lunedì 2 marzo 2015

Catechismo per meta-atei


E se la secolarizzazione del mondo moderno fosse sopravvalutata?
Alcuni autori pensano che la sua forza ci appare irresistibile perché sopravvalutiamo la religiosità nelle società passate (c' era molta forma) e sottovalutiamo quella presente (nel privato c' è più sostanza di quanta ne appaia).
Così come esistono i meta-credenti, ovvero coloro che affollano le Chiese senza credere sul serio, può darsi che esistano anche i meta-atei, ovvero dei credenti inconsapevoli, e chissà che anche qualcuno di loro non si salvi.
D'altronde, è detto che esistono "vie speciali" attraverso cui salvarsi pur posizionandosi fuori dalla Chiesa.
L'argomento è delicato in quanto parecchio "indeterminato", in merito si spende  solo qualche vaga parola a cui è difficile assegnare un contenuto specifico.
Forse quando la dottrina andrà chiarendosi su un punto tanto cruciale avremo uno spiraglio anche per il meta-ateo.
In genere il meta ateo si reputa un tipo moderno, ama vedere se stesso come un erede dei "lumi", come qualcuno che si affida alla ragione anziché alla superstizione.
Ebbene, chi tra i credenti giudica l' Illuminismo come una pallida eresia del Cristianesimo - e siamo in tanti - sente anche una certa vicinanza con il meta-ateo, peccato poi che quei capriccetti così fisiologici tra cugini primi finiscano per rovinarne l' ineluttabile abbraccio scavando un fossato più apparente che reale.
Il cattolico dovrebbe sempre muoversi avendo in mente i due pilastri dell’ evangelizzazione: 1) fare molti figli (sono il nostro futuro e in famiglia l’ ideologia fluidifica senza resistenze), 2) rivolgersi alle élite (l’ ideologia si propaga sempre dal centro alla periferia). Ebbene, meditando sul secondo pilastro  capiamo l’ importanza di un catechismo per meta-atei: gli atei sono sovrarappresentati nell’ élite di un paese avanzato.
D' altronde, sono gli stessi cattolici che intervenendo sugli  argomenti più dibattuti, di solito in tema di dottrina sociale, amano far precedere le loro parole da espressioni del tipo: "userò solo argomenti laici... qui la fede non c' entra", "farò appello unicamente alla ragione dell' uomo". Dopodiché, per consolidare le loro tesi, amano citare a sostegno soprattutto autori dalla fede dubbia, meglio ancora se atei o agnostici.
Ebbene, la mia tesi è che il ventaglio di argomenti inerenti alla fede in cui è lecito "usare solo ragioni laiche", in cui siamo autorizzati a "fare appello alla ragione dell' uomo" risulta incredibilmente vasto e va molto oltre quelli angusti relativi alla dottrina sociale. Insomma, il dialogo con il meta-ateo puo' andare ben al di là della discussione sulla natura del feto.
C' è tutto un territorio  di convergenze possibili semi-inesplorato (o da riscoprire). Immagino che il meta-ateo, per avere concrete opportunità di salvezza, debba per lo meno aderire ad alcune verità che vorrei considerare come il suo Catechismo minimale.
Non voglio con questo dire che il catechismo del meta-ateo debba essere diverso da quello ortodosso ma solo che darà risalto ad alcuni aspetti che sarebbe inutile enfatizzare se a leggere fosse il tipico credente tutto d'un pezzo, in fondo muto solo il gergo senza che cio' intacchi i concetti di fondo.
Riconoscersi cristiani non è facile, è un impegno che porta via un sacco di tempo: tra il lavoro, la famiglia, gli hobby, lo spazio che concediamo a questa scoperta è talmente limitato che uno rischia di essere potenzialmente un discreto credente senza accorgersene.
Qui cerco di facilitare l'agnizione liberando alcune verità della fede dal gergo teologico in cui sono intrappolate. La mia speranza è di non storpiarle e la mia convinzione è che si possano ricondurre al senso comune e quindi all'adesione di una platea più vasta rispetto a quella dei credenti.
Questa premessa farà suonare molti allarmi visto che di solito un discorso con questi accenti anticipa eresie provocatorie pronunciate con la tipica postura dell' Autore à la page. Mi auguro vivamente che in questo caso non sia così, d'altronde non mi sento di buttare insieme alle eresie una premessa in sè valida.
Di seguito ho fissato una cinquantina di punti ciascuno dei quali meritevole di ben altro sviluppo, in effetti ho preferito privilegiare la quantità alla qualità. Alcuni non sono nemmeno in linea con l'ortodossia vigente, altri in palese contrasto (vedi quello sul Diavolo). Pazienza, si tratta solo di suggestioni, l' importante è che sia chiara l'intenzione di fondo, dopodiché le  correzioni di rotta sono sempre possibili.
conversione_di_San_Paolo

  1. Dio. Il discorso è  lungo, e un pezzo è qui. In sintesi: il miglior modo di giungere a Dio è la ragione probabilistica, una strada che sembra spianata apposta per l' ateo tutto cervello. In seconda battuta, per gli atei allergici ai ragionamenti (e sono parecchi), si propone di tornare alla mentalità infantile: siamo nati per credere, non c' è niente di più semplice e positivo da fare. Si richiede solo di disincagliarsi da quel sarcasmo che l' ateo reputa sommamente "adulto" oppure dall' adorazione, che io credo sommamente infantile, di una Scienza compresa a metà.
  2. Chi definisce come "insensata" l'ipotesi teista dovrebbe come minimo proporre la sua alternativa per facilitare un giudizio comparato (magari si accorgerebbe quanto queste alternative risultino all'apparenza almeno altrettanto strampalate). A dir la verità non mancano, eccone alcune:
    1. Ipotesi Feynman: esistono infiniti universi, cosicché il fatto che esista anche il nostro non è un caso straordinario e inspiegabile.
    2. Ipotesi Tegmark: l' universo è un'entità matematica (e quindi eterna). La matematica non descrive l'universo, la matematica è l'universo.
    3. Ipotesi Smolin: la legge dell'evoluzione si applica anche alle leggi della fisica, cosicché le attuali leggi sono solo un pacchetto tra i tanti possibili.
    4. Ipotesi Hawking: l'universo origina da un salto quantico, è quindi una fenomeno casuale.
    5. Ipotesi Einstein: ovvero ipotesi panteistica: l'universo ha un'unica anima di cui noi facciamo parte.
    6. Ipotesi Nietzsche: (padre dei relativisti): l'universo è un prodotto della mente del "superuomo" che lo ha costruito così e avrebbe potuto costruirlo diversamente.
    Chi crede pensa semplicemente che l'ipotesi teistica sia più probabile, e non importa quanto appaia "strana" a chi la considera in modo svincolato dalle sue rivali.
  3. Nati per credere? In un senso banale è ovvio che tutti noi siamo nati per credere: lo scetticismo è giusto un' esibizione leggermente narcisistica di intelligenza. In un senso più specifico noi non siamo nati per credere in Dio ma per adottare alcuni concetti che ci conducono facilmente all' idea di Dio. Esempio: il bambino è particolarmente appagato delle "spiegazioni personali" (perché è successo X? Perché l' ha voluto Y). Nel bambino la "spiegazione personale" domina su quella "meccanicistica". Ebbene, il teismo è una "spiegazione personale". Successivamente, le spiegazioni meccanicistiche soppiantano quelle personali, specie in chi si appassiona alle scienze, tuttavia queste ultime non spariscono dalla nostra vita, anzi, restano maggioritarie ("perché ho alzato il braccio? Perché l' ho voluto!").
  4. Relativismo. Alcuni meta-atei allergici ai ragionamenti sembrano anche poco propensi ad una fede in accordo con gli istinti primari dell' uomo: "ci provo ma non ci riesco proprio a credere". Francamente non penso che le cose stiano in questi termini, non abbiamo affatto perso i nostri istinti primari, penso piuttosto che molti non mostrino curiosità per una "Teoria del Tutto", rimasta ormai appannaggio di scienziati e teologi. Per molti dare un fondamento alle proprie azioni non è così imprescindibile, forse il mondo moderno è talmente ricco di distrazioni che la vacuità del nostro agire non ha mai il tempo di emergere chiaramente e presentarsi ai nostri occhi: il relativismo non è che una forma di costipazione.  
  5. Religione: solo pronunciare questa parola fa venire le bolle a molti atei. Si rilassino, sono lecite definizioni dalla disarmante semplicità: è religioso l’ uomo che ordina il suo pensiero in modo che taluni concetti siano più importanti di altri. In questo modo si costruiscono gerarchie concettuali dotate di un vertice (valori non negoziabili). Sono sicuro che alla luce di questa definizione molti atei saranno disposti a definirsi “uomini religiosi”, per esserlo, infatti, non è necessario credere in un dio, il buddismo, per esempio, è una religione ma non ha un dio. Lo so, esistono definizioni alternative che tirano in ballo la trascendenza e la metafisica, ma si tratta di vie problematiche per almeno due motivi: 1) esistono culti privi di trascendenza (confucianesimo, tradizione Pali) che comunemente consideriamo religioni e 2) la scienza fa ampio uso di concetti trascendenti (numero, mente, causa... fino alle realtà non osservabili introdotte dalla chimica di Dalton in poi). L'uomo è un essere essenzialmente religioso, per non esserlo dovrebbe essere nichilista, il che capita raramente.
  6. Religione. un'altra definizione, forse più tradizionale: la religione ci fornisce un credo e una prassi promettendoci felicita sia prima della morte che dopo. In questo senso si ripristina la differenza con l'ideologia, che si occupa solo della felicità in vita. 
  7. Spiegazione "personale". Quando dobbiamo fornire la spiegazione di un evento possiamo puntare sul meccanicismo o su una spiegazione personale. Il teismo è una teoria del tutto fondata su una spiegazione personale: il mondo si spiega perché una persona l' ha creato. Dice: "ma come si fa nel terzo millennio a violare impunemente il principio di causalità materiale credendo ancora che esistano degli atti liberi?". E' un dubbio che appartiene a molti atei che, se pensano al libero arbitrio ne riconoscono l' esistenza, ma poi quando pensano alle leggi ferree della scienza si ritraggono intimoriti. Bè, da quando sono state scoperte le leggi della meccanica quantistica anche la scienza ha cessato di credere alla legge di causalità, non che la meccanica quantistica e il libero arbitrio abbiano niente a che fare tra loro ma se il vostro timore è quello espresso più sopra potete tranquillizzarvi. E poi il libero arbitrio lo si constata osservandolo in noi stessi, se si negasse valore alla semplice osservazione si negherebbero le basi della scienza, se l' osservazione non vale in questo caso allora non vale nemmeno per la vista, l' udito eccetera. Insomma, la legge di causalità spiega molti fenomeni ma durante la nostra giornata io incontro molti più fenomeni a cui si attaglia la spiegazione personale.
  8. Agnosticismo. Molti atei sembrano temere la parola che li definisce e così con un soprassalto di umiltà preferiscono dirsi agnostici (e taccio di quelli che addirittura che per pudore si dicono "laici"). In un certo senso li capisco visto lo spettacolo indecoroso di alcuni loro correligionari ma se cerco una reale differenza ho problemi. Costoro, infatti, pensano così: ho raccolto qualche indizio dell' esistenza di Dio ma non lo trovo sufficiente per credere, così mi astengo. Ma questo è l' esatto ragionamento che fa l' ateo militante, salvo trarne le conseguenze più coerente: non "mi astengo" ma "non credo". Invito quindi questi agnostici ad affrontare le loro paure (nonché le etichette sociali" e quindi a fare il loro passo, nella speranza che sia un passo verso la fede.
  9. Great divide. Dirsi "credente" è impegnativo, vieni subito etichettato e spesso non si tratta di definizioni piacevoli, se ti va bene sarai visto come un superstizioso. Eppure è arduo pensare che il great divide passi tra credenti e non credenti, a volte c' è più differenza tra chi crede nella verginità della Madonna e chi nicchia che tra credenti e atei. Non lasciatevi spaventare dalle convenzioni sociali, concentratevi su un great divide più significativo rispetto a quello consueto, un atteggiamento del genere potrebbe aiutarvi a fare il primo passo, ovvero a dire "Dio esiste", affermazione che ha veramente poco a che fare con la superstizione.
  10. Incarnazione. Un fenomeno all' apparenza incomprensibile ma poi, quando ci si pensa meglio: cosa dobbiamo aspettarci dall' amante una volta che constata la sofferenza dell' amato? Che si avvicini a lui, che spartisca con lui la pena. Ecco, ora l' incarnazione ci appare come la scelta più sensata.
  11. Richaard Swinburne introduce all'incarnazione:
    • Perché l'Incarnazione? Un Dio che ama vuole condividere il dolore e i limiti della sua creatura, vuole stargli vicino nel momento del bisogno...
    • Come può un padre volere che suo figlio soffra? Spesso un genitore tollera e decide x la sofferenza del figlio se dietro c'è un bene maggiore. Per esempio: voglio che mio figlio vada a soldato x il bene della comunità...
    • Ma come può una xsona sdoppiarsi? Come può una xsona avere una doppia natura (umana e divina)? Freud ci ha insegnato l' esistenza della doppia xsonalità. In qs modo Dio può creare un sè incarnato con sue credenze particolari e separate da quelle generali, puo' farlo senza sopprimere la personalità generale. Dio nn si limita ma opera in dimensioni differenti...
    • Può Gesù fare del male? No, è umanamente xfetto. Perchè mai Dio nn dovrebbe incarnarsi in un uomo xfetto? Detto qs., per quanto agisca sempre in modo inappuntabile, vive comunque le sue paure e le sue angosce in modo da essere così più prossimo alla sua creatura. Anche lui è soggetto a tentazioji a cui può cedere ma che vince nella sua libertà...
    • Il Dio incarnato a tratti xde la coscienza di essere Dio e sente la sua debolezza. È un'esperienza nn insolita nemmeno per noi, riusciamo a capirla bene: la paura ci fa dubitare delle ns. doti anche quando sappiamo con certezza di possederle. Qs nn significa che Dio xda la sua onniscienza, semplicemente l'articola in varie dimensioni...
    • Per i cristiani il Dio incarnato è il Figlio (seconda persona della Trinità) incarnato. Detto ciò il Figlio esiste cmq anche prima della sua incarnazione. Implicazioni: l'unigeneticità del figlio è compatibile con una pluralità di incarnazioni, sia in qs mondo sia nei mondi marziani...
    • Anima. Per Platone è una parte della persona che la distingue dalle altre. Può essere pensata anche separatamente da quella xsona. Per Aristotele è una forma, un modo di pensare della xsona stessa e nn può essere pensata a prescindere dalla xsona (immanentismo). Qs ultima concezione è più idonea al caso di Gesù che come persona già esisteva...
    • Dottrina: Gesù nasce dall'unione dello Spirito Santo con una Vergine, cosicché il Messia non ha un padre umano? Perchè? Perché avere due "genitori" del genere simboleggia il suo essere uomo/Dio...
    • Ascensione di Gesù: simmetria con la nascita miracolosa..
    continua
  12. Il Messia. Dio padre manda suo Figlio al macello, vi sembra giusto? E' questo un Dio buono? Un padre buono non sacrifica il figlio. Non è sempre così, pensate al caso di una guerra e di una coscrizione non obbligatoria per i soggetti da 18 a 21 anni soggetta al veto del padre. Un padre buono potrebbe anche scegliere di non porre il veto, magari perché ritiene quella guerra decisiva per le sorti dell' umanità e l' atto del veto come un atto egoistico. oppure si pensi a quel padre che chiede ai figli di rinunciare alla discoteca per aiutare la vicina malata a far la spesa. Costui è un padre egoista che sfrutta i figli o un padre buona che educa la prole ai valori più elevati?
  13. La Scrittura. Il non credente trova decisamente assurdi molti passaggi scritturali, così come trova improponibile la lettura che il fondamentalista ne fa. A costui bisognerebbe ricordare di contestualizzare storicamente la descrizione degli eventi ma soprattutto bisognerebbe ricordare che noi vediamo le verità ultime come attraverso uno specchio; molte descrizioni sono quindi solo un' immagine del vero. E' nostro compito interpretare queste immagini per avere un' idea la più fedele possibile dei concetti legati alla fede cristiana. Molto di cio' che risulta ostico al non credente si dissolve una volta che si approfondisce la metafora sottostante.
  14. Giudizio universale - La responsabilità individuale sta alla base dell' individualismo moderno, anche per questo alla maggioranza di noi non dovrebbe essere difficile accettare un concetto come quello di Giudizio Universale. Oltretutto la fede nel Giudizio Universale ci libera dalla superstizione del Giudizio Terreno che si terrebbe, che ne so, nelle aule di qualche tribunale con piemme superstar.
  15. Giudizio universale. E' giustificabile per chi distingue tra giustizia e male. Ci sono dei mali che non implicano dei colpevoli, ovvero un' ingiustizia da sanare. Ecco allora che di questi mali si tiene conto in sede di Giudizio universale. Se le mie facoltà cognitive sono limitate la cosa non verrà tenuta in conto nel giudizio mondano, un omicida, per esempio, è tale a prescindere dal suo QI, ma la cosa verrà soppesata nel giudizio universale. 
  16. Giudizio Universale: serve perché noi non sappiamo chi ha fatto veramente del bene al prossimo: ai poveri ha giovato più Norman Borlaug (fautore della rivoluzione agricola) o Madre Teresa?
  17. Genesi. Adamo è stato il primo uomo? Difficile pensarlo. La Genesi puo' però essere interpretata come un libro allegorico che ci propone una metafora in grado di comunicarci verità importanti che riguardano la nostra vita, come per esempio che siamo uomini liberi di scegliere, per quanto condizionati, che il nostro male deriva dalla nostra libertà o comunque dalla libertà dei nostri simili.
  18. Apocalissi. Anche l'Apocalissi è scrittura allegorica o comunque metaforica, ci comunica che la vita quaggiù ha un termine. E la "fine del mondo"? Puo' essere interpretata nel senso che ho detto, in alternativa farei notare che anche la ragione ci offre diversi argomenti per credere che la fine del mondo sia vicina: il nostro universo è verosimilmente pieno di pianeti simili alla terra, e quindi anche di civiltà superiori alla nostra; perché queste civiltà non si mettono in contatto con noi? Probabilmente sono collassate, probablmente quello è il destino di ogni civiltà. Probabilmente esiste un momento critico (grande filtro) difficile da attraversare indenni. Ma noi siamo lo abbiamo attraversato? Siamo prima o dopo il grande filtro? Un elementare calcolo probabilistico ci dice che siamo immediatamente prima, ovvero nel punto in cui la vita sul nostro pianeta è più rigogliosa prima del collasso: è quello il momento in cui è più probabile esistere.
  19. Provvidenza - Dall' "ordine spontaneo" alla "mano invisibile", l' uomo moderno ha riciclato in vari modi il concetto di "Provvidenza". Il fatto è che risulta insensato affrontare la complessità del mondo con una programmazione ferrea, qualcosa ci sfuggirà sempre poiché la conoscenza è dispersa e non concentrabile in un unico progetto. Non resta allora che saper trattare l' imprevisto affidandosi alle poche leggi che governano il caos, inutile opporvisi redigendo progetti meticolosi. L' "ordine spontaneo" con cui l' uomo moderno affronta la complessità emerge naturalmente e anonimamente senza un responsabile; superfluo far notare quanto questo processo descritto dai più grandi scienziati sociali della modernità echeggi il concetto di Provvidenza.
  20. Peccato originale - Viviamo in un mondo con risorse limitate, è l' assunto della modernità. Se l' aspirante credente si trova a disagio pensando al "senso di colpa", che accetti almeno i suoi limiti, un riconoscimento in tal senso è più che sufficiente per penetrare il concetto teologico di peccato originale.
  21. Peccato originale - Lewis lo considerava il concetto della teologia cristiana che presenta l' evidenza empirica più sontuosa. Puoi interpretarlo così: la tendenza dell'uomo a violare norme che ritiene giuste (predicare bene e razzolare male. C'è poi la teoria del peccato originale che indaga sulle sue origini e le rintraccia nella libertà umana: i nostri padri hanno sbagliato e sono stati giustamente puniti. Penso che la ricostruzione possa quadrare con i valori del nostro buon senso attuale: anche noi ammettiamo come giusto che taluni errori dei padri abbiano conseguenze sui figli: se mio padre sbaglia un investimento, l'eredità che mi spetta sarà probabilmente meno cospicua. Non ha senso gridare all'ingiustizia, è corretto che sia così.
  22. Peccato originale. Possiamo approssimare questa dottrina a quella del "legno storto": l'uomo ha delle tare che appartengono alla sua natura. Chi vi si puo' opporre? Giusto chi ritiene che l'uomo non abbia una natura, ma la dottrina della tabula rasa è in declino. Oppure i roussuniani, ovvero chi crede nel mito del buon selvaggio: l'uomo è originariamente buono ma poi la cultura lo ha corrotto.
  23. Peccato originale. Secondo hal Herzog: pensare come un animale ci rendeva cacciatori migliori ma anche più empatici nei confronti della nostra preda. Tutto cio' era un elemento dilaniante della nostra psiche
  24. Libertà - C' è chi si fa spaventare dal concetto di libertà proposto dai cristiani, in effetti è concettualmente distante da quello moderno. Ma che problema c' è? Basta sostituirlo con quello di felicità e tutte le tessere del mosaico tornano al loro posto. Per il cristiano è libera la creatura che segue il suo fine, per noi moderni, al contrario, la libertà è un metodo per rintracciare sperimentalmente il nostro fine, tuttavia possiamo tranquillamente concordare sul fatto che se "una creatura segue il suo fine" è più felice. Difficile esserlo sbagliando strada. 
  25. Albero della conoscenza... - Nella vulgata liberale l' abuso della conoscenza è l' errore più grave anche nel mondo moderno. Le cose sono più complicate di quanto le facciamo e l' errore più comune è quello di credere di padroneggiare tutto.
  26. Poveri di spirito: la fiducia, merce rara di cui la modernità è assetata, si costruisce anche con l' apporto di una certa povertà di spirito.
  27. Poveri di spirito - L' umile del Vangelo - Gesù in primis - non spreca energie per difendere il suo status e la sua immagine e così facendo ne fa risparmiare agli altri; se prendessimo esempio da lui, quanta invidia eviteremo, quante risorse potremo indirizzare verso scopi più fruttuosi.
  28. povertà evangelica: la cultura dei poveri e quella dei ricchi sono diverse. la prima serve ad arricchirsi, la seconda a godersi la ricchezza. in questo senso evviva i poveri. vedi robin hanson vedi qui: http://broncobilli.blogspot.it/2016/05/evviva-i-poveri.html
  29. Fine del mondo. Ascoltando il Santone che proclama l' imminente fine del mondo con accenni millenaristi scatta l' ilarità. Eppure le riflessioni più pacate e razionali sul futuro del nostro pianeta confermano - sempre in termini probabilistici - una fine vicina. Insomma il dibattito razionalista sul paradosso di Fermi e il Grande Filtro giunge a conclusioni apocalittiche.
  30. Paradiso/Inferno - Una vivida immagine della nostra responsabilità, ovvero di un' architrave delle società contemporanee.
  31. Inferno: c' è chi si è turbato per una pena tanto dura. Esimi giuristi hanno addirittura affermato che non è "costituzionale". La mia impressione è che in questi casi la profonda comprensione del diritto non sia accompagnata da una altrettanto valida comprensione della teologia. L' Inferno è un luogo fuori dal tempo nonostante le immagini che ce ne diamo. Se dovessimo davvero trasporlo nel tempo allora dovremmo immaginare i dannati come eterni recidivi. Ecco, una volta tradotto in termini rigorosi l' Inferno, una volta immaginati i dannati per quel che sono, l' immagine dell' Inferno non solleva più obiezioni gravose.
  32. Inferno vuoto. Qualche teologo sostiene che la misericordia di Dio è talmente sovrabbondante che l' inferno è necessariamente vuoto. Il che porrebbe qualche problema considerando che dio, oltre che misericordioso è anche giusto. Ma c'è anche un'altro punto di vista per inquadrare il problema, e consiste nel porsi la domanda "chi viene giudicato?". Chi dà grande rilievo alla formazione del cristiano nella sua comunità spesso arriva a dire che la comunità forgia l'individuo. La forza di tale affermazioni arriva a far dubitare che sia l'individuo a dover essere giudicato per cio' che compie: se le sue scelte dipendono infatti da come è stato forgiato, in questo caso è la comunità la responsabile istanza delle sue azioni, non ha senso giudicare l'individuo separatamente dalla comunità a cui appartiene. Ma se a giudizio divino si sottopone la comunità, allora crescono le probabilità che l'inferno sia vuoto (almeno 50% considerando la comunità cristiana come un corpo unico). Ecco allora che l'ipotesi dell'inferno vuoto presenta almeno due difficoltà: 1) è difficilmente compatibile con l'assunto di un dio giusto e 2) è difficilmente compatibile con la responsabilità individuale delle persone.
  33. Inferno e Paradiso graduati. Mi risulta difficile pensare che nell'Inferno tutti soffrano alla stessa maniera così come, simmetricamente, in Paradiso tutti godano alla stessa maniera. Su questa terra acquisiamo meriti e colpe in quantità diversa. Un po' come a scuola: ci sono i sufficienti e gli insufficienti, poi però ci sono i 2 e i 5, così come ci sono i 6 stiracchiati e i 10.  Per me è più facile pensare ad un Inferno dantesco, coi gironi, così come ad un Paradiso altrettanto graduato.
  34. Povertà evangelica. L' esaltazione della povertà e la condanna della ricchezza che ricorre nei Vangeli crea imbarazzo nella mentalità contemporanea. In realtà crea imbarazzo anche in me e non so come uscirne. Forse il "ricco" dei Vangeli è semplicemente il disonesto, un tempo non ci si arricchiva producendo ma rubando al prossimo. Oppure il ricco è il superbo che si contrappone al "povero di spirito" di cui sopra. Tuttavia puo' darsi che non ci sia rimedio: la scrittura condanna la ricchezza; in questo caso, se non si vuole cadere nel pauperismo, è la Chiesa chiamata a sovvertire l' insegnamento, soluzione non nuova (vedi sotto il precetto della "sottomissione ai mariti"). In ogni caso, arduo problema.
  35. Povertà evangelica. Si puo' coniugare con il lusso se per lusso s'intende la bellezza del mondo. Desiderarla, farsi animare da essa è più che legittimo. Gesù compie il suo primo miracolo con il vino di Cana. Ma perché si deve bere vino e non acqua? L'acqua è la vera bevanda dei poveri! Eppure Gesù legittima il lusso del vino, anzi, ritiene sia necessario che non manchi. Per una giustificazione del lusso come bellezza vedi don Giussani: se non ti abbeveri alla bellezza non potrai mai aiutare il tuo prossimo a cui manca il necessario. E' la bellezza che ci dà il gusto di vivere https://www.youtube.com/watch?v=X_ORO-hVnJE
  36. Povertà evangelicaThere's also Mises' point that New Testament "communism" was only a communism of consumption goods, not the means of production.
  37. Povertà della Chiesa. Il problema non sono i soldi che si posseggono ma come si usano. Non attaccamento al denaro, non farne un idolo
  38. Povertà evangelica. La ricchezza non andrebbe troppo demonizzata da chi ama i poveri e vuole aiutarli, per almeno due motivi: 1) essere ricco ci consente di aiutare i poveri 2) vivere da ricchi ci consente di aiutare i poveri; di solito ci concentriamo sul primo punto ma il più importante è il secondo: l'aiuto senza inclusione è miope. https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=5403547194390425363#allposts
  39. Il giovane ricco. Gesù disse al giovane ricco di dare. Con queste parole pone un dovere. Perché non disse ai poveri di prendere? Avrebbe anche potuto dire loro così? Perché no?
  40. Tosato su Vangelo e povertà:
    1. Il progetto sociale di Gesù è piuttosto inquietante
    • indifferenza per il sostentamento
    • astensione dal lavoro
    • rinuncia all' accumulo
    • liquidazione dei risparmi
    • rottura dei rapporti familiari
    • affidamento alla provvidenza e alla speranza nel Regno
    1. Nel Nuovo Testamento la ricchezza è condannata in più punti. Come reagire?
    • con il buon senso: non farsi schiavi della ricchezza
    • storicizzando: nessuno abbandonò sul serio le sue ricchezze
    • introducendo un doppio standard: certe rinunce riguardavano solo gli iniziati
    • franca ammissione di irriducibilità
      1. Il punto più importante è l' ultimo: ammettere l' esistenza di un problema base di incompatibilità tra etica dei Vangeli e capitalismo.
      2. Gesù sembra adoperarsi per distruggere l' ordine sociale senza costruire alcunché
      3. Come riabilitare l' insegnamento di Gesù?
      • Interpretare il suo messaggio ricorrendo a esegesi (interpretazione nel contesto) ed ermeneutica (traduzione in altri contesti)
      • Gesù era un apocalittico e le norme che introduceva erano transitorie e dettate dall' emergenza dell'imminente apocalissi.
      • Il Regno incombente era, secondo la cultura ebraica, un regno materiale e la rinuncia alla ricchezza accumulata in un sistema ingiusto si traduceva in un oculato investimento in vista dell' avvento di un nuovo ordine più giusto.
      1. Il rapporto tra Gesù e ricchezza va rivisto alla stregua del rapporto tra i coniugi nel matrimonio, ovvero attraverso una reinterpretazione che adatti lo spirito con cui certe norme furono scritte alla realtà contemporanea. 
      2. La dottrina sociale della Chiesa oggi: opporsi all' economicismo (economia come fine) per promuovere l' uomo come fine. Alternativa: puntare su un problema concreto, la diminuzione della povertà nel mondo.
      3. Giustificazione del profitto: 1) assolve al comando di fecondare la terra (presente anche nel Nuovo Testamento nella parabola dei talenti e in quella del fico), 2) realizza la solidarietà. E' possibile una solidarietà senza intenzione? Sì: vedi beatitudini ("avevo fame e mi avete dato da mangiare", "ma quando ti abbiamo visto affamato, Signore?"). Detto questo un imprenditore puo' anche fare il suo lavoro consapevole dei benefici che apporta.
      4. Giudizio Universale: serve proprio perché noi non sappiamo chi ha fatto veramente del bene: Norman Barlaug ha giovato più di Madre Teresa?
      5. Regola aurea. E' l' unico precetto etico chiaramente formulato nei vangeli. E' una norma astratta che supera il test kantiano, una regola generale ideale per una società di mercato.
      continua
    • Esegesi. Richard Swinburne sull'interpretazione dei testi sacri
      • I criteri per interpretare il Libro...
      • Problema: l'antico testamento contiene molte falsità: il mondo nn è stato creato in 6 giorni...
      • La Bibbia è un libro composto da diversi libri di diverso genere: poesia, filosofia, storia, ecc. L'interpretazione del messaggio dipende dal genere del libro...
      • I libri storici, per esempio, vanno intesi alla lettera e sono veri se la descrizione dei fatti data corrisponde con la realtà, tralasciando i particolari poco significativi...
      • Molti libri sono di docufiction: storie inquadrate in una cornice storica credibile con particolari inventati dall'autore per rendere vivido il racconto. Qui la verità del libro non dipende dalla verità dei singoli passaggi ma dalla verità del messaggio veicolato...
      • Ci sono poi i libri con apologhi morali: in qs caso la verità sta nella verità del loro messaggio morale...
      • Ci sono libri che potremmo definire come "favole metafisiche". Si tratta di metafore che ci comunicano qlcs d'importante circa la condizione umana. Genesi è tra questi: un inno alla dipendenza delle creature dal creatore. Qs libri sono veri se la loro metafora rinvia a verità importanti della ns condizone umana...
      • La Bibbia è vera se i libri che la formano - interpretati secondo il loro genere - sono veri. Problema: noi nn conosciamo il genere di tutti i libri della Bibbia. Alcuni generi potrebbero esserci addirittura estranei...
      • Potremmo rifarci alle intenzioni dell'autore ma anche quelle spesso  sono sconosciute o estranee. Inoltre, l'interpretazione storica è la più varia...
      • 2 problemi: 1) passaggi tra loro contraddittori e 2) contraddizioni col sapere moderno anche al netto dell'interpretazione + prob.: che Matusalemme dovesse avere 969 anni sembrerebbe da prendere alla lettera...
      • Soluzione: l'interpretazione dei libri dovrà essere fatta in modo conforme alla dottrina cristiana della Chiesa: la Persona precede il Libro che in sè dà solo il via alla storia cristiana e xde di senso se nn si adegua all'evoluzione del corpo vivo e presente della persona...
      • AT va interpretato secondo NT che va interpretato secondo la dottrina presente...
      • La Bibbia è sacra nel senso che è il seme da cui è storicamente fiorito l'albero del cristianesimo. Detto qs è all'albero che dobbiamo guardare...
      • La Chiesa assume un ruolo centrale e in qs modo invalida il criterio generale x giudicare la veridicità di un testo. Non conta più sapere se tutte le affermazioni o la maggioranza delle affermazioni sono corrette secondo i vari generi attribuiti...
      • Dire che la Bibbia è frutto di ispirazione divina significa dire che le intenzioni dell'autore nn saranno mai l'ultimo tribunale...
      • Se qualcuno ci dice che "Giovanni ha un cervello acuto" noi consideriamo qs considerazione assurda perchè nn esiste una conformazione acuta del cervello. Ma se crediamo che qs Qualcuno sia onnisciente noi rivediamo subito la ns. interpretazione rendendola metaforica...
      • In qs modo i Padri hanno interpretato il libro senza conoscere i generi particolari. Possiamo parlare di interpretazione razionale di un testo polisemico che parla a più generazioni. Possiamo farlo perché possediamo un piano razionale del pensiero cristiano che va sotto il nome di dottrina..
      • protestanti rigettano questo metodo: secondo loro la Bibbia è un libro che può essere letto e compreso esattamente come i libri scritti dagli uomini...
      • Ma questo punto di vista ha un lato debole: se tutti i cristiani fossero stato sterminati e i loro scritti bruciati, sarebbe possibile inferire da una Bibbia rinvenuta oggi la dottrina della Trinità? Direi di no. Per qs ha poco senso pensare che possediamo solo la Scrittura x fondare la ns fede
      continua
    • Purgatorio. Il Purgatorio fa venire in mente tutti gli aspetti più bizantini della fede cristiana, lo avrà pensato anche chi tra gli uomini di Chiesa non molto tempo fa voleva abolirlo. Eppure a me il Purgatorio sta simpatico, lo trovo consonante con la radicale libertà conferita all'uomo, una libertà che mette in crisi anche l'onniscienza divina e che costringe Dio a farci vivere per poterci giudicare. Ebbene, anche dopo morti Dio potrebbe non essere in grado di capire il bene e il male che ha compiuto una persona sulla terra. A questo punto diventano decisive le esternazioni intercessorie, ovvero le manifestazioni d'affetto, di quei testimoni ancora in vita. E per soppesarle con la dovuta calma un"parcheggio" quale il Purgatorio è l'ideale.
    • Ascensione. Sottende una verità importante: la nostra salvezza non comporta una rinuncia alle felicità mondane. La prosperità mondana non si contrappone alla redenzione spirituale. In altri termini: noi saliremo al cielo con tutto il nostro corpo, non dobbiamo affatto rinunciarvi o ripudiarlo.
    • Riti e sacramenti. La mentalità moderna è refrattaria  alla liturgia religiosa, la si vede come uno spreco o al limite come un affascinante arredamento. Eppure non si sottovaluti troppo la funzione che il rito ha giocato nella storia. Mi limiterei a considerare otto punti, chi li ritiene importanti sarà portato a rivalutare i riti fastosi e i sacramenti.
    • Riti e sacramenti. Molto spesso la liturgia è in connessione potente con la bellezza e chi pensa che la bellezza debba avere un ruolo importante nella propria vita allora  in una Chiesa Cattolica sarà come a casa sua.
    • Comandamenti. Non pronunciare il nome di Dio invano. Preferisco: non pronunciare il nome del Mistero invano. Evita il rischio di credere in un dio-tappabuchi: c'è qualcosa che non capisco e archivio tutto alla voce "mistero".
    • Tradizione. Non vi è dubbio che la Chiesa sia custode di Tradizioni ben radicate e che questo indulgere alla Tradizione disturbi il meta-ateo progressista. Ecco allora la necessità di pronunciare due parole a suo conforto: la miglior difesa della Tradizione riposa nella struttura della ragione, in particolare quella moderna adottata dalla scienza, ovvero la razionalità bayesiana, secondo la quale ogni novità  non rimpiazza ma aggiorna al margine il cumulo delle conoscenze pregresse senza mai prescindere da esso. Le ragioni a priori diventano un campo fertile su cui costruire, dimenticarsene ci conduce dritti dritti nell' incongruenza della tabula rasa volterriana. E agli adoratori della Democrazia, tra i progressisti meta-atei abbondano,  ripeterei in proposito le parole di Chesterton: "... la Tradizione non è altro che una democrazia in cui votano anche i nostri antenati...". 
    • Gesù. Alcuni meta-atei non lo amano, lo considerano un pezzente propalatore di idee pauperiste. In parte è vero, tuttavia, se stiamo alle categorie contemporanee, lo considererei un radical chic: figlio di imprenditori (con dipendenti), agiva e predicava in favore dei poveri e del pauperismo, senonché frequentava soprattutto i ricchi e le èlite cittadine, amava vestire bene, i profumi, la buona cucina...
    • Apostoli. Non c' è motivo di rifiutare il "principio di testimonianza": se di qualcosa so poco niente mi affido a chi testimonia disinteressatamente, almeno fino a prova contraria. L' alternativa? Il "principio del bias": le testimonianze sono spesso fallaci, la psicologia del testimone lo trae in inganno. Che i bias del testimone esistano è fuori di dubbio ma da qui a farne il principio di partenza ce ne corre.
    • Teodicea: Male e Bene. Molti atei si sono allontanati dalla fede cristiana perché la teologia dà conto del male nel mondo. E in effetti  sul punto puo' sembrare a qualcuno farraginosa ma non ai temperamenti libertari: è infatti la grande importanza annessa da Dio alla libertà umana che giustifica il Male in questo mondo. Quanto più darai valore alla libertà, tanto più apprezzerai la scelta divina! In sintesi: non solo l' uomo puo' "scegliere il male", e quindi introdurlo nel mondo, ma l' uomo non puo' nemmeno essere giudicato se non sottoponendolo a delle prove che contemplano anche la presenza del Male nel mondo: la sua libertà è tale da rendere Dio un giudice ignorante qualora dovesse giudicare a priori. Poiché dal male puo' uscire anche un bene diremo che a Dio - per poter essere "buono" - non resta che un dovere: fare in modo che tra male e bene complessivo il bilancio sia il migliore possibile.
    • Ingenuità della fede. C' è chi denuncia il pensiero dei credenti come ingenuo, si dice: "le cose non sono come sembrano". Si dice: "la scienza ci ha insegnato che dietro le apparenze si nasconde una realtà più complessa...". Tutto questo è vero ma cio' non toglie che ogni pensiero ordinato debba partire da concetti semplici, ovvero dalle intuizioni più immediate. Solo quando saranno confutate saremo autorizzati ad abbandonarle in favore di alternative più coerenti. L' ipotesi religiosa rientra quindi in un pensiero ordinato e non in un pensiero ingenuo. Principio di Credulità: data l'assenza di un qualsiasi motivo per non crederci, si dovrebbe accettare quello che sembra essere vero (ad esempio, se si vede qualcuno che cammina sull'acqua, si deve credere che stia accadendo)
    • Anima - La modernità non puo' prescindere da identità e continuità della persona e delle sue responsabilità, di fatto non ha mai rinunciato alla nozione di anima anche se con trucchetti terminologici fa credere di averlo fatto. Quando mi alzo alla mattina sono la stessa persona che si è coricata la sera, questo non me lo garantisce la scienza, me lo garantisce un' adeguata filosofia dell' anima.
    • Anima. Alcune teorie della mente in voga nel recente passato negano ogni componente estranea alla elaborazione delle informazioni, per loro la mente non è altro che un sofisticato computer. Domanda: ma la forza di volontà (per esempio) da dove deriva? Difficile rispondere per chi difende la teoria della mente/pc, molto più facile per lo psicologo che pensa alla mente come ad un centro energetico.
    • Anima in attesa di Giudizio. Sembra davvero assurdo che le anime possano vivere distaccate dai corpi, ed invero alcuni teologi lo negano. Eppure a guardar bene la cosa non è così impossibile. Innanzitutto non è impossibile da immaginare: pensate di svegliarvi e farvi delle domande al buio, l' ipotesi che non abbiate un corpo vi apparirà credibile, di sicuro non impossibile. Ma c' è di più: attraverso gli esperimenti mentali del teletrasporto e del brain split è possibile constatare che il legame tra corpo ed identità è molto più tenue e problematico di quel che si pensa comunemente.
    • Trinità - Dio è amore: 1) l' amore più nobile è quello tra pari e 2) la fiducia è contagiosa (si autoalimenta). Per il punto uno: Dio genera il Figlio per poter amare un suo pari. Per il punto duo: la fiducia è un bene sociale essenziale e lo spirito è la forza che lo moltiplica.
    • Trinità - Molte persone ritengono il concetto della Trinità cristiana un' assurdità, eppure tutti noi sperimentiamo di continuo la presenza di più persone in un unico soggetto. Esempio: io non voglio mangiare dolci, eppure, se ora mi trovassi di fronte ad un dolce non potrei fare a meno di divorarlo. È proprio come se in me convivessero più persone. Il fenomeno è noto agli economisti come "incoerenza temporale". Inoltre, a ben vedere, potrei immaginare che in me c' è una terza persona che agisce strategicamente affinchè io non possa trovarmi di fronte ad un dolce. Un pò come Ulisse che si fece legare all' albero per non seguire il canto delle Sirene. Ebbene, qui forse non esiste alcuna analogia nel merito rispetto alla Trinità cristiana, tuttavia balza all' occhio come anche per l' uomo moderno la convivenza di più persone nello stesso soggetto sia tutt'altro che assurda
    • Richard Swinburne sulla Trinità
      • Trinità: Dio è amore e per esprimere l'amore più nobile genera un suo pari: il figlio; Come ogni amore autentico anche questo si effonde e l'effusione prende il nome di Spirito Santo.
      • Analogia: in un matrimonio ci si ama da pari a pari, siamo di fronte all'amore più nobile. Inoltre, nel matrimonio se moglie e marito si amano pensando solo a se stessi instaureranno una relazione egoistica e malsana. L'apertura all'esterno della loro realizzazione è essenziale. Di questo amore possono e devono godere anche altri, i figli innanzitutto ma anche amici e parenti che frequentano la coppia...
      • L'amore prevede di amarsi reciprocamente ma anche di condividere l'amore per qualcosa o qualcuno di esterno alla coppia...
      • Se il figlio e/o lo Spirito fossero generati successivamente all'esistenza del Padre, allora il padre sarebbe stato imperfetto, il che nn è possibile per definizione. Per qs motivo la relazione tra le tre persone è detta consustanziale. Tuttavia solo il Padre è ontologicamente necessario (puo' essere concepito come origine del tutto). Figlio e Spirito sono solo metafisicamente necessari (il padre non è concepibile in loro assenza).
      • È qs sequenza generativa che distingue le tre persone, nn altro...
      • Problema: come è possibile che coesistano tre persone tutte onnipotenti senza che si creino conflitti? Semplice: le xsone hanno la stessa natura e quindi sono tra loro armoniche...
      • Problema: ma la teoria trinitaria nn complica un'ipotesi che aveva nella semplicità il suo forte? No, conseguenze intricate nn pregiudicano la semplicità di partenza...
      continua
    • Spirito - Il determinismo materialista non si coniuga bene con la responsabilità personale, concetto chiave della modernità. Dove andremmo senza "responsabilità"? E l' unico solido fondamento della responsabilità è cio' che chiamiamo "spirito". Come se non bastasse persino la scienza contemporanea - ammesso e non concesso che spieghi tutto - smentisce i resoconti meccanicistici in cui la descrizione delle realtà materiali esaurisce ogni resoconto.
    • A immagine di Dio - L' uomo è un' intelligenza, di portata inferiore a quella divina ma pur sempre un' intelligenza. In questo senso ci distinguiamo dagli altri animali. Una distinzione confermata dalla scienza, in particolare dalla linguistica.
    • A Immagine di Dio. Il fatto che OGNI uomo sia stato creato a sua immagine implica il concetto di uguaglianza tanto caro ai moderni. A volte lo diamo per scontato concentrandoci sul "tipo" di uguaglianza da privilegiare, e così facendo dimentichiamo il prezioso lascito. Illustri filosofi hanno sottolineato il fondamento divino dell' individualismo moderno, specialmente nel filosofo John Locke.
    • Il dominio sul creato - La concezione proprietaria è tipica delle civiltà più avanzate. Quando denunciamo un abuso di solito lo facciamo perché le vittime sono altre persone, altri esseri umani. Perché, per esempio, si condanna il riscaldamento globale? Perché questi processi rischiano di danneggiare le generazioni future, è più raro che lo si faccia per salvaguardare i ghiacci del Polo presi come valore in sè. Certo, qualcuno lo fa ma difficilmente la sua denuncia ci tocca. L' uomo, quindi, resta al centro di tutte le nostre preoccupazioni etiche, almeno implicitamente, quindi, ognuno di noi crede che il creato sia solo uno strumento a sua disposizione per consentirgli di prosperare: nel rispetto del prossimo può utilizzarlo come crede.
    • Maria. Secondo molti un orpello trascurabile, ma forse non è così: il Dio dei cristiani è personale, purtroppo per noi è difficile pensare ad una persona asessuata sebbene Dio lo sia. Ebbene, se per tradizione pensiamo a un Dio padre, ecco che la figura di Maria compensa il bias cognitivo e ci aiuta a pensare il lato femminile di Dio, quello materno. Nessuno negherà che non ha senso sbilanciarsi sul sesso di dio e che dunque il ruolo metaforico che gioca la Madonna è estremamente importante.
    • Perdono e giustizia. Molti osservatori delle cose della religione cristiana trovano difficoltoso conciliare la misericordia divina con la giustizia. Secondo me questo imbarazzo si ridimensiona se andiamo a vedere cosa richiede il perdono cristiano: innanzitutto il pentimento, poi le scuse ed infine il risarcimento, almeno fin dove si può. A ciò si aggiunga anche un senso di debito perenne verso l' offeso. Mi sembra che in questa ottica l' atto del perdono assuma dimensioni molto più umane e prossime al senso comune, ma soprattutto mi sembra possa riconciliarsi con la giustizia. Teniamo poi presente che l' etica cristiana è virtuistica e mira quindi a comportamenti "perfetti": come si puo' non perdonare quando si richiede la perfezione?
    • Perdono - Una certa tolleranza informa le società più dinamiche; l' azione è tutelata e si perdona molto a chi opera, spesso a scapito della passività.
    • Il perdono ha storicamente una funzione oggi ereditata dall' obbligatorietà dell'azione penale: fermare la catena di vendette. Si tratta quindi di un istituto obsoleto visto che un intermediario di giustizia come lo stato mette un freno al rischio delle faide.
    • Preghiera, obbedienza e clausura - Sembrano un momento antitetico al pensiero critico, ed in effetti alcune hanno il compito di rafforzare la nostra fede e le nostre convinzioni ma altre ci  consentono un esame di coscienza spogliandoci della nostra consueta ipocrisia (penso a quelle prima della confessione). Altre ancora ci facilitano l' astensione da ogni azione. Spesso l' astensione è l' opzione migliore ma noi non sappiamo sceglierla. Questo è vero specie in un mondo complesso, fragile e iper-specializzato dove ci sentiamo chiamati ad agire ma non sappiamo dove mettere le mani fuori dal nostro campo, ovvero nel 95% dei casi. Infine ve ne sono alcune che hanno fini intercessori, e il loro senso è meglio spiegato nel punto che segue.
    • Preghiera. La preghiera intercessoria sembrerebbe un non-sense per il laico acritico ma a guardar bene le cose non sono proprio così. Se la nostra libertà toglie a Dio parte della sua onniscienza, ha senso allora mostrargli l'intensità dei nostri desideri più reconditi. Forse lui non li conosce esattamente e constatandone la portata può intervenire per mutare le cose secondo le leggi della teodicea.
    • Gesù e la legge ebraica - Gesù la rispetta, è un buon ebreo, anche se di quando in quando trasgredisce: il Sabato è fatto per l' uomo e non viceversa. Gesù non è nè un cittadino impeccabile nè un rivoltoso, rappresenta la giusta via di mezzo. Anche per noi moderni il culto della legalità è una perversione, anche per noi esiste ed è giusto che esista un discrimine tra legalità e legittimità. Se non esistesse non saremmo dei liberali.
    • Santi - La funzione trainante delle élites conta molto anche nelle società moderne.
    • Vocazione - Sembra un termine tanto antiquato, eppure il concetto sottostante è quanto mai moderno: valorizzare il proprio talento è un imperativo della modernità. Fa bene a se stessi e fa bene alla comunità. La parabola dei talenti rinforza questo punto.
    • Parabola del fico. Un invito fatto all' uomo a sfruttare la terra facendola fruttificare. La mentalità moderna dovrebbe essere sensibile a questo punto. In genesi ulteriori passi incoraggiano in questo senso.
    • I pani e i pesci - Moltiplicare i beni per distribuirli è l' obbiettivo di molte società moderne. E si badi bene all’ ordine delle azioni.
    • Parabola del cieco. Gesù viene accusato di aver operato il Sabato, e qui lui pone la distinzione cruciale tra legalità e legittimità. L' idolatria della legalità è un vulnus di molte società moderne che l' insegnamento di Gesù aiuta a combattere
    • I profumi di Marta. Marta spande profumi su Gesù ma c' è chi recrimina per lo spreco, si tratta di risorse che sarebbero meglio impiegate a beneficio dei poveri. Molti anti-pauperisti fanno leva su questo passaggio per segnalare che la causa dei poveri non è quella fondamentale, io, qui, vorrei sottolineare un altro aspetto: il Vangelo mette in evidenza che anche investendo per i poveri si realizzerebbe uno spreco poiché (il burocrate) Giuda, l' addetto alla cassa, stornava da quei fondi. Riecheggia in modo chiaro la moderna teoria del "secchio bucato": trasferire risorse è affare costoso e spesso non è consigliabile anche se l' atto in sé sarebbe auspicabile. Pura "public choice virginiana" nel cuore dei Vangeli!
    • La lotta con l'angelo. La fede va rinnovata ogni giorno, va aggiornata, e questo costa fatica ed impegno. Ma è anche il modo di migliorarla sempre. Del resto la capacità, la forza e il coraggio di aggiornarsi è la base per migliorarsi in tutti i campi in cui si ha a che fare con una realtà complessa (vedi Tetlock).
    • Confessione ed esame di coscienzaL' introspezione è l' atto da cui parte ogni forma di conoscenza seria, anche del mondo moderno.
    • Confessione. Il sacramento della confessione è stato a lungo esecrato come una forma di controllo sociale esercitato dalla Chiesa sulla comunità, oggi direi che questo pericolo si è dissolto cosicché possiamo accostarci al Sacramento con una ritrovata serenità, d' altronde nella mia esperienza è una delle poche forme di protagonismo lasciate al fedele, tanto è vero che non appena il ricorso alla confessione è andato scemando il narcisismo è dilagato altrove: psicoanalisi, “opinionismo” spiccio (telefonate in radio, lettere ai giornali…), social network, eccetera. Tutti hanno trovato forme di protagonismo alternative e quasi sempre più degradanti.

      In confessione bisognerebbe confessare peccati specifici anziché tenersi sulle generali, tuttavia per setacciarli meglio potrebbe essere utile avere una lista di categorie sulle quali concentrarsi. Quella che segue è la mia personale ma scommetto che si adatta facilmente a qualsiasi persona che viva nel mondo di oggi.
      1. Bolla/Spreco/Misantropia. Indulgere nella propria “bolla”: crogiolarsi oltremisura  in una realtà virtuale costruita su misura che allontani i problemi scottanti del reale, al punto da perdere la capacità spontanea di relazionarsi col prossimo. Ti Accorgi di avere molto da dare ma di non indirizzare in modo oculato le proprie energie. In fondo anche l' intelletto è un muscolo e se lo eserciti per certi lavori poi è stanco per farne altri. E poi il fastidio dell’ altro: una scarsa apertura mentale frammista a timori congeniti non ti consente di andare verso l’ altro con la dovuta curiosità. L’ altro è un nemico da evitare finché si puo’.  
      2. Giudizio/Narcisismo/Temperanza. Il giudizio seriale è il nostro vizio, di solito prende due forme. C' è la componente, forse la più importante, legata al difetto di temperanza (autocontrollo): per gestire l' imprevisto abbiamo bisogno di scaricarci la coscienza assegnando delle colpe. A volte persino fuggiamo le responsabilità per poi, in caso di inconvenienti, poter fruire di questa discutibile risorsa. Poi c' è la componente intermedia: il pettegolezzo con relativo giudizio annesso ci seduce, inutile far finta di non vedere. Infine c' è la dimensione virtuale: abbiamo bisogno di attribuire colpe su scala mondiale, la nostra ignoranza in merito a problemi che ci trascendono non è mai degna nemmeno di essere presa in considerazione. Qui c' è una chiara componente narcisistica, la voglia di essere protagonisti e di spiccare per arguzia.
      3. Rassegnazione/Pigrizia. Accettarsi per come si è con i propri pregi e i propri difetti rinunciando ad ogni forma di progresso spirituale. Ti viene da dire “son fatto così” e finché non accade un evento traumatico non rifletti mai sulla possibilità che hai di cambiare.
      4. Status/Umiltà. A mente fredda e nei pochi momenti in cui riesci a vedere le cose chiaramente ti accorgi quanto conti per te coltivare la tua immagine presso gli altri e quanto tutto questo incide sulle tue decisioni. Non che tu indulga in certi comportamenti con intenzioni esplicite ma quando ti accorgi quanto ti costerebbe l' astensione ti accorgi anche che la ragione di fondo è legata allo status che certi comportamenti ti procurano. Anche qui possiamo parlare di “spreco”.
      5. Cerebralismo. Nel rapporto con la fede capita di privilegiare l’ aspetto razionale – magari impegnandosi nella difesa di talune cause – o nell' edificare un' identità formale piuttosto che ricercare una vera e propria esperienza religiosa.
    • Comunione. Il Cristianesimo insiste molto sul "corpo", ha anche una festa solenne come il "Corpus Domini" e un sacramento come quello della Comunione. Si potrebbe dire che il cristianesimo è ispirato da un pensiero immanentista prima ancora che platonico, in altri termini: le realtà soprannaturali si generano dai corpi e sono sostanzialmente connessi ad essi. Un'affermazione tanto radicale, mi rendo conto, non puo' essere sottoscritta da un cristiano (Dio-Padre resta sempre una realtà sostanzialmente incorporea) ma la religione che si avvicina di più all'immanentismo è sicuramente il cristianesimo.
    • Comunione. Non è una forma di misticismo adatta ad anime che vogliono perdersi nel deliquio. Ci chiama invece a riflettere sull'incontro tra l'infinito e la nostra finitudine e sul suo inevitabile conflitto. Non dobbiamno rinunciare a nessuna di queste due dimensioni ma invece integrarle. Mai quindi rinunciare alla nostra religione quando operiamo nella nostra dimensione umana. La comunione e la laicità si respingono.
    • Pace - Il pacifismo cristiano a volte puzza d' ingenuità ma forse merita una riconsiderazione. La guerra è un mostro che raramente l' uomo è stato in grado di controllare, e se la dottrina della "guerra giusta" è in teoria la più corretta, la professione di un sano pacifismo alla fine dei conti risulta forse l' opzione più pragmatica: ci sono molte guerre giuste che i governi potrebbero combattere ma poiché i governi sono incompetenti e con interessi disallineati rispetto a quelli del popolo saranno più i danni combinati che i problemi risolti, senza contare che una volta sdoganata l' interferenza governativa non arretrerà allorchè l'' emergenza sarà superata. La legge del "due passi avanti e uno indietro" è tra le più salde delle scienze politiche.
    • Sacra famiglia - La famiglia monogamica "tradizionale" nasce con l' agricoltura e la proprietà privata, favorisce da sempre l' accumulo di capitale ed è quindi funzionale ad ogni società moderna capitalistica. Adorarla nelle Chiese fa bene alla società tutta.
    • Sacra famiglia. La famiglia è il più coriaceo baluardo allo stato, alle gang e alle mafie. Cosa c'è di più vicino all' individualismo del familismo? Tra nazionalismo e familismo c'è una bella differenza: il secondo è inestricabilmente legato alla nostra psiche. Inoltre, mentre noi giudichiamo male chi tratta in modo scorretto gli estranei alla famiglia, troviamo del tutto normale il diverso trattamento nei confronti dello straniero.
    • Sacra famiglia. Come formare l' individuo? Meglio valorizzare la solidarietà familiare o quella statale? Ebbene, la famiglia si fa preferire per tre motivi razionali: 1) La solidarietà familiare è più naturale e quindi puntare su quella è molto meno costoso. 2) Quanto più è piccolo il gruppo di appartenenza quanto più necessitano alleanze esterne. Poiché la solidarietà si ottiene anche con la costruzione del nemico, meglio che il nemico sia qualcuno con cui scendere a patti. Lo stato puo' permnettersi di non scendere a patti, puo' permettersi un' autarchia maggiore e quindi puo' permettersi di considerare "assoluto" il proprio nemico. 3) La solidarietà si costruisce facendo appello alle motivazioni interiori: mi sento parte del gruppo poiché do' un mio contributo volontario, se solo mi pagassero mi sentirei un mercenario escluso dall' intimità di gruppo. Ora, uno stato non puo' certo rinunciare alle motivazioni esteriori (sanzioni) e poiché queste ultime erodono di fatto le prime il compito di costruire una "fraternità di stato" diviene estremamente dispendioso quando non impossibile. 4) In famiglia le durezze inevitabili della disciplina sono imposte da chi ci ama, è questa la condizione migliore per non fare danni.
    • Sacro. La modernità erode sempre più il sacro ma ricordiamoci che il primo de-sacralizzatore è stato proprio Gesù per cui la regola rituale doveva essere al servizio dell'uomo e non viceversa. Chi vive in consonanza con Gesù ha molti motivi per non temere la modernità
    • Sacro – Premesso che la religione cristiana ha ridotto al minimo il ruolo del “sacro” nel vivere sociale, a volte scordiamo che anche la modernità ammette l’ esistenza di un nucleo oggettivo di realtà  “non negoziabile”. L’ equivoco alligna in chi mescola modernità e post-modernità, quest’ ultima visione propone una narrazione alquanto seduttiva ma, alla resa dei conti, presa sul serio solo da pochi intellettuali barricati nelle loro università.
    • Sacro - Il concetto sembra disturbare anche se poi tutti noi abbiamo qualcosa di sacro, ovvero di non-negoziabile. Anche chi non lo ammette esplicitamente puo' essere stanato con una semplice domanda: "quando ammetti la violenza fisica?". Solo la tutela di cio' che riteniamo sacro giustifica la violaenza fisica.
    • Sacro. Oggetto che rinvia ad un soggetto e che rispecchia la sua onorabilità.
    • Legge naturale - Spesso dileggiata non è affatto un concetto strambo, specie per una mentalità liberale. Occorre però un minimo di approfondimento.
    • MiracoloQui la conoscenza a priori è decisiva, non chiedetevi se credere al miracolo X di sant' Y, chiedetevi se Dio esiste. Chiedetevi se ci ha creato per amore. Chiedetevi se ci sono motivi per compiere un miracolo. L' importante non è credere ai miracoli, l' importante è ammetterne la possibilità. L' ambiente naturale in cui agisce il miracolo è l' animo umano, lì le leggi sono meno ferree, cio' detto non esistono valide ragioni per negare la possibilità di miracoli in natura: una guarigione, un evento straordinario. Data la nostra conoscenza a priori, tre fattori vanno valutati con delicatezza prima di credere: 1) le evidenze empiriche a disposizione, 2) la ratio sottostante e 3) l' occasionalità (deve trattarsi di una sospensione della legge di natura non di una confutazione). Non è necessario credere a quelli proclamati tali dalla voce popolare, io, per esempio, sono scettico e vivo felice. La fede nell' Incarnazione e nella Resurrezione di Gesù mi bastano e avanzano. A quelli proclamati nei dogmi devo credere per obbedienza - e qui semmai discutiamo del valore che ha l' umiltà dell' obbedienza - ma agli altri, io francamente credo ben poco e non sento compromessa la mia fede. Ad ogni modo il miracolo è una firma divina da apporre con parsimonia per non turbare l' ordine in base al quale facciamo le nostre scelte di uomini. Continua.
    • Miracoli di C.S. Lewis
      • Problema teorico: haldane contro il naturalismo: se sono determinato xchè mai dovrei avere pensieri veri? Di conseguenza il n determinista si spiazza da sè.
      • Problema empirico: il naturalismo nn sembra render conto della coscienza
      • Evoluzione: emerge ciò che è utile nn ciò che è vero.
      • Il naturalista coerente nn può credere seriamente al naturalismo
      • Teismo: x lui la ragione deriva da dio. Da un ordine più elevato rispetto alla natura.
      • A maggior ragione x n nn ha senso la razionalità nei giudizi morali.
      • Qui il n nn è del tutto incoerente. Ma i problemi nn mancano: ogni dovere è ridotto ad un capriccio.
      • Ad essere incoerenti sono i comportamenti morali dei n: essi si comportano come se credessero di aver ragione. Benedetta incoerenza!
      • Ma distruggere la moralitá e poi aspettarsi che prosperi è rischioso.
      • Conclusione: la posizione del sopranaturalista sembra più rigorosa nel suo complesso
      • Il s accetta un condizionamento della natura ma anche l esistenza di forze s
      • Se il miracolo è una manifestazione del s allora la ragione umana è un miracolo di x sè
      • L esistenza di dio nn inplica miracoli
      • Ob: molti miracoli del passato sono dovuti a leggi n scoperte più tardi
      • R: chi crede nei m crede nella loro possibilità. Le credenze specifiche sono sempre prob
      • La concezione dell universo: anche in passato si postulava l insignificanza della terra!
      • Il miracolo necessita di molta scienza: senza scienza il miracolo xde senso
      • Il miracolo è essenziale x il cristianesimo che si fonda su un miracolo. Islam e induismo sono in un altra condizione
      • Cristianesimo tappabuchi: arretra con l avanzare della scienza
      • Tesi: un cristianesimo nn tappabuchi ma cornice nn deve rinunciare al miracolo. Anzi.
      • Si pensa x immagini. A volte pensiamo pensieri veri avvalendoci di immagini grottesche o cmq false se descritte alla lettera. Specie se parliamo di cose estranee ai sensi
      • Il dio antropomorfo è un immagine commovente e felice ma resta inadeguata x quanto sottenda una verità
      • Il cristiano adulto si rifugia nel panteismo quando teme di xdere la sua rispettabilità. Ma così facendo tradisce il pensiero cristiano.
      • Paradosso: il panteismo è in realtà l idea più rozza un animismo tribale. Il cristianesimo è idea più sofisticata ed evoluta
      • L analogia panteista è informe opaca rozza inespressiva confusa. Veicola un pensiero confuso
      • Il dio panteista elude l intuizione razionale. È un istinto primitivo: vedi un uccello volate e dico che lo spirito lo fa volate. Il pant manca di un elemento ordinativo.
      • Dio infinito. Ma nel senso che ha poteri infiniti
      • Dio creatore: nn può essere che specifico.
      • Dio agisce. Fa anche miracoli. Nn può che essere specifico
      • Dio compie miracoli? In fondo sono i tiranni che sviano le proprie regole.
      • Licenza o errore?
      • Ateo: accetterá le storie più imp pur di rifiutare il miracolo. Allucinazioni collettive.
      • Hume: il suo anti miracolismo è in contraddizione con il suo scetticismo
      • Eventi che accadono una volta. Sono infinitamente impeobabili? E la storia della terra?
      • L incarnazione e la ns vita. Analogia: possediamo un romanzo mutilo e qlcn ci dice: ecco la parte mancante.
      • L evidenza che chiedo alla storia è minima perchè mi sia sufficiente.
      • Il mistero dell i è grande? Nn più di quello del dualismo
      continua
    • Apparizioni. Quando il meta-ateo sente odore di apparizione scuote la testa. Alcune cose che dovrebbe considerare:

      1. Il fenomeno è coerente con la nostra conoscenza a priori (vedi alla voce miracoli).
      2. L' intervento divino puo' ben essere motivato: rassicurare, aiutare, promuovere la fede.
      3. Valutare l' attendibilità della fonte, essenzialmente la sua stabilità psichica.
      4. Fai fatica a credere alle apparizioni esteriori? Prendile come interiori, la sostanza non cambia.
      5. Principio di credulità: le cose sono come appaiono, salvo prova contraria.
      6. Perché Dio appare sempre ai credenti? 1) Non è vero, 2) Bisogna sapere cos' è un telefono per poterlo riconoscere.
      7. Perché Dio appare ai bisognosi? Ma è proprio quel che ci aspettiamo da lui: che aiuti i bisognosi.
      Qui si continua a parlarne.
    • Resurrezione di Gesù. E' solo un orpello della fede? No, innanzitutto è un miracolo cruciale, poi adempie alle scritture, in terzo luogo realizza le parole di Gesù, specialmente le più pregnanti, quelle con cui ci promette la redenzione: la morte di un Dio è necessaria per riparare il danno infinito dell' offesa ad un Dio.
    • Superstizioni. Ammetto che un contorno molto vasto della fede è costituito da superstizioni ma aggiungo subito due cose: 1) non confondiamo la superstizione con la ritualità: il rito ha una funzione ben precisa e razionalmente esplicabile nelle comunità umane; 2) superstizione non equivale ad irrazionalità, in passato molte di esse erano funzionali all' ordine sociale. L' irrazionalità sta nello conservarle ad oltranza anche una volta cessate le condizioni che la rendevano necessaria. Un credente razionale puo' tranquillamente tralasciare le superstizioni avendo cura di conservare verso chi le coltiva un rispetto umano di fondo che non ne turbi la fede.
    • Il dono della vita. Per un credente la vita è dono e per questa elargizione è tenuto a ringraziare il Creatore. Un atteggiamento spesso estraneo all' ateo, specie se misantropo. Eppure l' assioma delle preferenze rivelate (su cui si basa la scienza economica, forse la più "atea" tra tutte le scienze) prevede che se consegno cento euro a Tizio miglioro - o al limite mantengo stabile - il suo benessere. Se la cosa vale quando conferisco cento euro a maggior ragione vale quando conferisco "la vita". Se l'ateo misantropo è insensibile alle bellezze della vita che mediti per lo meno sugli assunti fondamentali delle scienze economiche che dominano la civiltà contemporanea.
    • Comandamento dell'amore: ama il prossimo tuo. Non prenderlo come un ordine. Non è qualcosa a cui obbedire, è piuttosto un'inclinazione da coltivare per edificare un buon carattere. Sul punto vedi Tibor Mchan.
    • Laicità - In paradiso non ci sono solo i santi, eppure è un dovere tendere alla santità. Il confine tra diritto al paradiso e santità è un concetto che prefigura quello della laicità: c' è un minimo a cui siamo tenuti e un massimo a cui tendere. Deontologia e Virtù, in questo spazio si gioca la laicità della società cristiana. La separazione è ancor più visibile se esaminiamo Antico e Nuovo Testamento: nel discorso della montagna Gesù introduce la misericordia ma allo stesso tempo inasprisce gli obblighi: se prima era proibito l' adulterio ora diventa proibito anche solo pensare alla donna d' altri; se prima vigevano i limiti della legge de talione ora si è tenuti ad amare il proprio nemico. E così via. Questo "inasprimento" segna il passaggio da una proto-deontologia alla virtù.
    • Laicità. Un cattolico non deve vedere il concetto di laicità come positivo. Esso incarna il potere totalizzante dello stato su tutto e la religione relegata a funzioni private. L'alternativa al mondo laico è il mondo della libertà religiosa, qui le religioni si confrontano trovando un punto di convergenza che esclude comunque la religione civile. Vedi sotto Diotallevi.
    • Appello al cielo. Il diritto alla rivoluzione contro la tirannia e la legalità è un principio caro ai moderni e nessuno dubita che abbia un' origine religiosa: solo facendo leva su un valore estraneo alla politica posso ottenere il diritto ad un' azione contro la politica. Lord Acton e John Locke, due ferventi personalità religiose, sono tra i propugnatori di questo diritto.
    • Il fondamento dell' eticaC' è poi l' argomento etico: per quanto le affermazioni dostoveiskiane ("senza Dio tutto è possibile) siano fin troppo altisonanti, resta difendibile la tesi secondo cui al comando etico serve una base religiosa. Se dico "tutti gli uomini sono uguali" (e la gran parte dei precetti sono di questo tenore) distinguo nettamente il concetto di "uomo" da quello che designa le altre creature; ebbene, la scienza, tanto per dire, non è in grado di produrre questa distinzione chiave, occorre una filosofia trascendentale e la filosofia religiosa è la prima a nostra disposizione.
    • Richard Swinburne sul legame tra morale es esistenza di Dio.
      • In cosa l'esistenza di Dio fa differenza in materia di etica?..
      • Tesi: nessuna differenza sul fatto che esistano delle verità morali, molte differenze su quali siano...
      • Una tassonomia utile: 1) doveri obbligatori (nn rubare) 2) doveri supererogatori (salvare una vita di estranei rischiando la propria) 3) doveri necessari (sempre validi) 4) doveri contingenti (validi in un certo contesto)...
      • Religiosi e atei spesso hanno le stesse intuiziono morali ed è raro che le dispute in materia dipendano dall'esistenza di un Dio...
      • Tesi: mentre le verità morali necessarie sono (x definizione) necessarie le verità contingenti dipendono dall'esistenza di Dio...
      • Ecco un modo semplice per capire i doveri contingenti, ovvero quelli che dipendono dall'esistenza di Dio: pensa a doveri supererogatori trasformati in obbligatori.
      • Analogia: se mio padre mi ordina di fare la spesa al vicino è mio dovere contingente farla. Ma fare la spesa al vicino nn è un dovere necessario in sè...
      • Onorare il ns benefattore è un dovere necessario. Onorare il Dio cristiano è un dovere contingente che deriva dalla sua esistenza o meno...
      • Un ordine di Dio ha il potere di rendere ciò che è necessariamente supererogatorio in obbligo contingente...
      • Tesi: come un genitore ha dei limiti nell'ordinare ai figli, così anche Dio ha dei limiti nel suo comando...
      • Due tradizioni. Cattolici: abbondano i doveri supererogatori trasformati in obbligatori. Protestanti: abbandono della tradizione supererogatoria...
      • Ma Dio ordina anche doveri obbligatori (nn uccidere). Dilemma: Dio dà qs ordini xchè si tratta di doveri obbligatori o qs doveri sono obbligatori xchè ordinati da Dio?...
      • Bisogna distinguere tra doveri obbligatori e supererogatori. Legge Naturale: ci sono precetti che prescindono dal comando di Dio (per esempio il "non uccidere" citato prima). Ma ci sono anche doveri che diventano obbligatori solo grazie al comando divino...
      • Ma xchè Dio rende obbligatori doveri morali che nn lo sono? : 1) x darci ulteriori motivazioni e contribuire alla ns realizzazione 2) x coordinarci indirizzandoci su azioni specifiche 3) x abituarci al sacrificio e a controllare la ns volontà 4) fornire dei modelli...
      • Esempio: Dio ordina di nn divorziare anche a chi è meglio che divorzi x fornire un esempio a chi è meglio che nn divorzi
      continua
    • Virtù - Ancora oggi per molti un' etica fondata sulla virtù, per esempio l' etica cristiana, rappresenta un rischio: chi mira troppo in alto (per esempio alla santità) poi rischia di trasgredire le norme di base dei comuni mortali. Il rischio è reale se si pensa che la nostra scorta etica è limitata. Tuttavia, qui vorrei accennare a tre elementi in favore di un' etica virtuistica: 1) ci rende più felici 2) ci rende meno proni alle campagne moralistiche (se la moralità è insita nell' uomo adulto non si puo' mutare grazie ad una campagna) e 3) facilita la costruzione di una società libera (se esistesse solo un genere di regole dovrebbero essere tutte trasformate in legge per reggere la società)
    • Extra ecclesia nulla salus. Il precetto extra ecclesia nulla salus non può essere digerito dall'ateo e mette in crisi anche molti cristiani. In effetti, se lo si approfondisce, si coglie una certa indeterminatezza, quasi che i lavori su questo punto siano ancora in corso: Dio salverebbe anche chi si colloca fuori dalla sua Chiesa attraverso "vie speciali". delle quali sappiamo poco o niente. Lasciamo perdere i bambini morti e le grandi personalità del passato e chiediamoci se esiste una speranza anche per le persone di buona volontà che non militano. Forse, chissà,  l'accettazione delle verità di senso comune espresse in questo dizionario, una volta completato e corretto, è un primo passo verso l'accesso alle cosiddette "vie speciali".
    • Valori cristiani. Non penso che la religione sia un' ideologia moralista. Personalmente, per fare il mio dovere di cittadino e di uomo non sento di avere un gran bisogno della religione, se "non uccido" e "non rubo" questo non dipende dal mio incontro con Gesù Cristo, il retto comportamento mi sarebbe chiaro a prescindere. La morale cristiana vi spaventa? Rilassatevi, non è il centro del messaggio, lasciamo le prediche agli atei e agli agnostici.
    • Valori cristiani. Molti sembrano del tutto incomprensibili a chi non vive dal di dentro la religione, eppure, a quanto pare sembra proprio che alla chetichella "la parte migliore della popolazione" li comprenda e li pratichi, magari inconsciamente. Prendiamo il valore della verginità: "...  In high school each extra IQ point above average increases chances of male virginity by about 3%. 35% of MIT grad students have never had sex, compared to only 13% of the average high school population. Compared with virgins, men with more sexual experience are likely to drink more alcohol, attend church less, and have a criminal history. A Dr. Beaver (nominative determinism again!) was able to predict number of sexual partners pretty well using a scale with such delightful items as “have you been in a gang”, “have you used a weapon in a fight”, et cetera. An analysis of the psychometric Big Five consistently find that high levels of disagreeableness predict high sexual success in both men and women..."
    • Demonio e Angeli. A molti l' idea del Demonio e degli Angeli appare infantile. Devo dire che anch'io, nonostante le chiare affermazioni della Scrittura, non trovo il bisogno di credere all'esistenza di un diavolo personale, e nemmeno di angeli con una loro presenza reale, vedo invece queste figure come metafore. Naturalmente ciò non toglie che esista il Male ma è qualcosa che non esiste a prescindere da noi. Il Male sulla terra non deriva cioè dal pernicioso residuo della battaglia ingaggiata tra Dio e il Diavolo e vinta dal primo solo in parte, il Male è una precisa scelta divina allorchè viene elargita all'uomo la sua libertà, può essere immaginato quindi come una realtà metafisica ma immanente, come il colore "giallo", per fare un esempio, non mi sembra necessario immaginarlo platonicamente come una realtà a se stante. Quanto ho affermato mi sembra divergere dall'insegnamento ortodosso, che ammette perfino l' esorcismo,e quindi, ammetto, merita una meditazione ulteriore.
    • Angelo custode. Veglia su di noi e ci tranquillizza. Penso proprio che tra i meta-atei non riscuota di grande popolarità. Non è un grave vulnus, la credenza negli angeli è secondaria, quel che però è difficile negare è che la credenza in sé rinfranca e tranquillizza, non a caso chi crede ha un rapporto di maggiore dimestichezza con il rischio,e non poche ricerche lo confermano.
    • Rivelazione. Dice: se ho già la ragione a che mi serve la Rivelazione? La rivelazione in sé si giustifica come 1) occasione di perfezionamento e 2) aiuto alla nostra debole ragione, ovvero ad una ragione afflitta da molti bias.
    • Rivelazione cristianaOra che credo in Dio perché mai dovrei orientarmi su quello cristiano? Ovvero, come saggiare le diverse rivelazioni in competizione tra loro? Criteri:
      • Tradizione: meglio se una rivelazione ha superato il  vaglio di mille intelligenze piuttosto che di una sola.
      • Conoscenza di fondo (o plausibilità): meglio se una rivelazione è coerente con quanto già la nostra ragione è in grado di dirci su Dio.
      • Fonte. Poiché è ragionevole chiedere a chi sa, meglio se la rivelazione è firmata da Dio attraverso un miracolo.
      • Motivazione. Meglio se esistono dei motivi che giustificano la rivelazione. Per esempio, se l' uomo impara perlopiù grazie all' esempio, è ragionevole che Dio s' incarni.
      • Evidenza storica del miracolo. Più ce n' è meglio è.
      Conclusioni: il criterio della Tradizione e della Plausibilità isola i tre monoteismi, gli altri depongono a favore della religione cristiana.
    • Verità rivelate. Tu dici "rivelazione" e subito si pensa all'irrazionalità, al lato superstizioso della fede. Ma perchè? Anche il discorso del razionalista abbonda di rivelazioni. Lui magari gli chiama assiomi o postulati o premesse. Sta di fatto che sono verità indimostrate - sia fattuali che logiche - utilizzate ad ogni piè sospinto. Magari il razionalista sosterrà che la fonte di tali rivelazione è la dea ragione piuttosto che un qualche altro Dio, ma ciò qui non fa molta differenza visto che il mio intento è solo quelle di indicare come il concetto di rivelazione non sia affatto sparito nel pensiero moderno, si presenta solo in altre forme e neanche tanto velate. E d'altronde, come diavolo avrebbe potuto essere altrimenti?
    • Illusione. per molti atei la religione non è altro che un'illusione di cui abbiamo bisogno in talune circostanze, tanto è vero che vi ricorriamo nel bisogno. Per respingere questa considerazione ricorro all'analogia dell'acqua. Non vivremmo su questo pianeta se questo pianeta non fosse tanto ricco d'acqua. Per noi l'acqua è essenziale. Basterebbe analizzare questo elemento per capire come sia imprescindibile per il buon funzionamento della fisiologia umana. Ma la maggior parte di noi non constata la dipendenza dall'acqua in questo modo, se ne accorge piuttosto quando ha sete. Allora sì che capiamo l'importanza dell'acqua? Non potremmo mai farne a meno. Nessuno si sognerebbe di sospettare che siccome la scoperta di questa "dipendenza" deriva da un bisogno, allora la "dipendenza" in questione è di natura illusoria. 
      Eppure quando si discute della fede religiosa un simile sospetto viene sistematicamente avanzato. Analizzando freddamente il concetto di Dio giungiamo a pronosticare la sua esistenza e la sua importanza per l'uomo. Ma la maggior parte delle persone non giunge a simili conclusioni per questa via. Sente piuttosto la presenza divina e il bisogno di ancorarsi ad essa in punto di morte, oppure ad una svolta cruciale della sua esistenza. Tuttavia, come per l'acqua di cui sopra, cio' non implica affatto che il concetto di Dio sia illusorio. Dio e la dipendenza che l'uomo ha nei suoi confronti potrebbe essere reale, esattamente come lo è l'acqua e la dipendenza del nostro organismo nei suoi confronti.
    • Dogma. Il termine ha una brutta reputazione perché con esso si designa comunemente una credenza SMENTITA dall'evidenza ma nella religione cristiana il significato è tutt'altro, s'intende infatti una credenza IN ASSENZA di evidenza. E lo dico senza contare che il pronunciamento deriva comunque dalla Chiesa la cui autorità rinvia comunque a delle evidenze, per quanto deboli.
    • Dogma. Per pensare a come "dogma" e buon senso possano procedere in perfetto accordo medita su questo passaggio: ho una figlia. Ed è migliore dei vostri figli. Perchè? Perchè è mia. Per capire, tu che nn hai figli, fatti un cane e capirai subito cosa intendo dire. Quanto appena affermato è irrazionale ma sensato. È un dogma. Ecco, abbiamo appena sperimentato quanto dogmatismo e senso possano essere legati... 
    • Chiesa Cattolica. Ok, per il meta-ateo non è così difficile dirsi cristiano ma perché mai dovrebbe dirsi cattolico? In altri termini: quando una Chiesa puo' dirsi la Chiesa autentica di Gesù? O in termini razionali: quando un' associazione oggi puo' dire di continuare la missione di un' associazione precedente?
      Tre criteri:
      1. Rivendicazione: deve sostenerlo.
      2. Continuità dell' oggetto sociale: deve avere un contenuto analogo.
      3. Continuità nell' organizzazione.
      Ebbene, applicando i tre criteri direi che il terzo diventa decisivo e restringe la scelta  tra Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa.
    • Abbandono nelle mani di Dio. Un atteggiamento estraneo alla modernità, ma solo in apparenza. Possiamo interpretare il consiglio dell' "abbandono" come una ricetta contro la cocciutaggine e la sicumera. Consiglio prezioso, specie in ambito intellettuale, dove una volta che si prende posizione è difficile evolvere. Il "confirmation bias" puo' allora essere scalfito da una maggiore flessibilità che tolga valore alle nostre idee rendendo più facile "abbandonarle" in nome di un progresso costante.
    • Sottomissione e mortificazione di sé. All' apparenza concetti lontani anni-luce dalla mentalità moderna, eppure recuperabili. Basta un piccolo spostamento semantico e giungiamo ad un concetto come quello di "conformismo" che ci porta dritti dritti nel cuore della modernità. Passiamo ormai 1/4 di secolo nelle istituzioni scolastiche, ovvero in un luogo che ha come scopo principale quello di selezionarci in funzione della nostra attitudine al conformismo; accettare regole imposte dall' alto trovando ugualmente le motivazioni per lavorare sodo è la ricetta del successo nella società contemporanea. Cosa puo' chiedere di più, per esempio, un datore di lavoro? Ma è ben difficile far emergere questa qualità grazie ad un test o ad un semplice colloquio di lavoro, ben più probanti sono i successi scolastici riportati dal candidato. 
    • Sottomissione ai mariti. Le parole di San Paolo sembrano irrecuperabili ma non c' è da scoraggiarsi, la Chiesa è lì proprio per questo, è lì per mutare anche radicalmente la lettera delle scritture, sempre agendo nello spirito complessivo delle stesse. Il cristianesimo, ricordiamolo, non è la religione del libro ma la religione dell' uomo, la religione incarnata in un uomo: nel Cristo prima e nella Chiesa (che è corpo di Cristo) poi. La lettera delle scritture non deve mai scoraggiarci bensì ravvivare il nostro impegno per e nella Chiesa.
    • Sottomissione ai mariti. La parola "sottomissione" turba la mente moderna. Ebbene, possiamo sempre tradurla con "umiltà", parola più presentabile. Ma le traduzioni non sono ancora finite, cosa intendere per umiltà cristiana? Facile: agire rettamente senza curarsi del proprio status. Ci sono molte cose buone che noi evitiamo di fare per questioni di orgoglio. Quanti guai e quanti sprechi derivano dall' attenzione al proprio status, si affrontano persino vacanze stressanti pur di poterle poi raccontare ad amici e colleghi. E i primi ad ingannarci siamo proprio noi. Ebbene, l' umiltà cristiana ci toglie questo fardello. Diciamo che per noi lo status passa in secondo piano solo quando amiamo, solo allora siamo disposti anche a "zerbinarci". E che felicità proviamo in quei momenti! Tutto cio' non deve farci abbandonare un sano realismo: la cura dello status è insita nell' uomo, non è un suo capriccio, sarebbe ingenuo pensare di disporne liberamente. Lo scienziato evoluzionista ci spiega poi che è insita in particolare nel maschio. Per il maschio l' armatura dello status è essenziale allorché agisce in società. Sarà per questo che San Paolo richiede umiltà (sottomissione) soprattutto alla donna, è su di lei che ha più senso puntare per una società più efficiente in termini di risparmio sulla difesa dello status. D' altro canto all' uomo ha senso chiedere sacrifici non meno onerosi, per esempio morire per il coniuge, ed è proprio quello che fa san Paolo: con la prospettiva di un monumento equestre possiamo aspettarci molto dal maschio e quindi possiamo chiedergli molto. Anzi, tutto.
    • Sottomissione ai mariti. Recentemente un best sellers come "Sposati e sii sottomessa" cerca di giustificare questo comando: poiché la donna tende per sua natura a manipolare (a fin di bene) chi le sta vicino esercitando continue pressioni, l' ingiunzione di cui alle lettere di San Paolo diventa un modo per ricordarle di lasciare che il suo sposo sia se stesso limitando le opprimenti interferenze nella sua vita.
    • Sottomissione della donnaNel racconto biblico di Adamo ed Eva si evince un' inferiorità della donna. Locke fa notare che 1) entrambi sono creati ad immagine di Dio e 2) entrambi sono dotati di ragione. Questo è sufficiente, secondo Locke, a sancire un' eguaglianza sostanziale e una differenziazione limitata ai ruoli. 
    • Padre nostro. Molti atei hanno difficoltà a pregare, non trovano un senso chiaro nelle parole che pronunciano, eppure ci sono alcune preghiere cristalline, penso al Padre Nostro. Padre nostro -    Dio è un Dio che crea amorevolmente (gratuitamente) come un padre.
      Che sei nei cieli    -   Che sei onnopotente, onnisciente ed eterno. Che abiti la dimensione infinita dei supereroi.
      Sia fatta la tua volontà, così in Cielo, così in Terra -   In modo ci sia dato di abitare il migliore dei mondi possibili.
      Sia fatta la tua volontà, così in cielo, così in terra   -   In praise of passivity. Per una passività partecipata. E' il concetto di provvidenza che fa capolino. Il valore dell' obbedienza e del conformismo.
      Dacci oggi il nostro pane quotidiano   -    Ispira la nostra ragione affinché organizzi una convivenza fruttuosa che generi anche una ricchezza materiale.
      Rimetti a noi i nostri debiti  -   Perdonaci attraverso la Grazia.
      Come noi li rimettiamo ai nostri debitori   -   Nel nostro sforzo di imitare il tuo modello di perdono compatibile con la giustizia.
      E non ci indurre in tentazione   -   Mettici alla prova secondo le nostre capacità in modo da giudicarci rettamente.
      Ma liberaci dal Male   -   Dona la Vita Nuova a chi giudichi meritevole.
    • Ave Maria   -    Il saluto con cui il divino incontra l' uomo
      Piena di Grazia   -   Dall' esistenza contrassegnata dai miracoli (verginità, ascensione...)
      Il Signore sia con te   -   Unita a Dio nella generazione del Figlio
      Sia benedetto il tuo nome e benedetto il frutto del tuo seno   -   Destinato a grandi cose nel bene
      Santa Maria   -   Dall' umanità esemplare
      Madre di Dio  -   Destinata a partorire il figlio di Dio
      Prega per noi peccatori   -   Intercedi presso Dio invocando il suo perdono
      Adesso e nell' ora della nostra morte   -  Ora e finché dura il tempo utile per decidere il nostro destino.
    • Kant e Hume. La teologia naturale, lo strumento che l' ateo razionalista privilegia per avvicinarsi a Dio, è caduta in disgrazia dopo le critiche di Hume e di Kant alla logica induttiva. Mi chiedo se oggi conservino una qualche validità e mi rispondo di no. Gli argomenti di Hume appaiono grezzi e nella versione più sofisticata messa a punto da Kant sembrano trascurare la conoscenza probabilistica: per lui o si conosce (con certezza) o non si conosce. E la conoscenza probabilistica? La conoscenza probabilistica è il fulcro della razionalità moderna, eppure sembra alquanto trascurata. Anche la scienza, almeno da un paio di secoli, fa ipotesi probabilistiche sull' esistenza di entità non osservabili e inserisce tali entità a pieno titolo nelle teorie che formula: se solo Kant lo avesse saputo, lui che era così rispettoso della conoscenza scientifica, avrebbe forse rivisto le sue perniciose critiche.
    • Essenze. Credere a verità soprannaturali implica credere nelle "essenze". All' uomo moderno, ammettiamolo, disturba la parola stessa. Agisce qui, forse, l' indottrinamento liceale ricevuto sul finire del millennio, per riconciliarlo con il concetto di essenza e di soprannaturale basterebbe tornare per un attimo alla vetusta questione degli universali. Esempio: sappiamo che esistono i gatti bianchi, che esistono i cavalli bianchi… ma esiste la “bianchezza”? Se esiste è di certo una realtà incorporea. Ebbene, i cosiddetti nominalisti negano tale esistenza, i realisti immanenti la ammettono ma non “in sè”  bensì sempre a partire dalle cose (nel nostro caso il gatto, il cavallo...). I platonisti invece sostengono che gli universali esistono e sono autonomi, ci sarebbero a prescindere dal mondo. La posizione nominalista per me è abbastanza incomprensibile, quella “immanentista” è la più vicina al senso comune e alla nostra esperienza quotidiana. Il platonismo, dal canto suo, è una posizione che si puo' comprendere ma è non-verificabile e spesso non necessaria, noi del resto facciamo ben di rado esperienze "spiritiste" e non sappiamo fino a che punto siano affidabili. Perché spingersi dunque a tanto? Il realismo degli universali non è accolto solo dal senso comune ma anche dalla grammatica (e quindi dalle dimostrazioni logiche). Faccio un esempio: 1) il giallo è un colore, 2) l’ affermazione precedente è vera, quindi 3) il giallo esiste. Semplice no? Procedendo per assurdo è poi facile dimostrare le incongruenze grammaticali a cui conduce il nominalismo (l’ idea per cui “giallo” è solo una comoda parola di cui ci serviamo per indicare certi fenomeni): 1) il giallo è un colore e i limoni lo posseggono 2) non esistono parole che sono colori e che sono possedute dai limoni, quindi 3) giallo non è solo una parola. Facile no? Perché allora cercarsi rogne torturando il linguaggio naturale? In mancanza di prova contraria si fa molto prima ad accettarlo accettandone tutte le conseguenze. Direi che oggi il nominalista rinuncia a queste comodità servite sul vassoio d’ argento solo perché ha dei secondi fini, per esempio è un empirista radicale e certe forme di "essenzialismo" gli romperebbero le uova nel paniere. Ma a noi delle sue "uova" ci interessa molto poco. Accettiamo pure l' "essenzialismo" magari in una versione moderato che sta tra l' immanentismo e il platonismo: le essenze esistono e originano sempre dal mondo. Il Diavolo (essenza platonica) magari non esiste ma il Male (essenza immanentista) forse sì. E se proprio il platonismo è estraneo alla vostra sensibilità, ricordatevi che anche il concetto di Dio si pio' rendere più "immanente", pensate solo al Dio-Figlio incarnato! Oppure al Dio-Supereroe che anziché essere "fuori dal tempo" (iperuranio) è molto più semplicemente "eterno.
    • Status intellettuale del credente. Taluni sono intimoriti dal fatto che tra gli intellettuali l' ateismo è sovra-rappresentato, dichiararsi credenti significherebbe auto-etichettarsi come appartenenti alla parte più ignorante della popolazione. Per stemperare questo timore propongo qualche osservazione estemporanea. 
      1. Molti scienziati, più di quanti non si pensi, non crederanno nel Dio cattolico ma hanno comunque una loro vita spirituale (vedi il lavoro di Elaine Ecklund);
      2. poiché lo scientismo (solo la scienza “conosce”) è un buon candidato per sostituire la religione, esisterebbe un conflitto di interessi nel momento in cui uno scienziato è interpellato in materia: gran parte del suo capitale umano è investito proprio nella conoscenza scientifica! Sarebbe come chiedere a un professore se l’ “istruzione” serve, otterremo un autorevole parere ma “leggermente” viziato;
      3. per quanto l’ “intensità” di fede sia difficile da misurare, sembra proprio che tra i fedeli aumenti all’ aumentare della cultura (anche scientifica). Inoltre sembra proprio che, una volta tenuto conto dell’ effetto della ricchezza (e quindi dei sussidi all’ educazione) il nesso tra religiosità e intelligenza sia positivo.
      4. eliminando alcune domande ambigue su evoluzione e big bang ci accorgiamo che il legame cultura scientifica/fede cessa come d’ incanto di essere negativo.
      5. difficile che facendo scienza si perda la fede, molto più facile che facendo scienza ci si converta. Ultimo caso quello del genetista Francis Collins che, dopo aver mappato il genoma umano, ebbe a dire: “ho scoperto il linguaggio di Dio” (vedi Francesco Agnoli: credenti perché scienziati).
      6. l’ uomo d’ ingegno è più attrezzato per allontanarsi dal “senso comune” e la credenza in Dio poggia molto sul senso comune. Se aggiungiamo quanto sia “sexy” presentarsi nella società contemporanea esibendo una propria originalità, capiamo bene la lusinga a cui molti intellettuali anche raffinati sono sottoposti. In questi casi la sostanza passa in secondo piano.
      7. l’ università – la casa dell’ intellettuale – è luogo di trasmissione del sapere ma anche luogo di competizione dove gli intellettuali si esibiscono mostrando i loro “muscoli”, ovvero le complicate teorie che sono in grado di escogitare. Anche per questo un pensiero basato sul senso comune – come quello religioso – non attira.
      8. meglio sempre ricordare che in questi casi l’ asimmetria che ci si presenta tra credenti e non credenti è molto meno accentuata di quel che appare, questo per il noto processo di falsificazione delle preferenze che si attua al fine di socializzare al meglio tra simili. I meccanismi di esclusione non sono diretti ma sono efficaci: non recensiamo il tuo libro perché sappiamo cosa t’ ispira nel tuo intimo.
      9. tra gli intellettuali l’ ateismo prevale ma tra gli intellettuali che si occupano di religione (filosofi della religione) non è affatto così. Lo specialista della religione è per lo più un credente.
      10. c’ è poi un’ osservazione che contiene sempre la sua verità: “poca scienza allontana da Dio, molta vi riconduce”. In merito il fisico Russel Stannard ha scritto un bel libro in cui contrappone il bambino all’ universitario, le aperture mentali del primo e le paurose chiusure a riccio del secondo. Anche per qusto Dio diventa una favola per bambini, perché sono rimasti i soli a sapersi stupire. Loro e i grandi geni del’ umanità
      11. continua.
    • Filistei. Chi sta fuori dalla Chiesa è titubante nel compiere il grande passo, pensa: chi me lo fa fare, è un posto zeppo di filistei, meglio starne alla larga e pregare per conto mio. Qui vorrei allora riabilitare la figura del filisteo, per quanto ripetutamente fustigata da Gesù Cristo in persona: in molti di loro, è vero, la fede si è spenta e tuttavia sentono che continuare a sottoporsi e ad apprezzare la disciplina morale a cui costringe un' adesione anche solo formale puo' fare del bene, fosse anche solo al loro carattere. E così è in effetti, la religione edifica i cuori ma anche la volontà, chi vede sfumare la prima formazione non è detto debba rinunciare anche alla seconda, la volontà di conformarsi e di aderire alla regola formale è un allenamento che ci renderà comunque migliori.
    • Conversione. Vi conosco bene voi "acculturati", pensate che la religione non sia fatta per voi e che la cosa debba finire lì. Non vi interessa che al mondo esistano ancora dei devoti, facciano pure, meglio per loro, purché vi lascino in pace. Oggigiorno le persone "smart" non perdono tempo in questo genere di occupazioni. In fondo nessuno dei professori che ammirate è religioso, e men che meno gli intellettuali arguti che leggete sulla terza pagina dei quotidiani. Ogni volta che l'argomento entra in una circolo per sbaglio  viene dismesso con una sapida battuta e subito dopo lo "spirito dei tempi" ricomincia a fare il suo corso tranquillizzandovi. Vorreste prendere sul serio la religione ma intimamente pensate che sia solo colpa sua se non si fa prendere troppo sul serio. Non prendete neanche in considerazione che sia una certa pigrizia intellettuale a tenervi a distanza. Voi pigri intellettualmente? Voi che pensate da mane a sera ogni giorno che dio manda in terra? Eppure, purtroppo, prendere sul serio la religione implica un lavoro faticoso. Se per rompere il ghiaccio aspettate un'esperienza straordinaria vi state solo prendendo in giro, probabilmente per voi non esisterà mai nessuna "Damasco". Non si andrà mai a fondo della questione religiosa stando su una panchina a contemplare il tramonto o le bellezze della natura. La cosa, almeno nel vostro caso, richiede invece uno sforzo intellettuale almeno pari a quello che occorre per guadagnarsi una laurea. Il modo migliore per cominciare consiste nel leggere libri di cosmologia. Incontrerete un universo che  non solo è molto più strano di quel che pensavate ma è anche molto più improbabile di quel che avreste mai osato immaginare, e noi non siamo neanche vicini a cogliere i suoi misteri. Queste letture scientifiche non faranno di voi delle persone religiose ma - forse - scuoteranno il vostro dogmatismo ateo, il che è un buon inizio. Il passo successivo consiste nel procurarsi la compagnia di uomini religiosi, tra essi incontrerete persone la cui intelligenza critica non è meno impressionante di quella del vostro amato professore o dell'editorialista di grido. Costoro hanno imparato a riconciliare fede e ragione ma soprattutto hanno imparato a conoscere la realtà mondana in un modo diverso, più completo senza essere meno rigoroso, in un modo che non coinvolge solo l'intelligenza e realizza appiena l'uomo che apprende.

      Charles Murray: Advice for a Happy Life
    • Salute.  Dice: ok, capisco, ora so che POTREI convertirmi, quel che non ho capito è perché DOVREI farlo. Risposta: perché fede e felicità sono connesse e la felicità è anche un valore ateo. Dice: non mi fido di chi quantifica la felicità. Risposta: allora diciamo che la fede è connessa alla salute, almeno quella si potrà quantificare!
      Le pubblicità progresso, nel tentativo di formare una cittadinanza migliore, ci indirizzano a fin di bene verso diete salubri, graveremo meno sul servizio sanitario, purtroppo non invitano alla conversione, eppure gli effetti sulla salute non sono da meno: chi crede campa cent' anni. Mi rendo conto, è solo un modo di dire, di sicuro però, e qui non è più una formula idiomatica, campa mediamente qualche anno in più dell' ateo medio.
    • Chiesa. Dice: che me ne faccio della Chiesa quando ho le parole di Gesù? Solo per fare un esempio, prendiamo il messaggio sociale di Gesù: indifferenza per il sostentamento, astensione dal lavoro, rinuncia all' accumulo, liquidazione dei risparmi, rottura dei rapporti familiari, affidamento completo alla provvidenza e alla speranza nel Regno. Direi che la Chiesa serve eccome per una corretta interpretazione di questo ambiguo messaggio. O no?
    • Chiesa. Alcuni atei sembrano particolarmente insofferenti alla Chiesa più che alla Religione. La storia di questa istituzione è per loro imperdonabile. Qui il discorso è lungo, anzi è infinito, ma delle buone letture possono aiutare contro i pregiudizi, io consiglio: Science and Christianity in Pulpit and Pew di Ronald L. Numbers oppure The Victory of Reason: How Christianity Led to Freedom, Capitalism, and Western Success
      di Rodney Stark.
    • Regola aurea. Ricordiamola: "fai al tuo prossimo quel che vorresti fosse fatto a te". Variante: "non fare al tuo prossimo quel che non vorresti fosse fatto a te". E' l' unico precetto etico chiaramente formulato nei vangeli. Da notare la sua natura astratta che le consente di superare brillantemente il il test kantiano. Sembra anche un' ottima candidata a fondamento della società capitalistica moderna.
    • Diritti naturali. La Chiesa approccia qualsiasi problematica sociale avvalendosi della dottrina dei diritti naturali, il che mette in imbarazzo coloro che giudicano superata un simile strumento. Le preoccupazioni sono esagerate, non c' è nulla di superato nel giusnaturalismo, dopo qualche anno di latitanza oggi è tornato alla ribalta con studiosi seri, e non certo collegati alle istanze cattoliche, che lo hanno aggiornato conformemente alla sensibilità contemporanea,  primo fra tutti John Finnis.
    • Il buon pastore. La retorica del buon pastore è vista con diffidenza da molti laici, indurrebbe alla passività e all' accettazione di qualsiasi autorità politica. In realtà fissare un'autorità trascendente è un buon modo per sottrarre autorevolezza ai governanti. E' ben vero che il Catechismo della Chiesa Cattolica ingiunge obbedienza all' autorità politica e alle leggi (art. 2440) ma aggiunge che devono essere legittime (art.1897). Un' affermazione del genere è compatibile quindi con l' anarchia - vedi mossa del Cavallo - poiché il giorno che l' economista o il politologo dimostrerà che una legge è dannosa anziché utile, il Cattolico deve ritenersi autorizzato a disobbedire. Già oggi gli economisti sembrano aver chiara l' idea che pressioni fiscali come quelle vigenti creano danni più che vantaggi, anche ai più poveri.
    • La storia della Chiesa Cattolica. Molti meta-atei temono il contatto con la Chiesa per la sua storia. la storia di un'istituzione è importante e per soppesarla sarebbe opportuno fare piazza pulita dei cliché. Di seguito Jonah Goldberg su alcuni tipici cliché intorno alla Chiesa Cattolica
      • La riforma protestante si presentò con i caratteri classici del movimento "anti-moderno"
      • L'obbiettivo primario non era tanto, come piace credere, la lotta alla corruzione delle alte gerarchie, quanto l'indulgere della chiesa romana alle bellezze dell'arte e ai piaceri della vita...
      • L'iconoclastia - tipo quella praticata oggi dai talebani - fu un tipico fenomeno protestante
      • Altro obbiettivo: depurare la teologia cristiana dalla razionalità di cui faceva ampio uso...
      •  Oggi vediamo nel protestantesimo originario i germi del fondamentalismo: la Bibbia è un libro da trattare come gli altri libri, tutti lo possono leggere. E' chiaro che secondo questa impostazione risulta praticamente impossibile non interpretare molti passaggi alla lettera...
      • Le crociate possono essere interpretate come una guerra difensiva (oltretutto tardiva)...
      • Oltretutto le crociate furono una guerra persa in partenza, quindi chi vi partecipò lo fece con animo eroico, da martire...
      • La parola "crociato" per un musulmano non ha avuto senso per secoli, è stata importata dall' Occidente! Per loro il cosiddetto crociato era un normalissimo combattente per la fede, non una specie di imperialista che tentava di colonizzare terre lontane. Le accuse che noi rivolgiamo ai crociati suonano del tutto estranee alle sue presunte vittime.
      • Caccia alle streghe: la CC si mostrò dapprima disinteressata ad intervenire su un fenomeno del genere, e dopo fu tirata dalla giacchetta
      • L'intervento ecclesiale era dettato da una sola preoccupazione fondamentale: frenare l'isteria laica...
      • Parliamo di un fenomeno autenticamente democratico: un' esigenza autentica che nasceva dal popolo e dai signorotti immediatamente vicini al popolo...
      • L'effetto più plausibile dell'intervento ecclesiastico? Il salvataggio di migliaia di vite innocenti
      • Dove fu più diffuso il fenomeno? Senz'altro nei paesi protestanti...
      • Inquisizione medievale: anche qui parliamo fondamentalmente di un fenomeno laico e democratico (ovvero emergente dal popolo)
      • Il ruolo della CC? Essenzialmente chiamata come perito
      • Una caratteristica dominante? La mitezza e i numerosi proscioglimenti
      • Ricordiamoci un fatto: i re fondavano la loro legittimità sul diritto divino e gli eretici erano dei delegittimatori. Non poca cosa quindi, una specie di propagatori di terrorismo...
      • Inquisizione spagnola. Anche qui predomina la mitezza: tortura in 2% dei casi, Solo l' 1% degli imputati finiva condannato
      • Piccolo esperimento: confronta condanne e pene dell' inquisizione cattolica con quelle delle purghe staliniane, ovvero un inquisizione tipicamente "laica"...
      • Facciamoci una domanda: perché mai i criminali comuni facevano a gara nel professarsi eretici e nel confessare i loro sortilegi diabolici?
      • E il fenomeno dei conversos ebrei? fatto grave con poche scusanti, purché si ricordi che in prima fila ci stava il re, non il vaticano
      • Le strane accuse alla CC: da un lato si predica lo scetticismo come salvezza da tutti i mali della creduloneria, poi, quando la CC è scettica su alcune evidenze scientifiche alquanto dubbie (vedi il caso Galileo) la si mette comunque sul banco degli imputati...
      • Galileo? Il mito delle torture: Galileo finì in cella (praticamente un appartamento) giusto per qualche giorno, di sicuro non subì mai torture.
      • Perché Copernico era venerato e Galileo subì un processo? In fondo professavano le stesse idee. Galileo voleva trarre conseguenze teologiche da verità scientifiche alquanto dubbie.
      • Ma ci fu un altra ragione: l'invidia dei colleghi scienziati. Furono loro i più attivi nello spingere per l'intervento di autorità ecclesiastiche riluttanti. Scienza contro scienza?
      continua
    • Liberal Politics and Public Faith: Beyond Separation di Kevin Vallier - i contorni di una laicità amica della fede
      • polarizzazione: continua guerra culturale: aborto divorzio eutanasia. è inevitabile?
      • cattolici e protestanti: confliggono su temi cruciali, si sono fatti la guerra x secoli ma oggi convivono serenamente. xchè? perchè sono diventati liberali almeno sulla teologia...
      • si cerca di convincere anzichè aggredire. al limite fissando le regole di un dibattito.
      • ma oggi la neutralitá liberale è diventata una vera e propria posizione in campo. una religione
      • l equazione che fanno molti: liberalismo = secolarismo aggressivo. x qs lo respingono. purtroppo molti liberali hanno alimentato il pregiudizio.
      • assunto comune: il lib è avverso all influenza r. nella vita p.
      • il libro difende una forma di lib attraente x i r. che vogliono far pesare il loro credo nell'arena pubblica.
      • il public reason liberalism prl chiede di privatizzare le credenze ma il religioso si sente così violato nella sua integrità.
      • tesi: il rigetto della privatizzazione è corretto.
      • convergence liberalism cl: rigetta il doppio standard per cui: la ragione r sarebbe da privatizzare quella di l da rendere pubblica.
      • il futuro sarà costellato da guerre r. il liberalismo le ha dapprima sedate poi alimentate. è tempo che torni alla sua vocazione primigenia...
      • tesi del libro: l. e r. possono andare d accordo.
      • l.: la libertà può essere limitata se ci sono valide ragioni riconosciute da tutti.
      • tesi: limitare la libertá religiosa nn è una valida ragione.
      • ma ciò nn invalida il principio generale dei liberali.
      • l.: la libertá religiosa introduce divisioni nella società.
      • tesi: il l. deve rispettare l integrità dell uomo nn appena qs si accordi con il pluralismo..
      • le restrizioni alla religione devono essere chiare a tutti i cittadini x essere promosse...
      • il pluralismo mal si concilia con il razionalismo unico...
      • imho: quando la lotta di r. riguarda il diritto ad esistere (ad astenersi. vedi lotta x libertà di coscienza in materia di aborto) allora coincide con la lotta liberale. quando riguarda la richiesta di imporsi sulle altre visioni (es. imporre a tutti  il crocifisso nella scuola di stato) allora il connubio diventa impossibile. morale: il discorso r. nn deve essere privatizzato quando riguarda la prima parte dei temi.
      • es. di "liberalismo convergente" applicato alla scuola: choice system
      continua
    • Liberal Politics and Public Faith: Beyond Separation di Kevin Vallier - l'impostazione liberal - Rawls come paradigma cap1.
      • public reason liberalism prl chiede che ogni coercizione sia giustificata in modo comprensibile a tutti.
      • tesi: se ben interpretato prl nn limita le libertà religiose...
      • obiettivo del liberalismo: far convivere chi la pensa diversamente sotto istituzioni imparziali.
      • critici di l .: il mito dell imparzialità. risposta di l.: settari.
      • l. ha problemi con la r.: può esistere solo in una dimensione privata.
      • rawls prototipo: la r. introduce il concetto di valore nn negoziabile e trascendente. qs la rende incompatibile con l.
      • storia standard: nel medioevo si condivideva la stessa r. e tutti andavano d accordo. con la comparsa delle sette cominciò una guerra intestina a cui pose fine la pace di westphalia che impose il primato statal/liberale e la privatizzazione della r.
      • locke hobbes: appellarsi alla ragione comune e nn alla fede particolare...
      • e la ragione naturale? purtroppo confligge di frequente. disaccordi continui. occorre altro - contrattualismo - x risolvere i disaccordi frequenti..
      • hobbes: lo stato trascende i particolari ovvero le religioni.
      • locke: la legge di natura è sufficientemente chiara tuttavia esistono disaccordi residuali che lo stato deve risolvere.
      • hobbes e locke modificano la teologia cristiana x renderla politicamente meno pericolosa. ecco spiegati i loro corposi excursus biblici.
      • i teorici del contratto sociale si vedono come risposta alle guerre di religione...
      • rawls I ritiene che i principi del suo contratto siano stabili xchè professarli reca una felicità in sè. realizza l uomo. il contratto sociale è un buon sostituto della religione
      • senza qs realizzazione interiore il free ride o chi ha paura deo free ride abbandonerebbero i principi di giustizia..
      • rawlsII considera rawls  I irrealistico: nn si possono condividere dei principi di giustizia e sentirsi realizzati se nn si condivide l intera visione del mondo ma il pluralismo rende impossibile tutto ciò.
      • pluralismo ragionevole: i disaccordi che pur permangono tra individui diversi anche nell esercizio di una ragione comune.
      • rawls II: la stabilità ha una natura politica e nn valoriale: conviene ma nn rende felici, può anche non convalidare i ns valori + profondi.
      • la stabilità politica richiedendo di condividere solo la formula politica rende possibile un certo pluralismo dei valori.
      • rawls rinuncia così alla comune visione del mondo.
      • critica: l adesione sincera dell altro è a rischio. nn ha una base solida.
      • rawls risponde: resta necessario che il cittadino liberale s impegni a giustificare pubblicamente la democrazia liberale. questo impegno puo' e deve essere preteso
      • quando i cittadini giustificano la formula politica negli stessi termini diremo che posseggono una ragione pubblica.
      • condizione: la politica deve avere un primato sulla persona.
      • rawls auspica che nei forum pubblici le visioni del mondo sostengano la visione politica.
      • dovere civile: giustificare la politica. x rawls è ammesso che lo si faccia attingemdo ai propri valori profondi. anzi è auspicabile.
      • l esempio di martin luther king: gran senso dei diritti xchè gran cristiano.
      • tuttavia per rawls le ragioni della religione restano di seconda classe. non è interessato ad esse. i valori condivisi sono più importanti di quelli esistenziali.
      • tensione: da un lato i valori religiosi esaltano il contratto sociale dall altro lo minacciano.
      • al cittadino religioso il liberal chiede di privatizzare la sua religiositá in eccedenza e di mettere l altra al servizio della politica
      • publuc reason liberalism prl: chi realizza una coercizione deve provarne la sua necessità pubblicamente.
      • liberal: la libertà è la norma. la c. va giustificata.
      • il principio di giustificazione della forza pg assume varie specificazioni a seconda del prl. i prossimi capitoli lo chiariranno.
      • quando una c. può essere pubblicamente giustificata allora è legittima.
      • i valori sottesi a prl: libertà uguaglianza rispetto.
      • prl: un prl nn può accettare che un certo giudizio privato magari xchè si dice naturale possa imporsi sugli altri.
      • npr e la religione: il buon cittadino nasconde la sua religione poichè ostentarla è fonte di divisione...
      • tipico argomento prl: condividiamo i valori di libertà e uguaglianza ma nn quello di bene x cui la religione va privatizzata.
      • i due argomenti liberal x restringere r.: stabilità e rispetto x il prossimo.
      • c è chi sostiene che il vincolo alla r. precede e serve la giustificazione poichè senza una ragione condivisa non si puo' nè giustificare nè ragionare.
      • x prl il r. che accetta i vincoli opera in favore della sua fede: può pretendere che anche l altro li accetti.
      • conclusione: prl discende dal c.s. e ha buoni motivi x privatizzare la r. x togliere qs vincolo nn basta chiedere onestà intellettuale.
      • la risposta dei r.: violata la ns integrità.
      • tesi: r. ha ragione ad opporsi ai vincoli ma nn riesce a giustificare l imposizione di vincoli a terzi.
      • come ottenere un lpr più tollerante verso la religione?: sostituire i principi di stabilità e rispetto per l'altro con i principi di integrità e rispetto per le diversità
      continua
    • Una alternativa alla laicità Luca Diotallevi - laicità e totalitarismo.
      • un alternativa alla laicità: la libertà religiosa.
      • E' tipica dei paesi anglosassoni. E' il loro modo di risolvere i problemi stato/chiesa.
      • 4 Differenze
      • 1 per un laico la libertà religiosa è una forma di libertà di coscienza, va esercitata in privato. per un liberale la libertà religiosa è il fondamento della libertà di coscienza. non puo' restringersi al privato senza tarpare la realizzazione dell'individuo
      • 2 il laico è essenzialmente un monarca: c'è un solo principio che ordina la società. il liberale è poliarchico: esistono più principi. esiste lo stato ed esistono i corpi intermedi che interagiscono con lo stato. anzi, si puo' anche dire che molti stati europei non sono stati: in gb per esempio manca il principio dell unicità dell ordinamento che è fondamentale per uno stato.
      • 3 per il laico la legge forma il diritto, per il liberale è il contrario: in nome del diritto posso disapplicare le leggi. occhio quindi al mito della legalità, è contraria alla dottrina sociale della chiesa
      • 4 per il laico è essenziale una religione civile che tenga unito il popolo. per il liberale è necessaria la coscienza trasparente (tocqueville parlava di civile religion ma qui i termini potrebbero confondersi). la civil religion sono i valori condivisi ma non alternativi alla propria confessione privata.
      • perché la laicità è ideologica? perché si presenta come l unico modo che consente a più religioni di convivere mentre ne esistono almeno due.
      • Per luca diotallevi lo stato è una reazione moderna alla modernità. la modernità si annuncia come frammentazione e poliarchia in continua ricerca di punti di convergenza. gli spiriti nostalgici non potendo sopportare qs disordine introducono lo stato forte che riporti ad unità tutte le istanze.la laicità è dunque un ideologia reazionaria.
      • la libertà religiosa nasce nella cristianità non altrove. nella storia è solo il cristiano che dice io posseggo la verità tu sei in errore ma non posso impormi e sono chiamato a rispettare la tua coscienza. vedi rivoluzione americana. diritto di zizzania: non separare il grano dal loglio. rispetto della coscienza errata in buonafede. a volte il diritto alla zizzania è stato esportato: es. in indonesia paese musulmano tollerante.
      • la libertà religiosa non nasce dalla laicità ma dal diritto alla zizzania, ovvero dal diritto asimmetrico: io maggioranza rispetto te minoranza anche se tu al mio posto non mi avresti rispettato.
      • il pluralismo religioso è innanzitutto un pluralismo intra-ecclesiale. verità scomoda ma storicamente accertata. il toleration act vige per pacificare la cristianità. la libertà religiosa nn è quindi il punto ragionevole d incontro tra credenti e non credenti ma è nato nella chiesa dei credenti.
      • vaticano ii: in perfetta continuità con la chiesa secondo bastione di un ordinamento politico plurimo. anche il vaticano ii spinge il pedale del pluralismo.
      • illuminismo francese: assertivo; illuminismo scozzese: critico.
      • ***
      • guerre di religione. scontro tra aristotele e agostino. lo stato è il monopolista della realtà politica? per a. sì, a lui spetta il governo di qs dimensione.
      • molti religiosi lutero in primis sostengono qs via delegando al principe la gestione di una chiesa di stato e riservandosi solo una funzione provata l'anima.
      • la teoria dei due regni: alla terra pensa il principe e solo il principe. l ordine deve prevalere sul conflitto.
      • la chiesa cattolica ci mette del suo simpatizzando con la teocrazia facendo così toccare gli opposti.
      • questa scelta politica di lutero scatena la bagarre, una scelta di dottrina sociale, quindi, più che una scelta religiosa.
      • vince il modello luterano, ovvero il modello laico: la religione dei principi deve diventare la religione dei sudditi. solo in gb sopravvive l'agostinismo che poi darà vita al modello di libertà religioso tipico soprattutto degli usa.
      • problema: se il problema è l' origine dei problemi allora san tommaso lo perpetua e lo porta nel cuore della cristianità. purtroppo sì ma nel 500 la scolastica nn è la teologia ufficiale della cc.
      • ancora oggi la chiesa si divide su questo punto. ancora oggi il concetto di laicità è ben visto da molti membri della chiesa.
      • e il concilio vaticano ii? riafferma il primato del conflitto e il diritto dei cattolici di lottare nell agone politico armati della loro fede.
      • il problema dei valori non negoziabili. il problema non è il loro contenuto ma il modo in cui vengono presentati che non dice nulla dell opzione conflittuale, anzi sembrano negarla. ma l alternativa è solo la laicità
      • una nuova distinzione: secolarità e laicità. il concetto di secolo è più neutrale. il concetto di laico è già un modo specifico di coordinare il rapporto tra chiesa e secolo. il secolo in agostino è l incontro tra eternità e mondo, un luogo di conflitto e incarnazione.
      • l eucaristia costituisce una rappresentazione del secolo ovvero dell incontro tra l infinito e i limiti dell uomo. un conflitto sano da cui emerge guidata dallo spirito una verità.
      • dignità: la dignità dell uomo è rispettata quando puo' contribuire conservando i suoi valori più profondi. la laicità non lo consente poichè teme questi valori quando non coincidono con la religione civile.
      • bene comune: sono tanti i beni comune. in economia il bene comune è prodotto dall imprenditore. in famiglia dai genitori. lo stato produce l ordine pubblico, un bene comune tra i tanti
      • molti conservatori non disdegnano la laicità, ovvero la presenza di un trono da cui ordinare tutto: se su quel trono ci metto un mio uomo ho fatto l affare.
      • il classico confronto tra cattolico laico e cattolico liberale: maritain e sturzo (vedi corrispondenza
      continua
    • Liberal Politics and Public Faith: Beyond Separation di Kevin Vallier - il liberalismo convergente
      • il public reason liberal sostiene che una coercizione deve sempre essere giustificata pubblicamente per essere legittima
      • cosa impedisce ad un public reason liberal di sdoganare la religione? essenzialmente tre motivi
      • stabilità: l'infedeltà fondamentale del religioso rende destabilizza il sistema (argomento giustificativo)
      • 2 rispetto: esibire la propria religione manca è una mancanza di rispetto verso l'altro (argomento giustificativo)
      • neutralità: per fornire delle prove occorre confrontarsi utilizzando una ragione comune, il religioso deve rinunciare al suo credo per accedere a questo piano (argomento pre-giustificativo)
      • il liberale convergente respinge il terzo argomento: la discussione è un incontro tra diversi che non possono che presentarsi al tavolo con la loro ragione.
      • il liberale convergente bilancia 1 e 2 con altri 2 argomenti di pari forza:
      • 1 integrità: un uomo privato del suo credo pubblico è un uomo senza integrità.
      • diversità: la diversità è un valore e dobbiamo ragionevolmente preservarla.
      • conclusione: il liberale convergente non chiede all uomo di fede di rinunciare al suo credo negli spazi pubblici ma, armato di quello, gli consentirà di entrare in discussione/conflitto al fine di trovare un punto d'intesa.
      • cosa differenzia un liberale convergente lc da un public reason liberal prl?
      • lc crede nella libertà religiosa
      • prl crede nella laicità
      • prl: quando due uomini di fede s'incontrano scoppierà una guerra. Per evitarla occorre che una religione più alta (la laicità) s'imponga.
      • lc: la guerra è costosa e quando due uomini di fede diversa s'incontrano troveranno un'intesa 
      • prl e lc appartengono comunque entrambi alla grande famiglia dei contrattualisti, differiscono solo per sensibilità verso i valori religiosi.
      continua
    • Liberal Politics and Public Faith: Beyond Separation di Kevin Vallier
      • il problema del mandate contraception mc
      • tesi: ingiusta la coercizione perchè non giustificabile
      • oublic justification principle: ppj
      • ob: tanti casi simili, impossibile accettare il ppj.ppj è libertario non liberal
      • risposta: si confonde obiezione di coscienza con riserve morali
      • ob coscienza: non posso fare altrimenti (mancano ragioni sufficienti)
      • riserva morale: la legge non rispecchia la mia morale
      • ppj: è una giustificazione sufficiente, non completa
      • analogia: la rete di sicurezza. tutti concordano sulla rete ma non sull entità che puo' essere scelta con procedure democratiche. esclusa invece la soluzione libertaria e socialista
      • leggi: 1 ingiustificabili 2 sufficienti 3 ottime
      • ppj non è libertario perchè ammette 2 ovvero molte leggi non libertarie
      • la religione nn ha uno statuto speciale. attiene solo ai principi cardine della persona (che possono originarsi anche per altra via)
      • pratica: guarda come le corti giudicano l obiezione di coscienza
      • analogia con i diritti di proprietà? no. qui tutti ammettiamo limitazioni ci si divide sul quanto.
      continua
    • Papal fallibility - sull'infallibilità papale - di edward freser
      • minimalismo: dobbiamo obbedire solo agli insegnamenti che si presentano col crisma dell'infallibilità
      • massimalismo: dobbiamo obbedire a tutto
      • min e max sono errati
      • la dottrina è esposta nel vativano i
      • il papa è infallibile nel magistero straordinario (no omelie o encicliche)
      • requisito1: formale e solenne dichiarazione fatta appellandosi alla sua autorità su materie di fede e morale.
      • requisito2: esposizione di una dottrina, non di soluzioni a casi contingenti o locali
      • requisito3: non puo' contraddire scrittura, tradizione o insegnamenti precedenti. puo' solo confermare, preservare, interpretare, chiarificare, adeguare alle nuove circostanze e rendere formale cio' che è informale.
      • ergo: il papa non è un monarca. il papa benedice, conferma, formalizza cio' che di fatto già esiste ed è cresciuto più o meno spontaneamente nella chiesa con i vincoli precedenti. assomiglia ad un legislatore liberale che scopre la legge anzichè crearla. non è al di sopra ma al servizio della comunità.
      • ergo: l'insegnamento infallibile non potrà mai contenere novità o cambi di rotta
      • quando il pronunciamento è infallibile l obbedienza deve essere assoluta. ma quando non lo è? ci sono almeno 5 casi
      • 1 pronunciamento dogmi rivelati senso stretto. es. dottrina della trinità, dottrina cristologica ecc. l'obbedienza qui è dovuta, del resto qs genere di pron è sempre infallibile
      • 2  pronunciamento verità connesse a rivelazioni. esempio verità morali come aborto e eutanasia o sacerdozio maschile. l' obbedienza è dovuta
      • 3 pronunciamenti in fieri, non definitivi ma obbligatori su verità rivelate. esempio: il vaticano II. l'obbedienza è dovuta di default con permesso di evolvere in modo critico ma rispettoso.
      • 4 pronunciamenti prudenziali. esempio: il rifiuto dell eliocentrismo nel 600. l'obbedienza deve essere esteriore anche se non interiore
      • 5 pronunciamenti prudenziali che ammettono dissenso. es: contro la pena capitale o una certa guerra. per definizione il dissenso qui è ammesso.
      • poi ci sono le cose dette dal papa a titolo personale. in qs caso il dissenso è sempre concesso. oppure le ipotesi fatte anche in veste ufficiale, oppure quando non sonono affrontate questioni di fede o morale.
      • da quanto detto si evince una cosa: il papa puo' sbagliare.
      • è possibile fare una lista corposa di errori papali.
      continua Papal fallibility http://edwardfeser.blogspot.com/2015/11/papal-fallibility.html
    • Eretici di G.H. Chesterton
      • l'eretico è colui che ha capito troppo bene un aspetto dell'ortodossia
      • Oggi dirsi eretici è un vanto
      • Oggi so può parlare di tutto ma nn del tutto
      • Oggi che tutti possono parlare nessuno parla
      • L idea liberale: facciamo cercare a tutti otterremo di più. Risultato: disinteresse
      • Cap3 kipling
      • Ama il militarismo: nn x il coraggio ma x la discuplina. Divisione del lavoro e obbedienza
      • Rk elenca tante cose senza amarle. Gira il mondo senza affezionarsi alcunchè
      • rk unomo dell'organizzazione e dell efficacia
      • Cap4 shaw
      • Relativismo e superomismo
      • Il disprezzo x il generale l ideale
      • Cap5 wells e il positivismo
      • Lo scienziato è rispettabile finchè umile ma l umiltà stufa. Si può replicare huxley ma nn a darwin
      • Wells: la scienza senza umiltà
      • Scientisti: quelli che cominciano dalla fine anzichè dall evidenza
      • Utopia: l abolizione dei confini
      • Cap6 esteti sincretisti
      • La seduzione della materia dello spirituale
      • Cap7 l oriente
      • Troppo spazio a dio: è ovunque e il nostro libero arbitrio ne risente
      • Cap10 contro il ritorno alla natura di tolstoj
      • Più semplica chi mangia caviale x natura che chi mangia uvetta x principio
      • L artificiale è più antico del naturale
      • L unica semplicità che conta: quella del cuore
      • cap11 scienze umane
      • per studiare le religioni meglio andare in chiesa che leggere troppi libri
      • lo scienziato studia la natura più che la natura umana
      • rito: esiste senza una ragione (utile). volerne trovare la ragione porta esiti comici.
      • gli uomini agiscono anche in base all'emozione e lo scienziato sociale vuole spremere una ragione
      • l uomo è un mistero, la scienza se ne disinteressi o diventa impresa sia disperata che folle
      • cap12 paganesimo
      • differenza paganesimo e cristianesimo: che una viene dopo l'altra (e la perfeziona)
      • virtù pagane: giustizia, coraggio. il cristiano incamera e arricchisce con speranza, carità
      • cristianesimo: va oltre
      • cap13 nostalgia dei celti
      • la razza come una chiesa per gli orfani
      • cap 14 la famiglia
      • l'altro visto da vicino
      • la grande società senza corpi intermedi: un modo per liberarci dal fastidio di intessere relazioni
      • dicumanità: odiare il genere umano
      • in famiglia si vive male? ma la famiglia è da difendere perchè è il miglior posto in cui far anche l'esperienza del vivere male
      • la noia dei ricchi: dipende dal fatto che possono scegliere un po' troppo. accogliere invece di scegliere. la famiglia insegna ad accogliere
      • cap15 società elegante
      • elogio del fumetto. in un capolavoro è ben descritta una persona, in un fumetto è descritto un popolo a partire dal suo autore
      • la perspicacia senza il basamento della tradizione è mera frivolezza
      • cap18 giovanilismo
      • niente di più rituale che la trasgressione
      • avere un ideale non è un merito: non si puo' fare altro. l'unico merito è nutrire il giusto ideale
      • l'ideale migliore è quello selvaggio poiché è chiaro che non verrà mai raggiunto. l'ideale peggiore è quello addomesticato perchè si crederà di averlo raggiunto
      • il moralismo ci esilia dall universo non ce lo rivela
      • elogio del dogma. niente scienza senza un po' di dogma
      continua
    • Ortodossia di Chesterton
      • sinossi
      • Peccato originale: limite
      • Uomo: libertà
      • Inferno: responsabilità
      • Miracolo: soprannaturale
      • Trinità: legame
      • Dio: realtà
      • Bambini: senso comune
      • Cap.1 il maniaco
      • Angustia del materialismo. Il ragioniere maniaco
      • Il maniaco ha spiegazioni altrettanto complete ma asfissianti
      • Offriamo aria più che argomenti
      • Cap3 evoluzionismo
      • Ev: il suicidio del pensiero se vogliamo farne una filosofia
      • Certe storie di gesù: nn potendo credere a cosa fece crediamo di sapere cosa provasse
      • Cap4 democrazia e tradizione
      • Tradizione: democrazia estesa nel tempo
      • Cap.5 morale
      • La morale nn inizia con un contratto: nn ti colpirò se nn mi colpisci. Ma con la sacralità: nn ci colpiremo in un luogo sacro
      • Cap6 paradossi del cristianesimo
      • Chest: convertito dagli atei: troppe accuse antitetiche. La salute risiede nell equilibrio
      • Accusa al cristianesimo: poco virile ma troppo combattivo
      • San francesco più ottimista di whitman. San gerolamo più pessimista di shopenhauer
      • La chiesa è nelle condizioni di prendere il buono dove c è
      • Cap7 progresso
      • Oggi è malinteso: eterna rivoluzione: si progredisce cambiando ideale anzichè avanzate su un ideale fisso. La chiesa a molto da offrire x fissare il tutto
      • Cap8 la dottrina
      • Vedi all inizio
      • Cristiano xchè razionale. Oggettività del soprannaturale
      • Razionalista: se tratto l uomo come se fosse caduto preferisco pensarlo come caduto veramente
      • Credo come credo nella scoperta dell america
      • Uomo e bestia: basta vivere con entrambi x accorgersi della differenza
      • La gioia: il segreto del cristiano
      • Conclusione
      • Immagine: bambini su un piccolo isolotto circondato da un baluardo: giocano chiassosi e felici. Cade il baluardo: si rannicchiano impauriti. La fede era il baluardo dell europa
      • Lezione cristiana: la lezione delle fiabe:
      • Cenerentola: regina xchè umile
      • Bella e la bestia: amabile xchè amato
      • Bella addormentata: 1 dotata ma mirtale 2 la vittoria sulla morte
      • Pollicino: i giganti si abbattono
      • Robinson: costruire un mondo nominandolo
      continua
    • Was Jesus God? Richard Swinburne
      • Il mondo è fatto in modo tale da rendere probabile l' esistenza di Dio.
      • Ma x' proprio quella del Dio cristiano?
      • 22222
      • Programma: Parte I la dottrina cristiana è vera x ragioni a priori (inerenti alla natura del dio che prob. esiste); Parte II: evidenza storica e ragioni a posteriori.
      • Definizione di Dio
      • Ragioni x credere all' esistenza di dio: esperienza xsonale e testimonianza.
      • Esperienza e testimonianza vanno bene finché si vive in un contesto senza obiezioni, in caso contrario il tutto va rafforzato con delle ragioni.
      • Il teismo è una teoria del tutto che ha come punto di forza la sua semplicità.
      • Rapina prob. a priori dell' ipotesi: prob. indipendenti dalle possibili conseguenze dell' ipotesi: es. precedenti del colpevole ipotizzato.
      • Rapina prob. a posteriori: prob. dell' ipotesi che dipendono dalle conseguenze dell' ipotesi. Es.: impronte digitali del presunto colpevole.
      • I fatti (impronte digitali) aumentano la prob. dell' ipotesi quanto + l' ip. è semplice.
      • Semplicità: poche sostanze e facile descrizione delle proprietà
      • Dio ha una sostanza sua propria? Agostino dice di no, dice che la sua sostanza consiste nelle sue proprietà (vedi cap. sulla definizione di dio)
      • E il rasoio di Occam? Mettiamo tra parentesi questa questione, qui potremmo anche vedere dio come persona naturale. In altra sede, discutendo il dualismo, potremmo anche sostenere l' evidenza della mente umana e quindi la necessità di postulare forme di dualismo. A quel punto la trascendenza divina n sarà + un problema
      • L' ipotesi teista è talmente vasta da non avere ipotesi a priori: tutto è conseguenza del dio onnipotente. L' evidenza a posteriori usata x dimostrare l' ip. teista è evidenza a priori x dimostrare lip. cristiana
      • Cccc
      • Trinità: Dio è amore; per amare genera un suo pari: il figlio; L' amore delle due xsone si effonde nello Spirito...
      • Analogia: in un matrimonio ci si ama da pari a pari. Inoltre nel matrimonio se moglie e marito si amano pensando solo a se stessi instaureranno una relazione egoistica e malsana. L'apertura all'esterno della loro realizzazione è essenziale...
      • L'amore prevede di amarsi reciprocamente ma anche di condividere l'amore per qualcosa o qualcuno di esterno alla coppia...
      • Se il figlio e/o lo Spirito fossero generati successivamente all'esistenza del Padre, allora il padre sarebbe stato imperfetto, il che nn è possibile. Per qs la relazione tra le tre persone è consustanziale. Tuttavia solo il Padre è ontologicamente necessario. Figlio e Spirito sono metafisicamente necessari...
      • È qs sequenza generativa che distingue le tre persone, nn altro...
      • Problema: come è possibile che coesistano tre persone tutte onnipotenti senza che si creino conflitti?
      • Semplice: le xsone hanno la stessa natura e quindi sono tra loro armoniche...
      • Problema: ma la teoria trinitaria nn complica un'ipotesi che aveva nella semplicità il suo forte? No, conseguenze intricate nn pregiudicano la semplicità di partenza
      • Çcc
      • Incarnazione...
      • Un Dio che ama vuole condividere il dolore e i limiti della sua creatura...
      • Come può un padre volere che suo figlio soffra? Spesso un genitore tollera e decide x la sofferenza del figlio se dietro c'è un bene maggiore. Per esempio: voglio che mio figlio vada a soldato x il bene della comunità...
      • Come può una xsona sdoppiarsi? Come può una xsona avere una doppia natura (umana e divina)? Freud ci ha insegnato l' esistenza della doppia xsonalità. In qs modo Dio può creare un sè incarnato con sue credenze particolari e separate da quelle generali. Dio nn si limita ma opera in dimensioni differenti...
      • Può Gesù fare del male? No, è umanamente xfetto. Perchè mai Dio nn dovrebbe incarnarsi in un uomo xfetto. Detto qs. vive le sue paure e le sue angosce x poter essere più vicino a noi. Anche lui è soggetto a tentazioni a cui può cedere ma che vince nella sua libertà...
      • Il Dio incarnato a tratti xde la sua coscienza di essere Dio e sente la sua debolezza. È un'esperienza nn insolita: la paura ci fa dubitare delle ns. doti anche quando sappiamo di averle. Qs nn significa che Dio xda la sua onniscienza, semplicemente l'articola in varie dimensioni...
      • Prr i cristiani il Dio incarnato è il figlio incarnato. Detto ciò il Figlio esiste cmq anche prima della sua incarnazione. Implicazioni: l'unigeneticità del figlio è compatibile con una pluralità di incarnazioni, sia in qs mondo sia nei mondi marziani
      • Bbbbb
      • Dio s' incarna x redimere i ns peccati. Come puó essere possibile tutto ciò?
      • Teoria del peccato: colpe oggettive e soggettive; le 4 condizioni x espiare un peccato (scuse pentimento risarcimento pena)
      • Perdono: atteggiamento interiore che consiste nel trattare chi ci ha offeso come se nn lo avesse fatto. Richiede almeno scuse e pentimento qualora il risarcimento nn sia possibile (concedere un xdono alla leggera offende chi ci ha offeso poichè lo si tratta da irresponsabile)
      • Teoria del peccato originale: l' imperfezione è nella ns natura (eredità ancestrale). Invidia e inganno x soddisfare i ns bisogni immediati a spese altrui. I ns antenati dovevano espiare e nn lhanno fatto, noi traiamo il bene della vita da loro ma ereditiamo anche i loro debiti
      • L' incarnazione redime i peccati, ma come? Se prendo un' impegno, vengo pagato e dilaziono l' esecuzione, dopodichè nn eseguo magari x' ho un incidente, come posso riparare? Per esempio, chiedendo scusa pentendomi e pagando x quel che posso un terzo che si presta a fornire il servizio rinunciando alla differenza. A qs condizioni il xdono è sensato. Allo stesso modo l' incarnazione rende sensato il perdono. L' impegno è la vita xfetta
      • Bbbb
      • La xfezione non ci è nota. Deve essere rivelata

      • Possiamo arrivare alle verità morale necessaria ma nn all' applicazione dettagliata. Poassiamo sapere che uccidere è male ma nn sapere tutto sulla difesa o sull' aborto
      • X' la supererogazione? Per coordinare (parallelo con lo stato) per abituare (parallelo con la famiglia: analogia dei bimbi comandati di far la spesa ai vicini bisognosi)
      • Necessità dell' esempio, necessità della contestualizzazioni... necessitá della Chiesa
      • Chiesa ermeneuta e Chiesa comunità di incoraggiamento reciproco
      • Bbbb
      • L' offerta del Paradiso
      • Purgatorio: chi è armato di buone intenzioni ma è anche ignorante
      • Santi. Dio è giusto ma anche amorevole (perdona). Le intercessioni dei santi fanno appello a qs caratteristica
      • Mmmmm
      • Fonti della vita di gesù
      • è prob. che sia nato da vergine?
      • Bbbb
      • Affinchè gesù sia dio ci aspettiamo che 1. firmi la sua opera e 2 faccia qualcosa in grado di redimere i ns. peccati.
      • La resurrezione implica 1. un miracolo (firma) e 2. la morte di un dio (retribuzione).
      • Resurrezione come firma divina del suo operato
      • Evidenze empiriche: la lista dei testimoni
      • X' la resurrezione di domenica non è un' aggiunta postuma
      • Non c' è confirmation bias: la resurrezione è una sorpresa
      • 5 alternative alla resurrezione: 1 Gesù non morì 2. Ci fu uno scambio di tombe 3 Il corpo fu trafugato x impedirne il culto 4 il corpo fu trafugato dai ladri 5. il corpo fu trafugato dai discepoli x prevenirne la profanazione
      • I 2 criteri x individuare un profeta autentico
      • Poichè esiste una minima prob a priori che gesù sia dio, non necessitano grandi evidenze per credere che gesù sia risorto (analogia con l' uomo alto 3 metri
      • Mmm
      • Come calcolare le probabilità che gesù sia dio
      • Come definire la continuità di un' associazione? I due elementi da valutare: scopo e organizzazione...
      • Esempio di cambio dello scopo: bocciofila che diventa partito. Altro esempio: associazione di scacchisti che che cambiano le regole al gioco...
      • Nella Chiesa di Gesù lo "scopo" è la dottrina. Da questa considerazione si evince la foza della Tradizione...
      • Cos'è l'organizzazione? Essenzialmente uomini e procedure...
      • Problemi insolubili: la società di calcio che vota per diventare una società di rugby e una minoranza lascia organizzandosi altrove x fare calcio...
      • Soluzione possibile: ammettere la divisione e la liquidazione della società di partenza...
      • i 3 scismi: ariani (dottrina) ortodossi (org) protestanti (dottrina e org)...
      • I problemi principali risiedono nello scisma con gli ortodossi Ammettere la divisione? Negli altri casi la continuità del cattolicesimo sembrerebbe al riparo...
      • Nei primi secoli le discussione era dottrinaria e i problemi legati alla continuità venivano risolti grazie al criterio istituzionale. Ma lo scisma ortodosso e quello protestante mettono in discussione anche l'assetto organizzativo…
      • Unità della chiesa nei primi secoli nonostante le molte divergense: ripartiamo da lì studiando cosa la teneva unita la Chiesa e xchè si è spaccata...
      • Nicea: la Chiesa ha un deposito della fede fatto di Scrittura e Tradizione. Tradizione anche nell'interpretazione della Scrittura. Importante: la Tradizione conta quanto le Scritture...
      • Antico Testamento: stratificato nei secoli. Contiene le premesse e il prologo delle rivelazioni den Nuovo Testamento. Deve essere interpretato alla luce di quest'ultimo...
      • NT: libri formatisi e riconosciuti nel corso del I secolo DC. Contiene l'essenza della Rivelazione cristiana...
      • Come scegliere i libri canonici: 1) conformità al messaggio cristiano 2) apostolici: di fonte apostolica o connessa 3) accettazione diffusa da sempre nella Chiesa Cristiana...
      • Fissati i testi ci sono però molteplici interpretazioni tutte plausibili. Quale privilegiare? Qui la tradizione conta nn poco. Poi c'è il concilio ecumenico dei vescovi + approvazione papale ad avere la parola finale. In alternativa c'è il pronunciamento ex cathedra del Papa. Ma ci sono anche le fonti di fatto: la concordia prolungata o le scomuniche...
      • NT e AT nei primi 1300 anni sono sempre stati considerati libri difficili: contradditori tra loro e con la scienza. Forse anche x qs si dice che il Libro sia stato ispirato da Dio ma nessun Concilio l'ha mai affermato formalmente
      • Nnn
      • Tema: i criteri per interpretare il Libro...
      • Problema: l'antico testamento contiene molte falsità: il mondo nn è stato creato in 6 giorni...
      • La Bibbia è un libro composto da diversi libri di diverso genere: poesia, filosofia, storia, ecc. L'interpretazione del messaggio dipende dal genere del libro...
      • I libri storici, per esempio, vanno intesi alla lettera e sono veri se la descrizione dei fatti data corrisponde con la realtà, tralasciando i particolari poco significativi...
      • Molti libri sono di docufiction: storie inquadrate in una cornice storica credibile con particolari inventati dall'autore per rendere vivido il racconto. Qui la verità del libro non dipende dalla verità dei singoli passaggi ma dalla verità del messaggio veicolato...
      • Ci sono poi i libri con apologhi morali: in qs caso la verità sta nella verità del loro messaggio morale...
      • Ci sono libri che potremmo definire come "favole metafisiche". Si tratta di metafore che ci comunicano qlcs d'importante circa la condizione umana. Genesi è tra questi: un inno alla dipendenza delle creature dal creatore. Qs libri sono veri se la loro metafora rinvia a verità importanti della ns condizione umana...
      • La Bibbia è vera se i libri che la formano - interpretati secondo il loro genere - sono veri. Problema: noi nn conosciamo il genere di tutti i libri della Bibbia. Alcuni generi potrebbero esserci addirittura estranei...
      • Potremmo rifarci alle intenzioni dell'autore ma anche quelle spesso  sono estranee. Inoltre, l'interpretazione storica è la più varia...
      • I 2 problemi: 1) passaggi tra loro contraddittori e 2) contraddizioni col sapere moderno anche al netto dell'interpretazione + prob.: che Matusalemme dovesse avere 969 anni sembrerebbe da prendere alla lettera...
      • Soluzione: l'interpretazione dei libri dovrà essere fatta in modo conforme alla dottrina cristiana della Chiesa: la Persona precede il Libro che in sè dà solo il via alla storia cristiana e xde di senso se nn si adegua all'evoluzione del corpo vivo e presente della persona...
      • AT va interpretato secondo NT che va interpretato secondo la dottrina presente...
      • La Bibbia è sacra nel senso che è il seme da cui è storicamente fiorito l'albero del cristianesimo. Detto qs è all'albero che dobbiamo guardare...
      • La Chiesa assume un ruolo centrale e in qs modo invalida il criterio generale x giudicare la veridicità di un testo. Non conta più sapere se tutte le affermazioni o la maggioranza delle affermazioni sono corrette secondo i vari generi attribuiti...
      • Dire che la Bibbia è frutto di ispirazione divina significa dire che le intenzioni ell'autore nn saranno mai l'ultimo tribunale...
      • Se qualcuno ci dice che "Giovanni ha un cervello acuto" noi consideriamo qs considerazione assurda perchè nn esiste una conformazione acuta del cervello. Ma se crediamo che qs Qualcuno sia onnisciente noi rivediamo subito la ns. interpretazione rendendola metaforica...
      • In qs modo i Padri hanno interpretato il libro senza conoscere i generi particolari. Possiamo parlare di interpretazione razionale di un testo polisemico che parla a più generazioni...
      • I protestanti rigettano questo metodo: secondo loro la Bibbia è un libro che può essere letto e compreso...
      • Se tutti i cristiani fossero stato sterminati e i loro scritti bruciati, sarebbe possibile inferire da una Bibbia rinvenuta oggi la dottrina della Trinità? Direi di no. Per qs ha poco senso pensare che possediamo solo la Scrittura x fondare la ns fede



      continua
    • How the catholic church built the western civilisation di Thomas Woods
      • Cap1 la tradizione
      • La tradizione cattolica ha un vantaggio sulle altre ( greca romana germanica illuministica): le contiene tutte in sè e prende il meglio da ciascuna senza radicalizzazioni.
      • Il medioevo è un xiodo oscuro x tutti tranne che x gli studiosi del medioevo
      • Scienza letteratura diritto legge internazionale università economia, in tutto c è lo zampino della CC. Forse anche x qs san benedetto è il patrono d europa
      • e con la scienza? geologia, archeologia, sismologia, ragionieria, astronomia... vai a vedere chi ha fondato queste discipline e trovi un prete. vai poi a vedere chi ha finanziato di più la ricerca nella soria e ci trovi la chiesa. non sono buone premesse per chi sostiene la tesi dell'incompatibilità.
      • Cap1 basso medioevo
      • Bill durand: il regresso culturale? Colpa dei barbari nn della cc
      • Barbari: popoli rurali e nomadi. Dawson: la cc introdusse legge, diritto (la grande conq romana) e umanità evangelica in popoli dediti al saccheggio e alla guerra permanente
      • La conversione dei barbari e la loro civilizzazione. Carlomagno: arte e istruzione incoraggiata intorno alle cattedrali. Recuperate le sette arti liberali (quadrivium + trivium). La rinascienza carolingia.
      • Dopo carlomagno la cc diventa protagonista in prima persona mentre imperversano le invasioni di magiari vichinghi e islamici. Molte scuole e spesso il papa es silvestro è l uomo più colto in circolazione
      • Pochi lo sanno: solo un paio di scritti latini ci sono pervenuti in originale. Il resto è tutta opera degli alacri monaci
      • Cap2 come i monaci salvarono la civiltà
      • origini del monachesimo: in opposizione all'eremitaggio. l uomo necessita una comunità
      • benedetto: un moderato contro le pratiche estreme dell'est
      • attività curate nei monasteri: agricoltura, lavoro manuale, pulizia dei boschi, allevamento, distillazione bevande, irrigazione, acquedotti, uso intensivo delle macchine, metallurgia (i cistercensi erano consulenti ricercati), fabbricatori di orologi, 
      • la ragioneria e il controllo delle attività
      • monasteri e amore per la scrittura. copisti indefessi.
      • l' amore per la carità. aiuto indefesso agli ultimi
      • cap4 università
      • nulla del genere in grecia e a roma. 
      • caratteri: 1 posesso di testi propri 2 programmi ben definiti 3 titolo finale 4 durata minima dei corsi
      • 83: le università cattoliche fondate prima della riforma
      • chiesa: fonda e/o protegge l u. e chi ci lavora.
      • materie. arti liberali, filosofia, teologia. legge, medicina...
      • la ragione al centro, altro che "appello alle autorità"
      • i campioni: anselmo, tommaso, abelardo, pietro lombardo, 
      • ricerca relativamente libera (edward grant). david lindberg: biginning of western science
      • discussione pubblica e dibattito logico
      • cap5 la chiesa e la scienza
      • galileo? praticamente un caso unico (newman)
      • prendi copernico: un prete le cui teorie circolavano senza censure. lo stesso galileo non subiva censure di sorta inizialmente, papa urbano si complimentava col suo lavoro. 
      • la discordia. chiesa: il sistema copernicano è un ipotesi probabile, forse la più probabile. galileo: l ipotesi copernicana è vera e provata (dalle marree, per esempio). galileo: le scritture vanno corrette o reinterpretate
      • jerome langford: galileo credeva di aver ragione. falso che non fu ascoltato. molti erano d'accordo con galileo ma attendevano più prove.
      • il torto di galileo: rifiutare ogni compromesso e credere di essere nel vero incondizionatamente mettendosi su un terreno teologico
      • il torto della chiesa: troppo sensibile alle pressioni accademiche (scienziati ostili al pisano) e protestanti (poca adesione ai testi sacri). Bellarmino: nn possiamo subire l'accusa di trascurare i testi.
      • l'innovazione interpretativa era tutt altro che tabu. bellarmino tommaso albertto il grande
      • il decreto di censura fu limitato a galileo. boschovich, per esempio, continuò a usare il sistema copernicano senza interferenze
      • pierre duhem stanley jaki:l idea che l universo sia ordinato e i numeri reggano tutto. Che l uomo sia un essere razionale
      • l universo è separato da dio e quindi studiabile in sè. Contro: panteismo e derivati.
      • animismo: una pluralità di dei che agiscono in competizione disordinata. Nei greci l animismo predominava.
      • islam: molte menti eccellenti ma costantemente osteggiate proprio dall islam. Allah nn può essere limitato da una legge. I miracoli cattolici sono rari
      • tommaso: l esperienza come barriera alle astrazioni
      • Buridano e il moto inerziale: l idea di ununico sistema fisico
      • la cattedrale di chartre: un centro del sapere: logica matematica astronomia. Il caso del vuoto, dell universo eterno o creato, del moto inerziale
      • molti scienziati credenti ma anche molti scienziati preti: roger bacon alberto il grande, robert grosseteste, nicolaus steno, charles bossut,  gianbatgista riccioli, athanasius kirch er, francesco maria grimaldi rover boscovich, louis odenbach, giovanni keplero, 
      • cap6 arte
      • qui il ruolo della CC è meno contestato e del tutto inattaccabile
      • Ottavo e nono secolo: guerra all iconoclastia, la cc come baluardo. Nessun dipinto del profeta. L incarnazione pesa. Giovanni di damasco:trattato delle immagini divine
      • contro il purismo sterile di catari e manichei
      • i protestanti nn furono da meno. Calvino l incazzato.
      • Le cattedrali medievali: bellezza ordine simmetria proporzionalità. Dio come architetto razionale.
      • agostino e il de musica
      • Panofsky: scolastica e cattedrali: una relazione diretta
      • rinascimento: 1 molte innovazioni artistiche  avvennero prima vedi giotto 2 fuori dall arte stagnazione rinascimentale (letteratura scienza) rinascimento e irrazionalismo:astrologia caccia alle streghe 3 il secolarismo avanza ma l arte resta in gran parte religiosa.
      • rinascimento e irrazionalismo: magia alchimia streghe terrore.
      • Rinascimento e machiavelli: la politica come realismo cinico.
      • Kenneth clark: la religiosità di molti artisti e il mecenatismo della cc
      • l illustrazione delle sofferenza (crocifissione). Scuola di espressività.
      • chiaroscuro, prospettiva, forme geometriche:  arte e scienza sempre insieme. Dove c è grande arte c è grande scienza
      • Cap7 legge internazionale
      • I crimini di colombo e soci (veri e presunti) destarono cmq una crisi di coscienza elaborata soprattutto da cc
      • I protagonisti: antonio de motesinos (rep dominicana). francisco de vitoria (tutti gli uomini nascono liberi e uguali). Domingo de soto.. luis de molina. Bartolomeo de las casas (contro sepulveda nel dibattito sulla tutela).
      • aristotele: esistono popoli schiavi per natura.
      • regola: il rifiuto della fede nn giustifica la guerra (vitoria). Tommaso: la fede è unatto della volontà. Concilio di toledo: no al battesimo forzoso degli ebrei
      • Legge divina, diritti naturali... la premessa ideale indisponibile ai pagani
      • Il re ferdinando cede alle pressioni:legge di burgos, legge di valladolid
      • i diritti umani e l onu nn fanno che riprendere quell insegnamento.
      • hobbes: nessun limite all autorità del tiranno. Per machiavelli lo stato è unente moralmente autonomo
      • conclusio e: se oggi critichiamo gli eccessi spagnoli nel nuovo mo do lo facciamo con gli strumenti concettuali forgiati dalla cc spagnola di quel tempo.
      • cap8 cc ed economia... rinvio a chafuen
      • cap9 
      • La cc inventa la carità. Prima la filantropia era solo una forma di promozione personale. Assurda se anonima. Per gli antichi l atarassia era un pregio (stoici). Pietà era una patologia del debole.
      • Il cattolico e l antico di fronte allo straniero bisognoso.
      • giovanni crisostomo fonda gli ospedali. Prima, se esistevano, erano realtà sporadiche e precarie.
      • carestie e pestilenze prima e dopo l influsso cattolico.
      • I crociati e gli ospedali da campo. Ordine degli ospedalieri.
      • ospedali e scuole statali in francia (e italia)? Un semplice esproprio alla cc.
      • cap10 cc e la legge
      • Un condannato a morte de e restare sano, solo così potrá pentirsi. Harold berman parte da qui x dire: la ns tradizione legale ha radici nella teologia.
      • Confusione tra chiesa e stato: da constantino la chiesa è perito nn fa leggi e nn le applica.
      • separazione cc e stato. Per papa gregorio l imperatore era una persona qualsiasi
      • la legge canonica: modello per i sistemi giuridici di tutta europa. Per breman: il primo sistema legale completo nella storia d occidente. Fondato su costumi, coscienza e diritto naturale.
      • le materie in cui il canone ha dettato legge: matrimonio proprietà eredità procedura civile (al posto di ordalie e tribunali speciali). Intenzionalità nel crimine (al posto della resp oggettiva).
      • Nel diritto i romani erano avanti. La cc ha 1 innovato rispetto a loro e 2 restaurato il loro.
      • matrimonio: consenso, no al matrimonio con bambini. fattori estenuanti
      • sant anselmo e il principio teologico della proprzionalità della pena. Violata la legge di dio bisogna risarcire dio: depersonalizzazione
      • i diritti naturali e la loro radice medievale. Brian tierney  contro chi sostiene una radice nel 17 secolo. La stessa idea di "diritto individuale" è cattolica: il decretum di graziano
      • il dibattito tra francescani dopo la morte del fondatore. 1spiritualisti: avanti con la povertà assoluta 2 altri: la prop è naturale, anche cristo e gli apostoli la detenevano.
      • cap11 cc e morale
      • infanticidio: comune a roma e in grecia. A roma mancava il 30% delle donne
      • suicidio. Comune e lodato tra gli stoici.
      • la condanna dei gladiatori.
      • la condanna dei duelli
      • i semi per la condanna della schiavitù
      • il concetto di guerra giusta. Prima nn c'era. Francisco suarez e francisco de vito contro machiavelli per cui lo stato nn è giudicabile eticamente.
      • morale sessuale: condanna della promiscuità, del tradimento coniugale. Dalla parte delle donne: e le donne divennero preponderanti nella comunità cattolica. Insulto ai cattolici: "una religione da donne".
      • Conclusione: un mondo senza dio
      • sarebbe nichilista
      • sarebbe pessimista
      • chesterton: sarebbe credulone (il trionfo dell ideologia conferma)
      • un mondo con arte brutta. E in gran parte la cosa è confermata. Trionfo del caotico dell assurdo e del gioco insensato. Narcisismo e vuota voglia di scioccare
      continua
    • Piccolo manuale di apologetica di Rino Cammilleri
      • cap 1 il sillabo
      • Simbolo di oscurantismo? Tieni presente il momento: cannonate su porta pia ed esproprio generalizzato. Ci si pronuncia sull ideologia del prepotente
      • Lo spirito moderno nn tollera la censura? Ebbene, il sillabo fu censurato e il vescovo di mondovì incarcerato x disobbedienza.
      • Il sillabo pronostico come maledetto il secolo che veniva. A posteriori confermiamo quella sentenza: il secolo delle idee assassine.
      • Nel sillabo c è anche la prop che condanna il potere senza limiti dello stato, ovvero del totalitarismo che nn riconosce sopra di sè altri poteri
      • Condannato anche il materialismo. Condanna attuale.
      • Ci sono anche condanne implicite del nazionalismo, cosa allora insopportabile. Dal nazionalismo derivarono razzismo e guerre
      • Cap 2 inquisizione
      • Cap 3 risorgimento e cattolicesimo
      • Risorgimento d importazione? Gb massoneria...
      • La proposta federale. Il papa valuta ma diventa ostile quando carlo alberto mostra di voler fare da sè
      • Il piemonte nn era uno stato rappresentativo dell italia, aveva solo una virtù: l aggancio con la massoneria
      • E la formula "libera chiesa in libero stato" nn tutela? È servita per gli espropri, per dire: la chiesa si occupi di anime, i suoi beni diventano nostri
      • Stato del vaticano: il più antico dell occidente, messo insieme grazie a donazioni.
      • Un risorgimento voluto da 4 avvocatucci, nn certo dagli italiani. Programmatico: "bisogna fare gli italiani".
      • Machiavelli: l italia nn è diventata una nazione autorevole x colpa della chiesa. Ma con la chiesa in quegli anni otteniamo il primato della bellezza. Lo stato autorevole di allora serviva giusto a far la guerra. Bella cosa.
      • Piuttosto: il guaio dell italia è di essersi formata "contro" la chiesa.
      • Tutti i guai derivano dalla mancata protestantizzaziine? Piuttosto dalla mancata alleanza tra liberali e cattolici. Imho: anche se nemmeno altrove sembra essersi realizzata e c è da chiedersi come mai.
      • Cap 4 le crociate
      • Dal 600 i musulmani hanno ripetutamente invaso le terre cristiane: cartagine costantinopoli
      • Il pellegrinaggio. Una pratica molto sentita ma ostacolata dall islam che occupava gerusalemme.
      • Cristiani nell islam: pesanti tributi divieto di proselitismo, matrimoni misti con padre cristiano vietato, carriere sbarrate in molti settori
      • La grande cultura islamica? Era una cultura persiana inglobata nell islam successivamente. Il sacco di alessandria.
      • Sincerità della missione e dei missionari. Nn un espediente x eliminare i cadetti.
      • Templari: la prima banca mobile del mondo.
      • Le crociate misero in ginocchio la nobiltà a tutto vantaggio della borghesia
      • Le crociate aprirono rotte x le repubbliche marinare, tristemente noto il saccheggio di costantinopoli da parte dei veneziani
      • I massacri? Molti ma da ripartire equamente
      • Un dispiacere: la scomunica di federico ii venuto a patti con l islam rinunciando a parte delle sue pretese
      • Il frutto delle crociate: 1 l albicocco 2 nuove rotte 3 fine del feudalesimo 4 inizio dei comuni
      • Crociata contro gli albigesi: catastrofica negli esiti giustificata nelle motivazioni. Leresia catara: odio per la materia, un ideologia disumana. Tutto pur di nn propagare la stirpe: aborto infanticidio sodomia...
      • La leggenda nera dei lumi. Un artefatto da smontare
      • Cap 5 galileo
      • Cap 6 giordano bruno
      • Allora un caso che nn fece scalpore. Riesumato dalla cultura romantica e dalla gnosi più irrazionale.
      • Atropocentrismo e panteismo.
      • Stile criptico esoterico. Autore anti moderno per eccellenza
      • Concezione eliocentrica infiniti mondi
      • La tesi di molti: nn era più in possesso delle sue facoltà mentali
      • Litiga con tutti: scomunicato anche a ginevra, abiura e riammesso alla tavola protestante
      • John bossy: bruno fece anche la spia x gli inglesi. Ruolo difficile da coniugare con quello di martire
      • A Wittenberg si avvicina ai luterani fino a subire anche da loro u a scomunica
      • Si fa giudicare a venezia, inquisizione nota x il suo rigore e la sua mitezza. Viene ripetutamente ascoltato e abiura. Poi chiede il trasferimento a roma forse xchè crede di poter agire con i suoi poteri magici sul papa
      • A roma un caso di garantismo ante litteram. Ampie possibilità di difesa. Giuria composta da uomini colti. Bellarmino, un santo, che istruisce, forse l uomo più preparato del suo tempo, diritto all avvocato, copie dell accusa inviate all impitato, memorie, verbali accurati. Cella appartamento
      • Bruno risulta cmq essere stato torturato "almeno una volta", un trattamento riservato a chi era colpevole oltre ogni ragionevole dubbio
      • Processo durato oltre 8 anni, con molte possibilità di pentirsi. Dimostra di voler abiurare, poi ci ripensa, poi ci ripensa ancora, tentenna...
      • La chiesa aveva il dovere di processare, l eresia era fonte di conflitti sociali e disordini gravi. In francia la guerra civile nel 500 era continua. Ricordiamo poi la guerra dei 30 anni. L ingenuo giudica con categorie giuridiche inesistenti (men che meno altrove). L unica domanda sensata: la cc ha rispettato la legge (rule of law) o ha avuto comportamenti arbitrari?
      • Ancora oggi esistono reati di opinione: negazionismo, apologia del partito fascista.
      • Non dimentichiamo le intenzioni sovversive di bruno, mirava a rovesciare l ordine costituito
      • Cap 7 le insorgenze vandee italiane
      • Movimenti contro le invasioni napoleoniche e le repubbliche giacobine. Per la monarchia e la religione cattolica
      • Ricordiamo il genocidio vandeano compiuto da napoleone
      • Rivoluzionari: la creazione dell uomo nuovo
      • Dal 1796 al 1799 napo occupa l italia e gli italiani insorgono
      • Fu un un fenomeno nazionale. Nord centro e sud. Nn vi fu provincia manco di reagire all invasore
      • Dopo l instaurazione di napo l insorgenza continua anche se in forma partigiana. Si tratta della più grande guerra di resistenza popolare, forse l unica, che gli italiani abbiano mai combattuta contro l invasore straniero. Furono in più di 300000 a prendere le armi mentre solo qualche migliaio collaborò. 100000 i morti ammazzati tra i resistenti.
      • Le classi popolari al centro dell insorgenza, anche se tutte le classi dettero il loro contributo
      • Nell immaginario collettivo i collaboratori vennero fatti passare per patrioti. In base a quale logica? Forse perchè furono i precursori di chi farà il risorgimento
      continua
    • Dio è tornato di Rodney Stark e Massimo Introvigne
      • Intro
      • 1 problema: la religione è sovrastruttura o interpretabile come fenomeno autonomo? Si prende posizii e per la seconda ipetesi. Es. Osama è mktivato dalla religione
      • Secondo problema: la secolarizzazione. Due teorie: 1 man mano che la scienza avanza la religione si ritira (fenomeno progressivo e irreversibile) 2 la domanda di religione domandata è costante e la quantità prodotta dipende dall offerta che può essere depotenziata dallo stato.
      • Tesi:il pluralismo religioso diffonde la religione anche se in alcuni casi ne abbassa la qualità
      • Cap 1 il ritorno della religione
      • I fattori materiali predominano e determinano quelli dottrinari: marz engels feuerbach hobbes durkenheim weber niebuhr
      • Le crociate, per la terra santa o per il bottino? Oppure un modo per sistemare i cadetti
      • Oggi sappiamo che , e crociate erano imprese tutto sommato disinteressate. Chi le conduceva era spinto dalla religione e poco altro
      • Il costo delle crociate è ingente e sopportato dai protagonisti (+ donazioni). Il periodo nn era di crisi ma di crescita. Questo vale soprattutto per la prima crociata
      • La crociata in spagna fallisce, nonostante la spagna sia ben più ricca della terra santa
      • Altra domanda: gli eretici erano i precursori dei proletari o veri credenti con una fede deviante?
      • Il voto di povertà era reale e questo sembrerebbe dimostrare che l istanza religiosa era al centro di tutto.
      • Altra domanda: il messianesimo ebraico nn cresce al crescere di epidemie e cadestie?
      • No, molti messia compaiono anche in periodi di prosperità e calma
      • Il fenomeno dei "Grandi Risvegli" americani, frutto dindiluvi epidemie ecc? No, piuttosto dimvariazioninin tema dimofferta
      • Abolizione della schiavitù. Evidenti le ragioni religiosi ma molti storiciminsistono sulle motivazionineconomiche della guerra di secessione,
      • E il misticismo anni 60 targato usa? Per cox sintomo del deteriorato capitalismo
      • In giappone e corea grande proliferazione di fedi nel dopoguerra. Motivo: libertà religiosa
      • Guardiamo inmodo sistematico ai capi delle sette. Che tipi sono?per lo più la religione è il vero centro dei lorompensieri.
      • Le idee contano: la differenza di comportamento dei pagani e dei cristiani davanti allemepidemie: chi abbandonsmil malato contagioso e chi lo cura. È la dottrina a spiegare la differrnza
      • La scienza affonda le sue radici nella teologia razionale. Le dottrine nn sono tutte uguali, alcune sono chiare, razionali, rispondono ad un bisogno, plausibili, autorevoli ecc.
      • Durkenheim: dio è creato dall economia e dalla società. La religione ha solo la funziine di sostenere l ordine.  Noi invertiamo l ordine: un idea genera spiegazioni e comoortamenti.
      • Cap 2 quanto è secolarizzata l europa?
      • Teoria della secolarizzazione: il destino dell europa è il destino dell occidente. Problema: gli usa resistono, perchè?
      • Composizione razziale? Reljgiosità di mera facciata? Stati bianchi e autenticità della fede
      • Tesi: serve una teoria della mobilità religiosa più che del declino della religione. Il problema nn è la domanda ma l offerta
      • Scandinavia: religione statalizzata = religione in declino. Il monopolio nuoce alla diffusione
      • Nn confondiamo sesacralizzazione con secolarizzazione. È in declino il monopolio di una religione su un territorio, nn la religione di per sè
      • L europa protestante: monopoli e religione gratuita per tutti nella maggior parte dei paesi europei
      • Keith thomas critica durkenheim x aver idealizzato la religiosità del medioevo e della prima età moderna
      • Cap 3 l italia
      • Distinguiamo tra pratica religiosità e credenza soggettiva. Anche la secolarizzaziine europea può essere messa i  discussione
      • In italia la cc vanta una tradizione protetta. Solo di recente il pluralismo ha fatto capolino soprattutto grazie all immigrazione (oltre a qualche legge). La teoria prevede un risveglio. C è stato? Semmbrerebbe di sì valutando il,periodo dall 81 al 99
      • La cc del resto nn è mai stata statalizzata come le chiese del nord europa, inoltre vanta una concorrenza interna: i movimenti
      • Morale: il maggior pluralismo, anche se mai al livello USA, ha fatto bene alla cc. Così come ha fatto bene sia alla cc che ai protestanti il pluralismo del sudamerica.
      continua
    • Response to a Statistical Study of the Effect of Petitionary Prayer di Richard Swinburne

      • Di cosa parliamo. [A large-scale statistical study purporting to show whether petitionary prayer for recovery from illness has any effect, the ‘Benson study’ was published in April 2006.
      • Descrizione. groups.One patient group received intercessory prayer (for an uncomplicated recovery) after being informed that they may or may not receive prayer; one patient group did not receive prayer after being so informed; and one patient group received prayer after being informed that they would receive prayer. Individuals were prayed for by their first names only, and their identity was not known to those praying.
      • Esito. Compications occurred to 52 per cent of the first patient group, to 51 per cent of the second group, and to 59 per cent of the third
      • Teodicea. Although they are intrinsically bad states, pain and disability often serve good purposes for the sufferer and for others.My suffering provides me with the opportunity to show courage and patience.
      • when we pray for another person, God knows far better than we do whether it will be best for that person and others affected by him,
      • secular orientation of the prayer used by those praying in the Benson study 'for a successful surgery with a quick, healthy recovery and no complications'!
      • Fallimenti evcellenti. After all, Christians believe that the salvation of the world was brought about partly by God's failure to answer the prayer of his Son in the Garden of Gethsemane,
      • sometimes, perhaps often, it is equally good that what we should pray for should occur as it should not occur; and that God wants to interact with us by answering our requests, so long as we ask for a right reason.
      • Il sentimento della preghiera. One right reason is that he prays for a particular sufferer out of love and compassion for that sufferer. In the Benson prayer study, the people praying were NOT praying out of love and compassion for the particular sufferer for whom they were praying- they did not even know who that sufferer was.
      • They were praying in order to test a scientific hypothesis. Why should a good God pay any attention to these prayers?
      • Analogia. Suppose that I am a rich man who sometimes gives sums of money to worthy causes. I receive many letters asking me to give such gifts. Some foundation wants to know if there is any point in people writing such letters to me - do they make any difference to whether I give money to this cause or that? I realise that on this occasion, unlike on other occasions, the letter writers have no deep concern for the causes for which they write. So of course on this occasion I pay no attention to the letters.



      continua
    • The Folly of Fools: The Logic of Deceit and Self-Deception in Human Life Robert Trivers - Religione ch 12

      • CHAPTER 12 Religion and Self-Deception
      • Dawkins. Some people think of religion itself as complete self-deception, all of it nonsense on its face, counterfactual, and in the extreme having nothing but negative side effects.
      • Critica a D.: but these people have no theory for how this malady could have spread so far... What some have is a metaphor. Religion is a viral meme; that is, it is not an actual virus, which can easily bring a population to its knees, but rather it is merely a thought system... This is not a very impressive foundation for an evolutionary theory of religion,
      • First we need to separate the truth value of religious statements from the possible benefits of believing in them,
      • Il credente e il meta ateo convivono. there is often an internal struggle within religions between general truth and personal or group falsehood. That is, the essence of religion is neither self-deception nor deep truth, but a mixture of the two,
      • Esempio do beneficio. Religions tend to increase within-religion cooperation at the cost of lowered cooperation with outsiders. Often this involves a false historical narrative
      • COOPERATION WITHIN THE GROUP
      • the double-edged sword of religion, inside and outside: a religion urges its own members to treat each neighbor as they would treat themselves, yet also to slaughter every nonbeliever and outsider, as is ordered in the good book, for group after group, down to every last man, woman, and child.
      • Dio ti vede: comportati bene. In some religions, people imagine that God is watching and evaluating their every action.
      • One study shows that even a pair of eyelike objects on a small part of a computer screen can unconsciously increase cooperative behavior in an anonymous economic game.
      • Sopravvivenza delle comunità. One interesting fact on the effect of religion on cooperation emerges from comparing small religious organizations—“sects”—with small nonreligious communes. There is a striking tendency for the religious to outlast the secular... So religion provides some kind of social glue that makes organizations based on them more likely to endure
      • Strategie pastorali. Another interesting difference between the two kinds of communes is that the more costly the requirements imposed on group members in a commune (regarding food, tobacco, clothing, hairstyle, sex, communication with outsiders, fasts, and mutual criticism), the longer the survival of a religious commune... Spiegazione: greater cost needs to be rationalized, leading to greater self-deception, in this case in the direction of group identity and solidarity.
      • RELIGION: A RECIPE FOR SELF-DECEPTION
      • A Unified, Privileged View of the Universe for Your Own Group
      • prescelti. Either you are the founding people and all others degenerate dogs, or else yours are the “chosen people”either by ethnicity (Jewish)
      • There May Be a Series of Interconnected Phantasmagorical Things
      • Once you have signed on to a few of these notions, there are hardly any boundaries left, and very small details can turn out to be critical features of dogma.
      • IMHO: sul punto vedi Plantinga vs Swinburne
      • RELIGION AND HEALTH
      • Religious behavior and practice appear to be positively correlated with health, a well-established fact with dozens of careful studies in support,
      • tendency of religions to establish rules related to health: avoid tobacco and alcohol, pork, top predators such as sharks and lions (which tend to concentrate toxins as they move up the food chain), and generally risky or unwise behavior,
      • Some effects may come from the benefits of positive belief itself—for example, on immune function—as well as benefits that flow from being a member of a mutually supporting group,
      • The exalting, positive music of so many religions is probably on the high end for positive immune
      • Even confessing sins to God and disclosing trauma may have beneficial immune effects.
      • One benefit of religion is that it does provide a framework for understanding and acting within our world, a framework we might expect to provide some psychological and mental benefits.
      • Benefici alla corteccia cetebrale. It was as if religion was providing them a buffer against error.
      • PARASITES AND RELIGIOUS DIVERSITY
      • Religions have repeatedly split into subreligions that are sometimes at one another’s throats.
      • Recent work suggests that parasites and, in particular, parasite load may drive religions to split... The argument goes as follows: Where parasite load is low, an in-group and out-group member may be almost equivalent where risk of transmitting a new infection is concerned, namely, low. But where parasite load is high, an asymmetry emerges. An in-group member will in general have been exposed to the same set of parasites as the other members and will carry some of the same genes that give at least partial resistance to many of these parasites...From the standpoint of each group, the other is a threat
      • What is the evidence? Two broad factors are of interest: religious and linguistic diversity. That is, how many languages and religions coexist per unit area? With high parasite load, we expect many of each, since splitting into smaller groups facilitates language formation.
      • Il freddo ci rende omogenei. Canada and Brazil are roughly the same size, yet Canada has 15 religions and Brazil, 159. Canada is located in the far north, where parasite load is low;
      • Processo. Presumably, no one is saying, “Look, worm density has increased alarmingly in ourselves in this area for the past ten years. Perhaps it would be wise for us to be more focused on in-group interactions, including mating. Let’s up our racism level.”Instead, as I imagine it, religion provides substitute logics with similar.
      • WHY THE BIAS AGAINST WOMEN?
      • Contro l'argomento prevedente: molti parassiti sino favoriti dalla riproduzione intra druppo. We know that sexual reproduction—and the recombination it promotes—is strongly associated with evolutionary protection from coevolving parasites.
      • Consider greater sexual promiscuity, or diversity of mating partners, well known to be higher in both birds and humans in the tropics, and presumed to represent an adaptive response to parasite load by increasing genetic quality of offspring.
      • Tradimento. women would benefit more from such activity (improved genetic quality of their offspring) and thus provoke greater male countermoves, the kind of behavior we described so vividly in Chapter 5: mutilation, beating, terror, and murder?
      • L'obbligo di castità. There are very few genetic dynasties in the Catholic Church (contrast North Korea, Syria, Egypt, Jordan, India, Haiti, and the United States), so the Church is likely to be corrupt but not nepotistically so.
      • Bioetica cattolica. The Catholic Church outlaws all control by a woman over her own reproduction short of abstinence from sex at the very moment that she is most eager for it. She is not allowed to prevent conception if copulation occurs, and she is not allowed to terminate a pregnancy, however induced (rape and incest included). This appears to be a simple strategy for maximizing group reproduction.
      • POWER CORRUPTS
      • the powerful are less attentive to others, see the world less from their standpoint, and feel less empathy for them.
      • Dimmi con chi vai e ti dirò che dottrina hai. The religious effects are that humility, fairness, forgiveness, and neighborly love are more apt to be virtues preached among the powerless.
      • Religioni di minoranza. Islam’s more peaceful injunctions came when it was an oppressed minority, its more assertive when it reemerged with military power.
      • monotheistic religions: with state power comes a new source of bias.
      • Pope Paul XXIII and Vatican II inspired in the Latin American Church a new “liberation theology”in the 1980s closer to the humble, persecuted church (prior to Constantin), the time when Jesus’s teachings were actually written down.
      • RELIGIONS IMPOSE MATING SYSTEMS
      • Religions tend to impose their own mating systems, and these in turn affect degrees of relatedness within and between religions.
      • inbreeding has well-known effects. Products of inbreeding show less internal variability than do products of outbreeding. This genetic similarity can have two detrimental effects. On the one hand, relatively rare negative traits that require two copies of the same gene for expression (for example, sickle-cell anemia, Tay-Sachs disease) become more common. On the other, greater genetic variability has well-known benefits in defending against rapidly coevolving diseases,
      • Mitigare gli effetti dell' in breeding. The second form of in-migration is simple conversion (initially unconnected to marriage), and religions differ in their rules regarding this. Thus, Christianity has usually been a proselytizing religion,
      • RELIGION PREACHES AGAINST SELF-DECEPTION
      • It is often argued that self-deception interferes with one’s ability to know not only oneself and others but also God herself.
      • Regola aurea come tegola gnoseologica. If you are told to treat others as you wish to be treated, then you have a rule, which, if actually followed, would counter much of your unconscious self-deceptive tendencies.
      • Religions also preach explicitly against self-deception. Consider Jesus’s famous teachings about not judging others (Matthew 7:1–5):
      • Pagliuzze. Why do you see the minor fault in your neighbor but fail to see the major one in yourself?
      • Another argument against the speed—and injustice—with which we judge others comes from the case where Jesus is presented with a woman about to be stoned to death for committing adultery. His reaction? “Let he who is without sin cast the first stone.”
      • one that is opposed to the in-group/out-group bias. In the parable of the Good Samaritan
      • Padre nostro
      • 1 assertion of humility: “hallowed be thy name” and “thy will be done.”
      • 2 you may ask that your own sins be forgiven but only insofar as you forgive those of others. This is critical: no blanket amnesty. You must give to get; you must forgive to be forgiven. This binds you to a psychological
      • 3 ask not to be led into temptation—really an injunction against allowing yourself to be tempted—and to be protected from all evil (self-induced included).
      • Salmo. hard to imagine looking God straight in the face and lying—to
      • Islam. the jihad against oneself, called the greater jihad... This is a personal struggle that requires controlling your bodily desires (for money, pleasure, satisfaction) in order to purify your soul. These desires occlude self-knowledge, in our system of logic, by encouraging self-deception.
      • Greek sage Thales once put the general matter succinctly. “Oh master,”he was asked, “what is the most difficult thing to do?”“To know thyself,”he replied. “And the easiest?”“To give advice to others.”
      • Eastern religions also sometimes urge rather extreme systems of physical self-denial
      • INTERCESSORY PRAYER—DOES IT WORK?
      • Then came a multimillion-dollar study, carefully organized with six hospitals in which groups prayed for given patients from the day before they entered surgery until two weeks later, while another group of patients received no such prayer. Meanwhile, some of those being prayed for were told that they were being prayed... no effect whatsoever of intercessory prayer on the outcome... One hypothesis is that when told people are praying for you, you interpret your situation as being more dire than it really is, with associated stress.
      • IMHO. Per ina confutazione vedi Swinburne sullo studio Benson
      • RELIGION AND SUPPORT FOR SUICIDE ATTACKS
      • Religion has an external, social aspect and an internal, contemplative one. Across a variety of suicidal conditions (Palestinian surveys, a hostile prime for Israeli settlers), religious attendance (the social aspect) is positively correlated with support for suicide bombings, but prayer (the contemplative) is not.
      • RELIGION → SELF-RIGHTEOUSNESS → WARFARE
      • Religions tend to contribute to war in several ways. They encourage an in-group mentality,
      • But there is one final gift of many religions: self-righteousness.



      continua
    • GOD, LOCKE, AND EQUALITY Christian Foundations of 'John Locke's Political Thought di  JEREMY WALDRON -     prima parte cap- 3 Species and the Shape of Equality
      • xchè nn possiamo omettere la dimensione religiosa in locke?
      • rawls ha bisogno di premettere il valore dell uguaglianza ma nn vuole compromissioni religiose
      • relazione comando/comandante
      • es. nn uccidere l altro... xchè anch esso è a immagine di dio... che relazione c è tra la prima e la seconda parte (quella religiosa)
      • le ragioni di un comando ci consentono di capirlo meglio? sì quando il predicato è astratto e indeterminato
      • nel precetto dell eguaglianza tra uomini il termine umano riceve il suo contenuto dall affermazione religiosa
      • contenuto del comando e ragioni del comando nn sono sempre separabili ma interagiscono specie nei comandi astratti: siate onesti. questo fatto mette in crisi i nn cognitivisti
      • "gli uomini sono uguali"... il concetto di uomo è in parte determinato dal comando e nn solo viceversa
      • la necessità di definire l umano spiazza rawls e i laici
      • @@@
      • il principio di eguaglianza fa della specie umana qualcosa di speciale
      • una filosofia che nn distingue tra specie crea grave danno alla filosofia ma x distinguere occorre introdurre l elemento religioso
      • il dominio dell uomo sul creato
      • .....
      • Macintyre's observation:... arguments of John Locke concerning basic equality and individual rights were so imbued with religious content that they were not fit, constitutionally, stitutionally, to be taught in the public schools
      • Why are we not able to bracket off the theological dimension of Locke's commitment to equality?
      • Why can't we put the religious premises in parentheses?...this hope is crucial for modern secular liberalism.... Rawls's system definitely requires a premise of equality... but I am doubtful that this Rawlsian strategy will work.
      • Rawlsian strategy... religious content has a purely external relation to the equality principle. By an external relation, I mean a relation that does not go to the meaning
      • Consider, for example, the relation of some proposition about a commander to the content of his command.
      • For example, the Sixth Commandment has a content "Thou shalt not kill" which seems logically quite independent of any proposition about... what one might call the preface to the Decalogue "I am the Lord thy God,
      • The commandment to Noah prohibiting murder cites as a reason the fact that potential victims of murder are made in the image of the person (God) who has issued the commandment.... There the religious aspect seems to have an internal relation to the commandment,
      • Someone might object that this confuses content with reasons....the fact that P is cited as a reason for Q doesn't mean that P is indispensable for understanding the meaning of Q
      • Now this is sometimes true, especially where the reasons in question establish nothing but an instrumental relationship.....I think the Rawlsians overestimate the extent to which it is true generally,
      • Abstract principles of justice and rights characteristically need to be filled
      • I have argued this elsewhere with regard to John Stuart Mill's "Harm Principle."8
      • I think this is particularly the case where a moral principle involves predicates whose extension is not given determinately apart from the principle in question.
      • I believe this is also true of the predicate "human" in the principle of basic human equality.
      • in Locke's account, the shape of human.....is not in the end separable from the religious reasons... If someone arrives at what purports to be a principle of human equality on other grounds (e.g., non-religious grounds), there is little reason to believe that that principle will have the same shape or texture as the Lockean principle....
      • Many non-cognitivists assume that moral positions are subjective responses to factual features
      • They think this is true not just of moral positions like "Causing pain is wrong," where it is clear that we can use the descriptive words "causing pain" to identify the actions concerned... but also that it is true of moral positions involving "thick" moral concepts, positions tions like "Honesty is the best policy" and "Courage cannot be taught."... concepts like honesty and courage can be analyzed into descriptive components referring to some fact about the world
      • John McDowell and others have expressed doubts about the general applicability of this pattern of analysis. What, asks McDowell, makes us so confident that we can always disentangle the descriptive properties from the evaluative response?
      • The descriptive features underlying a given normative attitude might well seem weird or "shapeless""
      • I think a version of McDowell's point may apply to the concept human embedded in our commitment to equality.... But our concept human may be partly shaped by our commitment to equality,
      • Locke's religious premises help to make sense of or give shape to a certain cluster of human characteristics
      • shapelessness point deprives the Rawlsians and others who favor the bracketing approach
      • All men are equal...These are familiar egalitarian propositions. To whom do they apply?...I shall devote the rest of this chapter to an exploration of some of the extraordinary difficulties thatJohn Locke gets into as he tries to answer these questions,
      • John Locke asserts as a matter of principle the fundamental equality of all members of the human species. Members of this species have a special status, or occupy a special moral position quite unlike that of any other animal....any parallel for the co-members of any other species.
      • But in his philosophy of science...Locke comes very close to saying that there are no such things as species....species are at best just human conventions... The danger that this poses to the moral and political argument is enormous.
      • Locke is not a pragmatist, like (say) Richard Rorty, proposing to keep a whole moral system tem afloat by using some conventional commitments to evaluate others.13 His approach in the Two Treatises and in his other political writings is explicitly plicitly foundationalist,
      • A causa di qs difficoltà... we have been taught by historians of the Cambridge school- in particular ular Peter Laslett and his followers to assume that Locke's politics can and should be studied in more or less complete isolation from the rest of his philosophy...."Locke is, perhaps, the least consistent of all the great philosophers,
      • Ma... The actual evidence cited for Locke's having contradicted himself was always quite slight
      • Well, I believe they are wrong...it is not just a matter of noticing the difficulty and then winching down God to resolve it.
      • Locke talks about God's decision to "make a Species of Creatures, that should have Dominion over the other Species
      continua
    • GOD, LOCKE, AND EQUALITY Christian Foundations of 'John Locke's Political Thought di  JEREMY WALDRON -     seconda parte cap. 3 Species and the Shape of Equality
      • the importance that Locke attaches to the dividing line between human and non-human species
      • "The entire cosmos is the work of God....It is an ordered hierarchy, a `great chain of being', in which every species has its station, its rank."...
      • Locke's human egalitarianism depends crucially on the clarity and intelligibility of the species-boundaries.
      • we turn to the Essay Concerning Human Understanding. standing. What Locke says there about species is almost entirely at odds with the conception of species-hierarchy
      • Locke envisages ages a series of created beings, ascending from the lowest entity to the highest... But it ascends up from us "by gentle degrees"... this chain of being forms a continuous series of entities..."no Chasms, or gaps" between beings
      • We language-users have no choice but to confront this continuum with words............difference between this particular cat and that particular dog. Nothing in nature shows that these resemblances and differences categorize themselves into essences.... there is no reason to think that our tendency to organize resemblances into clusters under the auspices of general species-terms reflects anything other than our propensity as language-users to make use of general words.
      • I think this offers little in the way of assistance for our use of the concept species in moral and political theory....Locke's account of real essences is far from straightforward...I believe it is basically a pragmatic one:
      • Sometimes Locke presents the unavailability to us of objective real essences as a reflection of the limitations on our knowledge.
      • In general, we seem to have here a pretty thorough-going anti-realism, so far as species are concerned.
      • the putative boundaries between humans mans and other animals are blurred in a number of ways. Fetuses are sometimes oddly shaped, familiarly shaped humans often vary enormously mously in their rational abilities, some allegedly non-human animals have been rumored to have the power of speech, humans have been known to interbreed with apes (Locke alleges), and so on:
      • The fact is, says Locke, that you are likely to get disagreement among people as to how to draw the boundaries of the species:
      • which internal features caught our attention would be a matter ter of which were inherently interesting to us....it is our interests that would dictate what revisions we made in (what we called) the essence of man.
      • when he talks about fetal monstrosities, Locke says that there is a question about whether the entity is entitled to baptism.....I think this shows the absurdity of the Laslett suggestion that we have, on the one hand, Locke the philosopher (uninterested in normative implications) and, on the other hand, Locke the political theorist (uninterested in philosophy).
      • On the face of it, the implications of Locke's skepticism about species are pretty serious. If the boundaries of species are made by men and not given by our Creator... "the same individual will be a true Man to the one [party], which is not so to the other"... Locke's comment in Book IV of the Essay, on how an English child might "prove" that a negro is not a man, is really quite disconcerting in this regard.4°
      • by rejecting essentialism, Locke is undercutting those theories of human inequality that depend on "essentializing" superficial characteristics like skin color or sex organs. Kathy Squadrito says, for example, that Locke's rejection of external form as real essence means that he doesn't really think there is an important portant difference between men and women.4'
      • the point about Locke's anti-essentialism is that it leaves the field wide open for anyone to draw the boundaries...It leaves him with no naturalistic basis whatsoever for distinguishing those creatures
      • Maybe this should boost the morale of anti-speciesist defenders of animal rights; but it is hardly calculated to cheer those who think there is something special about humans and human equality.
      • Locke is also supposed to have committed himself to a fundamental principle of equality: members of the same species are naturally equal in authority, whatever the other differences between them. But now that species-based notion has collapsed...Locke seems to have deprived himself of the resource he needs to limit
      • My strategy in this chapter is to show the indispensability for Locke's theory of equality of the religious aspect of his argument
      • In biblical revelation, the only direct intimation of a basis for the distinction of the human species is descent from Adam.... Anyway, a purely genealogical basis for equality and inequality would be practically inadequate.
      • Locke says in his political philosophy that any basis for inequality must be evident, clear, and mmnifest.
      • Senso comune. So what is to be done? I think that in order to make Locke's account of equality in the Two Treatises consistent with his discussion in Book III ofthe Essay, we have to forget about real essences, and abandon the emphasis on species altogether. I think we should focus instead on   real resemblances between particulars:... We must ask which resemblances are actually doing the crucial work... That will give us his definition of humanity...
      • .The emphasis now is on characteristics not on species or ranks of species. The domain of equality will simply be the domain of relevant similarity ity i.e. the possession of faculties that can be regarded as the same or (relevantly) similar.
      • Our heuristic now is emphatically...we have to start from the idea of a similarity among faculties that would be robust enough to sustain
      • focusing moral attention not on species, but on the complex property of corporeal rationality.... the detail of the issue about species can be left as a purely speculative problem for the naturalists and philosophers.
      • Locke. The key, he says, is corporeal rationality...It is intriguing, though, that corporeality is also invoked... This little point, I believe, is quite unintelligible apart from the moral theology. ogy. Locke speculates that there are all sorts of rational beings in the cosmos
      • .I don't think he is attempting to commit the naturalistic fallacy by inferring our normative equality from some factual similarity. He says in the Second Treatise that the connection is "evident" (2nd T: 4), but that this is not the same as saying that it is logically implied... like angels, for instance,
      • Let us turn now to the rationality criterion....Unfortunately,...non-human animals have minds,... Since they are "not bare Machins (as some would have them), we cannot deny them to have some Reason"
      • There are degrees of rationality, both among those we are pre-theoretically inclined to call humans and in a broader class of animals...On this gradual scale, who gets the benefit of equality?
      • There is, for example, the human fetus, which, Locke says, "dfers not much from the State of a Vegetable...lunacy, idiocy.......Infants are a slightly different case,.... Locke's argument is that they are to be treated as beings destined for equality, though not our equals at present.... And finally there are the familiar distinctions between the wise and the silly,
      • If there is, as Locke says, "a difference of degrees in Men's Understandings...there is a greater distance between some Men and others in this respect than between tween some Men and some Beasts" (E: 4.20.5), then how can we work with or justify any notion of basic equality?
      • that, considered as tabulae rasae, our minds are all the same, and that the intellectual differences between us are simply a matter of input and exercise.
      • In Book II of the Essay, he argued that what distinguishes humans from other animals is not their capacity to reason per se - for brute animals have some sort of reason - but rather the "power of Abstracting," the capacity to reason on the basis of general ideas.... So, maybe this is Locke's equality-threshold.
      • But he quickly indicates that many who bear the nominal essence of man lack the ability to abstract. Many of those we call idiots
      • Locke is not offering this capacity to abstract as the real essence of the species human. He is offering it as an interesting resemblance among all the beings
      • for Locke the real resemblance on which basic equality rests the ability to form and work with abstract ideas must work rather like what modern political philosophers call a range property....A range property may be understood in terms of a region on a scale.... we may use the binary property of being within the range,l... In John Rawls's own use of the idea, the relevant range property is the capacity for moral personality.
      • Relative to the interest driving the specification of the range property, the precise location tion of an entity on the scale is uninteresting. That it is Within the range is all we need to know...Is there anything which can do this work for Locke?
      • No matter how inadequate the average human intellect is for a "universal, sal, or perfect Comprehension," it yet secures their great Concernments, that they have Light enough to lead them to the Knowledge of their Maker, and the sight of their own Duties... The existence of God, Locke believes, is something that can be established by the unaided human intellect, whatever that intellect's other limitations.
      • God .... He has conferred on those whom He intends to serve Him the rational power that is required for easy recognition of His existence.... Anyone with the capacity for abstraction can reason to the existence of God... he has the minimal capacity to think of himself as a person.
      • The fact that a being can get this far, intellectually, by whatever route, shows that he is a creature with a special moral relation to God.
      • if I catch a human in full possession of his faculties, I know I should be careful how I deal with him. Because creatures capable of abstraction can be conceived as "all the servants of one Sovereign Master,
      • That, it seems to me, is the interest that is driving and shaping Locke's moral conception of "man," and motivating the interest in the particular range of capacities that forms the basis for Lockean equality.
      • Someone in denial of or indifferent to the existence of God is not going to be able to come up with anything like the sort of basis for equality that Locke came up with.
      • There is no reason for an atheist to recognize such a threshold... The atheist has no basis in his philosophy for thinking that beings endowed with the capacity that Locke emphasizes are for that reason to be treated as special and sacred in the way Locke thought.
      • Locke's equality claims are not separable from the theological content that shapes and organizes them. The theological content cannot simply ply be bracketed off as a curiosity
      • Lockean equality is not fit to be taught as a secular doctrine; it is a conception of equality that makes no sense except in the light of a particular account of the relation between man and God.
      continua
    •  Bad Religion: How We Became a Nation of Heretics di Ross Douthat - PROLOGUE A NATION OF HERETICS - #ortodossiaemoderazione #eresiasenzacentro #religionecolla #dissensonecessario #paradosso&mistero (et-et) #cuoredellafede
    • L’evoluzione della dottrina By Andrea Tornielli

      • Rausch riporta esempi di come l’insegnamento dottrinale si sia sviluppato e abbia subito correzioni e contestualizzazioni «guidate dalla fedeltà al kerygma essenziale e ai princìpi che esprimono l’aspetto duraturo del messaggio cristiano»
      • L’autore parte dalla domanda che si pose nel V secolo san Vincenzo di Lerino: «Un progresso della religione ci può essere nella Chiesa di Cristo?».
      • Il santo rispondeva affermativamente, proponendo l’esempio delle membra del corpo umano, che sono certamente diverse dal bambino all’adulto e poi nella persona anziana, pur rimanendo sempre le stesse.
      • un progresso nella fede e non di un cambiamento.... il cambiamento implica il passaggio di una data cosa a qualcos’altro di diverso».
      • Pensiamo a quando la schiavitù era ammessa o la pena di morte era ammessa senza alcun problema. Dunque si cresce nella comprensione della verità.
      • Paoa Francesco. Gli esegeti e i teologi aiutano la Chiesa a maturare il proprio giudizio. Anche le altre scienze e la loro evoluzione aiutano la Chiesa in questa crescita nella comprensione.
      • è da considerare «opportuna una riformulazione dell’enunciazione del deposito della fede, ossia della verità della dottrina, chiarendone il significato e dandogli nuova veste espressiva affinché sia efficace sotto il profilo pastorale».
      • «Occorre che questa dottrina certa ed immutabile, alla quale si deve prestare un assenso fedele, sia approfondita ed esposta secondo quanto è richiesto dai nostri tempi.
      • L’approfondimento e la riesposizione della dottrina devono dunque tener conto del «nesso vitale tra la dottrina e l’annuncio (kerygma) al cuore del Vangelo»,
      • «Chi respinge un dogma si pone al di fuori della comunità di fede - ricorda padre Rausch - Ma i dogmi possono essere reinterpretati da successive azioni magisteriali,
      • Concilio Vaticano II ha sviluppato e chiarito la definizione del Concilio Vaticano I riguardo a quella che viene comunemente chiamata “infallibilità pontificia”». Il concilio Vaticano II ha infatti ampliato la definizione del Vaticano I, comprendendovi i vescovi in unione con il Papa
      • Il Vaticano II ha insegnato che anche i fedeli prendono parte all’infallibilità della Chiesa: «La totalità dei fedeli che hanno l’unzione ricevuta dal Santo non può sbagliarsi nel credere... i fedeli «non sono soltanto i destinatari passivi di ciò che la gerarchia insegna e che i teologi esplicitano: essi sono al contrario soggetti viventi e attivi in seno alla Chiesa». E svolgono un ruolo nello sviluppo della dottrina,
      • La regola della fede nella sua essenza non cambia, ma le espressioni della dottrina e la sua comprensione spontanea segnata dalla cultura cambiano, e per questo il Magistero e i Concili devono assicurare la giusta formulazione della fede».
      • Passando dall’enciclica «Mirari vos» di Gregorio XVI (1832) che definiva «assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire a ciascuno la libertà di coscienza», e dal Sillabo del beato Pio IX (1864), all’affermazione della libertà religiosa tra i diritti fondamentali di ogni essere umano.
      • Un altro esempio citato riguarda l’affermazione «fuori della Chiesa non c’è salvezza», che è stata notevolmente approfondita e per la quale, ha affermato il Papa emerito Benedetto XVI si è verificata «una profonda evoluzione del dogma».
      • Un ulteriore esempio riguarda la schiavitù.
      • «la dottrina della Chiesa non va ridotta a qualcosa di meramente regolativo e informativo, espungendone il carattere vissuto e trasformativo proprio del dinamismo
      • Giovanni XXIII, il quale desiderava un magistero di carattere fondamentalmente pastorale, piuttosto che soltanto dedito a ripetere precedenti formulazioni dottrinali.
      • “pastoralità della dottrina”. La dottrina va dunque interpretata in relazione al cuore del kerygma cristiano e alla luce del contesto pastorale in cui verrà applicata,



      continua















    Il declino del maschio


    1. A scuola i maschi si annoiano, hanno prestazioni inferiori alle ragazze
    2. Oggi il fenomeno è riconosciuto ma chi tenta di porvi rimedio è accusato di fomentare il sessismo
    3. Sentimento, scarsa competitività, avversione al rischio, bando ad ogni contatto fisico... la scuola è sempre più femminilizzata
    4. Molte università ormai assomigliano a collegi femminili, il tipping point del 60/40 è sempre più in vista. Spesso, superata quella soglia, l' università stessa diventa meno appetibile
    5. Perché ce ne deve importare?: 1) sono i nostri ragazzi 2) sono i ragazzi con cui le nostre ragazze costruiranno il loro futuro 3) ragazzi di scarso successo spingono le ragazze a non sposarsi e nulla è più debole di una donna con figli senza nessuno accanto
    6. Le ragazze sono più ambiziose negli studi, frequentano più corsi extracuriculari, si iscrivono in massa all' università, scrivono e leggono meglio, portano a termine i loro studi conseguendo la laurea... se questa non è "superiorità"?
    7. Nelle ricerche e nei compiti conta sempre di più lo stile glamour, a volte prevarica la sostanza. Un elemento di sicuro vantaggio per le femmine.
    8. Ma i ragazzi non dominano nei test? Ci sono risposte chiare a questa obiezione: 1) più ragazze a rischio si sottopongono al sat (vedi punto sulla maggiore ambizione) 2) tra i maschi prevalgono sia i geni che gli idioti, i secondi si autoescludono dai test 

    sabato 28 febbraio 2015

    Le lenti


    1. Se costruiamo uno spettro politico la categoria dei giornalisti si colloca a sinistra
    2. Il media b ias è un circolo vizioso perché spinge a sinistra l' opinione pubblica e ancora più a sinistra la casta dei giornalisti
    3. Consiglio ai giornalisti: frequentate di più i contesti legati alla destra
    4. Richiesta di outing:dite per chi avete votato nelle ultime tre elezioni o per chi avreste votato
    5. Motivi del rifiuto di outing: sono un giornalista, non un politico, il mio resoconto è obiettivo, giudicate quello
    6. Risposta: sapere per chi voti mi aiuta a giudicare. Oppure affermi che esista un' obiettività assoluta? Oppure affermi che l' ideologia non condiziona il resoconto? Se lo affermi allora sì che il tuo resoconto su questa materia è fallato.
    7. Chiedere ai media di rendere pubblico il loro bias politico, si produrrebbe un effetto a valanga.
    8. Il media bias dipende più dalla domanda che dall' offerta (proprietà)
    9. Effetti del bias in relazione alla natura del mezzo. La tv convince ma distrae, i giornali concentrano ma non convincono.

    venerdì 27 febbraio 2015

    Una teoria dello sculaccione SAGGIO

    Perché i nostri nonni trovavano del tutto naturale assestare uno sculaccione al marmocchio mentre noi ci ritraiamo inorriditi da un simile atteggiamento e quando ci capita di fare altrettanto consideriamo tutto cio' un miserrimo fallimento del genitore che è in noi?
    I tradizionalisti dicono che abbiamo ricevuto un lavaggio del cervello e siamo tutti matti.
    Non ci sto, non mi faccio lavare il cervello da nessuno io! :-)
    I progressisti adottano la canonica impostazione volterriana: la Ragione ha illuminato la Modernità sulle brutture del passato facendoci capire che è doveroso tracciare una linea di confine, fare tabula rasa dell' eredità e fondare qui ed ora  un Nuovo Mondo improntato alla reale Giustizia.
    Ma nella risposta volterriana ci sono troppe maiuscole, non mi soddisfa.
    child
    Preferirei qualcosa che, pur tenendo nel dovuto conto i progressi dovuti all' esperienza passata, non consideri mio nonno un marziano troglodita che abitava una galassia così distante dalla mia.
    Mi piace allora concentrarmi su cosa unisce me e mio nonno. 
    Entrambi consideriamo che la disciplina abbia un ruolo nell' educazione di un bambino. Lui, in realtà, nemmeno lo pensava, si limitava ad esercitare il senso comune, io invece cerco di affidarmi alla scienza moderna. 
    E' la scienza a dirmi che Intelligenza e Volontà sono gli ingredienti principali per il Successo di una persona nel mondo moderno come in quello di ieri, e poiché l' intelligenza è rigida e specifica la cosa migliore, quando si educa, è puntare sulla volontà. 
    So anche che la volontà si puo' allenare.
    So anche che gli effetti dell' "allenamento" svaniscono abbastanza rapidamente e che per farli durare bisogna fornire solide motivazione.
    Ora, questo affare della motivazione è forse la questione centrale in ambito educativo,  trasmettere una passione è decisivo, tuttavia anche disciplinare la volontà ha un ruolo tutt’ altro che marginale. 
    In altri termini, la disciplina non è un ferrovecchio, oltre a fare degli spazi domestici un posto vivibile, plasma in qualche misura la forza di volontà dei figli.
    Sia io che mio nonno sappiamo che in una casa alcune regole ci vogliono. Finché si puo’ se ne fa a meno ma ad un certo punto entrano in scena loro.
    L' esempio fornito dai genitori puo' stimolare i comportamenti più appropriati ma non è sempre un toccasana: hai voglia a mangiar frutta e minestra affinché la Marghe ne assaggi a sua volta, hai voglia a fare i suoi compiti perché infine sia lei a mettersi di buzzo buono: vieni colto da allucinazioni e, mentre fai la prova del nove, ti appare la tua immagine mentre compili la sua tesi di laurea. Quando per l' ennesima volta sono io a riordinare la stanza per fornire un buon esempio ho come la sgradevole sensazione che l' incentivo sia scambiato dai marmocchi come la soluzione ottimale: ok, ecco chi sistema, non si capisce perché tanti strepiti, fine del problema, possiamo proseguire con i Lego. 
    I bambini sono dei miracoli della natura ed è la natura stessa che li indirizza verso un retto comportamento, l' obbedienza spontanea, poi, è davvero un dono prezioso, quando il bambino obbedisce spontaneamente lo fa perché sente che così facendo si allea con il genitore, sente di avere un ruolo nella famiglia e sarebbe un vero danno spiazzare questi incentivi interiori con degli incentivi esteriori che possono addirittura umiliarlo.
    Tuttavia, ci sono alcuni compiti che restano per lui faticosi e qui entrano in ballo regole, premi e castighi, ovvero gli incentivi esterni. Sul punto non c' è Voltaire che tenga, sia la saggezza dei tempi andati che la scienza educativa più avanzata ci dicono che la regole conservano un loro ruolo, che la forza di volontà dei bimbi nel rispettarle conta molto e conterà anche nella vita futura, che questa energia è variabile da bambino a bambino e che si puo' allenare. 
    So allora che la disciplina consiste anche nel rispetto di una regola.
    So anche che una regola per essere ben costruita deve attenersi alla legge delle tre C:
    Chiarezza: deve essere formulata in anticipo, in tempi di calma e concordia, magari con la partecipazione del bambino stesso.
    Coerenza: l' applicazione sporadica è dannosa, deve essere applicata sempre, anche per questo le regole devono essere poche.
    Conseguenze: al mancato rispetto deve seguire una punizione, la celerità della punizione è cruciale affinchè sia ben chiaro il legame tra violazione e castigo. 
    Nell' elenco brilla per la sua assenza la severità: se c' è qualcosa che conta poco è la severità che, anzi, puo' essere controproducente.
    Fin qui sia io che mio nonno restiamo piuttosto compatti, perlomeno nel nome del buon senso. Perché allora in una famiglia volano le sberle e nell' altra sono tabù? 
    Cerco di rispondere introducendo un elemento di novità e lo faccio concentrandomi sulla terza C, ovvero sulle punizioni (sia chiaro che lo stesso vale per i premi).
    Io e mio nonno abitiamo due mondi molto diverso, penso per un attimo al mio: è un mondo in cui le mie bambine sono esposte a mille stimoli e a mille "tentazioni": tv, giochi e giochini di tutti i tipi, youtube, facebook, film, cartoni, sms, cellulari, vetrine sberlucicanti, pubblicità mirate a tutte l’ ore... e chi più ne ha più ne metta. Tutto cio' da un lato mi crea mille problemi: devo dire molti no, ma dall' altro mi facilita in modo sorprendente: posso dire molti no. Posso nel senso che ho una scelta ricca e variegata di punizioni (o premi) a mia disposizione. 
    Il fatto che ci siano tentazioni di ogni ordine e grado significa che posso scegliere in modo oculato la punizione più idonea alla bisogna: abbastanza dura da distinguersi da un premio e abbastanza "dolce" da non incorrere in una severità gratuita.
    Il fatto che le tentazioni fiocchino in ogni momento del giorno e della notte mi consente di averne sempre a disposizione, di essere "veloce" nel punire, ovvero di stabilire una chiara connessione con la mancanza commessa. Posso, per esempio, proibire la sessione serale su youtube se non si mangia la minestra: i due eventi sono distanti giusto una ventina di minuti tra loro.
    "Dolcezza" e "celerità" sono proprio elementi fondamentali per la "terza C" e io ce li ho sempre a disposizione.
    Penso adesso al mondo di mio nonno: miseria serena ma nera, stimoli vicini allo zero se si tolgono i mandarini ricevuti in dono a Natale. Persino le marce del Sabato Fascista erano un diversivo eccitante, almeno si andava i paese e si vestivano strani indumenti. Come punire? Certo, si potrebbe dire ai figli che "... niente minestra, niente cinema..." ma siccome al cinematografo si andava due volte l' anno a soffrirne leggermente era la celerità. A pensarci bene, dato il contesto ambientale, forse quello sculaccione poco più che accennato restava la punizione ottima, anche secondo i criteri della pedagogia moderna. Se guardasse le cose da vicino Voltaire non avrebbe niente da ridire.
    Riepilogo della teoria:
    1. La disciplina svolge pur sempre un ruolo nell' educazione di un bambino
    2. La celerità nel punire chi viola una regola è essenziale
    3. La severità della punizione è controproducente
    4. In un mondo che offre ai bimbi continue tentazioni di ogni ordine e grado le punizioni dolci e celeri sono di facile reperimento.
    5. In un mondo scevro da tentazioni il mix di dolcezza e celerità offerto dallo sculaccione era ottimale.