martedì 7 luglio 2020

LA FEDE CI RENDE PERSONE MIGLIORI?

È noto che le persone religiose spesso dichiarano di essere più felici, partecipano di più alla vita comunitaria, si drogano meno, bevono meno, commettono meno reati e così via. Ma la correlazione non è causalità. In effetti, sembra plausibile che coloro che scelgono di impegnarsi religiosamente non siano persone qualunque, che sia cioè all'opera quella che gli studiosi chiamano "selezione all'ingresso". Come puo' allora un ricercatore valutare il nesso di casualità? Ecco alcuni tentativi:
1 Dehejia, DeLeire e Luttmer cercano di accoppiare persone religiose e non religiose con caratteri simili (big 5) al fine di verificare come reagiscono ad uno shock negativo del reddito e scoprono che la religiosità è una buona "assicurazione mentale" contro questi eventi negativi.
2 Gruber propone di usare la variazione nella composizione etnica della propria comunità per studiare l'impatto della religione. In parole povere, un americano di origine italiana potrebbe non dare molto peso tra il vivere in un quartiere pieno di svedesi rispetto a un quartiere pieno di polacchi - tranne per il fatto che quest'ultimo gruppo, come gli italiani, è cattolico. Se vivere fianco a fianco con etnie che condividono la tua tradizione religiosa ti rende più religioso, ma per il resto non influisce sul tuo benessere, allora possiamo usare la composizione etnica per conoscere gli effetti della religione sulla persona. Gruber scopre, ancora una volta, che la religiosità fa migliorare la nostra performance economica.
3 Particolarmente degno di nota è uno studio degli economisti Jane Fruehwirth, Sriya Iyer e Anwen Zhang. In un approccio simile a quello di Gruber, sfruttano le variazioni di religiosità tra coetanei nella scuola per identificare come la religione influenzi la salute mentale degli adolescenti. A quanto pare la fede pesa non poso sul benessere psicologico.
4 David Clingingsmith, Asim Khwaja e Michael Kremer osservano gli effetti della partecipazione all'Hajj, il pellegrinaggio alla Mecca che i musulmani dovrebbero fare almeno una volta durante la loro vita. Per studiare come la partecipazione all'Hajj influisce sui valori delle persone, Clingingsmith, Khwaja e Kremer utilizzano una lotteria pakistana che assegna i visti per l'Hajj e scoprono che la partecipazione (casuale) al pellegrinaggio porta a una maggiore propensione a continuare la scuola e all'occupazione femminile. Più in generale, i vincitori della lotteria Hajj mostrano sia una maggiore osservanza islamica sia una maggiore fiducia nell'uguaglianza e nell'armonia tra tutte le religioni.
5 Il grande scienziato sociale Max Weber considerò se l'etica protestante potesse determinare differenze nel benessere economico nelle comunità protestanti e cattoliche. Becker e Woessmann seguono questa via esaminando la Prussia, sfruttando il fatto che il protestantesimo si è espanso dalla sua città natale a Wittenberg (una città all'epoca di scarsa rilevanza) in uno schema di cerchi concentrici. Allontanandosi da Wittenberg le probabilità di avere una comunità completamente protestante calano. Becker e Woessmann fanno rivelare che questa misura è indipendente da fattori rilevanti come la presenza di scuole o altri, eppure, secoli dopo, tale parametro prevede molto bene il benessere economico della comunità. Ciò suggerisce che il legame tra PIL e identità protestante è più che una semplice associazione. Weber aveva dunque ragione? Non proprio. L'ultimo passo dello studio di Becker e Woessmann mostra che le variazioni nell'alfabetizzazione possono in gran parte spiegare i vantaggi economici del protestantesimo. Sembra infatti che l'enfasi protestante sul fatto che tutti dovrebbero essere in grado di leggere la Bibbia (e quindi essere in grado di leggere), pesi più dell'etica stessa.
6 Guardando gli Stati Uniti, Jonathan Gruber ha indagato sull'abrogazione delle "blue laws" che limitavano l'attività economica in un determinato giorno della settimana (spesso domenica). Fino a non molto tempo fa parecchi stati avevano leggi che proibivano la maggior parte dell'attività economica domenicale. Una sentenza della Corte Suprema del 1961 fornì una scappatoia per annullarle, cosa che in molti casi si fece. Gruber dimostra che quando tali leggi vengono annullate, la religiosità diminuisce e i comportamenti rischiosi come il consumo eccessivo di alcol aumentano, ma tale tendenza è guidata proprio da coloro che dichiarano di essere stati religiosi prima dell'abrogazione. Le regole religiose sembrano essere efficaci nello scoraggiare il bere e il gioco d'azzardo, e quando vengono meno le prime vittime sono i credenti stessi, probabilmente più vulnerabili alle tentazioni. In sintesi, la religiosità sembra offrire uno scudo protettivo per i più deboli più che attrarre chi è già forte.