martedì 21 aprile 2020

PRIVATIZZARE L'EPIDEMIA

Un bene pubblico è tale finché non interviene una tecnologia in grado di privatizzarlo. Vediamo il caso delle esternalià pandemiche, il rimedio legale consisterebbe nel consentire alle persone di denunciare chi le ha infettate e ottenere un risarcimento dei danni.
In passato questo rimedio è sembrato inadeguato per due motivi:
1. era costoso e difficile individuare il colpevole.
2. La maggior parte dei colpevoli non riesce comunque a far fronte alla spesa che deve sopportare.
Il punto 2 si risolve imponendo un'assicurazione obbligatoria. Il punto 1 facendo in modo che certe informazioni essenziali vengano rilevate/archiviate attraverso app e campioni (per esempio di saliva) raccolti quotidianamente nel periodo epidemico).
Immaginiamo che che Giovanni venga infettato. La sua assicurazione, qualora Giovanni abbia tenuto un comportamento conforme, deve pagare le spese di cura o individuare un colpevole che le paghi. A tal fine consulta dall' app di Giovanni i contatti avuti nel periodo di incubazione e risale ai nomi dei potenziali colpevoli che vengono citati in tribunale come persone informate sui fatti. A loro verranno richiesti i campioni di saliva da cui sarà possibile individuare chi era positivo prima di Giovanni. Le assicurazioni di queste persone si sobbarcheranno i costi relativi alla malattie ed eventualmente alla morte di Giovanni.
Occorre naturalmente che le persone siano di fatto obbligate a "salvare" le informazioni di cui sopra, ma questo è possibile farlo in tempi di epidemia, ovvero in tempi in cui è presumibile che quelle info siano molto preziose per risolvere casi giudiziari.
In questo modo non è nemmeno necessario che la politica si arrovelli sulla forma di lockdown più opportuna. Saranno le assicurazioni a stabilirle ritagliandole su misura sui vari soggetti. Sono i soggetti meglio incentivati a raggiungere un equilibrio efficiente: un blocco troppo stringente farà perdere il cliente, un blocco troppo lasco le costringerà a risarcimenti onerosi.