martedì 8 luglio 2025

coscienza - definitivo?

COSCIENZA

Direi che le paroline chiave per trattare l'argomento sono due: AUTOREFERNZIALITA' E IMPREVEDIBILITA'. Tre osservazioni:

1) Sono concetti collegati, poiché l'AUTOREFERENZIALITA' genera regressi infiniti che, per giungere a risposte specifiche, devono arrestarsi a un certo momento. Questo momento può anche essere assunto come IMPREVEDIBILE.

2) Sono due concetti che la matematica può formalizzare bene. Pensa agli insiemi di Russell (AUREFERENZIALITA') o alle funzioni random del tuo stereo (IMPREVEDIBILITA'). Ciò significa che possiamo trovare una rispondenza nel mondo delle cose, per esempio negli schemi neuronali.

3) Sono concetti che il senso comune coglie bene. La coscienza di sé è la coscienza per eccellenza. Un animale che si riconosce allo specchio è più intelligente di un animale che non riesce a farlo, e l'intelligenza si lega con la coscienza. La nostra libertà si traduce in momenti di imprevedibilità radicale, e la libertà si lega con la coscienza. L'uomo che non ha questi momenti è un robot per antonomasia.

Non appesantisco oltre il post, ma mi sembra di poter trarre dai tre punti esposti che anche le macchine possano avere una coscienza. 




UNA POSSIBILE TEORIA DELLA COSCIENZA (autoreferenzialità)

La coscienza è quel dispositivo mentale che ci consente di comprendere nel modo più penetrante gli enunciati autoreferenziali. So che tale osservazione trovi riscontro anche nelle neuroscienze, sebbene non sia in grado di precisare oltre. Ciò ci permetterebbe di discorrere di dispositivo fisico (o comunque di configurazione fisica). Gli enunciati autoreferenziali, a loro volta, sono alla radice di numerosi paradossi che compromettono i modelli di conoscenza o, perlomeno, le fondamenta stesse del nostro sapere. Una conoscenza così compromessa esige di essere rinnovata, e il processo può proseguire potenzialmente all’infinito. Il ruolo della coscienza è appunto quello di avviare tale processo infinito di rigenerazione del sapere. Quando si interrompe un simile processo? Quando si diventa consapevoli della coscienza stessa e ci si rassegna nella ricerca dei fondamenti. Quando si attiva nel modo più efficace? Quando si nutre la convinzione di poter approdare a un esito positivo, invece, e si profonde il massimo impegno. Paradossalmente, sono proprio i riduzionisti a svolgere nel modo più efficace la funzione della coscienza.


TEORIA DELLA COSCIENZA (autoreferenzialità + imprevedibilità)


Se dovessi formalizzare la coscienza, la concepirei come un dispositivo capace di interpretare immagini riflesse in uno specchio, per usare una metafora, ovvero di generare proposizioni autoreferenziali. Del resto, l’intelligenza animale, ad esempio, è spesso valutata attraverso il test dello specchio, che verifica la capacità di un animale di riconoscersi nel proprio riflesso. Il nesso tra intelligenza e coscienza risulta evidente. D’altro canto, la coscienza è strettamente connessa anche al concetto di libertà. La libertà assoluta coincide con l’imprevedibilità assoluta. Di conseguenza, la coscienza può essere intesa come il dispositivo che consente di generare una risposta randomizzata, mediante la funzione casuale più sofisticata esistente in natura. Forse queste due concezioni non sono poi così distanti. L’autoreferenzialità, infatti, si manifesta solitamente in un regresso infinito che, nel momento in cui è necessario fornire una risposta, richiede un arresto: il cosiddetto problema della fermata. Tale arresto può essere randomizzato, ossia reso imprevedibile, così come sarà imprevedibile la risposta sul tema specifico oggetto in quella particolare contingenza.