... la falsa credenza più diffusa che passiamo in rassegna è quella per cui la presenza di messaggi nascosti nella pubblicità possa indurre all' acquisto di prodotti o comunque a comportamenti non altrimenti voluti... ben il 76% del nostro campione di adulti crede in questo misterioso potere di influenzare le coscienze... i pregiudizi legati al concetto di "persuasione occulta" si basano sulla credenza per cui la gente sia straordinariamente sensibile a segnali anche deboli... e quindi manipolabile attraverso il sapiente uso di quei segnali... c' è chi crede per esempio che incorporare nel commercial un nudo femminile accresca il desiderio per il prodotto reclamizzato... gli scienziati hanno dibattuto a lungo sulla capacità del cervello di processare messaggi verbali o iconici non acquisiti consciamente... arrivando alla conclusione che se anche potessimo in parte farlo, l' interferenza non arriverebbe mai al punto da spingerci a comportamenti altrimenti non desiderati... tuttavia, nonostante la sperimentazione sul campo e l' evidenza scientifica neghi validità al concetto di "persuasione occulta", la gente continua a professare in merito un robusto pregiudizio... il fatto di credere nell' esistenza di segnali recepiti inconsciamente da cui sarebbe difficile difendersi, è un effetto collaterale della "illusione di potenza": noi tendiamo ad attribuire ai nostri cervelli una potenzialità (e quindi anche una sensibilità) ben superiore a quella effettiva... un' illusione che talora genera speranze, talora genera paure... comunque, sempre ingiustificate...
Chabris/Simons - The Invisible Gorilla - Crown
Quando leggo certe analisi semiotiche che scorgono in tutte le pubblicità il contrassegno della pedofilia, mi viene in mente il capitoletto di Chabris/Simons. Chissà se il mio è solo un collegamento gratuito.
link
giovedì 7 aprile 2011
mercoledì 6 aprile 2011
martedì 5 aprile 2011
Lo spirito che aleggia sulle università
Un approccio spirituale agli studi favorisce il rendimento:
Growth in Equanimity enhances students’ grade point average, Leadership skills, Psychological Well-being, self-rated ability to get along with other races and cultures, and Satisfaction with college.
Growth in Ethic of Caring and Ecumenical Worldview enhances students’ interest in postgraduate study, self-rated ability to get along with other races and cultures, and commitment to promoting racial understanding.
Educational experiences and practices that promote spiritual development – especially service learning, interdisciplinary courses, study abroad, self-reflection, and meditation – have uniformly positive effects on traditional college outcomes.
http://www.spirituality.ucla.edu/findings/
Growth in Equanimity enhances students’ grade point average, Leadership skills, Psychological Well-being, self-rated ability to get along with other races and cultures, and Satisfaction with college.
Growth in Ethic of Caring and Ecumenical Worldview enhances students’ interest in postgraduate study, self-rated ability to get along with other races and cultures, and commitment to promoting racial understanding.
Educational experiences and practices that promote spiritual development – especially service learning, interdisciplinary courses, study abroad, self-reflection, and meditation – have uniformly positive effects on traditional college outcomes.
http://www.spirituality.ucla.edu/findings/
Seinfield: la morte come problema secondario
... a quanto pare le distorsioni della memoria non sono confinabili a problemi secondari... lo psicologo australiano Stefanie Sharman condusse un esperimento ispirato all' episodio di Seinfield (*) in cui Kramer deve stilare il suo testamento biologico... venne chiesto ad un campione di popolazione adulta di decidere quale trattamento fine vita ricevere in caso di gravi malattie... per esempio, volevano sottoporsi CPR' Oppure anche ad alimentazione artificiale pluriannuale? e via con domande di questo tenore... l' intervista si ripetè 12 mesi dopo... il 23% degli intervistati mutò opinione riguardo alle procedure a cui sottoporsi e ai limiti da osservare... fin qui nulla di eclatante, cambiare opinione è lecito e spiegabile... sorprende però che il 75% di coloro che mutarono la propria scelta non fosse affatto consapevole di averlo fatto...
Chabris/Simons - The invisible gorilla - Crown
Non fatico a crederci, cio' a cui invece non credo molto è la premessa. Ho come l' impressione che la nostra futura morte (magari tra mezzo secolo) sia un prblema secondario.
(*)
Elaine: ok, va bene se interrompiamo quando si rende necessario l' inserimento del catetere nell' uretra in condizioni di cecità semi-totale?
Kramer: Naaaa... non è nel mio stile...
Elaine: ... che palle...
Chabris/Simons - The invisible gorilla - Crown
Non fatico a crederci, cio' a cui invece non credo molto è la premessa. Ho come l' impressione che la nostra futura morte (magari tra mezzo secolo) sia un prblema secondario.
(*)
Elaine: ok, va bene se interrompiamo quando si rende necessario l' inserimento del catetere nell' uretra in condizioni di cecità semi-totale?
Kramer: Naaaa... non è nel mio stile...
Elaine: ... che palle...
Hanson a caccia di ipocrisie
E' sempre uno spettacolo. Qui su bambini, lavoro e sindacati:
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... Kids work hard at school, housework, sports, practicing music, supporting clubs, etc. and none of this cruelty is prevented by "child labor" laws. Such laws only prevent getting paid to work; they don't even stop kids interning for free. If child labor laws come from our revulsion at miserable kids, why are there no laws preventing tiger moms from making their kids practice music for hours straight without a bathroom break, or against parents who make their older kids work full time taking care of younger kids?... The history of child labor law is closely associated with unions seeking less competition for adult labor... And today self-righteous indication about foreign child labor supports protectionism, to keep out foreign products that compete with local firms... keeping poor kids from working for money not only unfairly biases the work vs. school competition, it needlessly impoverishes poor kids and their families... While we claim to care so so much about kids forced to do hard and tedious tasks, we only actually prevent doing such tasks for money
link
Empirical evidence on the weak effect of medicine on health
http://www.cato-unbound.org/2007/09/10/robin-hanson/cut-medicine-in-half/
lunedì 4 aprile 2011
Gli amari frutti del mito Deweyano
... nell' affrontare il mondo contemporaneo la scuola si dimostra disorientata e inadeguata: sta fallendo in molti paesi europei sul piano didattico, sul piano della mobilità sociale, sul piano della crescita produttiva... la modestia dei risultati a fronte delle cospicue risorse investite salta agli occhi... così pure le carenze nella formazione di atteggiamenti socialmente utili e criticamente etici... il rischio è quello di porre la scuola al centro di tutto quando da sola non puo' molto... un rischio a cui è particolarmente esposto chi, dopo il crollo delle ideologie e la scarsa tenuta della famiglia, guarda alla scuola come ultimo presidio capace di promuovere valori comuni... Lo stesso concetto di valore ha per le nuove generazioni, cresciute nella prospettiva di un "pensiero debole", un sapore formale, retorico ed è percepito come privo di fondamenta... è difficile per un ragazzo ricondurre a senso unitario un sapere sempre più frammentato, tanto più quando questo sapere è inservibile professionalmente... un malinteso senso di tolleranza, un limitato concetto di laicità, conducono inevitabilmente ad una "società senza", senza quei fondamenti ideali, culturali, religiosi e pedagogici sui quali i valori della convivenza possono poggiare... questo sterile sbocco lo si deve innanzitutto alla diffusione del mito deweyano della neutralità educativa... che corrisponde ad una visione indiscriminatamente negativa verso cio' che è esterno ... una "scuola contro" il mondo e "contro" la persona intesa come individuo destinato ad entrare nel mondo...
Giacomo Zagardo - La punta di diamante - ISFOL
Illuminante e dettagliata analisi della scuola europea da parte di uno studioso che mette al centro il ruolo chiave delle "motivazioni".
Per "motivare" è necessario affiancare l' "educazione" all' "istruzione". L' educazione rende meno arido l' insegnamento e gli conferisce un senso unitario (Big Ideas).
Ma la scuola di Stato non puo' divenire realmente "educatrice" senza farsi sempre più dottrinaria. Ecco allora la necessità di rompere il pernicioso monopolio.
A "motivare", è facile capirlo, sono innanzitutto "libertà" e "responsabilità"; chiunque constata che se scelgo la mia via sono motivato a percorrerla in modo onesto e senza sotterfugi, il mio fallimento non avrebbe scusanti.
Morale: favoriamo un sistema in cui i genitori possano scegliere la scuola per i figli, un sistema in cui il ventaglio dell' offerta sia variegato, un sistema in cui l' insegnante possa scegliere il piano educativo da privilegiare lavorando a fianco e con coloro che lo condividono.
I migliori hanno già iniziato a muoversi in questo senso, non perdiamo altro tempo.
***
Don Giussani parla spesso di "rischio educativo" riferendosi alla necessità che l' insegnante metta tutto se stesso nello sforzo di trasmissione del sapere. Ma questa esigenza è frustrata da John Dewey che richiama di continuo ad unsegnamento asettico e imparziale.
Sebbene la moderna scienza dell' apprendimento sia più vicina all' impostazione di Giussani, in molti difendono ancora Dewey, non tanto perchè credano nella sua visione, quanto perchè le vedono, e a ragione, come l' unica compatibile con la scuola di stato, come l' unica in gradi di evitare processi di de-scolarizzazione.
Giacomo Zagardo - La punta di diamante - ISFOL
Illuminante e dettagliata analisi della scuola europea da parte di uno studioso che mette al centro il ruolo chiave delle "motivazioni".
Per "motivare" è necessario affiancare l' "educazione" all' "istruzione". L' educazione rende meno arido l' insegnamento e gli conferisce un senso unitario (Big Ideas).
Ma la scuola di Stato non puo' divenire realmente "educatrice" senza farsi sempre più dottrinaria. Ecco allora la necessità di rompere il pernicioso monopolio.
A "motivare", è facile capirlo, sono innanzitutto "libertà" e "responsabilità"; chiunque constata che se scelgo la mia via sono motivato a percorrerla in modo onesto e senza sotterfugi, il mio fallimento non avrebbe scusanti.
Morale: favoriamo un sistema in cui i genitori possano scegliere la scuola per i figli, un sistema in cui il ventaglio dell' offerta sia variegato, un sistema in cui l' insegnante possa scegliere il piano educativo da privilegiare lavorando a fianco e con coloro che lo condividono.
I migliori hanno già iniziato a muoversi in questo senso, non perdiamo altro tempo.
***
Don Giussani parla spesso di "rischio educativo" riferendosi alla necessità che l' insegnante metta tutto se stesso nello sforzo di trasmissione del sapere. Ma questa esigenza è frustrata da John Dewey che richiama di continuo ad unsegnamento asettico e imparziale.
Sebbene la moderna scienza dell' apprendimento sia più vicina all' impostazione di Giussani, in molti difendono ancora Dewey, non tanto perchè credano nella sua visione, quanto perchè le vedono, e a ragione, come l' unica compatibile con la scuola di stato, come l' unica in gradi di evitare processi di de-scolarizzazione.
Meditazione libertaria su "L' Amaca" del 3.4.2011
Elogio di un truffato. Il truffato è il mio vecchio, caro amico David Riondino, ottimo poeta satirico (suggerisco “Rombi e milonghe”, Feltrinelli), attore, conduttore radiofonico, dicitore di vaglia come i fiorentini migliori. È di quelli che hanno perso il loro gruzzolo affidandolo al Gatto e alla Volpe dei Parioli. Ha rilasciato un´intervista (a Capponi del Corriere) che mi ha fatto inumidire gli occhi per quanto era serena, intelligente e pulita. Dice, in sostanza: sì, mi hanno turlupinato. Sono stato grullo. Ma siccome non ho mai creduto di valere per quello che ho, me ne sono fatto una ragione. Rido di me stesso e guardo avanti. Ho denunciato i miei truffatori, ma li ringrazio perché per una decina d´anni mi hanno fatto credere di essere un benestante. In un Paese che invidia i furbi, e deride gli ingenui, faccio un applauso solitario a David. No, non è un merito perdere quattrini, specie se se ne hanno pochi. Ma è un merito inestimabile sorridere alla sfortuna, allargare le braccia e dire: scusate tanto, ma tra le mie poche virtù la furbizia manca. Poi mi ricordo mio padre: «Guarda che gli onesti, alla lunga, vincono sempre». Purtroppo non è vero. Ma è vero che, anche quando perdono, perdono meglio.
Anch' io, leggendola al bar, mi ero compiaciuto della bella intervista, specie se raffrontata con quella della moglie.
Ma la cosa meraviglia fino ad un certo punto, riesco ancora a distinguere tra una Guzzanti e un Riondino.
Non sorprende neanche il buon Serra che di riffa o di raffa riesce sempre a tirar dentro un vieto stereotipo assunto per lui a categoria ontologica di riferimento: l' "Italia dei furbi". Un concetto sviante almeno quanto il tristemente noto familismo amorale.
Chissà con che piacere il Savonarola di Repubblica avrà letto la prima del Corriere di domenica. Peccato che la versione on line non renda lo spettacolo dell' impaginazione originale: "Fisco: evasione al 38%!... il contribuente italiano, in media, evade 17 euro e 87 centesimi per ogni 100 euro di imposte versate al Fisco...". 38, 17... e vai con i numeri...
Questo modo di scrivere (e titolare) con i piedi, è tollerato perchè molti lettori, essendo coniati con lo stampo del moralista, sorvolano (allegramente). E sorvolano anche quando si parla con faciloneria di "furbi" senza minimamente sospettare che un fenomeno (in contrazione) come quello dell' evasione fiscale, sia da noi storico e non certo dovuto a furbizia ma piuttosto alla tortuosità e alla discrezionalità del sistema, oltre che all' elevata pressione fiscale in abbinata con una spesa quantomeno discutibile. Ma per saperlo bisognerebbe dare la parola a chi studia in modo scientifico (e barboso) queste questioni anzichè ai furbacchioni con secondi fini dell' Agenzia delle Entrate, ovvero a una delle parti in campo.
Da notare poi il fine ragionamento dell' Agenzia: "... le regioni del Nord sono le più virtuose ma poichè sono anche le più ricche è lì che dobbiamo affondare gli artigli...".
Non pensa Serra che anche un soggetto che viene trattato a questa stregua meriti "L' elogio del truffato"? Ma a qualcuno basterebbe meno, basterebbe il diritto a far cessare la truffa ora che è palese.
Anch' io, leggendola al bar, mi ero compiaciuto della bella intervista, specie se raffrontata con quella della moglie.
Ma la cosa meraviglia fino ad un certo punto, riesco ancora a distinguere tra una Guzzanti e un Riondino.
Non sorprende neanche il buon Serra che di riffa o di raffa riesce sempre a tirar dentro un vieto stereotipo assunto per lui a categoria ontologica di riferimento: l' "Italia dei furbi". Un concetto sviante almeno quanto il tristemente noto familismo amorale.
Chissà con che piacere il Savonarola di Repubblica avrà letto la prima del Corriere di domenica. Peccato che la versione on line non renda lo spettacolo dell' impaginazione originale: "Fisco: evasione al 38%!... il contribuente italiano, in media, evade 17 euro e 87 centesimi per ogni 100 euro di imposte versate al Fisco...". 38, 17... e vai con i numeri...
Questo modo di scrivere (e titolare) con i piedi, è tollerato perchè molti lettori, essendo coniati con lo stampo del moralista, sorvolano (allegramente). E sorvolano anche quando si parla con faciloneria di "furbi" senza minimamente sospettare che un fenomeno (in contrazione) come quello dell' evasione fiscale, sia da noi storico e non certo dovuto a furbizia ma piuttosto alla tortuosità e alla discrezionalità del sistema, oltre che all' elevata pressione fiscale in abbinata con una spesa quantomeno discutibile. Ma per saperlo bisognerebbe dare la parola a chi studia in modo scientifico (e barboso) queste questioni anzichè ai furbacchioni con secondi fini dell' Agenzia delle Entrate, ovvero a una delle parti in campo.
Da notare poi il fine ragionamento dell' Agenzia: "... le regioni del Nord sono le più virtuose ma poichè sono anche le più ricche è lì che dobbiamo affondare gli artigli...".
Non pensa Serra che anche un soggetto che viene trattato a questa stregua meriti "L' elogio del truffato"? Ma a qualcuno basterebbe meno, basterebbe il diritto a far cessare la truffa ora che è palese.
sabato 2 aprile 2011
Abbiamo imparato più da un disco di tre minuti che da quello che ci hanno insegnato a scuola
Un apparato scolastico gicantesco e centralizzato: ecco la paura di don Sturzo.
E' anche la paura di Obama, che ha rilanciato le charter school.
E' anche la paura di Cameron (e Blair), che vorrebbe i fondi seguano lo studente.
E' la paura di destra e sinistra in Svezia, unite nel sostenere l' esperienza delle Friskolan.
Persino la Francia, "gigantesca e centralizzate" quanto noi, a fronte del tracollo nei ranking, si è decisa ad intervenire.
Giacomo Zagardo in questo libro passa in rassegna i sistemi scolastici europei e conclude che la libertà conta eccome: conta quella dei genitori di scegliere la scuola per i figli e conta quella degli insegnanti di lavorare fianco a fianco con chi condivide il loro progetto educativo.
Giacomo Zagardo - La punta di diamante - ISFOL
P.S. scusate se il titolo del post cita l' inno ufficiale della mia generazione:
E' anche la paura di Obama, che ha rilanciato le charter school.
E' anche la paura di Cameron (e Blair), che vorrebbe i fondi seguano lo studente.
E' la paura di destra e sinistra in Svezia, unite nel sostenere l' esperienza delle Friskolan.
Persino la Francia, "gigantesca e centralizzate" quanto noi, a fronte del tracollo nei ranking, si è decisa ad intervenire.
Giacomo Zagardo in questo libro passa in rassegna i sistemi scolastici europei e conclude che la libertà conta eccome: conta quella dei genitori di scegliere la scuola per i figli e conta quella degli insegnanti di lavorare fianco a fianco con chi condivide il loro progetto educativo.
Giacomo Zagardo - La punta di diamante - ISFOL
P.S. scusate se il titolo del post cita l' inno ufficiale della mia generazione:
Libertarianism A-Z: sport ed eventi
C’ è chi dice che l’ organizzazione pubblica di eventi (fiere, stadi…) sia dovuta: la città (o la Nazione) ci guadagna.
La mole di studi prodotta in merito non ha mai dimostrato questa tesi, nemmeno per eventi di risonanza mondiale come le Olimpiadi.
Si tratta spesso di passerelle che consentono al politico di pavoneggiarsi, non per niente l’ azione di lobbing praticata per ottenerle è molto forte.
L’ esito alla fine è sempre la solita lotta di classe: chiedere a chi non ama certi hobby di finanziare il divertimento di una élite potente.
Il ruzzolone ammortizzato
Johnatan Safran Foer - Molto forte, incredibilmente vicino - Guanda
"Osservate"!
Così il filosofo Bacone nel '600 incitava alla conoscenza attraverso il metodo sperimentale.
"Sì, ma cosa?".
Rispondeva tre secoli dopo il filosofo austriaco Popper.
Popper aveva capito che la scienza richiede un' eredità, una pianta su cui innestarsi, un bagaglio di conoscenze da completare-rettificare-confutare. La scienza, così come ogni conoscenza, richiede una relazione di paternità.
Ma il padre di Oskar Shell non c' è più, si è liquefatto nelle Torri Gemelle in seguito al tristemente noto attentato, cosicchè al figlio non è rimasto altro che l' assurdo comando baconiano.
Oskar Schell ha nove anni e un buco al centro di se stesso. Una volta era ateo, adesso non è che creda in Dio, crede che le cose siano "estremamente complesse". [La cosa più complessa di tutte è sua mamma].
Oskar ha sete di conoscenza - e questo è bene. Ma vuole e deve conoscere tutto - e questo è sommamente male.
il fatto è che la conoscenza di TUTTO è l' unica garanzia per capire i messaggi nella segreteria telefonica lasciati dal papà quando chiamava dal grattacielo in fiamme. Inoltre, sarebbe tanto bello riavvolgere la pellicola e tornare alla sera prima, quella in cui Lui si chinò sul lettino e gli disse "Buonanotte pulce, ti voglio bene". Bello ma difficile, la conoscenza di TUTTO gioverebbe.
Il problema di chi indaga per sapere tutto è che in questi casi tutto costituisce un indizio, il che è scoraggiante perchè più cose trovi meno capisci. Ma Oskar non sembra scoraggiato e inizia con diligenza la sua infinita investigazione: comincia con lo scavare dei buchetti al Central Park, da qualche parte bisogna pur incominciare, chissà che non scopra qualcosa, qualche cosa che lo aiuti a ricostruire il TUTTO. E' venuto alla luce un cucchiaino mezzo arrugginito: mmmmm... come collegarlo ai messaggi della segreteria?
Il cervello di Oskar è sempre in movimento, come uno squalo che se non nuota muore. Lui gli va dietro, lo rincorre, cerca di non perdere mai il passo.
Pensa continuamente, pensa a tante cose, pensa che Stan "non sarà mai il suo papà", pensa di chiedere alle persone (a tutti) se sanno qualcosa che lui dovrebbe sapere, pensa anche alle favole che precedevano il sonno, quando si faceva sotto, fin dentro l' ascella: "quello prima che cominciasse a raccontare era il mio momento preferito"; poi pensa alla carne alla piastra: "non voglio mangiare roba che ha dei genitori"; poi pensa al suo libro preferito - Dal Big bang ai buchi neri - anche se non l' ha mai finito perchè ci mette un' eternità a capire certi concetti matematici e la mamma non è d' aiuto. Pensa alla nonna, che prima di dare un parere deve sempre insultarsi un po' ("... io sono una zuccona, però..."). Pensa che c' è qualcosa d' insicuro nel modo in cui la mamma dice "sicuro!". Pensa se è il caso di farsi un altro livido in attesa che passino i 7 minuti di media necessari per addormentarsi. Nel ricordare il papà a caccia di errori sul giornale, pensa che "era bellissimo avere un papà più intelligente del New York Times"; poi pensa: "non devo comportarmi come il bambino che sono". Pensa di esseri innamorato talmente tante volte che forse quello non è amore. Pensa spesso ai castori: "la gente li ritiene grandi costruttori di dighe ma in realtà devono continuamente rodere alberi solo per limare i denti che crescono in continuazione... altrimenti crescerebbero nel muso e lo trapasserebbero uccidendoli", pensa che anche il suo cervello è un po' come i denti dei castori. Pensa a Stan, pensa se "si monta la mamma". Pensa a quelle parti dell' universo di cui non è sicuro nemmeno Stephen Hawking. Pensa se la mamma pensa ai suoi lividi: "non me li faccio per lei ma sarebbe bello se si ponesse domande allarmate". Pensa a quella casa in cui i pavimenti erano come scacchiere di marmo e i soffitti come torte. Pensa che se non fosse stata la sua vita non c' avrebbe creduto. Pensa a cosa ci sia di così orrendo nell' essere morti. Dopo aver fatto qualcosa senza pensare, pensa: "non c' è niente di male a non capire se stessi". Pensa che nel caffè freddo potrebbe mettere cubetti di caffè ghiacciato in modo che non si allunghi quando si sciolgono. Pensa ai tempi in cui a scuola il prendere da parte uno sfigato e intimargli: "dì che tua mamma è una puttana" costituiva un gran divertimento, pensa a quei tempi con una certa nostalgia (anche se lo sfigato era quasi sempre lui). Guardando la maglietta di un Tizio pensa "ma ami veramente New York?". Pensa: "i gatti che cadono dal ventesimo piano hanno più probabilità di sopravvivere rispetto ai gatti che cadono dall' ottavo piano: devono accorgersi di quel che sta succedendo per prendere la loro caratteristica forma a paracadute". Pensa che quella donna "ha una faccia tipo il contrario di quella della mamma". Pensa all' "investita" dal taxi e alla gente che guardava dai marciapiedi senza intervenire perchè avevano paura di non saper fare bene la respirazione cardiopolmonare. Nell' attesa, dopo aver suonato il campanello, pensa: "ma perchè la nonna non mi aspetta dietro la porta visto che per lei sono l' unica cosa che conta?". Dopo aver trattenuto la nonna al citofono con continue domande, pensa: "ora avrà il dito stanco".
E se proprio vuole smettere di pensare, ripassa le coniugazioni.
Anzichè rompersi le caviglie cercando di fare qualche trucchetto con lo skate, Oskar pensa a tutte queste cose e ad altre ancora. In genere pensa quando cammina per Manhattan, quindi ha molto tempo visto che non prende mai i mezzi ritenendosi un "bersaglio potenziale".
Inventare-ragionare-considerare-elaborare-argomentare-archiviare... ecco lo sterile rosario con cui elabora il suo lutto.
Concepisce invenzioni a raffica, se gli viene in mente qualcosa la dice, se ha davanti a sè qualcosa la guarda, la guarda nei particolari: nessun filtro lo preserva, nessuna selezione lo protegge e lo indirizza. Un' erudizione smisurata e disarticolata s' impossessa di lui e lui la cerca avidamente, non per un desiderio di conoscenza ma per "tirar su la lampo del sacco a pelo di se stesso". In fondo cerca un mondo in cui nessuno incontri nessuno, un mondo fatto di oggetti, ma anche gli oggetti non lo mettono al sicuro: sente addirittura di aver già nostalgia di quel che possiede.
Oskar ha da dire tutto ma non il modo per dirlo, ci passa di fronte lasciandosi dietro una scia di sintomi che sono la gioia del lettore ermeneuta.
"Osservate"!
Così il filosofo Bacone nel '600 incitava alla conoscenza attraverso il metodo sperimentale.
"Sì, ma cosa?".
Rispondeva tre secoli dopo il filosofo austriaco Popper.
Popper aveva capito che la scienza richiede un' eredità, una pianta su cui innestarsi, un bagaglio di conoscenze da completare-rettificare-confutare. La scienza, così come ogni conoscenza, richiede una relazione di paternità.
Ma il padre di Oskar Shell non c' è più, si è liquefatto nelle Torri Gemelle in seguito al tristemente noto attentato, cosicchè al figlio non è rimasto altro che l' assurdo comando baconiano.
Oskar Schell ha nove anni e un buco al centro di se stesso. Una volta era ateo, adesso non è che creda in Dio, crede che le cose siano "estremamente complesse". [La cosa più complessa di tutte è sua mamma].
Oskar ha sete di conoscenza - e questo è bene. Ma vuole e deve conoscere tutto - e questo è sommamente male.
il fatto è che la conoscenza di TUTTO è l' unica garanzia per capire i messaggi nella segreteria telefonica lasciati dal papà quando chiamava dal grattacielo in fiamme. Inoltre, sarebbe tanto bello riavvolgere la pellicola e tornare alla sera prima, quella in cui Lui si chinò sul lettino e gli disse "Buonanotte pulce, ti voglio bene". Bello ma difficile, la conoscenza di TUTTO gioverebbe.
Il problema di chi indaga per sapere tutto è che in questi casi tutto costituisce un indizio, il che è scoraggiante perchè più cose trovi meno capisci. Ma Oskar non sembra scoraggiato e inizia con diligenza la sua infinita investigazione: comincia con lo scavare dei buchetti al Central Park, da qualche parte bisogna pur incominciare, chissà che non scopra qualcosa, qualche cosa che lo aiuti a ricostruire il TUTTO. E' venuto alla luce un cucchiaino mezzo arrugginito: mmmmm... come collegarlo ai messaggi della segreteria?
Il cervello di Oskar è sempre in movimento, come uno squalo che se non nuota muore. Lui gli va dietro, lo rincorre, cerca di non perdere mai il passo.
Pensa continuamente, pensa a tante cose, pensa che Stan "non sarà mai il suo papà", pensa di chiedere alle persone (a tutti) se sanno qualcosa che lui dovrebbe sapere, pensa anche alle favole che precedevano il sonno, quando si faceva sotto, fin dentro l' ascella: "quello prima che cominciasse a raccontare era il mio momento preferito"; poi pensa alla carne alla piastra: "non voglio mangiare roba che ha dei genitori"; poi pensa al suo libro preferito - Dal Big bang ai buchi neri - anche se non l' ha mai finito perchè ci mette un' eternità a capire certi concetti matematici e la mamma non è d' aiuto. Pensa alla nonna, che prima di dare un parere deve sempre insultarsi un po' ("... io sono una zuccona, però..."). Pensa che c' è qualcosa d' insicuro nel modo in cui la mamma dice "sicuro!". Pensa se è il caso di farsi un altro livido in attesa che passino i 7 minuti di media necessari per addormentarsi. Nel ricordare il papà a caccia di errori sul giornale, pensa che "era bellissimo avere un papà più intelligente del New York Times"; poi pensa: "non devo comportarmi come il bambino che sono". Pensa di esseri innamorato talmente tante volte che forse quello non è amore. Pensa spesso ai castori: "la gente li ritiene grandi costruttori di dighe ma in realtà devono continuamente rodere alberi solo per limare i denti che crescono in continuazione... altrimenti crescerebbero nel muso e lo trapasserebbero uccidendoli", pensa che anche il suo cervello è un po' come i denti dei castori. Pensa a Stan, pensa se "si monta la mamma". Pensa a quelle parti dell' universo di cui non è sicuro nemmeno Stephen Hawking. Pensa se la mamma pensa ai suoi lividi: "non me li faccio per lei ma sarebbe bello se si ponesse domande allarmate". Pensa a quella casa in cui i pavimenti erano come scacchiere di marmo e i soffitti come torte. Pensa che se non fosse stata la sua vita non c' avrebbe creduto. Pensa a cosa ci sia di così orrendo nell' essere morti. Dopo aver fatto qualcosa senza pensare, pensa: "non c' è niente di male a non capire se stessi". Pensa che nel caffè freddo potrebbe mettere cubetti di caffè ghiacciato in modo che non si allunghi quando si sciolgono. Pensa ai tempi in cui a scuola il prendere da parte uno sfigato e intimargli: "dì che tua mamma è una puttana" costituiva un gran divertimento, pensa a quei tempi con una certa nostalgia (anche se lo sfigato era quasi sempre lui). Guardando la maglietta di un Tizio pensa "ma ami veramente New York?". Pensa: "i gatti che cadono dal ventesimo piano hanno più probabilità di sopravvivere rispetto ai gatti che cadono dall' ottavo piano: devono accorgersi di quel che sta succedendo per prendere la loro caratteristica forma a paracadute". Pensa che quella donna "ha una faccia tipo il contrario di quella della mamma". Pensa all' "investita" dal taxi e alla gente che guardava dai marciapiedi senza intervenire perchè avevano paura di non saper fare bene la respirazione cardiopolmonare. Nell' attesa, dopo aver suonato il campanello, pensa: "ma perchè la nonna non mi aspetta dietro la porta visto che per lei sono l' unica cosa che conta?". Dopo aver trattenuto la nonna al citofono con continue domande, pensa: "ora avrà il dito stanco".
E se proprio vuole smettere di pensare, ripassa le coniugazioni.
Anzichè rompersi le caviglie cercando di fare qualche trucchetto con lo skate, Oskar pensa a tutte queste cose e ad altre ancora. In genere pensa quando cammina per Manhattan, quindi ha molto tempo visto che non prende mai i mezzi ritenendosi un "bersaglio potenziale".
Inventare-ragionare-considerare-elaborare-argomentare-archiviare... ecco lo sterile rosario con cui elabora il suo lutto.
Concepisce invenzioni a raffica, se gli viene in mente qualcosa la dice, se ha davanti a sè qualcosa la guarda, la guarda nei particolari: nessun filtro lo preserva, nessuna selezione lo protegge e lo indirizza. Un' erudizione smisurata e disarticolata s' impossessa di lui e lui la cerca avidamente, non per un desiderio di conoscenza ma per "tirar su la lampo del sacco a pelo di se stesso". In fondo cerca un mondo in cui nessuno incontri nessuno, un mondo fatto di oggetti, ma anche gli oggetti non lo mettono al sicuro: sente addirittura di aver già nostalgia di quel che possiede.
Oskar ha da dire tutto ma non il modo per dirlo, ci passa di fronte lasciandosi dietro una scia di sintomi che sono la gioia del lettore ermeneuta.
venerdì 1 aprile 2011
Precari, precari, precari...
La sindacalizzazione e il problema del dualismo nel mercato del lavoro italiano, hanno dei precedenti?
Certo, e anche di tutto rilievo: il Sudafrica dell' Apartheid.
William Hutt è lo studioso che più è andato a fondo sul tema:
Certo, e anche di tutto rilievo: il Sudafrica dell' Apartheid.
William Hutt è lo studioso che più è andato a fondo sul tema:
... apartheid originated as a labor-union mechanism for artificially restricting the supply of labor and thereby driving up wages for the privileged... nearly all the ensuing legal disabilities for blacks in South Africa stemmed from the problem of labor union political influence...
giovedì 31 marzo 2011
Messa campestre
Commissionata per l' esecuzione in Cattedrale a Vasteras, ne è uscita una musica dalla religiosità raccolta, idonea alla compunzione del confessionale più che a colmare di gloria le cupole o echeggiare roboante lungo le navate. Siamo d' altronde nelle terre del più introverso luteranesimo.
Ci si proietta fuori di sè solo in seguito a scoppi improvvisi di vitalità più che con graduale ascensione al cielo... non ci seduce tanto il canto delle schiere celesti quanto l' amabile volgarità del vocalizzo da apache che fuoriesce con potenza viriloide, dopo aver rimbombato a lungo in una delicata testolina bionda...
Ci si estroflette per pedinare le api tra i fiori più che per levitare avvolti nell' incenso...
Intanto la vita scorre: il piano ora trilla come un campanellino, ora scarta secondo le folate del vento; l' organo ora mugghia come una bestia mansueta, ora veleggia come un aquilone fermo in cielo; il contrabbasso ronza come un calabrone, le percussioni pasticciano rovesciando qualcosa che si sparge ovunque. Nessuno frustra la naturale curiosità delle creature, neanche quando sparpagliano le loro note in un delicato disordine che non diventa mai cervellotico labirinto; non s' "incede", non di prcede... si va piuttosto a zonzo. Partono di continuo segnali di calma, amicizia, serenità, vitalità... segnali di libertà... ce la si mette tutta per cacciare il fantasma di una religiosità che in quelle lande morì per eccesso di asprezza lasciando tutti più poveri.
Anders Jormin - In winds, in light
hp: davide
Ci si proietta fuori di sè solo in seguito a scoppi improvvisi di vitalità più che con graduale ascensione al cielo... non ci seduce tanto il canto delle schiere celesti quanto l' amabile volgarità del vocalizzo da apache che fuoriesce con potenza viriloide, dopo aver rimbombato a lungo in una delicata testolina bionda...
Ci si estroflette per pedinare le api tra i fiori più che per levitare avvolti nell' incenso...
Intanto la vita scorre: il piano ora trilla come un campanellino, ora scarta secondo le folate del vento; l' organo ora mugghia come una bestia mansueta, ora veleggia come un aquilone fermo in cielo; il contrabbasso ronza come un calabrone, le percussioni pasticciano rovesciando qualcosa che si sparge ovunque. Nessuno frustra la naturale curiosità delle creature, neanche quando sparpagliano le loro note in un delicato disordine che non diventa mai cervellotico labirinto; non s' "incede", non di prcede... si va piuttosto a zonzo. Partono di continuo segnali di calma, amicizia, serenità, vitalità... segnali di libertà... ce la si mette tutta per cacciare il fantasma di una religiosità che in quelle lande morì per eccesso di asprezza lasciando tutti più poveri.
Anders Jormin - In winds, in light
hp: davide
mercoledì 30 marzo 2011
Io e Gino Strada
Io e lui, a quanto pare, siamo gli ultimi pacifisti in circolazione.
All' epoca dell' invasione in Iraq temevo le motivazioni dell' impresa perchè, una volta brandite dei "buoni" di sinistra e considerata la loro tendenza naturale alla "crociata", sarebbero servite, rivedute e corrette, per far guerre a tutto spiano in giro per il mondo.
Ci siamo, ora la dottrina Bush ha vinto (anche se non lo si puo' dire), e si comincia con la Libia.
David Rieff sul punto:
... The Western intervention in Libya - justified in moral terms - will be remembered as a war conceived by liberal intellectuals, and cheered on by liberal intellectuals...
Il fatto poi che qualcuno la chiami "guerra umanitaria" mi stimola solo ad aggiungere la tag "linguaggio pervertito" al presente post.
All' epoca dell' invasione in Iraq temevo le motivazioni dell' impresa perchè, una volta brandite dei "buoni" di sinistra e considerata la loro tendenza naturale alla "crociata", sarebbero servite, rivedute e corrette, per far guerre a tutto spiano in giro per il mondo.
Ci siamo, ora la dottrina Bush ha vinto (anche se non lo si puo' dire), e si comincia con la Libia.
David Rieff sul punto:
... The Western intervention in Libya - justified in moral terms - will be remembered as a war conceived by liberal intellectuals, and cheered on by liberal intellectuals...
Il fatto poi che qualcuno la chiami "guerra umanitaria" mi stimola solo ad aggiungere la tag "linguaggio pervertito" al presente post.
Il primo passo
Passare dal proibizionismo alla non violenza del mercato puo' essere traumatico, specie laddove l' esercizio della libertà appare ripugnante al senso comune.
E' il caso della compra-vendita di organi.
Come studiare allora forme di gradualismo in grado di salvare vite coltivando e diffondendo una diversa sensibilità?
Ripugnanza? Mercato? Gradualismo? Organi? Ma allora Alvin Roth è il nostro uomo!
Ecco il suo "primo passo":
.. giving priority on waiting lists to those who previously registered as donors..."
E' il caso della compra-vendita di organi.
Come studiare allora forme di gradualismo in grado di salvare vite coltivando e diffondendo una diversa sensibilità?
Ripugnanza? Mercato? Gradualismo? Organi? Ma allora Alvin Roth è il nostro uomo!
Ecco il suo "primo passo":
.. giving priority on waiting lists to those who previously registered as donors..."
La diseguaglianza fa male alla salute?
C' è un libro che ha fatto molto parlare di sè: The Spirit Level:
Why Greater Equality Makes Societies Stronger - Richard Wilkinson e Kate Pickett.
Tesi 1: la diseguaglianza fa male alla salute.
Tesi 2: se andiamo verso la diseguaglianza ci ammaleremo.
Commento (ironico?):
Per Norberg:
Interessante anche Rustichini:
Why Greater Equality Makes Societies Stronger - Richard Wilkinson e Kate Pickett.
Tesi 1: la diseguaglianza fa male alla salute.
Tesi 2: se andiamo verso la diseguaglianza ci ammaleremo.
Commento (ironico?):
... if the authors took their analysis literally, they might suggest direct manipulations of inequality: send the richest people—or, probably more efficiently, the poorest people—out of the country or the state. Inequality would go down and well-being would go up. Alternatively, leave the inequalities as they are, but devise ways to hide them from people—censor the media, say (no more Lifestyles of the Rich and Famous)—so that people do not know their relative positions. That should, according to The Spirit Level, bring down crime, disease, obesity, and so forth. The authors do not go in these directions, and these are, of course, not plausible solutions in a democratic society. But they are the logical implications of The Spirit Level’s explanation...
Per Norberg:
... the book does not prove (1) and it does not even try to argue for (2)...
Interessante anche Rustichini:
... il centro del libro è un esame di correlazioni in diversi paesi fra disuaglianza del reddito o della ricchezza, e una serie di indicatori. Per esempio: salute fisica, salute mentale, uso di droghe, educazione, violenza, gravidanza fra minori. Che queste correlazioni ci siano veramente, quanto sono robuste fa parte del dibattito che ho citato. Non è neppure chiaro che abbiano considerato tutte le variabili: per esempio gli autori non parlano del suicidio, dove la correlazione va nella direzione opposta (più disuguaglianza meno suicidi)... ... la letteratura economica, in ogni caso, dimostra che questa relazione non c'è. Per esempio, nel suo survey... Angus Deaton conclude: ''Non è vero che disuguaglianza del reddito di per sé è una causa importante del livello di salute pubblica. Non c'è una relazione robusta fra lunghezza della vita attesa e disuguaglianza del reddito nei paesi ricchi, e la correlazione che si trova quando si guarda a stati e città degli USA è quasi certamente dovuta a variabili che sono correlate con disuguaglianza del reddito, ma non la disuguaglianza di per se'... ... Ora, il dibattito fino ad ora è stato tutto sulle correlazioni. Io posso aggiungere a questo dibattito una osservazione. Che le preferenze "profonde" siano universalmente a favore della uguaglianza è, in questa letteratura, fondato su una deduzione (gli hunter and gatherers dovevano per forza essere egualitari) che procede da una assunzione (l'evoluzione è ferma da dieci mila anni e più) ed è basata su una finzione (noi siamo, per struttura psicologica, hunters and gatherers). Però che le preferenze siano universali è una ipotesi testabile. Per esempio basta guardare alla distribuzione del fattore di personalità (dei Five Factors) che si chiama Agreebleness, la cosa più vicina a preferenza per l'uguaglianza. La distribuzione ha una forma quasi normale, a campana, ben diversa da quella che si avrebbe se ci fosse sostanziale uniformità...
La sola forma di purezza CITAZIONE
La ricerca della purezza è la trappola che imprigiona i "vegani". Ma non c' è innocenza, eccetto nella morte, dice Harold Fromm: "essere vivi significa essere assasini".
http://chronicle.com/article/Vegansthe-Quest-for/66090/
We're compromised from the start. Evolution favored meat-eating primates, enlarging their brains and enabling them to live in more and more complex and survivalist societies that today extend our life spans, provide genteel habitats, and produce philosophers who have the wherewithal to object to the very components of their own existence. Death is the only form of purification
http://chronicle.com/article/Vegansthe-Quest-for/66090/
Meditazione razionalistica dell’ Ave Maria
Ave Maria - Il saluto con cui il divino incontra l' uomo
Piena di Grazia - Dall' esistenza contrassegnata dai miracoli (verginità, ascensione...)
Il Signore sia con te - Unita a Dio nella generazione del Figlio
Sia benedetto il tuo nome e benedetto il frutto del tuo seno - Destinato a un destino di bene e di grandi cose
Santa Maria - Donna dall' umanità esemplare
Madre di Dio - Destinata a partorire il figlio di Dio
Prega per noi peccatori - Intercedi presso Dio invocando il suo perdono
Adesso e nell' ora della nostra morte - Ora e finché dura il tempo utile per decidere il nostro destino eterno.
Piena di Grazia - Dall' esistenza contrassegnata dai miracoli (verginità, ascensione...)
Il Signore sia con te - Unita a Dio nella generazione del Figlio
Sia benedetto il tuo nome e benedetto il frutto del tuo seno - Destinato a un destino di bene e di grandi cose
Santa Maria - Donna dall' umanità esemplare
Madre di Dio - Destinata a partorire il figlio di Dio
Prega per noi peccatori - Intercedi presso Dio invocando il suo perdono
Adesso e nell' ora della nostra morte - Ora e finché dura il tempo utile per decidere il nostro destino eterno.
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1. Ave o Maria…
Il saluto segnala un incontro: medita il concetto di fede come incontro esperito nelle parole di Don Giussani.
2. … piena di Grazia…
La Grazia è un intervento miracoloso: medita il concetto di Miracolo nelle parole di C. S. Lewis.
3. … Il Signore è con te…
La relazione con Dio ci costituisce come persone, medita il concetto di persona negli scritti di Rosmini. Medita anche il concetto dell' eresia mariana.
4. … tu sei benedetta tra le donne…
Prescelta per un destino felice: medita il concetto di destino con Eugene Wigner.
5. … e benedetto il frutto del tuo seno Gesù…
Portatrice del Dio d’ amore; possiamo pensare a Dio solo con metafore, quale metafora più felice di questa? Medita il ruolo delle metafore nel discorso religioso con l’ aiuto di Chesterton.
6. … Santa Maria…
la santità è lo stigma del soprannaturale: medita questa realtà con l’ aiuto di Alvin Plantinga.
7. … Madre di Dio…
Vedi 5.
8. … prega per noi peccatori…
Medita sul peccato come limite e connaturata nell’ uomo nell’ uomo con l’ aiuto di F. A. Von Hayek.
9… adesso…
Medita il miracolo come deviazione nel corso degli eventi.
10. … e nell’ ora della nostra morte…
Medita il miracolo come spiegazione dell’ essere piuttosto che il nulla.
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