Sul libero mercato la disoccupazione è volontaria. Essere senza lavoro è come essere senza fidanzata.
A volte però anche il libero mercato puo' produrre disoccupazione: il datore puo' trovare scorretto tagliare i salari e l' azione dei sindacati, per quanto liberi, produce politiche monopoliste.
Il governo, in questo caso, puo' riassorbire i disoccupati imponendo il taglio dei salari (magari con l' inflazione) e impedendo la formazione di cartelli ovvero di sindacati.
Il governo di solito agisce in senso opposto, per questo la disoccupazione è all' ordine del giorno.
Chi cerca evidenza empirica confronti USA e UE: nel lungo periodo il confronto è impietoso.
Tagliare i salari non deprime la domanda poiché non si tagliano risorse ma si trasferiscono al capitale.
Spesso il governo impone licenze per garntire qualità, peccato che la qualità non sembra alzarsi. Anzi, spesso si abbassa poiché le licenze impediscono l' innovazione. Quando si alza si alzano anche i prezzi e il gioco non vale la candela.
Il mercato garantisce qualità tramite reputazione, garanzie e processi per frode.
La storia standard è questa: prima si lavorava in condizioni pietose poi sono arrivati governo e sindacati risolvendo i problemi.
Nulla di più falso.
Le condizioni del lavoro sono sempre state legate alla produttività. Il miglioramento è dunque dovuto agli innovatori.