lunedì 22 giugno 2009

L' anti-umanesimo di PPP

Ho abbordato per la prima volta gli Scritti Corsari di Pasolini. Mi riferisco a quella serie di editoriali sul Corriere in cui lo scrittore dispiega la propria analisi sociologica.

Siamo nel decennio degli anni settanta e le sensibili antenne del poeta colgono che un nuovo fascismo, molto peggiore di quello precedente, avanza e reprime: si tratta del "consumismo".

Il momento è decisivo. In nome della battaglia contro questo mostro tentacolare la Chiesa e i Comunisti dovrebbero allearsi per fare fronte comune, magari chiedendo una mano anche ai paleofascisti, così innoqui rispetto al nemico attuale. Perfino gli stragisti delle stragi si Stato potrebbero venir buoni, in fondo sono pur sempre gente del nostro stampo.

PPP non perde tempo e mette sull' avviso la Cristianità: una Chiesa disposta a compromessi con il Capitalismo si macchia segnando oltretutto il proprio declino. Dunque una macchia ben peggiore delle precedenti, una macchia irreparabile. Chi non vede in Satana le fattezze di un Borghese?

La tolleranza dell' ideologia edonistica costituirebbe la peggiore delle repressioni. Il fascismo di Comodità&Bnessere soffoca e atrofizza anche la Società più vitale. Dove si annidi poi questo despota, Pasolini ammette di non saperlo: "è un Potere senza Volto... non so in cosa consista nè chi lo rappresenti...". Sa però che è una forma Totale di Fascismo che attua un' omologazione repressiva.

Il Poeta è incontenibile, probabilmente secerne dentro di sè una quantità fissa di magniloquenza che si ritrova poi a dover espellere con regolarità mediante l' uso di iperboli, meglio se sostenute dalla parola "fascismo". I contenuti diventano del tutto secondari, l' ispirazione detta legge. Sorge l' inquietante dubbio che se la lontananza non contribuisse a mitizzare le performances del prestigioso letterato, saremmo dalle parti di Sgarbi o poco oltre.

La mia prospettiva è molto diversa: all' uomo piace consumare (soddisfare i propri desideri materiali) e il ribrezzo di Pasolini è il normale schifo che l' esteta prova quando guarda in faccia un uomo. Mi verrebbe voglia di dire: "caro Pasolini, ma non vedi: l' uomo che tanto ti ripugna è lo stesso a cui hai fatto la corte un attimo prima; lo stesso! Nessuna repressione lo opprime. Possibile che la tua sensibile vibrissa non colga questa elementare verità?".

P.S. Ironia della sorte ammetto che la mia convinzione si è rafforzata dopo recenti discussioni avute con dei sacerdoti: l' uomo è essenzialmente desiderio e voglia di soddisfarlo. Se l' uomo è questo, non sembra poi così strano o frutto di una "repressione" il fatto che sia ANCHE un consumatore.

I metodi dell' economia

  1. Pragmatismo neoclassico: da alcune ipotesi - anche irrealistiche - sulle preferenze e sulla razionalità dei soggetti, si traggono conclusioni quantitative verificabili.
  2. Pragmatismo keynesiano: da alcune ipotesi, alcune ad hoc, sulle preferenze e sulla razionalità dei soggetti si traggono conclusioni quantitative verificabili.
  3. Realismo comportamentista: da alcune ipotesi realistiche e verificate relative a preferenze e razionalità dei soggetti, si traggono conclusioni quantitative verificabili.
  4. Scuola storica: dall' intuito sviluppato tramite la conoscenza della storia economica, si traggono speculazioni qualitative verificabili.
  5. Apriorismo misesiano (prasseologia): da alcuni postulati avalutativi relativi all' azione del soggetto, si traggono delle conclusioni razionali non verificabili.
  6. Apriorismo rothbardiano: da alcuni postulati etici intorno alla "proprietà" individuale, si traggono conclusioni razionali non verificabili.
  7. Apriorismo hayekiano: da alcuni postulati intorno all' ignoranza e alla razionalità limitata dei soggetti, si traggono conclusioni qualitative circa il valore conoscitivo della "concorrenza".
  8. Individualismo metodologico: mette al centro il soggetto. E' il metodo da cui si sviluppano tutti gli altri.



Critiche e connubi

3:7. Strana alleanza in nome del realismo e della razionalità limitata. Strana perchè non c' è niente di più estraneo al comportamentista che una qualsiasi forma di apriorismo.

1:2. 2 comporta "solo" un' eccezione specifica alla razionalità degli operatori: in certe condizioni rileva il salario nominale piuttosto che quello reale.

5:6. 6, introducendo relazioni etiche esce dall' alveo scientifico.

6:5. 5, mettendo sullo stesso piano tutte le preferenze, si ritrova senza argomenti a favore del laissez faire.

1: 5-6. Rinunciando al calcolo statistico rinunciano a stabilire "quanto" un fattore sia rilevante. Per neutralizzare i trade off sono costretti a postulare l' inesistenza degli stati mentali e dei controfattuali.

1: 5-6. Il soggettivismo radicale nega la continuità delle funzioni di utilità. Ma così facendo si nega anche l' incontro tra domanda ed offerta.





Distinguere la beneficienza degli egoisti

Non è poi così difficile: mentre l' altruista concentra la propria beneficienza su una causa, l' egoista diversifica.

Il ragionamento per giungere a questa conclusione è semplice: se valutassi la Lotta contro i Tumori come la "causa" prioritaria, perchè mai dirottare altrove la mia generosità: ogni euro devoluto all' Unicef sarebbe sottratto al finanziamento di più nobili propositi.

Molti donatori invece non mettono al centro i destinatari, preferiscono mettere al centro se stessi e la sensazione soddisfacente che traggono pensando di aver donato un po' a tutti.

Sogni da un minuto sul limitar dell' alba

... e il poeta trasse dal suo cumulo di parole un racconto strano...

sabato 20 giugno 2009

L' economia è una scienza (2)

Anche alla luce dei commenti seguiti, mi sia consentita una piccola appendice al punto 2 del precedente post, quello in cui affermavo che la "precisione" di un sapere è irrilevante al fine di giudicarne la "scientificità".

Tuttavia la "precisione" incide pur sempre sull' utilità delle conoscenze; non per niente confrontavo quel sapere con il "lancio della moneta". Che me ne faccio di una cultura che posso sosituire con una moneta? Per quanto l' utilità non sia il solo scopo della Scienza, nemmeno puo' essere troppo trascurata.

Ammetto che si possa procedere oltre al "lancio delle monete" e confrontare le conclusioni della teoria economica con il sapere intuitivo dell' Uomo della Strada (UdS). Qualora dovesse prevalere il fiuto di quest' ultimo, sarebbe dura parlare ancora di Scienza nonstante l' impeccabile metodologia dispiegata.

Credo comunque che le discipline economiche superino anche questo test; credo cioè che l' esperto ne sappia di più dell' UdS. Nei 9 punti che seguono faccio qualche osservazione, segnalo qualche avvertenza ed emetto una conclusione.

1. Quando l' UdS entra nell' acceleratore di particelle di Ginevra non sa dove mettere le mani. Ancora meno quando entra negli uffici della FED. A questo punto bisogna chiedersi se la FED sia utile. Facendo la tara con i guai che a combinato, concluderei affermativamente. L' alternativa "spontanea" alla FED è il Gold Standard: se oggi avessimo un sistema Gold Standard penso che i nostri redditi sarebbero stati inferiori almeno di 1/3.

2. Spesso poi il pensiero economico è controintuitive, cioè non viene colto di primo acchito da UdS. Pensiamo solo alla teoria dei vantaggi comparanti, quella su cui si impernia la globalizzazione. Nel nostro piccolo abbiamo avuto qualche esempio parlando dei reni e del perchè per giocare in borsa non serva a niente essere grandi economisti.

3. Per ci ama la dura realtà: le economie dove le scienze economiche sono più sviluppate e dove la consulenza di esperti è più diffusa, sono anche le economie più sviluppate e più imitate. E' solo una combinazione?

4. Pensando a UdS viene in mente la "Saggezza della folla". Ma attenzione, non stiamo parlando della tesi Surowieki/Baricco, quella secondo cui la Folla di UdS sceglie meglio dell' Esperto. Lì non si dà UdS vs. Esperto, piuttosto Moltitudine vs. Uno.

5. Parlando di fiuto, non intendo quello impiegato per individuare le ipotesi di partenza. Quello è proprio anche dei grandi scienziati a cui la lampadina si accende nei modi più strani. Noi parliamo di una particolare sensibilità per le conclusioni, per la predizione.

6. C' è comunque anche un fiuto dell' Esperto legato alle conclusioni. Se dovesse prevalere su quello di UdS, allora la frequentazione dei modelli econometrici sarebbe stata utile. Nel merito oso dire che quando l' Esperto attinge alla sua conoscenza complessiva, fiuto compreso, e sceglie l' oggetto dei suoi pronunciamenti, sopravanza sistematicamente il singolo UdS.

7. Ci sono poi gli storici dell' economia. Si limitano a descrivere il passato senza avanzare pretese predittive. Eppure non me la sento di affermare che il fiuto dello storico sugli eventi economici futuri produca risultati sistematicamente inferiori a quelli dell' economista che trascura la storia.

8. Il soggetto più affidabile nelle predizioni, per me, è l' economista con una buona preparazione storica. I lavori accademici più convincenti sono quelli che coniugano i modelli teorici e la ricerca statistica con una sostanziosa esemplificazione tratta dalla storia economica. Cosa che non capita nelle scienze canoniche: in fondo un fisico teorico puo' fare tranquillamente il suo mestiere ignorando del tutto la storia della sua disciplina.

9. Se questo è vero, diremo che l' economista è un po' meno scienziato del fisico e un po' più uomo di cultura.

venerdì 19 giugno 2009

Morituri indifferenti

... voglio essere povero come la natura, avere la semplicità che hanno i cieli, la non-crudeltà della pianta quando serra la mascella, il non spavento del lombrico quando realizza la sorte accogliendola con una mutezza lontana, primordiale, simile ad una nota di cristallo...

Occidente

L' altro giorno a Messa il Don interrogava i comunicandi e chiedeva loro perchè fossero lì. Botta e risposta finchè non salta fuori la parola magica: felicità. Tutto cio' che facciamo lo facciamo per essere filici.

...

marketing is not just one of the most important ideas in business. It's become the most dominant force in human culture as well. Marketing-oriented companies help us discover desires we never knew we had, and ways of fulfilling them we never imagined

...

L' Occidente non è un luogo geografico ma questa forma mentale: l' uomo contiene in sè dei desideri che deve scoprire e soddisfare.

Contro la cultura dello stupro servono più preservativi o più cultura?

One in four men in South Africa have admitted to rape... One in 20 men said they had raped a woman or girl in the last year...any woman raped by a man over the age of 25 has a one in four chance of her attacker being HIV-positive. "We have a very, very high prevalence of rape in South Africa. I think it is down to ideas about masculinity based on gender hierarchy and the sexual entitlement of men. It's rooted in an African ideal of manhood"

giovedì 18 giugno 2009

Scorte esaurite

... un tonfo cauto e sordo - un frutto dal ramo s' è staccato via - il pigro fa fuori in un attimo l' ultima sua scorta di attenzione...

Il cripto-monetarismo di Krugman

Many Keynesians assume that monetary stimulus is ineffective during a liquidity trap. Krugman definitely does not believe that, indeed he specifically argues that only conventional monetary policy tools are ineffective in a liquidity trap. He acknowledges that unconventional tools (such as an inflation target) might be highly effective, but also that they might be politically unacceptable.

As I read Krugman, his attitude seems to be something like the following (which is my interpretation, not his words):

"Ah, what a pity it is that these conservative central banks aren't willing to commit to a modest amount of inflation. That would be the easiest way to boost AD, and the least costly. But as they aren't willing to adopt effective policies, we can assume that monetary policy is ineffective. Now let's move right along and look at fiscal policy."

The Earth’s Delicious Core


Reni come bistecche

Il mondo è pieno di reni in eccesso. Io stesso ne ho uno in più del necessario ed è probabile che sia lo stesso per voi. Sono contento di avere un rene di scorta, ma non tanto quanto sarebbe contento chi ricevendone uno potrebbe prolungare la propria vita. In un mondo razionale i reni sarebbero comprati e venduti come bistecche di maiale. Per essere sincero, non credo che si possa avere un' opinione diversa ed essere brave persone.Dicono che costerebbero intorno ai 12.000 euro; personalmente non lo venderei ad una tale cifra, mi basta sapere che l' offerta sarebbe sufficiente a soddisfare la domanda.

mercoledì 17 giugno 2009

Piccole paure crescono

... ogni giorno dimentico com' è... cerco un faro per eludere la scogliera, un alfabeto che mi temperi come un clavicembalo ... poi - sollievo - ci sei tu ad indicare muta le mie scarpe, ora ricordo come calzarle, come curvarmi per allacciarle e scrutare una terra delle cui rughe conosco il codice a menadito... Ora possiamo salpare, possiamo andare via di qui... Insieme.

Bulbi vuoti

... ci guardiamo come vecchie mucche... lo sguardo subacqueo di vecchie mucche sciocche, esitanti, che si fanno d' un tratto sospettose... prima di tornare al loro vuoto zeppo di tremoli scacciamosche...

Come pagare i burocrati

Per i burocrati è una pacchia perchè sanno come devono sbagliare: alcuni loro errori mietono "vittime con nomiecognomi" suscitando scandalo. Sono errori da fuggire. Altri mietono vittime statistiche e nessuno ci fa caso. Il fatto è che sia le prime che le seconde sono persone in carne ed ossa e meriterebbero il medesimo rispetto.

Il fatto spiacevole è che tra i due errori c' è un trade-off: quante più "perone statistiche" faccio fuori, tante più "persone con nomeecognome" risparmio. Naturalmendo i burocrati ne approfittano facendo vere e proprie "stragi statistiche" nell' indifferenza generale. Nessuno dice niente, a parte qualche ramingo economista.

Esempio.

Se la commissione farmaceutica approva un farmaco inidoneo, il Pincopallino che lo assume ci resta secco e finisce subito sui giornali. Grande scandalo e riflettori ad occhio di bue sul Boss della Commissione. D' ora in poi la sua vita sarà un incubo.

Se invece la Commissione farmaceutica approva il farmaco con una diligenza che comporta ritardi, a morire sarà una "persona statistica" in attesa proprio di quel farmaco di cui non conosce nemmeno l' esistenza. L' indifferenza generale regna sovrana e il Boss non perde un grammo della sua autorevolezza.

In queste condizioni è chiaro che pur di risparmiare Pincopalla la Commissione farà fuori una decina di "persone statistiche". Sono birilli inconsapevoli davanti alla palla dello strike.

In altri termini, quando la Commissione approva un farmaco che si rivela mortale tutti la mettono sotto accusa, mentre quando la gente muore perchè non ha approvato un farmaco non del tutto sicuro corre meno rischi. Se vostro fratello muore di una malattia rara curabile facilmente con il farmaco che che la Commissione non ha messo in commercio è probabile che diate la colpa alla malattia piuttosto che alla Commissione.

Come riequilibrare questi incentivi perversi?

Nel caso dell' esempio si potrebbe pagare il Boss della Commissione con azioni delle imprese farmaceutiche costituite in un fondo cieco. I ritardi nell' approvazione colpirebbero il loro valore. Controlli simmetrici per errori simmetrici.

martedì 16 giugno 2009

L' Economia è una Scienza? Cinque Osservazioni.

Propenderei per il sì.

Al solo dirlo si rischia di innescare lunghe discussioni. Sono discussioni in cui si parla poco di Economia e molto di Scienza. Di cosa debba considerarsi Scienza.

Attenzione, ormai nessuno storce più il naso di fronte alla Cassetta degli Attrezzi: tanto per dirne una, l' economia recluta tra le sue fila molti dei migliori matematici in circolazione, magari solo per la vanagloria del nome sul giornale. Il problema riguarda piuttosto l' utilità di cotanto bagaglio.

1. Taluni opinano perchè non rinvengono nell' Economia delle leggi naturali. Ma queste non esistono più nemmeno nella Fisica. Anch' essa ormai si affida in larga misura alla statistiche.

2. Altri, più seriamente, affermano che l' economista non ha "laboratorio": come puo' esistere una scienza senza "laboratorio"?

E' un' esagerazione, sebbene sia vero che il laboratorio dell' economista faccia acqua da tutte le parti; le interferenze dall' esterno sono frequenti e rischiano di depistarlo in continuazione.

Anche Galileo aveva una strumentazione rozza rispetto agli standard attuali. Forse che solo per questo non dobbiamo considerarlo più uno scienziato? Certo che no, non si limitava ad essere uno scienziato: era il prototipo dello "scienziato". Anche i ricercatori di oggi hanno laboratori maldestri rispetto a quelli che saranno a disposizione tra un secolo. Forse che per questo dobbiamo cessare di considerarli "scienziati"?

Laboratori sperimentali tanto "problematici" rendono molto complesso il compito dell' economista. ma una disciplina non cessa di essere scientifica per il semplice fatto di essere "complessa". Anche la Fisica, tanto per restare sul benchmark, fronteggia parecchi fenomeni caotici.

3. L' economia ha un debole potere predittivo, osservando cio' qualcuno pensa di essere al nocciolo. Ogni tre per due sul giornale viene lanciato l' atto di accusa: quella banda di economisti inetti non aveva predetto il temporale. Strano che, per dirne una, i sismologi non siano così sotto schiaffo dopo i terremoti. Forse l' economia ci tocca dove siamo più sensibili e più pronti a perdere la trebisonda.

In ogni caso la "precisione" in sè non è un carattere specifico della Scienza. Qualsiasi scienza ha dei limiti ed è più o meno precisa; non trae da cio' il suo carattere "scientifico". La precisione rileva solo nella concorrenza tra teorie alternative.

Se dovendo scommettere su un certo fenomeno ho tra le mani una teoria che c' azzecca una volta su un milione, la mentalità scientifica scommette in conformità a quella teoria qualora l' alternativa da considerare sia il lancio della moneta.

Non la "precisione" ma il "rigore" nel pensiero, la verificabilità e il libero confronto di idee in competizione tra loro. Questo richiede la Scienza. E l' Economia risponde.

4. Qualcuno, escogitando una variante alla critica precedente, afferma che l' universo economico include troppe variabili: l' economista ne estrae alcune e dà rilevanza solo a quelle. Tutto cio' si presta ad arbitri.

E' la critica preferita dai pigri. Costoro trovano più comodo degradare l' Economia a pensiero arbitrario. L' alternativa sarebbe faticosa: contestare la teoria raccogliendo un set alternativo di variabili - magari più confacenti la loro ideologia - e mostrare come spieghino meglio il fenomeno in questione. Insomma, l' alternativa sarebbere "rispondere nel merito". Probabilmente riceverebbero a loro volta una risposta che migliora ancor di più la teoria e gli impegna in una replica. Questa "botta e risposta" estenua i pigri, ma questo "botta e risposta" non è altro che il modo di procedere della Scienza.

5. Infine ci sono quelli che vorrebbero "degradare" l' Economia perchè ne hanno paura: se il pensiero economico progredisce troppo rischiamo di consegnare il nostro futuro nelle mani di qualche Tecnico. Non riesco a considerare questa critica: si basa su un interesse e non su un argomento.

Spendere troppo

Il Presidente Obama si appresta a varare una riforma sanitaria, gli americani spenderebbero troppo in questo settore e bisogna fare economie.

Le sue ragioni sembrano scontate ma non lo sono: come si fa a capire se la spesa di qualcuno è troppo concentrata in un certo settore. Hanno un ruolo anche i gusti, lo stile di vita, la qualità dell' offerta proposta.

Non è facile. E non è un caso che, stando sempre alla spesa sanitaria, alcuni studiosi sono di parere diametralmente opposto:

In projections based on the quantitative analysis of our model, the optimal health share of spending seems likely to exceed 30 percent by the middle of the century

Cari neo-darwiniani, lo volete capire che la Fede ha a che fare con il Senso?

Belief and meaning have been integrally intertwined. Religion's neo-Darwinian detractors seem unable to fathom the correlation. Richard Dawkins's portrayal of belief is so dismissive and simplistic that one wonders why anyone would embrace such demented and malicious ideals. The philosopher Daniel C. Dennett begins with a parable that ultimately reveals more about the author's own antitheological prejudices than about his purported object of study. But from a narrowly neo-Darwinian perspective, it is impossible to account for religion's indispensable role in forming the higher ideals that, as a species, help to make us genuinely civilized. Historically, religious ideals have inspired agape, compassion, selflessness, brotherly and sisterly love, community, and numerous good works. They have spurred political leaders like Mahatma Gandhi, the Rev. Martin Luther King Jr., and Desmond Tutu to oppose oppression and champion the cause of social equality. Religious conviction provided the moral suasion behind the 19th-century antislavery movement and has been a spur to numerous instances of humanitarian intervention. A genuine and fruitful dialogue between believers and nonbelievers is impossible unless one takes the standpoint of one's interlocutor seriously.

Schiume vivificanti

... io, conchiglia senza perle gettato sulla tua proda riverso... la valva fragile del cranio - nido di un cuore ove nessuno alloggia - ricolmerai di schiuma che bisbiglia...

Camicia

... entrarci mentre giace sgualcita sul pavimento... senza dar noia ad una sola grinza... rispettoso di come la gettai la sera prima... di come le venne fatto di atterrare...



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