lunedì 15 dicembre 2025

IL "MONDO MIGLIORE" E' UNA STRONZATA

 IL "MONDO MIGLIORE" E' UNA STRONZATA


Gli stereotipi funzionano, i bias sono strategie adattive, la disinformazione è propaganda. Eccetera. L’idea che siamo vittime di un malinteso, l'idea che siamo “guasti” e ci servano tecnici della mente per "ripararci" è solo il narcisismo di chi auspica di essere nominato "riparatore ufficiale delle menti altrui". Ma noi non vogliamo un mondo migliore, vogliamo solo vincere.

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 TUTTI I LIMITI DELLA CONVIVENZA


No, non è una prova generale del matrimonio ma una trappola che ti fa sposare la persona sbagliata. Dormire insieme crea legami emotivi potenti prima che il cervello abbia finito l’analisi costi-benefici, e a quel punto sei già fregato. Il sesso produce attaccamento, non lucidità. Ti incolla a qualcuno che, a mente fredda, non avresti mai scelto per quarant’anni di mutuo e silenzi. La convivenza non seleziona i migliori partner, spesso sfocia in un matrimonio per stanchezza, non per scelta.

 Austerity

Leggo en passant che negli ultimi 25 anni la spesa pubblica è RADDOPPIATA. Non aumentata ma RADDOPPIATA. Ecco, basta, mi fermo qui. Direi che con questo dato, senza tanto bisogno di ulteriori approfondimenti, l'argomento austerity può essere tranquillamente liquidato come "populista". Parliamo d'altro, per favore. Comunque mi rendo conto che la miglior difesa è l'attacco, e che quindi, quando dici che lo stato spendacione è la radice dei nostri mali, la risposta più efficace non consiste nel negarlo, ma nel gridare che invece spende troppo poco. Se lo gridi abbastanza forte e ripetutamente, qualche effetto lo otterrai, soprattutto in chi ascolta distrattamente, il 99% delle persone, e ancor di più in chi ha in mente una "spesuccia" ulteriore che potrebbe fargli molto comodo, il 98% delle persone. A questo punto non c'è dato che tenga. Si ragiona come ragiona Toni quando cerchi di sottrargli dalle fauci il biscottino che ha già predato.

 Finché la povertà è un grafico o una percentuale, i benestanti votano “più aiuti”; quando il povero ha un volto, un odore, abitudini sgradevoli e scelte discutibili, la carità evapora e resta il giudizio morale. Il dato controintuitivo è questo: conoscere i poveri non rende più di sinistra, rende più severi. Non perché siano cattivi, ma perché l’esperienza diretta distrugge la favola del “sistema ingiusto che spiega tutto”. La distanza alimenta l’idealismo, la vicinanza produce realismo.

 La retorica dei “bias” non serve a renderti più informato, serve a farti sentire più furbo degli altri. Questo non riduce il tribalismo, lo raffina, e funziona perché oggi sentirsi meno manipolati conta più che essere meno ignoranti.

 LIBERALISMO

Il vero liberalismo non ti rende uguale, ti rende "acquistabile" la via d’uscita. Misuriamo allora il liberalismo non con diritti, intenzioni o uguaglianza, ma con quanto ci costa mollare tutto. Se vivere sotto un governo è davvero liberale, allora restarci deve essere una scelta di mercato, non una prigionia morale. Insomma, se puoi salutre tutti portandoti dietro valore, sei libero; se no, stai subendo.

disadattati

 DISADATTATI

LEGGE UNIVERSALE: persone e animali sono immersi in un ambiente e vengono selezionati in base alla loro capacità di sopravvivenza. Questa legge è universale, ma gli ambienti nei quali essa si applica sono specifici. Per gli animali, l’ambiente è quasi sempre quello naturale; per l’essere umano, invece, non è necessariamente così. La nostra straordinaria capacità di aggregazione ci ha permesso di costruire ambienti culturali che spesso costituiscono un mondo a sé. Tuttavia, se non è il singolo individuo, è l’intera mega-società a essere comunque immersa nell’ambiente naturale; di conseguenza, per garantirsi la sopravvivenza, essa deve correlare i bisogni generati nei vari ambienti culturali con quelli imposti dall’ambiente naturale. Un esempio stipido tanto per non rimanere astratti: la famiglia rappresenta per il bambino uno "spazio sicuro", ossia un luogo in cui, almeno in teoria, può fare ciò che vuole senza incorrere in conseguenze spiacevoli; può perfino gettarsi a testa in giù dal tavolo della cucina, e una madre correrà a “salvarlo”, trasformando un potenziale suicidio in un gioco divertente. È evidente, tuttavia, che una famiglia sana cercherà di fornire un’educazione in cui le regole domestiche siano in qualche modo armonizzate con le richieste che l’ambiente esterno avanzerà al bambino una volta cresciuto. Se insegno a mia figlia a bestemmiare fin dalla più tenera età, è probabile che in futuro incontri qualche difficoltà a inserirsi in un contesto lavorativo di prestigio o a trovare un compagno di livello. Ciò che mi preme sottolineare è che, comunque, può esistere una famiglia disadattiva e che, se il contatto con ambienti in qualche modo correlati a quello naturale è debole, essa può anche prosperare. La correlazione debole diventa tanto più probabile quanto più la società è ricca ed estesa. In una tribù dell’Amazzonia, la natura è lì, immediatamente presente: non correlare le esigenze sociali della tribù con quelle imposte dall’ambiente naturale significherebbe condannarsi a una morte rapida. Al contrario, in una mega-società occidentale, intere generazioni possono vivere e prosperare dedicandosi a studi privi di utilità pratica, la cui conoscenza è del tutto scollegata – se non addirittura inversamente correlata – rispetto alle competenze richieste dai vincoli naturali in cui è immersa la comunità. I cultori degli studi di genere, tanto per dire, possono persino superare in numero i laureati in fisica o in ingegneria. Possiamo permetterci ampie isole di “disadattati” senza subirne conseguenze immediate. Nei casi più estremi, possiamo persino tollerare l’esistenza di una “cultura della sterilità” senza renderci conto che si tratta, in realtà, di un lusso da società opulenta. Questo, almeno, finché tali isole di disadattamento non superano una soglia critica. Oltre quel limite, si profila il collasso della civiltà.

giovedì 11 dicembre 2025

etica e intelligenza - carattere intelligenza

 L’intelligenza non ti rende né più buono né moralmente migliore – solo più bravo a razionalizzare la tua merda. I più svegli sono solo più curiosi, non più giusti; e, se va male, sono pure meno ansiosi mentre ti fregano. Un cretino può essere affidabile, leale, generoso; un genio può essere freddo, manipolativo, opportunista – e non sarebbe certo un incidente statistico.

la mia etica definitivo

 LA MORALE DEL "DECENTE"

Non esistono verità morali più di quanto esista una verità cosmica sul fuorigioco nel calcio: ciò che chiamiamo “giusto” e “sbagliato” non è una legge del cosmo, ma l’equilibrio di un gioco sociale, convenzionale come le regole del pallone, con la differenza che qui non perdi solo una coppa: perdi reputazione, alleati, risorse, accesso al sesso, perfino la vita. Il “non uccidere” non è un fatto eterno ma la sintesi brutale di un equilibrio; rinuncio quindi alle teorie maestose del Bene e del Giusto e mi accontento del “Decente”.

venerdì 5 dicembre 2025

EREDITARIETA' MANCANTE

 EREDITARIETA' MANCANTE


In che misura le tue qualità caratteriali, intelligenza compresa, dipendono dalla biologia che hai ereditato dai tuoi genitori? I metodi per capirlo sono due:

1) Studi sui gemelli: si confrontano coppie di gemelli omozigoti, coppie di gemelli fraterni e coppie di fratelli naturali e adottati, e si verifica se, man mano che il dna della coppia si diversifica, l'ereditarietà si attenua.

2) Test genetici: si misura il "grado di somiglianza" di vari genomi e si verifica se all'ampliarsi delle differenze nel genotipo si riscontrano anche differenze del tratto in oggetto nel fenotipo.

Risultato di 1: ereditarietà da 50% a 80% (dipende dal tratto).

Risultato di 2: ereditarietà dal 20% al 40% (dipende dal tratto).

La differenza tra i due metodi viene chiamata EREDITARIETA' MANCANTE. Come si colma il buco?

I "culturalisti" mettono in luce i difetti di 1: i gemelli su cui sperimentare sono pochi, e quindi il campione è troppo piccolo.

I "naturalisti" mettono in luce i difetti di 2: i confronti genetici considerano solo una piccola parte del genoma, il buco verrà colmato man mano che la mappatura sarà più esaustiva. Inoltre, paradossalmente, il campione è troppo grande. Lo studio più impressionante raccoglie oltre trecentomila dna, ma è impossibile, per esempio, somministrare trecentomila test IQ accurati. Cio' rende certi risultati poco affidabili.

Chi avrà ragione? In effetti, ampliando la quantità di genoma analizzato per il confronto, il buco si riduce, ma siamo ancora ben lungi dal colmarlo.

martedì 2 dicembre 2025

rotten kid theorem

 FAMIGLIA CRISTIANA


Cerca di immaginare una famiglia in cui il capofamiglia identifica i suoi interessi con quelli di ogni membro. Non è poi così difficile, quante volte vediamo i genitori identificarsi con l'interesse dei figli, talvolta addirittura anteporlo al loro? Bene, ora ammettimo che in questa famiglia c'è un figlio problematico, una pecora nera dissoluta. Come si comporterà? Male, malissimo, viene da dire. Invece no. Pensaci ancora. La bontà del Padre si riflette anche sulle sue scelte. In particolare, pensa al caso in cui una certa azione fatta nei propri interessi renda meno rispetto ad un'azione che il fratello potrebbe fare. L'istinto è quello di concludere che una pecora nera degna di questo nome pensi solo a se stessa. Vero, ma solo se è una pecora nera scema. Altrimenti, in casi del genere, la pecora nera aiuterà il fratello poiché, tramite il capofamiglia, potrà poi godere indirettamente del surplus prodotto. La Chiesa cristiana è una grande famiglia guidata da un Dio perfettamente buono e noi siamo pecore nere che, grazie alla perfetta fede nella perfetta bontà del capofamiglia, ci siamo trasformati in pecorelle mansuete e tutte bianche, anche se alla radice restiamo deviati dal nostro egoismo di fondo e bisognosi di grazia. A proposito, questo schema è noto presso gli eonomisti con il nome di "Rotten kid theorem".

venerdì 28 novembre 2025

quando ci vuole ci vuole

 C'è un populismo sano, quello che grida che L'ERBA E' VERDE. "L'erba è verde" puo' essere declinato così: "i criminali in galera", "ho il diritto di difendermi", "non si tolgono i bambini alla mamma", "lasciatemi in pace", "occhio per occhio, dente per dente", "via da casa mia", "non è dei nostri", "se ha successo se lo merita", "è mio!!!", "le tasse sono un furto"... Eccetera.

Naturalmente, trattasi pur sempre di populismo, ovvero un'idea grezza, di pancia e soggetta a molte eccezioni. Ma è anche sano perché la "pancia" è reale, non ideologica. E' reale come una roccia, e sulla roccia siamo tenuti a costruire. Costituisce quindi un buon default da cui partire per giustificare le eccezioni.

PATRIARCATO = EFFICIENZA definitivo

 PATRIARCATO = EFFICIENZA

Il patriarcato (patrilinearità + localismo o virilinearità) s'impone con l'agricoltura intensiva. Perché? Ipotesi più diffusa: perché organizzazione e scambio dei surplus richiedono una cultura delle relazioni superficiali, o per lo meno che privilegino l'estensione all'intimità, una specialità prettamente maschile, visto che già la caccia - attività solitamente maschile - richiede un embrione di coordinamento. Maternità ( = intimità) e raccolta ( = autonomia), sviluppano invece altri talenti. Tutto questo avvantaggia la famiglia estesa con figure maschli stabili, che implica figure femminili mobili. Il maschio formalizza il clan e, in quanto detentore della forza, la diplomazia tra clan, generando un ambiente di socialità estesa dove l'agricoltura intensiva può essere valorizzata al massimo. Ecco le parole di Emmanuel Todd:
"Ho visto nascere la famiglia dal suo nucleo bilaterale e quasi femminista, e l’ho vista deformarsi quando la rivoluzione neolitica ha ribaltato ogni cosa: l’agricoltura è stata inventata almeno sette volte, e ogni volta ha trascinato con sé un esperimento sociale diverso. I pionieri del Neolitico – Moyen-Orient, Cina, Nouvelle-Guinée – hanno inaugurato insieme la zappa e il dominio maschile. Il caso non è un caso: sette invenzioni indipendenti impediscono un mito unico, ma il passaggio all’agricoltura intensiva ha spesso coinciso con una presa di controllo maschile. L’efficienza si è pagata con un riequilibrio patriarcale: la patrilinearità non è stata immediata, ma ha finito per imporsi, con patrilocalità dilagante ovunque, indipendentemente dal tipo di agricoltura. Anche se l’Europa agricola intensiva non si piega del tutto alla patrilocalità, si assesta su una virilocalità, un patriarcato più sottile. La preistoria non era un monolite: oscillava tra patri e matrilocalità, poliandria, poliginia, esogamie più o meno rigide. Eppure, nessuna traccia di matrilocalità appare nell’Europa neolitica o del bronzo: qui il femminile non ha mai avuto la residenza. Caso opposto a Ban Chiang, in Thailandia: con il riso, si fissano le donne e gli uomini restano erranti; fenomeno simile nell’Illinois, dove l’arrivo del maïs produce uxorilocalità. L’agricoltura ha ridisegnato rapporti e gerarchie tra i sessi: c’è stata una fase matridominée nell’agricoltura estensiva primitiva, poi l’intensificazione ha favorito il contraccolpo maschile."

CONTESTUALISMO SOGGETTIVISMO RELATIVISMO E MORALE NATURALE definitivo

 RELATIVISMO E SOGGETTIVISMO


Spesso confondiamo soggettivismo e relativismo (Nietzsche è un caso nobile). Supponiamo che esista un principio morale per cui occorre "tenere la destra quando guidi". Possiamo ben considerarlo relativo poiché altrove potrebbero adottare il principio morale per cui occorre "tenere la sinistra quando guidi", e non si capirebbe bene perché un principio debba essere superiore all'altro. D'altro canto, non ha alcun senso considerarlo "soggettivo" poiché, in tal caso, in assenza di condivisione, si rivelerebbe del tutto fallimentare. Insomma, la moralità si è evoluta per regolare il comportamento umano interattivo, cio' implica relativismo ma non soggettivismo. Diciamo che il contestualismo è la posizione più corretta.

giovedì 20 novembre 2025

religione definizione

 LA MIGLIOR DEFINIZIONE DI RELIGIONE CHE ABBIA MAI SCOVATO

"La religione è un insieme di credenze e pratiche sacrali che ci legano emotivamente, dove una società interagisce con entità soprannaturali (o comunque molto autorevoli) attraverso preghiere e sacrifici, ottenendo da loro ordini che spingono i membri, per paura di una punizione divina, a mettere da parte i propri interessi per il bene comune."
Oggi il cattolicesimo è ancora una religione? Non difetta troppo dell'elemento punitivo?
Non sarei così radicale, mi limito a dire che la statolatria sembra oggi più conforme alla definizione.

la soluzione alle diseguaglianze definitivo

 Una soluzione per la diseguaglianza? Il capitalismo tecnologico. Tutti chini sullo stesso dispositivo a prescindere che tu abiti in un castello o in una baracca, che tu sia in vacanza alle Maldive o pendolare su Trenord.

martedì 18 novembre 2025

CULTURA definizione definitivo

LE DUE CULTURE
Scanzi sostiene che la destra non apporti alcun contributo alla CULTURA, mentre chi studia la politica afferma che la destra è interamente centrata sulla CULTURA. In un certo senso, hanno entrambi ragione, ma è necessario chiarire cosa intendiamo per CULTURA.
La mia definizione preferita: "è cultura ogni scelta corretta compiuta per le ragioni sbagliate". Se in una comunità si pensa troppo, quella comunità si sta de-culturalizzando. Spiego con un esempio: chi affronta il dilemma del prigioniero giustificando le proprie scelte in base alla natura (egoismo) e alla cognizione (razionalità) finisce per uscirne sconfitto. Chi invece sceglie guidato dalla cultura (cooperazione) vince. In altre parole: la cultura è COORDINAMENTO, e il coordinamento richiede un parziale sacrificio sia della nostra natura sia della nostra razionalità. Un altro esempio di regola culturale: "tenere la destra quando si guida". Non esiste alcuna motivazione razionale o naturale per "tenere la destra" alla guida, eppure la norma giova a tutti e ciascuno di noi disapprova chi non vi si conforma. Per rendere vincolante una norma priva di fondamenti razionali o naturali, si ricorre a strumenti che prescindono da natura e ragione: la religione, la tradizione, le consuetudini, i costumi… tutte cose che la destra ADORA. Da ciò si comprende bene la tesi dei politologi. Ultimo esempio: avete mai frequentato una curva dello stadio?: essere i primi a scagliarsi contro i tifosi avversari è da scemi poiché il rischio calcolato razionalmente e l'istinto di autoconservazione ce lo sconsigliano, ma ecco allora che emerge un valore CULTURLE come il coraggio che, quando si diffonde con successo, alza la reputazione della curva rendendola particolarmente temuta e rispettata.
E Scanzi? Cosa c’entra tutto questo con chi scrive libri, dipinge quadri o recita in un film d’autore? Indubbiamente, anche quella è CULTURA, ma sembra trattarsi di qualcosa di diverso e di indefinibile.
Mi limito a formulare un’ipotesi che non mi convince del tutto: la "cultura come coordinamento" conferisce prestigio a chi contribuisce a rafforzarla, sacrificando ego e razionalità; per questo si può affermare che uno degli effetti collaterali della cultura sia la formazione delle gerarchie sociali. D’altro canto, anche l’intellettuale percepisce gran parte del suo “stipendio” in natura, sotto forma di una posizione prestigiosa nella gerarchia sociale.

venerdì 14 novembre 2025

Perché odiamo l'arte dell' Intelligenza Artificiale? definitivo

 Perché odiamo l'arte IA?


Due ipotesi:

1) Odiamo l’arte generata dall’intelligenza artificiale perchè ci fa sentire superflui, nel senso di sostituibili. Poi trasformiamo queste motivazioni estrinseche in motivazioni intrinseche.

2) L'arte nasce nella storia dell'uomo per esibire o captare in modo ipocrita la fitness di un soggetto. Sapendo a priori che la fonte dell'arte non è un soggetto sentiamo svuotata di senso l'esperienza estetica.

A me piace la 2.

p.s. Qui ci vorrebbe un Francesco D'Isa per andare oltre.

David Friedman: psicologia evoluzionistica tappabuchi dell'economia

 PREZZO GIUSTO (code prevedibili)


"Quando i nostri antenati barattavano carne per sesso o aiuto per cibo, impararono che mostrarsi emotivamente indignati di fronte a un prezzo “sbagliato” era un modo per vincolarsi credibilmente a non farsi fregare".

Quello che andava bene vivendo in bande di venti persone, oggi generà povertà. La dottrina sociale della Chiesa, almeno quando giudica il mercato del lavoro, è ancora impastoiata in questa trappola.

AVVERSIONE AL MERCATO

"Il comunismo dei primitivi è solo apparente: i buoni cacciatori, pur senza proprietà né salari, venivano “pagati” con sesso, status e cura per i figli".

Il fatto che abbiamo cambiato moneta di pagamento dovrebbe essere neutrale, ma molti mantengono una mentalità arcaica.

PREFERENZE TEMPORALI

Gli economisti si stupiscono del fatto che preferiamo “mille dollari oggi” a “millecento tra una settimana”, ma la verità è che il nostro cervello non è stato progettato per il mondo delle banche centrali — è stato forgiato nel mondo delle prede in fuga e delle promesse inaffidabili.


giovedì 13 novembre 2025

DECLINO DI CIVILTA'

 PERCHÉ LE CIVILTÀ DECLINANO?

Una civiltà al suo apice è molto ricca, e la ricchezza permette di costruire paradisi artificiali che finiscono per selezionare culture disadattive, le quali innescano il declino. Vi è anche un problema di scala: una civiltà al culmine è di norma molto estesa, dominata da monopoli istituzionali non più soggetti alla salutare concorrenza che garantisce la frammentazione. Il paradosso: povertà e frammentazione sono fertilizzanti ideali per la cultura.