Un Placido furioso perde le staffe dopo che un cronista lo rimprovera: "ti dici di sinistra e poi fai i film con Medusa".
Trattasi veramente di una contraddizione?
A prima vista la deduzione non sembra esatta visto che lo stesso rilievo potrebbe essere rivolto a Medusa. Come è possibile che entrambi nuocciano alla propria ideologia quando si tratta di ideologie opposte l' una all' altra?
In realtà c' è stato solo uno scambio.
Un momento, ma l' ideologia capitalista (Medusa) è proprio una religione che venera l' "idolo dello scambio".
E' proprio vincendo una Morra del genere che il Capitalismo ha sconfitto in Occidente chi lo osteggiava. Altro che Guerra all' Impero del Male!
P.S. Pasolini, mordendosi le dita fino a farle sanguinare, ci guida nei meandri di questo giochino tanto semplice quanto gravido di conseguenze.
mercoledì 9 settembre 2009
Alta tecnologia nella "rete"
Esistono economie di rete nell' alta tecnologia? Mica tanto.
Previsioni autoirrealizzabili
La previsione di uno scienziato sociale gode di scarso credito, inutile negarlo. Di questo non c' è da stupirsi, la loro imprecisione è proverbiale, oltre che comprensibile.
Il fatto singolare è che lo scetticismo si prolunga anche quando ci prendono, anche mentre ci prendono. Sembra quindi che la questione non sia solo legata ai "fatti". Un esempio canonico?
Osservando il mondo negli ultimi vent' anni, quali sono le più importanti tendenze in atto? Direi 1) il mondo è sempre più pacifico, 2) il mondo è sempre più democratico e 3) il mondo è sempre più aperto al mercato.
In altre parole, si potrebbe dire così: il mondo intero tende ad adottare il modello occidentale.
Vent' anni fa qualcuno predisse questa convergenza e mal gliene incolse. Ricordate Francis Fukuyama e la sua affermazione per cui "La Storia sta finendo"?
Bene, se la ricordate probabilmente sarete d' accordo nel constatare che nessuna previsione fu tanto sbertucciata proprio nel mentre si stava realizzando. Non solo, nessuna previsione è stata tanto ridicolizzata anche dopo che si è realizzata.
Come mai?
via ss
Il fatto singolare è che lo scetticismo si prolunga anche quando ci prendono, anche mentre ci prendono. Sembra quindi che la questione non sia solo legata ai "fatti". Un esempio canonico?
Osservando il mondo negli ultimi vent' anni, quali sono le più importanti tendenze in atto? Direi 1) il mondo è sempre più pacifico, 2) il mondo è sempre più democratico e 3) il mondo è sempre più aperto al mercato.
In altre parole, si potrebbe dire così: il mondo intero tende ad adottare il modello occidentale.
Vent' anni fa qualcuno predisse questa convergenza e mal gliene incolse. Ricordate Francis Fukuyama e la sua affermazione per cui "La Storia sta finendo"?
Bene, se la ricordate probabilmente sarete d' accordo nel constatare che nessuna previsione fu tanto sbertucciata proprio nel mentre si stava realizzando. Non solo, nessuna previsione è stata tanto ridicolizzata anche dopo che si è realizzata.
Come mai?
via ss
martedì 8 settembre 2009
La vecchiaia non è un picnic
Philip Roth è un ottimo scrittore. Anche se non ha ancora vinto il Nobel, si puo' stare tranquilli: è americano!
Questa estate ho scelto la sua compagnia intrattenendomi con un piccolo capolavoro forgiato nella sua operosa officina, "Patrimonio".
Il soggetto è, come al solito, un evento biografico. C' è un Padre da accompagnare lungo l' ultimo anno di vita concessogli dal cancro che, partendo dal cervello, ha già cominciato a divorarlo. Ci sono parole consolatorie che devi pronunciare al genitore mentre ti scopri incapace di crederle.
E c' è anche una dentiera dimenticata sulla poltrona da spostare: ecco, Roth nel suo libro racconta l' umidore che s' irradia dal palmo del figlio mentre la ripone in un bicchiere di fortuna.
Come capita in questi casi, ci si sveglia un mattino e l' uomo che il giorno prima assomigliava così tanto a lui non gli somiglia più: metà del suo viso se n' è andata per conto suo, non è più quella. Piccoli ictus hanno cominciato il loro singolare e grottesco lavorio notturno.
La bocca è storta e parla come fosse appena fuggita dalle grinfie di un dentista.
Mangiare è causa di frustrazione mascherata. Quel che non riesce a nascondere è il residuo di cibo che staziona a sua insaputa sul mento mentre ti guarda tra un boccone e l' altro.
E ora, che ne faremo di questo vecchietto?
Non fa più paura a nessuno quel vecchio leone in disarmo con le orecchie stiracchiate quasi fossero caramelle mou e il viso che gli regala la pappagorgia di famiglia afflosciandosi sempre più sulle ossa facciali.
Stringere le radiografie di quel cranio tra le mani... che esperienza! E' il suo cervello! Il cervello che lo faceva dormire ai concerti giudicati poi "bellissimi" al risveglio tra gli applausi. Quel cervello che lo faceva pensare in modo tanto brusco, che lo faceva parlare in modo tanto enfatico e primitivo, che lo faceva combattere ottusamente ogni punto di vista che si discostasse anche di poco dai suoi trionfanti pregiudizi.
Un modo insopportabile, specie per un figlio che ha fatto la metà della metà di lui e studiato il doppio del doppio.
E' il miracoloso cervello che nella prole spargeva tanta preoccupazione e frustrazione ai tempi della sua onnipotenza; il cervello che animava una tale ansiosa dispotica tirannia in grado di spegnere mestamente, al solo contatto, ogni vivace indipendenza in fieri.
Un cervello che si appresta ora ad ingolfarsi causa "grande massa neo plastica localizzata in zona parietale". E' una meraviglia che tanta vita vissuta e fatta vivere potè uscire da quel "coso". D' altronde la volontà di Dio eruppe da un roveto ardente e, in modo non meno miracoloso, quella del Padre scaturì da lì.
Vecchio, vedovo e con un cancrone nel cervello... che fare? Una strana pigrizia pre-mortuaria avvolge la vittima predestinata. Si consumano ancora dei pasti, ovvio. Ma ci si limita a qualche wurstel bollito o a fagioli in scatola.
Nonostante la solida situazione finanziaria non si esce nemmeno a comprare il giornale: si aspetta tutto il giorno di riceverne una copia da qualcuno nel condominio.
Vestiario: si comincia a tirar via su cio' che agli altri non è visibile; pigiama, fazzoletti, mutande, calzini: sembrano attendere una moglie che li sistemi.
Poca voglia di parlare. Qualche crocchio sul pianerottolo dove il vicino racconta del cognato, un tale con un tumore del tutto simile: gli hanno fatto le radiazione ed è andato via.
Solo il portinaio riesce a rianimarlo: ce l' hai da dieci anni, il ritmo è tanto lento che ce l' avrai per altri dieci, sono ben altre le bestiacce ti fotteranno. E lui che rintraccia ogni parente per elencare con autentica gioia i potenziali assassini alternativi.
La vecchiaia non è un picnic, e scopri solo oggi quel misto patetico di sfida e rassegnazione dissimulata che i figli scambiano per onnipotenza castrante.
Onnipotenza? Il ricordo del rifiuto grezzo con cui ti rovinava la vita impedendoti di uscire la sera, oggi lo riconosci, ne cogli la disperazione di fondo e ti commuove: è lo stesso con cui allontana da sè la croce del catetere.
Roth è talmente cristallino nella sua prosa che tutti lo capiscono. Ma se tuo padre non è stato uno stinco di santo, lo capisci ancora meglio.
E ho in mente quei Padri criticabili che non riesci fisicamente a criticare: e a 58 anni è difficile come a 18, come a 8. Che persino oggi sanno disseccare i virgulti intorno a loro con incazzature degne di chi ha davanti una vita intera. Sono casi in cui è molto più semplice uccidere che criticare.
Che pacchia, pensi, quando a sopravvivere è la mamma! Per lui non c' era nulla della mamma che andava bene, doveva rassegnarsi all' inevitabile: sarebbe diventato il boss della mamma come di tutti gli altri; anche se la mamma non aveva affatto bisogno di un boss, anche se nessuno in famiglia aveva più bisogno di un boss.
Il bisognoso era lui, anche all' acme del vigore aveva sempre impellente necessità di un partner placido, bonario e paziente a cui correggere continuamente i difetti.
La mamma non era in grado di opporsi; incitata pronunciava mentalmente la solita solfa: "come faccio a fargli una scenata... lui non è come me... non la sopporterebbe... andrebbe a pezzi...". Quando il sacro terrore di mandare a pezzi qualcosa invasa chi hai al tuo fianco, puoi permetterti un vitalismo oggi irreperibile.
Lo senti sbraitare verso la zia che apre la scatola di fagioli senza mantenerla ferma, è sinceramente stizzito... ma possibile che non capisca... che non la tenga dal basso... che sia così tonta... ma come si fa... lui gliel' ha detto mille volte?! Ascolti dall' altra stanza: "sei sull' orlo della catastrofe, vecchio scemo, fai solo passi piccolissimi per non cadere e allarghi le braccia per tenerti alle pareti del corridoio, lascia che apra quella scatola come cazzo vuole".
Poi, un bel giorno, un Padre così si smerda. E tu devi pulire. Lo trovi piagnucolante in bagno, gli fai una doccia e lo metti a letto. Operazioni durante le quali è riuscito a spargere merda ovunque. E tu devi pulire senza capire bene da dove cominciare.
Si pulisce la merda del proprio padre perchè va pulita: una volta sfuggita la nausea, ignorato il disgusto e dominate quelle fobie che hanno raggiunto la forza di un tabù, c' è ancora tantissima vita da accogliere dentro di se', c' è un intero Patrimonio nascosto da ereditare.
Morire è un lavoro e i nostri padri erano sia dei gran lavoratori che dei gran datori di lavoro.
***
Un padre ebreo che muore facendosi odiare a più non posso, dunque. Come gli ebrei traffichini nei campi di Maus. E quando l' odio cresce nel cuore insieme alla compassione, libera una fragranza che rinuncio fin da subito a descrivere perchè per essere all' altezza del compito ci vorrebbe molto più di un premio Nobel. Ci vorrebbe un bel Nobel americano.
Questa estate ho scelto la sua compagnia intrattenendomi con un piccolo capolavoro forgiato nella sua operosa officina, "Patrimonio".
Il soggetto è, come al solito, un evento biografico. C' è un Padre da accompagnare lungo l' ultimo anno di vita concessogli dal cancro che, partendo dal cervello, ha già cominciato a divorarlo. Ci sono parole consolatorie che devi pronunciare al genitore mentre ti scopri incapace di crederle.
E c' è anche una dentiera dimenticata sulla poltrona da spostare: ecco, Roth nel suo libro racconta l' umidore che s' irradia dal palmo del figlio mentre la ripone in un bicchiere di fortuna.
Come capita in questi casi, ci si sveglia un mattino e l' uomo che il giorno prima assomigliava così tanto a lui non gli somiglia più: metà del suo viso se n' è andata per conto suo, non è più quella. Piccoli ictus hanno cominciato il loro singolare e grottesco lavorio notturno.
La bocca è storta e parla come fosse appena fuggita dalle grinfie di un dentista.
Mangiare è causa di frustrazione mascherata. Quel che non riesce a nascondere è il residuo di cibo che staziona a sua insaputa sul mento mentre ti guarda tra un boccone e l' altro.
E ora, che ne faremo di questo vecchietto?
Non fa più paura a nessuno quel vecchio leone in disarmo con le orecchie stiracchiate quasi fossero caramelle mou e il viso che gli regala la pappagorgia di famiglia afflosciandosi sempre più sulle ossa facciali.
Stringere le radiografie di quel cranio tra le mani... che esperienza! E' il suo cervello! Il cervello che lo faceva dormire ai concerti giudicati poi "bellissimi" al risveglio tra gli applausi. Quel cervello che lo faceva pensare in modo tanto brusco, che lo faceva parlare in modo tanto enfatico e primitivo, che lo faceva combattere ottusamente ogni punto di vista che si discostasse anche di poco dai suoi trionfanti pregiudizi.
Un modo insopportabile, specie per un figlio che ha fatto la metà della metà di lui e studiato il doppio del doppio.
E' il miracoloso cervello che nella prole spargeva tanta preoccupazione e frustrazione ai tempi della sua onnipotenza; il cervello che animava una tale ansiosa dispotica tirannia in grado di spegnere mestamente, al solo contatto, ogni vivace indipendenza in fieri.
Un cervello che si appresta ora ad ingolfarsi causa "grande massa neo plastica localizzata in zona parietale". E' una meraviglia che tanta vita vissuta e fatta vivere potè uscire da quel "coso". D' altronde la volontà di Dio eruppe da un roveto ardente e, in modo non meno miracoloso, quella del Padre scaturì da lì.
Vecchio, vedovo e con un cancrone nel cervello... che fare? Una strana pigrizia pre-mortuaria avvolge la vittima predestinata. Si consumano ancora dei pasti, ovvio. Ma ci si limita a qualche wurstel bollito o a fagioli in scatola.
Nonostante la solida situazione finanziaria non si esce nemmeno a comprare il giornale: si aspetta tutto il giorno di riceverne una copia da qualcuno nel condominio.
Vestiario: si comincia a tirar via su cio' che agli altri non è visibile; pigiama, fazzoletti, mutande, calzini: sembrano attendere una moglie che li sistemi.
Poca voglia di parlare. Qualche crocchio sul pianerottolo dove il vicino racconta del cognato, un tale con un tumore del tutto simile: gli hanno fatto le radiazione ed è andato via.
Solo il portinaio riesce a rianimarlo: ce l' hai da dieci anni, il ritmo è tanto lento che ce l' avrai per altri dieci, sono ben altre le bestiacce ti fotteranno. E lui che rintraccia ogni parente per elencare con autentica gioia i potenziali assassini alternativi.
La vecchiaia non è un picnic, e scopri solo oggi quel misto patetico di sfida e rassegnazione dissimulata che i figli scambiano per onnipotenza castrante.
Onnipotenza? Il ricordo del rifiuto grezzo con cui ti rovinava la vita impedendoti di uscire la sera, oggi lo riconosci, ne cogli la disperazione di fondo e ti commuove: è lo stesso con cui allontana da sè la croce del catetere.
Roth è talmente cristallino nella sua prosa che tutti lo capiscono. Ma se tuo padre non è stato uno stinco di santo, lo capisci ancora meglio.
E ho in mente quei Padri criticabili che non riesci fisicamente a criticare: e a 58 anni è difficile come a 18, come a 8. Che persino oggi sanno disseccare i virgulti intorno a loro con incazzature degne di chi ha davanti una vita intera. Sono casi in cui è molto più semplice uccidere che criticare.
Che pacchia, pensi, quando a sopravvivere è la mamma! Per lui non c' era nulla della mamma che andava bene, doveva rassegnarsi all' inevitabile: sarebbe diventato il boss della mamma come di tutti gli altri; anche se la mamma non aveva affatto bisogno di un boss, anche se nessuno in famiglia aveva più bisogno di un boss.
Il bisognoso era lui, anche all' acme del vigore aveva sempre impellente necessità di un partner placido, bonario e paziente a cui correggere continuamente i difetti.
La mamma non era in grado di opporsi; incitata pronunciava mentalmente la solita solfa: "come faccio a fargli una scenata... lui non è come me... non la sopporterebbe... andrebbe a pezzi...". Quando il sacro terrore di mandare a pezzi qualcosa invasa chi hai al tuo fianco, puoi permetterti un vitalismo oggi irreperibile.
Lo senti sbraitare verso la zia che apre la scatola di fagioli senza mantenerla ferma, è sinceramente stizzito... ma possibile che non capisca... che non la tenga dal basso... che sia così tonta... ma come si fa... lui gliel' ha detto mille volte?! Ascolti dall' altra stanza: "sei sull' orlo della catastrofe, vecchio scemo, fai solo passi piccolissimi per non cadere e allarghi le braccia per tenerti alle pareti del corridoio, lascia che apra quella scatola come cazzo vuole".
Poi, un bel giorno, un Padre così si smerda. E tu devi pulire. Lo trovi piagnucolante in bagno, gli fai una doccia e lo metti a letto. Operazioni durante le quali è riuscito a spargere merda ovunque. E tu devi pulire senza capire bene da dove cominciare.
Si pulisce la merda del proprio padre perchè va pulita: una volta sfuggita la nausea, ignorato il disgusto e dominate quelle fobie che hanno raggiunto la forza di un tabù, c' è ancora tantissima vita da accogliere dentro di se', c' è un intero Patrimonio nascosto da ereditare.
Morire è un lavoro e i nostri padri erano sia dei gran lavoratori che dei gran datori di lavoro.
***
Un padre ebreo che muore facendosi odiare a più non posso, dunque. Come gli ebrei traffichini nei campi di Maus. E quando l' odio cresce nel cuore insieme alla compassione, libera una fragranza che rinuncio fin da subito a descrivere perchè per essere all' altezza del compito ci vorrebbe molto più di un premio Nobel. Ci vorrebbe un bel Nobel americano.
lunedì 7 settembre 2009
Quando l' Apartheid funziona
Se in classe si creasse il gruppo dei "secchioni" affianco a quello degli "scansafatiche", e la cosa è molto probabile allorchè le provenienze degli alunni siano varie, il divario nei rendimenti sarebbe destinato ad accrescersi nel tempo. Non solo, chi finisse per sbaglio nel secondo gruppo, dopo poco meriterebbe di stare lì a pieno titolo. Il contrasto funziona come un' altalena: quando uno sale, l' altro scende; ma il saldo non è neutro: peggiorare è molto più facile. A questo punto è chiaro il motivo per cui bambini che frequentano scuole private o parrocchiali riescono così bene. Queste scuole si rivolgono ad una popolazione omogenea: i bambini che le frequentano provengono da ambienti in cui i genitori danno a queste cose un' importanza tale da essere disposti a pagare per l' istruzione dei figli. Inserite in queste scuole un piccolo numero di alunni che hanno una borsa di studio, e assumeranno i comportamenti dei loro compagni. Margaret Thatcher, ex primo ministro britannico, aveva frequentato, dopo aver vinto una borsa, una scuola privata di lusso. Omogeneità: è questo il motivo, per quanto paradossale possa sembrare, per il quale le femmine riescono meglio in matematica e scienze in scuole di sole femmine, e le Università che per tradizione ammettono solo neri, sfornano un numero incredibile di scienziati e matematici neri fra i più dotati del Paese.
La Harris risponde ai dubbi di una vecchia discussione: classi separate no; classi separate ed isolate sì.
La Harris risponde ai dubbi di una vecchia discussione: classi separate no; classi separate ed isolate sì.
Quando l' Apartheid funziona
Se in classe si creasse il gruppo dei "migliori" affianco a quello dei "peggiori", e la cosa è molto probabile allorchè le provenienze siano varie, il divario sarebbe destinato ad accrescersi nel tempo. Non solo, chi finirebbe per sbaglio nel secondo gruppo, dopo poco meriterebbe di stare lì a pieno titolo. Il contrasto funziona come un' altalena: quando uno sale, l' altro scende; ma il saldo non è neutro: peggiorare è molto più facile. A questo punto è chiaro il motivo per cui bambini che frequentano scuole private o parrocchiali riescono così bene. Queste scuole si rivolgono ad una popolazione omogenea: i bambini che le frequentano provengono da ambienti in cui i genitori danno a queste cose un' importanza tale da essere disposti a pagare per l' istruzione dei figli. Inserite in queste scuole un piccolo numero di alunni che hanno una borsa di studio, e assumeranno i comportamenti dei loro compagni. Margaret Thatcher, ex primo ministro britannico, aveva frequentato, dopo aver vinto una borsa, una scuola privata di lusso. Omogeneità: è questo il motivo, per uanto paradossale possa sembrare, per il quale le femmine riescono meglio in matematica e scienze in scuole di sole femmine, e le Università che per tradizione ammettono solo neri, sfornano un numero incredibile di scienziati e matematici neri fra i più dotati del Paese.
La Harris risponde ai dubbi di una vecchia discussione: classi separate no; classi isolate sì.
La Harris risponde ai dubbi di una vecchia discussione: classi separate no; classi isolate sì.
venerdì 4 settembre 2009
I danni dell' autostima
Secondo molti esperti, la stima di sè è la cosa più preziosa che un genitore possa dare ad un figlio. Forse costoro mettono il carro davanti ai buoi, non tengono conto del semplice principio che molti nostri sentimenti derivano da quello che facciamo anzichè esserne la causa. L' approccio promosso dai guru del "benessere spirituale" potrebbe avere addirittura un effetto negativo scoraggiando le persone al tentare di ritagliarsi una vita decente e incoraggiandole invece a fare di tutto per star bene con se stesse senza migliorarsi in nulla. Esiste addirittura una teoria che collega la violanza alla bassa autostima, ma la conclusione opposta sembra meglio confermata: la violenza deriva da un egotismo minacciato. Quando le capacità di chi gode di alta autostima vengono revocate in dubbio, scatta una reazione violenta. La violenza è una faccenda rischiosa, difficilmente attrae i pavidi sfiduciati. Guidare ubriachi e restare incinte senza volerlo, per esempio, è tipico di chi gode di ottima autostima. Lo sfiduciato resta in casa una vita torturandosi per non riuscire ad uscire e sparare a qualcuno, di solito finisce invece nello studio di qualche psichiatra, il quale, quasi sempre, intraprende la cura con un obiettivo preciso: fare in modo che il paziente smetta di biasimare se stesso per incolpare finalmente i genitori. Poichè spesso ha a che fare con depressi, la cosa è abbastanza facile, costoro rivangano l' infanzia mantenendo un' intonazione infelice e malinconica. E' così facile convincere persone del genere che la colpa di tanta tristezza sia di mamma e papa'.
botte agli antipatici
Gli studiosi della "socializzazione" sono chiamati a dimostrare quanto l' ambiente conti nella formazione di un bambino. Oggi sappiamo che conta all' incirca per la metà. Tuttavia, il compito di questi studiosi non si limita a dimostrare che l' ambiente ha degli effetti sui bambini ma che quei particolari aspetti dell' ambiente a cui s' interessano - in particolare i metodi educativi dei genitori nell' allevare i figli - hanno effetti su di essi. A mio parere non l' hanno dimostrato. Una conclusione canonica afferma che il bambino coccolato ha maggiori possibilità di risultare simpatico, mentre quelli picchiati hanno maggiori possibilità di risultare sgradevoli. Basta rovesciare questa affermazione per ottenerne una altrettanto plausibile: i bambini simpatici sono dei candidati ideali alle coccole, i bambini sgradevoli verranno picchiati più spesso. Sono le carezze a causare la simpatia o è la simpatia a stimolare le carezze? Sono le punizioni a rendere antipatici i bambini o è più probabile che i genitori perdano la pazienza con figli antipatici? Nel tipico studio sulla socializzazione non vi è modo di distinguere.
giovedì 3 settembre 2009
Curarsi con i piedi
Dalla scuola alla sanità, il problema è sempre lo stesso: come assegnare i fondi pubblici quando si vogliono premiare i meritevoli.
L' ideale sarebbe un bel voucher da mettere nelle mani dei bisognosi, e che vadano dove vogliono. Ma molti contestano. Almeno per la scuola si ritiene che i genitori non abbiano la minima idea di quale sia il bene dei figli, meglio escluderli. Fortunantamente in materia sanitaria la mentalità è più aperta, sebbene non si arrivi ancora a concepire i buoni, si è più disposti a far pesare l' opinione dell' interessato nella valutazione finale.
Superato un ostacolo, ecco presentarsi il successivo.
Alcuni dicono di preferire il medico X al medico Y, ma poi, quando si ammalano, corrono a farsi curare da Y. Tutti noi interpretiamo in modo unanime un fenomeno del genere: le azioni valgono più delle parole.
E allora: a parole (sondaggi d' opinione) la Sanità dell' Emilia Romagna vince di misura su quella lombarda. Nei fatti (mobilità sanitaria) la seconda predomina alla grande.
Bottom line: 1) il confronto Emilia/Lombardia conta: il modello lombardo punta sul privato 2) esiste un indicatore migliore della mobilità sanitaria? 3) dati: la fonte è il rapporto 2008 di Osservasalute così come citato sul cdr di oggi.
L' ideale sarebbe un bel voucher da mettere nelle mani dei bisognosi, e che vadano dove vogliono. Ma molti contestano. Almeno per la scuola si ritiene che i genitori non abbiano la minima idea di quale sia il bene dei figli, meglio escluderli. Fortunantamente in materia sanitaria la mentalità è più aperta, sebbene non si arrivi ancora a concepire i buoni, si è più disposti a far pesare l' opinione dell' interessato nella valutazione finale.
Superato un ostacolo, ecco presentarsi il successivo.
Alcuni dicono di preferire il medico X al medico Y, ma poi, quando si ammalano, corrono a farsi curare da Y. Tutti noi interpretiamo in modo unanime un fenomeno del genere: le azioni valgono più delle parole.
E allora: a parole (sondaggi d' opinione) la Sanità dell' Emilia Romagna vince di misura su quella lombarda. Nei fatti (mobilità sanitaria) la seconda predomina alla grande.
Bottom line: 1) il confronto Emilia/Lombardia conta: il modello lombardo punta sul privato 2) esiste un indicatore migliore della mobilità sanitaria? 3) dati: la fonte è il rapporto 2008 di Osservasalute così come citato sul cdr di oggi.
Innanzitutto, decidere il nemico
Israel è spaventato, teme l' avvento di una nuova tecnocrazia: 1) la fede nella razionalità dei mercati e 2) una sempre più diffusa mentalità scientista sarebbero gli apripista di questa seria minaccia.
Israel argomenta in modo convincente, ma deve decidersi a quale paura abbandonarsi visto che le due menzionate non possono convivere: EMH è infatti l' antidoto migliore contro la "tecnocrazia".
Sono gli esempi che lui stesso porta a rivelarlo con chiarezza, prendiamo il caso LTCM.
La società d' investimenti mobiliari LTCM è fallita nel 1998. I suoi gestori pensavano di avere tra le mani la formula "scientifica" per arricchirsi sui mercati finanziari. Tutto cio' è il preoccupante sintomo di una mutazione scientista della società? Direi di no: LTCM era solo un operatore del mercato in concorrenza con altri, e il fatto stesso che un mercato continuasse ad esistere costituiva la migliore gatranzia contro pretese tecnocratiche.
Detto cio', è ben difficile capire come la paura dello scientismo si saldi con la paura del mercato visto che il mercato è proprio uno scudo contro lo scientismo.
Altra confusione: come puo' il fallimento di un mercato (la grande crisi) essere interpretato come prova della sua inefficienza? EMH (Efficiency Market Hypotesis) dice qualcosa di ben diverso e non garantisce certo la libera economia da crisi e fallimenti.
Detto questo, qualcuno potrebbe sospettare che EMH non sia falsificabile. Al contrario, è falsificabilissima: basta portare un algoritmo attraverso il quale fare soldi sicuri in borsa (battere il mercato) e l' ipotesi della razionalità crolla.
Ma quarda un po' che caso! E' proprio l' esistenza di una classica "formula" che Israel classificherebbe come "scientista", paura 1, a distruggere l' ipotesi della razionalità dei mercati, paura 2!
Falkenstein esprime in modo superbo questi concetti e le frequenti confusioni che generano. Ancora una volta: attaccare il mercato concorrenziale equivale ad aprire le porte ai tecnocrati e ai loro monopolistici algoritmi. In conclusione, le accuse contro razionalità dei mercati e scientismo possono essere sostenute con buoni argomenti, purchè si eviti accuratamente di formularle insieme!
Israel argomenta in modo convincente, ma deve decidersi a quale paura abbandonarsi visto che le due menzionate non possono convivere: EMH è infatti l' antidoto migliore contro la "tecnocrazia".
Sono gli esempi che lui stesso porta a rivelarlo con chiarezza, prendiamo il caso LTCM.
La società d' investimenti mobiliari LTCM è fallita nel 1998. I suoi gestori pensavano di avere tra le mani la formula "scientifica" per arricchirsi sui mercati finanziari. Tutto cio' è il preoccupante sintomo di una mutazione scientista della società? Direi di no: LTCM era solo un operatore del mercato in concorrenza con altri, e il fatto stesso che un mercato continuasse ad esistere costituiva la migliore gatranzia contro pretese tecnocratiche.
Detto cio', è ben difficile capire come la paura dello scientismo si saldi con la paura del mercato visto che il mercato è proprio uno scudo contro lo scientismo.
Altra confusione: come puo' il fallimento di un mercato (la grande crisi) essere interpretato come prova della sua inefficienza? EMH (Efficiency Market Hypotesis) dice qualcosa di ben diverso e non garantisce certo la libera economia da crisi e fallimenti.
Detto questo, qualcuno potrebbe sospettare che EMH non sia falsificabile. Al contrario, è falsificabilissima: basta portare un algoritmo attraverso il quale fare soldi sicuri in borsa (battere il mercato) e l' ipotesi della razionalità crolla.
Ma quarda un po' che caso! E' proprio l' esistenza di una classica "formula" che Israel classificherebbe come "scientista", paura 1, a distruggere l' ipotesi della razionalità dei mercati, paura 2!
Falkenstein esprime in modo superbo questi concetti e le frequenti confusioni che generano. Ancora una volta: attaccare il mercato concorrenziale equivale ad aprire le porte ai tecnocrati e ai loro monopolistici algoritmi. In conclusione, le accuse contro razionalità dei mercati e scientismo possono essere sostenute con buoni argomenti, purchè si eviti accuratamente di formularle insieme!
mercoledì 2 settembre 2009
Ictus
... guardandosi allo specchio del bagno vide che metà del suo viso non era più suo. L' uomo che il giorno prima assomigliava a lui ora non somigliava più a nessuno... provò a dirsi che forse aveva dormito in posizione sbagliata, che la pelle era così perchè si era corrugata nel sonno... ma quello che pensava era di aver avuto un ictus...
Brufoli soto la lente
... è difficile immaginare un essere più cretino, più aggressivo, più insopportabile e odioso di un preadolescente, soprattutto quando è in compagnia di altri maschi della sua età. Il preadolescente è un mostro e un imbecille, il suo conformismo è incredibile; il preadolescente è la cristallizzazione malefica di cio' che c' è di peggio nell' uomo. Come si puo', allora, mettere in dubbio che la sessualità sia una forza assolutamente maligna?
lunedì 31 agosto 2009
Vite straordinarie
Una vita da onesto faticatore e indagatore della realtà.
E un altro capitolo di un immaginario "Vite straordinarie".
Il suo libro più importante:
The True Believer. Thoughts on the Nature of Mass Movements
Thomas Sowell ricorda Eric Hoffer.
Eric Hoffer su wikipedia
It is my impression that no one really likes the new. We are afraid of it. It is not only as Dostoyevsky put it that “taking a new step, uttering a new word is what people fear most.” Even in slight things the experience of the new is rarely without some stirring of foreboding. In the case of drastic change the uneasiness is of course deeper and more lasting. We can never be really prepared for that which is wholly new. We have to adjust ourselves, and every radical adjustment is a crisis in self-esteem: We undergo a test; we have to prove ourselves. It needs inordinate self-confidence to face drastic change without inner trembling.
sabato 22 agosto 2009
Per una teologia "benestante"
Da non molto il magistero pontificio ha smesso di esigere la sottomissione della moglie al marito (imperativo esposto a chiare lettere nella Scittura e poi ininterrottamente sostenuto nell' insegnamento).
Bene, dei capovolgimenti interpretativi sono dunque possibili. Cio' significa anche che una Verità assoluta puo' essere comunicata con messaggi che variano nel tempo.
***
"... la dottrina sociale della chiesa assume un atteggiasmento critico nei confronti sia del capitalismo liberista che del collettivismo marxista..." (Sollecitudo Rei Socialis)
Spero che presto anche insegnamenti come quello qui sopra possano essere rivisti. La cosa non è facile poichè sembrano uno sbocco naturale a chi legge i Vangeli.
Attenendosi ai testi sembra infatti che essi impongano in forma pregiudiziale di rinunciare alla ricchezza e al mondo terreno. Sembra che i Vangeli esigano di cercare la mortificazione (prendere la croce), di rinunciare ai diritti (porgere l' altra guancia), di fuggire la ricchezza (guai ai ricchi), non la povertà (beati i poveri). Molti cristiani amano quaesta visione con parecchi aut aut.
La ricchezza è dunque malvista, e non mi riferisco solo alla provenienza o all' utilizzo. A quando una svolta?
Un' alternativa è infatti possibile. Gli espropri subiti durante il Risorgimento hanno sensibilizzato la Chiesa nei confronti del diritto di proprietà; GPII, nella centesimus annus, ha tessuto un inatteso elogio dell' imprenditore; ma si puo' procedere oltre su questa strada?
Di seguito imposto la rotta per circumnavigare i 4 principali scogli che s' incontrano leggendo le Scritture.
1. "Beati i poveri", "Guai ai ricchi" - (Lc 6,20; Lc 6,24 - Mt 5,4-12)
Luca sembra categorico. Ma ricordiamoci che nella Bibbia si parla di "poveri" e "indigenti" per indicare coloro (Israele) che subiscono la dura oppressione dallo straniero. Si indica quindi il popolo di Dio in ambasce, non una categoria sociologica. Per Matteo poi, è ancora più facile: ci si riferisce ai "poveri in spirito", ovvero agli umili.
2. "Non accumulate tesori sulla terra...", "vendete e date in elemosina...", "E' più facile per un cammello..."; "Non potete seguire Dio e mammona..." (Mt 6,19; Lc 12,13-21; Lc 18,25)
Non si tratta di insegnamenti sapienziali, bensì profetici: la fine è prossima, investite oculatamente. seguire Gesù comporta rischi di persecuzione materiale: sistemate i vostri averi nel migliore dei modi.
3. "Va', vendi cio' che possiedi e dallo ai poveri...". (Mt 19,21; Mt )
Gesù usa un' iperbole. Tipo: se la tua mano ti dà scandalo, tagliala.
4. La messa in comune dei beni nelle prime comunità cristiane (Atti 2,42-47; 4,32-35; 5,12-16).
Innanzitutto, mettere in comune le proprie ricchezze non significa farsi poveri. Poi, la realtà descritta in Atti non è la realtà storica. In terzo luogo trattasi di insegnamento profetico e non sapienziale: bisognava convogliare l' attenzione sull' eschaton e sui compiti terreni relativi a questa imminenza. Anche guadagnare l' ammirazione degli ellenisti contava.
Bene, dei capovolgimenti interpretativi sono dunque possibili. Cio' significa anche che una Verità assoluta puo' essere comunicata con messaggi che variano nel tempo.
***
"... la dottrina sociale della chiesa assume un atteggiasmento critico nei confronti sia del capitalismo liberista che del collettivismo marxista..." (Sollecitudo Rei Socialis)
Spero che presto anche insegnamenti come quello qui sopra possano essere rivisti. La cosa non è facile poichè sembrano uno sbocco naturale a chi legge i Vangeli.
Attenendosi ai testi sembra infatti che essi impongano in forma pregiudiziale di rinunciare alla ricchezza e al mondo terreno. Sembra che i Vangeli esigano di cercare la mortificazione (prendere la croce), di rinunciare ai diritti (porgere l' altra guancia), di fuggire la ricchezza (guai ai ricchi), non la povertà (beati i poveri). Molti cristiani amano quaesta visione con parecchi aut aut.
La ricchezza è dunque malvista, e non mi riferisco solo alla provenienza o all' utilizzo. A quando una svolta?
Un' alternativa è infatti possibile. Gli espropri subiti durante il Risorgimento hanno sensibilizzato la Chiesa nei confronti del diritto di proprietà; GPII, nella centesimus annus, ha tessuto un inatteso elogio dell' imprenditore; ma si puo' procedere oltre su questa strada?
Di seguito imposto la rotta per circumnavigare i 4 principali scogli che s' incontrano leggendo le Scritture.
1. "Beati i poveri", "Guai ai ricchi" - (Lc 6,20; Lc 6,24 - Mt 5,4-12)
Luca sembra categorico. Ma ricordiamoci che nella Bibbia si parla di "poveri" e "indigenti" per indicare coloro (Israele) che subiscono la dura oppressione dallo straniero. Si indica quindi il popolo di Dio in ambasce, non una categoria sociologica. Per Matteo poi, è ancora più facile: ci si riferisce ai "poveri in spirito", ovvero agli umili.
2. "Non accumulate tesori sulla terra...", "vendete e date in elemosina...", "E' più facile per un cammello..."; "Non potete seguire Dio e mammona..." (Mt 6,19; Lc 12,13-21; Lc 18,25)
Non si tratta di insegnamenti sapienziali, bensì profetici: la fine è prossima, investite oculatamente. seguire Gesù comporta rischi di persecuzione materiale: sistemate i vostri averi nel migliore dei modi.
3. "Va', vendi cio' che possiedi e dallo ai poveri...". (Mt 19,21; Mt )
Gesù usa un' iperbole. Tipo: se la tua mano ti dà scandalo, tagliala.
4. La messa in comune dei beni nelle prime comunità cristiane (Atti 2,42-47; 4,32-35; 5,12-16).
Innanzitutto, mettere in comune le proprie ricchezze non significa farsi poveri. Poi, la realtà descritta in Atti non è la realtà storica. In terzo luogo trattasi di insegnamento profetico e non sapienziale: bisognava convogliare l' attenzione sull' eschaton e sui compiti terreni relativi a questa imminenza. Anche guadagnare l' ammirazione degli ellenisti contava.
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venerdì 21 agosto 2009
Giggle test
IPCC models. They suggest a temperature increase of about two degrees centigrade over the next hundred years, resulting in a sea level rise of about a foot and a half. What I find implausible is the claim that changes on that scale at that speed would be catastrophic—sufficiently so to justify very expensive measures now to prevent them. Human beings, after all, currently live, work, grow food in a much wider range of climates than that. Glancing over a U.S. climate map, it looks as though all of the places I have lived are within an hour or two drive of other places with an average temperature at least two degrees centigrade higher. We are talking about a not very large change occurring over a century. In the course of a century, most existing houses will be replaced. If temperatures are rising, they will be replaced with houses designed for a (slightly) warmer climate. If sea levels are rising, they will be replaced, in low lying coastal areas, with houses a little farther inland. Over a century, farmers will change at least the varieties they are growing,
altro link: common law contro climate change
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giovedì 20 agosto 2009
Groenlandia
Se le risorse energetiche della Groenlandia fossero sfruttabili, da sole costituirebbero un quarto del totale disponibile nel nostro pianeta. Altro che picco del petrolio. Non ci credi? Allora ascolta la seconda parte di questa trasmissione.
Già, se solo fossero sfruttabili... purtroppo il ghiaccio laggiù è talmente spesso che... Ma fortunatamente tra poco lo saranno. E il mondo, per questo dono del Signore, deve ringraziare il riscaldamento globale. Nel frattempo i Groenlandesi, anche in vista del roseo futro, hanno avviato le pratiche per una secessione morbida dalla Danimarca.
L' effetto serra non ha dunque solo effetti negativi. Dubbi sulla convenienza a prevenirlo potrebbero sorgere.
Ipotizzando calcoli utilitaristici troppo complicati ed incerti, si potrebbe seguire una via etica: cos' hanno i groenlandesi di diverso dai maghrebini? Per i primi, infatti, il riscaldamento è una manna, per i secondi rappresenta un duplice rischio: desertificazione + concorrenza nella fornitura di gas naturali. E perchè mai il mondo dovrebbe mobilitarsi per salvare i secondi condannando i primi? Forse per motivazioni etiche?
Per dirlo urge una teoria etica sul riscaldamento globale. E un liberale sul punto potrebbe andare in crisi. La più coerente in cui mi sono imbattuto è quella di Robert Smith, è anche abbastanza sorprendente da meritarsi un post, cerco di renderla svolgendo alcune considerazioni:
Già, se solo fossero sfruttabili... purtroppo il ghiaccio laggiù è talmente spesso che... Ma fortunatamente tra poco lo saranno. E il mondo, per questo dono del Signore, deve ringraziare il riscaldamento globale. Nel frattempo i Groenlandesi, anche in vista del roseo futro, hanno avviato le pratiche per una secessione morbida dalla Danimarca.
L' effetto serra non ha dunque solo effetti negativi. Dubbi sulla convenienza a prevenirlo potrebbero sorgere.
Ipotizzando calcoli utilitaristici troppo complicati ed incerti, si potrebbe seguire una via etica: cos' hanno i groenlandesi di diverso dai maghrebini? Per i primi, infatti, il riscaldamento è una manna, per i secondi rappresenta un duplice rischio: desertificazione + concorrenza nella fornitura di gas naturali. E perchè mai il mondo dovrebbe mobilitarsi per salvare i secondi condannando i primi? Forse per motivazioni etiche?
Per dirlo urge una teoria etica sul riscaldamento globale. E un liberale sul punto potrebbe andare in crisi. La più coerente in cui mi sono imbattuto è quella di Robert Smith, è anche abbastanza sorprendente da meritarsi un post, cerco di renderla svolgendo alcune considerazioni:
- Il riscaldamento globale molto probabilmente è antropogenico. Ma se io smetto d' inquinare nessuno ne trae beneficio, la mia incidenza sul totale è nulla.
- Poichè inquinando non danneggio nessuno e nemmeno ho l' intenzione di farlo, la mia azione non può essere considerata eticamente riprovevole.
- Certo, se intere nazioni cessassero le loro emissioni inquinanti, l' effetto sarebbe ben visibile. Ma cio' significa forse che tali nazioni mantengono un comportamento colpevole e debbano quindi mutare la loro condotta?
- Per un liberale lo Stato è costituito dagli individui che lo compongono, non è un soggetto a se stante. Domanda: ma una "collezione" di individui innocenti potrà mai costituire un soggetto colpevole? Evidentemente no.
- L' inquinamento che causa l' effetto serra, in un' ottica liberale, non è dunque un atto eticamente riprovevole: 1) i soggetti che lo realizzano di fatto non danneggiano nessuno e 2) non è ad ogni modo posto in essere con l' intenzione di danneggiare.
mercoledì 19 agosto 2009
Rischio omeostatico
La mortalità in montagna rimane nel tempo pressochè la stessa. Eppure una volta l' equipaggiamento era molto più grezzo e la possibilità di ricevere soccorso in caso qualcosa andasse storto praticamente nulla. Perchè?
E' il rischio omeostatico, baby.
Circolare sulle nostre strade è abbastanza rischioso e questa rischiosità non sembra affatto intaccata dai numerosi ritrovati che nel tempo la tecnologia ci ha messo a disposizione per rendersci la vita più sicura, a cominciare dalla cintura di sicurezza. Il bello poi è che, quando qualcosa migliora per gli occupanti delle vetture, peggiora per ciclisti, pedoni e motociclisti. Perchè?
E' il rischio omeostatico, baby.
Sì, ma cos' è il rischio omeostatico?
La parola a Gerald Wilde: tutti noi abbiamo un "risk target" più o meno costante e in relazione a quello aggiustiamo i nostri comportamenti in funzione del contesto in cui ci ritroviamo ad operare.
Sam Peltzman è il maggior teorico del "rischio omeostatico". Nonchè il cervello più lucido nel dimostrare l' inefficienza di gran parte della regolamentazione in cui viviamo.
Il concetto di "rischio omeostatico" mi fa tornare alla mente quanto BXVI diceva su profilattici e AIDS.
P.S. il rischio omeostatico non spiega da solo le strane statistiche di cui sopra, ma concorre insieme al cosiddetto "selective recruitment": se una misura di sicurezza viene imposta, verrà adottata prontamente in primo luogo da chi non ne ha affatto bisogno.
E' il rischio omeostatico, baby.
Circolare sulle nostre strade è abbastanza rischioso e questa rischiosità non sembra affatto intaccata dai numerosi ritrovati che nel tempo la tecnologia ci ha messo a disposizione per rendersci la vita più sicura, a cominciare dalla cintura di sicurezza. Il bello poi è che, quando qualcosa migliora per gli occupanti delle vetture, peggiora per ciclisti, pedoni e motociclisti. Perchè?
E' il rischio omeostatico, baby.
Sì, ma cos' è il rischio omeostatico?
La parola a Gerald Wilde: tutti noi abbiamo un "risk target" più o meno costante e in relazione a quello aggiustiamo i nostri comportamenti in funzione del contesto in cui ci ritroviamo ad operare.
Sam Peltzman è il maggior teorico del "rischio omeostatico". Nonchè il cervello più lucido nel dimostrare l' inefficienza di gran parte della regolamentazione in cui viviamo.
Il concetto di "rischio omeostatico" mi fa tornare alla mente quanto BXVI diceva su profilattici e AIDS.
P.S. il rischio omeostatico non spiega da solo le strane statistiche di cui sopra, ma concorre insieme al cosiddetto "selective recruitment": se una misura di sicurezza viene imposta, verrà adottata prontamente in primo luogo da chi non ne ha affatto bisogno.
L' acrostico dell' Onda Verde
Siete in coda sull' A8, l' Onda Verde resoconta tutto l' asfalto italiano... eppure neanche un accenno al vostro dramma! Perchè? No, non si tratta di una variante della "questione settentrionale" ma probabilmente di un problema legato al "principio di Heisenberg".
Lo sapevate infatti che per garantire il benessere sociale sulle strade le previsioni del traffico devono essere perlopiù vaghe e poco significative? A volte, per facilitare la circolazione, è necessario ricorrere persino a delle reticenze quando non a vere e proprie balle.
Il fatto è che parlando del traffico il "principio di Heisenberg" esiste eccome: se monitorate con puntiglio la situazione sulle strade riportandola fedelmente a dei viaggiatori diligenti, gli ingorghi probabilmente aumenteranno in modo drammatico.
Le simulazioni concordano: un' informazione meticolosa ed in tempo reale puo' essere benefica quando ad essa hanno accesso un buon numero di viaggiatori razionali. Puo' essere invece distruttiva quando l' accesso è garantito a tutti. "Self destroyng prognosis", ecco il virus che manda tutto in tilt. Riesco ad intuirne i motivi anche se rinuncio a seguirne la dimostrazione matematica.
Ed ecco allora la conclusione a sorpresa: il miglior modo di riportare le notizie sul traffico consiste quindi nell' essere vaghi, reticenti, omissivi, e nel fare in modo che gli automobilisti prendano le loro decisioni in assenza d' informazione completa.
"A che ora partire?", "che strada fare?", eccetera. L' Onda Verde deve evitare di risolvere questi dilemmi (altrimenti tutti risolveranno allo stesso modo e sarà il caos), deve invece operare per ridurre tutto ad un acrostico in stile "El Farol problem", in modo che i protagonisti potranno valorizzare al meglio un cervello evoluto appositamente per risolvere problemi del genere con buona pace di tutti.
Lo sapevate infatti che per garantire il benessere sociale sulle strade le previsioni del traffico devono essere perlopiù vaghe e poco significative? A volte, per facilitare la circolazione, è necessario ricorrere persino a delle reticenze quando non a vere e proprie balle.
Il fatto è che parlando del traffico il "principio di Heisenberg" esiste eccome: se monitorate con puntiglio la situazione sulle strade riportandola fedelmente a dei viaggiatori diligenti, gli ingorghi probabilmente aumenteranno in modo drammatico.
Le simulazioni concordano: un' informazione meticolosa ed in tempo reale puo' essere benefica quando ad essa hanno accesso un buon numero di viaggiatori razionali. Puo' essere invece distruttiva quando l' accesso è garantito a tutti. "Self destroyng prognosis", ecco il virus che manda tutto in tilt. Riesco ad intuirne i motivi anche se rinuncio a seguirne la dimostrazione matematica.
Ed ecco allora la conclusione a sorpresa: il miglior modo di riportare le notizie sul traffico consiste quindi nell' essere vaghi, reticenti, omissivi, e nel fare in modo che gli automobilisti prendano le loro decisioni in assenza d' informazione completa.
"A che ora partire?", "che strada fare?", eccetera. L' Onda Verde deve evitare di risolvere questi dilemmi (altrimenti tutti risolveranno allo stesso modo e sarà il caos), deve invece operare per ridurre tutto ad un acrostico in stile "El Farol problem", in modo che i protagonisti potranno valorizzare al meglio un cervello evoluto appositamente per risolvere problemi del genere con buona pace di tutti.
martedì 18 agosto 2009
Braess: una bacchetta magica contro gli ingorghi
Come decongestionare il traffico nelle nostre città? Prblema arduo.
A volte la soluzione a problemi tanto intricati sta proprio "davanti al nostro naso". Basta esercitare un minimo di buon senso e il più è fatto.
Altre volte la soluzione, pur collocandosi altrettanto vicina, sembra meno visibile: diciamo che che sta proprio "dietro al nostro naso". In questo caso è preziosa una dote non molto diffusa: la passione per le controintuizioni.
Sarà per questo che negli anni '60 Jane Jacob affrontò con successo a New York il problema di cui sopra tentando di chiudere o di restringere un certo numero di arterie che davano su Time Square.
Fino ad allora ci si era affidati al buon senso tentando di allargare e rendere più funzionali le corsie che dovevano ospitare il transito delle auto. Fallimento su tutta la linea.
Ma com' è possibile che restringere gli spazi destinati al traffico ne favorisca la fluidità?
In fondo capirlo non è poi cos' difficile, basta pensare a come reagisce la domanda di un bene in presenza di una contrazione nella sua produzione.
La cosa sconvolgente è piuttosto un' altra: eliminare alcune strade puo' decongestionare il traffico anche a "domanda costante"! Ovvero, anche a parità di veicoli che utilizzano quella medesima rete stradale!
Una dimostrazione matematica dello strano fenomeno è stata data da Dietrich Braess.
Naturalmente il teorema di Braess funziona anche al contrario: l' aggiunta di una strada in un sistema di comunicazioni puo' creare ingorghi a parità di volume del traffico ospitato. Qualcuno sta pensando al Passante di Mestre?
A volte la soluzione a problemi tanto intricati sta proprio "davanti al nostro naso". Basta esercitare un minimo di buon senso e il più è fatto.
Altre volte la soluzione, pur collocandosi altrettanto vicina, sembra meno visibile: diciamo che che sta proprio "dietro al nostro naso". In questo caso è preziosa una dote non molto diffusa: la passione per le controintuizioni.
Sarà per questo che negli anni '60 Jane Jacob affrontò con successo a New York il problema di cui sopra tentando di chiudere o di restringere un certo numero di arterie che davano su Time Square.
Fino ad allora ci si era affidati al buon senso tentando di allargare e rendere più funzionali le corsie che dovevano ospitare il transito delle auto. Fallimento su tutta la linea.
Ma com' è possibile che restringere gli spazi destinati al traffico ne favorisca la fluidità?
In fondo capirlo non è poi cos' difficile, basta pensare a come reagisce la domanda di un bene in presenza di una contrazione nella sua produzione.
La cosa sconvolgente è piuttosto un' altra: eliminare alcune strade puo' decongestionare il traffico anche a "domanda costante"! Ovvero, anche a parità di veicoli che utilizzano quella medesima rete stradale!
Una dimostrazione matematica dello strano fenomeno è stata data da Dietrich Braess.
Naturalmente il teorema di Braess funziona anche al contrario: l' aggiunta di una strada in un sistema di comunicazioni puo' creare ingorghi a parità di volume del traffico ospitato. Qualcuno sta pensando al Passante di Mestre?
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