mercoledì 3 febbraio 2010

Come leggete i libri?

Se è per questo anch' io ho smesso da tempo di leggere come prima cosa la Prefazione.
Sarà per preservare il virginale incontro con la scrittura d' autore in modo che sgorghi spontaneo un giudizio personale incontaminato...
...sta di fatto che ora le leggo..."durante".
Il "durante" non è sempre facile da definire.
Ci provo: non appena mi accorgo che la valutazione si va consolidando, che gli occhi subiscono una panne problematica, che il testo ha un momento di stanca...zac, ci infilo un pezzo di Prefazione.
Così, come diversivo. Così, come sorbetto. Così, tanto per cambiare aria aprendo porte e finestre.
Con questo modo di leggerle, a pezzi e bocconi, non voglio certo svalutarle.
Per non lasciare dubbi dirò che alcuni libri, in passato, gli ho acquistati o presi in prestito solo per le Prefazioni.
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Ora che sono partito a pensarci mi vengono in mente altre modalità attraverso cui i libri "mi leggono".
Di solito si fanno impugnare mettendomi supino, poi, oplà, mi girano pancia sotto. Tempo dieci minuti e siamo in posizione "alla romana" (fianco sinis'-sinis').
Terminata una rotazione completa si riparte con la schienata iniziale e via, verso una seconda serie di posture.
Dopodichè la seduta viene dichiarata sciolta e sono finalmente libero di dedicarmi ad altre attività.
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Recentemente mi sono ribellato imparando a non finire i libri che non lo meritano. E che cavolo!
E' stata una conquista di civiltà anche se non priva di inconvenienti. Figuratevi che avevo abbandonato Faulkner, autore per cui oggi ho aperto un fan club.
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Ho notato che sia Rossella che De Mauro consigliano la "lettura lenta". Unisco entusiasta la mia voce a cotanto coro dichiarandomi un sostenitore di questa pratica.
Attenzione però, la lettura in surplace non è un dogma.
Meglio riservarla ai territori inesplorati, quando non sai chi hai di fronte, quando cammini sotto un cielo senza stelle.
Poi, dopo aver fermato l' oriente, si puo' procedere impostando una velocità di crociera. Ogni autore ha la sua.
La lettura rallentata non è nemmeno uno scherzo, ci vuole molto self control.
Quante volte sono partito con tutte le migliori intenzioni ma poi - sarà stata l' ansia di sciogliere qualche nodo, la curiosità di districare il plot, la seduzione del libro successivo o parallelo - mi ritrovavo lanciato a razzo, comprensione nulla, occhi spremuti...praticamente una tortura autoinflitta.

 

Ci si puo' aiutare con il podcast.
Il podcast ti cala nel contesto, ti fornisce una bussola, ti schiarisce la storia, almeno nei suoi snodi principali.
Con queste premesse puoi permetterti il lusso di calarti appieno nella pagina saggiandone fino in fondo tutti i ghirigori.
L' aggressione compulsiva, o frenetico/consumista, al libro è il nemico che la lettura "lenta" vorrebbe sgominare.
Darsi dei limiti facendosi legare al palo come un Ulisse, costituirebbe una strategia alternativa.
Io, per esempio, non avendo nobel da consegnare, mi dedico solo ad autori defunti. Le tentazioni sono forti, le trasgressioni non mancano e non so se durerà.
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Solidarizzo con i lettori da treno.
Aggiungo una locazione affine. I freddi marmi della Stazione Centrale mentre attendi coincidenze che non coincidono.
Almeno finchè i barboni più smandrappati non entrano in frizione (accade puntualmente all' ora X), in questi casi attaccano a ruzzare ed inveire biascicando. Cosa fai? Chiudi il libro, fai finta di niente, ti alzi zufolando e teli.
Altra piaga per la concentrazione sono gli audacissimi piccioni che ti stringono d' assedio reclamando una briciola dei tuoi preziosi krek.
Degli annunci continui (dlin-dlon), non mi preoccupo. Riesco a relegarli in un vicolo cieco del cervelletto in fondo a destra (è un po' come il cestino di Window). Lì non disturbano.
A meno che non mi venga il dubbio atroce (con paturnia allegata) che il treno soppresso sia proprio il mio!?
Ti precipiti nel cervelletto in fondo a destra ma non riesci a ripristinare nulla di intelleggibile. La fronte s' imperla, meglio fare l' orecchia alla pagina e andare ai monitor azzurrini.
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Chiudo con una nota di realismo impudico affrontando l' ineludibile tema della Salle de Bain.
Ogni volta che mi rilasso sulla maieutica seggetta il mio QI s' impenna. Come non approfittarne?
Per letture "volanti" del genere privilegio la lirica. In alternativa aforismi o monografie della Taschen.
In quella sede quando il reading è maturo lo capisci subito. C' è sempre un momento in cui l' interesse per il verso/epigramma/immagine "frana".
Allora tiri lo sciacquone e arrivederci alla prossima.