ieri: L'economia diventa una guida per la morale. Magari nella sua versione comportamentale. Il bene equivale all'efficienza. È una morale poco esigente poiché ti consente di coltivare il tuo interesse nel rispetto delle regole del gioco. Faccio il bene perché mi piace. Sarebbe però meglio pensare che esistono dei principi morali oggettivi.
MORALE I. Doveri.
Ieri: Il principio guida è il piacere, ovvero una guida non-cognitiva.
META-ETICA. MORALE III. Deontologia.
Il conseguenzialismo vince sulla deontologia, ma a volte un approccio deontologico puo' essere "più utile".
CONSEGUENZE. Contano solo quelle che mi riguardano (teoria evoluzionistica). E il LUNGO PERIODO? Quelle che mi riguardano pesano al 100%, quelle che riguardano i miei figli pesano al 50%, i nipoti al 25% eccetera.
VERITA': corrispondenza.
ieri: prgmatismo (teorie epistemiche). E' vero cio' che funziona non cio' che "corrisponde". Irrealismo delle ipotesi. Vedi Friedman. meglio però professare una verità come corrispondenza.
ONTOLOGIA. Realismo (diretto).
ieri: Credo in un essere depotenziato perché... relativo, convenzionale, strumentale, nominale... In questo senso rinnego il principio di terzo escluso: non è vero che le cose o esistono o non esistono, sono, invece, in questa condizione intermedia, oppure ora esistono ora no, a seconda dell'ambito in cui si discute. Vedi l'anti-realismo di Dummett e chiamalo quasi-realismo. Questa ontologia si coniuga bene con l'eclettismo. meglio però credere nell'essere.
RAGIONE. fondata sull'intuizione.
ieri: E' solo strumentale, o strategica. Praticamente una forma di retorica. Un ornamento per giustificare o abbellire la nostra azione e convincere il prossimo. Meglio pensarla come guida alla verità.
LA VITA E' SOGNO? No: realismo diretto.
Ieri: A volte sì, a volte no. Dipende se è indifferente o rilevante considerarla tale. Di fronte allo scettico dico no per non cadere nel suo fatalismo, di fronte al filosofo dico sì per non cadere schiavo delle sue astrazioni. Trattasi comunque di problema filosofico, il che rinvia all'eclettismo.
MONDO ESTERNO: REALISMO, IDEALISMO O SCETTICISMO. realismo.
ieri: Nessuna delle tre ma eclettismo: vedi sopra. meglio comunque professare realismo.
SCIENZA. E' importante se funziona o prevede (strumentalismo). Epistemologia convenzionalista. Bellarmino > Galileo. Cerchiamo schemi che funzionano, non mitiche Leggi della Natura che non esistono. Atteggiamento huemaniano. Antirealismo scientifico. Disconoscendo la legge induttiva diventa difficile giustificare l'induttivismo (vedi alla tag induttivismo). meglio un sano realismo bayesiano.
STRATEGIA:
ieri: ipocriticismo, una variante del pragmatismo. Sdoppiare il pensiero in esoterico ed essoterico. Ancora meglio: sdoppiarlo in nome dell'ecletticismo. Vedi "Why is ok to have two minds?".
ECLETTISMO. L'esistenza viene prima dell'essenza.
Eclettismo > Contestualismo... Assumiamo che non esistano problemi filosofici ma solo problemi pratici; cio' comporta che, qualora nel risolvere i vari problemi pratici tu cada in contraddizioni "filosofiche", questo è un inconveniente su cui puoi sorvolare. Chiamo questa strategia "eclettismo". Esempio, in economia assumo strumentalmente l'esistenza della libertà umana perché mi agevola la soluzione di taluni problemi di efficienza; in fisica, al contrario, la assumo come non esistente perché mi complicherebbe inutilmente le cose. Tutto cio' crea un'evidente tensione sulla questione filosofica di fondo del libero arbitrio che, per quanto detto prima, posso trascurare. L'importante è aver risolto con soddisfazione i due problemi pratici. Certo, l'ontologia della "libertà", con questo approccio, resta incerta, esiste o non esiste? Possiamo abolire la bivalenza assumendo un valore anti-realista. Potrei procedere altrimenti con una strategia "contestualista", ovvero mutando il senso ordinario delle parole (in questo caso "libertà"). In fondo, con un lavoro ad hoc sul senso delle parole ogni contraddizione è sanabile e il realismo puo' essere salvato. Tuttavia, a queste "capriole" preferisco l'eclettismo per la sua chiarezza dovuta alla conservazione dei significati comuni dei concetti analizzati. Tale chiarezza mi sembra addirittura un valore etico, una forma di onestà che contempla i buchi anziché mettere le toppe. Quello che ho detto sulla "libertà" puo' essere ripetuto con i concetti filosofici più importanti: coscienza, giustizia, identità, essere...
INTERNALISMO/ESTERNALISMO DEI SIGNIFICATI E DELLE CREDENZE. internalismo. Come rispondi alla macchina dell'esperienza? Se accetti probabilmente sei un esternalista, credi che anche in una simulazione si possano sviluppare credenze significative (*). L'internalista rifiuta perché trova la simulazione simile all'illusione. L'esternalismo si coniuga meglio con il contestualismo e il relativismo. Considera l'esperimento mentale del cervello in una vasca: immagina di essere un cervello contenuto in una vasca, privato di ogni contatto con il mondo esterno. L'internalista vivrebbe questa situazione come ingannevole, l'esternalista pensa che anche in questa situazione si possono sviluppare credenze sensate. Il cervello in una vasca potrebbe dire di non essere un cervello in una vasca e avrebbe ragione perché il segnificato di "io" nel suo linguaggio equivale a "io simulato". L'esterno (ovvero il contesto) dà un senso alle sue parole rendendole vere. L'esternalismo è sostanzialmente una filosofia che realizza una trasmutazione dei significati per rendere credibili posizioni intuitivamente contrarie al buon senso.
La FELICITÀ è piacere. Anche il bisogno di SENSO è soddisfazione di un piacere. Se sentirmi onesto mi rende realizzato, questo rientra nel calcolo costi e benefici di un utilitarismo a larghe vedute.
RELATIVISMO. no.
ieri: Meglio del contestualismo poiché mantiene i significati dei termini inalterati accettando la contraddizione, qualcosa con cui i pragmatici convivono senza problemi. Vedi sopra Eclettismo.
ANIMA. Esiste.
ieri: L'identità è utile, quindi assumo convenzionalmente la sua esistenza per poter adottare una visione "further fact" dell'identità. Trattasi comunque di problema filosofico, il che rinvia all'eclettismo.
MENTE. accesso diretto alla realtà.
ieri: Connessionismo. Nella teoria della mente la COSCIENZA non ha una funzione, quindi possiamo rinunciarci. Esempio: per costruire un'IA non ci serve sapere nulla della coscienza.
ANALITICITA' E VERITA' A PRIORI: esistono.
ieri: siamo fatti così. Non esistono ma si adattano bene al nostro cervello per come è fatto.
LEGGE DI HUME: esiste (a tutela dell'induttivismo)
ieri: la legge di Hume consiste nel mantenere distinti il piano dell'essere e quello del dover essere. I nostri doveri non sarebbero derivabili dai fatti. Tendo a prendere le distanze poiché le principali metaetiche che utilizzo non rispettano questa legge: - L'utilitarismo calcola la convenienza in base ai fatti e da essa deriva i nostri doveri. - L'etica evoluzionista, conferisce una base naturale a certi precetti morali. - L'etica intuizionista arriva a postulare l'esistenza di fatti morali.
MATERIALISMO (o fisicalismo o naturalismo). No, nega le evidenze.
ieri: La materia non è meno illusoria dello spitito. Conviene considerarla, ma questo vale anche per molte realtà spirituali.
DIO. esiste.
ieri: Valgono solo considerazioni strategiche (credere fa bene). Nella discussione sulle prove della sua esistenza sembra convenga difendere l'ipotesi del Design, tuttavia parliamo solo di "esistenza". La conclusione migliore è rivestire il proprio deismo con la fede della tradizione unendo razionalità e razionalizzazione.
DOPPIO PENSIERO. Esempio: se parlo di coscienza in ambito scientifico, posso tranquillamente fare come se non esista. Se parlo di coscienza affrontando temi sui diritti o sulla sofferenza, posso fare come se esista. La coscienza, insomma, esiste quando mi serve che esista e non esiste quando non serve a nulla. Il doppio pensiero è più affine all'eclettismo che all'esoterismo. Naturalmente comporta contraddizioni, ma anche la logica è qualcosa che adotto "quando serve". Certo che avere un solo pensiero ti semplifica e migliora la vita.
PERCEZIONE: realismo diretto (intuizione introspezione...).
percepire è acquisire informazioni (con un filtro selettivo) => rappresentazionalismo (senza qualia, ovvero senza poter distinguere sogno e realtà). Il rappresentazionalismo è antirealista e "calcolante". IA si imposta sul rappresentazionalismo. Detto questo, c'è un residuo esternalista sui nomi propri (vedi sopra). Meglio un realismo diretto alla Hemer.
TROLLEY: 7 a 1
ieri: 1 a 1.
NEWCOMB: 1. l'irreversibilità del tempo è più confermata della potenza del mago.
ieri: 2 (utilità attesa), tutto è probabilità. La realtà è più forte delle astrazioni: la logica funziona bene nelle seconde, la probabilità nelle prime.
CONCLUSIONE RIPUGNANTE: valida. L'utilitarista non ha via di fuga. La sentiamo ripugnante solo perché evoca situazioni astratte e non sperimentabili (questo vale anche per il trolley e altri esperimenti mentali).
NOMI PROPRI: Frege (sorregge l'internalismo e l'anti-relativismo).
Mill (teoria causale del significato: il significato è l'effetto e gli oggetti sono la causa); Frege (il significato è causato dalle tavole della verità interiori).
ieri: il significato è fuori da noi (Mill-Kripke) o dentro di noi (Frege)? Penso che Frege sia propedeutico all'internalismo, Mill all'esternalismo. Ecco l'argomento milliano per eccellenza: Putnam immaginò una «Terra gemella», nella quale l’acqua non fosse composta da due molecole di idrogeno e da una di ossigeno, ma da una combinazione degli elementi X, Y e Z, non meglio specificati, ferme restando tutte le altre caratteristiche dell’acqua nostrana. In un contesto del genere, il significato della parola «acqua» sarebbe diverso perché diverso sarebbe il loro riferimento fisico. Ipotizziamo dunque che due individui gemelli – identici in tutto – pronuncino nelle due Terre la parola «acqua». Essendo identici tra loro, lo saranno anche i loro stati mentali interni, quando pronunciano quella parola; ma se i significati sono diversi, mentre gli stati mentali sono identici, questo implica il fatto che il significato dei termini non può essere ridotto ai soli stati interni. Naturalmente ci sono molte obiezioni.
PHIL SURVEY:
prima: I problemi di compilazione del pragmatico. Se esistono solo problemi pratici e non filosofici, le ambiguità fioccano. Esempio: esiste la coscienza? Se approfondisco il tema relativo al "contenuto della mente", concludo di no (la coscienza esperienziale non ha alcuna funzione). Ma se approfondisco, per esempio, il tema dei diritti degli animali tendo a dire di sì (mi serve un concetto che leghi sofferenza e agenzia). Quindi, alla fine, cosa rispondo? Di solito rispondo in base all'argomento dove il concetto di coscienza è centrale (in questo caso il tema del "contenuto della mente") ma come è facile immaginare la risposta è decisamente incompleta.
nota finale - post facebook.
Due razze filosofiche.
Di seguito alcune tipiche "grane" filosofiche.
Mi sento libero ma la scienza (pardon, lo scientismo) dice che non lo sono?
Questa è una tensione che va risolta! Ma calma, il grande filosofo ci rassicura, basta cambiare significato alla parola "libertà" e tutto torna a quadrare nel rispetto delle varie sensibilità.
Io non sono un "cervello in una vasca" e ti spedisco al manicomio se lo affermi, tuttavia non ci sono ragioni solide per tanto ottimismo?
Questa è una tensione che va risolta! Per fortuna provvede il grande filosofo che cambia significato alla parola "io" e ristabilisce l'armonia del cosmo.
Sono convinto di vivere nella realtà ma non ci sono ragioni evidenti per non pensare di essere intrappolati in un sogno?
Basta cambiare significato alla parola realtà (o alla parola sogno) e tutto si risolve: puoi continuare a non pensarci (anche perché un concetto semplice come realtà è diventato incasinatissimo e tu non sai cosa pensare).
Ho una "coscienza" ma la neuro-immagine del mio cervello non la rileva?
Basta cambiare il significato della parola coscienza e nessuno avrà più da ridire.
Eccetera, eccetera, eccetera.
La filosofia, da quando si dedica in modo indefesso a rivoluzionare il linguaggio ordinario, ci sembra tanto astrusa, lontana dal buon senso e inservibile per la vita (anche se serve molto bene per organizzare corsi semestrali all'università). Tuttavia, anziché considerare tutto cio' come un fallimento se ne compiace. D'altronde, il suo compito viene facilitato dal fatto che nessuna persona normale definisce con precisione il significato delle parole, si limita ad usarle in modo appropriato, questo perché gran parte del significato è demandato all'intuizione, ovvero a qualcosa che non è descrivibile analiticamente. Il filosofo/automatico completa ad hoc questi significati affinché tutto quadri.
Alla luce di quanto detto dividerei i filosofi in due "razze": 1) coloro che si pongono come primo obbiettivo il rispetto dei significati e delle intuizioni ordinarie di cui sopra e 2) coloro che si pongono come obbiettivo primario l'allentamento delle tensioni elencate all'inizio. Quelli che si occupano delle persone e quelli che si occupano dei colleghi. Lo stravolgimento dei significati è opera dei secondi, dediti alle forme. Ma il mio rispetto va soprattutto ai primi, ormai un gruppo sparuto, dediti alla sostanza dei problemi.
p.s. difficile chiedere alle persone che litigano tutti i giorni sui social di non giocare sulla terminologia ma di guardare in faccia la sostanza dei problemi, quando i pensatori più quotati sono i primi a optare per una strategia nominalista.