venerdì 18 settembre 2015

La famiglia è una sola Giuliano Guzzo

Giuliano Guzzo sulla famiglia tradizionale
  • Studiosi apprezzati come Pierpaolo Donati difendono ancora il primato della famiglia tradizionale...
  • Di cosa parla il libro?: 1) dell'universalitá del matrimonio 2) delle differenze tra coppie sposate e di fatto 3) del divorzio 4) della teoria gender...
  • Tesi: x quanto la f. nn sia una realtà statica costituisce pur sempre la società naturale di riferimento nella convivenza umana...
  • Le virtù della f.t.: educa al meglio i figli fornendo una base stabile affettiva e solidaristica...
  • Familismo amorale: sembrerebbe in realtà che laddove i valori familiari sono più forti sia più forte anche la solidarietà di gruppo...
  • IMHO: nn è detto che la "solidarietà infragruppo" sia sempre un valore positivo, potrebbe essere l'humus x la legge del clan...
  • Ma xchè allora il matrimonio sembra funzionare meno di ieri? Per il contesto economico e istituzionale oltrechè x una campagna diffamatoria...
  • Il relativismo familiare è un sottoprodotto del relativismo etico combinato con l'individualismo...
  • IMHO: mettere in competizione la ft con altri modelli viene definito "destrutturare la ft"...
  • Oggi: laddove c'è amore c'è famiglia. Ma la natura offre un cemento più potente di un sentimento effimero. Oltre ai cattolici gli evoluzionisti sembrano essere rimasti gli ultimi a riconoscerlo...
  • Tutto oggi è visto in chiave edonistica: la famiglia è posta al servizio del singolo e nn viceversa. Ma in qs modo si costruisce ben poco. Tutto diventa mercato anzichè dovere...
  • Se il matrimonio è un contratto al servizio dei ns piaceri allora la durata delle relazioni è pregiudicata, anche i figli sono un intralcio che induce infelicità e la bassa natalità dell'occidente sta a testimoniarlo se ce ne fosse bisogno...
  • L'amore, che nella sua essenza è rischio e dono irrazionale di sè, viene espunto dalle ns esistenze...
  • Tuttavia, vivere da soli è un lusso molto vicino allo spreco, il che fa del single il consumatore perfetto: il consumatore sprecone, una manna x le multinazionali...
  • IMHO: in realtà, nella nostra società "single is a luxury"- Qui si rimette in gioco la questione del matrimonio tradizionale come contratto razionale, prima lo si negava, ora lo si afferma. Più corrente la teorizzazione paternalista: i deboli compiono scelte miopi spingiamoli verso una famiglia che più li salvaguardi. Perchè n lo si fa? Forse xchè nn si vogliono offendere i protetti?...
  • Universalismo: nella storia il modello di ft si è imposto ovunque, pur nelle varianti che conosciamo. Non sarà un caso. Solo ora il modello sembra minacciato...
  • IMHO: in realtà è alquanto dubbio che il modello fesse adottato nelle comuntà dei cacciatori\raccoglitori (quelle da cui ereditiamo il cervello
  • Associare ft, matrimonio e chiesa cattolica è l'ultimo pregiudizio accettabile...
  • Tesi 1: ft è un istituto naturale...
  • Nel paleolitico sembra evidente la spartizione dei ruoli...
  • IMHO: il che però nn implica necessariamente ft...
  • Antico Egitto: altri esempi di ft immuni dall'influenza cristiana. Ammesse anche unioni tra consanguinei..
  • Presso i greci la ft era venerata. Molte tragedie illustrano la maledizione che colpisce chi profana il matrimonio. Aristotele parla chiaramente di società naturale...
  • La Grecia è importante perchè: 1) Gesù doveva ancora nascere e 2) il fenomeno dell'omosessualità era conosciuto e in buona parte sdoganato...
  • Nel mondo romano valga per tutti Cicerone: il matrimonio e la famiglia costituiscono il nucleo della società...

  • Arricchimenti del cristianesimo: 1) proibizione dell'incesto 2) indissolubilità 3) valorizzazione del consenso femminile...
  • Persino fustigatori della civiltà borghese come Karl Marx riconobbero la naturalezza del matrimonio...
  • Tesi 2: ft è un istituto universale, nn appartiene in esclusiva al solo occidente...
  • George Murdock (antropologo): la ft appartiene agli universali della civiltà umana...
  • Il punto forte di ft: risolvere contemporaneamente i 4 problemi: sessuale, economico, educativo, riproduttivo...
  • Peter Laslett: classificò la famiglia e si spinse ad affermare che quella nucleare permeava anche le civiltà pre-moderne...
  • Claude Levi Strauss: ft è "frequentissima"…
  • Max Weber e Talcott Parsons, Mircea Eliade, Eric Hobsbawn si unirono al coro: ft è universale...
  • Obiezione: puoi considerare ft un universale solo se ne adotti una definizione lasca...
  • Vero, ma basterebbe anche quella che segue. Matrimonio: riconoscimento sociale del rapporto sessuale di una coppia e del suo diritto di avere figli e allevare la prole...
  • Esistono cmq alcune comunità prive della famiglia, sebbene nn siano sempre esperienze felici: comuni, kibbutz, tribu indiane...
  • Ok, ma non sembrano funzionare molto e in un modo o nell'altro embrioni di famiglia tendono a ricrearsi anche in quelle comunità.
  • definizione di famiglia: il luogo in cui siamo amati per quello che siamo e non per quello che facciamo. è l'ambiente educativo migliore. https://www.youtube.com/watch?v=ESZUd-eOytI
continua

mercoledì 16 settembre 2015

I cattolici sono "compatibilisti"?

Ho sempre avuto problemi a capire la posizione cattolica sulla libertà dell'uomo: da un lato si afferma che l'uomo è libero, dall'altro che non lo è più nel momento in cui sceglie il male.

Non è che i cattolici sino "compatibilisti"? In fondo hanno un problema non da poco: far convivere l'onniscienza, l'onnipotenza e la perfetta bontà divina con la libertà umana.

Il "compatibilista" afferma che l'uomo è libero di realizzare o meno un suo desiderio ma non è libero di desiderare quel che vuole.

La posizione "compatibilista" si concretizza in un determinismo morbido: da un lato i desideri che nutriamo sono determinati all'esterno, dall'altro è chiaro che ciascuno di noi sceglie di realizzare i desideri che nutre, sarebbe illogico pensare il contrario. In ultima analisi sono i comportamenti stessi ad essere determinati, solo che lo sono attraverso i desideri.

Per il compatibilista l'uomo potrebbe anche scegliere di non realizzare i propri desideri (cosa assurda per definizione), in questo senso è ANCHE libero. Allo stesso modo per il cattolico l'uomo avrebbe anche potuto realizzare il male, in questo senso è ANCHE libero.

Il "compatibilista" non si trova mai di fronte all'imbarazzo di dover in qualche modo definire l'uomo che nei fatti non realizza i suoi desideri: costui non esiste. Se all'apparenza qualcuno sembra comportarsi in questa maniera si puo' sempre dire che i suoi desideri REALI fossero altri.

Ma di uomini che fanno il male ce ne sono. Come definirli? L'uomo realmente libero puo' fare solo il bene. Il cattolico, che non puo' vantare le protezioni logiche del compatibilista,  deve necessariamente considerarli uomini non-liberi.

The Politics of Family Size di Betsey Stevenson, Matthew Connelly, Gregory Clark, Bryan Caplan -

#caplan famiglia

Bryan Caplan et al. sui problemi demografici.
  • Bryan Caplan: la cultura e la scienza beneficiano della presenza di più cervelli sul pianeta in un contesto favorevole. Incentivi x ottenerli: libera immigrazione, tassazione e selfish reason to have more kids...
  • Gregory Clarks: il bilancio demografia/risorse disponibili è delicatissimo e solo recentemente è virato verso l'abbondanza ma altri squilibri incombono...
  • Matthew Connelly: ancora oggi non sappiamo "da dove escano i bambini" e le politiche nataliste o antinataliste sono quasi sempre un fallimento. I libertari dovrebbero astenersi dallo sponsorizzarle...
  • Betsey Stevenson: nn preoccupiamoci troppo dei genitori infelici, del resto chi si occupa di più dei figli è anche più felice. Ad ogni modo c'è una bella differenza tra selfrepoted felicità e vita buona
  • 50 anni di preoccupazioni intorno alla bomba demografica. Poi, Julia Simon e la sua tesi: l'uomo è una risorsa, più ce n'è meglio è...
  • Oggi il problema si è invertito. Nei paesi avanzati solo gli USA (da notare: senza welfare o politiche familiari) hanno una natalità che supera il tasso di rimpiazzo...
  • Ricordate la preghiera dei cappellani di guerra?: "quanti Mozart  o Michelangelo sono stati uccisi in battaglia?". Oggi potremmo ripeterla sostituendo la battaglia con la mancata nascita...
  • Contro l'uomo: si assume una torta fissa: +uomini=>frtte più piccole ma si dimentica che +uomini=>torta + grande. E il secondo fattore ormai è preponderante...
  • Si potrebbe dire che la produttività marginale decresce. Vero, ma qui ci sono i fatti che parlano: negli ultimi 2 secoli è esplosa sia la popolazione che la ricchezza pro capite. Evidentemente l'innovazione ha giocato un ruolo centrale...
  • Ogni nuovo nato ha una bocca (consumo), delle braccia (lavoro) e un cervello (idee). Ecco, nel tempo l'avere un cervello in più è anche ciò che pesa di più...
  • Gli economisti sanno che le nuove idee contano più di capitale e lavoro e se contano le idee contano gli uomini...
  • La gente fornisce nuove idee ma le chiede anche sollecitando la loro produzione. Perchè infatti esistono più libri in inglese? Forse xchè gli inglesi sono più inventivi? No, xchè sono di più e basta...
  • Se nn bastasse si guardi alla storia del mondo: i piccoli e isolati arrancano, i numerosi e interconnessi prosperano. Michael Kramer x una review...
  • Altro indizio: perchè mai in città si pagano affitti più alti? Ma perchè laddove la pop. è più "densa" si produce e si vonsuma di più, ovvero ci si arricchisce di più. Molta gente=>molta divrrsità=>molta scelta. Glaeser ha scritto molto sulla ricchezza delle città...
  • Il genio sembra sia contagioso. Più gente porta ad avere più idee ma anche ad avere un contagio più esteso. Charles Murray ha scritto molto su questo tema.
  • E i problemi ambientali? Anche per quelli può essere utile aumentare le idee. Ad ogni modo molto meglio una carbon tax che un ctrl della popolazione: inutile usare il bazooka per uccidere una pulce...
  • Alcuni argomenti pro-pop sono distorti: "occorre più gente x sostenere il sistema pensionistico". Ma lì nn si auspicano + persone bensì + contribuenti...
  • Il principale argomento: viene più gente al mondo e si crea più felicità. La vita è un dono e l'adattamento edonico garantisce felicità diffusa a quasi tutti, anche a chi è afflitto da gravi handicap...
  • Che fare allora? Molti stati adottano politiche della famiglia (in Romania addirittura il bando dei contraccettivi)...
  • Alternativa 1: politiche pro-immigrazione. Risolvono il problema per lo meno a livello locale, e poi sono anche più prolifici
  • Credito fiscale x bambino. Un credito ampiamente ripagato dalle esternalità positive, stando agli studi disponibili.
  • Predicare che i bimbi oltre ad essere una ricchezza nazionale sono una ricchezza privata. Qui si rinvia al libro di Bryan Caplan: SRHMK.
continua

Due tesi sui cattolici in politica

Prima tesi
Che orientamento dovrebbe tenere un cattolico prestato alla politica?
Difficile dirlo. Lo vedo bene “a sinistra”: la lotta contro gli oppressori e in favore dell’eguaglianza è un leitmotiv dei Vangeli.
Ma lo vedo bene anche “a destra”: l’apprezzamento di una solida gerarchia appartiene da sempre alla visione cattolica.
Nemmeno la via liberale è preclusa in partenza: il Dio cattolico – non dimentichiamolo - tollera solo il culto di uomini liberi.
E allora? E allora niente, solo che a questa stregua l’”unità politica dei cattolici” diventa un cappio soffocante.
Lo scettico osserva: molti pronunciamenti ecclesiali hanno però conseguenze politiche, almeno in questi casi un’unità politica dei cattolici sarebbe auspicabile.
Il mio dubbio: si tratta di pronunciamenti con carattere di infallibilità? Ai teologi l’ardua sentenza. Certo che in caso contrario – il caso più probabile - l’”unità” non appare poi così imprescindibile.
Ma allora non c’è davvero nessuna relazione significativa tra cattolicesimo e politica? Se fosse davvero così si realizzerebbe una preoccupante contiguità con l’eresia protestante.
La mia idea è che una relazione ci sia: come ripete Don  Luigi Giussani e dopo di lui il successore  Julián Carrón, l’incontro con Gesù investe ogni dimensione della nostra vita, inclusa quella politica. Cio’ non significa che annulli la nostra particolare sensibilità circa le vie da seguire per l’edificazione di una società migliore, anzi, ci fa capire quanto sia meritevole un obbiettivo siffatto. Un incontro allora che ci  stimola ad operare dandoci una meta ma non sempre ci dice come arrivarci lasciando che coscienza e conoscenza personale colmino questo gap.
Seconda tesi
Secondo alcuni il buon cristiano dovrebbe mettere da parte la sua fede nel momento in cui entra in politica. L' ispirazione di chi aderisce ad Azione Cattolica va proprio in questo senso. Secondo altri, non solo questo è impossibile ma nemmeno auspicabile. Comunione e Liberazione lo predica costantemente. La laicità viene facile ai primi. Mi chiedo se ai secondi sia del tutto preclusa? Forse no. Certo che se il piano politico del credente consistesse nel realizzare la città celeste sulla terra, puo' dire addio ad ogni ambizione di laicità. Ma questa non è l' unica via a cui la sua fede lo richiama. Un altro progetto plausibile potrebbe essere attraente per lui: creare la "città trasparente", ovvero una città che faciliti il giudizio divino sugli uomini che la abitano. Un piccolo passaggio teologico rende più chiaro il ragionamento che sta sotto. Un Dio onnisciente ci ha donato la libertà per giudicarci poi alla fine dei nostri giorni. Evidentemente la sua onniscienza è limitata dalla nostra libertà visto che ci chiama ad affrontare una prova: è questo il senso della vita per un cattolico. Poiché il mondo è il palcoscenico su cui si svolge questa prova e la politica organizza questo palcoscenico, dovremmo chiederci se non sia il caso di organizzarlo conformemente al suo scopo, ovvero di rendere trasparente la nostra opera al fine poi di sottoporla al giudizio divino. In questo caso l' obiettivo sarebbe quello di massimizzare la libertà dei soggetti, anche quando questa libertà diventa un fardello difficile da portare, anche quando diventa appunto una prova gravosa. Obiettivi alternativi (minimizzare la povertà, minimizzare le diseguaglianze...), qualora fossero incompatibili con l' obiettivo principale, dovrebbero cedere il passo a quest' ultimo. Qualcuno potrebbe pensare: un Dio onnisciente non ha bisogno di "facilitazioni" allorché giudica, è ridicolo solo il pensarlo. Ma evidentemente non è così, altrimenti perché mai ci avrebbe reso liberi? Perché mai ci avrebbe donato questa vita così zeppa di insidie e malvagità? Se lui fosse in grado di giudicarci a priori avrebbe poco senso complicare tutta la faccenda predisponendo quell’immenso "banco di prova" che è la vita? Mi viene un parallelo con la teologia sulla funzione della  preghiera: perché pregare se Dio sa già cosa c’è nel mio cuore? La risposta più semplice consiste nel dire che Dio non sa tutto quello che c’è nel mio cuore e che solo una comunicazione particolare lo rende edotto. Alla stessa maniera solo una società particolare lo rende edotto di chi siamo e di cosa meritiamo.  Questi limiti all' onniscienza - che hanno il paio con i limiti che la logica pone all’ onnipotenza - sono ormai sostenuti da una solida teologia alternativa al classico tomismo. In conclusione, una società libera è una società laica, tuttavia la si puo' costruire anche nel nome di una fede religiosa.

Come studiare. Pedagogia umile

Sottolineare? Non serve. Riassumere? Tempo... - Riccardo Mariani:



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Being Single Is a Luxury... e altre questioni sul matrimonio. Di Bryan Caplan

#caplan single
Bryan Caplan sui single, il matrimonio e il divorzio.
  • Il matrimonio taglia le spese e aumenta le entrate...
  • L'affare è particolarmente fruttuoso per i bassi redditi...
  • La relazione tra ricchezza e matrimonio sembra causale, anche se ci limitiamo ad analizzare le entrate!…
  • Alcuni di qs vantaggi si possono catturare coabitando ma una relazione del genere, lo sappiamo, è molto meno stabile e spesso nn investe a lungo termine (es nn compra una casa) non sfruttando così gli affari più lucrosi...
  • Ma xchè nonostante la convenienza molti poveri vivono da soli o divorziano più facilmente? L'ipotesi più probabile: xchè sono più impulsivi e irrazionali, fanno tanti errori e qs è uno dei tanti
  • Il matrimonio con figli sta diventando un esclusiva dei più ricchi e più istruiti. Ma il nesso di causalità in che senso va?…
  • Ipotesi buonista: è lo stress della povertà che ti indirizza verso scelte sbagliate...
  • Ipotesi tradizionale: il matrimonio ti motiva spingendoti a dare di più...
  • Ipotesi più probabile: la ricchezza è un effetto collaterale: parti coi valori giusti (impegno, autocontrollo, volontà) e anche il successo economico seguirà 
  • I poveri imbarazzano l'economia neoclassica con le loro scelte irrazionali, specie in ambito familiare...
  • Il declino del matrimonio può essere visto come il trionfo delle scelte irrazionali...
  • Gran parte delle madri single intervistate lamentavano la qualità scadente dei loro compagni: infedeli, prodighi, drogati eccetera. Qs era il principale impedimento al matrimonio: i ragazzi nn avevano nessun progetto a lungo termine e cpmpivano scelte mopi, anche solo nella contraccezione...
  • Causa? Ipotesi: la deregulation etica e il paternalismo welfarista: x i problemi a lungo trrmine altri penseranno al tuo posto
  • + welfare => + moral deregulation => comportamenti short sighted incentivati...
  • Senza welfare prosperano invece morale e religione
  • Dove risparmi col matrimonio?: cibo, internet, casa. Consumi non rivali.
  • Un contrasto tra Murray e Caplan sulla questine natura/cultura: i figli dei divorziati fanno davvero peggio? E xchè.
  • M: la colpa è del divorzio...
  • C: la colpa è dell'ereditarietà (chi divorzia è una xsona meno stabile)...
  • M: la mia ipotesi è suffragata dall'effetto valanga del divorzio. L'ereditarietà nn può sortire nulla del genere...
  • C: altri fattori sono mutati, esempio il welfare esteso: + welfare=>più scelte sconsiderate e quindi anche più divorzi...
  • Tesi C: accusiamo il divorzio di ferire i bambini e di rovinare la relazione col genitore ma nn di pregiudicare il loro successo
  • Gli uomini sposati fanno molti più soldi. Spegazioni?...
  • 1) Sono più in gamba, qs fa sì sia che si sposino sia che guadagnino di più...
  • 2) Sono più motivati: lavorano di più...
  • 3) Sono più credibili: il datore di lavoro si fida di più di chi si è dimostrato in grado di prendere impegni a lunga scadenza.
  • Gli studiosi di solito concludono x un rapporto causale tra m. e ricchezza ma indicano solo l'ipotesi 2...
  • Congettura C: 50-40-10
  • College premium e marriage premium sono simili: 34 e 44%...
  • Perchè allora si raccomanda tanto ai ns ragazzi di andare all'università e al governo di investire nell'educazione mentre nn si fa lo stesso per il matrimonio?…
  • Nota che qs calcoli sono già al netto del bonus negativo delle donne sposate...
  • Si potrebbe obiettare che i m-premium è da imputarsi alla selezione. In realtà selezione causalità pesano sia nel m-p che nel c-p...
  • Nota: le esternalità positive del matrimonio sono più assodate rispetto a quelle relative all'università...
  • IMHO: vedo due ragioni: 1) spingere il matrimonio penalizza le donne, il loro bonus resta negativo 2) spingere l'università favorisce la lobby dei prof. che sono poi coloro che sono chiamati a spingere
  • Sia la decisione di sposarsi che quella di andare all'università sono scelte xsonali. Da qs punto di vista ha poco senso distinguerle
  • Pochi matrimoni ricorrono ai patti prematrimoniali.: nn si pensa al futuro e sarebbe un cattivo segnale avere dubbi...
  • Per migliorare i matrimoni nn resta allora che migliorare il codice civile. Ma ci sono idee completamente diverse in merito...
  • Idea: eliminando il default spariscono sia i segnali che la miopia
  • Justin Wolfer contesta l'evidenza del nesso di causalità tra matrimonio e ricchezza: è tutta selezione...
  • Da notare che il m-p persiste controllando x razza, reddito iniziale, età, istruzione e molto altro. Il mp è molto ampio, cosa potrebbe mai averlo determinato escluse le variabili controllabili?…
  • Gli economisti, sulla scorta di Heckman, enfatizzano le abilità non cognitive, ma sono proprio quelle che più vengono attivate e sollecitate dal matrimonio...
  • Si dice che le donne rallentino il loro impegno carrieristico dopo il matromonio, anche x qs vengono penalizzate. Ma allora xchè nn pensare che l'uomo lo aumenti e venga premiato...
  • Può un pezzo di carta cambiarmi? Sì se mi conferisce un'identità. Lo sa bene la psicologia sociale grazie all'esperimento del "robber cave
  • Il matrimonio sembrerebbe incidere soprattutto sul reddito dei poveri. Chi fa lavori interessanti (e ben pagati) in fondo  ha altre motivazioni e ha meno bisogno di essere incentivato dal matrimonio
  • L'università è una buona agenzia matrimoniale, meglio di quel che avresti pensato: il vs college premium va depurato dell'ability bias (le doti naturali che prescindono dai servizi univrsitari ricevuti)  ma quello di vostra mogli no perchè insieme a lei incamerate anche le sue doti naturali
continua

Psicologia dell'anti-ambientalismo

Non si puo' negare che in chi minimizza le problematiche ambientale pesino le vicende intorno alla "bomba demografica": mezzo secolo di allarmismi rivelatisi infondati.

martedì 15 settembre 2015

Il business dei rifugiati

Refugee markets in everything http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2015/09/refugee-markets-in-everything.html

Robin Hanson on sex

Robin Hanson on sex
  • Indagine: perchè le donne fanno l' amore? Le motivazioni sono 237. Davvero difficile pensare che nel maschio possano essere così tante...
  • Colpisce il fatto che siano quasi tutte egoistiche...
  • Le motivazioni legate all'amore si piazzano all'incirca al quinto posto e si articolano nel bisogno di intimità, nel bisogno di esprimere una passione e nel bisogno di esprimere un impegno. Sembrerebbe che solo il bisogno di intimità sia da riconnettere a pulsioni altruistiche...
  • All'11 posto si trova il desiderio di compiacere il proprio partner, una motivazione decisamente altruistica...
  • La classica critica agli economisti perde di potenza se perfino in qs campo prevale l'ego
  • Gli uomini si lamentano spesso. 1\5 delle coppie ha smesso di avere rapporti...
  • Una donna è attratta da alcune caratteristiche particolari che l'uomo snobba: il profumo, l'umorismo, la fiducia e lo status...
  • Per la donna il sesso spesso è strumentale, lo usa x vendetta, x compiacere, per coltivare una propria immagine di esperienza, x competere con altre donne...
  • L'orgasmo femminile forse ha anche una funzione selettiva: l'uomo più attento, paziente e poco egoista prob. sarà un buon padre...
  • Perchè si riduce il sesso nella coppia? 1) perchè diminuisce la stima 2) perchè le competitrici diminuiscono 3) perchè la donna è in cerca di potere contrattuale...
  • All'inizio del matrimonio molte questioni devono essere contrattate: chi si alza x i figli, dove si va a vivere, come ci si arrangia con i soldi. Il sesso diventa così un fattore importante che travalica le motivazioni più tradizionali e di facciata...
  • Il matrimonio puo' essere visto come uno scambio. L'uomo vorrebbe scambiare i suoi impegni contro sesso garantito ma gli impegni a suo carico si concentrano nella prima parte della vita in comune. Quando la donna ha ottenuto (o non ottenuto) quanto cercava c'è poco da fare x applicare un contratto che era solo implicito. Forse anche x qs le donne sono più desiderose di sposarsi...
  • La tipica umoralità della donna nelle questioni legate al sesso si spiega come un espediente x trarre vantaggio dalla suddetta asimmetria ostacolando in qs modo l'applicazione del contratto implicito...
  • Soluzioni del problema: 1) sesso obbligatorio x la moglie 2) impegni più rilassati x l'uomo (esempio nessun obbligo di dormire a casa). Entrambe le soluzioni sono state adottate in passato. Dovrebbe essere la donna a proporre xchè l'uomo lancerebbe in qs modo segnali di sfiducia
  • Perchè l'aborto selettivo è considrrato una discriminazoone anche da quelle femministe che nn hanno nessun problema con l'aborto?…
  • In fondo qs pratica darà molto più potere contrattuale alle future donne...
  • Qs atteggiamento incongruo realizza un corto circuito tra segnali e sostanza
  • Tesi del libro Sex at dawn: la promiscuità sessuale era la regola tra i nostri antenati cacciatori...
  • Standard view: anche gli altenati formavano coppie a lungo termine...
  • L'evidenza disponibile su qs punto è alquanto ambigua e la standard view non sembra molto ben fondata...
  • Fatto: noi ci accoppiamo a lungo termine mentre i ns cugini primi, scimpanzè e bomobo, sono molto più promscui. Per trovare un parallelo dobbiamo guardare agli uccelli...
  • I dati ci dicono che la promiscuità si è ridotta con l'avvento dell'agricoltura. A qs punto è ragionevole assumere che sia qs il momento topico del cambiamento (rasoio di Occam)...
  • Altro fatto: condividiamo molte altre caratteristiche sessuali coi bonobo: lo facciamo spesso, in tutte la posizioni, nasvondiamo la fertilità, lo usiamo come social bond, i testicoli sono estroflessi, il pene è grande, la donna produce gemiti e "dura" di più...
  • Il tempo che l'uomo impiega in attività sessuali è straordinariamente elevato rispetto alle altre specie...
  • Tempi: sono molto diversi tra uomo e donna. Perchè? Se la vita di coppia fosse esistita da sempre una simile asincronia nn si spiegherebbe.. .
  • La vocalizzazione della donna sembrerebbe un richiamo x gli altri uomini nei paraggi...
  • Il fatto stesso che la donna possa raggiungere orgasmi è segno di natura promiscua...
  • La pedofilia sembra subentrare con la monogamia: meno disponibilità di femmine e sensibilità ai legami di lungo termine...
  • Possibile teoria: quando la produttività individuale era "piatta" e l'egalitarismo diffuso aveva meno senso l'esigenza di distinguere i propri figli: tutti erano trattati nella stessa maniera. La gerarchia si manifestava solo nel numero dei figli e nell'accesso alle femmine. Con l'agricoltura e le "nuove tecnologie" la produttività si differenzia e nasce l'esigenza di identificare i propri figli
  • Chi tradisce di più? Gli uomini che più soffrono di ansia da prestazione, almeno nel matrimonio. Chi ha più possibilità di farla franca. Chi possiede poco autocontrollo. Chi si eccita facilmente (uomini). Chi nn è soddisfatto della relazione in generale (donne)...
  • L'inibito sa che il partner occasionale sparirà dalla sua vita...
  • Stranezza: la soddisfazione sessuale (e anche la frequenza dei rapporti) nella coppia nn sembra predire il tradimento
  • Perchè nelle grandi organizzazioni nn si utilizzano premi sessuali?...
  • Strane tendenze: rispettiamo le prostitute molto di più ma nn ammettiamo programmazione sessuale (contratti matrimoniali, matrimoni arrangiati ecc). Per noi si deve poter dire sempre di no anche all'ultimo momento...
  • Si tratta di una preferenza fortissima: offrire sesso x una buona causa è inammissibile mentre offrire la propria vita
continua

lunedì 14 settembre 2015

Was Jesus God? di Richard Swinburne - interpretazione dei testi sacri

Richard Swinburne sull'interpretazione dei testi sacri
  • I criteri per interpretare il Libro...
  • Problema: l'antico testamento contiene molte falsità: il mondo nn è stato creato in 6 giorni...
  • La Bibbia è un libro composto da diversi libri di diverso genere: poesia, filosofia, storia, ecc. L'interpretazione del messaggio dipende dal genere del libro...
  • I libri storici, per esempio, vanno intesi alla lettera e sono veri se la descrizione dei fatti data corrisponde con la realtà, tralasciando i particolari poco significativi...
  • Molti libri sono di docufiction: storie inquadrate in una cornice storica credibile con particolari inventati dall'autore per rendere vivido il racconto. Qui la verità del libro non dipende dalla verità dei singoli passaggi ma dalla verità del messaggio veicolato...
  • Ci sono poi i libri con apologhi morali: in qs caso la verità sta nella verità del loro messaggio morale...
  • Ci sono libri che potremmo definire come "favole metafisiche". Si tratta di metafore che ci comunicano qlcs d'importante circa la condizione umana. Genesi è tra questi: un inno alla dipendenza delle creature dal creatore. Qs libri sono veri se la loro metafora rinvia a verità importanti della ns condizone umana...
  • La Bibbia è vera se i libri che la formano - interpretati secondo il loro genere - sono veri. Problema: noi nn conosciamo il genere di tutti i libri della Bibbia. Alcuni generi potrebbero esserci addirittura estranei...
  • Potremmo rifarci alle intenzioni dell'autore ma anche quelle spesso  sono sconosciute o estranee. Inoltre, l'interpretazione storica è la più varia...
  • I 2 problemi: 1) passaggi tra loro contraddittori e 2) contraddizioni col sapere moderno anche al netto dell'interpretazione + prob.: che Matusalemme dovesse avere 969 anni sembrerebbe da prendere alla lettera...
  • Soluzione: l'interpretazione dei libri dovrà essere fatta in modo conforme alla dottrina cristiana della Chiesa: la Persona precede il Libro che in sè dà solo il via alla storia cristiana e xde di senso se nn si adegua all'evoluzione del corpo vivo e presente della persona...
  • AT va interpretato secondo NT che va interpretato secondo la dottrina presente...
  • La Bibbia è sacra nel senso che è il seme da cui è storicamente fiorito l'albero del cristianesimo. Detto qs è all'albero che dobbiamo guardare...
  • La Chiesa assume un ruolo centrale e in qs modo invalida il criterio generale x giudicare la veridicità di un testo. Non conta più sapere se tutte le affermazioni o la maggioranza delle affermazioni sono corrette secondo i vari generi attribuiti...
  • Dire che la Bibbia è frutto di ispirazione divina significa dire che le intenzioni dell'autore nn saranno mai l'ultimo tribunale...
  • Se qualcuno ci dice che "Giovanni ha un cervello acuto" noi consideriamo qs considerazione assurda perchè nn esiste una conformazione acuta del cervello. Ma se crediamo che qs Qualcuno sia onnisciente noi rivediamo subito la ns. interpretazione rendendola metaforica...
  • In qs modo i Padri hanno interpretato il libro senza conoscere i generi particolari. Possiamo parlare di interpretazione razionale di un testo polisemico che parla a più generazioni. Possiamo farlo perché possediamo un piano razionale del pensiero cristiano che va sotto il nome di dottrina..
  • I protestanti rigettano questo metodo: secondo loro la Bibbia è un libro che può essere letto e compreso esattamente come i libri scritti dagli uomini...
  • Ma questo punto di vista ha un lato debole: se tutti i cristiani fossero stato sterminati e i loro scritti bruciati, sarebbe possibile inferire da una Bibbia rinvenuta oggi la dottrina della Trinità? Direi di no. Per qs ha poco senso pensare che possediamo solo la Scrittura x fondare la ns fede
continua

L'inferno è vuoto?

Qualche teologo sostiene che la misericordia di Dio è talmente sovrabbondante che l' inferno è necessariamente vuoto. Il che porrebbe qualche problema considerando che dio, oltre che misericordioso è anche giusto. Ma c'è anche un'altro punto di vista per inquadrare il problema, e consiste nel porsi la domanda "chi viene giudicato?". Chi dà grande rilievo alla formazione del cristiano nella sua comunità spesso arriva a dire che la comunità forgia l'individuo. La forza di tale affermazioni arriva a far dubitare che sia l'individuo a dover essere giudicato per cio' che compie: se le sue scelte dipendono infatti da come è stato forgiato, in questo caso è la comunità la responsabile istanza delle sue azioni, non ha senso giudicare l'individuo separatamente dalla comunità a cui appartiene. Ma se a giudizio divino si sottopone la comunità, allora crescono le probabilità che l'inferno sia vuoto (almeno 50% considerando la comunità cristiana come un corpo unico). Ecco allora che l'ipotesi dell'inferno vuoto presenta almeno due difficoltà: 1) è difficilmente compatibile con l'assunto di un dio giusto e 2) è difficilmente compatibile con la responsabilità individuale delle persone.

The Science Delusion: Feeling the Spirit of Enquiry di Rupert Sheldrake - introduzione

Rupert Sheldrake ci introduce ai dogmi della scienza
  • Oggi la scienza gode di grande prestigio ma sin dal 1920 sono emersi problemi che rendono difficile un sistema coerente di conoscenze, forse perchè si vuole a tutti i costi conservare un set di assunzioni (consolidati in dogmi) che hanno tenuto bene in precedenza...
  • Dogmi :
  • 1)tutto è meccanico, anche l'uomo è un robottone
  • 2) la coscienza nn esiste, anche nell'uomo è mera illusione
  • 3) nulla si crea: la quantità di materia è sempre la stessa
  • 4) le leggi fisiche sono immutabili
  • 5) l'universo nn ha uno scopo
  • 6) l'ereditá biologica tra genitori e figli è interamente biologica
  • 7) la mente è nel cervello, ovvero dentro le ns teste
  • 8) la memoria degli uomini è nelle loro teste e sparisce quando spariscono quelle
  • 9) la telepatia è illusoria
  • 10) solo la medicina tradizionale funziona
  • Molti scienziati nn sono nemmeno consapevoli dell'assunzione materialista. Per loro si tratta semplicemente del punto di vista della scienza...
  • In qs libro i 10 assunti vengono messi in questione...
  • La crisi del materialismo: 200 anni fa ci fu promesso che alcune incongruenze della scienza sarebbero state alla fine risolte. Per esempio il caso della coscienza, si pensava di poter dimostrare la sua derivazione dal cervello...
  • Oggi,a decenni di distanza, il problema del dualismo resta irrisolto. L'"illusione" della coscienza continua ad illudere, specie se nn si crede fermamente nel dogma materialista...
  • Anche se sappiamo cosa succede nel ns cervello quando osserviamo il rosso, nulla ci può essere detto in cosa consista l'esperienza del rosso...
  • Poichè problemi del genere si trascinano da troppo tempo possiamo ben dire che le quotazioni del materialismo sono in calo...
  • La fisica sembra portare un colpo ulteriore al fisicalismo: 1) la meccanica quantistica sancisce l'indeterminazione degli eventi 2) le teorie del tutto appaiono oggetti misteriosi e nn sono cmq testabili 3) la materia conosciuta è il 4% di quella complessiva, la restante è "materia nera" 4) i tentativi di aggirare il fine tuning sono goffi (violano platealmente il rasoio di Occam) e incompleti (nn escludono comunque l'ipotesi divina)
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sabato 12 settembre 2015

Il fisco secondo Steven Landsburg

Alcune considerazioni di Steven Landsburg su fisco, tasse ed evasione.
  • Le tasse sul capital gain sono sovratasse, chiaro?...
  • Vediamo di chiarirlo ancora meglio. La tassa sul reddito colpisce il reddito ma anche il capial gain sul reddito investito. Come? Semplice, facendo in modo che investa una somma inferiore e quindi ricavando meno in termini di plusvalenza. L'imposta esplicita del capital gain nn fa altro che sommarsi a questa imposta implicita...
  • Perchè la gente nn capisce? Vedono un Tizio che investe e guadagna cosicchè si pretende che paghi le sacrosante tasse, ma dimenticano che se nn avesse già pagato in anticipo le sue tasse (poniamo il 50%) avrebbe investito il doppio e guadagnato il doppio: il capital gain è già tassato in anticipo...
  • E chi eredita senza mai aver lavorato un giorno e senza mai aver pagato una lira di tasse, magari xchè la tassa di successione è pari a zero? In realtà costui le tasse le ha pagate eccome: avrebbe infatti ereditato il doppio se nn avesse pagato le sue tasse...
  • Immaginiamoci un codice fiscale siffatto: ogni 15 marzo le donne pagano un 20% sul loro reddito mentre ogni 15 aprile gli uomini pagano il 20% e le donne il 10%. Ci saranno dei contestatori che si lamenteranno del trattamento di favore che le donne ricevono il 15/4. Ve la sentite di appoggiarli? Solo in qs caso ha senso lamentarsi delle bssde aliquote di capital gain...
  • La tassa sui salari è anche una tassa sul capital gain...
  • La tassa sui salari scoraggia il lavoro, la tassa sugli interessi scoraggia sia il lavoro che il risparmio. E' doppiamente malefica.
  • Tassare gli interessi colpisce soprattutto il lavoro dei giovani (sono la categoria che dilaziona di più i consumi)...
  • Tassare gli interessi scoraggia l'accumulazione di capitale da cui dipendono produttività e crescita dei salari futuri...
  • Vuoi colpire il capitale xchè in possesso dei ricchi? Così facendo incentiverai i loro consumi allargando la forbice coi poveri sul tenore di vita. Se poi i ricchi consumano di più qualcun altro dovrà diminuire i suoi consumi, e indovina chi sarà?...
  • Un modo x nn tassare gli interessi attivi consiste nel rendere deducibili quelli passivi...
  • Mankiw vede invece l'indeducibilità come un mezzo per ristabilire la concorrenza tra apprivigionamenti a debito e in compartecipazione di capitale (qs ultimi sono tassati). Ok, il ragionamento fila ma nn è detto che se una legge è sbagliata (tassazione dei dividendi) il rimedio consiste nell'introdurne un' altra altrettanto iniqua sbagliata. Facciamo piuttosto un passo nella giusta direzione, poi faremo quello successivo...
  • Successione. Gli attivi ereditari sono già stati tassati quando sono stati guadagnati. Tutte le altre tasse sono doppie o triple tassazioni...
  • Il punto della doppia tassazione era già stato evidenziato nientemeno che da John Stuart Mill, mica paglia.
  • Tesi: tassare i ricchi è impossibile. Magari è desiderabile ma resta impossibile...
  • Definizione: perchè il governo possa consumare di più (o far consumare di più i suoi protetti) occorre che qualcuno consumi di meno. Ma un riccone, x quanto tartassato, nn consumerà mai di meno. Magari potrai portargli via un mazzo di soldi in banca ma avere dei bigliettoni in banca o una scrittura sul pc nn è in sè "un godimento", il riccone continuerà a spassasserla esattamente come prima. Da dove pescheremo allora il "consumo negativo"?…
  • Chi consumerà meno in seguito ai maggiori consumi del governo? Dipende dagli effetti della traslazione. Facciamo un es: il riccone diminuisce i suoi soldi in banca, la banca fa meno mutui negandolo a Tizio che voleva farsi la macchina nuova. Ecco, Tizio è uno di quelli che "gode meno"...
  • Tipica confusione: prendere i soldi x risorse reali. Se mi dicessero "ti prendo tutti i tuoi soldi garantendoti le risorse reali che avresti consumato" ci starei senza problemi, o per lo meno, sarei indifferente alla cosa. Tassare un ricco nn fa altro che metterlo in questa situazione di indifferenza...
  • Perchè l'evasione? C' è una sola ragione: il conflitto d'interessi. Infatti, un autonomo italuano evade mediamente quanto un danese o uno statunitense. Quando l'incentivo è simile ci si comporta in modo simile. L'evasione nn è questione di moralità...
  • Prrchè il sommerso italico è più vasto? Ci sono più autonomi...
  • Perchè tanti autonomi? 1) spirito imprenditoriale? 2) ipersondacalizzazione del mercato del lavoro? 3) è + facile evadere se piccoli? 4) incentivi alla frammentazione?...
  • Che fare? È impossibile trasformare le famiglie in sostituti d'imposta. Tutti si concentrano solo sulla lotta all'evasione complicando sempre di più gli obblighi., magari nella speranza malsana di soffocare così il piccolo. Meglio sarebbe invece deregolamentare e desindacalizzare le grandi imprese per farle concorrere alla pari coi piccoli
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Divorzio facile? Luci ed ombre.

Divorzio facile? Luci ed ombre.

  • il divorzio fa soffrire i bimbi, i dubbi ormai sono pochi
  •  ma non sembra incidere sulla vita che questi bimbi avranno da adulti
  • forse soffrirebbero anche in una "convivenza forzosa
  • un divorzio rapido e senza addebiti sembra che regali agli ex una relazione più serena
  • anche la violenza coniugale forse è calata anche a causa del fatto che sia a disposizione una scappatoia più semplice.
  • Così come il "matrimonio idillio per una vita" non è certo la regola, nemmeno il "matrimonio gabbia forzata" lo è. Nella maggioranza dei casi siamo di fronte al matrimonio-così-così.
  • Come è facile attendersi, il costo del divorzio incide sul tasso dei divorzi realizzati.
  • Nei matrimoni-così-così o matrimoni al margine, i bimbi e i ragazzi esprimono la forte preferenza che la coppia resti unita.
  • Ma forse la cosa principale è il doppio fenomeno che caratterizza il periodo post-divorzio-facile: 1) da quando il divorzio è stato facilitato sono stati soprattutto le classi basse a fruirne, al punto che oggi la solidità matrimoniale è considerata uno status symbol e il divorziare affare da sfigati 2) la felicità matrimoniale è calata vertiginosamente, ma solo tra le classi più povere, dove il divorzio facile si è diffuso di più. 
  • In sintesi: la felicità matrimoniale è calata di più proprio in quella classe di persone ( lavoratori dal reddito medio basso) che più ha fruito del divorzio facile. E' solo un caso?

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The Rule of the Clan di Mark S. Weiner - discussione con Arnold Kling

I punti toccati nella discussione tra Mark Wiener e Arnold Kling
  • La nota tesi di MW: senza rule of law garantita da uno stato forte, emerge "la rule of clan"
  • Ricordiamo cosa sia la rule of clan enunciando il classico elemento anti-individualista: la responsabilità è collettiva per cui se sbaglia Tizio puo' essere punito Caio in sua vece, basta che appartenga allo stesso clan. In questo mondo l'onore è l'elemento principale che genera fiducia.
  • Avviso di MW: attenzione ad indebolire lo stato, si rischia un ritorno alla rule of clan con conseguenze nefaste per gli istituti cari ai libertari.
  • Risposta di AK: riconosce che esiste una storia che va dallo stato naturale regolato dalla rule of clan fino allo stato moderno e all'individualismo liberale.
  • Per Kling la famiglia nucleare ha stabilmente preso il posto dei clan. Possiamo procedere a ridurre lo stato senza temere un ritorno alla legge del clan
  • Bennett e Lotus mettono in evidenza una differenza culturale decisiva rispetto a ieri: abbiamo 1500 anni di famiglia nucleare alle spalle, qs ci garantisce dalla tirannia del clan...
  • Le caratteristiche della famiglia nucleare: 1) matrimonio nn combinato 2) no ad obblighi legati all'eredità 3) abbandono del nido in giovane età 4) nessun obbligo verso il figlio che se n'è andato 5) nessun obbligo verso i genitori...
  • Guarda ai Freedom Index: in testa stanno molti piccoli paesi mentre in coda i grandi paesi centralizzati. Perchè: il leviatano è farraginoso e x orientarsi là dentro occorrono "agganci". Oggi il xicolo mafia è più presente dove lo stato è forte quanto esteso. E' la burocrazia che si organizza per clan...
  • La struttura federalista può ben garantire l'individuo sia dai clan naturali che dai clan burocratici
  • IMHO: la soluzione clanica non va vista come il demonio, bisognerebbe piuttosto coglierne gli aspetti positivi, potrebbe ancora essere ancora la migliore in molti ambiti, per esempio nel welfare che assorbe gran parte delle risorse pubbliche generando una burocrazia non meno "clanica".
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Un argomento liberale contro il matrimonio gay

Il liberale tipico auspica che lo stato esca dal business dei contratti matrimoniali, oggi purtroppo c'è dentro fino al collo, almeno per quelli stipulati tra coppie etero, domani potrebbe irrompere anche in quelli stipulati tra coppie "omo". La cosa è auspicabile? A volte due scelte sbagliate fanno meno danno che una, in qualche modo i due errori si compensano. Altre volte però meglio sbagliare il meno possibile, meglio compiere un passo nella giusta direzione, quello successivo seguirà. Se ci appartiene di più questa seconda sensibilità, allora meglio che lo stato non si occupi affatto dei matrimoni "omo".

Analogia: siete contro una certa tassa, come accogliereste l'annuncio che una fetta della cittadinanza sarà comunque esentata dal pagarla? Con un "meglio di niente" o con un "ancora peggio, oltre alla tassa anche la diseguaglianza di trattamento"?

venerdì 11 settembre 2015

estate 2015

https://www.youtube.com/watch?v=Tcl1DW4N5Ps&feature=youtu.be

https://www.youtube.com/watch?v=dWX2EjAYM_w&feature=youtu.be

Immigrazione e criminalità

 34 Commenti
Ha fatto scalpore la dichiarazione del presidente del Consiglio sull’equivalenza tra immigrazione e criminalità. Vero o falso? Berlusconi non ha fornito numeri a supporto della sua affermazione. Dai dati disponibili sul sito dell’Istat si ricava però che pur con un incremento del 500 per cento del numero di permessi di soggiorno dal 1990 a oggi, i tassi di criminalità sono rimasti pressoché invariati. Le statistiche documentano invece che nello stesso periodo la quota degli stranieri sul totale dei detenuti è stata sempre superiore alla loro quota sulla popolazione italiana.

A margine del Consiglio dei ministri tenutosi la settimana scorsa a Reggio Calabria, il presidente del Consiglio ha sostenuto che "la diminuzione degli extracomunitari significa anche meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali" (vedi video).
Purtroppo, il presidente del Consiglio non ha fornito dati a supporto di una affermazione così impegnativa. Né lo hanno fatto i molti commentatori che si sono avventurati sul tema sui mezzi di informazione. Sconcertante, ad esempio, che Giovanni Belardelli sul Corriere della Sera del 31 gennaio, rimproveri alla Cei (che aveva contestato le tesi del presidente del Consiglio) di non “guardare i numeri” quando nel suo articolo non c’è uno straccio di numero, vengono solo richiamate fonti di seconda o terza mano (e si fa riferimento all’ideologia di chi avrebbe fornito questi dati come se le statistiche fossero di destra o di sinistra!).
Proviamo allora a guardarli noi i dati, ma dopo aver notato che sono disponibili sul sito dell’Istat. Sorprende che nessuno abbia sentito il dovere di consultarli prima di commentare le dichiarazioni di Silvio Berlusconi.
UN’EQUAZIONE SENZA FONDAMENTO
La figura qui sotto mostra il numero di crimini denunciati all’autorità giudiziaria in rapporto alla popolazione e la dinamica della popolazione immigrata. Come si vede, a fronte di un incremento del 500 per cento del numero di permessi di soggiorno (passati da 436mila a 2.286mila) dal 1990 a oggi, i tassi di criminalità (numero di crimini per 100mila abitanti) sono rimasti pressoché invariati.
Figura 1: stranieri e crimini in Italia, 1990-2005
Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat.
La stessa conclusione è confermata dalla dinamica delle due variabili a livello regionale(Figura 2). In particolare, nelle regioni settentrionali caratterizzate da una maggiore intensità dei flussi migratori, il tasso di criminalità è rimasto pressoché invariato (Lombardia e Veneto) o è diminuito significativamente (Emilia Romagna).
Figura 2: variazione di crimini e permessi di soggiorno x 100 mila abitanti, 1990-2005
Fonte: elaborazioni su dati Istat.
Dunque, le statistiche disponibili suggeriscono che l’immigrazione non ha portato a un aumento significativo dei crimini. Questo smentisce le affermazioni del presidente del Consiglio. Non è vero che l’immigrazione ha reso le nostre città meno sicure.
IMMIGRATI E POPOLAZIONE CARCERARIA
Forse il presidente del Consiglio nelle sue affermazioni è stato tratto in inganno dai dati sullapopolazione carceraria per nazionalità. Le statistiche sulla composizione per nazionalità della popolazione carceraria documentano in effetti come dalla fine degli anni Novanta a oggi la quota degli stranieri sul totale dei detenuti sia stata sempre superiore alla loro quota sulla popolazione italiana. In particolare, più di un carcerato su tre è straniero, quando il rapporto fra immigrati e popolazione autoctona è inferiore al 10 per cento.
Questi dati tuttavia risentono del fatto che una larga parte degli stranieri, soprattutto irregolari, non può accedere alle misure alternative al carcere, tra cui gli arresti domiciliari, in quanto sprovvista di un valido certificato di residenza. La maggiore incidenza negli istituti di pena potrebbe quindi essere dovuta, almeno in parte, a una maggiore probabilità di finire in carcere dopo aver commesso un reato, piuttosto che a effettive differenze nella propensione a delinquere. Data l’insostenibile lunghezza dei processi in Italia, questo fatto potrebbe avere un peso non da poco nel gonfiare il peso relativo della popolazione carceraria straniera. I dati messi a disposizione dal ministero di Giustizia confermano che più della metà dei detenuti stranieri (il 57 per cento per la precisione) è in attesa di giudizio, mentre la percentuale è significativamente più bassa tra gli italiani (42 per cento). (1)
Un’altra possibile spiegazione dell’apparente discrepanza fra i dati sull’incarcerazione e quelli sul rapporto fra criminalità e immigrazione è che, analogamente a quanto avvenuto nell’economia legale, gli immigrati siano subentrati agli italiani in diverse attività criminali. Emblematico è il caso del traffico di stupefacenti, passato in larga parte dal controllo delle organizzazioni italiane a quelle straniere, soprattutto per quello che riguarda l’attività di spaccio, senza che ciò comportasse un aumento significativo nell’incidenza di tali reati.

Dalla tabella 3 in Home : Consultazione dati : Giustizia Penale : Criminalità : Tav. 3 del sito ISTAT: percentuali reati commessi da stranieri denunciati nel 2005: 23,7%, cioe' circa 5 volte la loro percentuale rispetto alla popolazione all'epoca. Con punte del 35-38% al Nord. Solo circa il 10% sono reati minori come false dichiarazioni (tab. 15) gli altri sono tutti reati gravi, furti, rapine, omicidi, etc.. Tra i minorenni, ci sono punte del 50% di stranieri (ad es. in Liguria). Negare l'ovvio, cioè che gli ultimi del carro siano più disposti al crimine (lo sarei anch'io in quelle condizioni!), serve solo a rendere poco credibile la sinistra: "loro rubano a casa mia e voi vi arrampicate sugli specchi per assolverli?". Certo che poi votano Lega, non risolvono nulla, ma almeno non ti danno del razzista se ti lamenti! La soluzione non è rimandarli a casa, ma neppure ignorare il problema

Ho scaricato le tabele ISTAT 2006 e ho fatto due conti e sono arrivato a conclusioni simili. Il totale condannati è di 230.274 (ho sommato tutti maschi,femmine e minori) Stranieri condannati 60.286 Italiani condannati 169.988 (differenza fra i due dati precedendi) Poi li ho rapportati con la popolaziore residente (italiani e stranieri) Perciò risulta che i condannati italiani sono lo 0,29% del totale mentre i condannati stranieri sono lo 2,26%, cioè ca. 8 volte di più Certo, bisognerebbe sapere quanti di quei 60.000 reati commesi da stranieri, sono stati commessi da stranieri con permesso di soggiorno. Ma questo dato non c'era nelle tabelle. Magari di quei 60.000 reati, solo 10.000 sono stati commessi da stranieri regolari e in questo caso, le due percentuali sarebbero identiche (0,37%) E in un caso del genere 50.000 condannati stranieri sarebbero clandestini che, stimati in 500.000, avrebbero un tasso di condanne di circa il 10%.. Come si fa saperlo?

IMO
Negare l’incidenza dell’immigrazione sulla criminalità è abbastanza arduo, specie se ci concentriamo sui reati cresciuti: la % di stranieri denunciata/condannata è parecchio più elevata rispetto alla % di stranieri nella popolazione, non parliamo della % di stranieri in carcere (ma lì pesa anche la minor accessibilità a pene alternative). Tuttavia, questo non significa necessariamente che + stranieri = + criminalità. Uno di sinistra potrebbe sostenere: la criminalità è aumentata per la presenza di stranieri clandestini aggravata da quelle politiche di destra avverse al riconoscimento.

Ripensare il fisco italiano: da Willie Sutton a Jim Mirrlees.∗ Alberto Bisin Sandro Brusco Giulio Zanella

Alberto Bisin propone la sua riforma fiscale per incentivare il lavoro
  • Come è organizzato il ns sistema fiscale? Non esiste un' organizzazione, nessun funzionario delle entrate potrebbe descriverla, forse c'era all'inizio, dopodiché si è proceduto a mettere toppe laddove c'erano falle. Oggi vale solo la legge di Sutton: prendere soldi laddove ci sono.
  • Criterio Mirrles: tassare le attività "rigide" e risparmiare le "elastiche". E' il modo per rendere meno inefficiente il sistema, ovvero di cambiare il meno possibile i comportamenti degli operatori.
  • 3 tipi di elasticità: compensate o non compensate
  • Gruppi demografici con offerta più elastica: giovani, donne, vecchi, poco istruiti
  • Sorpresa: i redditi medio/bassi sono più elastici. Forse x' sono anche impegnati nei compiti più noiosi e afflittivi. In genere si direbbe il contrario: il più ricco, e non il più povero, puo' permettersi di lavorare meno. ma forse la povertà estrema non è più statisticamente rilevante.
  • Prima proposta: imposta negativa da incassare quando il reddito non sarà più esente. Da abbinare ad una maggiore progressività da realizzarsi con l'abbattimento dell'aliquota per i redditi bassi (in modo da ottenere aliquote marginali tollerabili tra questi redditi).
  • Seconda proposta: abolizione detrazione coniuge a carichi familiari: incentivi marginali trasferiti dai redditi alti (marito) ai redditi bassi (moglie)
  • Casalinghe: il reddito non monetario delle casalinghe è esentasse e fa una concorrenza sleale ai redditi medio bassi. Si cerca di attenuare questa distorsione con aliquote agevolate x le donne
continua

Why monarchies are better than republics di Dylan Matthews

Dylan Matthews sulla monarchia
  • Le democrazie parlamentari hanno bisogno di un arbitro che decida chi deve formare il governo...
  • In questo ruolo i monarchi lavorano meglio: 1) nn sono a scadenza e nn devono garantire il futuro né a se stessi né ai figli 2) nn sono politici e quindi nn coltivano ideologie...
  • Le recenti performance anti-costituzionali di Giorgio Napolitano sono sotto gli occhi di tutti. Mai sarebbero state tollerate in un monarca. Napolitano è la regola non l'eccezione...
  • I cambi di governo senza elezioni sono più prob. con i Presidenti eletti, i quali sopiscono anche l'interesse x la politica...
  • Sembra strano ma la Monarchia costa meno della Presidenza della Rep. Anche quelle + costose come quella inglese posiedono un brand che compensa i costi.
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Markets without Limits: Moral Virtues and Commercial Interests di Jason F. Brennan e Peter Jaworski - Il denaro spiazza le motivazioni interiori

Jason Brennan sullo spiazzamento tra motivazioni estrinseche e motivazioni intrinseche
  • Crowding out objection (coo): il mercato spiazza le motivazioni intrinseche. È il motivo per cui nn pago mia figlia x lavare i piatti: preferirei che lo facesse in quanto ha sviluppato un senso della famiglia. Pagarla guasterebbe questo obiettivo.
  • Anche qui la questione è di natura empirica: la coo si realizza? C'è poca ricerca tranne che nell'ambito dell'ec. del lavoro: la regola generale sembra chiara: più si paga, più si lavora e più si è soddisfatti. Ciò nn toglie che esista anche un effetto di sovragiustificazione (es)...
  • ES: quando ho troppe ragioni x fare una cosa finisco per nn farla. Le giustificazioni non si sommano ma si spiazzano. Es.: esiste una ragione etica x donare il sangue, e io dono. Se esistesse ANCHE una ragione economica (esempio, mi pagano) magari ci rinuncerei. E spesso qs paradosso si realizza. Perchè?...
  • Controllo: ci piace avere il controllo delle ns scelte e chi ci paga in un certo senso ci condiziona...
  • Segnale. Facciamo qualcosa anche x segnalare a terzi vhe siamo una xsona di un crrto tipo. Il denaro manda a monte i ns piani...
  • Cornice. Se il problema della scelta è inquadrato in una cornice che mette noi al centro i fattori controllo e segnale prevarranno. Se al centro ci metto gli altri, no. Inoltre: se la scelta è in un "etical frame", allora la presenza di denaro mi disturberà al punto da farmi declinare...
  • Memento. Per sostanziare l' occ devo dimostrare che sarebbe meglio che taluni mercati nn esistessero, nn che sarebbe meglio avessero certi schemi compensativi piuttosto che altri. Qs ultima conclusione è compatibile con l'esistenza di un mercato, riguarda piuttosto il modello di business (o l'etica del business prodotto) più che la rimozione del mercato...
  • Esito dei meta-studi: il coe si osserva solo sotto condizioni ben precise ed aggirabili ricorrendo ad espedienti comportamentali. C'è da dire che la meta-analisi della Vameron è contestata da altri studiosi...
  • Ad ogni modo, la coe è confermata sotto condizioni ben specifiche, x es. quando il soggetto si sente manipolato nelle sue scelte. X qs si è scelto di mutare il paradigma: da motivazioni intr. vs motivazioni estr. a motivazioni autonome vs motivazioni controllate...
  • L'esempio del voto a scuola: può essere visto come spiazzante ma anche come corroborante delle motivazioni intr., dipende da come lo si presenta. COE nn è una buona ragione per abolire i voti nella scuola ma semmai x presentarli in un certo modo...
  • Quello che vale x i voti vale x il denaro: l'offerta va presentata in una certa maniera anche se la sostanza dei comportamenti richiesti nn cambia...
  • Etical manager: persona che si occupa di formulare l'offerta in termini che nn urtino la sensibilità etica delle persone. È un modello di commercializzazione, nn la rinuncia a commercializzare. L'esistenza degli Etical manager nn significa che coo sia dimostrata..
  • Nella donazione di sangue la coo regge (x le donne). Ma nn regge più se il denaro è corrisposto in termini di donazione a soggetti terzi.
  • Al Nobel è allegato un assegno cospicuo che nn svaluta il valore del premio. Perchè?Forse x il rituale che crea la giusta simbologia. Allo stesso modo, se il denaro dato allo studente meritevole avesse lo stesso apparato simbolico forse spiazzeremmo lo spiazzamento. Il simbolo spiazza coo...
  • Il significato del denaro dipende dal contesto. Per lo meno quella parte di significato che a noi interessa...
  • Quello che ignora coo: ci sono tanti modi x progettare un mercato...
  • Viviana Zelizer: il denaro può essere dato come dono. Dipende dal chi, dal come, dal quando della consegna...
  • Aste. Ce ne sono di diversi tipi: asta dal basso, dall'alto, in busta chiusa al primo o al secondo miglior offerente, la pigliatutto eccetera). Ogni classe di beni ha la sua struttura ideale. In certe forme potrebbero essere vendute senza scandalo anche le indulgenze...
  • Aste d'arte: funzionano enfatizzando l'unicità del pezzo, guai presentarlo come merce....
  • Tra i partecipanti ad un'asta si crea una relazione che sfugge ai modelli neoclassici: a volte il grande compratore compra a prezzi più elevati in tempi di vacche magre x ricevere prezzi speciali in tempi di vacche grasse...
  • Antropologia: lo scambio di doni crea relazioni sociali, lo scambio di merci è anonimo (conta solo il prezzo)...
  • Spesso il datore di lavoro elargisce somme in denaro percepite come doni...
  • In Iran esiste un mercato degli organi e chi vende è convinto del suo altruismo. Il prezzo è chiamato "compenso del donatore"...
  • La distinzione merce/dono nn distingue tra mercato/nn mercato...
  • Pagare gli studenti x i voti. Fryer registra uno scarso incentivo ma quando pone obbiettivi verosimili scatta il collegamento. I neri ammirano chi fa soldi ma disprezzano i secchioni, con loro l'incentivo monetario funziona particolarmente. In qs caso c'è ben poco da "spiazzare" anche se gli anti mercatisti insistono sull'essenza corruttiva dell'esperimento. Forse c'è sotto qlcs d'altro
Continua

The Role of Family in Political Theory - Il patriarcato

Lauren Hall su famiglia e patriarcato
  • È ben vero che Filmer giustificò l'assolutismo politico tramite un'analogia con la famiglia dove l'uomo, capo-famiglia, comanda su tutto e tutti. Ma è proprio dall' analogia prescelta che scopriamo le mille forzature. Tanto è vero che Locke, il maggiore critico di Filmer, riprende proprio quell'analogia x la sua famosa "confutazione".
  • E poi, nn demonizziamo il patriarcato, rispondeva pur sempre a delle esigenze che nascevano dal fatto che la donna nel corso della gravidanza si presentava come soggetto vulnerabile bisognoso di cure e protezione; in queste condizioni, per altro molto frequenti, occorreva un compagno che avesse il controllo assoluto della famiglia. Una situazione oggi mutata non tanto per un soprassalto di moralità mo per l'azione propagandistica del femminismo, quanto per le condizioni ambientali legate alla ricchezza sopraggiunta dopo la rivoluzione industriale.
  • È stata la politica, piuttosto, a radicalizzare la famiglia patriarcale: l'interdetto per la donna a detenere prop. era fissato dalla legge nn dalla tradizione.
continua

giovedì 10 settembre 2015

La riforma fiscale di Jeb

La riforma fiscale di Jeb Bush (esemplare)
  • It lowers the top rate on personal income to 28 percent, the same rate as the bipartisan 1986 tax reform.
  • It broadens the base by capping the use of itemized deductions.
  • It eliminates the deductibility of state and local taxes, so low-tax states and towns no longer subsidize high-tax ones.
  • It maintains the deductibility of charitable giving, encouraging private solutions to social problems
  • It eliminates the estate tax, so the tax system no longer penalizes those who want to help their children and grandchildren.
  • It lowers the corporate tax rate to be close to international norms.
  • It eliminates the deductibility of interest expenses, putting debt finance and equity finance on a more level planning field.
  • It includes full expensing of investment expenditure, moving the system toward a consumption-based tax.
continua

The Dadly Virtues: Adventures from the Worst Job You'll Ever Love Jonathan V. Last

Jonahtan Last sui figli
  • I figli ti tolgono cose. Ti tolgono: tempo, sonno, dignità, serenità, ed altro ancora
  • I figli ti mettono a nudo: ti strappano le carni lasciandoti solo l'anima...
  • Cos'è la virilità?: è ciò che interviene nell'eccezionalità, quando la routine s'interrompe, quando le regole saltano e siamo circondati dal rischio. Lo slancio prima della rassegnazione. Di solito il Padre è deputato ad introdurti in questa dimensione.
  • Purtroppo la virilità ha un lato oscuro: può degenerare in violenza e arroganza. Bullismo e mascolinità spesso fanno comunella...
  • La parte buona della virilità è l'essere "cavalieri". Dimostrare eroismo in pubblico sacrificandosi, andando contro i propri interessi coltivando l'onore, favorendo il più debole, l'innocente. Ecco che la virilità si trasforma nell'essenza della paternità...
  • La paternità distrugge la ns vita x consegnarla al figlio...
  • Il declino della virilità nel mondo contemporaneo si riflette anche nell'abbandono della famiglia, nel rifuggire dal matrimonio, nei figli nati fuori dal matrimonio
continua

Markets without Limits: Moral Virtues and Commercial Interests di Jason F. Brennan, Peter Jaworski - Mercato ed egoismo

Jason Brennan su mercato e corruzione caratteriale
  • Secondo uno studio gli studenti in management ammettevano di aver copiato almeno una volta in % molto più alta rispetto agli altri studenti (forse erano abili visto che i "pescati" con le mani nel sacco erano in pari numero). Ad ogni modo, perché questo accadeva?...
  • L'adverse selection (qualità del campione) spiega in parte la storia: in quel gruppo prevalevano maschi e atleti, ovvero soggetti molto competitivi. Ma il resto?...
  • Forse che chi si occupa di business è infido? I sondaggi confermano che qs opinione è diffusa: chi legge la mano è considerato molto più onesto dei manager...
  • Inoltre la disonestà è contagiosa: l' onesto si adegua, sente meno i suoi doveri visto l'ambiente. E' un circolo vizioso.
  • Il mercato è poco esigente dal punto di vista morale, lascia molto spazio all'egoismo.  Domanda: chi ti chiede poco avrà ancora meno o avrà più facilmente tutto cio' che chiede rispetto a chi chiede molto?...
  • Molti studiosi, anche pro market, hanmo sostenuto che l'egoismo sdoganato dal mercato è un costo sociale, x quanto i benefici possano superarlo: il mrrcato ci arricchisce ma ci corrompe...
  • Il mercato nn è un meccanismo neutrale ma forgia in senso negativo il ns carattere...
  • Obiezione debole: il mercato ha effetti collaterali spiacevoli. Obiezione forte: il mercato corrompe e sarebbe meglio eliminarlo...
  • Di seguito le cinque modalità attraverso cui viene di solito formulata l'obiezione relativa alla corruzione del carattere
  • Egoismo: agire sul mercato ci rende più egoisti...
  • Spiazzamento: gli incentivi esteriori forniti dal mercato spiazzano quelli interiori...
  • Immoralità: ci sono mercati che compensano comportamenti immorali e quindi gli incentivano...
  • Svilimento: mercificare è un po' massificare, la qualità ne risente...
  • Inciviltà: il mercato distrugge il dono e quindi l'impegno civile...
  • Chi sostiene l'ipotesi della corruzione caratteriale (cc) deve portare evidenze sistematiche, nn aneddotiche...
  • Chi sostiene la cc deve provarla, a lui spetta l'onere, esattamente come spetta ad un medico che sostiene l'ipotesi di una correlazione tra fumo e cancro ai polmoni...
  • Dati nn aneddoti: anch'io ho un amico che è ingrassato bevendo diet coke, ma qs. nn significa ancora nulla circa gli effetti del bere diet coke...
  • Distinguere bene due ipotesi: 1) il mercato corrompe (causa) 2) il mercato fa emergere la ns. corruzione caratteriale da sempre presente (rivelazione). È la prima che va provata...
  • Attenzione alle petizioni di principio: 1) il mercato ci stimola a xseguire il ns interesse, quindi 2) il mercato ci rende egoisti. Analogia: poichè il gioco delle carte ci invita a vincere, chi gioca a carte è o diventa un egoista...
  • Non basta dimostrare l'ipotesi cc x condannare il mercato, occorre dimostrare che il mercato corrompa al netto degli altri effetti positivi sul carattere. Es. il mercato potrebbe allentare i legami famigliari ma incrementare la tolleranza x il diverso...
  • Oltre al trade off negli aspetti caratteriali esiste un trade off assoluto: il mercato potrebbe infantilizzare il gusto estetico nelle arti (lo sostiene Benjamin Barber) ma rende l'arte più disponibile a tutti. Che fare? Anche qs trade off va risolto...
  • Il mercato peggiora il ns carattere ma nn siamo tenuti ad avere un carattere xfetto. Si tratta di doveri supererogatori nn strettamente necessari. Anche di questo va tenuto conto.
  • Partecipando al mercato potremmo indirettamente contribuire a corrompere il carattere altrui. Siamo colpevoli x qs? Direi di no: se una band realizza un pezzo psichedelico che travia i giovani invogliandoli allo sballo; deve essere ritenuta responsabile quando le sue intenzioni sono tutt'altre? Penso di no.
continua


Jason Brennan su mercato ed egoismo
  • Obiezione dell'egoismo ingenerato dal mercato (oe): poichè il m. ci spinge a coltivare i nostri interessi, contribuisce anche a renderci più egoisti...
  • L' oe è importante xchè generica, nn riguarda un mercato specifico ma il mercato in generale. La questione è innanzitutto empirica...
  • Paul Zak: la prob. di trattare in modo corretto uno sconosciuto cresce allorchè il soggetto osservato opera in una società estesa di mercato. Il commerciante impara presto l'arte di vestire i panni altrui...
  • Herbert Gintis: la tolleranza religiosa, la democrazia, le minoranze fioriscono soprattutto laddove esiste una qual libertà di mercato. Nelle società tradizionali chiuse e ridotte, la tolleranza nn alligna. Abbiamo giocato all'ultimate game e al dilemma del prigioniero con risultati univoci: nelle anonime soc. industriali si collabora di più con lo straniero...
  • Evidenza: il mercato è il fattore culturale che più pesa nel predire l'attitudine cooperativa dell'individuo...
  • Evidenza: il denaro rende più egoisti i membri del piccolo gruppo ma più cooperativi quelli del gruppo allargato...
  • Il primo esito non è sorprendente: nella ns cultura introdurre il denaro nelle relazioni intime segnala mancanza di fiducia. Ma nn in tutte le civiltà è così...
  • Prendi l'Index fo econpmic freedom. Poi prendi l' Index of transparency. I paesi in vetta sono più o meno gli stessi. C'è un forte legame inverso tra economia di mercato e corruzione...
  • In public choice si è rivelato il legame inverso: è la politica a corrompere il mercato...
  • Altro elemento: nelle soc. di mercato si fanno più elemosine e più volontariato, anche al netto della ricchezza...
  • Esperimento: i cuccioli oggetto di compravendita sono trattati peggio degli altri? No, semmai il contrario. I cani sono molto più curato dei gatti e sono anche molto più spesso comprati...
  • Il lavoro nn pagato è più nobile? Il lavoro pagato elimina ogni discriminazione. L'esempio del Sud Africa parla chiaro. Oppure la resistenza delle lobbies economiche alla Jim Crow: qui divrrse leggi avevano lo scopo di ostacolare il mercato del lavoro...
  • Il miglior modo di comprendere l'altro è lavorarci insieme. Sarà x qs che le soc. capitalistiche sono le più tolleranti verso il diverso...
  • Ma il gender gap sui salari fornisce un controesempio! No, ci dice solo che la donna MEDIA guadagna meno dell'uomo MEDIO. Goldin: le professioni scelte dalle donne rendono meno (anche all'uomo). In più le donne lavorano meno ore anche quando fanno il tempo pieno, prendono più permessi per malattie e motivi familiari, sono meno aggressive nelle contrattazioni: d'altronde le matricole partono alla pari: è solo successivamente che il gap si forma. E gli stereotipi di genere? Chissà se esistono, cmq per quelli nn possiamo certo incolpare il mercato. Le soc. di m. sono anche le meno sessiste.
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