venerdì 30 settembre 2011

L’ evasore è un ladro?

Alcuni sono propensi a considerare l’ evasore come un ladro, altri come un soggetto che difende la sua roba.

Non c’ è che dire, la prima immagine affascina molti.

sovrapposizione1

In realtà, a guardarla bene da vicino, è ottenuta sovrapponendo elementi alquanto distorti.

sovrapposizione2

Diciamo allora che a volte (spesso?) la seconda ipotesi puo’ anche essere presa in considerazione, ha una sua logica interna. Ma la prima non potrà mai stare in piedi sulle sue gambe.

Il perché lo spiega bene Gerry Gaus:

If the state is in the business of determining the shape of property, it may seem that everything it does – including taxing as it sees fit – is part of this job of specifying property rights. If so, it might appear that nobody could be in a position to argue that the state is taking away his property since until the state specifies it, there really is no effective right to property. There is, in this way of thinking, no Archimedean point outside of the state’s determinations of your property rights (or any other rights?) from which to criticize the state’s legislation, in particular its revenue legislation, as taking away what is yours, for its decisions determine what is yours.

This conclusion does not follow from recognizing that effective property rights are conventional and depend on the state. All laws are to be justified. This justification occurs against a background of one’s already justified rights, what I have called the order of justification. Now property rights, if not the most basic rights in the liberal order of justification, are certainly prior to many state laws and policies such as, say, funding museums. Hobbes, Locke, Rousseau, and Kant all recognized that distinguishing “mine” and “thine” is one of the first requisites of an effective social order. In seeking to fund museums, representatives of the state cannot simply say that citizens have no entitlement to their incomes because they, the representatives, determine property rights, and so they may tax for these purposes without justification. “Without us, there would be no property, so you have no property claims against us!” Once property rights have been justified, they form the background for further justifications; they can be justifiably overridden in order to tax, but this must be justified.

Pensate infatti al negozietto di Pincopalla, ogni anno produce 100 e il Sig. Stato chiede 26 per garantire la sicurezza nel quartiere. Ma anche il Sig. Corleone chiede 26 per offrire un servizio analogo. Il povero Pincopallo deve però vedersela anche con Turiddu e Scarface che, non essendo degli esosi, si uniformano alla tariffa di mercato: 26 a cranio.

I quattro formulano la loro proposta (facendo notare con alcune smorfie della faccia come sia da considerare “irrifiutabile”). “Irrifiutabile”? Ma allora si tratta di “tributi”, non di “prezzi”.

Richiesto o non richiesto, il servizio è comunque reso diligentemente. Gli uomini delle quattro bande pattugliano il territorio e la pace regna sovrana. Ricordo anche una notte in cui dei malintenzionati giravano da quelle parti. Il mattino dopo erano appesi ai lampioni. Caspita, che efficienza!

Ora però accade che Pincopalla, nonstante “goda” di queste amorevoli cure, evada tutti e quattro i tributi.

Domanda: è un ladro?

Molti sosterrebbero di sì: non pagare una “tassa” a cui corrisponde un servizio significa sottrarre una ricchezza ai legittimi proprietari.

In questo caso l’ assurdità dell’ argomento è evidente: non puo’ esistere una proprietà di 104 (26+26+26+26) quando la ricchezza appropriabile è solo di 100!

Ecco perché gli amanti della logica preferiscono seguire in questi casi la via del filosofo Jerry Gaus: Pincopalla è proprietario di 100 (quindi, quand’ anche si renda evasore, non potrà mai essere considerato un ladro), possono tuttavia essere o meno giustificate talune richieste dei vari Corleone, Turiddu, Stato o Scarface.