martedì 29 dicembre 2009

Chi ha preso la bastonata?

Ma quali sono stati i gruppi sociali maggiormente colpiti dalla crisi economica in atto? I cittadini del Mezzogiorno o quelli del Nord? I lavoratori dipendenti o quelli indipendenti? Gli stranieri o gli italiani?

Risposta: Nord, indipendenti, italiani.

Secondo voi, ascoltando radio e tv, fahre in particolare, tutto cio' risultava palese?

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Cristiani, conservatori e darwinisti

La sinistra ha trescato a lungo con il darwinismo poichè quella visione offriva un contrappeso alla religione istituzionale.

L' equivoco si è acuito allorchè la tradizionale battaglia dei conservatori per l' autonomia scolastica è coincisa con la battaglia per l' insegnamento dell' ID.

Si è perso di vista il fatto che l' architrave concettuale del darwinismo supporta al meglio i valori della destra. Valori per cui l' uomo è un essere imperfetto con una moralità e una libertà saldamente ancorate nella sua natura.

La sinistra nega che esista una "natura umana"; Marx: la pseudo natura dell' uomo risiede nei suoi legami sociali, basta cambiare quelli per cambiare la prima.

La voce conservatrice intona una nota ben diversa: la natura non si cambia con una riforma ma, semmai, con l' evoluzione; l' imperfezione dell' uomo non gli consente di avanzare mediante piani razionali ma solo tramite un ordine spontaneo che assegni a individui diversi destini diversi.

L' inclinazione realista dell' uomo di destra (Burke, Smith, Hamilton, Hayek, Friedman...) si contrappone la sensibilità utopica dell' uomo di sinistra (Trotsky, Rousseau, Paine, Rawls...). Solo i primi sono disposti a dare peso all' idea di "evoluzione naturale", con tutto il portato realistico, quando non cinico, che viene dietro.

Si puo' essere "conservatori", "cristiani" e "darwinisti"? Certo! Ecco come.

Che differenza fa quando Dio creò l' universo - fossero 10.000 o 10.000.000.000 anni fa?

Che differenza fa qualche zero? Nessuna.

Che differenza fa il procedimento adottato da Dio per creare l' uomo?

"Evoluzione" o "disegno" nulla cambia!

Il darwinismo fa comodo sia al cristiano che al conservatore.

Per esempio, spiega al meglio la teoria del "peccato originale": nell' uomo c' è sia bene che male (egoismo/altruismo, amicizia/inimicizia, odio/amore...), le regole servono a minimizzare il male volgendo i vizi privati in virtù pubbliche.

L' evoluzione spiega al meglio l' importanza dei valori famigliari.

L' evoluzione spiega al meglio l' importanza di molti altri valori riconosciuti dai Cristiani (verità, fedeltà...).

L' evoluzione spiega al meglio le virtù del libero mercato: la "selezione naturale" di Darwin non è altro che la "mano invisibile" di Smith.

Poichè il darwinismo è compatibile con la fede in Dio e dà una spiegazione scientifica ai valori fondamentali dei cristiani e dei conservatori, va adottato senza remore e l' insensato conflitto tra scienza e religione dovrebbe finire ora, nel momento in cui diciamo le parole che abbiamo detto.

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domenica 27 dicembre 2009

La beneficienza razionale è concentrata

Q: You argue that miserliness is equitable to charitable contributions in the net use of resources, while giving more to one single charity is better than giving less to different charities. What is your personal approach to charitable contributions ( i.e., how much do you give, and to whom)?

A: Miserliness is equivalent to charity in the sense that both the miser and the philanthropist forego consumption, which makes more goods available to others. If you give your money away, someone else gets to eat better. If, instead, you squirrel your money under your mattress, it’s still true that someone else gets to eat better, because whatever you’re not eating is available to someone else. There’s a complicated chain of events in between — you hoard money, which drives down the price level, which lowers the price of food, which allows someone somewhere to buy more food — but you don’t have to follow that whole chain to know that if you eat less, there’s more for someone else.

So if you want to be charitable, all you have to do is hoard your money, or for that matter burn it. But that’s not the best way to be charitable, because you can’t control who gets the benefits. Miserliness is like a random act of kindness; effective philanthropy is about directed acts of kindness. And I argue in the book that a philanthropist who really cares about helping others will usually pick a single charity and target his giving to that one charity. If 100 children are dying of rickets and another 100 are dying of scurvy and you have enough funds to save two children, there’s no particular reason to save one of each; you might as well give your entire contribution to either the Rickets Foundation or the Scurvy Foundation. Either way, you’ve saved two children. And if you have even the slightest inkling that one of those charities might be more effective than the other, then that’s where both your dollars should go.

It took me a long time to fully understand that argument, so I’m sympathetic to the fact that readers often find it hard to swallow. In the book, I’ve tried to answer all the objections that I myself raised when I first started thinking about this.

I think I’ll decline to comment on the details of my own giving, for the same reason that I’d decline to comment if you asked me about what I had for breakfast this morning: I have nothing interesting to say about my particular preferences. It’s general principles, not individual eccentricities, that are really important

martedì 22 dicembre 2009

Cosa pensano i filosofi

Cosa pensano i filosofi d' oggi? Parliamo di "mondo", non dell' "italietta".

In etica sono assolutisti, il relativismo è malvisto.

Pensano che la conoscenza sia in buona parte aprioristica. L' empirismo non attechisce. L' anatema contro i dogmi non è poi così sentito.

Credono nel libero arbitrio. Wow!

L' uomo non è uno zombie (meno male).

La maggioranza non accetta il materialismo, non sono poi così tanti quelli che riescono a fare a meno della tanto bistrattata "coscienza".

Il naturalismo fisicalista circolerà molto nelle pagine culturali del 24 ore, molto meno nei dipartimenti di filosofia.

L' utilitarismo soccombe agli approcci alternativi (virtù e deontologia).

La logica classica è quella che conta, le altre lasciano il tempo che trovano.

Il bello è oggettivo, altro che "i gusti sono gusti".

Sorpresa: in politica il libertarismo non è messo così male.

Sono maggioranze che mi sorprendono (favorevolmente). Sembra davero che Radio e TV dipingano in modo ben diverso il pensiero prevalente, forse il filosofo "da giornale" conta per dieci.

E la cosa è confermata quando si dà un' occhiata a quel che i filosofi pensano che i filosofi pensino.

Qui il mondo dei media torna fa sentire il peso delle apparenze: il relativismo guadagna terreno, la "coscienza" diventa un oggetto non identificato, e via dicendo.

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La qualità misurata

Sotto l' egida di un padre nobile come Zanzotto, Fahre in questi anni era solita mettere in fila scrittori e romanzi italici portatori di un messaggio che ripetevano in modo compulsivo: il nord est è spacciato e va lentamente trasformandosi in un inferno a cielo aperto (Covachich, Scarpa...). Fine del pascolo, della stalla, delle lucciole, domina la fabbrichetta e la mentalità da fabbrichetta (quella di Maso, per intenderci. Non quella che ha consentito di togliere la polenta dal cassetto dei pettini).

Ora si scopre che a Nord-Est si vive meglio.

Approfittiamone per riscoprire che gli scrittori non hanno nulla di serio da dirci sulla realtà, anche se adesso, sull' onda di Saviano e Paolini, si sono messi a fare reportages a tutto spiano. Lo so, basterebbe il Magris del Corriere per chiudere il discorso sul punto. Ma questo del nord-est era un fenomeno di massa e mi piaceva segnalarlo. Spero sia utile a farvi correre veloce quando Lucarelli e Genna vi inseguiranno con il ditino alzato per insegnarvi la contro-Storia d' Italia.

Ho molti dubbi che l' arte mi abbia "edificato", di sicuro non mi ha mai "informato". L' ho capito presto e, ringraziando iddio, ascoltando il buffone che parlava del "sociale" l' ho sempre trovato buffonesco, com' era del resto nella natura delle cose.

***

Bottom line: non credo comunque neanche alla qualità quantificata e con Alesina grido: "a ridatece il vecchio PIL".


add: Wolfer difende il pil

lunedì 21 dicembre 2009

New keynesian

Tempo di crisi, gli affari languono, il lavoro pure. Il governo, secondo la ricetta neo-keynesiana, è chiamato a "stimolare" l' economia creando così nuovi posti di lavoro.

Ma ci vogliono idee.

Eccone una singolare che riguarda la creazione di nuovo orologio per la stazione di Rotterdam.



Gli operai sono chiamati allo smontaggio/montaggio ogni minuto della giornata. Nessun problema, i turni coprono le 24 ore.

Cosa? C' è qualcosa che non va?

Ma come, gran parte di noi, con qualche piccola modifica, accetta logiche del genere.

D' altronde basterebbe testare le reazioni solidali nel vedere gli operai arrampicati per protesta sulla torre più alta dopo il ripristino dell' orologio digitale.

E magari molti di noi hanno lavori che rientrano nella medesima logica di "stimolo" all' economia.

Cugini

Il matrimonio di due primi cugini fa un po' impressione. Perchè?

Ok, c' è quella storia sui figli a rischio. Ma un rischio del genere è stato di gran lunga sovrastimato, oggi ne sappiamo di più. E poi, perchè l' amore trionfi non vale la pena di correre qualche rischio?

Ammettiamo pure che il rischio fosse azzerato, resta comunque un certo fastidio nella percezione che abbiamo della cosa. Perchè?

Qualcuno parla di "piano inclinato": cambiare idea su qualcosa ce la farà cambiare anche su cio' che oggi giudichiamo rettamente.

Non mi sembra un grande argomento, dal punto di vista etico sarebbe come punire i figli per le colpe dei padri; mi ricorda poi quello opposto a chi perora i matrimoni omosessuali. Se è l' unico in mano, la vedo molto grigia.

Non c' è proprio nulla di più serio?

Se davvero le "sensazioni" che distorcono i nostri giudizi esistono e sono tanto forti, ecco provata l' utilità di privatizzare i matrimoni.

P.S. la comunity dei cugini sposati.

P.S. indagine negli USA.

P.S. l' argomento del "piano inclinato" non avrà molta sostanza ma ha pur sempre un suo "perchè". Spiega per esempio la voglia che mi è venuta di passare dai "cugini" alla "poligamia".

sabato 19 dicembre 2009

La miopia dei pesci

... altre ipotesi di mondi sfocati a cura di Chris Barens

Classi genetiche

In futuro sarà più facile testare geneticamente le persone.

Che bello! Conoscendo le nostre predisposizioni, saremo in grado di orientare il nostro stile di vita in modo da ridurre il rischio di malattie. Anche le medicine saranno "personalizzate". Individueremo in anticipo anche le professioni in cui abbiamo maggior possibilità di successo.

Purtroppo non mancheranno le situazioni imbarazzanti. Il datore di lavoro potrebbe discriminare in base a queste informazioni. Nessuno affiderebbe la propria impresa ad un manager ad alto rischio di morire, così come a persone del genere nessuno stipulerebbe un mutuo. Mi chiedo anche chi li sposerebbe. Se la mia vita non è sufficientemente lunga, perchè studiare? Non parliamo poi dei test usati per l' ammissione all' Università, saranno la norma. Anche la programmazione dei nascituri diverrà pratica comune. Le assicurazioni sulla vita spariranno, o decuplicheranno i premi visto che solo i moribondi si presenteranno allo sportello. Già oggi l' aspetto fisico è fortemente legato al successo grazie all' autostima che procura, figuriamoci quando conosceremo le nostre predisposizioni genetiche. La nozione di "merito" diventerà più ambigua e, oltretutto, si inaspriranno le diseguaglianze di reddito fondate proprio su simili ambiguità.

Tanto più una società fronteggerà il lato imbarazzante della faccenda ponendo limiti e proibizioni, quanto più arretrerà rispetto alle altre in termini di ricchezza e potenza, fino a perdere ogni rilievo.

Al di là del suo valore etico, la libertà resterà importante?

Io penso di sì: come potremo testare la bontà dei test e magari migliorarli? Solo la libertà fornisce il sistema informativo per progressi del genere.

***
riflessione su un articolo di Luigi Zingales, 24 ore 13.12.2009

venerdì 18 dicembre 2009

I fatti sono matematica

Se si vuole dimostrare l' esistenza di Dio, i fatti innanzitutto.

I fatti sono materia e la materia è matematica.

La struttura portante che costituisce la materia (quark, bosoni...) non è osservabile, è solo una formulazione matematica.

Non è un caso quindi se l' Universo puo' essere espresso in modo sorperendentemente fedele ricorrendo al metodo matematico.

L' Universo è una matematica che "esiste", guarda ai "fatti" come a teoremi di un sistema matematico, come a sviluppi di alcuni assiomi di base. Credi nell' esistenza del reale? Sì. Questo testimonia che ne intuiamo il fondamento. Un fondamento che esiste in modo staccato dalla struttura. Dio è questo fondamento.

Non è molto ma è tanto.

Per rendere Dio antropomorfo posso immaginarlo come una mente che crea pensando la matematica dell' Universo. Forse non è il massimo ma mi sembra abbastanza ragionevole rappresentarselo così.

giovedì 17 dicembre 2009

Se l' è cercata!

Nella puntata di fahre linkata dalla preziosa Valeria l' attentato a B. è sviscerato con dovizia.

Sintesi del dibattito prima di ascoltare: Berlusconi se l' è cercata.

Sintesi dopo l' ascolto: Berlusconi se l' è cercata e gli è andata pure bene.

Prende la parola Raffaele Simone, intellettuale a me sconosciuto ma che dispiega subito ottime credenziali per essere accettato nella tribuna da cui arringa.

Pronti, via: Berlusconi utilizza pratiche hitleriane.



Grande Boschetti!

E' poi la volta dello spericolato Belpoliti.

Per lui Berlusconi s' ispira ai Re Medievali: santifica il suo corpo (parla seriamente il Belpoliti). Così facendo, chiama a sè l' opposizione politica che si merita, quella che i corpi li sfregia e desacralizza.



Forse voi credevate che Berlusconi avesse ricevuto in faccia una statuetta del Duomo di Milano. Sbagliato, dopo la decostruzione belpolitiana scopriamo che erano solo le parole di Berlusconi stesso che tornavano indietro:



Ci si lamenta che l' economista sia oggi l' intellettuale egemone, che il suo pensiero pragmatico monopolizzi le decisioni chiave della Società in cui viviamo.

Ascoltando però certe cacofonie fahrenettiane a cura di intellettuali trasgressivi dallo stipendio fisso, viene da esclamare: "meno male!". Non vorrei mai che qualche linguista-semiologo metta piede fuori dall' aula universitaria.

Colombiani dimmmeeerda... ta-ta-ta-ta...

Ieri abbiamo visto Scarface.

Nessuno va al sodo come Tony Montana, riesce sempre a trovare la via più breve.

Nessuno vede il "sodo" come lo sguardo di Al Pacino, nessuno lo filma meglio di De Palma.

Alla fine di sodo c' è solo il muro contro cui tutti vanno a sbattere. Tutti sanno che c' è, anche noi spettatori, i corvi funebri gracchiano dall' inizio del film, eppure non disturbano. L' importante è sbattere a 100 all' ora facendo un bel botto. Il botto di Tony ancora echeggia in tutte le sale cinematografiche.

La strategia di chi "vede, prende e scappa" confonde il nemico che si aspetta una strategia. E' così che vengono spiazzati gli avversari di Tony.

L' ascesa di Tony non è contrassegnata da schermaglie e "mosse" a sorpresa. E' una sorprendente corsa a perdifiato.

Tony piace ai ragazzini della terza media che bigiano e vanno nel bosco a sfogliare i giornaletti porno; si prosegue sparando con la carabina ai tronchi, la retina ancora intasata da cazzi assurdi.

Tony rincuora chi non riesce a concentrarsi sulle espressioni e l' area del trapezio. Indica un futuro radioso, pieno di ricchezze impreziosite da morte e cicatrici.

I Guappi di Gomorra giocano con l' arma ripetendo le battute di Tony. L' infantilismo di successo li ha sedotti.

Tony. Chi odia il mondo pur essendone avido è condannato a riprodurne la smorfia mentre spara ai colombiani, e poi anche quella disgustosa con cui guarda e stringe il malloppo. Ma in fondo tutti noi sappiamo che non si tratta di avidità.

Non è avidità, è cattiveria.

Tony da piccolo a Cuba era pestato regolarmente dai compagni di scuola e di carcere, la sua statura fisica era per loro un lasciapassare. De Palma non ne parla e fa bene: perchè perdere tempo quando qui a Miami c' è tanto "sodo" da raccontare e il film dura solo 95 minuti. Perchè perdere tempo quando noi sappiamo già tutto; noi che abbiamo osservato come guarda il prossimo, noi che l' abbiamo visto sacrificare tutto per qualche dollaro in più... ben sapendo che quei dollari erano solo una maschera dell' onore.



Il denaro come maschera

Il nostro agire è motivato quasi sempre dal conseguimento o dalla difesa di uno status.

D' altronde, agire per conseguire o difendere uno status, degrada il nostro status.

Ecco che diventa estremamente utile una maschera che non freni l' azione ma copra le reali motivazioni.

Spesso i soldi sono la maschera più impermeabile: facendo credere che lo facciamo per i soldi evitiamo di ergerci moralmente al punto di essere sospetti.

Perchè la Borsa è infallibile

Perchè presupporla tale ci fa capire molte cose.

Negarlo, per contro, ci rende solo ignoranti.

Da leggere tutto. Più volte.

mercoledì 16 dicembre 2009

Le 4 vie

la libertà è stata difesa dagli economisti seguendo quattro vie:

1) procura i giusti incentivi (Friedman);

2) elabora il costo soggettivo (Buchanan);

3) elabora la razionalità limitata e l' informazione dispersa (Hayek);

4) seleziona in modo efficiente (Malthus-Spencer).

Anima dell' Economia ed Economia dell' Anima

1***

"Quanto costa?"

Domanda banale, solo per il contabile.

Lui crede che un SUV costi 80.000 euro per il semplice fatto che me lo danno se sgancio 80.000 euro. Illuso.

L' economista (che è un filosofo) invece sa che la questione del "costo" implica la questione dell' interiorità più recondita. Parliamo pure di Anima senza timore.

Nella vicenda ci sono implicate almeno due componenti irriducibilmente soggettive:

1. il costo opportunità

2. il costo etco (o psicologico)

2***

Se in mano ho 80.000 euro e l' unico investimento possibile è l' acquisto del SUV, allora il costo di quest' ultimo è per me nullo. L' alternativa al SUV sarebbe un bel fuocherello alimentato dalla carta (moneta).

Magari a me piacciono i fuochi, specie se di carta-moneta. Oppure della moneta mi piace l' odore. Lo trovo confortante.

Per ogni individuo e in ogni istante c' è un panorama di alternative differente e pronto a sparire non appena la scelta è compiuta.

3***

Se avessi a disposizione invece un' infinità di merci di mio gradimento dai prezzi più variegati, e, nonostante tutto, mi decidessi per il SUV, qualcuno potrebbe illudersi di avere in mano il costo reale del SUV.

Sbagliato. La mia spiccata sensibilità ambientale - faccio un esempio - fa salire il costo del SUV: inquinare mi dispiace. Se non mi dispiacesse il costo del SUV sarebbe inferiore.

4***

L' osservatore non ci capisce più niente: i costi etici sono inaccessibili e, una volta che ho speso i miei 80.000 euro, anche le alternative finiscono nel nulla. In altri termini, l' osservatore ha ben poco da osservare.

5***

Tesi: l' Anima è l' unica variabile fondamentale per il calcolo del costo economico.

6***

Il calcolo dei costi è inaccessibile perchè l' Anima delle persone è inaccessibile.

7***

Eppure il calcolo dei costi è fondamentale: sbagliarlo ci rende poveri e infelici. Gli economisti direbbero "inefficienti". Come posso produrre una Scuola, per esempio, se non so neanche quanto costa?!

8***

Dicevamo che l' Osservatore ha ben poco da osservare. Anche questo è sbagliato.

Puo' osservare le scelte dell' individuo. Sono l' unico specchio in cui si riflette l' Anima per affiorare in superficie. Se preferisco A a B, la mia Anima dà un' indicazione di costo.

9***

La scelta è al centro della società libertaria. Nessuna proibizione: diritto di scelta e centralità dell' Anima. La società libertaria è l' unica che s' inchina e rispetta l' Anima.

10***

Chalmers lo ha spiegato: chi non crede all' Anima, crede all' Uomo-zombie. Non ci sono alternative.

L' Uomo-zombie agisce come governato da un software.

11***

Chi concepisce l' uomo come uno zombie non è interessato granchè alla scelta dell' uomo, non percepisce l' utilità sociale di un tale atto; è interessato piuttosto al software che lo governa. Una volta che l' ha ricostruito, conoscerà l' esatto "costo" delle cose e saprà se vale la pena di costruire la Scuola a cui accennavamo.

12***

Lo Stato e i burocrati sono lo strumento su cui puntano gli "zombisti". Abusare dello Stato è una loro prerogativa, anche crederlo necessario rispecchia una sottovalutazione dell' Anima.


13***

Considerare la soggettività dei costi è un buon modo per difendere la Libertà. Credere nell' esistenza di un' Anima insondabile è poi il modo migliore.


14***

Le considerazione di cui sopra seguono una rilettura in treno di "Costo e Scelta" di James Buchanan. E' bello sapere che s' ispirò ai grandi scienziati delle finanze italiani.

Matrix

Non l' ho capito.

Ma come fa a morire veramente chi muore in Matrix? Matrix non è solo un videogioco?

Quando muoio in sogno non muoio nella realtà. Non mi faccio neanche un graffio.

Riesco tranquillamente a concepire come verosimili anche le situazioni più improbabili: basta collocarle opportunamente lontano nel tempo.

Sono le situazioni impossibili a mandarmi in bestia.

Tutto il contrario la Sara, che si è goduta il film spassandosela come non mai incurante delle mie petulanti richieste d' informazione.

P.S. In realtà una spiegazione cervellotica esisterebbe. Giocare ai videogiochi ha anche ripercussioni reali: se perdo mi dispiaccio, per esempio. Cio' implica che la realtà virtuale puo' agire sul mio corpo reale. Mi deve bastare questo per spiegare il sangue che perdo sul cuscino quando inciampo e cado in sogno?

P.S. A proposito di film. Domani, in allegato ad un Foglio da 5.9 euro, esce il libro di Mariarosa Mancuso. Impagabile la prefa di Aldo Grasso anticipata sul corriere di oggi (link disponibile domani)(siccome oggi è domani, ecco il link).

Il fumo uccide. Forse.

Mi ricordo ancora della Signorina Cuorisolitari, una tipa vogliosa di "convolare" al più presto. Ma era anche una persona con la testa sulle spalle, cercava un compagno affidabile e i suoi conti li sapeva fare.

Di solito usciva il Giovedì e il Sabato, in occasione di queste serate incontrava due gruppi di potenziali consorti, i primi frequentavano la palestra, gli altri l' ambiente di lavoro.

Da fonti accurate sapeva che per conoscere un ragazzo intelligente alle feste del Giovedì, doveva approcciare uomini barbuti. Era una semplice questione di probabilità. Per le feste del sabato, invece, era bene puntare sui pelati. Barbuti il Giovedì e pelati il Sabato, gli altri venivano snobbati. Davanti al barbuto del Giovedì era tutta sorrisetti e mossettine, gelo con i glabri. Al Sabato faceva la scema con i pelati rimanendo fredda con i capelloni.

Quando fu lei ad organizzare la festa decise di invitare tutti, sia gli amici del Sabato che quelli del Giovedi. Cercò di capire se era meglio puntare sui barbutio e sui pelati ma da un rapido calcolo si accorse che solo cercando la compagnia di un capellone glabro massimizzava le probabilità di stare con una persona intelligente. Eppure erano sempre le stesse persone! Le probabilità

***

Qualcosa del genere accade ripensando agli esperimenti medici condotti sui fumatori. Quasi tutti segnalano una solida correlazione tra fumo attivo e morte. Poi, quando confrontiamo la speranza di vita dei fumatori con quella dei non-fumatori, le differenze sono irrilevanti.

Forse sui pacchetti di sigarette onestà vorrebbe si stampasse la noiosissima e illeggibile tiritera "Il fumo provoca il cancro ai polmoni", comunque meglio dell' alternativa ben poco dissuadente: "Il fumo uccide. Il non-fumo pure".

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martedì 15 dicembre 2009

Nell'era Google la qualità conviene

Google fa bene alla nostra salute mentale?

Internet banalizza la nostra cultura o la estende innalzandone la qualità?

Molti sono scettici, la conoscenza "vicina" renderebbe obsoleta la fatica del memorizzare.

Le menti ne uscirebbero più fragili e meno ricettive. Tutto si svolge solo in superficie, la sonda mentale non è più chiamata ha penetrare ed diventa impotente persino di fronte alla scorza meno resistente. L' approfondimento si rarefa' fino a svanire.

Per me questo pessimismo è eccessivo.

Google sta già rendendo e renderà la nostra cultura media sempre più estesa ed approfondita, sempre più vivace e appassionata, anche se concordo sulla rarefazione delle riflessioni impegnative.

Ma io forse non faccio testo, sono un inguaribile ottimista, in passato ho già espresso la convinzione che i nostri figli saranno migliori di noi e che l' arte e la cultura prodotte oggi sono espressioni umane più raffinate, consapevoli e scandagliate che non quelle del passato. Spero solo fosse un ottimismo argomentato.

Qualcuno potrebbe pensare che abbiamo troppo "materiale" a disposizione, siamo immersi in un blob ipertrofico che ci avvinghia paralizzandoci. Ed infatti è vero: passo oggi molto più tempo di prima a "selezionare" e "classificare" e molto meno tempo a leggere-ascoltare-guardare. Alcuni dischi ricevuti giacciono incelofanati perchè sono tutto compreso dalla stesura del prossimo "ordine" da inviare. Colgo in questo comportamento una chiara spinta verso l'alienazione del consumo culturale.

Il bello è che tutto cio', lungi dall' essere un inconveniente, potrebbe trasformarsi nel punto di forza che renderà la cultura media delle generazioni a venire più sofisticata e profonda di quella delle generazioni passate.

La chiave di volta è il teorema Alchian-Allen. Cerco ora di argomentare il mio ottimismo. Lo sapevate gli australiani bevono vini italiani di qualità mediamente superiore rispetto a quelli che si bevono in Italia? Ed è vero anche il contrario (sì, esistono anche i vini australiani). E' normale che sia così, visto il teorema Alchian-Allen. Il teorema dice che se un costo fisso si aggiunge al prezzo di due beni succedanei tra loro, aumenterà il consumo di quello qualitativamente migliore. Il motivo è chiaro: la qualità costa, e l' aggiunta di un costo fisso incide meno sul psuo prezzo complessivo, cosicché diviene più conveniente. Il costo di trasporto in Australia del vino italiano è il medesimo per alta e bassa qualità.

Il mondo di google aggiunge un costo fisso ai beni culturali: è il costo legato alla ricerca. Per comprendere meglio dividiamo il costo dell' acculturamento: costo di selezione e costo di approfondimento. Google rende disponibile una marea di roba facendo impennare il costo di selezione. Ma questo costo s' impenna per tutte le potenziali fonti. E' il motivo per cui nell'era google approfondiremo solo il materiale in media qualitativamente superiore.

Personalmente lo constato tutti i giorni: come dicevo prima, passo molto meno tempo a leggere e molto di più a selezionare, ma la bontà media delle mie letture si è impennata. Leggo praticamente solo quello che mi interessa veramente, lo leggo quindi in modo veramente partecipe e formativo.

Se decido di vedere un' opera vedo solo l' atto che mi interessa - solo l' aria che m' interessa, solo il passaggio che aspettavo - tagliando il superfluo, ovvero tutto il resto. Se ascolto una sinfonia, ascolto solo il tempo che m' interessa, solo la cadenza che attendevo al varco e non vado oltre, sarebbe tempo sprecato, sarebbe tempo buttato che in passato avrei fatto passare anche ai miei occhi per "cultura" anche se era solo noia che dovevo sorbirmi per avere cio' che cercavo. Eccetera.

Vuoi giudicare la bontà culturale del tuo vicino? Difficile farlo, ma oggi ci sono un paio di spie dal contenuto informativo non trascurabile. Guarda quanti libri lascia a metà, se sono pochi diffida. Nota quanto spesso abbandona la visione di un film; farlo raramente è un brutto segno. Nota se scorre velocemente le gallerie virtuali dei musei in rete; procedere a rilento è preoccupante. Lasciare rqramente intonso il tomo, disertare pochi film iniziati, sorvolare con riluttanza quando ci si imbatte in opere d' arte, puo' segnalare un basso livello qualitativo della propria cultura, ovvero, un utilizzo improduttivo dei nuovi potentissimi strumenti a disposizione per migliorarci.

Un ottimismo del genere non è esente da critiche: spesso il mio arricchimento culturale è stato di origine casuale. Esiste una fruttuosa serendipidy anche in queste materie, magari stai leggendo un libro noioso, ed ecco un'inattesa illuminazione. Magari vai all'unico museo del tuo paese e l'esperienza forzata si trasforma in qualcosa di unico. Ci mancherà questa fertile noia? Nell'era in cui tutto è raggiungibile ci mancherà il sogno di qualcosa di irraggiungibile? Probabilmente sì, ma questo è un altro discorso.

Ah povera mamma, che memore della guerra mi fai sempre finire tutto quello che ho nel piatto, anche l' odiato ovetto, perchè "buttare è peccato"... non hai capito che oggi tutto è potenzialmente sostituibile con qualcosa di simile e migliore...

lunedì 14 dicembre 2009

Noccioli

L' altra sera rivisto con la Sara Colazione da Tiffany.

Sempre d' impatto, specie per chi è reduce da una scampagnata a New York e non puo' sfuggire ad una certa mitologia un po' infantile.

Il nocciolo concettuale del film sta tutto nella battuta pronunciata da lui quando esce da taxi.

Il nocciolo estetico sta tutto nel fatto che lei, quando esce dal taxi per non perdere l' uomo della sua vita, in realtà dice di cercare il gatto.

Mi piaccioni i film in cui il "nocciolo" concettuale sta in una sola battuta e il "nocciolo" estetico in una sola sequenza, non fanno perdere tempo. Gli americani sono maestri.

Dicono tutti che il libro è più bello. Per carità sono voci attendibili, anche se il fatto che finisca male mi fa dubitare. Comunque non posso leggerlo, non ho tempo.

Se avete ancora meno tempo di me, anzichè vedervi il film, riascoltatevi quella battuta cruciale messa in musica in una vecchia canzone di Johnny Cash