proposito di Via della Schiavitù. Sono dinamiche logiche, riscontrate empiricamente nella storia e da cui stare in guardia ancora oggi avendo imparato la lezione.

  9. Spesso mi chiedo: come mai le pratiche abortive sono state dapprima adottate nei paesi totalitari ( Unione Sovietica post '17, Germania hitleriana) e, successivamente, solo intorno agli anni 70, dalle democrazie occidentali? Veramente le tirannie avevano qualcosa di tanto prezioso da insegnarci a cui non avevamo pensato prima? Forse sì, la cosa non puo' essere esclusa: aborto e treni in orario. Però esiste anche una risposta alternativa: ad un certo punto, anche per le democrazie che andavano allargando i loro welfare, certe soluzioni sono diventate convenienti.

  10. Da un po' di tempo noto che le osservazioni intorno a queste materie che personalmente ritengo più interessanti, possono essere svolte senza dover necessariamente schierarsi pro o contro l' aborto. In fondo è quello che cerco di fare.