martedì 29 giugno 2010

L' artista e il Critico. risposta a Davide.

Tentiamo di fare il punto.

I suoni sono dei fenomeni e, in quanto tali, posseggono una causa e producono degli effetti.

Chi si occupa delle cause si chiede: "come posso produrre l' effetto sonoro X?".

Costui deve padroneggiare le tecniche idonee per rispondere correttamente alla domanda che si pone.

Costui è innanzitutto un "artigiano" (all' estremo un artista), si spera appassionato del suo lavoro.

Chi si occupa degli effetti si chiede: "cosa significa l' effetto sonoro X?".

Costui deve padroneggiare la semantica e l' estetica dell' opera in modo da fornire risposte attendibili alla domanda che si pone.

Costui è innanzitutto un "intenditore" di arte, si spera appassionato del suo lavoro.

Abbiamo usato una metafora: la parola "ramarro". C' è chi è deputato a pronunciarla nel modo più corretto possibile, e deve possedere gli strumenti per farlo; e c' è chi è duputato a capirne il significato.

Si puo' dunque conoscere l' arte di una pronuncia perfetta anche se non si conosce il significato della parola che si pronuncia. Allo stesso modo si puo' conoscere il significato della parola senza conoscere le tecniche per pronunciarla in modo corretto. Ecco una buona metafora del processo artistico.

Essere produttori del bello ed essere esperti del bello sono due cose indipendenti, anche se chi vive a stretto contatto con il bello probabilmente ne riceverà influssi più potenti rispetto a chi ne vive separato: un esperto del bello sarà anche un discreto strimpellatore, così come un produttore del bello avrà un' infarinatura di cognizioni estetiche.

Pietro Longhi è stato il nostro più grande conoscitore di pittura, e qualche scarabocchio magari l' ha buttato giù pure lui. Debenedetti un romanzo l' ha nel cassetto, Principe e Bortolotto strimpellano... potrei andare avanti.

Poi ci sono sempre i Glenn Gould: produttori del bello con una grande capacità di rintracciarne il significato più recondito (vedi l' ala del turbine intelligente).

Purtroppo da che mondo e mondo c' è l' artista e c' è il critico. E' così da sempre. Uno "fa" e l' altro "capisce".

Tu di punto in bianco vorresti eliminare chi è deputato a "capire" perchè "superfluo". Accomodati, secondo me la tua posizione rivoluzionaria è contraria alla ragione, ma forse basta notare che sfida il buon senso poichè porta a sostenere che l' umanità è vissuta e vive nell' inganno (o è un complotto dei critici?).

Anche quando dici che oggi la musica è tutto un porcaio vai semplicemente contro il buon senso. Sì perchè, al di là di ogni spiegazione più o meno cervellotica, il buon senso dice che oggi come sempre c' è il bello e il brutto, proprio come ieri e come l' altro ieri. Basta saperlo cogliere.

lunedì 28 giugno 2010

Il nucleare è caro come il fuoco

Motivo per cui molti tentennano.

e non hanno tutti i torti, purchè si tenga presente che...

Un reattore nucleare epr costa 5 miliardi di euro e occupa 100 ettari.

L' equivalente in energia solare costa 80/85 miliardi di euro e occupa 20.000 ettari di territorio.

Non avrei mai pensato di linkare Mucchetti.

Duetti a tre

Hans Reichel e Wadi Gysi sono due tra i chitarristi più inventivi e abrasivi sulla scena, il loro incontro faceva prevedere fuoco e fiamme agli appassionati.

C' ha pensato Fredi Bosshard a gettare un secchio d' acqua gelata sul battagliero duo.

Ma un duo chiatarristico non si compone di due chitarristi, ovvero Hans e Wadi? Chi è dunque questo Fredi, da dove spunta? Come puo' costui condizionare così pesantemente l' esito finale dell' opera?

Semplice, è l' ingegnere del suono a cui ci si è affidati.

Il "produttore" è un elemento decisivo nella musica contemporanea, incide pesantemente sugli equilibri strutturali, anche lui è chiamato a firmare l' opera. Questo è sempre più chiaro nella musica contemporanea.

La bellezza in giardino

Finalmente un vero regista.

Al ritmo dei Mr., Miss, e Ms., i dialoghi si ascoltano solfeggiando, e lo stesso vale per le immagini: tutto è contappunto di tutto. tutto invidia la musica.

Doppiaggio magistrale. Viene voglia di consigliare agli inglesi la versione italiana sottotitolata in inglese.

Mr. Neville è impegnato a mettere la realtà del giardino su carta millimetrata, Nyman fa lo stesso con la musica Barocca. Ma questi "geometri" che vogliono montare il mondo quasi fosse una libreria Ikea, rimarranno fagocitati.

Non solo il mondo eccede l' abile pennello, nemmeno l' arte con tutte le allegorie che porta con sè sono alla sua portata.

E qui si giunge alla metafora poetica del film: il portatore d' arte non è chiamato a "comprendere" la sua arte, i servigi dell' artista si fermano ben prima, quando il gioco si fa duro lui non serve più. Detto con provocatoria sintesi: l' Intelligenza e la comprensione delle cose è incompatibile con la capacità di produrre bellezza.



p.s. vlad, l' evocata similitudine tra carpe e cattolici è per me misteriosa; devo anche dire che trattasi del classico film da "rivedere" più che da "vedere". Quindi, alla prossima sessione.

Tra le nuvole



Personalmente mi sento di promuoverlo: dialoghi accettabili, buon ritmo nel racconto, e poi c’ è George che fa tutte le sue faccine.

Ma soprattutto ci sono i dubbi che la storia ci lascia in eredità. Uno in particolare.

Quando avviene la “conversione” dello squalo brizzolato? Due ipotesi.

1. Quando rischia a sua volta il licenziamento. Per far capire a Natalie quanto le tecnologie internet siano insufficienti, Ryan è costretto ob torto collo ad esaltare la componente umana della sua missione e quindi la presenza sul posto del tagliatore di teste. Tutti questi discorsi risvegliano una sensibilità sopita. Anche altrove, con il Jimmy riluttante al matrimonio, Ryan è costretto ob torto collo ad esaltare i valori che non ha scelto: la potenza della sua retorica sembra lontana dall’ artificio e fa effetto anche su di lui.

2. Quando s’ innamora: si rende conto che c’ è un genere di sentimenti che non puo’ essere vissuto né come lavoro, né come evasione.

La seconda alternativa sembra più promettente ma ha il difetto di non amalgamare le due storie (lavoro e sentimenti). Un legame ci dev’ essere visto che Ryan schizza dalla bionda mollando a metà una conferenza dove, relatore, si scopre scettico sul suo stesso cinismo.

C’ è poi una terza alternativa: Ryan non si “converte”.

Come chi punta sugli affetti puo’ andare incontro a disincanti, per esempio un matrimonio che va male (quello della seconda sorella); così chi punta sulla carriera ha le sue delusioni: una storia d’ amore che si rivela autentica ma non puo’ essere vissuta fino in fondo.

La terza alternativa seduce, anche se Sara dubita che il film esprima una simile simmetria: e i discorsi a senso unico dei licenziati confermano ("senza amici e famiglia sarei stato un uomo finito"). Eppure Ryan ricomincia la sua vita, con maggior disincanto ma la ricomincia con una certa speranza.

Le mille miglia non possono essere un mito ma forse, e qui il film si salva, neanche la famiglia deve esserlo: non tutto va investito lì; aspettative troppo alte potrebbero lasciarci di sale e con un muso non meno lungo di chi riceve la carta gold dei super-viaggiatori.



P.S. a proposito di carta gold. Il capitano dell’ aereo mi ha ricordato un casino il cantastorie del grande Lebowski, così solerte a scendere in campo per una pacca sulla spalla all’ eroe scornato e a dire: anche questa è l’ America.

P.S. un picolo regalino per davide:

venerdì 25 giugno 2010

Il taglio della spesa è recessivo?

Si è aprte la guerra per capire se abbassare la spesa pubblica sia una misura recessiva.

Alcuni ne parlano facendo i finti tonti (Krugman), e a smascherarli ci pensa Landsburg.

Altri sembrano più disposti a ragionare sulla cosa (Wolf), e a precisare ci pensa Alesina.

Seconda traccia: la musica come anti-battesimo

Non vedo come avrei potuto trascurare il tema sulla "funzione della musica", la materia mi appassiona da sempre.

Aristotele diceva che la musica serve ad "educare". Ok, ma si puo' "educare" anche ricorrendo ad altro, e forse con ancor più profitto.

Aristotele diceva poi che la musica serve alla ricreazione e al riposo. Anche qui le alternative non mancano, penso ai centri fitness.

Osservo solo che la musica è un linguaggio, ma anche come tale sembra piuttosto grezzo nella sua vaghezza: non si riesce mai ad indicare nulla di preciso, gli equivoci sono sempre in agguato, anzi, a volte sono i benvenuti.

Di più, quando la musica è "descrittiva" in modo patente, quando aumenta la precisione dei suoi riferimenti, sembra deprezzarsi e peggiorare come arte.

Più che essere un linguaggio, la musica "mima" un linguaggio. Guardate la TV senza volume e vedrete la parte mimica del linguaggio.

No, la musica non puo' essere semplicemente un linguaggio da apprendere, sarebbe necessariamente un linguaggio "amputato". Scartiamo questa ipotesi.

Penso invece che l' ascolto abbia a che fare con l' arte del "battesimo". La musica sarebbe un battesimo al contrario.

Nel battesimo scegliamo un nome e lo associamo a qualcosa che ci sta davanti, nell' ascolto noi scegliamo una cosa e la uniamo ai nomi che la musica ci fornisce, una musica inventiva ce ne fornisce parecchi e inaspettati.

Scovare cio' che sta dietro un nome vuol dire attribuire "significati" a quel nome, scovare i nessi di una struttura vuol dire attribuire "senso" agli elementi di quella struttura.

Alcuni nell' ascolto si accontentano di questa seconda attività, si capisce come per costoro - i "cacciatori di senso" - la musica possa ben ridursi ad educazione ed intrattenimento (enigmistico).

Solo chi privilegia la prima attività - i "cacciatori di significato" - fa esperienza vera dell' ascolto, un' esperienza quasi religiosa.

Se la musica venisse composta per i "cacciatori di senso", avrebbe una concorrenza agguerrita e spesso qualitativamente superiore. Ma ai "cacciatori di significato" non resta che aggrapparsi alla musica, è l' unica via a disposizione per il mistico part-time.



giovedì 24 giugno 2010

E di cosa dovrei meravigliarmi?

Il mondo sembra procedere secondo un ordine... meraviglioso.

Per qualcuno non puo' essere un caso, deve esistere da qualche parte un Dio architetto. L' argomento è noto.

E qui lo scettico si scatena, a volte prima ancora di capire.

Se tiro un dado 1000 volte otterrò una certa sequenza di numeri, qualcuno potrebbe giudicare "meraviglioso" che sia uscita proprio QUELLA serie e non un' altra, eppure noi tutti sappiamo che sarebbe stupido pensare ad una COINCIDENZA: la meraviglia di cui sopra avrebbe riguardato QUALSIASI sequenza fosse uscita.

Come se non bastasse, l' economia prima e l' evoluzionismo dopo ci hanno insegnato come la creazione di un ordine possa prescindere dall' esistenza di un pianificatore centrale.

Di cosa mi meraviglio allora? E' proprio stupido il mio sentimento?

In realtà mi meraviglio della mia comprensione.

La mia mente afferra l' ordine del mondo. E' un po' come se nella mia testa si rispecchiasse l' ordine del mondo. Ma la mia mente non è uno specchio e quella coincidenza che chiamo "comprensione" è qualcosa di meraviglioso.

Con tutti i mondi incomprensibili che si sarebbero potuti "creare" è davvero singolare che io abiti in un mondo che riesco o riuscirò a capire.

Ecco la meraviglia, ecco la coincidenza.

Certo, lo scettico potrebbe osservare che la mia mente fa parte del mondo materiale e non c' è da stupirsi se trova una sorta di coordinamento con esso. In questo senso la mia mente "è" uno specchio, e proprio come uno specchio è fatta della stessa sostanza che riflette.

Certo, ma dicendo questo è lui che, uscendo dall' evidenza, s' incarica dell' onere della prova: tutti noi constatiamo che la nostra mente esiste e non è una bistecca.

A proposito, percorrendo quella via, caro scettico, mettiti gli stivali perchè finisci dritto dritto nel "materialismo", un quartiere piuttosto paludoso.

Ma lo scettico non si dà per vinto: e chi te lo dice che il mondo è "ordinato" e che noi possiamo "comprenderlo"?

Ammetto che in tutto cio' ci sia anche della "fede". E' la fede degli scienziati: perchè mai dovrebbero "cercare" se non credono che esista un ordine?

Libertari agli antipodi

Jennifer Roback Morse è una studiosa libertaria che in questo saggio esalta le virtù della famiglia tradizionale.

"... a society where sex and child-rearing occur primarily within conventional marriage is more desirable than what we are moving towards, a society of casual hook-ups, single mothers, and court-enforced rules on child support, visitation rights, and the like..."

Ma quale linea argomentativa puo' mai scegliere un libertario per esaltare questo valore?

Nel caso della Morse il ragionamento è semplice: fuori dalla famiglia tradizionale dilaga la precarietà e il bisogno... quindi più welfare, quindi più Stato.

Difendiamo (sussidiandola?) la Famiglia Tradizionale e avremo meno Stato.

Non mi convince per niente. La Morse sembra detenere giudizi infallibili sulla famiglia piuttosto che convinzioni.

Anch' io, come lei, ritengo che la Famiglia Tradizionale sia la soluzione più efficiente per la convivenza in questa valle di lacrime, ma ne concludo che, dunque, dovrebbe imporsi da sè come forma organizzativa, purchè possa competere lealmente con le alternative.

La mia conclusione è dunque opposta: attacchiamo il welfare e avremo meno stato e più Famiglia..

Cosa c' è che non va?

Oggi l' amorevole Stato italiano spende in media per la salute di ciascuno di noi circa 4.000 euro all' anno (grandi, piccoli, ricchi e poveri).

Non poco.

Siccome è Lui che spende per Noi e non Noi che spendiamo per Noi, c' è un inconveniente: perdiamo il diritto ad ammalarci.

La cosa è seccante perchè comporta un controllo sui comportamenti continuo nella pratica ed infinito in teoria.

Tra poco sarà il nostro "benefattore2 a decidere cosa mangeremo a colazione o ad ordinarci la Pizza. Tutto perfettamente logico.

Facciamo allora quattro conti.

Ma non si puo' lasciare la gente stipuli un asicurazione obbligatoria?

D' accordo, se l' assicurazione è obbligatoria le tariffe saranno piuttosto sostenute.

Vi preoccupate di chi non ce la fa? Ma i meno abbienti potrebbero ricevere dallo stato un voucher da 4.000 euro.

Una famiglia di 4 persone riceverebbe 16.000 euro (32 milioni delle vecchie lire). Con queste cifre ti fai un' assicurazione con i fiocchi.

Ah, dimenticavo che la cosa consentirebbe di abbassare le tasse. Di quanto? Poco meno di 4.000 euro a testa (contando tutti, anche i neonati).

Diciamo che il carico fiscale di una famiglia di 4 persone si alleggerirebbe di quasi 16.000 euro (32 milioni delle vecchie lire).

Cosa c' che non va in quanto detto?

C' è innanzitutto che non si farà mai: una pletora di personaggi campa con l' attuale sistema e opporrà resistenze sia palesi che occulte.

mercoledì 23 giugno 2010

Prima traccia

Alla prova di maturità avrei fatto il tema sugli UFO. Wow, che sballo.

Il paradosso di Fermi mi affascina: visto il numero di pianeti disponibili ad accogliere la vita, la probabilità di civiltà più avanzate della nostra è alta (equazione di Drake), anche lanciare segnali nell' universo è relativamente facile. Dove sono dunque "loro"?

Se non si mostrano, dice qualche Cassandra, è segno che le civiltà più avanzate della nostra collassano. Cio' risolve il paradosso e in più prevede anche il nostro destino.

Ma Cowen "risolve" in altro modo: una civiltà più avanzata della nostra tende all' introversione piuttosto che all' estroversione.

Anche per questo diventa via via meno interessata a proiettare segnali all' esterno.

Ma guardiamoci adosso: non siamo già tutti con la testa nel pc anzichè al cielo.

La "tendenza" è plausibile e il processo è definibile con sfumature differenti.

Connotazione negativa: le civiltà più avanzate diventano sempre più autistiche.

Connotazione positiva: le civiltà più avanzate si dedicano alla vita interiore.

Per me entrambe le definizioni sono positive: dell' autistico prendiamo il buono.

Ecco risolto il paradosso di Fermi senza dover introdurre apocalissi sanguinolente.

Qualcuno ha voglia di svolgere gli altri temi?

Il federalismo pervertito

Un tempo, in epoche pre-internettiane, un pendolare "colto" si sarebbe intrattenuto durante il viaggio con la "migliore" e più autorevole stampa sfornata nel bel paese: "Corriere della Sera" e "Repubblica".

Con letture del genere sarebbe venuto a conoscenza di tante cose, per esempio dei costi del federalismo. Sul punto si sarebbero mossi per lui addirittura le colonne dei due giornali.

Massimo Giannini (Repubblica):

"... per assicurare il passaggio al federalismo nelle materie strategiche... occorrerebbero quasi 133 miliardi di euro... anche a voler dimezzare... il federalismo fiscale costerebbe allo Stato non meno di 60 miliardi..."

Massimo Franco (Corriere):

"... i leghisti esultano... sebbene calcoli ufficiosi parlino di un costo di 130 miliardi di euro..."

Al pendolare colto capita raramente di riscontrare un accordo tanto ferreo tra due testate che si prendono sempre a testate. Evidentemente le cifre sono ineludibili.

Il pendolare colto avrebbe poi concluso: cavolo, ma questo federalismo è caro come il fuoco. Meglio andarci piano.

Il figlio del pendolare colto è un pendolare un po' meno colto e non gli piace spendere per l' informazione, tuttavia ogni mattina non rinuncia a leggere il "suo" giornale così come si autocompone sul cellulare sulla base delle fonti decretate interessanti dal proprietario.

Questa mattina, sui costi del federalismo, c' è Massimo Bordignon:

"...Massimo Giannini... ha preso fischi per fiaschi, confondendo la spesa attuale delle Regioni... con la nuova spesa che si dovrebbe devolvere alle Regioni, dimenticando che se i 133 miliardi costituiscono la spesa attuale, vuole dire che tributi propri regionali e trasferimenti già la finanziano, e non c'è dunque nessuna necessità di nuovi finanziamenti in vista..."

Ma come, la "stampa più autorevole" ci dice quanto spendono oggi le Regioni e chiama quella cifra "costo del federalismo"?

Lo so, lo so, probabilmente siamo di fronte solo ad una perversione del linguaggio a fini propagandistici, ma siamo anche di fronte anche a "testate autorevoli e in posizioni ideologicamente contrapposte".

Già, questa è la triste verità di un' epoca oscura in cui anche i pendolari colti erano lasciati galleggiare nella loro ignoranza. Per fortuna i figli faranno luce, e non per merito loro quanto dei mezzi di cui dispongono.

P.S. stamattina nel giornale autocompostosi sul telefonino del figlio del pendolare colto compariva anche Alberto Luisani che si divertiva con la storiella di cui sopra.




martedì 22 giugno 2010

Does science make belief in God obsolete?

Interessante carrellata di pareri.

Dico la mia.

Se la nostra conoscenza si riducesse a quella scientifica, probabilmente si imporrebbe una visione materialista.

Ma il materialista non puo' dare significati soddisfacenti alla parola "vero": come puo' essere vero un "giudizio" se lo si equipara ad un sciamare di atomi?

Il vento d' autunno spazza le foglie sul selciato e le raggruppa in cumuli dalla disposizione variegata. Come puo' un cumulo essere "vero" e l' altro "falso"?

Eppure i "giudizi", per come li vede il materialista, non sono altro che disposizioni di atomi che si cumulano nel cervello in osservanza alla stessa necessità e alla stessa casualità delle foglie autunnali.

E adesso una questione semplice: la scienza puo' fare a meno della parola "vero"? Secondo me no. Magari puo' rininciare al concetto di "giusto", ma non a quello di "vero".

Per questo non trovo obsoleta l' idea di Dio.

cacciatori di teste alle prese con le statistiche

Non si puo' certo dire che chi esce dalle università più "prestigiose" abbia poi una resa altrettanto "prestigiosa" una volta collocato nel mondo del lavoro. Parlano i fatti.

Ma la cosa puo' essere spiegata con una teoria dell' accademia di stampo hansoniano.

Più difficile spiegare come mai le aziende siano dispote a pagare lautamente questi cadetti. In fondo il mondo delle aziende non dovrebbe cascare nell' illusione ottica prodotta dal mondo accademico.

Si è risposto che vantare un certo personale "faccia figo". Risposta, bisogna ammetterlo, non molto soddisfacente.

Ma forse le cose stanno cambiando e non è più necessario giustificare alcunchè:

"... quando controllo un curriculum non controllo necessariamente il voto di laurea e il tempo per conseguirla..."

Parla un "reclutatore" intervistato sul Corriere.

Relax

Caplan sul WSJ:

Many find behavioral genetics depressing, but it's great news for parents and potential parents. If you think that your kids' future rests in your hands, you'll probably make many painful "investments"--and feel guilty that you didn't do more. Once you realize that your kids' future largely rests in their own hands, you can give yourself a guilt-free break. ...In fact, relaxing is better for the whole family. Riding your kids "for their own good" rarely pays off, and it may hurt how your children feel about you.

Father's Day is a time to reflect on whether you want to be a parent--or want to be a parent again. If you simply don't like kids, research has little to say to you. If however you're interested in kids, but scared of the sacrifices, research has two big lessons. First, parents' sacrifice is much smaller than it looks, and childless and single is far inferior to married with children. Second, parents' sacrifice is much larger than it has to be... Instead of trying to mold your children into perfect adults, you can safely kick back, relax and enjoy your journey together--and seriously consider adding another passenger.

Posner so voucher e charter

Buona evidenza ma non definitiva.

Ci sono charter che non vanno... poco male, si chiudono... prova a chiudere una pubblica che nopn va!

Serve un mix.

http://www.becker-posner-blog.com/2010/10/the-value-added-teacher-reform-programposner.html

Basta poco, che ce vo'?

Alcuni ritengono che la passione per le scienze possa allentare la nostra fiducia nel libero arbitrio.

In effetti le "scoperte" si susseguono e per come vengono riportate sembra riducano lo spazio entro cui si esercita la libertà di scelta di ciascuno di noi. Già in molti ritengono che questo spazio non esista in modo sufficiente per alloggiare un qualche ghost in the machine.

La scienza però ci dice anche che il frullo d' ali di una farfalla in Giappone causa cataclismi nelle Americhe? Piccoli effetti hanno grandi effetti.

Insomma, la scienza ci dice che c' è poco spazio per il libero arbitrio, ma ci dice anche quanto poco spazio occorra ad esso per operare veri e propri sconvolgimenti.

Spero che nessuno rinunci alla scienza in preda a timori e diffidenze infondate.

lunedì 21 giugno 2010

!?

“La sinistra italiana dà l’impressione di essere ormai la parte più reazionaria del paese. In pratica, ha cominciato a fare resistenza al malcostume, alla degenerazione, e pian piano questa è diventata la sua caratteristica principale, che è tracimata anche sul costume, su ogni forma di cambiamento, di accadimento. Ha trasformato il “resistere, resistere, resistere” in una tignosa resistenza a tutto. Che è diventata senso di estraneità. Dà l’impressione, al resto del paese, di giudicarlo male qualsiasi cosa provi a fare; di essere scandalizzata, a volte inorridita. Alla sinistra italiana, nella sostanza, non piacciono gli altri italiani. Non li ama. Sente di essere un’oasi abitata dai migliori, nel mezzo di un paese estraneo. Di conseguenza sente di non avere nessuna responsabilità. Se l’essere umano di sinistra sentisse una correità, non penserebbe di voler andare a vivere in un altro paese, più degno di averlo come cittadino. Però, a quel paese che non le piace, che non può amare, del quale non sente di far parte, e che osserva inorridita ed estranea, che mette in soggezione di continuo e al quale ricorda che se potesse non ci conviverebbe mai, la sinistra italiana a ogni elezione, è costretta a chiedere il voto. Vuole, cioè, che quella parte di paese che disprezza, si affidi alle sue cure. Ciò che puntualmente non avviene. E poiché non avviene, la sinistra italiana si indigna di più, si estranea di più e ritiene di essere ancor meno responsabile di questo paese di cui non sente di far parte”.

Dall' Unità.

!?gulp!?

Lui si chiama Francesco Piccolo. Da tenere d' occhio.

La "grande divergenza" che creò l' Occidente

Occidente... radici... una questione infinita.

Anche gli economisti ora scavano a mani nude nella storia.

Chi indaga con metodi quantitativi sulla "grande divergenza" tra Europa e Cina, rende omaggio al ruolo decisivo della Chiesa Cattolica medioevale:

"The Chinese clan is a kinship-based hierarchical organization in which strong moral ties and reputation among clan members are particularly important in sustaining cooperation. In Medieval Europe, by contrast, the main example of a cooperative organization is the city. Here cooperation is across kinship lines and external enforcement plays a bigger role


In Europe...tribal tendencies were gradually undone by the Church which...advanced a marriage dogma that...discouraged practices that sustain kinship groups, such as adoption, polygamy, concubinage, marriages among distant kin, and marriages without the woman's consent. By the ninth century, the nuclear family predominated."


versione (ancora) gated

Perchè combattere l' evasione

Perchè combattere l' evasione fiscale?

E' una crociata che non mi entusiasma, cio' non toglie che nel dismetterla non sia il caso di prestare attenzione a non gettare il bimbo con l' acqua sproca.

Per rispondere alla domanda...

Innanzitutto non sembra proprio un affare relativo al benessere economico: combattere l' evasione aumenta la pressione fiscale e RIDUCE il benessere sociale.

E' lecito avere dei dubbi su quanto appena detto finchè le aliquote complessive si aggirano intorno al 10% del reddito. Oltre sarebbe da stolti.

Escludo poi anche la questione etica: se la tassazione puo' essere configurata come un' estorsione, sfuggirvi è consentito, se non doveroso.

Capisco che chi resta "impigliato" nella rete fiscali possa guardare con invidia e risentimento a chi sfugge, ma l' invidia appartiene agli animi meno nobili e non merita la considerazione di chi invece ha a cuore solo la Giustizia.

L' evasione è però anche una violazione di legge; se troppo diffusa contribuisce a svalutare la legge in genere, comprese le buone leggi. Questo è un argomento da non sottovalutare.

Anzi, direi che è l' unico.

Ho estratto dunque il bambino, è un minuscolo settimino ma è pur sempre un bambino di cui, specie chi abita in un paese dove prevalgono le buone leggi sulle cattive, deve tener conto.

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