PERCHE' NON RIESCO A PREOCCUPARMI PER LE FAKE NEWS
L’unico capro espiatorio per molti: le Fake News. Non ne vale la pena di tirarle sempre in ballo, per molti motivi.
Primo, Fakes News non significa niente, le persone mettono di tutto sotto quell’ombrello, tra cui le fastidiose pubblicità pop-up, i politici che fanno affermazioni ingannevoli e giornali con un taglio politico. Ben presto si arrivati a rivolgersi vicendevolmente la stessa accusa in un dibattito confuso.
In secondo luogo, tali storie erano sì ampiamente condivise, ma mentre si gridava al complotto, il motivo principale era economico.
Poi c’è una questione legata al falso mito della loro diffusione: mentre le storie false più popolari erano condivise almeno tanto quanto gli articoli veri più popolari, questo era dovuto al fatto che i falsi fossero unici mentre le storie autentiche avevano dozzine di fonti. Uno studio condotto dagli economisti Hunt Allcott e Matthew Gentzkow ha rilevato che le Fake semplicemente non erano così ampiamente condivise, viste o ricordate come molti pensano.
Da ultimo c’è l’assunto da cui parte chi lancia l’allarme-Fake: viviamo in un mondo pieno di idioti. Di solito il Fake non cambia le nostre opinioni, ha solo funzioni consolatorie per chi coltiva certe opinioni. Non credere alla verità (tipico delle persone sane ma ideologizzate) è molto più preoccupante che credere alle bugie (tipico dei boccaloni idioti).
Conclusione: le Fake News non mettono in pericolo la democrazia quanto le draconiane risposte dei governi che si vogliono rendere utili sul tema.
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