martedì 29 luglio 2025

costi benefici cambiamento climatico

 The dark side of the moon (trigger warning)

Molti territori sono concretamete minacciati dal cambiamento climatico, il caldo, l'acqua alta e i fenomeni estremi funestano queste regioni. Se ne parla molto e spesso e a ragione. Ma molti altri territori del pianeta oggi difficilmente accessibili per il loro clima estremo potranno più facilmente essere sottoposti allo sfruttamento umano. Di questi si parla molto meno per il solito motivo: i danneggiati sono persone in carne ed ossa che si lamentano e scrivono sui giornali, i fortunati sono persone "in potenza" che esistono ma non in carne ed ossa, e quindi non gioiscono. Detto in termini più crudi: la protezione dal riscaldamento climatico non è un bene comune. Inoltre, c'è una verità scomoda da dire: i costi del cambiamento si localizzano soprattuto in aree che ospitano popolazioni con un grado di civiltà piuttosto fiacco o comunque decadente. Le nuove prospettive, al contrario, sono ad appannaggio di popolazioni ad alta ed efficiente civiltà, soprattutto i popoli nordici (questo complica ulteriormente l'analisi costi/benefici degli interventi preventivi).

lunedì 28 luglio 2025

teodicea

 affronta il punto partendo dal fatto che la sofferenza è una stronzata! 


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IL DENARO è UNA QUESTIONE DI STATUS NON DI COSE

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altruismo o egoismo?

 IL NOSTRO ADDETTO STAMPA

La morale non è guidata dalla volontà di aiutare, ma dall'esigenza di apparire buoni. Non siamo buoni, vogliamo solo sembrare tali. Non ci interessa tanto aiutare, quanto far credere di averlo fatto. La colpa non nasce dall’azione sbagliata, ma dal rischio di essere scoperti. Ciò che conta davvero è la reputazione, vero centro del gioco. L’indignazione morale è un’arma evolutiva per pubblicizzare la nostra immagine, non un'espressione di coerenza etica. La morale è, dunque, una recita ottimizzata per l'audience pubblica. Né coerenza, né altruismo, ma evitare di essere esclusi dal giro dei “buoni”. Leggi Robert Trivers, un pilastro concettuale per queste tesi ciniche.

Qui c’è un problema notevole che, per essere risolto, richiede innanzitutto di essere compreso: di fronte a un comportamento altruistico, è preferibile considerarlo tale o come una forma di egoismo mascherato? Propendo per la seconda ipotesi, e propongo due motivi a sostegno:
1) Poiché l’altruismo è facilmente riconducibile all’egoismo (mentre il contrario risulta assai più arduo), l’interpretazione cinica appare più semplice e lineare.
2) Il modello cinico fornisce inoltre soluzioni convincenti ad altri dilemmi. Per esempio: perché una madre riserva le proprie cure al figlio, anziché a un bambino sconosciuto che, magari, soffre molto di più dall’altra parte del mondo? E questo anche qualora sia consapevole dell’esistenza di quest’ultimo? La risposta risiede nel nostro egoismo, che rende questa condotta del tutto naturale, al punto che nessuno ne è scandalizzato. Il modello cinico spiega agevolmente questa indifferenza verso il bambino anonimo che muore lontano, mentre ci si prodiga per il proprio figlio che, in fondo, sta già bene. E gli esempi, naturalmente, potrebbero moltiplicarsi.
Questi due argomenti si inseriscono nel quadro della filosofia comunemente adottata dalla scienza, secondo la quale è legittimo assumere un punto di vista oggettivo ed esterno da cui osservare i nostri comportamenti. Una filosofia di stampo soggettivista, al contrario, privilegiando l’introspezione, tende a ridimensionare tali argomentazioni, giacché dentro di me sento che alcuni miei gesti, o quelli di altri (come Madre Teresa di Calcutta), sono autenticamente altruistici.
È un’osservazione di un certo rilievo, specie in rapporto alle obiezioni più frequenti rivolte al cinismo. Potrei farne un post, anche solo tramite un copia-incolla.

venerdì 25 luglio 2025

il padre di tutti i bias

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affiliation bias

giovedì 24 luglio 2025

l'etica nichilista: la virtù

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perchè il nichilismo è una buona filosofia

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Di fatto, il nichilista non nega il realismo, lo ritiene superfluo e inutile. In ogni buona filosofia cio' che è superfluo e inutile puo' essere scartato. La realtà - quand'anche ci fosse - si impone da sola, è inutile e superfluo postularla in un modello.

mercoledì 23 luglio 2025

armonia nomologica

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martedì 22 luglio 2025

un difetto del pil

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la difesa è un bene pubblico?

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paradossi antitrust

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austriaci: domare la complessità

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martedì 15 luglio 2025

realismo della razza

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privatizzare uguale esplorare

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un superviciale in missione

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UTILITA' O VERITA' definitivo pragmatismo

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sabato 12 luglio 2025

ereditarietà

Cerco di riassumere lo stato dell'arte. I studi sui gemelli confrontavano i gemelli homo zigoti con i gemelli di zigoti. Tra questi due tipi di coppie c'è una variazione genetica del 50%, poiché gli homo zigoti ereditano il 100%, mentre i di zigoti, mediamente, sono fratelli normali che ereditano il 50% del genitore. Confrontando gli esiti si hanno dei risponsi su quanto pesi l'eredità genetica. Tuttavia, qualcuno ha sollevato del dubbio circa il fatto che homo zigoti e di zigoti, per quanto gemelli sia gli uni che gli altri, avessero un ambiente familiare differente, cioè due gemelli identici vengono trattati in modo identico, ma due gemelli fraterni potrebbero essere trattati in modo anche molto diverso. Per cui si è cercato un altro metodo, che è stato chiesto misurare il gradiente di ereditarietà genetica di tutti i fratelli. Infatti il 50% è la media, ma può essere anche il 20% o il 70%. Dopodiché, tra i fratelli, misurare il differenziale fenotipico. In questo modo, se per esempio prendiamo una coppia di gemelli che ha la stessa ereditarietà genetica, per esempio il 20%, e un differenziale fenotipico pari a zero, beh, questo è segno che l'ereditarietà pesa molto. Considera che questo metodo rende l'ambiente una variabile casuale e quindi indifferente, poiché avremo fratelli minori, per esempio, con un'eredità del 20% e fratelli maggiori con un'eredità dell'80%, ma anche una coppia differente in cui i valori si invertono, fratello maggiore con eredità del 20% e fratello minore con eredità del 80%. Questa casualità elide le differenze e rende l'ambiente una variabile casuale, superando il problema dei studi dei gemelli. Tuttavia si è rivelato che misurare il quoziente di ereditarietà, ovvero 20%, 15%, 90%, è molto difficile e basta pochissimo per ottenere risultati del tutto sballati. Questo fa pensare che forse non siamo ancora pronti per avere dati affidabili con questo secondo genere di studi, per cui i lavori proseguono. Si note che questi secondi studi forse sono stati contestati anche perché segnalano una potenza dell'ereditarietà inferiore rispetto agli studi tra gemelli.


martedì 8 luglio 2025

coscienza - definitivo?

COSCIENZA

Direi che le paroline chiave per trattare l'argomento sono due: AUTOREFERNZIALITA' E IMPREVEDIBILITA'. Tre osservazioni:

1) Sono concetti collegati, poiché l'AUTOREFERENZIALITA' genera regressi infiniti che, per giungere a risposte specifiche, devono arrestarsi a un certo momento. Questo momento può anche essere assunto come IMPREVEDIBILE.

2) Sono due concetti che la matematica può formalizzare bene. Pensa agli insiemi di Russell (AUREFERENZIALITA') o alle funzioni random del tuo stereo (IMPREVEDIBILITA'). Ciò significa che possiamo trovare una rispondenza nel mondo delle cose, per esempio negli schemi neuronali.

3) Sono concetti che il senso comune coglie bene. La coscienza di sé è la coscienza per eccellenza. Un animale che si riconosce allo specchio è più intelligente di un animale che non riesce a farlo, e l'intelligenza si lega con la coscienza. La nostra libertà si traduce in momenti di imprevedibilità radicale, e la libertà si lega con la coscienza. L'uomo che non ha questi momenti è un robot per antonomasia.

Non appesantisco oltre il post, ma mi sembra di poter trarre dai tre punti esposti che anche le macchine possano avere una coscienza. 




UNA POSSIBILE TEORIA DELLA COSCIENZA (autoreferenzialità)

La coscienza è quel dispositivo mentale che ci consente di comprendere nel modo più penetrante gli enunciati autoreferenziali. So che tale osservazione trovi riscontro anche nelle neuroscienze, sebbene non sia in grado di precisare oltre. Ciò ci permetterebbe di discorrere di dispositivo fisico (o comunque di configurazione fisica). Gli enunciati autoreferenziali, a loro volta, sono alla radice di numerosi paradossi che compromettono i modelli di conoscenza o, perlomeno, le fondamenta stesse del nostro sapere. Una conoscenza così compromessa esige di essere rinnovata, e il processo può proseguire potenzialmente all’infinito. Il ruolo della coscienza è appunto quello di avviare tale processo infinito di rigenerazione del sapere. Quando si interrompe un simile processo? Quando si diventa consapevoli della coscienza stessa e ci si rassegna nella ricerca dei fondamenti. Quando si attiva nel modo più efficace? Quando si nutre la convinzione di poter approdare a un esito positivo, invece, e si profonde il massimo impegno. Paradossalmente, sono proprio i riduzionisti a svolgere nel modo più efficace la funzione della coscienza.


TEORIA DELLA COSCIENZA (autoreferenzialità + imprevedibilità)


Se dovessi formalizzare la coscienza, la concepirei come un dispositivo capace di interpretare immagini riflesse in uno specchio, per usare una metafora, ovvero di generare proposizioni autoreferenziali. Del resto, l’intelligenza animale, ad esempio, è spesso valutata attraverso il test dello specchio, che verifica la capacità di un animale di riconoscersi nel proprio riflesso. Il nesso tra intelligenza e coscienza risulta evidente. D’altro canto, la coscienza è strettamente connessa anche al concetto di libertà. La libertà assoluta coincide con l’imprevedibilità assoluta. Di conseguenza, la coscienza può essere intesa come il dispositivo che consente di generare una risposta randomizzata, mediante la funzione casuale più sofisticata esistente in natura. Forse queste due concezioni non sono poi così distanti. L’autoreferenzialità, infatti, si manifesta solitamente in un regresso infinito che, nel momento in cui è necessario fornire una risposta, richiede un arresto: il cosiddetto problema della fermata. Tale arresto può essere randomizzato, ossia reso imprevedibile, così come sarà imprevedibile la risposta sul tema specifico oggetto in quella particolare contingenza.



sabato 5 luglio 2025

LA MIA ETICA

La mia (meta) etica.

Le buone intenzioni costituiscono un viatico alla deresponsabilizzazione. Il calcolo delle conseguenze è un’illusione insidiosa. L’isolamento di una natura umana ben definita ha esiti arbitrari. I principi assoluti si rivelano sempre suscettibili di mille eccezioni. Cosa ci resta, dunque, se tutte queste vie (meta) etiche risultano ostruite? Forse un mix di tutte queste alternative, ma il giusto mezzo può essere colto solo grazie a un’intuizione contestuale che potremmo definire "senso morale". Forse è qualcosa di innato, forse è qualcosa che si costituisce lentamente nel cuore man mano che si vive una buona vita, forgiata nelle buone abitudini, sta di fatto che l'uomo virtuoso è colui che lo possiede al massimo grado. È giusto rendere onore ad un uomo del genere.

CONTRO SINGER, L'ANIMALISMO E L'ALTRUISMO EFFICACE

Tutti gli psicologi morali concordano sul fatto che la moralità si sia evoluta per aiutarci a superare le sfide della vita di gruppo. Per questo motivo, si può sostenere che una morale che ci impegna nei confronti degli animali, delle persone all’altro capo del mondo o delle generazioni future sia una morale contro natura, poiché tali soggetti non fanno parte del nostro gruppo. Detto ciò, è pur vero che, se tale impegno viene sentito da persone appartenenti al nostro gruppo, allora la questione assume rilevanza anche per noi. Una rilevanza indiretta, tuttavia, da intendersi non in senso letterale, ma traslato.