mercoledì 11 luglio 2018

LODOLA SUL PARADOSSO DI FERMI

POST DI PROVA (amici degli amici)
Di solito il paradosso di Fermi viene spiegato dicendo che non esiste (ipotesi della dissoluzione) oppure ipotizzando che le civiltà avanzate, superata una certa soglia di progresso, per lo più collassano (ipotesi del Grande Filtro). Ma il buon Antonio Lodola propone una sua storia:
“… l'umanità più volte nel passato ha varcato lo spazio interstellare recandosi sui pianeti extrasolari simil-Terra nei sistemi solari immediatamente adiacenti al nostro… le varie ondate, insistendo sugli stessi pianeti, si sono scontrate con le prime ondate ormai adattatesi sulla nuova Terra colonizzata. Guerre fratricide di sterminio atomico totale. Finche' si è trovato un accordo: isolare la Terra in una bolla silente ed impedire una nuova ondata o quantomeno gestirla ... insomma e' lo stesso problema migratorio su scala cosmica che viviamo oggi nel nostro mondo… Non so quanta vita ci sia nella galassia ma sono assolutamente convinto che la Terra sia stata visitata innumerevoli volte sempre e comunque da terrestri partiti dalla Terra stessa migliaia d'anni prima. Le attuali forme di vita sulla Terra sono il frutto di una globale opera d'ingegneria genetica datante al massimo 50000 anni da parte di terrestri emigrati…”
In sintesi: il contatto c’è stato ma è stato a nostra insaputa. Inoltre non si è avuto con extra-terrestri (EXTRA) bensì con ex-terrestri (EX).
Mi chiedo se questa sia l’ipotesi che un individuo razionale dovrebbe privilegiare. Di seguito sottopongo a tutti 4 nodi che Antonio è chiamato a sciogliere. Mi rivolgo direttamente a lui.
NODO 1. Dici che il contatto (isolamento del pianeta terra) sia motivato da un problema migratorio. Ma un tale problema non autorizza a privilegiare l’ipotesi degli EX su quello degli EXTRA, anche questi ultimi potrebbero essere preoccupati da possibili flussi migratori dal pianeta terra e quindi interessati ad un suo blocco. Proprio tu proponi l’analogia con quanto accade ora sulle coste afro-europee: ebbene, non è certo un’esigenza esclusiva degli africani migrati in Europa quella di bloccare nuovi afflussi, sono innanzitutto gli europei a sentirla.
NODO 2. Mi sembra alquanto strano che gli EX, tanto preoccupati da nuove migrazioni, una volta distrutta la vita intelligente sul pianeta terra, anziché tirare un sospiro di sollievo, si mettano a progettarne una artificiale attraverso l’ingegneria genetica ricostituendo così quella minaccia che tanto temevano e che devono ora tenere a bada attraverso la “bolla isolante”, un mezzo costoso di cui potevano ormai fare a meno.
NODO 3. Nel punto 1 dico perché l’ipotesi EX non deve essere privilegiata rispetto all’ipotesi EXTRA, ora sosterrò perché l’ipotesi EXTRA sia comunque da privilegiare rispetto all’ipotesi EX. Tu ipotizzi una civiltà in grado di compiere viaggi interstellari e di isolare interi pianeti in una “bolla” ma dove puo’ situarsi nell’universo una civiltà simile? Noi non ne sappiamo molto, certo che se non siamo riusciti ad individuarla probabilmente non è molto vicina a noi: se fosse collocata sulla luna ce ne saremmo accorti! Ebbene, tu, tra tutte le opzioni possibili, privilegi quella di una civiltà particolarmente vicina a noi, quella degli EX. possibile che una civiltà tanto avanzata non abbia lasciato alcuna traccia sul nostro pianeta? Noi, che in confronto a loro siamo dei barbari, il pianeta terra lo abbiamo rivoltato come un calzino, siamo inoltre in grado di ricostruire presenze umane minimali di centinaia di migliaia di anni fa, parlo dei primi homo sapiens (che hanno lasciato giusto qualche osso). Ignorare l’esistenza di un EXTRA vissuto sul pianta XY è più comprensibile che non sapere nulla di una civiltà umana vissuta sulla terra in passato. Attenzione: l’ignoranza è sempre possibile, ma qui parliamo solo in termini probabilistici poiché dobbiamo privilegiare l’ipotesi più probabile.
NODO 4. Più in generale: perché mai il problema migratorio dovrebbe essere privilegiato sull’ipotesi del Grande Filtro)? Quest’ultima spiega l’assenza di contatti a prescindere dalla loro motivazione mentre l’ipotesi migratorio è molto più specifica (si concentra solo su una motivazione) e quindi molto meno probabile. Al Paradosso di fermi basta la prima, perché andare oltre facendo così crollare le probabilità?
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Swinburne sull'eden e il peccato originale

Swinburne notes that there have traditionally two views of Adam held by Christian theologians. The first is that Adam was a feeble creature with strong passions and a weak will (proposed by Irenaeus). The second is that Adam was essentially perfect without proneness to sin (proposed by Athanasius and Augustine). Swinburne plumps for the former view, suggesting that a ‘lesser’ Fall is more consistent with the modern account of evolution which entails a very gradual evolution of man from more primitive creatures and an attendant gradual development of his various capacities. 

in altri termini: l'eden è una fiaba. Così come al bambino si spiega il tramonto dicendo che il solo "vuole" scendere, al credente bambino si spiega la nostra natura imperfetta come fosse il frutto di una colpa. In realtà noi siamo creati così, imperfetti e la trasmissione di questa imperfezione è genetica (Swinburne argues that original sinfulness is transmitted genetically). Ma perché Dio non ci ha creato felici in eterno? Si noti che anche gli animali soffrono. Ad ogni modo dio non ci ha creato felici perché ci ha creato liberi, adamo è solo colui che ha commesso il primo errore. Vogliamo biasimarlo? Ovviamente no, era un uomo.

IL MISTERO DELL'AUTORITA'

IL MISTERO DELL'AUTORITA'
Nel 1550 ci si chiedeva: “Come può accadere che in ogni regime, in ogni luogo e tempo della storia, singoli uomini o sparute minoranze riescano a dominare e asservire intere masse?”. Ci si poneva cioè il "mistero dell’autorità".
Oggi il mistero dovrebbe essere risolto: lo strano fenomeno accade perché l’autorità è innanzitutto un’informazione. Qualcosa di cui la società è avida.
Un’informazione è "autorevole" se noi ci comportiamo come se fosse vera indipendentemente dal fatto che lo sia e indipendentemente dal fatto che noi la crediamo realmente tale. Se Dio, attraverso i suoi Sacerdoti, mi comanda di mantenere la destra mentre guido io mi adeguo a prescindere dalle mie reali credenze perché so che quella è una voce che tutti considerano autorevole. L’autorità è dunque una costruzione artificiale attorno a cui la società organizza la sua “danza”, non riguarda il vero e il falso ma il coordinamento dei comportamenti di una moltitudine, in questo senso anche un’autorità difettosa puo’ essere meglio di nessuna autorità; la comunità anela ad avere dei punti di riferimento (comandi ufficiali) attorno ai quali organizzare le proprie decisioni per il meglio.
In sintesi: l’uomo credibile è la persona a cui credo perché dice la verità, l’uomo autoritario è la persona a cui faccio finta di credere perché mi minaccia e l’uomo autorevole è quello a cui faccio finta di credere perché so che altrettanto fanno gli altri. Le “sparute minoranze” di cui sopra sono in parte autoritarie ma soprattutto autorevoli: essere autoritari è troppo costoso, per abbattere questi costi abbiamo inventato l'autorevolezza.
Tuttavia, poiché ci crea un certo disagio comportarci come se una certa informazione fosse vera sapendo che non lo è, finiamo talvolta per confondere nella nostra mente la persona credibile e quella autorevole, è per questo che periodicamente riemerge con scandalo l’interrogativo di partenza che Etienne de la Boétie pose in modo esemplare in questo libretto.
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"Vedendo questa gente che striscia ai piedi del tiranno talvolta ho pietà della loro stupidità. Non basta che obbediscano, devono compiacerlo, devono ammazzarsi per i suoi affari."Étienne de La BoétieIn appendice il Saggio sull’arte di strisciare a uso dei cor...
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Authority Steve Randy Waldman HL

Authority
Steve Randy Waldman
Citation (APA): Waldman, S. R. (2018). Authority [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia ( giallo) - Posizione 2
Authority By Steve Randy Waldman
Evidenzia ( giallo) - Posizione 4
the word “authority”
Nota - Posizione 4
CONCETTO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 5
to think of authority as a characteristic of information
Nota - Posizione 6
UN ASPETTO TRASCURATO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 7
behave as if it were true, regardless of whether or not the information is in fact true, or even of whether the individuals doing the behaving personally believe it to be true.
Nota - Posizione 7
INFO AUTOREVOLE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 9
When we claim that someone “is an authority”,
Nota - Posizione 9
SIGNIFICA CHE QUEL CHE DICE MUTA I COMPORTAMENTI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 10
relationship between information and behavior in a social context.
Nota - Posizione 11
DECISIVO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 11
Let’s take an example. A judge,
Nota - Posizione 11
NEL PROCESSO TUTTI PRODUCONO INFO MA È L INFO DEL GIUDICE CHE CAMBIA I COMPORTAMENTI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 13
Suppose the bailiff, who was present for the trial, privately came to a different conclusion
Nota - Posizione 13
L FFICIALE GIUD
Evidenzia ( giallo) - Posizione 14
The bailiff will nevertheless behave as if
Nota - Posizione 14
CCCCCC
Evidenzia ( giallo) - Posizione 20
the miracle of authority is that it quells many disputes so thoroughly
Nota - Posizione 21
IL POTERE DELL BAUTORITÀ BOEZIO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 22
is purely a social construction.
Nota - Posizione 22
L AUTORTÀ NN È UN FATTO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 24
Our very identities— our names, our credentials, the entity to whom our properties belong— exist as “social fact” by virtue of authority.
Nota - Posizione 25
FORSE PIÙ IMPORTANTE DELLE LEGGI FISICHE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 26
We talk sometimes about “defying authority”,
Nota - Posizione 26
SPESSO È COSA STUPIDA PIÙ CHE EROICA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 35
what makes information authoritative is how a larger community treats it,
Nota - Posizione 35
FONTE DELL AUTORITÀ
Evidenzia ( giallo) - Posizione 41
Let’s call this “soft power”.
Nota - Posizione 42
L AUTORITÀ CHE CONVINCE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 43
Let’s call this “hard power”.
Nota - Posizione 44
L AUTORITÀ CHE FORZA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 44
authority is generated by a combination of hard and soft power.
Nota - Posizione 44
IN TUTTE LE SOCIETÀ
Evidenzia ( giallo) - Posizione 47
In most societies hard power is usually deployed under a fig leaf of soft power
Nota - Posizione 47
FOGLIA DI FICO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 54
It is a mistake— an easy, common, and foolish mistake— to imagine that hard power tells the whole story, that “how many divisions does he have?”
Nota - Posizione 55
HARD POWER...NOT THE WHOLE STORY
Evidenzia ( giallo) - Posizione 55
hard power is expensive.
Nota - Posizione 55
COSTI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 60
The law of the jungle selects for “voluntary compliance”.
Nota - Posizione 60
LA LEGGE DEL WEST
Evidenzia ( giallo) - Posizione 63
It’s much better if you can shape social reality
Nota - Posizione 63
MEGLIO DELLA PISTOLA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 65
Communities want authoritative information on which they can coordinate.
Nota - Posizione 65
PERCHÈ BBEDIAM
Evidenzia ( giallo) - Posizione 67
Even flawed authority is better than no authority, and authority has network effects
Nota - Posizione 67
DI FATTO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 68
Nevertheless people dislike the cognitive dissonance associated with acting “as if”
Nota - Posizione 69
DISAGIO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 73
benefits of coordination grow nonlinearly with scale
Nota - Posizione 73
CRESCITA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 76
Much of the work of the legal and accounting professions in the private sector, and of courts and the regulatory state in the public sector, is devoted to the production of authority.
Nota - Posizione 77
CONTABILITÀ
Evidenzia ( giallo) - Posizione 82
The production of authority is a socio-technological problem,
Nota - Posizione 83
LA PRODUZIONE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 83
technologies are never neutral).
Nota - Posizione 83
PURTROPPO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 85
lawyers and judges and regulators and bankers don’t come cheap!
Nota - Posizione 85
ANCHE IL SOFT POWER È COSTOSO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 95
Authority is an invisible drummer that helps to organize this dance. We construct authority.
Nota - Posizione 95
LA DANZA SOCIALE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 97
there is an case to be made that emerging information technology will render practical more pervasive and direct forms of state compulsion.
Nota - Posizione 98
DOMANI IL COORDINAMENTO SARÀ CENTRALIZZATO?
Evidenzia ( giallo) - Posizione 102
authority is not about truth or falsehood in the eyes of God. It is about coordinating
Nota - Posizione 103
CONCETTO CENTRALE

martedì 10 luglio 2018

PIU' VISTI CONTRO ACCORDO RIMPATRIO

"Offrire un numero di visti di lavoro legale agli stati africani che accettano un accordo sui rimpatri degli immigrati illegali."
In alternativa a magliette, copertine e reciproche demonizzazioni, una proposta interessante di Mattia Toasco, esperto di Libia e flussi migratori.

COSA CONSERVA UN CONSERVATORE?

Riccardo Mariani
Adesso
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COSA CONSERVA UN CONSERVATORE?
Il conservatore 2.0 non è una persona che rimpiange il passato ma una persona che si guarda indietro e si felicita per il cammino compiuto. Il conservatore 2.0 è una persona essenzialmente orgogliosa, orgogliosa della civiltà occidentale ovvero del modo in cui certa umanità si è allontanata dalla sua natura. Ma quale natura?
L’uomo è un animale sociale (che non significa socialista ma tribale). Cio’ che ci ha affrancato dalla tribù (e ci distingue dalle scimmie) è la capacità di produrre legami, coordinamento e cooperazione attraverso la CULTURA. La cosa si fa evidente contemplando il MIRACOLO DELL’OCCIDENTE, lo riassumo in 4 punti.
1. 100.000 anni fa (da centinaia di migliaia di anni) vivevamo in tribù (max 150 anime) nomadi raccogliendo frutti e cacciando. Eravamo molto solidali tra noi ma anche molto aggressivi e sospettosi con il nemico (le altre bande). Il nostro cervello si è formato lì, è fatto per risolvere i problemi che avevamo allora, quella è la nostra NATURA.
2. Circa 10.000 anni fa – poiché abbiamo imparato a coltivare i campi e dovevamo difendere un capitale – siamo riusciti a cooperare alla grande formando società più estese grazie ad istituzioni fortemente gerarchiche: ogni membro trovava un suo posto e lo accettava senza tante discussioni, anche lo schiavo.
3. 3000 anni fa le maggiori religioni hanno riabilitato lo straniero, il messaggio era: siamo creati uguali, abbiamo la medesima dignità, possiamo fidarci l’uno dell’altro se solo accettiamo di venerare il grande Dio di tutte le genti. Chi fa questo è il benvenuto.
4. 300 anni fa abbiamo cominciato a mettere in discussione le gerarchie fisse della società, capitalismo e democrazia sono pian piano emerse: esistono dei diritti individuali e il mercato puo’ legittimamente migliorare o peggiorare la tua posizione. Le società si sono aperte e il miracolo della cooperazione è divenuto globale. Tuttavia, una cooperazione così estesa e reticolare non puo’ più affidarsi né alla gerarchia né tantomeno ai legami personali tipici del tribalismo, deve affidarsi alla cultura artificiale del mercato anonimo. La nostra strepitosa ricchezza (insieme alle strepitose diseguaglianze) è un portato culturale, come tutte le imprese dell’uomo: cultura tribale per costituire il nucleo duro della famiglia, cultura della gerarchia per accettare la competizione e le diseguaglianze, cultura del mercato per sostenere i rapporti con l’anonimo straniero. Si tratta però di un intreccio fragile perché comunque distante dalla nostra natura più schietta di cui al punto uno.
Compiendo questi 4 passi l’Occidente ci ha condotto dove siamo, il conservatore 2.0 venera i padri, esalta questa impresa e vorrebbe proseguire la sua strada. Ma il posto in cui siamo non piace a tutti, non piace al reazionario che vorrebbe tornare ora al punto 1, ora al punto 2. Non piace nemmeno al mondo degli artisti e degli intellettuali progressisti che vedono sfruttamento e oppressione ovunque, non piace in genere agli utopisti (ispirati da Rousseau e Marx) che lo criticano ogni giorno posseduti dal sogno romantico di una riforma radicale. Ma picconare quel che c’è (suicidio dell’Occidente) non realizzerà quelle chimere bensì ci riporterà al tribalismo, cioè alla nostra natura più profonda che continua a covare dentro di noi e a far sentire il suo richiamo, quella natura da cui l’uomo occidentale si è faticosamente affrancato in un’impresa ormai venerata solo dal conservatore 2.0.
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NEW YORK TIMES BESTSELLER“Epic and debate-shifting.” —David Brooks, New York Times "More than any book published so far in this century, it deserves to be called a conservative classic." —Yuval Levin, National ReviewWith his trademark blend of political history, ...

analysis of what is happening in the world today by putting into focus the intangible, often vague doctrine of American liberalism. It parallels the...

L’ANIMALE SOCIALE

L’ANIMALE SOCIALE
L’uomo è un animale sociale (che non significa socialista ma tribale).
Cio’ che ci ha affrancato dalla tribù (e ci distingue dalle scimmie) è la capacità di produrre legami, coordinamento e cooperazione attraverso la CULTURA. Pensiamo solo al miracolo dell’occidente:
1. 100.000 anni fa (da centinaia di migliaia di anni) vivevamo in tribù (max 150 anime) nomadi raccogliendo frutti e cacciando. Eravamo molto solidali tra noi e molto aggressivi e sospettosi con il nemico (le altre bande). Il nostro cervello si è formato lì, è fatto per risolvere i problemi che avevamo allora, quella è la nostra NATURA.
2. Circa 10.000 anni fa – poiché abbiamo imparato a coltivare i campi e dovevamo difendere un capitale – siamo riusciti a cooperare alla grande formando società più estese grazie ad istituzioni fortemente gerarchiche: ognuno aveva un posto e lo accettava senza tante discussioni, anche lo schiavo.
3. 3000 anni fa le maggiori religioni hanno riabilitato lo straniero: siamo creati uguali, abbiamo la medesima dignità, possiamo fidarci l’uno dell’altro se solo accettiamo di venerare il grande Dio tutte le genti. Chi fa questo è il benvenuto.
4. 300 anni fa abbiamo cominciato a mettere in discussione le gerarchie fisse della società, capitalismo e democrazia sono pian piano emersi: esistono dei diritti individuali e il mercato puo’ legittimamente migliorare o peggiorare la tua posizione. Le società si sono aperte e il miracolo della cooperazione è divenuto globale. Tuttavia, una cooperazione così estesa e reticolare non puo’ più affidarsi né alla gerarchia né tantomeno ai legami personali tipici del tribalismo, deve affidarsi alla cultura artificiale del mercato anonimo. La nostra strepitosa ricchezza (insieme alle strepitose diseguaglianze) è un portato culturale, come tutte le imprese dell’uomo. Si tratta però di una cultura preziosa quanto fragile poiché distante dalla nostra natura.
Compiendo questi 4 passi l’Occidente ci ha condotto dove siamo. Ma il posto in cui siamo non piace a tutti, non piace al mondo degli artisti e degli intellettuali progressisti che vedono sfruttamento e oppressione ovunque, non piace in genere agli utopisti (ispirati da Rousseau e Marx) che lo criticano ogni giorno posseduti dai loro sogni romantici. Ma picconare quel che c’è (suicidio dell’Occidente) non realizzerà quei sogni, ci ricondurrà piuttosto al tribalismo, cioè a quella natura fondamentale dell’uomo da cui l’occidente si era faticosamente affrancato.
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James Burnham’s 1964 classic, Suicide of the West, remains a startling account on the nature of the modern era. It offers a profound, in depth analysis of what is happening in the world today by putting into focus the intangible, often vague doctrine of American liberalism. It parallels the...