lunedì 30 gennaio 2023

 DI COSA PARLO QUANDO PARLO DI NEGAZIONISMO CLIMATICO.


Il cambiamento climatico produce sia esternalità positive che negative. La domanda è quale sarà l'effetto netto.


Vedo che lo scenario positivo riceve poca attenzione. Il caldo è generalmente una cosa buona quando si ha freddo, una cosa cattiva quando si ha caldo. A causa della fisica dell'effetto serra, il calore aumenta nei tempi e nei luoghi dova fa più freddo, aumenta d'inverno più che d'estate, ai poli più che all'equatore. 


È difficile vedere un motivo a priori per aspettarsi che il cambiamento climatico ci faccia stare meglio o peggio. La terra e il suo clima, in fondo, non sono stati progettati per la nostra comodità, quindi non c'è motivo di credere che il loro stato attuale sia ottimale per noi. Noi stessi non siamo progettati per il clima attuale: nel corso della storia della nostra specie, il clima è variato molto di più rispetto ai cambiamenti previsti dal riscaldamento globale.


Ci sono almeno quattro effetti prevedibili del cambiamento climatico che appaiono inequivocabilmente negativi: innalzamento del livello del mare, caldo estremo più frequente, cicloni più forti e riduzione del pH degli oceani. 


Ci sono almeno quattro effetti inequivocabilmente positivi: espansione delle aree abitabili verso i poli, freddo estremo meno frequente, meno cicloni, fertilizzazione con CO2.


Non riesco a capire cosa prevarrà, e proprio per questo, mentre possso concepire un saldo "negativo", non sono sensibile all'idea di una catastrofe che giustifichi riforme radicali con alti costi per tutti. 


Ma se ho ragione, perché quasi tutti gli altri credono che il cambiamento climatico sia un problema terribile? A questo punto potrei intrattenermi sul "potere del male" e del negativo per fare colpoe catturare l'attenzione altrui, preferisco però un' altra risposta: nego che sia così. Se guardi le opinioni degli esperti come nei rapporti dell'IPCC o il lavoro di William Nordhaus, un economista che ha ricevuto un premio Nobel per il suo lavoro di stima del costo del cambiamento climatico, scopri che valutano il cambiamento climatico come indesiderabile ma non come la catastrofe che implica gran parte della discussione pubblica. Nordhaus, ad esempio, scrive che "la migliore ipotesi che formulo è che i danni economici causati dal cambiamento climatico senza interventi saranno dell'ordine del 2,5% della produzione mondiale all'anno entro la fine del ventunesimo secolo". Un danno decisamente contenuto! Qyasi irrilevante. Ultimamente è uscito un lavoro con stime più "costose" ma sono formulate a 300 anni da oggi, e postulano un blocco ad oggi della tecnologia. Direi che possono essere accantonate.