Premessa: la "Recherche" è un capolavoro, e se non ti piace la colpa è tua. Quindi vedi di darti da fare.
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Leggo Proust (Il Tempo Ritrovato), sono a pagina centoventitre. E mi annoio. Mi manca la "chiave", l' ho perduta, non l' ho mai avuta.
Tra poco girerò pagina, un presentimento mi dice che continuerò ad annoiarmi.
Ho cambiato quattro posizioni, ho anche tenuto le gambe alzate per favorire la circolazione. Ma il sollievo è solo momentaneo.
Ho provato ad intrattenermi contando le righe dei periodi per stabilre quello più lungo.
Ti giuro che per un po' è stato bello, poi è subentrata la noia.
Ho tentato di "correggere" Proust con la matita rossa e quella blu, dicendo "io avrei scritto così e così anzichè cosà..." - un' idea di Lucentini.
Per un po' è stato bello, ma poi è calato il tedio.
Forse potrei usarlo come punteruolo per introdurmi nei misteri della psicanalisi.
Ma come! gli psicanalisti tentano di rivitalizzare il cadavere della loro disciplina volgendosi alla letteratura e io dovrei fare l' "originale" compiendo il tragitto opposto?
Mi sono interessato alla sua biografia. Non è quasi mai uscito di casa.
Se non per sfoggiare i suoi baffetti da sparviero in qualche salotto mondano, o in gran tour per fare un' abbuffata nelle quadrerie italiane.
Non posso dire di aver palpitato nell' apprendere queste notizie.
Mi metto di buzzo buono e comincio a leggerlo come fosse un febbricitante mistico dedito all' estasi estetica.
Ma poi mi ricordo che la letteratura mistica, letta senza la giusta vibrazione spirituale già in corpo, è una delle più noiose che esistano.
Siccome sono una capa tosta, tengo il punto, non mi arrendo e non mi risparmio.
Serbo alcune strategie che non esito a giudicare azzardate pur di riesumare e rivitalizzare questa salma gelata.
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Provo adesso ad immaginarmelo come Filosofo anzichè come Scrittore.
Subito il Nostro cessa di essere un raffinato indagatore di sfumature psicologiche per trasformarsi in un implacabile descrittore delle più occulte micro-fenomenologie.
Ma anche così non funziona. E perchè mai il Filosofo dovrebbe essere meno noioso dello Scrittore?
Semmai lo è di più, visto che alla ridondanza impressionistica assommerebbe la pedanteria dei protocolli.
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Ora provo a farne un autore di "fantascienza".
Le sue storie sarebbero ambientate in un "Mondo senza Lavoro", quello che sognano e prefigurano molti sociologi italiani.
Questa immaginazione fallisce perchè, in fondo, già molti altri autori si sono ipelagati nel milieu di un' aristocrazia sfaccendata.
E' vero che questi continuavano ad assegnare un ruolo di primo piano alla "cura della rendita", o alla salvaguardia dell' eredità.
E' pure vero che desiderio impellente dei grandi non-lavoratori della Letteratura è quello di lavorare, e quindi sempre di lavoro o di progetti di lavoro si parla (con la Roba che incombe, sul proscenio o dietro le quinte non fa molta differenza).
E' ancora vero che mai nessuno è riuscito a creare quel vuoto complesso ma privo di economie materiali che solo Proust evoca con successo.
Fa niente. La sensazione di dejavu che rende tutto più stantio resta, e manda a remengo anche questo sforzo.
L' unica conseguenza interessante di questa ipotesi è quella di sortire l' effetto contrario.
Anzichè proiettare le storie del dandy alla distanza siderale di galassie fuori mano, me le avvicina finchè me le ritrovo sotto casa. leggi il seguito per capire se racconto balle.
Sarà l' alea, sarà il molto tempo libero di cui oggi disponiamo, ma molte delle discussioni proustiane, all' apparenza ridicole e senza oggetto, assomigliano parecchio a quelle che hanno impegnato gli svaccati giovanotti della mia generazione post-moderna.
Chi puo' intrattenersi per pagine e pagine a disquisire sulle varie posture assunte a letto nella fase pre-sonno? chi puo' catalogarle esaustivamente abbinando a ciascuna di esse significati personali e sorprendenti rimembranze fatte uscire dal cupo cilindro dell' es? chi puo' mai redigere con competenza di prim' ordine questo kamasutra con Morfeo?
Facile, Proust.
E adesso, chi puo' discutere su questo stesso sterile soggetto per ore ed ore, tenendo sempre vivo il discorso quasi avesse importanza capitale per il resto della vita (o anche solo del week-end)?
Risposta: io e qualche altro scansafatiche di mia conoscenza mentre il Sabato battiamo l' ottava "vasca" pre-aperitivo.
La parentela è stabilita. Ma a nulla vale visto che la noia continua.
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In questo momento sto provando a buttarla sullo stile.
Mi dico "sei di fronte ad un testo unico, nessuno ha mai scritto in questo modo, nessuno ha mai concepito una simile nebulosa verbale che tutto accoglie e tutto fonde. Disgraziato che sei, ammira il vaporoso sensismo e il trionfo olistico della visione tattile, stupisci di fronte ad una simile rarefazione dei punti, e incantati subito al cospetto dei proliferanti punto e virgola...".
Ma lo stile da solo puo' mai bastare?
Non è questo forse solo il servile strumento per spingere con forza la realtà da inoculare nella cervice del lettore?
Che me ne faccio di una simile catapulta se mi manca il Bocione con cui caricarla?
Sinceramente non so se c' è bisogno di rispondere alle domande di cui sopra.
Non lo so perchè, sia che si risponda sì, sia che si risponda no, io continuo ad annoiarmi. E allora, a che vale?
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Ora mi viene un' idea.
Chi più dei personaggi proustiani potrebbero togliermi dalle canne?
Non è forse il suo Narratore un artista in erba che ragiona sull' etichetta da osservare di fronte all' "opera" quando intratteniamo relazione con essa?
Saprà pure spiegarmi come si fronteggia un libro, come lo si rispetta, come lo si doma, come lo si mette a frutto, insomma, come lo si legge; saprà pure spiegarmi come tutte queste belle cose si possono e si debbono fare con il Suo di Libro.
Senza contare che questa lezioncina sarebbe corroborata da una miriade di esempi pertinenti tratti dalla sua genuina esperienza personale.
Ne uscirei arrichito, si scatenerebbero in me esigenze impellenti, numerose domande si assembrerebbero al mio labbro, sarei circondato da dubbi amletici che, nel tentativo di chiarire, mi costringerebbero a leggere con passione e zelo crescente la parte restante del Libro che ora pende inerte dalle mie mani.
Sì, ma...
Ma queste divertenti e fresche lezioncine, ora che ci penso, me le ha già impartite alla grande il tedesco Mann.
Come tratteggia lui il dilettante appassionato alle prese con l' arte, non ha eguali.
E' lui ad eternare per sempre la Corrida di Corrado, ad averci raccontato in modo definitivo il Natale, la Passione ed il Crepuscolo dell' inclinazione artistica. Che aborti divertenti e istruttivi sa narrare questo teutone!
Kroger e Castorp hanno parlato ed hanno detto tutto sul tema.
Per di più le sue lezioni si sono presentate da sè, in modo evidente e ineludibile. Non c' è mica stato bisogno di inventarsi strani forcipi per estrarle dal corpo dell' Autore.
E siccome Proust non puo' essere secondo a nessuno - questo è poco ma sicuro, lo si vede, lo si sa, lo dicono tutti e una ragione ci sarà - non puo' nemmeno essere secondo a Mann.
Quindi, anche questo è un vicolo cieco e, nell' essere senziente, impone una retromarcia rassegnata.
Abbandono tutto e resto con la mia noia.
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Idea! Potrei prendere in carico le onuste pagine del capolavoro come fossero un raffinato repertorio di oggettistica vintage. Non ci si occupa forse di quel Tempo Ambiguo che è passato ma non passa?
Parlo di quel Tempo su cui molta polvere si è già depostata ma che ancora non è assurto a dignità di Storia.
Una versione nobile delle elencazioni necrofile di Arbasino-Nove-Fazio-Chiambretti.
Sì ma, finchè si parla di...Jo Condor, Cicci Bum, Superchicken, Sbirulino, Oddo a Domenica Sprint, cera gray (eh-eh-eh), Cedrata Tassoni, Signor Bonaventura, freccie/corsari/pulcini neri (..."è un' ingiustiziaaa..."), Capitan Arlock, Capitan America, Capitan Miki, Gianconiglio, Si-Re-Si-Re-Si-Mi-Si-Mi, Monkeys, Supergulp, Gli Incontentabili, Disco Bambina-ba, Felicità-tà-tà, Zum Zum Zum, La leopardata Peroni, l' uomo in ammollo, "...Troi-Deux-Un...fiiii...", Babaluba, Bidibodibu, Oliver Onions a bordo della Dune Buggy, bassotti poliziotti, Zighi zaghi, carne Montana (è fresca è sana), "...se la tua squadra ha vinto...se la tua squadra ha perso...", El Dindondero, Ambrosoli, Giorgio Bubba, Orzò-orzò-orzoro, Papalla, le marimbe di Bernacca, le marimbe di Magilla, Temistocle, Billy il bugiardo, "...e la pancia non c' è più...", "e tittinduntratto il coro", Hanna&Barbera (altro che Disney!), "...ma quanto è forte Tarzàn...", Autotopo & Motogatto... - finchè si parla di tutto questo e similaria, io c' arrivo e ti strizzo pure l' occhio complice.
Ma me lo vuoi dire cosa c' entro io con le porcellane Mei arabescate, il coturno di Talma, le otto varietà di gelsomino della Piccardia, l' abito a botticella, i cofanetti di sandalo normanno, i sugheri impregnati, le malvarose, cachemire/raso/mussola, le altee, gli alabastri cinesi con in rilievo il volo delle gru, la disposizione ottimale dei peri nel giardino all' inglese, i velluti criptomeria, le rose color zolfo...?
Cosa c' entro io? Io non colgo. Non distinguo nemmeno la fettuccina sky finta pelle dalla scaglia Dior di coccodrillo marino! Cosa vuoi che colga?
E quando non colgo...mi annoio.
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Altro tentativo, potrei provare, mentre scrivo, a rubacchiare qualche trucco stilistico dal grande Maestro.
Almeno mi sarà stato utile a qualcosa. Per esempio, ruberei volentieri l' uso massiccio dei "presenti contemporanei". D' altronde lui l' ha rubacchiato a Flaubert, potrò pure permettermi...
E sai che soddisfazione! L' ho usato fino ad adesso il trucchetto dei "presenti contemporanei"...e non posso certo dire di essere attraversato dai brividi dell' ispirazione selvaggia.
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Proverò a sfondare valorizzando l' aspetto più torbido delle vicende narrate.
Per esempio, ma cos' è tutto 'sto via vai di omossessuali? Si parte dalle certezze, Charlus e Robert - con la pedofilia che fa l' occhiolino - e si arriva alle insinuanti ipotesi, Gilbert e Albertine. Mmmmm.
Sarò condotto nel misterioso mondo della preferenza sessuale da una guida d' eccezione in grado di farmi intercettare il riverbero più delicato dell' emotività, quello che al fatidico crocicchio della scelta ti manda su una sponda (la wilde side) anzichè sull' altra.
E sai che roba! Basta che accendi sulla Bignardi e nove su dieci sta intervistando un frocio, o ridacchia con ospiti che discettano amabilmente di inaudite perversioni. I "normali" sono vergognosissime mosche bianche impegnate a congegnare qualche falso outing che possa ancora destare interesse.
No, la morbosità proustiana ha perduto ogni turgore e non ha più nessuna resa. Il mercato la respinge, roba da minorenni indietro con lo sviluppo.
E allora la noia vince, occorre un diversivo. Fate presto!
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Devo ammettere che leggere Proust, NONOSTANTE TUTTO, è abbastanza noioso.
Ma pensare a Proust è stato divertente.
Scrivere pensando a Proust è stato ancora più divertente.
Adesso sono troppo stanco per stabilire se le ultime tre righe che ho concepito siano in qualche modo significative.
C' è una sorta di sovrasaturazione nelle cose su cui si è riflettuto troppo.
Forse P. "deve" essere noioso. Forse fa parte della sua missione.
Il suo azzardo nel mettere in fila il tempo senza imporre solide gerarchie agli istanti, l' utopia di chiuderlo nel libro conservando la sua compatta continuità, non puo' che generare noia...
...nell' attesa che si venga colti dal crampo dell' estasi, magari grazie ad una fortuita associazione che poteva annidarsi ovunque. Ma per stanarla bisogna passare in rassegna l' "ovunque", e sai che palle. E' quell' "ovunque" che impedisce di ordinare il mondo.
Ti rendi conto? potrei essere vicinissimo alla soluzione senza saperlo!! Proprio ora che mi mancano le forze. Sarebbe terribile.
Vago stremato con il mio testimone in mano in trepidante attesa di cederlo a qualche staffettista che completi l' ultimo tratto.