Contro la Speranza.
... presso i Greci la Speranza era reputata fra le massime iatture, annoverata fra i vizi capitali, come attesta il Timeo. I Greci narravano la storia di Pandora, mandata dagli dèi invidiosi sulla terra, fornito d'un vaso, dono nuziale; il saggio Prometeo non la volle, l'accolse invece lo stolto Epimeteo, e aprì il vaso dal quale presero il volo tutte le sciagure dalle quali l'uomo in seguito è stato afflitto. Una volta sparsa per l'aria, chi le può più fermare? Imperverseranno inafferrabili e invincibili quante sono le malattie, le corruzioni e le disgrazie d'ogni sorta. Tuttavia, aggiunge il mito, uno dei mali restò in fondo al vaso: la speranza. Quella dipende dall'uomo, il quale, se è saggio, la tenere chiusa là dentro e inoffensiva, evitando di lasciarsene contaminare. Quanto agli antichi Ebrei, la loro lingua aveva un vocabolo che significava tutt'insieme speranza e inganno, e san Gerolamo lo tradusse genialmente illusio... Non è necessario sperare per intraprendere, né riuscire per perseverare... e quanto agli affari comuni, l'uomo adulto se li sbriga senza ricorrere alla speranza e senza farsi ridurre dalla disperazione, osservando la normale prudenza, il calcolo del pro e del contro, la più assennata congettura . I temperamenti oscillanti, infantili o effeminati, di speranza non possono fare a meno, chiedono rassicurazioni e fanno proprio l'obbrobrioso detto che il maggior peccato sarebbe il pessimismo... La speranza è la materia prima del truffatore da sempre... Se Calandrino è disposto a sperare in tutte le cose che Buffalmacco gli fa balenare, se è così assetato di rassicurazioni e di promesse, di garanzia senza avallo, di prestiti senza pegno, la truffa ai suoi danni diventa quasi un'azione di giustizia; Buffalmacco è il vendicatore della natura offesa... Non c'è quasi operazione politica che non sia, in un regime di massa, fraudolenta, poiché i partiti non espongono programmi esatti ma motti sentimentali. Non a caso si propaganda tanto la speranza, si esorta con tanta insistenza scrittori e filosofi a instillarla nei poveri cuori trepidanti: se venissero a mancare crollerebbe la catena di truffe rese ormai istituzionali. Chi vorrebbe soffrire le pene dell'organizzazione totalitaria se non sperasse di ricavarne il paradiso in terra, chi s'adatterebbe a subito l'arte contemporanea se non sperasse che la modernità sia qualcosa di umanamente necessario, provvido, uguale a ciò che allietò come stile classico o gotico o rinascimentale i suoi antenati?...