martedì 17 aprile 2018

NEL MONDO DELLE MACCHINE

NEL MONDO DELLE MACCHINE
Chi prospererà?
Alcuni di noi si arricchiranno comprendendo le macchine e parlando la loro lingua, diventeranno dei computer loro stessi e questo farà di loro uomini di successo. D’altra parte l’onnipresenza di macchine finirà per valorizzare il lato opposto, specie nella vita privata saremo e chiederemo la compagnia di persone più sensibili, più irrazionali, più emotivi, più empatici.
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The groundbreaking follow-up to the New York Times bestseller The Great Stagnation The United States continues to mint more millionaires and billionaires than any country ever. Yet, since the great recession, three quarters of the jobs created here pay only marginally more than minimum wage....

CERVELLI IN APPALTO

CERVELLI IN APPALTO
Ci si occupa sempre di come stanno evolvendo le macchine, vogliamo dire qualcosa su come evolve l’uomo che opera su macchine evolute e che dà loro in appalto gran parte del suo cervello? Se posso cercare con prontezza una notizia Google che senso ha memorizzarla? La memoria è una facoltà in declino, una volta sapevo a memoria una serie di numeri di telefono ma lentamente sto perdendo questa abilità, l’agile ricerca sullo smartphone l’ha fiaccata. Da quando vivo tra le macchine non mi ricordo più niente senza perdermi nulla. Nell’antichità la memoria era molto apprezzata e nel medioevo la memorizzazione assurse ad arte, ma bisogna fare una distinzione tra “memorizzare” e “arte della memoria”, la seconda facoltà consente di “cercare” quel che non ci si ricorda ed oggi è – al contrario della memorizzazione - una facoltà fondamentale: se da un lato non usiamo più la memoria, dall’altro ne conosciamo meglio l’algoritmo sottostante. C’è un’ “arte della stringa”, ovvero la capacità di isolare parole chiave per una ricerca efficace: che te ne fai di Google o del tuo blog se non hai sviluppato un’arte della stringa e della memoria, ovvero un metodo per cercare cio’ che non puoi e non sai ricordare? Non è giusto accusare Goggle – come fa Nicholas Carr – della perdita di memoria di una generazione, è piuttosto cambiato l’uso che ne facciamo: siamo molto migliorati nel cercare le risposte e di questo dobbiamo invece ringraziare Google, anziché ricordare un fatto io ricordo i metodi per reperirlo prontamente. In questo senso il mio blog è una palestra, ha più di 5.000 post e se non lo organizzassi opportunamente la gran parte delle info e dei link che contiene sarebbe per me perduta, una frustrazione non da poco visto che la mia conoscenza si è formata anche lì. Qualsiasi cosa accada nel mondo la prima cosa che faccio è consultare il mio blog o il mio account Facebook o la mia mail, per farlo in modo efficace ho sviluppato delle tecniche che cambiano a seconda di diversi parametri, non si tratta di metodi meccanici ma che piuttosto fanno perno sull’intuizione e sull’esperienza, ieri di queste cose ne sapevo ben poco, ora hanno occupato lo spazio della memoria che, come si puo’ vedere, è rimasto tutt’altro che vuoto.
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L’OSSESSIONE DI TURING

L’OSSESSIONE DI TURING
In passato gli esperti di intelligenza artificiale davano molta importanza al test di Turing: solo la macchina in grado di non essere riconosciuta come tale poteva essere definita intelligente. Ma si tratta di un test realmente cruciale? Oggi ci appare più che altro una curiosità: anche la macchina che non riesce a mascherare la propria natura, infatti, puo’ essere definita intelligente, del resto anche l’uomo in molte cose è inferiore alla macchina senza per questo perdere la sua intelligenza, la capacità di imitare non sembra più un buon parametro per indentificare l’intelligenza. Forse Turing era un po’ troppo ossessionato dalle competenze imitative, qualcuno imputa la cosa alla sua storia personale: era gay e non riusciva a farsi passare per etero in un periodo dove la castrazione chimica era una minaccia concreta e il suicidio di un gay qualcosa di normale, si dice anche che avesse una personalità autistica (molti autistici non passano il test di Turing) e non riusciva a camuffare a dovere i suoi gravi problemi nella comunicazione, ascoltarlo – c’è un’intervista alla BBC - dava l’impressione di ascoltare un computer, a scuola fu spesso umiliato per questi “difetti”, anelava quindi ad essere una persona normale ma non riusciva a farsi passare per tale rimanendo agli occhi di tutti un diverso. Sia come sia il giorno in cui le macchine supereranno il test di Turing sarà un non-evento. A chi puo’ interessare la cosa, truffatori a parte? Per esempio, se prendo lezioni telematiche da un insegnante cosa mi interessa sapere se è un robot? Si tratterebbe di una mera curiosità, il mio giudizio si fonda su altri parametri. Se leggo una notizia sul giornale perché mai dovrebbe interessarmi se l’ha scritta un software? Se vado sui siti delle agenzie matrimoniali cosa mi interessa sapere se dall’altra parte la candidata che ho scelto si fa rappresentare da un robot? L’importante è che la macchina rispecchi fedelmente chi rappresenta. Anzi, probabilmente le prese di contatto su questi siti per l’accoppiamento saranno esclusivamente a cura dei robot, i due robot che si “piaceranno” organizzeranno poi un incontro promettente tra i loro rappresentati, un po’ come ai giardinetti la sera: se i nostri cani sono affiatati forse anche noi due… 
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lunedì 16 aprile 2018

PERCHE' NON CI INTERESSA IL PIANISTA ROBOT

PERCHE' NON CI INTERESSA IL PIANISTA ROBOT
Le macchine non destano il nostro interesse quando sono chiamate alla competizione sportiva, negli scacchi la cosa è palese: in pochi seguono i tornei tra computer organizzati dal buon Martin Thorold, al punto che il buon norvegese fatica a trovare sponsor. E questo è vero nonostante che il livello scacchistico sia più elevato. In questo genere di competizioni lo spettatore antepone il dramma alla perfezione. La macchina, al limite, ci piace solo quando mette in difficoltà l'uomo e ne evidenza gli errori, altrimenti preferiamo destinarla a fini esclusivamente pratici ed espellerla da quella sfera vitale in cui costruiamo la nostra narrazione: siamo riluttanti a consultare un computer per gestire al meglio un incontro romantico, o farci visitare per una medicazione, persino il consulente del nostro business lo preferiamo in carne ed ossa, non ci interessa la musica che compone od esegue un computer, e nemmeno i quadri che dipinge. Il dramma vince sulla perfezione.
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IL LAVORO DI OGGI


Enormi guadagni per l' élite cognitiva.
Più lavoratori autonomi (nuovo sottoproletariato).
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Riccardo Mariani
Adesso
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IL LAVORO DI OGGI
Compensi più elevati per i boss.
Più etica sul posto di lavoro e maggiore dedizione.
Lavoratori più obbedienti e coscienziosi.
Maggiori diseguaglianze.
Enormi guadagni per l' élite cognitiva.
Più lavoratori autonomi (nuovo sottoproletariato).
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LA PARTITA IVA COME WELFARE

LA PARTITA IVA COME WELFARE
Alan Krueger ha tenuto d'occhio per anni il tipico disoccupato del XXI secolo, in genere non accetta una retrocessione, per esempio salari più bassi che in precedenza, preferisce stare sulla soglia in attesa di nuove offerte, piuttosto si mette in proprio, in questi casi l'esplosione di partite iva non è un segno di vitalità o di creatività dell'economia quanto piuttosto un sintomo che il mercato non offre lavori decenti: fare la fame da lavoratore autonomo è in qualche modo meno umiliante, uno apre il suo negozietto e tira a campare sperando che le cose un giorno andranno meglio. In futuro molti lavori saranno di questo tipo, una specie di welfare a base di partita IVA, molte di loro non sono imprenditori ma sognatori di posto fisso all'ufficio contabilità della multinazionale. Solo un decennio fa per impressionare sul tema dell'evasione bastava dire che il lavoratore autonomo medio guadagnava meno del dipendente, oggi non è più possibile farlo perché la cosa appartiene quasi al senso comune. Imprese individuali, consulenti, piccoli professionisti, mediatori, interinali, piccoli trasportatori... questo è il nuovo proletariato che si consola pensandosi “autonomo”. Anche i giovani tirano avanti a lavoretti posticipando l'età adulta: se ti cade la chiave nel tombino e sai usare il web troverai un qualcuno che per 80 euro ti risolverà i problemi, sono i nuovi lavori-flash; i giovani hanno molta più libertà e flessibilità delle generazioni precedenti, passano più tempo con amici o in famiglia, fanno festa tutte le sere nella piccola Brera giù in città, bevono e si divertono più di prima ma mancano di stabilità e progetti a lungo termine, diventano così poco ambiziosi e tirano avanti. La parola d'ordine è “rilassati”, chi punta in alto è mal visto.
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