Perchè le due cose richiedono abilità diverse.
All' economista ortodosso non viene chiesto di fare previsioni sul medio/breve periodo.
Sono le sue stesse "scoperte" a disimpegnarlo: l' ipotesi fondamentale della teoria finanziaria dice che ogni previsione, se i mercati finanziari sono sufficientemente efficienti, è irrazionale.
Certo, l' economista puo' raccomandare un ben preciso assetto istituzionale, ma poichè questo assetto intergisce con il contesto culturale e lo trasforma, i tempi necessari per produrre "efficienza" sono variabili.
Ma se la "predittività" delle teorie non è decisiva nel giudizio sul lavoro dell' economista, a costui spetta ancora il titolo di scienziato?
Forse sì. Se chiamiamo "scienza" quell' apparato di argomenti in grado di convincere in modo duraturo una comunità di uomini liberi e ragionevoli, c' è ancora qualche speranza. Infatti, altri elementi oltre alla verificabilità assumono importanza capitale. Quali?
Un buon post sul tema.
martedì 24 marzo 2009
lunedì 23 marzo 2009
Accesso ai sanitari: il bagno come risosrsa scarsa
... lascia perdere cene, aperitivi, viaggi, risate, iperboli, frizzi & lazzi...
... concentrati sulle procedure e calibra la routine, è lì che il Cobra si annida, colpisce e inocula le tossine della necrosi interpersonale...
... concentrati sulle procedure e calibra la routine, è lì che il Cobra si annida, colpisce e inocula le tossine della necrosi interpersonale...
mercoledì 18 marzo 2009
Voglia di fermarsi.
Se mai la tribù primitiva che ci abita da qualche parte nell' immaginario rinvenisse l' arma segreta con cui opporsi ad ogni movimento "in avanti", non lo scoprirebbe mai in una lega miracolosa da cui forgiare i ferri delle sue lance...
... piuttosto nella magia di una filastrocca, di un limerik, di una formula, di un abracadabra, di una conta secca che sanno ritmare solo labbra esercitate a sifonare il veleno del Mamba Reale dall' arto lillà degli spacciati...
... piuttosto nella magia di una filastrocca, di un limerik, di una formula, di un abracadabra, di una conta secca che sanno ritmare solo labbra esercitate a sifonare il veleno del Mamba Reale dall' arto lillà degli spacciati...
Quando la confezione è tutto
La Lega propone che lo stupratore, qualora si sottoponga volontariamente a castrazione chimica, possa usufruire di alcuni vantaggi nello scontare la sua pena.
Siamo alle solite, il PD si oppone? No, grida alla "barbarie" usando la voce della capogruppo in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti. Certi spettacolini tristi non riescono proprio ad evitarli, manco ci fosse ancora di mezzo l' imbarazzante presenza di qualche reperto della "sinistra radicale" o il folklore molisano di un Di Pietro. No, ora che si sono liberati del "vecchio" e dell' "impresentabile" si accorgono di essere loro stessi impresentabili.
In questa "indignazione" sta tutta la sconfitta culturale - prima ancora che politica - di un' ideologia che ha lasciato sul campo cervelli in perenne ricerca di una bussola e provvisti solo di un noioso e prevedibile istinto animalesco verso il pol. corr.
Scommettete che, come già successo decine di volte, passato qualche tempo dall' "indignazione scandalizzata", quando si saranno calmate le acque, dalle file che ora berciano la loro contestazione, si avranno proposte similari salvo che nella confezione?
Sì, perchè i termini della proposta sono più che ragionevoli, si tratta di uno scambio: tu mi dai la garanzia di non ripetere il reato e io ti sconto la pena. Si puo' non essere d' accordo, si puo' proporre una diversa formulazione dello scambio, ma scandalizzarsi in nome della "civiltà" e delle "barbarie" è materia per lo psicologo prima ancora che per il politico o il sociologo.
Ma qui c' è anche qualcosa in più: come poter dare credito a queste persone che fanno finta di difendere la scelta individuale in occasione del testamento biologico o in casi ancora più delicati, quando invece mettere enfasi sulla scelta individuale del condannato non attenua in nulla la loro ennesima crisi di nervi? Forse del pro-choice non frega niente a questa gente. Quel che importa per chi ha solo una "confezione" da offrire e una storia da nascondere, è il brivido che prova a tirare una sassata contro l' ogiva istoriata di qualche Cattedrale che ostenta invece con orgoglio millenni di saggezza e di presenza sostanziale sul campo accanto all' Uomo.
Siamo alle solite, il PD si oppone? No, grida alla "barbarie" usando la voce della capogruppo in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti. Certi spettacolini tristi non riescono proprio ad evitarli, manco ci fosse ancora di mezzo l' imbarazzante presenza di qualche reperto della "sinistra radicale" o il folklore molisano di un Di Pietro. No, ora che si sono liberati del "vecchio" e dell' "impresentabile" si accorgono di essere loro stessi impresentabili.
In questa "indignazione" sta tutta la sconfitta culturale - prima ancora che politica - di un' ideologia che ha lasciato sul campo cervelli in perenne ricerca di una bussola e provvisti solo di un noioso e prevedibile istinto animalesco verso il pol. corr.
Scommettete che, come già successo decine di volte, passato qualche tempo dall' "indignazione scandalizzata", quando si saranno calmate le acque, dalle file che ora berciano la loro contestazione, si avranno proposte similari salvo che nella confezione?
Sì, perchè i termini della proposta sono più che ragionevoli, si tratta di uno scambio: tu mi dai la garanzia di non ripetere il reato e io ti sconto la pena. Si puo' non essere d' accordo, si puo' proporre una diversa formulazione dello scambio, ma scandalizzarsi in nome della "civiltà" e delle "barbarie" è materia per lo psicologo prima ancora che per il politico o il sociologo.
Ma qui c' è anche qualcosa in più: come poter dare credito a queste persone che fanno finta di difendere la scelta individuale in occasione del testamento biologico o in casi ancora più delicati, quando invece mettere enfasi sulla scelta individuale del condannato non attenua in nulla la loro ennesima crisi di nervi? Forse del pro-choice non frega niente a questa gente. Quel che importa per chi ha solo una "confezione" da offrire e una storia da nascondere, è il brivido che prova a tirare una sassata contro l' ogiva istoriata di qualche Cattedrale che ostenta invece con orgoglio millenni di saggezza e di presenza sostanziale sul campo accanto all' Uomo.
giovedì 12 marzo 2009
Con la sua parlata grassa...
... e con quell' ornamentale crepitio di catarri insinuati tra le bollicine del bianco... quando si dismetteva frettolosamente in un cantuccio il bombardino al termine del servizio bandistico (un funerale) e ancora in divisa erano già pronte le coppie... e si contestava al dirimpettaio un punto a pinacola... e si profanava il cielo per l' anomala concentrazione di assi... usando sempre la parola più giusta, quella che non svilisce in farsa un' incazzatura che pur festosa doveva restare autentica, quella parola che solo il dialetto di confine vende sottobanco, l' unica parola che s' intona con il rigolo che scocca dietro la pergola, l' unica che sposa bene i campanellini dei flipper... mentre in un contrappunto di sordi bip un lazzarone in ciabatte spinge il primo supermario verso una curva a gomito. Impermeabile al terzo tocco che chiama l' ignara Madre alla Santa Messa.
Fascista sarà lei
Sto leggendo l' ultima fatica di Jonah Goldberg. Ci si concentra sull' uso della parola "fascista" e di come viene usata in America nel dibattito politico. O meglio, di come viene usata quando si vuole evitare qualsiasi genere di dibattito.
Ho trovato l' argomento appassionante, anche perchè non mi sembra che le idee del nostro soffrano granchè una volta traslate nel contesto italico. E poi, con B. al governo, la lagna e l' insulto con abusi linguistici diventa puntualmente assordante (deve essere un riflesso super condizionato per gratificare se stessi e la propria autostima visto che dal punto di vista elettorale la cosa non paga).
"Evitare il dibattito". Pratica eminentemente "fascista", penserà qualcuno. E siamo già al cuore della questione.
Anche JG ha notato infatti come la parolina ricorra in bocca a chi vede fascisti dappertutto, tranne che allo specchio.
Ha notato poi come nell' immaginario di costoro la "società ideale", per come la descrivono, assomigli in modo imbarazzante ad una "società fascista", basti pensare all' ossesione per la "giustizia sociale".
I fumi alzati dai camini di campi di concentramento hanno coperto davvero molte cose (e non parlo certo dei treni che arrivavano in orario). Peccato. E meno male che qualcuno cerca di dissiparli tentando di capire da dove diavolo arrivasse l' enorme consenso che ha fatto partorire alla democrazia (madre legittima) un mostro del genere.
Griffin, Gentile, Nolte, Furet, Arendt, Robinson... Goldberg non si nasconde che la "definizione" di fascismo sia piuttosto vaga e quindi idonea a costruire un contenitore vuoto da riempire a seconda del bisogno estemporaneo.
Eppure un profilo ideologico puo' essere stilizzato. Poi, ci si allontana un attimo e si valutano le somiglianze per capire dove bazzicano oggi i figli legittimi. Sorpresa: è la "sinistra progressista" a sfoggiare i cromosomi più compatibili, la storia e la teoria confermano. Avviso: traduco "liberal" con "sinistra progressista", non credo che così facendo s' ingenerino equivoci depistanti.
JG fa innumerevoli esempi tratti dall' attualità dell' abuso linguistico a cui il termine fascista è stato sottoposto, non c' è solo accademia ma anche parecchi casi concreti: nella serie West Wing della NBC, chi sostiene i "buoni scuola" viene liquidato come "fascista". Esiste qualcosa di meno "fascista" dei "buoni scuola"? Una delle poche domande a cui l' universo tutto degli specialisti darebbe risposta concorde.
Presentando situazioni con un simile gradiente di assurdità, è facile per JG rendere interessante il suo voluminoso libro.
Attenzione, JG non vuole arrivare a dire che chi si schiera per la "sanità socializzata" o per lo "smoking ban" sia un fascista in pectore. La sensibilità per l' ambiente non basta a renderti una camicia bruna che marcia con il passo dell' oca. Intende invece attaccare un' assunzione granitica, e cioè quella per cui siano i conservatori ad avere pericolose contiguità con il pensiero totalitario di stampo fascista. E' vero semmai il contrario, sono i "modernisti" a rischiare.
Prima di degenerare nell' orrore, Fascismo e Nazismo erano due ideali utopici che seducevano i cuori più magnanimi e inclini alla giustizia sociale. Erano quelli bei tempi, tutto era più trasparente anche per lo storico: particolarmente sintomatico l' idillio naturale che personalità chiave della "sinistra" intrattennero con le idee e gli apparati fascisti, basti pensare che Mussolini era il dichiarato modello di riferimento per F. D. Roosvelt e per il suo New Deal. Il rosario di nomi e fatti lo lascio sgranare a JG (per l' Italia hanno detto qualcosa la Serri e Battista).
Solo quando i regimi caddero in disgrazia macchiandosi dei noti orrori, partì la retorica della presa di distanza. Una campagna di successo, visto come ha ridotto il nostro povero senso comune e soprattutto il nostro linguaggio quando litighiamo parlando di politica.
A cio' si aggiunge che Stalin cominciò a bollare come "fascisti" tutti quei socialisti "sleali", a partire da Trotsky. Anti-fascista con il bollo, dunque, divenne solo lo staliniano puro sangue.
Il fascismo, una volta compreso, non può essere certamente etichettato come un movimento di destra. Chi non ha recepito il messaggio di De Felice, magari avrà più facilità con quello di un giovane brillante come JG.
L' errore centrale, ammonisce l' autore, consiste nel pensare comunismo e fascismo come contrapposti. Non lo furono mai sia nella pratica che nelle idee. La guerra che si fecero fu rabbiosa come possono esserlo solo quelle tra parenti strettissimi che reclamano la medesima eredità.
Impressioni personali. Condivido l' idea di fondo, ho sempre mentalmente considerato il Movimento Sociale a sinistra, e certe convergenze che qualcuno giudica sorprendenti non mi hanno mai sorpreso, chissà perchè.
Il dibattito sui "sindaci sceriffo" mi sembra sintomatico. Perchè se un sindaco di sinistra vuole far rispettare con rigore la legge deve essere attaccato tanto pesantemente? Non vedo vere ragioni al di là di quelle ideologiche: una sinistra che usa certi metodi non potrà più distinguersi da cio' che lei stessa ha sempre chiamato con disprezzo puerile "destra fascista", non potrà distinguersi visto che la demarcazione non puo' essere certo reperita nella sostanza. Questa impotenza fa scattare spaesamento, rabbia e aggressione politica.
Lasciamo perdere la tesi azzardata per cui il primo esperimento fascista lo si ebbe nell' America di Woodrow Wilson. Resta comunque una pietra d' inciampo: il razzismo dei Nazisti. Goldberg non la elude. Troppo lungo descrivere la sua traettoria (che non convince fino in fondo), vi partecipo solo la domanda con cui inizia l' esposizione: perchè la Sinistra quando parla delle "Pantere Nere" o dei "Fratelli Mussulmani" o di "Hamas" non mette mai al centro la natura razzista di questi movimenti?
JG è ideologicamente schierato in un movimento dove non tutti concordano sulla sua linea. Ecco un video (in inglese) dove dibatte con un altro libertario di stampo più progressista, Will Wilkinson.
Ho trovato l' argomento appassionante, anche perchè non mi sembra che le idee del nostro soffrano granchè una volta traslate nel contesto italico. E poi, con B. al governo, la lagna e l' insulto con abusi linguistici diventa puntualmente assordante (deve essere un riflesso super condizionato per gratificare se stessi e la propria autostima visto che dal punto di vista elettorale la cosa non paga).
"Evitare il dibattito". Pratica eminentemente "fascista", penserà qualcuno. E siamo già al cuore della questione.
Anche JG ha notato infatti come la parolina ricorra in bocca a chi vede fascisti dappertutto, tranne che allo specchio.
Ha notato poi come nell' immaginario di costoro la "società ideale", per come la descrivono, assomigli in modo imbarazzante ad una "società fascista", basti pensare all' ossesione per la "giustizia sociale".
I fumi alzati dai camini di campi di concentramento hanno coperto davvero molte cose (e non parlo certo dei treni che arrivavano in orario). Peccato. E meno male che qualcuno cerca di dissiparli tentando di capire da dove diavolo arrivasse l' enorme consenso che ha fatto partorire alla democrazia (madre legittima) un mostro del genere.
Griffin, Gentile, Nolte, Furet, Arendt, Robinson... Goldberg non si nasconde che la "definizione" di fascismo sia piuttosto vaga e quindi idonea a costruire un contenitore vuoto da riempire a seconda del bisogno estemporaneo.
Eppure un profilo ideologico puo' essere stilizzato. Poi, ci si allontana un attimo e si valutano le somiglianze per capire dove bazzicano oggi i figli legittimi. Sorpresa: è la "sinistra progressista" a sfoggiare i cromosomi più compatibili, la storia e la teoria confermano. Avviso: traduco "liberal" con "sinistra progressista", non credo che così facendo s' ingenerino equivoci depistanti.
JG fa innumerevoli esempi tratti dall' attualità dell' abuso linguistico a cui il termine fascista è stato sottoposto, non c' è solo accademia ma anche parecchi casi concreti: nella serie West Wing della NBC, chi sostiene i "buoni scuola" viene liquidato come "fascista". Esiste qualcosa di meno "fascista" dei "buoni scuola"? Una delle poche domande a cui l' universo tutto degli specialisti darebbe risposta concorde.
Presentando situazioni con un simile gradiente di assurdità, è facile per JG rendere interessante il suo voluminoso libro.
Attenzione, JG non vuole arrivare a dire che chi si schiera per la "sanità socializzata" o per lo "smoking ban" sia un fascista in pectore. La sensibilità per l' ambiente non basta a renderti una camicia bruna che marcia con il passo dell' oca. Intende invece attaccare un' assunzione granitica, e cioè quella per cui siano i conservatori ad avere pericolose contiguità con il pensiero totalitario di stampo fascista. E' vero semmai il contrario, sono i "modernisti" a rischiare.
Prima di degenerare nell' orrore, Fascismo e Nazismo erano due ideali utopici che seducevano i cuori più magnanimi e inclini alla giustizia sociale. Erano quelli bei tempi, tutto era più trasparente anche per lo storico: particolarmente sintomatico l' idillio naturale che personalità chiave della "sinistra" intrattennero con le idee e gli apparati fascisti, basti pensare che Mussolini era il dichiarato modello di riferimento per F. D. Roosvelt e per il suo New Deal. Il rosario di nomi e fatti lo lascio sgranare a JG (per l' Italia hanno detto qualcosa la Serri e Battista).
Solo quando i regimi caddero in disgrazia macchiandosi dei noti orrori, partì la retorica della presa di distanza. Una campagna di successo, visto come ha ridotto il nostro povero senso comune e soprattutto il nostro linguaggio quando litighiamo parlando di politica.
A cio' si aggiunge che Stalin cominciò a bollare come "fascisti" tutti quei socialisti "sleali", a partire da Trotsky. Anti-fascista con il bollo, dunque, divenne solo lo staliniano puro sangue.
Il fascismo, una volta compreso, non può essere certamente etichettato come un movimento di destra. Chi non ha recepito il messaggio di De Felice, magari avrà più facilità con quello di un giovane brillante come JG.
L' errore centrale, ammonisce l' autore, consiste nel pensare comunismo e fascismo come contrapposti. Non lo furono mai sia nella pratica che nelle idee. La guerra che si fecero fu rabbiosa come possono esserlo solo quelle tra parenti strettissimi che reclamano la medesima eredità.
Impressioni personali. Condivido l' idea di fondo, ho sempre mentalmente considerato il Movimento Sociale a sinistra, e certe convergenze che qualcuno giudica sorprendenti non mi hanno mai sorpreso, chissà perchè.
Il dibattito sui "sindaci sceriffo" mi sembra sintomatico. Perchè se un sindaco di sinistra vuole far rispettare con rigore la legge deve essere attaccato tanto pesantemente? Non vedo vere ragioni al di là di quelle ideologiche: una sinistra che usa certi metodi non potrà più distinguersi da cio' che lei stessa ha sempre chiamato con disprezzo puerile "destra fascista", non potrà distinguersi visto che la demarcazione non puo' essere certo reperita nella sostanza. Questa impotenza fa scattare spaesamento, rabbia e aggressione politica.
Lasciamo perdere la tesi azzardata per cui il primo esperimento fascista lo si ebbe nell' America di Woodrow Wilson. Resta comunque una pietra d' inciampo: il razzismo dei Nazisti. Goldberg non la elude. Troppo lungo descrivere la sua traettoria (che non convince fino in fondo), vi partecipo solo la domanda con cui inizia l' esposizione: perchè la Sinistra quando parla delle "Pantere Nere" o dei "Fratelli Mussulmani" o di "Hamas" non mette mai al centro la natura razzista di questi movimenti?
JG è ideologicamente schierato in un movimento dove non tutti concordano sulla sua linea. Ecco un video (in inglese) dove dibatte con un altro libertario di stampo più progressista, Will Wilkinson.
mercoledì 11 marzo 2009
Mi fa male, dottore...
Non qui. No, non qui.
... altri labirinti anatomici di Valerio Carrubba...
Non lo so più nemmeno io dove...martedì 10 marzo 2009
Nick Naylor docet
Nick
http://snipurl.com/djumn
e dal sito di
British American Tobacco Italia
Come giustificate il fatto che il vostro lavoro consiste nel vendere un prodotto dannoso per la salute?
Le sigarette sono un prodotto legale che, secondo le stime, viene consumato con piacere da un miliardo di adulti in tutto il mondo. Il nostro lavoro consiste nel fornire marche di alta qualità ai nostri consumatori. Riteniamo che le scelte dell'individuo siano un diritto fondamentale. Sosteniamo il diritto degli adulti consapevoli dei rischi del tabacco di decidere liberamente se fumare o meno. Riteniamo che la decisione consapevole di un adulto di concedersi il piacere del fumo, a fronte dei rischi che comporta, non sia più criticabile di tante altre scelte che tutti noi facciamo riguardo al nostro stile di vita. Comprendiamo le preoccupazioni che circondano il nostro prodotto e dedichiamo ogni sforzo a condurre la nostra attività in modo responsabile, in un settore che è al centro di molte critiche. Condividiamo la volontà di quanti operano nella sanità pubblica di ridurre l'impatto del fumo sulla salute e ci impegniamo a collaborare con i governi e le istituzioni sanitarie a questo fine.
http://snipurl.com/djumn
e dal sito di
British American Tobacco Italia
Come giustificate il fatto che il vostro lavoro consiste nel vendere un prodotto dannoso per la salute?
Le sigarette sono un prodotto legale che, secondo le stime, viene consumato con piacere da un miliardo di adulti in tutto il mondo. Il nostro lavoro consiste nel fornire marche di alta qualità ai nostri consumatori. Riteniamo che le scelte dell'individuo siano un diritto fondamentale. Sosteniamo il diritto degli adulti consapevoli dei rischi del tabacco di decidere liberamente se fumare o meno. Riteniamo che la decisione consapevole di un adulto di concedersi il piacere del fumo, a fronte dei rischi che comporta, non sia più criticabile di tante altre scelte che tutti noi facciamo riguardo al nostro stile di vita. Comprendiamo le preoccupazioni che circondano il nostro prodotto e dedichiamo ogni sforzo a condurre la nostra attività in modo responsabile, in un settore che è al centro di molte critiche. Condividiamo la volontà di quanti operano nella sanità pubblica di ridurre l'impatto del fumo sulla salute e ci impegniamo a collaborare con i governi e le istituzioni sanitarie a questo fine.
La muta degli alfabeti...
Ricordi quando uomini baffuti ragionavano con lentezza peritosa dando manate sul quarto più adiposo del cavallo... o caricando lo schioppo?
Ora si arrangiano come possono masticando senza dentiera una lingua acuminata, crepitante e infarcita di "staccato" anglofono...
Le nuvole scorrono su quelle teste in faticoso fermento, ora come allora. Il passero sul rametto riceve nuovi incomprensibili versi rimandando sempre il medesimo...
Ora si arrangiano come possono masticando senza dentiera una lingua acuminata, crepitante e infarcita di "staccato" anglofono...
Le nuvole scorrono su quelle teste in faticoso fermento, ora come allora. Il passero sul rametto riceve nuovi incomprensibili versi rimandando sempre il medesimo...
Nel paese che non conosceva stupore...
... le conversazioni si raccontavano cio' che non era mai successo... lo scultore dava forma ad una serie di quasi-niente...
... tutto affinchè ciascuno non indovinasse mai dov' era e perchè...
... altre bottiglie scolpite da Yu...
I grammofono suonavano senza sosta musiche che non erano mai esistite...... tutto affinchè ciascuno non indovinasse mai dov' era e perchè...
lunedì 9 marzo 2009
Tavola rotonda peripatetica
Modero io; partecipano tutte le voci che ho in testa...
...diritto di replica garantito all' eco... basta solo che le parole non si ascoltino affinchè sviluppino il giusto contrappunto nonsense, un motore potententissimo che conduce invariabilmente... where the sun keeps shinin' through the pourin' rain, Goin' where the weather suits my clothes, Bankin' off of the northeast wind, Sailin' on a summer breeze, Skippin' over the ocean like a stone... Buon viaggio.
...diritto di replica garantito all' eco... basta solo che le parole non si ascoltino affinchè sviluppino il giusto contrappunto nonsense, un motore potententissimo che conduce invariabilmente... where the sun keeps shinin' through the pourin' rain, Goin' where the weather suits my clothes, Bankin' off of the northeast wind, Sailin' on a summer breeze, Skippin' over the ocean like a stone... Buon viaggio.
Facce scelte per mantenere un segreto
venerdì 6 marzo 2009
Clorofilla
... senza volontà, senza decisioni, senza delibere, senza ragionamenti, senza illuminazioni, senza valutazioni, senza induzioni né intuizioni...
... fin troppo naturale...
... troppo naturale per come si è formato, per come si è ritagliato, per come si è colorato... Una volta tanto niente vernici, solo clorofilla.
... fin troppo naturale...
... troppo naturale per come si è formato, per come si è ritagliato, per come si è colorato... Una volta tanto niente vernici, solo clorofilla.
giovedì 5 marzo 2009
Non ci ferma più nessuno...
... e se piove?
... canteremo sotto la pioggia soffiando le bollicine!
... l' installazione di Stacee Kalmanovsky...
... canteremo sotto la pioggia soffiando le bollicine!
martedì 3 marzo 2009
Voucher di cultura
I finanziamenti alla cultura? Meglio trasferirli verso il consumatore distribuendo una moneta ad hoc. Idea di bruno Frey. Le obiezioni in merito sono tutt' altro che insormontabili.
La crisi pensata velocemente tutta in una volta
Alcune considerazioni sulla crisi finanziaria messe giù alla rinfusa.
- Cause: il rischio incorporato nei nuovi strumenti finanziari non è stato ben gestito. La parte migliore dell' economia comportamentale che si occuopa delle psicobolle (The Nudge) puo' dire la sua in merito. Sembra accertato che esistano forme di contagio che si scatenano con un effetto a valanga. Le teorie sulla stupidità sono da preferire rispetto a quelle sull' avidità.
- Causa: Basilea
- Causa: crescita cinese
- Cause: sfortuna.
- Cause: media.
- Causa: panico e solo panico per una mancanza di liquidità, altro che subprime.
- Causa: la finanza è dinamica le regole sono fisse e vengono facilmente superate. negli ultimi anni l' innovazione ha accelerato drammaticamente.
- Cause: le politiche pubbliche del credito facile hanno destabilizzato il sistema. Da notare che la BCE rispetto alla FED ha avuto comportamenti più in linea con le teorie liberiste.
- Cause: rendimenti finanziari iperbolici dovuti a dual tax nella regolazione fiscale - Unicredit paga l' 11% di tasse, io, con la mia partita iva il 53.(Intervento di Giannino a questa conferenza).
- Cause: fallimento delle agenzie di rating. Chiediamoci però anche qual è la storia di queste istituzioni?
- Cause: regole contabili mal congeniate.
- Cause: le porte girevoli tra Wall Street e il Tesoro. Il regolato mangia il regolatore. Leggi Bhagwati sul 24 ore 2.6.09 p. 6 8il mercato è ferito ma vivrà a lungo)
- Cause: troppo grandi per fallire. on è questa una formula che "nazionalizza" le grandi banche ben prima della crisi?
- Causa: capital requirements, and their perverse encouragement of banks to hold securities instead of the underlying mortgages (Kling).
- Cause: voler implementare una forma di welfare attraverso le banche a cui si faceva l' occhiolino. Il mito della casa per tutti e dei prestiti non garantiti ha avuto ricadute pesanti. A fallire è stato soprattutto il capitalismo del Buon Samaritano. Date un' occhiata alle mail tra i manager di freddie fannie.
- Cause: l' importanza dei profitti a breve negli schemi compensativi dei managers.
- Causa: le restrizioni all' immigrazione hanno fatto crollare i prezzi delle case.
- Causa: il falso ottimismo. Vedi i post taggati "great stagnation" oltre ai commenti al libro di Tyler Cowen.
- Prima di criticarla, non dimentichiamoci cosa dice la teoria ortodossa dei mercati finanziari.
- False soluzioni. Le accuse verso gli speculatori hanno poco senso. Paradossalmente lo speculatore al ribasso favorisce comportamenti prudenti.
- False soluzioni. Il primo fallimento di Obama: salvare nazionalizzando ha spaventato definitivamente gli investitori, l' unico soggetto in grado di ripristinare la fiducia che è poi il vero problema. Alesina 24 ore 3.3.2009. Sembra si ripetano pedissequamente gli errori del New Deal.
- False soluzioni. Le regole contano. Anche per questo a volte ce ne vogliono di meno per avere più trasparenza. E siccome ce ne vogliono anche di buone ci si accorgerà quanto queste siano coerenti con l' impianto liberista.
- False soluzioni. Più regole purchessia. Ma la crisi viene proprio dalle porte girevoli tra Wall Street e il tesoro. Le regole non sono la via. Bhagwati sul 24 ore 2.6.09 p. 6 8il mercato è ferito ma vivrà a lungo
- False soluzioni. La spesa pubblica spiazza quella privata. Non illudiamoci sullo stimolo fiscale.
- False soluzioni. Una volta formatosi il consenso per liberare le mani allo Stato, tutto si paralizza. Dove mai indirizzerà il suo capriccioso quanto poderoso intervento?
- False soluzioni. L' equivalenza ricardiana parla chiaro: le tasse ribassate dallo stimolo fiscale finiscono nei risparmi per pagare le maggiori tasse future.
- False soluzioni. Più regolamentazione? Ricordiamoci che la crisi nasce in USA su mercati che sono mediamente molto più regolamentati rispetta a quelli europei. Ce le siamo dimenticate le polemiche sull' entità delle pene? Leggi come sarabanes e Oxley non ci dicono niente?
- False soluzioni. Chi ci salva dalla crisi, la politica? Veramente la politica con le sue banche nella crisi ci è caduta come e più degli altro. La Germania insegna.
- Le crisi sono consustanziali al capitalismo. A volte fanno persino bene. I nuovi strumenti finanziari che oggi malediciamo potrebbero rivelarsi molto importanti in futuro.
- Per la serie "non tutto il male viene per nuocere" teniamo presente che la crisi diminuisce le diseguaglianze (Alesina 24 ore 17.4) e realizza parte di quella famosa decrescita auspicata da molti;
- Perchè i fantomatici hedge fund hanno perso meno delle banche supervigilate?
- Gli speculatori sono spesso sotto accusa, eppure uno speculatore al ribasso avrebbe temperato gli eccessi.
- Il capitalismo è all' angolo? Io non credo. Innanzitutto, per capire dove ci ha portato e come ci ha ridotto il "capitalismo", pensiamo ai reali termini della crisi. Le alternative poi non sembrano esserci. Non si puo' escludere che le casse che languono diano un' ulteriore spinta alle privatizzazioni: la Florida, per esempio, ha appena venduto tutte le sue autostrade (24 ore 10.3 p.12).
- Soluzioni: regole o principi? Privilegiare i secondi, che è poi la soluzione europea rispetto a quella USA.
- Soluzione: il pubblico investa laddove investono anche i privati (Mankiw).
- Soluzione: pensare stimoli monetari innovativi (es. penalizzare le riserve FED o azzerare gli interessi).
- Soluzione: annunciare politica monetaria con obiettivi inflazionistici.
- Soluzione: legare i compensi dei managers ai profitti di medio-lungo termine (grant option anzichè stock option).
- Soluzioni: basta con l' oligopolio nel rating.
- Soluzioni: giù le tasse. Occorre una politica fiscale e la miglior politica fiscale consiste nell' abbassare le tasse. Concordano Alesina, Barro e Mankiw.
- Soluzioni: mancano gli investimenti? Tax credit sugli investimenti.
- Soluzione: mettere i ricchi in competizione.
- Soluzione. Stimolo fiscale? La legalizzazione di parecchi mercati sarebbe lo stimolo migliore.
- Soluzione: evitare il too big to fail. Come: più mercato (Martin Wolf 24 ore p.15 25.6.09).
- Soluzione: easy to fix. Snellire le regole e rendere il panorama più chiaro puntando sugli incentivi al risparmio (es. rendere indeducibili gli interessi passivi).
- Gli 8 punti di Kling (uno da ascoltare).
lunedì 2 marzo 2009
Risate che riportano a casa
Voglio tornare dalla mia gente, io non sono di qui
Non ho bagagli con me, voglio solo tornare a casa
Mi basterebbe rivederla quando ride
Voglio solo vedere Irene quando apre il suo sorriso
Irene, ridi! Irene, ridi! Irene, ridi!
Voglio solo rivederla far fiorire il suo sorriso
Non ho bagagli con me, voglio solo tornare a casa
Mi basterebbe rivederla quando ride
Voglio solo vedere Irene quando apre il suo sorriso
Irene, ridi! Irene, ridi! Irene, ridi!
Voglio solo rivederla far fiorire il suo sorriso
... altre worried girl di Kendra Binney...
Irene qui sventaglia una risatina che s' infila in tutti i flauti e ci riporta a casa...Una resistenza troppo partigiana
Rimane da approfondire il ruolo antifascista nelle stragi naziste in Italia. La verità storica a volte non ricalca l' "epica" della memoria ufficiale.
Un case study paradigmatico è rappresentato dalla strage di Sant' Anna di Stazzema.
Paolo Pezzino lo affronta con una diligenza che sfiora la pignoleria. Fu strategia militare o pura abiezione di militari maledetti in preda all' odio?
A chi sostiene che in quei luoghi nemmeno era attiva una vera Resistenza, Pezzino risponde per le rime: una Resistenza operava e proprio in quel periodo aveva intensificato di parecchio la sua attività.
Se Sant' Anna non fu una rappresaglia fu comunque una mossa strategica (e criminale): bisognava far terra bruciata attorno alle bande partigiane. Una mossa di guerra ben conosciuta e prevedibile, anche perchè aveva spesso funzionato altrove.
24 ore di oggi
Un case study paradigmatico è rappresentato dalla strage di Sant' Anna di Stazzema.
Paolo Pezzino lo affronta con una diligenza che sfiora la pignoleria. Fu strategia militare o pura abiezione di militari maledetti in preda all' odio?
A chi sostiene che in quei luoghi nemmeno era attiva una vera Resistenza, Pezzino risponde per le rime: una Resistenza operava e proprio in quel periodo aveva intensificato di parecchio la sua attività.
Se Sant' Anna non fu una rappresaglia fu comunque una mossa strategica (e criminale): bisognava far terra bruciata attorno alle bande partigiane. Una mossa di guerra ben conosciuta e prevedibile, anche perchè aveva spesso funzionato altrove.
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domenica 1 marzo 2009
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