Per discriminare meno è necessario discriminare di più.
Come? Non capite?
E' possibile discriminare meno le donne discriminando di più tra le donne.
Questa semplice verità mi suggerisce un paio di considerazioni.
1. L' ambiente sociale che più nuoce alla discriminazione di gruppo è quello che massimizza la discriminazione individuale. La società libertaria crea proprio un ambiente del genere, ma guarda un po'. Peccato, se il pensiero femminista non avesse una chiara filiazione marxista, forse ci sarebbe una speranza.
2. Molte femministe, forse soggiogate dal mito della sorellanza, negano che la loro lotta sia condotta contro altre donne. Lo dicono pensando di esprimere un' opinione. Peccato che qui, trattandosi di un problema logico, le opinioni contino poco.
Sono stato un po' ermetico? Sì.
E allora spero soccorra l' elegante didascalia di Katja Grace in merito.
Alcuni corollari di Katja:
If you want to increase respect toward a minority group, do not ‘raise awareness’
Attempting to correct anti-female sexism often employs anti-female sexism.
Attaccare i comportamenti maschilisti additando un influsso culturale ci mette nell' imbarazzante condizione di dover condannare qualsiasi "influsso culturale".
Attempting to correct an inequality with affirmative action may increase the appearance of discrimination.
Insomma, se non si fosse capito, per impostare il problema in modo rigoroso, consiglio il blog di Katja.
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A proposito di "se non ora quando"... forse questo è il post ideale per rendere omaggio a Roberta Tatafiore e Michi Staderini, le due donne che, in passato, ponendo un robusto argine, hanno impedito al femminismo italico le derive moraliste di quello americano. Un argine che oggi mi sembra saltato.